Trump Donald

Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » lun giu 24, 2019 9:06 pm

Trump sta nascondendo gli studi che dimostrano i danni dei cambiamenti climatici
Tatiana Maselli
24 Giugno 2019

https://www.greenme.it/informarsi/ambie ... IVerdd_0gQ

Il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti avrebbe seppellito i risultati degli studi che mostrano le conseguenze e i pericoli dei cambiamenti climatici.

L’amministrazione di Trump sta nascondendo studi che dimostrano come temperature più elevate possano danneggiare le colture e comportare rischi per la salute, impedendo così una corretta informazione e ostacolando la ricerca di soluzioni per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Gli studi sul clima seppelliti dall’USDA

Dozzine di studi sulle conseguenze dei cambiamenti climatici sarebbero stati seppelliti dall’amministrazione Trump: è ciò che i ricercatori hanno denunciato attraverso il magazine Politico.

Si tratta di studi validati e sistematicamente bloccati da parte del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA), ente che dovrebbe rappresentare una delle principali fonti di informazione scientifica a livello mondiale per agricoltori e consumatori.

Secondo i ricercatori autori degli studi, l’amministrazione di Trump starebbe cercando di bloccare la circolazione di dati che provano gli effetti dei cambiamenti climatici per non perdere consensi.

Il segretario all’agricoltura Sonny Perdue, che in passato ha espresso scetticismo riguardo alle scienze del clima, non ha commentato l’accusa, mentre un portavoce dell’USDA ha assicurato l’impegno del Dipartimento verso la promozione della ricerca sul clima e ha negato l’esistenza di direttive all’interno del dipartimento che scoraggino la diffusione degli studi legati al clima.

Nonostante le rassicurazioni dell’USDA, Politico fa notare che da quando Trump è entrato in carica nel gennaio 2017, il servizio di ricerca del Dipartimento ha rilasciato pubblicazioni per soli due studi sul clima, entrambi con risultati favorevoli sull’industria della carne: in uno studio si miniminizzava sulla produzione di gas serra da parte degli allevamenti, mentre nell’altro si mettevano in guardia le persone sulle carenze nutrizionali di una dieta vegetariana.

Impedire la divulgazione delle conoscenze: le conseguenze

Gli studi di cui si è impedita la divulgazione riguardano prevalentemente gli effetti dell’aumento del biossido di carbonio nell’atmosfera e l’aumento delle temperature.
Ad esempio, una ricerca si è concentrata sulla perdita di vitamine del riso cresciuto in un ambiente ricco di carbonio: scoperta che desta preoccupazioni, dato che il riso è alla base dell’alimentazione di oltre 600 milioni di persone nel mondo.

Il magazine Politico ha scoperto che nel caso dello studio sul riso, i funzionari americani non solo hanno negato i risultati, ma hanno attivamente cercato di impedirne la divulgazione.

Le scoperte scientifiche possono avere un impatto su milioni di persone e impedire la diffusione dei risultati degli studi sul clima significa tenere all’oscuro la popolazione su un tema fondamentale, impedendo di fatto che siano prese misure per contrastare i cambiamenti climatici e trovare soluzioni per arginarne gli effetti.

Come afferma Michael Mann, uno dei principali scienziati del clima dell’Università della Pennsylvania:

“L’intento è quello di cercare di sopprimere le informazioni sul crescente pericolo dei cambiamenti climatici causati dall’uomo.
Chi ci smena? Le persone, che stanno già subendo gli effetti dell’aumento del livello del mare, tempeste senza precedenti, siccità, incendi e ondate di calore “.
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » lun lug 01, 2019 6:23 am

Donald Trump e Kim Jong Un, storica stretta di mano!
30 giugno 2019

https://osservatorerepubblicano.com/201 ... ta-di-mano

Donald Trump spiazza tutti e scrive la storia mettendo piede in Corea del Nord in compagnia di Kim Jon-Un. I due leader hanno attraversato il confine tra le due Coree!

Durante la crisi tra Stati Uniti e Iran nello Stretto di Hormuz degli ultimi mesi si parlava di una politica estera inconcludente da parte di Trump da parte di alcuni analisti, soprattutto quando prendevano come esempio “gli incontri con il dittatore nord coreano Kim-Jong-un che non hanno portato a nulla!”.

Ed ecco che, durante la visita programmata dopo il G20 di Osaka con il presidente sudcoreano Moon Jae-in nella Zona Demilitarizzata (DMZ), avviene l’incontro, organizzato senza l’uso di canali diplomatici, con il dittatore nordcoreano ed il conseguente ingresso nella Corea del Nord. Il tutto accompagnato da strette di mano, sorrisi e con i reporter che facevano a gara per immortalare da varie angolazioni quello che è a tutti gli effetti un evento storico, ovvero il primo Presidente americano a fare il suo ingresso in Corea del Nord!

Il Presidente Trump, ancora una volta, ha sorpreso tutti quanti, ammiratori e detrattori, dimostrandosi concreto (oltre che a specializzarsi in incontri bilaterali, anche informali). Una risposta efficace a chi, da noi, parlava di “incontri inutili“. Ora dovranno almeno correggere il tiro e, come ci vuole tempo per trovare un accordo tra due mondi all’opposto – il mondo libero americano e quello stalinista ancora rimasto in Nord Corea – così anche noi avremo pazienza con chi cercherà di snobbare l’evento o addirittura trovare le solite e inutili similitudini tra i due leader.

Salvo imprevisti, dovrà esserci un ulteriore incontro alla Casa Bianca in modo da portare avanti il lavoro verso un accordo, ormai nuovamente possibile.

Dopo aver mostrato i muscoli al dittatore coreano con l’invio di bombardieri nella penisola, nelle basi dell’Oceano Pacifico e le forze aeronavali nel Mar del Giappone, l’amministrazione americana ha sempre tenuto il canale diplomatico aperto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, con l’incontro storico nella mattinata italiana.

La stessa cosa sta cercando di fare con l’Iran che, molto probabilmente sarà un tema della prossima campagna elettorale del 2020. Per trattare con paesi definiti “canaglia” dall’ex Presidente Bush Jr. ci vuole tempo e pazienza, per evitare uno scontro armato.

Si può criticarlo quanto si vuole o può non piacere il suo metodo ma nessuno può mettere in dubbio la buona volontà del Presidente Trump di trovare una via diplomatica e di perseguirla.

E anche il Papa, non certo un “trumpiano” e che parlava di “pericolo di guerra nucleare” fuori tempo massimo, ha lodato il gesto durante l’Angelus di mezzogiorno.
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » mer lug 17, 2019 9:07 pm

E come dicono alla Apple: «Good Morning Vietnam»
Massimo Bordin
2019/07

http://micidial.it/2019/07/e-come-dicon ... nm24KfqQnA

Forse il più grande esodo industriale della storia è in atto dopo la scelta di Trump di alzare i dazi e di dichiarare guerra commerciale alla Cina. Stando alle decisioni prese dal colosso statunitense Apple, tuttavia, a beneficiarne non saranno tanto gli operai americani, quanto quelli vietnamiti. Il colosso di Cuppertino ha infatti appena annunciato che è pronta a produrre gli AirPods al di fuori del territorio cinese, per farlo in Vietnam.

Secondo il Nikkei Asian Review, sarà la società manifatturiera cinese GoerTek a iniziare i primi test per la produzione della nuova generazione di AirPods. Le prime prove si svolgeranno presso la fabbrica nel nord del Vietnam.

In questo modo, Apple vuole assicurarsi di avere pronto un piano B nel caso in cui le politiche dell’amministrazione Trump dovessero bloccare i rapporti con la Cina in modo drastico, introducendo tariffe di importazione sempre più alte. Non molto tempo fa, Apple aveva già deciso lo spostamento di alcuni siti in India per assemblare i famosi telefoni Iphone, sempre seguendo la strategia di parare il colpo della guerra commerciale con il Paese di Mezzo.

Le percentuali dell’esodo dalla Cina verso India e Vietnam sono ancora basse, ma indicano senza dubbio l’inzio di un nuovo trend in atto.

La cosa su cui focalizzare l’attenzione, tuttavia, è a mio avviso un’altra:
che senso ha attuare una politica aggressiva dei dazi doganali, se a beneficiarne saranno altri paesi eurasiatici?

O, detto diversamente, se la manifatura americana non potrà più contare massicciamente sulla produzione in casa di questo tipo di apparecchi elettronici (cellulari, cuffie, ecc), perchè prendersela proprio con Pechino?

Ecco allora che lo scenario più probabile sembra essere politico, non economico. Gli Usa sanno benissimo che la Cina, prima o dopo, supererà l’economia americana in quanto a produzione (ci vivono 1 miliardo e 400 milioni di persone contro le 300 degli States), ma vuole garantirsi una superiorità politica e militare, soprattutto se essa è riferita alle tecnologie. Per farlo, Trump disincentiva qualsiasi investimento americano in Cina, ma non necessariamente nel resto del mondo.

Il Vietnam, dove la Apple realizzerà i suoi auricolari wirless AirPod, è governato da un partito comunista, proprio come la Cina, ma con i vicini mandarini esistono ancora oggi tensioni riguardanti il Mar Cinese Meridionale, in particolare quelle relative alla sovranità delle Isole Paracelso, situate in acque sulle quali i due Paesi rivendicano diritti di sfruttamento delle risorse e che Pechino controlla di fatto dal 1974. Ulteriori contenziosi riguardano l’arcipelago delle Isole Spratly. Detto più chiaramente, tra Cina e Vietnam non corre buon sangue.

Se – come dicono in tanti – il gap produttivo tra Cina e America sarà a breve colmato a tutto vantaggio di Pechino, la stessa cosa non si può dire di quello militare. Un unico esempio può far capire quanto la distanza in questo campo sia ancora siderale: gli Stati Uniti hanno operative 11 portaerei, mentre la Cina solo una. Meno dell’Italia, che ne ha due, la Cavour e la Garibaldi. Ecco dunque che la strategia di Trump non sembra essere tanto quella di riportare la manifattura in America, ma di indebolire gli avversari politici agendo (anche) attraverso i dazi. Secondo alcuni analisti, i recenti passaggi diplomatici “possibilisti” o “benevoli” degli americani nei confronti della Russia andrebbero nella direzione di allontanare Putin da Xi Jinping.
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » mer lug 17, 2019 9:08 pm

Corte federale a Trump: "Incostituzionale bloccare i follower"
Raffaello Binelli - Mer, 10/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cor ... MQAwYvLTzg

La Corte federale d’appello del secondo distretto di New York ha stabilito che Trump non può bloccare su Twitter le persone che lo criticano o prendono in giro. Se lo fa vìola la Costituzione

Chissà come la prenderà Donald Trump. La Corte federale d’appello del secondo distretto di New York ha stabilito che il presidente non può bloccare su Twitter le persone che criticano i suoi post o lo prendono in giro: se lo fa vìola la Costituzione.

La decisione, presa all’unanimità dai tre giudici della Corte, di fatto estende anche ai social il principio stabilito dal Primo emendamento, che garantisce la libertà di espressione. Non può essere messa in discussione nemmeno nell'era dei social, che hanno allargato il dibattito politico moltiplicando le occasioni per esprimere il proprio pensiero interloquendo in modo quasi diretto con i leader politici.

Il giudice Barrington Parker, estensore della sentenza, scrive che "l’operato del governo è soggetto a un dibattito aperto e consistente, che genera un livello di intensità e passione raramente visto finora". Per i giudici il Primo emendamento impedisce a qualsiasi pubblico ufficiale che faccia uso dei social media per scopi politici, di escludere dal dibattito online le persone che dimostrano di non essere d’accordo con la sua linea. "Questo dibattito - si legge nella sentenza - per quanto spiacevole e aspro possa diventare, è nonostante tutto una cosa buona. La Costituzione ci ricorda che la miglior risposta a un’opinione sgradita su argomenti di interesse pubblico è più libertà di parola, non meno".

Ovvio e per certi versi scontato il disappunto del Dipartimento di giustizia. Fa sapere che si riserva di ricorrere e ribadisce che il blocco di alcune persone dall’account Twitter di Trump non rappresenta una violazione del Primo emendamento. L’account di Trump, realDonaldTrump, conta circa 62 milioni di follower ed è il mezzo preferito dal presidente per comunicare e fare politica, catturando sempre l’attenzione degli organi di stampa. Lo scorso gennaio la corte d’appello della Virginia aveva stabilito lo stesso principio, vietando alla presidente di una commissione di contea di bloccare su Facebook le critiche postate su una pagina da lei amministrata.



Sorpresa! Con Trump aumentano gli stipendi dei meno istruiti e delle minoranze
di Vito de Luca
9 Luglio 2019

https://loccidentale.it/sorpresa-con-tr ... rngDFIqma8


«Un incubo dickensiano di disuguaglianza, il momento migliore di sempre per milionari e miliardari e il peggiore per tutti gli altri». Così, scrive il Wall Street Journal in un editoriale, appare l’America a chi assiste ai dibattiti fra candidati democratici alla presidenza (a cui anche la Fox, il grande network televisivo finora non ostile all’attuale inquilino della Casa Bianca, sta offrendo un’ampia copertura mediatica). Ma la realtà è che le politiche di Trump stanno aiutando i lavoratori più di quanto abbiano fatto quelle di Obama. Sarà anche il meno anti trumpiano fra i grandi quotidiani Usa. Ma il Wsj come trattare i numeri.

E i numeri dicono che «i salari dei lavoratori meno qualificati stanno salendo al tasso più alto da un decennio e che la disoccupazione tra gli americani meno istruiti e le minoranze è vicina alla più bassa di sempre». Quanto vanno sostenendo, per esempio, Elizabeth Warren e Kamala Harris sull’America che pensa solo ai ricchi – due tra le candidate alle primarie per i democratici (in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno) – per il Wsj è «fiction», dato che è diminuita anche «la disparità fra la middle America e i bastioni costieri della ricchezza». Ma «il grande paradosso dell’economia di Obama», scrive il quotidiano della finanza Usa, è un altro.

Gli interessi prossimi allo zero e il quantitative easing della Federal Reserve hanno favorito le grandi imprese, ma le regolamentazioni «punitive» introdotte da Obama hanno «depresso gli investimenti in capitale umano e fisico. Chi aveva asset finanziari ha prosperato più dei salariati della middle class». I democratici stile Obama «parlavano di continuo di disuguaglianza, piuttosto che di crescita e il risultato è stato meno crescita e più disuguaglianza», sottolinea il giornale della Borsa Usa. Trump, invece, ha fatto il contrario: la sua deregulation fiscale e normativa ha rilanciato gli investimenti, fatto salire la produttività e i salari. E se i profitti delle imprese sono cresciuti il quadruplo nei due anni di Trump, diversamente da quanto accaduto negli ultimi quattro di Obama, i dividendi sono saliti meno, perché si è investito di più in attrezzature, sedi e lavoratori.

Una “Trumpeconomics”, che, almeno da un punto di vista lessicale, ricorda la Reaganomics, la quale non ha puntato su un effimero rilancio dei consumi, ma su una riforma strutturale del sistema economico del paese, con un decisivo rilancio dell’industria nazionale, anche attraverso la riuscita riforma fiscale. Anche la “guerra” commerciale va in questa direzione, pur avendo contro il mainstream economico globalizzato, che considera l’introduzione dei dazi un futuro danno per le imprese a stelle e strisce. Anche se sotto questo aspetto il Wsj non è d’accordo e sostiene che «una cattiva politica commerciale e monetaria può far deragliare la crescita».




Nyt, Trump prepara una maxi-retata di immigrati clandestini
10 luglio 2019

https://www.huffingtonpost.it/entry/nyt ... isJlqFgN5U

Una maxi-retata di immigrati clandestini. Donald Trump ha dato l’ordine di arrestare migliaia di famiglie immigrate senza documenti presenti nel territorio Usa, ma l’operazione, prevista a partire da domenica, è stata rinviata per la resistenza di diversi funzionari nelle agenzie sull’immigrazione. Lo riporta il New York Times, che cita tre diverse fonti anonime fra i funzionari della sicurezza nazionale statunitense.

Il piano prevedeva diversi giorni di operazioni, condotte dall’Ice (Immigration and Customs Enforcement) - l’agenzia statunitense che si occupa di controllo delle frontiere e di immigrazione - anche con il mandato di effettuare arresti “collaterali”, spiegano le fonti anonime riportate dal quotidiano. Le autorità potranno arrestare tutti i migranti che verranno trovati senza documenti, anche se quelli che non sono specifici bersagli dei raid. I familiari fermati dovrebbero essere portati in centri di detenzione in Texas e Pennsylvania. Le fonti spiegano che l’operazione di polizia dovrebbe riguardare almeno 10 città con un target di almeno 2000 persone presenti illegalmente sul territorio americano.

Alcuni agenti dell’ICE hanno però espresso una grande preoccupazione per il fatto di dover arrestare anche bambini. Hanno inoltre messo in dubbio l’efficacia di questi raid, visto il passaparola nelle comunità di immigrati sulle modalità per evitare gli arresti - ad esempio rifiutando di aprire la porta quando un agente si presenta nelle loro abitazioni, dal momento che non è loro potere entrare con la forza.

Contro l’operazione si è schierato più volte Kevin K. McAleenan, segretario dell’Homeland Security, preoccupato sia per la logistica e sia per la moralità dell’operazione, che finirà per separare intere famiglie. Nancy Pelosi, presidente della Camera dei rappresentanti, ha chiamato il presidente pregandolo di evitare un’operazione “senza cuore”.




Migranti, Elizabeth Warren vuole distruggere la "linea del rigore" di Trump
Francesco Boezi

15 luglio 2019

https://it.insideover.com/migrazioni/mi ... Qrwrgnbmio

Elizabeth Warren, alias “Pocahontas”, desidera che i confini degli Stati Uniti divengano più malleabili per migranti e rifugiati. Basta il titolo del documento che il suo team elettorale ha diffuso qualche ora fa: “Un sistema equo ed accogliente per l’immigrazione”. Il che non corrisponde proprio al mantra trumpiano: “Build a wall”.

La gestione dei fenomeni migratori non sarà il focus principale delle prossime presidenziali, anche perché non interessa in egual misura tutti gli Stati, ma rappresenterà uno degli argomenti principe su cui i candidati si divideranno con più facilità. La senatrice democratica sta per svestirsi dei panni di quello che negli States chiamano underdog, ossia il candidato costretto ad inseguire, perché i sondaggi hanno iniziato a far capire come possa ascendere in termini di consensi. Si veda, per esempio, come Politico ha segnalato il raggiungimento del secondo posto temporaneo nelle rilevazioni. A farne le spese, per ora, è stato Bernie Sanders.

Comunque vadano a finire le primarie, l’esponente del Massachusetts ha impostato la sua campagna sulla bontà dell’accoglienza: “Gli immigrati sono sempre stati una fonte vitale di forza americana”, si legge nelle prime righe del suo programma tematico. E ancora: “Contribuiscono alla crescita della nostra economia e rendono le nostre comunità più ricche e diversificate”. Alla base di questo testo c’è anche un po’ di opportunità politica: i Dem sperano che le minoranze siano il fattore decisivo delle prossime presidenziali. Donald Trump viene descritto come l’artefice di una demonizzazione.

La sinistra occidentale non ha troppa fantasia di questi tempi: usa ripetere argomentazioni sempre uguali a se stesse, prescindendo dal continente in cui opera. Tra “depenalizzazioni” e “decriminalizzazioni” varie, spicca il progetto di creazione di un “ufficio per i nuovi americani”. Mentre il presidente degli Stati Uniti, avvicinandosi le elezioni, conta di chiudere il cerchio sull’immigrazione, contrastando sul campo giudiziario alcune Ong e procedendo con un corposo numero di espulsioni, i liberal-democratici a stelle e strisce si fanno portavoce del multiculturalismo più estremo. Quello che, insieme alla bioetica, è il campo di battaglia più frequentato della contemporaneità politica.

Di muri al confine con il Messico non se ne parla. Anzi, Warren, tramite il suo programma pro migranti, identifica la fattispecie propria dei casi d’irregolarità, sostenendo che “fare il proprio ingresso senza autorizzazione all’interno di una nazione costituisce sempre una violazione civile”. E il penale? Verrebbe meno. Non si chiamano liberal a caso. Quanto fatto dal Commander in Chief in questi quattro anni di presidenza, dunque, verrebbe compromesso.. A mutare sarebbe il paradigma giuridico. Ma la palla, tra qualche mese, ce l’avranno gli elettori americani: saranno loro a decidere sulla pieghevolezze dei confini, votando.





Usa, Camera approva una risoluzione di condanna per i commenti di Trump su 4 deputate
Il presidente Usa nella bufera per i tweet contro le parlamentari Ocasio-Cortez, Omar, Tlaib e Pressley. E un deputato dem chiede impeachment
17 luglio 2019

https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... -231355796

Usa, Camera approva una risoluzione di condanna per i commenti di Trump su 4 deputate
NEW YORK - La Camera a maggioranza democratica approva la risoluzione che condanna i commenti razzisti del presidente Donald Trump contro le deputate progressiste appartenenti a minoranze. Il via libera è arrivato al termine di una seduta convulsa, durante la quale la speaker Nancy Pelosi è stata ripresa dai colleghi per aver violato le regole vigenti, che vietano di definire il presidente razzista o dire dichiarare razzisti i suoi commenti.

Dopo il tweet di domenica in cui Trump aveva invitato Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib, Ayanna Pressley e Ilhan Omar, quattro donne, elette alla camera dei rappresentanti, nessuna delle quali bianca, a tornarsene nel loro Paese d'origine, il presidente degli Stati Uniti aveva rincarato la dose, chiedendo perfino al partito repubblicano di difenderlo dalle critiche ricevute.

"Quando si scuseranno con il nostro Paese, il popolo di Israele e con l'ufficio del Presidente, per il linguaggio volgare che hanno usato e per le cose terribili che hanno detto? Tante persone sono arrabbiate con loro e le loro azioni sono orribili e disgustose!", aveva scritto il presidente Usa. Poi, citando tra virgolette e taggando l'attuale senatore della Carolina del Sud, Lindsey Graham, aveva aggiunto: "Sono anti-semite, anti-americane, la loro agenda politica è disgustosa e gli americani la bocceranno". "Sappiamo tutti - ha scritto ancora - che Ocasio Cortez e le altre sono un branco di comunisti, che odiano Israele e il nostro Paese". In ogni caso, aveva aggiunto, "se non sono contente di stare qui, possono andarsene". "Queste sono persone, a mio avviso, che odiano l'America", aveva concluso.

La Camera americana si è spaccata dopo un dibattito feroce. La risoluzione voluta dai democratici è stata approvata con 240 voti a favore e 187 contrari: solo quattro repubblicani si sono uniti ai democratici nel condannare il presidente americano per i "commenti razzisti che hanno legittimato e aumentato i timori e il disprezzo".

Trump, secondo indiscrezioni, avrebbe seguito il voto incollato alla tv e per seguirlo passo a passo avrebbe cancellato anche alcuni appuntamenti. Nonostante i tentativi repubblicani di bloccare il provvedimento, la Camera ha dato il suo via libera in uno schiaffo deciso e forse senza precedenti a Trump. La risoluzione approvata, secondo alcuni osservatori, potrebbe ora essere utile a contrastare Trump e le sue politiche nei tribunali americani, soprattutto sul fronte dell'immigrazione, tema caro al presidente. Il partito repubblicano ha tutto sommato superato il test del voto, mostrandosi compatto dietro al suo presidente e seguendo la linea dettata dal leader del Senato, Mitch McConnel. Dopo un assordante silenzio durato giorni, McConnell è finalmente uscito allo scoperto e affermato che il presidente "non è razzista".

Il deputato democratico del Texas Al Green ha presentato alla Camera la sua risoluzione per l'impeachment di Donald Trump in seguito ai suoi commenti razzisti nei confronti delle deputate progressiste appartenenti a minoranze. Non è la prima volta che Green intraprende questa strada: l'obiettivo del deputato è spingere la Camera ad affrontare il nodo dell'impeachment nel breve termine vista la natura 'privilegiata' della risoluzione. L'iniziativa di Green è simbolica e appare sicuro che non sfocerà in nessun voto. La mossa si differenzia dalla richiesta avanzata da 80 membri della Camera di lanciare un'indagine per un possibile impeachment di Trump.

L'attacco di Trump alle neodeputate "colpevoli" agli occhi del presidente di aver difeso i diritti dei migranti, ha scatenato un puriferio negli Stati Uniti ma anche fuori dai confini nazionali. A Trump ha risposto con durezza la premier britannica, Theresa May: le parole del presidente americano sono "completamente inaccettabili". La questione razziale è dunque tornata a dominare il dibattito politico americano.


Alberto Pento
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » gio lug 18, 2019 4:15 pm

Dementi sinistri, nazi-comunisti razzisti antisemiti e antisraeliani, razzisti antiamericani bianchi, pro invasione e filo nazimaomettani


Usa, Camera approva una risoluzione di condanna per i commenti di Trump su 4 deputate
Il presidente Usa nella bufera per i tweet contro le parlamentari Ocasio-Cortez, Omar, Tlaib e Pressley. E un deputato dem chiede impeachment
17 luglio 2019

https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... -231355796

Usa, Camera approva una risoluzione di condanna per i commenti di Trump su 4 deputate
NEW YORK - La Camera a maggioranza democratica approva la risoluzione che condanna i commenti razzisti del presidente Donald Trump contro le deputate progressiste appartenenti a minoranze. Il via libera è arrivato al termine di una seduta convulsa, durante la quale la speaker Nancy Pelosi è stata ripresa dai colleghi per aver violato le regole vigenti, che vietano di definire il presidente razzista o dire dichiarare razzisti i suoi commenti.

Dopo il tweet di domenica in cui Trump aveva invitato Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib, Ayanna Pressley e Ilhan Omar, quattro donne, elette alla camera dei rappresentanti, nessuna delle quali bianca, a tornarsene nel loro Paese d'origine, il presidente degli Stati Uniti aveva rincarato la dose, chiedendo perfino al partito repubblicano di difenderlo dalle critiche ricevute.

"Quando si scuseranno con il nostro Paese, il popolo di Israele e con l'ufficio del Presidente, per il linguaggio volgare che hanno usato e per le cose terribili che hanno detto? Tante persone sono arrabbiate con loro e le loro azioni sono orribili e disgustose!", aveva scritto il presidente Usa. Poi, citando tra virgolette e taggando l'attuale senatore della Carolina del Sud, Lindsey Graham, aveva aggiunto: "Sono anti-semite, anti-americane, la loro agenda politica è disgustosa e gli americani la bocceranno". "Sappiamo tutti - ha scritto ancora - che Ocasio Cortez e le altre sono un branco di comunisti, che odiano Israele e il nostro Paese". In ogni caso, aveva aggiunto, "se non sono contente di stare qui, possono andarsene". "Queste sono persone, a mio avviso, che odiano l'America", aveva concluso.

La Camera americana si è spaccata dopo un dibattito feroce. La risoluzione voluta dai democratici è stata approvata con 240 voti a favore e 187 contrari: solo quattro repubblicani si sono uniti ai democratici nel condannare il presidente americano per i "commenti razzisti che hanno legittimato e aumentato i timori e il disprezzo".

Trump, secondo indiscrezioni, avrebbe seguito il voto incollato alla tv e per seguirlo passo a passo avrebbe cancellato anche alcuni appuntamenti. Nonostante i tentativi repubblicani di bloccare il provvedimento, la Camera ha dato il suo via libera in uno schiaffo deciso e forse senza precedenti a Trump. La risoluzione approvata, secondo alcuni osservatori, potrebbe ora essere utile a contrastare Trump e le sue politiche nei tribunali americani, soprattutto sul fronte dell'immigrazione, tema caro al presidente. Il partito repubblicano ha tutto sommato superato il test del voto, mostrandosi compatto dietro al suo presidente e seguendo la linea dettata dal leader del Senato, Mitch McConnel. Dopo un assordante silenzio durato giorni, McConnell è finalmente uscito allo scoperto e affermato che il presidente "non è razzista".

Il deputato democratico del Texas Al Green ha presentato alla Camera la sua risoluzione per l'impeachment di Donald Trump in seguito ai suoi commenti razzisti nei confronti delle deputate progressiste appartenenti a minoranze. Non è la prima volta che Green intraprende questa strada: l'obiettivo del deputato è spingere la Camera ad affrontare il nodo dell'impeachment nel breve termine vista la natura 'privilegiata' della risoluzione. L'iniziativa di Green è simbolica e appare sicuro che non sfocerà in nessun voto. La mossa si differenzia dalla richiesta avanzata da 80 membri della Camera di lanciare un'indagine per un possibile impeachment di Trump.

L'attacco di Trump alle neodeputate "colpevoli" agli occhi del presidente di aver difeso i diritti dei migranti, ha scatenato un puriferio negli Stati Uniti ma anche fuori dai confini nazionali. A Trump ha risposto con durezza la premier britannica, Theresa May: le parole del presidente americano sono "completamente inaccettabili". La questione razziale è dunque tornata a dominare il dibattito politico americano.


Alberto Pento
Grazie e forza Trump!



IL MARTELLO SULL'INCUDINE
Niram Ferretti
18 luglio 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

In North Carolina, Donald Trump rincara la dose contro le pasionarie di sinistra. No, non si pente di averle invitate a lasciare gli Stati Uniti. Ricorda al pubblico che per Illhan Omar, nativa della Somalia, sono gli USA i responsabili dell'11 settembre. Tesi cara all'estremismo di sinistra. Ricorda che Alexandra Ocasio Cortez, ha paragonato i centri di accoglienza per immigrati messicani ai campi di concentramento. Campi di concentramento con aria condizionata, pulizia impeccabile e acqua pulita.
"Non amano gli USA. E ci definiscono, 'spazzatura'. Non è carino, vero?".
Trump non demorde e fa bene, contro il radicalismo di estrema sinistra, terzomondista e filoislamico che ha nidificato all'ombra del partito democratico e che in Inghilterra è ben rappresentato dal Labour di Jeremy Corbyn mentre in Spagna gode ottima salute dentro Podemos e qui da noi ha addentellati nel Movimento 5 stelle.
E fa bene a non demordere ma a battere il martello sull'incudine. Non sono tempi da fioretto. La posta in gioco è troppo alta.
Le Alexandra Ocasio Cortez, i Gino Strada, i Moni Ovadia, le Illhan Omar, fanno parte tutti della stessa deriva. Vogliono paesi aperti all'immigrazione incontrollata, detestano gli USA e Israele, sono solidali con il terrorismo islamico interpretato come reazione alle supposte malefatte occidentali.
Vanno combattuti con determinazione.




Ma quale razzismo, Trump difende la libertà dell'America
Marco Gervasoni
18 luglio 2019

https://www.nicolaporro.it/ma-quale-raz ... 0o2GwWa4TQ

Immaginate se in casa vostra – ereditata dai vostri padri – a un certo punto decideste di ospitare qualcuno che, invece di rispettarla, la denigra e la insulta ogni giorno, nostalgico dei tuguri da dove lo avete strappato. Che cosa gli direste di fare? Come minimo, lo invitereste a lasciare la vostra dimora, se ingenera tanto ribrezzo.
Si può in sostanza spiegare così l’ultimo polverone mediatico e politico abbattutosi su Trump, nientemeno che dipinto come razzista da un voto della Camera – anche se nessun repubblicano ha appoggiato la mozione. È vero che in un’America in cui mai i rapporti tra le razze sono stati cosi equilibrati l’accusa di razzismo da sinistra è ormai talmente generica da risultare quasi una medaglia. Ma in questo caso più che in altri essa è del tutto fuori luogo.
Andiamo a vedere cosa dicono quotidianamente Alexandria Ocasio-Cortez, Ayanna Pressley, Ilhan Omar e Rashida Tlaib le quattro deputate oggetto, sia pur senza nominarle, del tweet in cui Trump le invitava a tornare nei loro paesi di origine: «L’America ospita campi di sterminio (al confine con il Messico)». « La politica americana è in mano agli ebrei». «Trump persegue i neri e usa Black faces, finti neri, per manipolare gli elettori di colore ». Fino all’intervento più clamoroso, quello della sudanese Omar: «possa Allah aprirci gli occhi e farci capire il male che rappresenta Israele ».

L’America dipinta dalle squad, come sono chiamate le quattro, è insomma il regno dell’orrore e della nequizia, retta da un governo de facto fascista – senza che le signore sappiano cosa voglia dire questa parola.

Nell’invitarle a ritornare nei loro paesi di origine – anche se tre di loro sono nate negli Stati Uniti – Trump ha voluto fornire il suo personale contributo al dibattito sulla identity politics. E ha voluto ribadire che si è americani non perché vi si è nati, ma perché si condivide e si rispetta un patrimonio culturale, linguistico, costituzionale, a cui hanno contribuito mille nazionalità , fedi religiose, culture, diverse tra loro ma tutte pronte a condividere il Grande Patto, ideale continuazione di quello siglato alle origini della nazione americana.
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » ven ago 02, 2019 6:02 pm

Stati Uniti, i democratici perdono la causa contro Trump e Wikileaks per le email rubate
di STEFANIA MAURIZI
L'accusa era quella di aver cospirato e diffuso materiale dannoso per la campagna elettorale di Hillary Clinton nel 2016. Il giudice Koeltl ha stabilito che la pubblicazione di documenti veri e nel pubblico interesse, anche nel caso in cui siano stati rubati, è protetta dal Primo emendamento
31 Luglio, 2019

https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... R6DVuapJaQ


Assolti. Dopo tre anni di accuse e un'incessante campagna di attacchi politici e mediatici, Julian Assange e la sua organizzazione WikiLeaks sono stati assolti dal giudice federale di New York, John G. Koeltl, per la pubblicazione delle email dei Democratici americani durante la campagna elettorale del 2016.

Il giudice Koeltl, che secondo quanto riporta la stampa americana è stato nominato proprio dai Democratici, ha stabilito che la pubblicazione di documenti veri e nel pubblico interesse, anche nel caso in cui siano stati rubati, è protetta dal Primo emendamento della Costituzione americana e pertanto non può essere punita.

Si tratta di un verdetto che riconferma un principio che negli ultimi decenni ha sempre garantito al giornalismo Usa di pubblicare documenti estremamente scottanti, anche quando la loro provenienza fosse discutibile, perché magari erano stati rubati o comunque prelevati illegalmente.

La sentenza arriva pochi giorni dopo la testimonianza di Robert S. Mueller davanti al Congresso sullo scandalo Russiagate. La pubblicazione delle email dei Democratici da parte di WikiLeaks che, durante la campagna elettorale del 2016, pubblicò centinaia di migliaia di email interne sia del Comitato Nazionale dei Democratici (DNC) sia del capo della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, è da sempre l'episodio cruciale al centro del Russiagate.

A citare in Tribunale Julian Assange e WikiLeaks era stato proprio il Comitato Nazionale dei Democratici Usa che un anno fa aveva presentato una denuncia penale contro quella che i Dem sostenevano fosse una cospirazione tra la Russia, la campagna elettorale di Donald Trump e WikiLeaks per interferire sulle elezioni a danno della Clinton.

A parte Donald Trump stesso, i Democratici avevano denunciato tutti: la campagna di The Donald, il figlio Donald Trump Jr, il misterioso professore Joseph Mifsud - avvistato per l'ultima volta a Roma e poi sparito nel nulla - il controverso consigliere di Trump, Roger Stone, e altri personaggi finiti al centro del Russiagate. L'accusa, secondo l'azione legale dei Democratici, era quella di aver cospirato e diffuso materiale particolarmente dannoso per la campagna elettorale di Hillary Clinton.

La sentenza di oggi, però, assolve WikiLeaks per la pubblicazione delle email, che rivelarono indubbiamente storie importanti, come il fatto che il Comitato dei Democratici non agì affatto in modo neutrale durante le primarie e boicottò Bernie Sanders a favore della Clinton, una rivelazione questa che portò alle drammatiche dimissioni del capo della campagna dei Dem, Debbie Wasserman Schultz, proprio alla vigilia della Convention democratica.

E le email di Podesta rivelarono anche per la prima volta i discorsi a porte chiuse della Clinton ai giganti della finanza americana. Pochi mesi prima delle elezioni, il New York Times aveva chiesto invano a Hillary Clinton di rendere pubblici "i discorsi lautamente pagati tenuti di fronte alle grandi banche, che molti americani della classe media ancora incolpano per i loro problemi economici".

L'assoluzione di WikiLeaks è indubbiamente dovuta anche al fatto che organizzazioni con una grande reputazione in tema di libertà di stampa si sono costituite in tribunale a difesa del diritto di Julian Assange e di WikiLeaks di pubblicare documenti, anche quando la loro provenienza sia dubbia, purché siano veri e nel pubblico interesse. L'American Civil Liberties Union (Aclu), il Reporters Committee for Freedom of the Press (RCFP) e il Knight First Amendment Institute della Columbia University, infatti, hanno supportato sia Assange che WikiLeaks in tribunale, difendendo il loro diritto alla pubblicazione, "nonostante i vizi con cui i materiali siano stati ottenuti, purché chi li divulga non abbia partecipato ad alcun illecito nell'ottenerli", ha chiarito il giudice.
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » dom set 08, 2019 8:46 am

Usa, "crollano" gli arrivi di clandestini: "Meno 56% rispetto a un anno fa". Trump esulta
Gerry Freda - Sab, 07/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/usa ... ljEWemyWbs

I democratici hanno subito smorzato l’entusiasmo di Trump attribuendo il crollo degli arrivi di clandestini non al tycoon, ma al “gran caldo estivo”

Gli ultimi dati pubblicati negli Usa riguardo alla situazione migratoria sembrano riconoscere il “successo” della linea dura promossa dall’amministrazione Trump, segnalando un “calo record” degli arrivi di clandestini in territorio federale.

Uno studio appena effettuato dall’agenzia U.S. Customs and Border Protection (Cbp), preposta alla difesa dei confini nazionali, attesta infatti che il numero di migranti provenienti dal territorio messicano sarebbe calato del “56%” rispetto a quello accertato nel maggio dello scorso anno. Tale percentuale, a detta dei ricercatori dell’ente federale, non sarebbe stata “mai registrata prima”, a dimostrazione che la politica di tolleranza zero sviluppata dal tycoon contro gli stranieri irregolari starebbe finalmente iniziando a “dispiegare pienamente i propri effetti”.

La linea intransigente promossa da The Donald avrebbe appunto cominciato a produrre risultati significativi in coincidenza con l’invio, all’inizio del 2019, di una “task-force anti-clandestini”, costituita da agenti neoassunti della stessa Cbp e da personale della Guardia Nazionale, lungo la frontiera tra Usa e Messico. Grazie alla sinergia tra le due forze di sicurezza, voluta fortemente dall’inquilino della Casa Bianca, i pattugliamenti del confine meridionale statunitense sarebbero divenuti “di estremo rigore”.

Un altro elemento alla base del crollo dei flussi di irregolari avvenuto negli ultimi mesi sarebbe l’introduzione, da parte del governo messicano, di maggiori controlli nei riguardi delle carovane di migranti che avevano finora attraversato indisturbate il territorio del Paese ispanico puntando a quello degli Usa. Dai primi mesi di quest’anno, ricorda la nota esplicativa che accompagna i dati diffusi di recente dalla Cbp, Trump aveva più volte minacciato l’“inerte” nazione confinante di colpirla con “sanzioni commerciali”, qualora avesse continuato a non contrastare i flussi di stranieri irregolari diretti verso la frontiera meridionale statunitense. In particolare, il tycoon aveva promesso di applicare dazi del 5% sulle merci messicane importate nel mercato nordamericano.

I toni aggressivi impiegati dall’esponente repubblicano verso le istituzioni di Città del Messico avrebbero alla fine costretto queste ultime, afferma l’attuale responsabile della Cbp Mark Morgan, a operare un “deciso cambio di passo”, disponendo controlli a tappeto verso ogni residente sospettato di volersi introdurre clandestinamente negli Stati Uniti.

La pubblicazione dei dati inerenti al “calo record” degli arrivi illegali è stata accolta con entusiasmo da The Donalnd, che, ai microfoni delle emittenti nazionali, ha dichiarato: “Stiamo vincendo una guerra che tanti presentavano come impossibile da combattere. Nessuno credeva che avremmo ottenuto questi risultati. Colgo l’occasione per ringraziare il Messico, tutto il suo governo e il suo fantastico presidente, per averci aiutati a rendere impenetrabile la frontiera meridionale americana”.

La soddisfazione dell’inquilino della Casa Bianca per il forte calo degli arrivi di stranieri in territorio federale ha però subito provocato il disappunto dell’opposizione democratica, che, per bocca del deputato Bennie Thompson, a capo della Commissione sulla Sicurezza nazionale della Camera dei rappresentanti, ha attribuito la contrazione dei flussi migratori non alle politiche del tycoon, ma al “grande caldo che si registra in estate lungo il confine tra Stati Uniti e Messico”.
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » dom set 08, 2019 8:47 am

Trump annulla il vertice segreto per trattare la pace coi talebani
Sergio Rame
Dom, 08/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/tru ... lXebH56q-0

Salta l'incontro a Camp David. L'ira di Trump dopo l'ultimo attentato: "Chi uccide le persone non ha potere di negoziare un accordo"

È rottura, a sorpresa. Donald Trump ha deciso di cancellare il vertice segreto che avrebbe dovuto avere con il leader dell'Afghanistan, Ashraf Ghani, e i talebani.

Lo ha fatto sbattendo bruscamente la porta dopo un lungo anno di delicate mosse diplomatiche tese a mettere fine a una della guerre più lunghe che gli Stati Uniti abbia mai combattuto.

Per oggi, si viene a sapere dalla Casa Bianca, erano stati pianificati colloqui con le due parti in causa. Si sarebbe trattato di faccia a faccia separati, ma comunque importanti per riuscire a raggiungere (prima o poi) la pace in quel Paese. A far cambiare idea a Trump è stata la persistente campagna di attacchi terroristici condotta dai talebani che di fatto li ha resi partner inaffidabili agli occhi dell'amministrazione statunitense. "All'insaputa di quasi tutti, i principali leader talebani e, separatamente, il presidente dell'Afghanistan, mi avrebbero incontrato segretamente a Camp David domenica", ha spiegato il presidente americano in un tweet. "Purtroppo, per costruire una posizione negoziale, hanno ammesso di aver subito un attacco a Kabul che ha ucciso uno dei nostri grandi soldati e altre undici persone". Da qui la decisione di cancellare "immediatamente" gli incontri nella residenza del Maryland e annullare "le trattative di pace". "Che tipo di persone ucciderebbero così tante persone per rafforzare apparentemente la loro posizione negoziale? - si è chiesto il tycoon - non lo hanno fatto, hanno solo peggiorato le cose".

Nell'attacco di giovedì scorso, a Kabul, sono rimasti uccisi un soldato americano e un altro membro del servizio della Romania. L'esplosione di un'autobomba è deflagrata così sul piano per il ritiro delle migliaia di truppe statunitensi in Afghanistan e soprattutto sull'incontro segreto con i talebani a Camp David mandando in fumo qualsiasi passo avanti fatto negli ultimi mesi. Durante i nove cicli di colloqui avuti con i talebani da un anno a questa parte, Zalmay Khalilzad, il diplomatico statunitense di origine afgana, sarebbe riuscito a raggiungere un accordo "in linea di principio" con quelle forze talebane che hanno governato gran parte dell'Afghanistan dal 1996 al 2001.

La bozza dell'accordo prevederebbe il ritiro di circa cinquemila dei circa 13mila soldati americani presenti nelle cinque basi in Afghanistan. I talebani, invece, avrebbero acconsentito a rinunciare a qualsiasi rapporto con al Qaeda, a combattere i tagliagole dello Stato islamico e a impedire ai terroristi islamici di usare l'Afghanistan come un rifugio sicuro.
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » gio set 12, 2019 8:42 pm

La Corte suprema Usa limita il diritto di asilo. Trump esulta
12 settembre 2019


http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 727b3.html

Donald Trump incassa una vittoria sull'immigrazione. La Corte suprema, a maggioranza repubblicana dopo le sue due nomine, ha ribaltato la decisione di una Corte d'appello e deciso di far entrare in vigore la nuova normativa governativa che vieta a gran parte degli immigrati centroamericani di chiedere asilo in Usa se durante il loro viaggio hanno attraversato Paesi terzi sicuri dove potevano avanzare la stessa istanza.

I giudici della Corte Suprema hanno permesso l'applicazione dei nuovi regolamenti in attesa dell'esito delle battaglie legali in corso. In base alle nuove regole, solo i migranti a cui è stato negato asilo in un terzo Paese o che sono vittime di "grave" traffico di esseri umani possono richiedere asilo negli Stati Uniti..

In seno ai nove membri della Corte suprema Usa, composta da 6 uomini e 3 donne, solo le due giudici liberal Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor hanno dissentito rispetto alla legittimità delle restrizioni sulle richieste d'asilo. "Ancora una volta il potere esecutivo ha promulgato una regola che cerca di sovvertire le pratiche di lunga data relative ai rifugiati che cercano protezione rispetto alle persecuzioni", ha scritto Sotomayor.

Trump esulta: grande successo
"Grande vittoria alla corte suprema degli Stati Uniti per la frontiera sulla questione dell'asilo": così Donald Trump dopo la decisione dei giudici di far entrare in vigore - finché prosegue la battaglia legale nel merito - la normativa che vieta a gran parte degli immigrati centroamericani di chiedere asilo in Usa se non l'hanno fatto in uno degli altri Paesi attraversati durante il loro viaggio.





Usa, Corte Suprema: "Sì a restrizioni al diritto d'asilo dei migranti"
Gianni Carotenuto - Gio, 12/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/usa ... 52087.html

La Corte Suprema degli Stati Uniti conferma la legittimità delle restrizioni al diritto d'asilo per i migranti appena entrati nei confini americani. Soddisfatto Donald Trump: "Grande vittoria"

"Una grande vittoria". Su Twitter, il presidente americano Donald Trump festeggia la decisione con cui la Corte suprema Usa ha dichiarato legittime le restrizioni, fortemente volute dalla Casa Bianca, al diritto d'asilo dei migranti provenienti dal Messico.

Lo scorso luglio, Trump aveva annunciato una legge per impedire alla maggior parte degli immigrati centro-americani di presentare una richiesta di asilo al momento del loro ingresso sul suolo americano, costringendoli a farlo in uno dei Paesi attraversati durante il loro percorso. Il massimo organo giudiziario statunitense ha sospeso la decisione di un tribunale inferiore che, pochi giorni fa, aveva sospeso le restrizioni. "Grande vittoria alla Corte Suprema degli Stati Uniti per la frontiera sull'asilo", il tweet di The Donald.

Grande soddisfazione è stata espressa dalla vice portavoce del presidente Usa, Hogan Gidley. "La sentenza contribuirà grandemente a costruire sui progressi ottenuti nell'affrontare la crisi alla frontiera meridionale e renderà le comunità americane più sicure". Il partito democratico, per voce di Elizabeth Warren, tra i favoriti nella corsa alle primarie dem, aveva criticato fortemente la proposta di Trump sulle restrizioni al diritto d'asilo dei migranti, attaccando la "linea dura" del presidente Usa.

Ora che ha avuto l'ok della Corte suprema, The Donald può andare dritto per la sua strada. Ma senza fare solo e soltanto di testa sua, come dimostra la chiacchierata al telefono avuta con il suo omologo messicano, Andrès Manuel Lopez Obrador, nelle ore successive alla sentenza dei giudici dei supremi giudici americani. Trump ha definito il colloquio "eccellente", anche se sulla posta in gioco, ovvero il contrasto all'immigrazione clandestina, Stati Uniti e Messico hanno idee diverse. E Washington ha minacciato di imporre dazi ai cugini messicani se non si impegneranno nella lotta all'immigrazione irregolare.
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Re: Trump Donald

Messaggioda Berto » gio set 26, 2019 7:48 am

Trump all'ONU
24 settembre 2019

Il grande Trump che ama il suo paese e che da il buon esempio a tutti noi


TRUMPFIGHTER
Niram Ferretti
24 settembre 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

"Il mondo libero deve abbracciare le sue fondamenta nazionali. Non deve tentare di cancellarle o rimpiazzarle...Il futuro è chiaro da vedere. Se volete la libertà siate orgogliosi del vostro paese, se volete la democrazia restate attaccati alla vostra sovranità e se volete la pace amate la vostra nazione. I leader saggi danno sempre la precedenza al benessere del loro popolo e dei loro paesi. Il futuro non appartiene ai globalisti, il futuro appartiene ai patrioti, il futuro appartiene alle nazioni sovrane e indipendenti che proteggono i loro cittadini, che rispettano i loro vicini e onorano le differenze che rendono ogni paese speciale ed unico".

Così Donald Trump nell'esordio del suo discorso di oggi alle Nazioni Unite. In queste parole, da parte del leader della più grande potenza mondiale, una opposizione chiara e netta della vulgata "progressista" che vorrebbe un mondo composto da paesi post-nazionali, post-identitari, post-sovrani. Un mondo all'insegna di organismi sovranazionali, di comitati di tecnocrati, di funzionari intrinsecamente apolidi che dovrebbero guidare l'Umanità, questa astrazione partorita da un illuminismo deviato e integralista in viaggio verso una Citera post-storica.

Un progetto intrinsecamente totalitario travestito da Progresso, senza armi per imporlo, ma con, a suo vantaggio, le armi della propaganda e della demonizzazione nei confronti di chiunque vi si opponga.

Da qui il dispiegameto della nuova koinè goebbelsiana per la quale, "sovranista" è l'equivalente di "razzista" e "fascista" è chiunque creda che i concetti di nazione, bandiera, tradizioni, memorie condivise, racchiudano dei valori da difendere e da preservare.

La nuova religione laica che ha rimpiazzato il marxismo, oggi si declina nell'integralismo ambientalista, nell'immigrazione senza se e senza ma, nella distruzione della famiglia tradizionale, nell'apologia di un cristianesimo senza redenzione ridotto a pura filantropia.

Le parole di Trump fanno muro a questo corso che non è, come vorrebbero fare credere i suoi nuomerosi sacerdoti, il Senso della storia, la sua inevitabile e inarrestabile traiettoria, ma un progetto retto da una precisa ideologia, che può essere deviato, che può essere arrestato.

Bisogna volerlo.


https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... 4_ixPSZYKk


Trump all’Onu: “Il futuro non appartiene ai globalisti, ma ai patrioti”
24 settembre 2019

https://www.lastampa.it/esteri/2019/09/ ... 1.37504672

NEW YORK. «Il futuro non appartiene ai globalisti, il futuro appartiene ai patrioti». Lo afferma Donald Trump intervenendo all'Assemblea Generale dell'Onu.

“Usa non vogliono conflitti con nessun paese”
«Gli Stati Uniti non cercano il conflitto con nessun paese. Vogliamo pace e cooperazione ma io non smetterò mai di difendere gli interesse americani». Lo afferma il presidente americano Donald Trump all'Assemblea Generale dell'Onu, secondo gli estratti del suo intervento diffusi dalla Casa Bianca.

“Se si indeboliscono i confini meno diritti umani”
«Quando si indebolisce la sicurezza dei confini si indeboliscono i diritti umani e la dignità umana».

“Nessuna pressione su Kiev,è caccia alle streghe”
«Non c'è stata alcuna pressione sull'Ucraina»: le indiscrezioni in questo senso sono una «caccia alle streghe» spiega sottolineando che i dettagli della conversazione telefonica con il leader dell'Ucraina Volodymyr Zelensky potrebbero essere diffusi.

Trump all'Onu, basta Paesi in malafede sul commercio
«Per decenni il sistema del commercio internazionale è stato sfruttato da Paesi che agiscono in cattiva fede». E ancora: «Al centro della nostra visione c'è un ambiziosa campagna per riformare questo sistema».


"Qui negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, esiste una crescente industria di attivisti radicali e ong che promuove il traffico umano. Questi gruppi incoraggiano l’immigrazione clandestina e chiedono la soppressione dei confini nazionali. Oggi ho un messaggio per questi attivisti dei confini aperti che si ammantano di retorica di giustizia sociale. Le vostre politiche non sono giuste, sono crudeli e dannose. Promuovete organizzazioni criminali che si approfittano di donne, uomini e bambini innocenti. Mettete il vostro falso senso di virtù prima della vita e del benessere di queste persone. Quando minate la sicurezza dei confini nazionali, minate i diritti e la dignità umana."
Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, intervenendo alla 74. Assemblea Generale dell’Onu a New York.
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