Ius soli e cittadinanza

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mar lug 18, 2017 12:58 pm

Scontro sullo ius soli, guerriglia nelle piazze a Padova
La polizia carica il corteo dei centri sociali che non doveva muoversi, tensione sotto la Prefettura per il sit in di Forza Nuova. Tre feriti e tre fermati di Alice Ferretti
17 luglio 2017

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/ ... 1.15624588

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/ ... 15627383#1

Scene di guerriglia urbana a Padova per lo ius soli Serata di tensione a Padova per due manifestazioni contrapposte inscenate da Forza Nuova, che ha protestato contro la legge sullo Ius Soli, e dai Centri sociali, in risposta all'iniziativa della formazione di destra. Il momento più delicato in Piazza delle Erbe, quando i due cortei si sono avvistati da lontano, e la polizia è stata costretta ad una carica di alleggerimento per evitare il contatto tra le due opposte fazioni; un giovane di 24 anni, appartenente ai centri sociali, è rimasto leggermente ferito alla testa; alla fine tre persone sono state identificate e fermate dalle forze dell'ordine. Nel video girato dalla nostra Alice Ferretti, il momento di una carica della polizia contro i centri sociali
PADOVA. Pedro, Adl Cobas, Cobas e Razzismo Stop da una parte. Il corteo di Forza Nuova dall'altra. Intorno alle 22, al culmine di una serata di tensione che ha visto i due gruppi scendere in piazza per due manifestazioni sullo ius soli, la polizia ha caricato i centri sociali che si stavano spostando verso la sede della protesta di Forza Nuova scesa in piazza per dire no al riconoscimento della cittadinanza per gli stranieri nati in Italia.

"Fuori i fascisti e i razzisti dalle nostre città”, il grido lanciato dagli antagonisti che hanno organizzato un presidio in piazza Insurrezione. Forza Nuova si è data appuntamento, invece, sotto la Prefettura. Il centri sociali a un certo punto hanno abbandonato piazza Insurrezione dirigendosi in piazza delle Erbe. Qui è parita una carica della polizia: tre fermati e tre feriti il bilancio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mer lug 19, 2017 6:50 am

Il Pd fa saltare lo Ius soli per non perdere voti
18 Luglio 2017
di Vittorio Feltri

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... stati.html

Lo ius soli è saltato non solo per ragioni tecniche, cioè la mancanza di una maggioranza in grado approvarlo, ma anche per un motivo politico di tutta evidenza. Una legge simile, per quanto non completamente idiota nello spirito, non piace alla gente che considera l' invasione dei migranti come una iattura cui porre fine. Gentiloni non è cretino e lo ha capito. Varare la norma che consente ai nativi in Italia di ottenere la cittadinanza significa non soltanto aprire agli stranieri, ma anche premiarli, invogliarli a venire qui promettendo loro agevolazioni, accoglienza, festeggiamenti.

Tutto ciò al popolo, infastidito dai neri, non sta bene e, qualora il governo di sinistra insistesse con una politica tenera nei confronti degli extracomunitari, alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento il Partito Democratico sarebbe fortemente penalizzato, perderebbe voti in misura drammatica. Il premier se ne rende conto e cerca di aggirare la minaccia, rimandando la regola in questione alla prossima legislatura. Non ha torto. Egli, essendo realista, sa che ogni provvedimento in appoggio ai profughi trova l' ostilità dei cittadini, ormai colmi di avversione nei confronti di coloro che imperversano nella penisola. I progressisti probabilmente si sono accorti di aver sbagliato linea e di rischiare un pauroso calo di consensi nel caso in cui insistessero con l' accoglienza. Il volgo ha che fare con orde di africani che gli rendono la vita difficile e, stanco di protestare senza essere ascoltato, è sul punto di ribellarsi con la forza, minacciando di adottare forme di violenza.

Questa non è più una semplice ipotesi bensì una certezza. Tra poco assisteremo a manifestazioni di piazza sfavorevoli all' ospitalità, e non sarà semplice arginare la rabbia che sta montando nel nostro Paese sfinito. È ovvio che la sinistra avverta il pericolo di non essere più in sintonia con la propria base elettorale e cerchi di recuperare consensi adottando misure drastiche onde frenare l' arrivo sul nostro territorio di sbandati. Forse è troppo tardi per arginare il disgusto italiano per la disponibilità del governo ad accogliere chiunque bussi alle nostre porte, ma bisogna comprendere lo stesso il tentativo di Gentiloni, quello di evitare che il Paese esploda in una sorta di rivoluzione antisistema. Per anni ci siamo illusi di controllare gli ingressi e abbiamo accettato di ubbidire agli ordini europei (Feltri si curo che fosse l'Europa ha ordinare? io non credo proprio!).

Ora siamo di fronte a una tragedia e dobbiamo deciderci a rompere i trattati che ci obbligano a ricevere cani e porci (Feltri i trattati europei riguardano altro e sono stati fatti su una casistica diversa da quella attuale).
D' altronde gli accordi si firmano talvolta per errore di calcolo, ma si possono poi disdire e siglarne altri più convenienti (mi pare ovvio e giusto).
Non ci resta che mandare al diavolo la UE e imporre la nostra volontà: sbarrare i porti e non permettere ad alcuno di sbarcare sulle nostre coste. Soluzioni alternative non esistono. Se il Pd non si spiccerà ad agire, perderà quasi tutti i suffragi regalandoli alla destra, e non sarebbe il peggiore dei mali (non è la UE ma sono gli italiani, una parte degli italiani a volere l'invasione, ossia i dementi e irresponsabili cattocomunisti).

Alberto Pento
Feltri smettila di racccontare balle e di dare colpa all'Europa. Il cancro è l'Italia e lo stato italiano e non l'Europa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mar lug 25, 2017 7:59 pm

Per entrare in Australia
Elena Vigliano

L'Italia permette a chiunque, persone prive di documento d'identità, di certificazione sanitaria, penale e prive di reddito, di entrare nel proprio territorio, il che è una pura follia, le cui conseguenze disastrose sono a tutti evidenti.

Prenda esempio dall'Australia, una nazione liberale, civile, con un sistema ammininistrativo efficiente, e tra quelle con la migliore qualità della vita.

Per entrare nel paese (nel caso non si disponga di un preventivo contratto di lavoro, da esibire alle autorità doganali, all'atto e PRIMA dell'ingresso nel paese, ottenuto attraverso una attenta selezione delle domande di lavoro e sulla base di specifiche professionalità richieste dal mercato del lavoro australiano e altri requisiti personali di onorabilità ed affidabilità)
ci si deve attenere alle seguenti regole:
- effettuare un versamento di 750mila dollari australiani per ottenere il visto
- in aggiunta si deve fornire fornire la prova di un flusso di reddito annuo minimo di 65mila dollari australiani annui.
- ogni richiedente deve soddisfare criteri di salute e di rispettabilità
- deve fornire la prova di disporre di un adeguato pacchetto di assicurazione sanitaria per vivere in Australia
- tale assicurazione deve fornire ornire copertura almeno equivalente a Medicare (inclusa la copertura dell'85% dei costi per ospedali, emergenze e servizi di medico generico)
Fornire copertura per i prodotti farmaceutici.
È preferibile che la polizza sia con un'assicuratrice australiana; tuttavia si possono accettare disposizioni alternative che soddisfino i requisiti di cui sopra. Gli accordi alternativi, con un'assicuratrice d'oltremare, avranno bisogno di un esame dettagliato individuale della polizza assicurativa e possono causare ritardi di trattamento.
- infine per ottenere il visto è necessario essere sponsorizzato da un'agenzia governativa statale o territoriale australiana, dopo avervi fatto preventiva domanda.
- se il richiedente visto/permesso di soggiorno soddisfa i criteri sopra elencati può rimanere per un massimo di soggiorno di 4 anni, rinnovabile se il richiedente continua a soddisfare i criteri, per altri 4 anni.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » ven lug 28, 2017 7:32 am

Una legge giusta


Un ministro australiano si è dimesso per la cittadinanza italiana
Lucio Di Marzo - Mar, 25/07/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/min ... 24532.html


La legge non prevede doppia cittadinanza per politici, nemmeno se a loro insaputa ...

In poche settimane sono tre i ministri australiani costretti a lasciare il proprio posto, tutti per la stessa ragione: una doppia cittadinaza che, secondo le leggi vigenti nel Paese, non gli consente di far parte del governo.

È Matt Canavan l'ultimo a finire "vittima" di questo dettaglio non da poco che regola la vita politica australiana. Il ministro delle Risorse ha una doppia cittadinanza a sua insaputa. Un caso piuttosto curioso, visto e considerato soprattutto che la sua seconda carta d'identità potrebbe essere italiana. Curioso perché in Italia Canavan non è nemmeno mai venuto da turista.

Solo di recente il ministro ha scoperto che, quando aveva 25 anni, la madre ha fatto richiesta per la cittadinanza italiana per sé e per il figlio. "Non sono nato in Italia, non ci sono mai stato e che io sappia non ho mai messo piede al consolato o all'ambasciata italiana", ha detto Canavan alla stampa australiana. Ma poco cambia per la legge.

"Non sono stato ancora in grado di chiarire se la mia registrazione come cittadino italiano sia valida di fronte alla legge", ha aggiunto, specificando di attendere un parere legale che possa spiegare la questione definitivamente. Nel frattempo il ministro ha lasciato il governo Turnbull.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mer ago 02, 2017 6:32 am

Lo "ius soli", il diritto di acquisire la cittadinanza italiana perchè si nasce sul territorio dello Stato italiano, nel nostro ordinamento è limitato a due casi, molto rari: se i genitori sono sconosciuti o apolidi, cioè non hanno alcuna cittadinanza.
Ciò in quanto la modalità normale di acquisto della cittadinanza è lo "ius sanguinis", del quale nessuno ha parlato, ovverossia l'acquisto della cittadinanza dai propri genitori naturali. Se infatti intendiamo l'appartenenza allo Stato non solo come una questione organizzativa ma anche come una questione culturale, è di immediata evidenza che la cultura (in senso primario, come modo di pensare la realtà) ci viene comunicata anzitutto dai genitori. Perciò è molto sensato che il modo normale di diventare cittadini italiani sia lo "ius sanguinis" e non lo "ius soli".

https://www.facebook.com/pietro.marinelli1?pnref=story


Gianni Tanghetti
Michele, nipotino di Abdellaym Yussuf (arrivato in Italia nel 1978) che non sa nemmeno come si pronuncia il nome del nonno ma conosce benissimo le poesie di Pascoli e a cui piace tantissimo la polenta concia come lo consideriamo (non vale rispondere: un cattivo nipote)?

Gino Quarelo
Credo si debba distinguere tra la "cultura di stato che promuove una artificiale e artificiosa storia e identità statal-nazionale" e la "cultura naturale e la storia vera e complessa delle genti nativi di un certo territorio statualizzato, nel nostro caso la penisola italica e lo stato italiano" poiché non sono la stessa cosa. La vera cittadinanza civile (più che politica) si acquisisce quando si integra la vera storia e la cultura tradizionale delle genti e della comunità locali. Quella che i nativi trasmettono ai figli e ai giovani attraverso i genitori e non sempre coincide con quella trasmessa dallo stato. La poesia di Pascoli fa parte di quella articiale e artificiosa trasmessa dallo stato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mer ago 02, 2017 9:42 pm

???

Lo ius soli, i veneti e la memoria corta
Proprio i cittadini di questa regione sono stati tra i più combattivi nell’opporsi in questi anni allo «ius soli temperato» (temperato!) ora arenatosi
di Gian Antonio Stella
18 luglio 2017

http://www.corriere.it/opinioni/17_lugl ... 98e9.shtml

Tuti i ani nel mese de agosto / qua femo na festa per nuantri Taliani / par magnare tante cuche bone / poenta e formaio e tanti salami // Oh puina, la bela puina, / la polentina con el bacalào». E potrete stare certi che anche quest’anno, ad agosto, come racconta nei suoi studi lo storico delle tradizioni popolari Gianluigi Secco, i brasiliani di origine veneta del Rio Grande do Sul faranno festa cantando quell’allegro «forrò», una delle danze più popolari del Sudamerica, con le parole dedicate ai piatti tradizionali delle campagne veneziane, vicentine, trevisane, bellunesi… Il formaggio, i salami ma su tutti la puina (cioè la ricotta), la polenta e il baccalà.

È bellissimo sapere che in un paese lontano migliaia di chilometri si conserva la memoria di quei veneti che a partire da un secolo e mezzo fa si imbarcarono per raggiungere il Rio Grande cantando magari «Italia bella mostrati gentile / e i figli tuoi non li abbandonare / sennò se ne van tutti in Brasile / non si ricordan più di ritornare». Per spedire poi a casa cartoline con l’immagine di una fazenda e, di traverso in alto, la scritta «Saudade». Nostalgia. Si sorride amaro, però, a vedere come proprio i veneti siano stati tra i più combattivi nell’opporsi in questi anni allo «ius soli temperato» (temperato!) ora arenatosi. Certo, Luca Zaia («contrario al saldo dello ius soli per come è formulata la legge al Senato») ha cercato qua e là di distinguersi dicendosi favorevole «a una cittadinanza provvisoria a tutti gli stranieri integrati e che lavorano. Poi tocca a loro voler diventar italiani e guadagnarselo, rispettando regole e tradizioni». Come? Boh… In ogni caso è bastato un selfie con un giovane di colore a scatenargli addosso i «buuuh» di tanti elettori.

Giace ancora in Regione, del resto, la proposta dell’ex assessore all’identità veneta Daniele Stival (uno che dopo le offese a Cecile Kyenge si disse «indignato per i termini offensivi utilizzati da Calderoli nei confronti di una creatura di Dio qual è l’orango») di estendere una serie di agevolazioni ai nipoti dei veneti dalla terza alla quinta generazione. La quinta! Fatto sta che tantissimi ragazzi nati in Italia e figli di immigrati che intonavano festosi l’Inno di Mameli in un commovente filmato girato a Giavera del Montello restano «stranieri». E Jorge Luiz Frello Filho, detto Jorginho, che tra i 16 trisnonni di sangue diverso ne ha uno di Lusiana, «razza Piave», può giocare in azzurro...



Alberto Pento
Stella sei un bugiardo di prima classe.

I veneti migrando, non hanno mai invaso alcun paese. I veneti sono sempre migrati con le carte in regola e con un contratto di lavoro. I veneti non sono migrati clandestinamente o irregolarmene in altri paesi e non se ne sono andati come rifugiati o asilanti per essere accolti, ospitati e mantenuti da altri paesi a spese dei loro cittadini. La Kyenge è una persona orrenda, mostruosa che non ha alcun rispetto per i cittadini italiani e per i loro diritti umani.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mer ago 09, 2017 8:12 pm

Questo è un paese serio che difende i suoi cittadini, le sue risorse e i giusti diritti umani, civili e di cittadinanza


La Svizzera espelle una cittadina straniera: "Non cerchi lavoro? Te ne devi andare"
È la motivazione con cui il Tribunale Amministrativo del Canton Zurigo ha giustificato il provvedimento verso una cittadina tedesca, che ha vissuto per troppo tempo senza un'occupazione e a carico dell'assistenza
di FRANCO ZANTONELLI
09 agosto 2017

http://www.repubblica.it/economia/2017/ ... P1-S1.4-T1

ZURIGO - O ti dai da fare per trovarti un lavoro, oppure dalla Svizzera te ne devi andare. È questa, in sostanza, la motivazione con cui il Tribunale Amministrativo del Canton Zurigo ha giustificato l'espulsione di una donna straniera, una cittadina tedesca, che ha vissuto per troppo tempo senza un'occupazione, oltretutto a carico dell'assistenza. Da cui ha percepito, tra il 2012 e il febbraio di quest'anno, ben 244 mila franchi di assegni di sostentamento. All'incirca 212 mila euro. La donna, giunta in Svizzera 5 anni fa con 2 figli, per lavorare in una casa di riposo, un anno dopo era già senza impiego e aveva iniziato a farsi mantenere dallo Stato. Nel frattempo era diventata madre per la terza volta, grazie a una relazione con un cittadino svizzero. Avendo un figlio con il passaporto elvetico si sentiva, probabilmente, al sicuro. "Il bambino, tuttavia, ha la doppia cittadinanza, svizzera e tedesca, quindi può anche andare a vivere nella sua altra patria", ha sancito la giustizia zurighese, come ha scritto il quotidiano Corriere del Ticino. "

Se proprio lo si vuole far vivere in Svizzera - ha aggiunto il Tribunale Amministrativo - può rimanere con il padre". In realtà, per i giudici che hanno decretato l'espulsione della donna, è risultato prioritario il fatto che quest'ultima "non si è seriamente preoccupata di trovare un impiego in grado di garantirle il sostentamento". Non certo una missione impossibile in un Paese dove, stando ai dati di luglio, la disoccupazione è al 3%. Fatto sta che la signora tedesca dovrà andarsene entro il 15 ottobre. Il suo non è il primo caso del genere.
Dal 2013 al 2016, solo nel Canton Zurigo, se ne sono registrati altri 70. Lo scorso anno, ad esempio, destò clamore la vicenda di un algerino 35enne, sposato con una cittadina svizzera, dalla quale aveva pure avuto un figlio, che venne costretto a lasciare il Paese dopo aver usufruito di mezzo milione di franchi di aiuti sociali, ovvero dell'equivalente di 435 mila euro.
Il messaggio che traspare da queste decisioni giudiziarie è chiaro: chi pensa di venire in Svizzera, per approfittare della sua solida rete assistenziale, troverà pane per i propri denti.


Democrazia svizzera (un buon sempio)
viewtopic.php?f=118&t=405
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » lun ago 21, 2017 12:59 pm

Quando si confonde la nazionalità con la cittadinanza, povero Bergoglio.

Francesco benedice lo ius soli
Messaggio del Papa per la Giornata del migrante: "Il diritto alla nazionalità va riconosciuto dalla nascita". E sui migranti dice "no a espulsioni collettive e arbitrarie"
21/08/2017

http://www.huffingtonpost.it/2017/08/21 ... a_23155525

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare: quattro verbi che sintetizzano la "comune risposta" alla sfida del fenomeno migratorio, secondo Papa Francesco.

L'integrazione prevede che al momento della nascita vada "riconosciuta e certificata" la nazionalità e a tutti i bambini vada "assicurato l'accesso regolare all'istruzione primaria e secondaria". In un'anticipazione del messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si terrà il prossimo 14 gennaio, Papa Francesco si schiera quindi a favore dello ius soli e dello ius culturae.

Bergoglio ricorda che la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo "offre una base giuridica universale per la protezione dei minori migranti. "A essi - dice il Papa - occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l'accesso regolare all'istruzione primaria e secondaria. Parimenti è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento. Nel rispetto del diritto universale a una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita".

"L'apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale", aggiunge il Papa nel messaggio inviato per la Giornata che avrà come tema-slogan la dicitura "Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati".

Il Papa insiste sul tema dei migranti. Occorre "rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità", sottolinea.
Il Pontefice aggiunge che "ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un'occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca". Nel messaggio anche un duro affondo contro le espulsioni "collettive" e "arbitrarie" che per Bergoglio "non sono una idonea soluzione soprattutto quando esse vengono eseguite verso Paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali".

Per Francesco, accogliere i migranti significa offrire loro "più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione", per esempio attraverso "corridoi umanitari", e "una prima sistemazione adeguata e decorosa". "Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi confinanti. Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali", aggiunge Bergoglio.

Secondo Francesco, "il principio della centralità della persona umana, fermamente affermato dal mio amato predecessore Benedetto XVI, ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale. Di conseguenza, è necessario formare adeguatamente il personale preposto ai controlli di frontiera".

https://www.facebook.com/pietro.marinel ... 2180479114


Gino Quarelo

Il Papa insiste sul tema dei migranti. Occorre "rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità", sottolinea.

BENE:
L'Italia non ha possibilità:
avendo uno dei debiti pubblici più alti del mondo,
avendo milioni di poveri,
avendo una delle più alte disoccupazioni giovanili e non dell'occidente,
avendo un'economia disastrata che non consente ai giovani di metter su casa e famiglia e di far figli,
avendo centinaia di migliai di giovani disoccupati costretti a migrare per trovare lavoro,
avendo una fiscalità predatoria e parassitaria che soffoca persone, famiglie, lavoratori, pensionati, imprese ... anche per garantire con la violenta estorsione coercizione fiscale la rendita alla casta della chiesa cattolico-romana con l'8xmille obbligatorio.

Che il Papa e la Chiesa Cattolico-Romana mi e ci restituisca tutto il maltolto in tanti anni del pizzo 8xmille.




Un falso salvatore del mondo che alimenta il parassitismo statale romano e italiano, l'enormità del debito pubblico, l'imperialismo religioso cattolico-romano, la sudditanza irresponsabile diffusa e la dipendenza dalle credenze idolatre, contro i buoni e universali valori dell'uomo di buona volontà il solo che fa miracoli con il suo impegno e la sua fatica.

https://www.facebook.com/pietro.marinel ... 8306612376

"Considerando lo scenario attuale, accogliere significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione. In tal senso, è desiderabile un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare. Allo stesso tempo, auspico che un numero maggiore di paesi adottino programmi di sponsorship privata e
comunitaria e aprano corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili. Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi confinanti. Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali.[3] Torno a sottolineare l’importanza di offrire a migranti e rifugiati una prima sistemazione adeguata e decorosa. «I programmi di accoglienza diffusa, già avviati in diverse località, sembrano invece facilitare l’incontro personale, permettere una migliore qualità dei servizi e offrire maggiori garanzie di successo».[4] Il principio della centralità della persona umana, fermamente affermato dal mio amato predecessore Benedetto XVI,[5] ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale. Di conseguenza, è necessario formare adeguatamente il personale preposto ai controlli di frontiera. Le condizioni di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, postulano che vengano loro garantiti la sicurezza personale e l’accesso ai servizi di base. In nome della dignità fondamentale di ogni persona, occorre sforzarsi di preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entrano nel territorio nazionale senza essere autorizzati.[6]

Il secondo verbo, proteggere, si declina in tutta una serie di azioni in difesa dei diritti e della dignità dei migranti e dei rifugiati, indipendentemente dal loro status migratorio.[7] Tale protezione comincia in patria e consiste nell’offerta di informazioni certe e certificate prima della partenza e nella loro salvaguardia dalle pratiche di reclutamento illegale.[8] Essa andrebbe continuata, per quanto possibile, in terra d’immigrazione, assicurando ai migranti un’adeguata assistenza consolare, il diritto di conservare sempre con sé i documenti di identità personale, un equo accesso alla giustizia, la possibilità di aprire conti bancari personali e la garanzia di una minima sussistenza vitale. Se opportunamente riconosciute e valorizzate, le capacità e le competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati, rappresentano una vera risorsa per le comunità che li accolgono.[9] Per questo auspico che, nel rispetto della loro dignità, vengano loro concessi la libertà di movimento nel paese d’accoglienza, la possibilità di lavorare e l’accesso ai mezzi di telecomunicazione. Per coloro che decidono di tornare in patria, sottolineo l’opportunità di sviluppare programmi di reintegrazione lavorativa e sociale. La Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo offre una base giuridica universale per la protezione dei minori migranti. Ad essi occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria. Parimenti è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento.[10] Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita. La apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso «una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale».[11] Lo status migratorio non dovrebbe limitare l’accesso all’assistenza sanitaria nazionale e ai sistemi pensionistici, come pure al trasferimento dei loro contributi nel caso di rimpatrio.

Promuovere vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore.[12] Tra queste dimensioni va riconosciuto il giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pratica religiosa. Molti migranti e rifugiati hanno competenze che vanno adeguatamente certificate e valorizzate. Siccome «il lavoro umano per sua natura è destinato ad unire i popoli»,[13] incoraggio a prodigarsi affinché venga promosso l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva e un’informazione adeguata nelle loro lingue originali. Nel caso di minori migranti, il loro coinvolgimento in attività lavorative richiede di essere regolamentato in modo da prevenire abusi e minacce alla loro normale crescita. Nel 2006 Benedetto XVI sottolineava come nel contesto migratorio la famiglia sia «luogo e risorsa della cultura della vita e fattore di integrazione di valori».[14] La sua integrità va sempre promossa, favorendo il ricongiungimento familiare – con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti –, senza mai farlo dipendere da requisiti economici. Nei confronti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in situazioni di disabilità, vanno assicurate maggiori attenzioni e supporti. Pur considerando encomiabili gli sforzi fin qui profusi da molti paesi in termini di cooperazione internazionale e assistenza umanitaria, auspico che nella distribuzione di tali aiuti si considerino i bisogni (ad esempio l’assistenza medica e sociale e l’educazione) dei paesi in via di sviluppo che ricevono ingenti flussi di rifugiati e migranti e, parimenti, si includano tra i destinatari le comunità locali in situazione di deprivazione materiale e vulnerabilità.[15]

L’ultimo verbo, integrare, si pone sul piano delle opportunità di arricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifugiati. L’integrazione non è «un’assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale. Il contatto con l’altro porta piuttosto a scoprirne il “segreto”, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca. È un processo prolungato che mira a formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini».[16] Tale processo può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici e di percorsi di regolarizzazione straordinaria per migranti che possano vantare una lunga permanenza nel paese. Insisto ancora sulla necessità di favorire in ogni modo la cultura dell’incontro, moltiplicando le opportunità di scambio interculturale, documentando e diffondendo le buone pratiche di integrazione e sviluppando programmi tesi a preparare le comunità locali ai processi integrativi. Mi preme sottolineare il caso speciale degli stranieri costretti ad abbandonare il paese di immigrazione a causa di crisi umanitarie. Queste persone richiedono che venga loro assicurata un’assistenza adeguata per il rimpatrio e programmi di reintegrazione lavorativa in patria.

In conformità con la sua tradizione pastorale, la Chiesa è disponibile ad impegnarsi in prima persona per realizzare tutte le iniziative sopra proposte, ma per ottenere i risultati sperati è indispensabile il contributo della comunità politica e della società civile, ciascuno secondo le responsabilità proprie.

Durante il Vertice delle Nazioni Unite, celebrato a New York il 19 settembre 2016, i leader mondiali hanno chiaramente espresso la loro volontà di prodigarsi a favore dei migranti e dei rifugiati per salvare le loro vite e proteggere i loro diritti, condividendo tale responsabilità a livello globale. A tal fine, gli Stati si sono impegnati a redigere ed approvare entro la fine del 2018 due patti globali (Global Compacts), uno dedicato ai rifugiati e uno riguardante i migranti.

Cari fratelli e sorelle, alla luce di questi processi avviati, i prossimi mesi rappresentano un’opportunità privilegiata per presentare e sostenere le azioni concrete nelle quali ho voluto declinare i quattro verbi. Vi invito, quindi, ad approfittare di ogni occasione per condividere questo messaggio con tutti gli attori politici e sociali che sono coinvolti – o interessati a partecipare – al processo che porterà all’approvazione dei due patti globali".

Questo è il discorso di Papa Francesco, tratto dal sito della Santa Sede




Gino Quarelo

Un falso salvatore del mondo che alimenta il parassitismo statale romano e italiano, l'enormità del debito pubblico, l'imperialismo religioso cattolico-romano, la sudditanza irresponsabile diffusa e la dipendenza dalle credenze idolatre, contro i buoni e universali valori dell'uomo di buona volontà il solo che fa miracoli con il suo impegno e la sua fatica.

Grand'uomo apparentemente a chiacchere ma la realtà è ben diversa! Se lui che vende salvezza divina, fede nei miracoli, manna dal cielo, provvidenza divina e un buon posto nell'aldilà non è in grado di moltiplicare i pani e i pesci, se nemmeno il suo idolo lo fa, chi mai dovrebbe produrre questi pani e questi pesci? E la nostra gente che emigra, che è povera, che è disoccupata, disperata e che si suicida? E chi paga tutto ciò? Uomo fanfarone e irresponsabile!
Quest'uomo è un invasato utopista che si crede salvatore del mondo, che manipola i diritti umani e viola quelli dei cristiani e dei non cristiani che sono cittadini italiani ed europei. Quest'uomo promuove una forma di solidarietà disumana coatta che prima viola i nostri diritti umani, genera schiavitù fiscale, sofferenza sociale , privilegi e parassitismo economico e poi conflitti a non finire e future guerre civili sanguinose.
Quest'uomo è un parassita per eccellenza, è la falsa bontà a spese degli altri che genera il male.






Papa Bergoglio parla di “risorse” come la Bodrini e di wi-fi come Bello Figo
Il blog di Laura Tecce
2017/08/21

http://blog.ilgiornale.it/tecce/2017/08 ... bello-figo

«Si renda dunque a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio».

Ad ognuno il suo ruolo. Questa frase attribuita a Gesù Cristo nei Vangeli sinottici getta così le basi della divisione tra potere spirituale e potere temporale.

È vero che, secondo le Scritture, il potere esercitato sulla terra viene da Dio ma come scrive nel Nuovo Testamento l’Apostolo Paolo a proposito della situazione dei cristiani nell’Impero “occorre prestare obbedienza leale alle autorità dello Stato” (cf. Rm 13,1-7; Tt 3,1-2). Cosa significa questo? Che lo Stato, inteso come autorità politica, è assolutamente necessario per la vita della polis e dei credenti in essa. La città abitata dagli uomini e dalle donne necessita di ordine, di legalità, di giustizia, e dunque la politica non può essere ignorata, né si può vivere in società senza un’autorità cui rispondere. Ma l’autorita politica, legislativa e giuridica è ben distinta, nell’ insegnamento e nella testimonianza di Gesù, da quella spirituale. Gesù ha rifiutato di essere un Messia politico (cf. Mt 4,8-10), non ha accettato di essere fatto re (cf. Gv 6,14-15) ). Egli è Re – come dirà a Pilato – ma non di questo mondo (cf. Gv 18,36)! Dare a Cesare ciò che è di Cesare, allora, significa riconoscerne l’autorità laica e tenere conto di essa. Nella storia della Chiesa Cattolica Romana questi precetti non sono sempre stati seguiti, basti pensare al periodo storico in cui il Papa, oltre ad essere Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, è stato anche sovrano dello Stato Pontificio (752-1870).
Jorge Mario Bergoglio dovrebbe essere a conoscenza che il potere temporale dei papi è cessato nel 1870 e che comunque era circoscritto entro i confini dello Stato della Chiesa. O forse no, vista la sua predisposizione ad intervenire con prese di posizione nette e apodittiche su questioni di geopolitica internazionale, di mercato interno del lavoro e di sicurezza nazionale con la sua visione pauperistica e immigrazionista/terzomondista che poco attendono al governo spirituale e molto a quello terreno.
L’ultima in ordine di tempo è un’anticipazione del messaggio che invierà in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del prossimo 14 gennaio, dal tema “cogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”. Perché abbia deciso di diffonderla con cinque mesi di anticipo non è dato sapere. E perché si sia istituita una tale Giornata ancora meno…

In ogni modo, Bergoglio spiega come «nel rispetto del diritto universale a una nazionalità questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita».
Un vero e proprio endorsement in favore dello Ius Soli, e questo non stupisce. Stupisce invece che il Pontefice non sappia che i bambini al momento della nascita hanno già una nazionalità che è quella dei genitori. E davvero non si capisce perché la nazionalità francese, finlandese, nigeriana, congolese, marocchina, albanese, rumena o australiana debba essere considerata “inferiore” a quella italiana. Questo, invero, andrebbe chiesto anche ai nostri parlamentari che con tanta veemenza sostengono lo ius soli.

In ogni caso, sarà italiano il bambino che rischi di non vedersi attribuita alcuna cittadinanza alla nascita, ad esempio perché i genitori sono privi di alcuna cittadinanza (apolidi) ovvero sono cittadini di Stati che non consentono al figlio nato all’estero di acquistare la cittadinanza italiana (cfr. art. 1, comma 1, lett. b), legge n. 91/1992). Ancora sono italiani alla nascita i bambini trovati in Italia i cui genitori siano sconosciuti (art. 1, comma 1, lett. c), legge n. 91/1992). Dunque non si preoccupi Bergoglio che nessun bambino verrà lasciato senza nazionalità dallo Stato italiano.
A meno che il Papa non stesse parlando di concedere a tutti la cittadinanza dello Stato della Città del Vaticano che, ricordiamolo, è una monarchia assoluta teocratica elettiva, circondato dalle alte mura leonine e di cui è praticamente impossibile ottenere lo status di cittadino.
Ma la cosa, a modesto parere di chi scrive, più inquietante del messaggio del Sommo Pontefice non è il discorso, seppur fuorviante, sulla nazionalità. Ecco cosa ha dichiarato sul lavoro e i “diritti”: «le competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati, se opportunamente riconosciute e valorizzate, rappresentano una vera risorsa per le comunità che li accolgono. Per questo auspico che, nel rispetto della loro dignità, vengano loro concessi la libertà di movimento nel paese d’accoglienza, la possibilità di lavorare e l’accesso ai mezzi di telecomunicazione“.
Il Papa parla di “risorse” come la Boldrini e di WI -FI come un Bello Figo qualunque. E di lavoro che per gli italiani e i cittadini stranieri regolari non c’è, a prescindere da competenze, meriti, valorizzazione e riconoscimento.



Cari amici, dobbiamo prendere atto che questo Papa non ama né gli italiani né la cristianità.

Magdi Cristiano Allam

Nel momento in cui gli italiani registrano un tracollo demografico e un crescente impoverimento della popolazione, anziché prodigarsi per la promozione della cultura della vita e della rigenerazione della vita aiutando le famiglie italiane, le madri italiane e i giovani italiani, è intervenuto nuovamente a favore dell'apertura incondizionata delle nostre frontiere per incrementare l'auto-invasione di giovani africani, asiatici e mediorientali che sono prevalentemente musulmani, che si tradurrà nell'auto-sostituzione etnica degli italiani e nella fine della nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umanistico-illuministe, trasformandoci in una popolazione meticcia e islamica.
Proprio nel momento in cui le forze politiche sono fortemente in contrasto sulla legge dello ius soli, che attribuirebbe la cittadinanza italiana a chiunque nasca in Italia, Papa Francesco ha pesantemente preso posizione a favore dello ius soli anticipando di ben cinque mesi il Messaggio che verrà ufficializzato il 14 gennaio 2018 in occasione della "Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato". Per i giovani africani, asiatici e mediorientali che entrano in Italia tutti senza documenti e in parte senza essere identificati, Papa Francesco chiede di tutto e di più: lo ius soli, ossia la cittadinanza italiana al momento della nascita; lo ius culturae, il diritto a completare l'istruzione primaria e secondaria in Italia; la concessione di visti umanitari, visti temporanei speciali e il diritto al ricongiungimento familiare per accogliere tutti, proprio tutti quelli che vogliono entrare in Italia, a prescindere dal fatto se fuggano o meno dalla guerra.
Ebbene proprio perché si tratta manifestamente di un intervento politico, che irrompe nel dibattito politico in corso tra i partiti italiani mirando a condizionarne l'esito, io denuncio l'inaccettabile interferenza politica di Papa Francesco negli affari interni dell'Italia che, almeno formalmente, è uno Stato indipendente e sovrano.



I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
viewtopic.php?f=141&t=2574

Utopie demenziali e criminali - falsi salvatori del mondo e dell'umanità
viewtopic.php?f=141&t=2593
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mer ago 23, 2017 4:47 am

Ius soli, Tonelli: "A un terrorista basterà fare un figlio per non essere espulso"
Francesco Curridori - Mar, 22/08/

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 33006.html


Gianni Tonelli (Sap) attacca sullo Ius soli: "Oggi è opportuno regalare ai terroristi la possibilità di non essere espulsi solamente facendo un figlio?"

"Oggi, con la disastrosa situazione venutasi a creare per la sicurezza del Paese, è opportuno regalare ai terroristi la possibilità di non essere espulsi solamente facendo un figlio?".

Oggi se lo chiede anche Gianni Tonelli, segretario del Sindacato autonomo di polizia (Sap), che si inserisce nel dibattito sullo ius soli affrontando il tema dal punto di vista della sicurezza.

"Ancora, come faremo ad affrontare la super emergenza migratoria conseguente se dispensiamo un incentivo di una tale portata in un continente martoriato dalla disperazione, dalla fame e dalle guerre?", aggiunge Tonelli che si dice convinto che "sullo Ius Soli deve decidere la nazione Italia, non un Parlamento in difetto di rappresentatività a causa delle "transumanze" di convenienza, in questo scorcio di legislatura". Secondo il segretario del Sap "Il tema deve essere uno dei punti centrali della nuova campagna elettorale consentendo agli italiani di sceglierere" e i cittadini "non possono essere espropriati della loro sovranità da una pseudo elite autoreferenziale sulla quale pesa fortemente il sospetto di essere "condizionata".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » dom ago 27, 2017 9:25 am

Olanda, il primo caso: via la cittadinanza a chi compie atti di terrorismo islamico
24 Agosto 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... ico--.html

Chi compie atti terroristici sarà privato della cittadinanza. Una misura che l'ex presidente francese François Hollande aveva annunciato ma che si era arenata ostacolata dal Parlamento. Chi è passato dalle (belle) parole ai fatti è stata invece l'Olanda.

Lo stato nordeuropeo ha fatto approvare una legge sul tema. Passata in sordina, è diventata ufficiale lo scorso marzo e ieri, per la prima volta, l' ha effettivamente applicata. Il ministro dell' Interno Stefan Blok ha l'ha annunciato senza comunicare l'identità del terrorista.

Quello che si sa - come si legge su Il Giornale - è che si tratta di un jihadista che ha ricevuto una condanna in contumacia, dal momento che si trova all'estero. Blok ha soltanto confermato che al momento l' uomo privato della cittadinanza si trova certamente nei territori controllati dal sedicente Stato Islamico, in Siria o in Iraq.

Questa misura comporta l'impossibilità, per l'uomo, di fare ritorno nei Paesi Bassi senza il possesso della cittadinanza. "Con questa legge qualsiasi diritto legato alla cittadinanza si perde", ha chiarito il ministro Blok. Il ministro ha anche precisato che la legge può essere applicata soltanto alle persone in possesso di doppia cittadinanza, non essendo considerato ammissibile di ridurre qualcuno nella condizione di apolidia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Antropologia

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti