Palermo, dalla scuola pubblica rimosse le statue della Madonna. Il preside: "La legge esclude atti di culto"
di Alex Corlazzoli | 23 novembre 2017
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/1 ... to/3996804
Via tutto. Le statue della Vergine Maria, di Gesù Cristo, le foto dei Papi sono sparite dalla scuola Ragusa Moleti di Palermo. Dopo l’articolo del fattoquotidiano.it il dirigente Niccolò La Rocca non ha perso un minuto per togliere i simboli sacri dai corridoio e dalle aule. Ieri mattina ha personalmente girato aula per aula e ha deciso di far tornare “laico” il suo istituto: “Ho rimosso tutte le statue e le immagini di Papi presenti a scuola. Ora – spiega il preside – sono tutti in un armadio. Alcuni verranno riconsegnati ai proprietari, altre devo capire di chi sono. Io sono dirigente di questa scuola solo dal mese di settembre ma mi dicono che quelle statue erano qui da almeno trent’anni”.
Alla Ragusa Moleti era, infatti, normale che i bambini entrando a scuola incrociassero tra una sezione e l’altra la statua della Madonna o ancora un quadro di Cristo in croce. “Altarini” ben tenuti e ben curati da qualcuno che si preoccupava anche di mettere dei fiori ai piedi dei monumenti. In qualche aula fino a ieri, oltre al crocefisso previsto dal Regio Decreto del 1928, era possibile vedere anche qualche immagine di Papa Francesco e della Madonna del Sacro Cuore. La passione per il pontefice si esplicitava anche in poster appesi alle pareti dei corridoi con decine di foto di Bergoglio e la scritta “Viva Papa Francesco”. Una situazione andata avanti per anni che avvallava persino – a detta di qualche genitore – la preghiera prima della merenda o in altri momenti della giornata.
Anche su quest’ultima questione La Rocca ha voluto mettere le cose in chiaro e stamattina ha scritto una circolare che non lascia spazio ad equivoci: “Visto che nella nostra scuola ci sarebbe l’usanza di far pregare i bambini durante l’attività curriculare ho ricordato che c’è un parere dell’avvocatura dello Stato del 2009 che esclude atti di culto durante l’orario scolastico compresa l’ora di insegnamento della religione cattolica”.
Il dirigente è ben consapevole dell’importanza della laicità della scuola e fin dalla prima segnalazione non ha nascosto il suo impegno affinché potesse essere chiaro a tutti che la legge va rispettata. La Rocca, che ha confidato di avere persino in ufficio un’immagine di Papa Giovanni Paolo II, ha voluto agire immediatamente. In questi mesi da preside aveva ben altri pensieri ma di fronte alle polemiche nate ha preferito ridare un nuovo volto alla sua scuola. Una decisione che ha scontentato qualche insegnante: “Io lavoro in questa scuola da tredici anni. Non sono cattolica praticante, non mi fermo a pregare davanti alle statue e non recito il rosario. Ma le statuine – spiega Nadia commentando su facebook l’articolo – non mi hanno mai dato fastidio. Sono donazioni, di non so quali anni, che si sono accumulate nel tempo. Se sono servite a qualcuno per avere un attimo di conforto io non ci trovo nulla di male. Non siamo volgari e non siamo pagani e non credo che sia migliore di noi chi ci ha esposti alla pubblica gogna invece di pensare a problemi ben più importanti”.
La protesta delle mamme: i nostri figli a scuola con il rosario al collo
Paola Belletti
2017/11/24
https://it.aleteia.org/2017/11/24/scuol ... -preghiere
In una scuola di Palermo il preside fa togliere dalle pareti della scuola i simboli religiosi ritenuti "ingombranti" e vieta le preghiere. I genitori degli scolari hanno deciso una protesta davvero singolare
«Mamma perché non possiamo più pregare in classe?». I bambini di una scuola elementare e d’infanzia di Palermo non parlavano d’altro all’uscita della scuola.
Lo “stop” alle preghiere alla “Ragusa Moleti”, in corso Calatafimi, è stato imposto dal preside Nicolò La Rocca che ha infatti diramato una circolare che impedisce agli insegnanti di fare recitare le preghiere ai bambini nell’ora della merenda e persino durante l’ora di religione (Avvenire, 23 novembre).
Tutto ciò che è stato rimosso
Presto il provvedimento sarà attivo anche nelle succursali. Via anche una statuetta della Madonna e alcune immagini, come quella di Papa Francesco. Oltre alle immagini dei Papi che erano appese alle pareti della sede centrale della scuola “Ragusa Moleti”, il dirigente ha tolto anche quella di Giovanni Paolo II che si trovava nell’ufficio che gli è stato assegnato quando lo scorso settembre ha assunto il ruolo, lasciando tuttavia al suo posto il crocifisso.
“Lo dice la Legge..”
Il dirigente ricorda che «considerando il parere dell’Avvocatura dello Stato dell’8 gennaio del 2009, allegato alla nota del gabinetto del Miur del 29 gennaio 2009, è da escludere ‘la celebrazione di atti di culto, riti o celebrazioni religiose nella scuola durante l’orario scolastico o durante l’ora di religione cattolica, atteso il carattere culturale di tale insegnamento».
Il preside finito nel mirino delle polemiche
«Si trattava di statue molto ingombranti, anche un Buddha enorme avrebbe creato problemi. Per quanto riguarda il Natale, però, tutto si svolgerà normalmente. E’ una festa prevista dal calendario nazionale e stiamo già organizzando dei momenti di festeggiamento» (La Repubblica, 24 novembre).
“Dov’è il buon senso?”
«Dovrebbe bastare il buon senso, la ragionevolezza per evitare episodi del genere, se togliere l’immagine di Papa Francesco o l’immagine della Madonna, oppure il tema delle preghiere. Non fa male a nessuno avere un’immagine sacra. Mi sembra che c’entri poco la libertà e c’entri molto l’ideologia in questo atto di questo preside». Lo ha affermato a Radio Vaticana (23 novembre) il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi.
«Nel 2011 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che il crocifisso a scuola non lede la libertà dei singoli e la libertà religiosa. E’ un punto della nostra cultura e della nostra storia, un punto di riflessione forte. Basta – conclude Toccafondi – con le guerre ideologiche fatte nelle scuole» (Live Sicilia, 23 novembre).
Genitori sul piede di guerra
I genitori, però, radunatisi all’uscita da scuola davanti all’istituto, non vogliono sentire ragioni: «Giù le mani dal Crocifisso e dalle immagini sacre. Il preside forse crede che perché siamo del Sud siamo stupidi. Finché le statue non torneranno al loro posto, faremo entrare i nostri figli a scuola con il rosario al collo. Faccia un passo indietro perché noi non ne faremo» (Palermo Today, 24 novembre).