Il pericolo per la libertà? Viene dalle università occidentali Marco Gervasoni
23 Nov 2018
http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... ccidentali C’è un luogo in cui la libertà di parola e di pensiero è più minacciata: l’Università. Non stiamo parlando della Turchia, dell’Iran o della Cina. Erdogan, gli ayatollah e i dirigenti del Pc (che starebbe per Partito comunista) non fanno che applicare i vecchi canoni: nelle università non si può criticare il potere politico e quello religioso, e non lo possono fare fuori dalle sue mura neanche docenti e studenti, altrimenti si viene espulsi dall’ateneo e poi si finisce in galera. No, la minaccia alla libertà di cui vogliamo parlare è annidata nelle università del mondo occidentale, laddove essa è, storicamente, cresciuta. Stiamo parlando delle università americane e inglesi, le terre del free speech. Ma vogliamo anche denunciare l’esondazione di tale liquame sul continente e anche da noi, in Italia.
Non vale soffermarsi su singoli e tantissimi casi in cui, in atenei prestigiosi d’oltre oceano e d’oltre manica sono stati intimiditi, minacciati, coartati, quei docenti che osavano criticare il potere, a cui sono stati impediti convegni, e chiuse iniziative, riviste, blog, corsi: fino a chiedere il loro licenziamento, che in alcuni casi è stato ottenuto. Di queste tristi vicende la stampa italica, sempre pronta a trovare la pagliuzza nella trave del nemico e invece assai conciliante con l’amico, tace: ecco perché solo Giulio Meotti su Il Foglio, Francesco Borgonovo su La Verità, e Martino Loiacono su Atlantico, ci informano regolarmente su questa nuova caccia alle streghe. E’ davvero sconcio e intollerabile che Trump e May reprimano la libertà degli atenei! Alt, Wait. La caccia alle streghe di cui stiamo parlando non la promuovono i governi. Semmai, a esser vittima dei nuovi Inquisitori (senza offesa per quelli storici, che erano fior di figure) sono oggi proprio i docenti e gli studenti che simpatizzano per il governo, nel caso americano per Trump. La realtà rovesciata: una volta venivi perseguitato se eri contro il potere politico, oggi se lo difendi.
Il presidente americano incarna il governo federale e anche il potere politico, certo. Ma c’è un altro potere, assai più influente e pericoloso perché pervasivo e non sottomesso a nessuna volontà democratica: il potere dei mandarini della cultura, che hanno occupato in maniera militare negli ultimi decenni i media, i giornali e le università. Gli eredi del commissario politico di staliniana e maoista memoria (molti dei quali maoisti in gioventù) non credono più nel comunismo come i loro padri ma nel progressismo liberal globalista: una fede secolarizzata, una religione politica che non ammette eresia e deviazione dalla linea. Si definiscono liberal o liberali ma la matrice dei loro ragionamenti e delle loro azioni renderebbe orgogliosi Stalin e Mao. I novelli mandarini liberal sono totalitari, ma liberali. Che il totalitarismo non fosse finito nell’Europa occidentale nel 1945 e in quella orientale nel 1989 e che tale modus ragionandi potesse convivere con una forma degenerata di liberalismo, l’hanno spiegato figure diverse come Hannah Arendt, Claude Lefort e soprattuto Augusto Del Noce. Ma ai loro tempi il totalitarismo liberale era solo in nuce e gli studenti e i professori che minacciavano chi non la pensava come loro si rifacevano ad altre tradizioni: Lenin, Stalin, Mao.
La storia è un insieme di processi ciclici, in cui dobbiamo sempre riconoscere gli elementi nuovi presenti in ogni ciclo. E se le contestazioni di fantomatiche organizzazioni studentesche, le complicità dei professori, la vigliaccheria o la malafede dei direttori e dei rettori si erano già viste negli Usa e in Europa occidentale negli anni sessanta e settanta, sbaglierebbe chi volesse interpretare la nuova caccia alle streghe come un semplice coda del passato. Oggi i novelli Inquisitori sono mossi dal culto della identità etnica e di genere, dalla religione politica multiculturalista e dal feticismo dei diritti, che impongono il rifiuto della storia, la battaglia contro la cultura occidentale, giudaico-cristiana, e la sua parificazione a quella dei popoli “sfruttati dall’imperialismo” (quindi Dante o Shakespeare valgono come oscuri poeti africani). E naturalmente la battaglia contro il fascismo, dove fascista è naturalmente chiunque non condivida i precetti della religione politica multiculturalista.
Chi aveva capito dove si stesse andando fu il saggista, e studioso universitario di letteratura, Alain Bloom già nel 1987, con il formidabile “The closing of the American Mind”. Per anni abbiamo creduto (o ci siamo illusi) che la dittatura dell political correctness fosse un caso americano, e pure limitato. Invece non è così. Oggi le facoltà umanistiche di buona parte degli atenei Usa sono dominate da questa dittatura, a cui partecipano, volonterosi o meno, convinti o meno, come carnefici i docenti (se fino a vent’anni fa un professore su tre si definiva conservatore, oggi siamo a uno su dieci). I campus son diventati scuole non di pensiero, ma di dittatura sul pensiero.
Il morbo si è esteso da anni nel Regno Unito, anche per ragioni economiche: molte cattedre sono finanziate da Paesi delle monarchie del Golfo, che però chiedono che l’Islam sia rispettato. Il che vuol dire concretamente, censurare Shakespeare e impedire che qualcuno possa scrivere (persino in una sede scientifica) che il colonialismo britannico in fondo qualche merito positivo l’ha avuto. Ma il controllo occhiuto dei vari Miniluv che devono fare rispettare i principi dell’IngSoc fissati da The Party (nelle università rettori e direttori di dipartimento) si estende anche al di fuori delle mura degli atenei: e invade la vita del docente, controllato in quello che scrive su giornali, social, e persino cosa riporta in conservazioni private! In diversi casi docenti di atenei americani e inglesi sono stati ripresi dai loro cosiddetti “superiori” (che poi non lo sono affatto) perché in una cena privata avevano criticato, chessò, il differenzialismo femministico o peggio avevano confessato di avere votato per Trump. Grazie alla delazione di qualche collega presente a tavola, che ha poi denunciato il misfatto alla organizzazione studentesca, fattasi quindi sentire presso le sfere che contano. “Le vite degli altri”, ma non siamo nella Ddr. Siamo a Princeton, a Oxford, a Parigi, e domani pure a Roma o a Bologna.
Naturalmente, come il Partito di “1984”, anche il nuovo regime del potere totalitario liberale ha fissato delle regole. Sono i codici etici. Norme generiche, regole di condotta a cui il docente dovrebbe attenersi, sempre e comunque, in aula e in biblioteca, nei rapporti con gli studenti ma anche con i suoi vicini di casa, e magari pure all’interno della propria coscienza. Sì, perché ci vogliono convincere che il docente, come un sacerdote, rappresenterebbe l’ateneo e la sua “onorabilità” ovunque, magari anche quando egli si reca alla toilette di casa propria. Cosa dicono queste norme, che un po’ in effetti ricordano lo Stato etico? Che il docente non deve manifestare razzismo, sessimo, pregiudizi alcuni, e deve dimostrare fedeltà alla democrazia. Il problema però è: chi decide se quanto detto o scritto sia razzismo? Quanto alla fedeltà alla democrazia, vogliamo distruggere più di duemila anni di pensiero politico di critica della democrazia? Di Platone non si deve parlare o lo si deve descrivere come il nemico della società aperta, secondo la caricatura che ne diede Popper? Risposta alle tre domande: a decidere cosa sia razzismo e sessismo sono i mandarini, mentre alle altre due domande il responso è un semplice: sì!
Quanto alla norma, essa è generica perché c’è sempre qualcuno che vuole applicare la massima giolittiana: le regole si applicano ai nemici, si interpretano per gli amici. E infatti spesso esse vengono utilizzate per liberarsi di colleghi sgraditi per ragioni di cabale e di piccolo potere accademico. Ma è questione secondaria. La maggior parte dei nuovi Inquisitori del politicamente corretto crede davvero in ciò che fa. Il loro afflato è genuino; pensano seriamente di stare portando la Luce e il Bene sulla Terra, questi novelli gnostici. Proprio come erano in buona fede Stalin, Mao, Pol Pot.
L’epidemia si sta espandendo. In Francia i casi sono già all’ordine del giorno. E in Italia? Anche qui si moltiplicano i segnali preoccupanti. In alcuni atenei si comincia a contestare i docenti perché non sottomessi al culto dei diritti, del gender, della “diversità”, temi su cui si cominciano a organizzare corsi. Così come alcuni Paesi del Medio Oriente prendono anche da noi a finanziare cattedre, che ovviamente non esaltano il lgbitismo, anzi. Ma promuovono un altro tipo di intolleranza, non molto diversa da quella degli adepti della correttezza politica. In questa fase, fautori del multiculturalismo e sostenitori della sharia e della sunna (che in arabo significa appunto codice di comportamento, come i codici etici degli atenei) vanno tatticamente a braccetto. Poi, quando grazie all’appoggio dei primi, i secondi avranno vinto, essi cominceranno a tagliare la lingua ai mandarini del multiculturalismo – in alcuni atenei britannici sta già accadendo.
La minaccia all’Occidente alberga anche e forse soprattutto nelle università occidentali. Chiunque vi si trovi, docente e studente, dovrebbe capire che la libertà di parola e di pensiero è il primo dei nostri valori. E che essa è minacciata dai nuovi mandarini del Big Brother. Quindi non dobbiamo concedere loro nulla, in nome di una malintesa volontà di dialogo o di quieto vivere, e dobbiamo combatterli anche se sono solo all’inizio. Perché una volta che la Bestia sarà cresciuta, tenderà a divorarci anche qui, come sta facendo in America e in Inghilterra.
La più importante e più straordinaria misura firmata da Trump: niente più fondi federali alle università dove non è garantita la libertà di espressione.
La libertà di pensiero e di espressione delle proprie idee è un valore assoluto.Trump signs executive order to promote free speech on college campuseshttps://www.foxnews.com/politics/trump- ... WBqif-fpHQ Trump signs executive order to promote free speech on college campuses
Adam Shaw
President Trump on Thursday signed an executive order to promote free speech on college campuses by threatening colleges with the loss of federal research funding if they do not protect those rights.
"We’re here to take historic action to defend American students and American values," Trump said, surrounded by conservative student activists at the signing ceremony. "They’ve been under siege."
"Under the guise of speech codes, safe spaces and trigger warnings, these universities have tried to restrict free thought, impose total conformity and shut down the voices of great young Americans like those here today," he said.
FLASHBACK: CONSERVATIVE ACTIVIST ATTACKED ON UC-BERKELEY CAMPUS DURING RECRUITMENT DRIVE
A senior administration official said the order directs 12 grant-making agencies to use their authority in coordination with the White House Office of Management and Budget (OMB) to ensure institutions that receive federal research or education grants promote free speech and free inquiry. White House officials have said it will apply to more than $35 billion in grants.
Public universities seeking funding would have to certify they comply with the First Amendment, which already applies to them. Private universities, which have more flexibility in limiting speech, would need to commit to their own institutional rules.
"Even as universities have received billions and billions of dollars from taxpayers, many have become increasingly hostile to free speech and the First Amendment," Trump said.
TRUMP, ON CPAC STAGE WITH BERKELEY ASSAULT VICTIM, PROMISES EXECUTIVE ORDER ON CAMPUS FREE SPEECH
Trump had announced that such an order was forthcoming at the Conservative Political Action Conference last month, where he said the directive would require colleges and universities to support free speech in exchange for federal research dollars.
He brought on stage Hayden Williams, a conservative activist who was attacked while working a recruitment table on campus at the University of California-Berkeley. The video quickly went viral, with conservatives citing it as further evidence of the stifling and sometimes-violent atmosphere that conservatives face on campus.
OPINION: TRUMP ORDER PROTECTING CAMPUS FREE SPEECH IS RIGHT RESPONSE TO BERKELEY ASSAULT
“He took a punch for all of us,” Trump said of Williams. “And we could never allow that to happen. And here is, in closing with Hayden, here’s the good news. He’s going to be a wealthy young man.”
“If they want our dollars, and we give it to them by the billions, they’ve got to allow people like Hayden and many other great young people and old people to speak,” Trump said. “Free speech. If they don’t, it will be costly. That will be signed soon.”
Talk show host Dennis Prager, who appears in an upcoming documentary called "No Safe Spaces," said Thursday: "It's tragic that in the one country that was founded on liberty--the country that enshrined freedom of speech in its foundational document--this executive order has become necessary. But, thanks to the left, it has. If President Trump can put a stop to the intolerance of non-leftist viewpoints on college campuses and help steer the country in the right direction, there just might be hope."
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Conservative commentators such as Ann Coulter and Ben Shapiro have faced hostile atmospheres when trying to speak at universities -- particularly Berkeley, where Coulter was forced to pull out of speaking and Shapiro faced protests that required police in full riot gear and intense security measures.
White House officials declined to provide specific examples about how universities could lose funding and said implementation details will be finalized in coming months.
Fox News’ Kellianne Jones, Robert Gearty and The Associated Press contributed to this report.
L'ordine esecutivo dei segni di trionfo per promuovere la libertà di parola nei campus universitari
Adam Shaw
Il presidente Trump giovedì ha firmato un ordine esecutivo per promuovere la libertà di parola nei campus universitari minacciando le università con la perdita dei finanziamenti federali per la ricerca se non proteggono quei diritti.
"Siamo qui per intraprendere un'azione storica per difendere gli studenti americani e i valori americani", ha detto Trump, circondato da studenti attivisti conservatori alla cerimonia della firma. "Sono stati sotto assedio".
"Con il pretesto di codici di parola, spazi sicuri e allarmi, queste università hanno cercato di limitare la libertà di pensiero, imporre la totale conformità e chiudere le voci di grandi giovani americani come quelli di oggi", ha detto.
FLASHBACK: UN ATTIVISTA CONSERVATORE HA ATTACCATO IL CAMPUS DI UC-BERKELEY DURANTE LA CAMPAGNA DI RECLUTAMENTO".
Un alto funzionario dell'amministrazione ha detto che l'ordine dirige 12 agenzie che fanno le sovvenzioni per usare la loro autorità in coordinamento con l'Ufficio di gestione e bilancio della Casa Bianca (OMB) per garantire che le istituzioni che ricevono sovvenzioni federali per la ricerca o l'istruzione promuovano la libertà di parola e la libera inchiesta. I funzionari della Casa Bianca hanno detto che si applicherà a più di 35 miliardi di dollari in sovvenzioni.
Le università pubbliche in cerca di finanziamenti dovrebbero certificare che sono conformi al Primo Emendamento, che si applica già a loro. Le università private, che hanno una maggiore flessibilità nel limitare la parola, dovrebbero impegnarsi a rispettare le proprie regole istituzionali.
"Anche se le università hanno ricevuto miliardi e miliardi di dollari dai contribuenti, molte sono diventate sempre più ostili alla libertà di parola e al primo emendamento", ha detto Trump.
TROMBA, SULLA FASE CPAC CON VITTIMA D'ASSALTO BERKELEY, PROMETTE ORDINE ESECUTIVO SUL CAMPUS LIBERTÀ DI PAROLA.
Trump aveva annunciato che tale ordine era imminente alla Conferenza di azione politica conservatrice del mese scorso, dove ha detto che la direttiva avrebbe richiesto a college e università di sostenere la libertà di parola in cambio dei dollari federali per la ricerca.
Ha portato sul palco Hayden Williams, un attivista conservatore che è stato attaccato mentre lavorava a un tavolo di reclutamento nel campus della University of California-Berkeley. Il video è diventato rapidamente virale, con i conservatori che lo citano come ulteriore prova dell'atmosfera soffocante e talvolta violenta che i conservatori affrontano nel campus.
OPINIONE: L'ORDINE VINCENTE CHE PROTEGGE LA LIBERTÀ DI PAROLA DEL CAMPUS È LA GIUSTA RISPOSTA ALL'ASSALTO DI BERKELEY.
"Ha preso un pugno per tutti noi", disse Trump di Williams. E non potevamo permettere che ciò accadesse". Ed ecco, in chiusura con Hayden, ecco la buona notizia. Sarà un giovane ricco".
"Se vogliono i nostri dollari, e noi glieli diamo per miliardi, devono permettere a persone come Hayden e a molti altri grandi giovani e anziani di parlare", ha detto Trump. Libertà di parola". Se non lo fanno, sarà costoso. Questo sarà firmato presto".
Il conduttore di Talk show Dennis Prager, che appare in un prossimo documentario intitolato "No Safe Spaces", ha detto giovedì: "È tragico che nell'unico paese fondato sulla libertà - il paese che ha sancito la libertà di parola nel suo documento di base - questo ordine esecutivo è diventato necessario. Ma, grazie alla sinistra, lo ha fatto. Se il presidente Trump può porre fine all'intolleranza dei punti di vista non di sinistra nei campus universitari e aiutare a guidare il Paese nella giusta direzione, potrebbe esserci una speranza".
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I commentatori conservatori come Ann Coulter e Ben Shapiro hanno affrontato atmosfere ostili quando hanno cercato di parlare nelle università - in particolare a Berkeley, dove Coulter è stato costretto a ritirarsi dal parlare e Shapiro ha affrontato proteste che hanno richiesto la polizia in piena attrezzatura antisommossa e intense misure di sicurezza.
I funzionari della Casa Bianca hanno rifiutato di fornire esempi specifici su come le università potrebbero perdere i finanziamenti e hanno detto che i dettagli di implementazione saranno finalizzati nei prossimi mesi.
Fox News' Kellianne Jones, Robert Gearty e The Associated Press hanno contribuito a questo rapporto.Tradotto con
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