Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » dom dic 10, 2017 3:23 pm

Ungheria, eretta una croce di fronte alla Lidl: "Contro chi censura il crocifisso"
Ivan Francese - Sab, 09/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ung ... 72240.html

L'iniziativa di un gruppo di attivisti ungheresi: una maxi-croce di fronte alla Lidl accusata di censurare le croci dalle foto usate per pubblicizzare prodotti e negozi

Una enorme croce eretta proprio di fronte alla Lidl, per protestare contro alcune scelte di marketing che censurano l'identità cristiana d'Europa.

È questa l'idea di alcuni attivisti ungheresi che hanno deciso di punire così la linea della catena tedesca di supermercati, "rea" di aver cancellato le croci dalle foto di alcune chiese utilizzate nella pubblicità dei prodotti e dei negozi.

In origine era stata la confezione di uno yogurt greco a far discutere: dalle cupole blu di Santorini era stata cancellata al computer l'inconfondibile croce ortodossa. Il tutto, avevano spiegato da Lidl Belgio, per non urtare la sensibilità dei clienti non cristiani. Quindi era stata la volta dell'Italia, dove dalla foto di un paese ligure utilizzata a scopi pubblicitari erano sparite le croci dalle facciate delle chiese, anche se in quest'ultimo caso le croci erano state ricollocate al proprio posto con tante scuse (ma solo dopo lo scoppio del caso mediatico).

La tendenza a censurare i simboli sacri della prima religione del mondo, però, non è proprio andata giù ai cattolici di Csepel, nel XXI circondario di Budapest, in Ungheria: gli attivisti magiari prima hanno disegnato delle croci con i lumini per terra e poi sono arrivati ad erigere una croce in pietra di almeno tre metri.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mar dic 12, 2017 5:08 am

Alla Casa Bianca, si torna a dire Buon Natale
Marco Respinti
Trump, il discorso di Natale
10-12-2017

http://lanuovabq.it/it/alla-casa-bianca ... uon-natale

Jesus Christ is comin’ to town. La versione di quest’anno del classico swing natalizio composto nel 1932 da Haven Gillespie e J. Fred Coots è finalmente questa. Lo sfratto imposto per otto anni da Barack Obama è finito e Gesù Bambino nascerà ancora una volta nella mangiatoia anche alla Casa Bianca.

Mentre ancora una volta il mondo ne inventa una più di Bertoldo per vergognarsi in pubblico di quella Nascita (presepi surreali o disinvoltamente buttati nel cesto, parodie blasfeme della Sacra Famiglia), giovedì 30 novembre il presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump e signora hanno accesso il tradizionale albero di Natale che svetta davanti alla Casa Bianca. Si chiama “National Christmas Tree”. Negli Stati Uniti un mucchio di cose si chiamano così, e molte di queste sono belle cose. “National Shrine”, “National Prayer Breakfast”, “National Catholic Prayer Breakfast”, persino le “National Holiday”. Sono quei momenti e quei gesti pubblici che simboleggiano una nazione intera, un popolo vivo, una storia. Momenti e gesti in cui non c’è partigianeria (in realtà c’è, ma la si sospende pour cause e gentlemanship), in cui il Paese non “si sente” unito ma lo è davvero. Momenti e gesti nazionali, appunto, con un senso e un gusto che molti di noi hanno invece tristemente perso, addirittura bandiere, emblemi, l’american way of life al suo meglio.

C’è dunque appunto anche l’Albero di Natale Nazionale. È inconfondibilmente lui. Lo si potrebbe persino chiamare per nome. Svetta nel quadrante di nordest dell’Ellisse, ovvero il parco di poco più di 200mila metri quadrati che si estende oltre il cancello sud della Casa Bianca. Ovvero davanti a essa, sul marciapiede opposto. Settimana scorsa, come di rito, la coppia presidenziale lo ha inaugurato. E, come aveva promesso in pubblico parlando al Value Voter Summit il 13 ottobre, Trump ha rimesso Gesù al suo posto, cioè al centro di tutto, in barba al politicamente corretto, alle molte sedie vuote per polemica sterile, ai commentucci scontati dei soliti noti.

Le parole pronunciate da Trump giovedì scorso le riporta integralmente LifeSite News, uno dei più lucidi e combattivi siti Internet di sana controinformazione a difesa della vita umana nascente e della famiglia naturale. «Per i cristiani questo è un tempo santo», ha detto Trump: «la celebrazione della nascita di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. La storia del Natale inizia 2mila anni fa con una madre, con un padre, con il loro bambino e con il dono più straordinario di tutti: il dono dell’amore di Dio a tutta l’umanità. Quale che sia il nostro credo, noi sappiamo che la nascita di Gesù Cristo e il racconto di quella vita incredibile hanno mutato per sempre il corso della storia umana. Non vi è un solo aspetto delle nostre esistenze che quella vita non abbia toccato: l’arte, la musica, la cultura, il diritto e il rispetto che abbiamo per la dignità sacra di ogni persona in qualsiasi luogo del mondo. Ogni anno a Natale riconosciamo che lo spirito autentico del Natale non è ciò che abbiamo, bensì ciò che siamo: ognuno di noi è figlio di Dio. È questa la fonte vera della gioia di questo periodo dell’anno. È questo ciò rende ogni Natale “buono”. Ed è questo ciò che ricordiamo con la bella cerimonia di oggi: che siamo chiamati a servirci gli uni gli altri, ad amarci gli uni gli altri e a perseguire la pace nei nostri cuori e nel mondo intero».

Trump potrebbe passare alla storia come il presidente che negli Stati Uniti ha ridato legalità e corso all’espressione «buon Natale». È prevedibile che l’astio già enorme nei suoi confronti aumenti a dismisura. Il «buon Natale» del presidente si muta del resto subito in ringraziamento esplicito a coloro che si spendono affinché il Natale sia davvero sempre buono per milioni di americani, persone che mettono ogni giorno a diposizione la propria vita per gli altri onde garantire sicurezza, pace e stabilità a tutti, vale a dire i soldati e le forze dell’ordine. Ma il «buon Natale» presidenziale raggiunge esplicitamente anche i leader religiosi che hanno insegnato e che insegnano. Prevedibili rovesci eccezionali di accuse di lesa laicità dello Stato sul capo di Trump, anche perché il presidente si è spinto ancora più in là ringraziando «[...] specialmente le famiglie americane».

Il Natale, ha detto, «[...] ci ricorda più di ogni altro tempo dell’anno che la famiglia è la roccia su cui poggia la società statunitense»; per questo ha aggiunto, pubblicamente: «[...] dunque questo Natale chiediamo la benedizione di Dio sulle nostre famiglie e sulla nostra nazione. E preghiamo affinché il nostro Paese possa essere il luogo dove ogni bambino abbia una casa colma di amore, una comunità ricca di speranza e una nazione benedetta dalla fede». Qui Trump non dice “blessed”, ma “blest”: usa una forma antica, atavica, avita, arcaica nel migliore dei significati. Per fare il vecchio trombone? No, per riecheggiare la fede dei padri, il senso di una storia che continua, la musicalità di un suono che riproduce la bellezza primigenia. Il Natale, appunto, inizio di tutto. Quando chiude con il classico «God bless America» nessuno ha la sensazione che sia una forma vuota di circostanza, per primi quelli che Trump lo odiano. La notizia del giorno è che negli Stati Uniti Gesù è tornato libero.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mer dic 13, 2017 9:04 am

Nazisti maomettani, criminali senza rispetto

Presepe a scuola, imam di Pordenone: "Meglio l'albero, è per tutti"
Marianna Di Piazza - Mar, 12/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 73471.html


Il leader della comunità islamica interviene sul simbolo della Natività. I dirgenti scolastici uniti: "Continueremo con gli allestimenti"

"L'albero è un bellissimo simbolo del Natale nelle scuole ed è per tutti". A dichiararlo è stato l'imam di Pordenone, Mohamed Hosny.

Continua così il dibattito sul presepe negli istituti del pordenonese dopo il via libera del consigliere delegato all'istruzione Alessandro Basso.

"Per quanto riguarda la croce o un simbolo di chiara identità religiosa come il presepe, meglio evitarli nelle scuole. Penso sia meglio evitare di allestire i simboli di tutte le religioni a scuola: siano islamici, buddhisti, induisti e cristiani o protestanti. Questo, nel massimo rispetto per tutte le fedi e tutte le religioni", ha continuato il leader della comunità islamica.

Come riporta il Messaggero Veneto, Basso ha deciso di portare a termine l'allestimento dei presepi nelle quattro scuole che dirige. "Non ho dato indicazioni alle scuole di Pordenone – ha precisato Basso –. Da dirigente ho semplicemente scelto di fare il presepe come simbolo culturale, storico e religioso". Per il consigliere comunale si tratta infatti di una scelta di rispetto per l'identità e la tradizione.

I dirigenti scolastici degli altri istituti del pordenonese condividono la decisione di Basso. Presepi in allestimento in tutte le scuole, dagli asili nido alle superiori. "Natale è una festa cristiana", ha dichiarato Teresa Tassan Viol, dirigente del liceo Leopardi-Majorana, dove è presente una collezione di presepi.


https://www.facebook.com/daniel.karmeli ... 9316056586


Gino Quarelo
Via i simboli del nazismo politico religioso maomettano dalla scuola e da ogni luogo pubblico a cominciare dal velo delle donne. Nel frattempo, per solidarietà con tutti i diversamente religiosi della terra perseguitati e sterminati dai maomettani, cristiani, gli ebrei, gli atei e gli aidoli mandino i loro figli a scuola con indosso un grembiule con due grandi croci rosse sul davani e sul dietro e sul capo una kippà ebraica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » ven dic 15, 2017 3:54 pm

Nazareth cancella il Natale: la mossa del sindaco islamico
Giovanni Neve - Gio, 14/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/naz ... 74249.html

Duro colpo nella città-simbolo della cristianità. Il sindaco Ali Salam annulla le celebrazioni del Natale per protesta contro Trump

Una decisione senza precedenti. Il sindaco di Nazareth, il musulmano Ali Salam, ha annullato le celebrazioni del Natale in tutta la città arabo-israeliana.

Come ha spiegato all'agenzia ufficiale palestinese Wafa, ha deciso di attaccare i cristiani in segno di protesta contro la decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. La decisione non riguarda, tuttavia, l'illuminazione dell'albero di Natale e la processione che si tiene ogni anno in questa città del nord di Israele.

"La decisione di Trump è una provocazione per tre miliardi di persone". Sono uniti nel "no" contro la Casa Bianca i leader religiosi cristiani e musulmani che oggi hanno partecipato all'incontro interreligioso convocato dal patriarca cattolico maronita Bishara Boutros Rai nella sede del patriarcato a Bkirki. "Respingiamo questa decisione e ne chiediamo l'annullamento", si legge nella dichiarazione finale diffusa al termine del summit islamo-cristiano e riportata dal sito web del giornale libanese An Nahar. "La decisione di Trump - riomarcano - viola il diritto e le convenzioni internazionali". Per il patriarca Rai la mossa del presidente americano è "una decisione ingiusta nei confronti di palestinesi, arabi, cristiani e musulmani". Il Gran Mufti del Libano, lo shaykh Abdellatif Daryan, ha confermato "il sostegno ai palestinesi nel loro legittimo diritto alla resistenza".

La presa di posizione più dura contro Trump e, più in generale, contro il mondo cristiano è stata presa dal sindaco di Nazareth, città di 75mila abitanti in cui l'arcangelo Gabriele ha annunciato alla Vergine la nascita di Gesù. È qui che il Cristo ha trascorso la propria infanzia. Tanto che ogni anno, in particolar modo in prossimità del Natale, milioni di pellegrini vi fanno visita. Insieme alla basilica della Natività di Betlemme e alla basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la basilica dell'Annunciazione di Nazareth è, sicuramente, uno dei simboli della cristianità. Proprio per questo sta scatenando un forte clamore la decisione del sindaco (musulmano) Ali Salam di vietare la celebrazione del Natale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » sab dic 16, 2017 7:42 pm

Via l'albero di Natale dalla sala comunale: "Offende i musulmani"
Rachele Nenzi - Sab, 16/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 74815.html

Polemica a Bolzano. L'albero di Natale nella sala comunale sarebbe stato tolto perché "avrebbe potuto offendere la sensibilità dei presenti" musulmani

La sala viena affittata dai musulmani? Allora l'albero di Natale deve sparire. È successo a Bolzano, nella sala comunale Europa di via del Ronco.

A riportare la notizia è l'Alto Adige, quotidiano locale della provincia autonoma. Di solito lo spazio pubblico viene concesso a tutti quelli che ne facciano richiesta. Lì, per citarne una, è stato ospitato il comizio del leader della Lega Nord, Matteo Salvini. E sempre nella stessa struttura giovedì sera i veterani dello sport si sono incontrati per premiare l'Atleta dell'anno. Tutto nella norma. Dopo la conclusione delle cerimonie, gli organizzatori dell'associazioni di veterani hanno messo tutto a posto e riconsegnato la sala così come l'hanno trovata. Hanno solo pensato di lasciare le decorazioni natalizie, tra cui un albero di natale di cartone, visto il periodo in cui ci troviamo. Ma hanno fatto male i conti.

Il giorno successivo, infatti, come scrive il quotidiano, il presidente dei veterenai Alberto Ferrini sarebbe stato svegliato da una telefonata in cui "gli si chiedeva di togliere quell'albero, perché a mezzogiorno si sarebbe riunita in sala un'associazione musulmana e quella decorazione avrebbe potuto offendere la sensibilità dei presenti". Ovviamente la "motivazione ufficiale" è un'altra e secondo i veterani "afferma che la sala va lasciata come viene trovata, ma l’albero di Natale di cartone rimosso in fretta e furia ci fa solamente sorridere". "Questo rigore burocratico con cui si pretende di far rimuovere l'albero altrimenti rischierebbe di infastidire qualcuno - attacca Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore - dimostra un imbarbarimento del clima culturale generale"
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » sab dic 16, 2017 7:47 pm

30 seminaristi e due sacerdoti tenuti in ostaggio
AsiaNews.it
15/12/2017

http://www.asianews.it/notizie-it/Madhy ... 42588.html

INDIA
Nirmala Carvalho

I cristiani fermati ieri a Satna. La loro auto è stata bruciata. Come ogni anno, volevano raggiungere un villaggio sperduto per eseguire dei canti natalizi.

Mumbai (AsiaNews) – Ieri a Satna, in Madhya Pradesh, 30 seminaristi e due sacerdoti sono rimasti ostaggio di fondamentalisti indù per alcune ore, dopo essere stati arrestati mentre si recavano in un lontano villaggio per eseguire dei canti di Natale. Una delle loro auto è stata data alle fiamme dalla folla inferocita. Ad AsiaNews p. Stephen Maria, responsabile delle pubbliche relazione della regione del Madhya Pradesh, denuncia: “La libertà di praticare e professare la propria fede è sospesa dagli estremisti. Le celebrazioni del Natale sono già state turbate. Questo è un attacco alla natura laica del Paese”.

I seminaristi e i sacerdoti provengono dal St. Ephrem’s Theological College di Satna. Come ogni anno, essi erano in viaggio verso un villaggio, dove avrebbero dovuto eseguire inni in occasione della nascita di Gesù e portare il suo messaggio di pace.

Ieri alle 8 di sera (ora locale) sacerdoti e seminaristi sono stati bloccati dai fondamentalisti e da loro costretti a seguirli fino alla stazione di polizia. Gli agenti hanno raccolto le loro deposizioni e volevano rilasciarli, ma la folla di estremisti li ha rinchiusi all’interno della struttura, rivolgendo contro di loro grida violente.

I cristiani hanno potuto allontanarsi dalla stazione solo quando la moltitudine si è dispersa e non correvano più rischi per la propria vita. Usciti all’esterno, hanno trovato una delle macchine in fiamme. P. Stephen Maria riferisce: “Gli estremisti hanno bruciato la macchina dei nostri cantori. Sono andati nel villaggio a pronunciare false testimonianze contro i cristiani, volevano dimostrare che essi facevano porselitismo”.

L’arresto a Satna è il secondo episodio di intolleranza contro la minoranza cristiana del Madhya Pradesh in questo periodo di Avvento. Il 10 dicembre scorso quattro pentecostali sono stati imprigionati nel villaggio di Kalibai perché “colpevoli” di pregare per il Natale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » ven dic 22, 2017 8:03 am

I musulmani della Svezia contro il natale. Assalgono un albero di natale in un centro commerciale per rimuovere gli oggetti religiosi

https://www.facebook.com/CasoAislado.no ... 5111638036
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » sab dic 23, 2017 11:10 pm

Milano, scala l'albero di Natale in piazza per togliere la croce: fermato migrante
Sabato 23 Dicembre 2017

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/c ... 46429.html

Un 21enne di origine gambiana si è arrampicato sull'albero di Natale in piazza Duca D'Aosta, davanti alla stazione Centrale di Milano, per togliere la croce. Il giovane, in stato di alterazione, è stato fermato prima che riuscisse nel suo intento ed è stato portato in Questura per essere identificato e denunciato.

L'episodio è avvenuto venerdì ma è stato reso noto soltanto sabato. «Dopo la porta tunisina nel bel mezzo della piazza, adesso ci mancava anche un cittadino africano che cerca di sottrarre i simboli del Natale» ha commentato Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Lombardia. «E tutto questo - ha aggiunto - avviene nel giorno in cui Sala dice sì all'esposizione del barcone dei migranti a Milano, un'operazione che costerà 500mila euro».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mar dic 26, 2017 5:41 pm

Cristo non è solo fede. È la Natività di una civiltà
Vittorio Sgarbi - Dom, 24/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cultura/c ... 77378.html

Sarebbe stato inconcepibile, inimmaginabile, nel secolo scorso - intendo fino al 1999 - ipotizzare che qualcuno in Italia, in Occidente, avvertisse il presepe come nemico.

Tutto iniziò con la interdizione, di una parte della magistratura malata, al crocifisso nelle scuole, inteso come ostile in una comunità multietnica dove studenti di altre religioni non si riconoscessero in un uomo in croce, simbolo comunque di umana sofferenza, non di potere. Le religioni dovrebbero aprire un dialogo, non chiuderlo. Il cristianesimo non è soltanto una fede, ma una civiltà, espressa in esempi artistici, letterari, musicali, simbolici, che hanno valore universale. Alcuni riti hanno poi un carattere antropologico, di costume. In molte località si realizzano presepi viventi, rappresentazioni di appartenenza culturale, di identità. A questa natura appartengono le festività, che sono espressione dell’uomo in una certa dimensione culturale, di cui la religione è un aspetto, con le sue manifestazioni.

La religione confluisce nel costume, si identifica in tradizioni popolari che hanno una lunga storia. Interromperla è un atto di arbitrio autolesionistico, che ci rende vittime e succubi. Così, qualche anno fa, accolsi con stupore il lamento dell’amico vescovo di Camerino e San Severino, monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, che mi rappresentò sconcertato la posizione di alcuni presidi che avevano stabilito di proibire il presepe nelle scuole. Non ci volevo credere. Il presepe è il racconto di una serata magica, nella quale l’umanità si muove perché qualcuno nasce, e cambierà il mondo. Storia che si fa favola. Ma senza propaganda o enfasi. Facciamo una riflessione sull’importanza di Cristo: quegli stessi professori che interdicono il presepe usano nella loro quotidianità una scansione del tempo che ci fa essere oggi, giorno di Natale, il 24 dicembre 2017, post Christum natum. Il nostro calendario si misura con gli anni di Cristo, perfino nel mondo islamico. Festeggiare l’anniversario di chi ha dato origine a questa lunga storia non è una celebrazione religiosa, ma una constatazione. La storia dell’uomo passa attraverso la rivoluzione di Gesù. Non credo in Dio? Appartengo a un’altra religione? Questo non cambia la rivoluzione umana compiuta da Cristo. Dunque il presepe. Il racconto di una notte. Sogno. Favola. Stella cometa. Nascita di un bambino. Per una festa di bambini. Che ci riporta, psicologicamente, bambini. Inutile pensare alle preghiere, alla Messa, alla liturgia ecclesiastica. Il presepe è la storia di un viaggio. Lo hanno raccontato Gentile da Fabriano, Benozzo Gozzoli, Lorenzo Monaco, e ci hanno mostrato una festa.

Un viaggio che dura due settimane. Tutto il mondo si muove: pastori e contadini, ricchi e poveri, principi e re, bianchi e neri, occidentali e orientali. Si festeggia il compleanno di un uomo, di una storia, della Storia. Nulla di più laico del presepe napoletano, che è soprattutto tradizione, e descrive attività e laboriosità dell’uomo che continua il ritmo del suo lavoro quotidiano, mentre si registra un accadimento improvviso che scuote il mondo: la nascita di Cristo, segnalata dall’annuncio ai pastori, in viaggio nelle valli, fra i monti, chiamati per convenire in un luogo che si fa meta del loro lungo viaggio, per alcuni in una notte senza fine, per altri in lunghi giorni di cammino. La meta è una capanna. Guardiamola dunque: ci soccorre per questo la più bella Natività mai concepita: quella di Caravaggio, in fuga da Malta per trovare accoglienza in Sicilia. Dopo Siracusa, a Messina. Caravaggio è un uomo inquieto, lo è sempre stato, ma in quegli anni estremi è disperato. Non sa dove il suo destino lo porti. Inseguito da una maledizione, a Roma e anche a Malta, riceve un tributo d’onore, per l’ultima volta (siamo nel 1609, morirà dopo pochi mesi) dal Senato di Messina. E anche il pagamento di ben mille scudi, per mettere sull’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria della Concezione, la chiesa dei padri Cappuccini, una Natività.

L’immagine che abbiamo davanti è sconcertante: in una capanna con le pareti e il soffitto composti di assi sconnesse, sta a terra, nel fango, una donna che stringe fra le braccia un bambino infreddolito. Dietro, al riparo, stanno le bestie, il bue e l’asino. Davanti, una povera mangiatoia di legno piena di paglia e gli strumenti del lavoro di Giuseppe, con un po’ di pane in una cesta. Di fianco, i poveri pastori e, fra loro, Giuseppe in meditazione. Guardano curiosi, e forse inconsapevoli. Con i piedi scalzi, una umanità primaria, senza privilegi, senza identità. Nessun pittore aveva immaginato una Natività così spoglia, così semplice, così umana. Questo è il presepe; e vano e ridicolo sarebbe contrastarlo, come simbolo di qualcosa che appartiene solo a una parte di umanità. No. Davanti a quel bambino c’è tutta l’umanità. Se ne è accorto anche il compagno Tomaso Montanari: «Guardando questo quadro non possiamo dimenticare che, in qualunque cosa crediamo, Natale è la festa della dignità del corpo umano: non importa quanto indifeso, stanco, piccolo, umile, povero, migrante. Anzi, proprio per questo, divino: cioè degno di essere onorato e amato sempre, comunque, in ogni luogo».


Alberto Pento

Io sono aidolo, un credente naturale nello spirito universale e considero le religioni tutte idolatrie,
in questo periodo festeggio per far festa a prescindere;
festeggio l'ebreo Cristo in onore degli ebrei di Israele e per solidarietà con i cristiani che unitamente agli ebrei di ogni dove sono perseguitati ovunque in particolare dai nazisti maomettani;
festeggio il ritorno del sole che si era allontanato e che ora si avvicina di nuovo;
festeggio la fine del vecchio anno e la nascita di quello nuovo;
festeggio Chanukkah o festa delle luci ebraica;
festeggio gli alberi senza dei quali non esisterebbe nemmeno l'uomo e che rappresentano l'asse del mondo che unisce la terra al cielo;
festeggio la gioia di vivere, dell'amore famigliare e della fraternità umana, festeggio la festa dei bambini che sono la nostra speranza e la nostra gioia più grande;
festeggio l'umanità che si ama e che si rispetta, festeggio l'uomo di buona volontà e tutti coloro a cui stanno a cuore i valori i doveri e i diritti umani universali.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mer dic 27, 2017 12:13 pm

Le chicche natalizie
Commento di Deborah Fait
27/12/2017

http://www.informazionecorretta.com/mai ... I.facebook

Come accade sempre, anche quest'anno non sono mancati gli attacchi di bile ogni volta che la Tv trasmetteva i suoi servizi dedicati al Natale. Sembra si mettano d'accordo per servire ai telespettatori, spesso ignari e pronti a credere a tutto, un concentrato di stupidaggini.
http://www.raiplay.it/video/2017/12/Uno ... 83f77.html

Il primo assaggio si è avuto con la Rai, UnoMattina, 25 dicembre, che ha dedicato un paio d'ore a intervistare personaggi di chiesa che, con una faccia tosta incredibile, hanno parlato dei cristiani in Terra Santa, nel caso specifico Bet Lechem ( mi piace chiamare la città col suo nome originario ebraico) come se fosse la comunità più amata e protetta, senza mai accennare alle fughe che l'hanno ridotta a meno del 9% dal 70% di quando era sotto giurisdizione israeliana.
Padre Giovanni Biallo, organizzatore di pellegrinaggi, ha descritto una comunità cristiana piccola ma molto stimata (nessuno gli ha insegnato che a dire bugie si fa peccato) che deve essere sostenuta con i pellegrinaggi.

Carlo Paris, si proprio lui, l'ineffabile Paris, quello che parlava di centinaia di morti e feriti a Betlemme, ha chiesto ad alcuni pellegrini "Avete avuto paura?" ed è rimasto quasi deluso dalla risposta negativa, però, alla fine del suo collegamento, non si è lasciato sfuggire l'occasione di sputare veleno contro Israele concludendo il suo servizio con "qui continua a piovere ma meglio la pioggia dei gas lacrimogeni". Stupendo no? Quei brutti soldatacci israeliani che per divertimento, non avendo altro da fare, vanno a lanciare i lacrimogeni in mezzo alla pacifica popolazione di Bet Lechem. Dovrebbe parlare con Piero Marrazzo che si è beccato una bella pietra palestinista che deve avergli fatto un male tremendo.
È contro queste caramelle di qualche chilo che possono anche ammazzare, ed è accaduto, che Tzahal usa i gas lacrimogeni. Non se n'era accorto, Paris?

Sempre nella stessa trasmissione ho avuto uno delle tante coltellate al mio fegato quando Alì Salam, sindaco di Narzareth ha avuto il coraggio di dire " Trump ha interrotto il processo di pace!" Ha detto proprio così e chi lo intervistava non ha ribattuto. Ecco come i media diffondono tutte le loro menzogne, lasciando che personaggi musulmani inqualificabili usino la taqiyya, l'arte del mentire islamico, per demonizzare Israele.

E veniamo a Padre Ibrahim Faltas, e chi non lo ricorda, il frate francescano, parroco di Gerusalemme dal 2004, presentato da Franco Di Mare come "mediatore" durante la 2 intifada. Mediatore?? Spero che qualcuno ricordi l'assedio di Hamas alla Basilica della Natività quando questo francescano, davanti alle tv di tutto il mondo, mentre i palestinesi distruggevano e dissacravano la Basilica, quasi piangeva accusando l'esercito israeliano, che se ne stava tranquillo in attesa, di tenere sotto assedio la Basilica mentre al suo interno le persone morivano di fame e di sete. Quando finalmente i terroristi di Hamas sono usciti, i frati hanno trovato tutto distrutto, cibo non mangiato perchè troppo (fornito da Tzahal tra l'altro) gettato a terra, bottiglie d'acqua da tutte le parti e...i bisogni corporali dei palestinsiti nelle acque santiere. Ehhh beh, il corpo ha le sue esigenze.
Bene, questo Faltas ha parlato dell'Erode di turno, alludendo naturalmente a Donald Trump, paragonato a Erode il Grande, quello che ammazzava i bambini.

Altri ospiti, Amos Gitai con le sue cazzate pacifiste e, finalmente, due voci amiche; Dan Bahat, famoso archeologo che ha fatto una chiara esposizione della storia del Monte del Tempio e Benny Raccah, imprenditore, che ha parlato della sua Aliyah e del significato che per lui ha Israele. Le sue parole sono state un balsamo per la mia bile messa a dura prova.

E veniamo alla madre di tutte le chicche natalizie, Papa Bergoglio, che ha fatto saltare per aria un po' tutti con la sua omelia natalizia, per primi i cardinali che sono contro lo Jus soli da lui esaltato in modo ossessivo e chi, attonito per le inesattezze del suo discorso, non poteva credere alle proprie orecchie.
Secondo Bergoglio i bambini del Medio Oriente soffrono a causa del conflitto tra Israele e palestinesi, cose da pazzi, parole inqualificabili per chi conosce la verità, però, vabbè, queste sono le sue convinzioni politiche filoislamiche, non è una sorpresa nè un segreto che a Bergoglio piacciano tanto i musulmani, palestinisti in testa.
Non è nemmeno una sorpresa averlo sentito pontificare....è il caso di dirlo... che il modello di sviluppo economico occidentale produce degrado nella società. Nemmeno Marx aveva osato tanto! Lo sviluppo economico, capito? Non la paura, ormai a livello planetario, del terrorismo islamico che sta letteralmente divorando ogni consesso umano, che ci ha tolto la libertà, che ci ha resi succubi della paura, che ci ha rubato gioia e serenità, che ha tolto la vita a centinaia di migliaia di innocenti con le guerre terroriste del Daesh e gli attentati degli scagnozzi di Al Baghadi in occidente.
Niente, nemmeno una parola sul terrorismo, per Bergoglio non esiste. Ma quello che , personalmente, mi ha lasciata esterrefatta è stata la sua strumentalizzazione dei Vangeli al punto da dubitare che li conosca.
Secondo Bergoglio, Giuseppe e Maria dovettero lasciare la loro terra per andare a Bet Lechem dove, per loro, "non c'era posto". Ma come! Intanto Giuseppe era originario di Bet Lechem e per questo motivo vi si sono recati per il censimento, in secondo luogo non hanno trovato posto perchè la cittadina era strapiena di altri ebrei che dovevano censirsi, quindi tutti i ricoveri erano occupati.
Maria era incinta e stava per partorire perciò non andava bene nemmeno il caravanserraglio dove si sitemavano le carovane perchè non poteva partorire davanti a tutti. Hanno cercato quindi un luogo più appartato. Non hanno dovuto lasciare la loro terra per andare in un paese straniero, come vuole far credere il Papa per tirare acqua al suo mulino, perchè erano a casa loro, era la loro terra, erano giudei e quello dove erano per il censimento indetto da Romani, era il Regno di Giuda.
E poi tutta la retorica sulla povertà della "Sacra Famiglia" al punto da equipararla a quella dei "bambini del Medio oriente". Mi veniva la pelle d'oca mentre lo ascoltavo.

Allora, mettiamo le cose in chiaro, Giuseppe era quello che si potrebbe oggi definire imprenditore, aveva una falegnameria probabilmente l'unica di Nazareth, la storia racconta che era di famiglia ricca, discendente di Re David. Maria lo era ancora di più, il padre Yaakov, ricchissimo possidente, era della tribù del Regno di Giuda, anch'egli della stirpe di Re David. Quindi i genitori di Gesù erano entrambi dell'alta borghesia ebraica dell'epoca, imparentati con Zakaria (zio di Maria e padre di Giovanni) sacerdote del Tempio di Salomone. Quando Giuseppe, Maria e Gesù scapparono in Egitto per salvarsi dall'ordine di Erode di uccidere tutti i bambini nati a Bet Lechem, lo fecero come profughi, non come migranti, si rifugiarono ad Alessandria, insieme ad altrri ebrei fuggiti per la stessa ragione, per ritornare a casa loro alla morte di Erode.

La domanda che mi pongo è: in Vaticano li hanno i testi sacri? E se si, li hanno mai letti? Consiglierei di farlo per capire finalmente che Gesù era ebreo, figlio di ebrei, nipote di ebrei, come chiunque abitasse all'epoca nei regni di Israele e Giuda, ed evitare di andare a dire Messa, come ha fatto Papa Bergoglio un paio di anni fa, sotto un maxiposter di Gesù bambino coperto da una kefia palestinista.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Antropologia

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti

cron