Ius soli e cittadinanza

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » gio giu 22, 2017 3:27 pm

"La legge è una calamita per le ondate migratorie E non aiuta a integrarsi"
Il filosofo francese critica lo ius soli: «Non tutti gli stranieri vogliono diventare italiani»
Sebastiano Caputo - Gio, 22/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 11817.html

Alain De Benoist, in Italia è in corso un dibattito accesso sullo ius soli, si è fatto un'idea?

«Il dibattito sullo ius soli ha un senso solo nei periodi di grande movimento migratorio come questo e va affrontato con la massima intelligenza. Una legge troppo permissiva rischia di accelerare questo processo e fare da calamita».

Quelli che contestano questa legge utilizzano l'espressione grande sostituzione.

«Renaud Camus, scrittore francese, è stato il primo ad utilizzare questa espressione. Non alludeva specificatamente allo ius soli ma all'immigrazione in generale. Sosteneva che nei Paesi occidentali era in corso una sostituzione dei popoli con un altro venuto da fuori. In Francia e all'estero questa teoria choc ha avuto grande successo. Personalmente non la ritengo esatta. Non contesto le intenzioni ma come viene formulata: non c'è nessuna sostituzione in corso bensì una modificazione demografica dovuta all'arrivo di nuove popolazioni. Siamo di fronte ad una grande trasformazione».

Dall'altro lato, i sostenitori dello ius soli, politici e intellettuali, lo definiscono un atto di civiltà.

«Non vedo questa riforma come un progresso ma come un regresso. Nulla è ineluttabile, e poi non sempre i diretti interessati hanno la voglia di cambiare nazionalità, molti migranti vogliono conservare la propria cultura e le proprie radici, vedi in Francia, alcuni non si sentono francesi nonostante gli sia stata data la nazionalità. La retorica umanitaria è una moda, è un catechismo morale, è una vera e propria ideologia del Bene che andrebbe rimessa in discussione. Domandiamoci piuttosto se l'immigrazione è un processo giusto o sbagliato. Quelli che gioiscono di questo fenomeno in realtà disprezzano il loro popolo e vogliono modificarlo. Come se poi i migranti fossero felici di dover lasciare il loro Paese di origine. Io considero l'immigrazione una forma di sradicamento: è innanzitutto un dramma individuale e familiare. Queste persone non emigrano per piacere o per turismo ma perché fuggono dalla guerra o dalla miseria, di conseguenza affrontare la tematica dell'immigrazione come un fatto naturale vuole dire strumentalizzare i loro sentimenti».

E poi molti dei terroristi che hanno colpito la Francia negli ultimi anni hanno ottenuto nazionalità francese proprio grazie alla legislazione nazionale.

«Non tutti i migranti sono dei terroristi, ma la maggior parte degli attentatori avevano la nazionalità francese e l'hanno ottenuta grazie allo ius soli francese. Questo dimostra che non è sufficiente ottenere lo status di cittadino per sentirsi membro di una comunità, di un popolo o di un Paese. Per cui è necessario pensare prima a quale modello di integrazione o di assimilazione adottare se no si rischia come in Francia di etnicizzare i rapporti sociali. Da un lato si dice che le etnie non esistono, che siamo tutti uguali, ma poi regna il comunitarismo e la giustizia considera le minoranze dei soggetti a sé».
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » sab giu 24, 2017 5:04 pm

???

Ius Soli, le ambizioni dimezzate degli italiani senza cittadinanza: "Ammessa a università prestigiose a Londra, ho dovuto rinunciare"
di Angela Gennaro | 24 giugno 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06 ... re/3677886

Quelle di Fioralba, Xavier, Cristian, Emmanuel, Sonny, Christabel, Camila, Sandro, Monia, Charlotte sono storie di cittadinanza mancata. A volte, infine, conquistata. Ma la cui assenza ogni volta ha cambiato il corso delle loro vite. “Quando lavoravo in negozio le signore italiane mi parlavano lentamente e puntualmente si stupivano di quanto parlassi bene italiano”, racconta Christabel, accento romano di Roma, sorriso contagioso e genitori della Sierra Leone. “Da quanto tempo sei in Italia, mi sono sempre sentita chiedere. Sono nata a Roma, rispondo. Sì, ma da quanto? Da tutta la vita, signora”.

La mamma di Christabel, racconta, è venuta in Italia dalla Sierra Leone all’inizio degli anni ’90. Qui ha incontrato quello che poi sarebbe diventato il suo compagno, il papà, suo connazionale. E nel 1992 è nata Christabel. “Mia mamma ha potuto fare il permesso di soggiorno solo dopo cinque anni che era residente a Roma. Nel frattempo ero nata io. In più, una volta ottenutolo, per aggiungere anche me al suo permesso, è passato un altro anno. Roba di burocrazia“. Risultato? Un “buco” di sei anni nella residenza della ragazza. E la richiesta di cittadinanza italiana a rischio: “Non è saltata, per fortuna, ma ci ha impiegato tre anni”. Giusto il tempo necessario per rinunciare al sogno di una vita. “Ero stata presa da ben cinque università prestigiose a Londra. Era quello che volevo fare: relazioni internazionali e poi lavorare per l’Africa. Da italiana, quindi europea, la retta sarebbe stata economicamente affrontabile. Da extracomunitaria quale ero era di 20mila sterline all’anno”, dice Christabel. “Non solo non ce le avevo, ma non mi sembrava giusto”.

Anche Emmanuel è nato a Roma. Gioca a basket da quando aveva otto anni. È alto un metro e 96 e vive all’Esquilino. “L’anno scorso ero arrivato a giocare con una squadra che era in serie B. Ma per metà della stagione non sono potuto scendere in campo, perché in serie B possono giocare solo italiani e io avevo ancora solo la cittadinanza nigeriana”. Ora, diciottenne e cittadino italiano, “può essere chiamato in nazionale” e si allena, tra l’altro, al centro estivo della scuola Di Donato nel quartiere tra i più multietnici della Capitale. Una scuola che ha 800 bambini: metà italiani e metà di cittadinanza straniera. “Bimbi che si mescolano, giocano, litigano, corrono e non sanno cosa sia lo ius soli“, dice Francesca Valenzo, responsabile del centro.

E poi c’è Charlotte, nata in Ghana e in Italia da 10 anni. “Quando andavo a scuola, non andavo in gita perché la questione del permesso di soggiorno per noi è un tema ogni volta”. E all’università capita di rinunciare all’Erasmus. “Certo, l’avrei fatto, ma non ci ho mai pensato”, spiega Fioralba. Viene da Scutari, nel nord dell’Albania, ed è a Roma con la sua famiglia da 16 anni. È un’attivista del movimento #Italianisenzacittadinanza: “Non possiamo rischiare di trascorrere lunghi periodi fuori per non mettere a rischio la questione della residenza”. Mamma e papà, racconta, “amano molto l’Italia e l’hanno scelta”. “Mio padre è pittore e ha scelto per me questo nome molto italiano”, sorride. “Per loro è stato fondamentale che noi vivessimo immerse ella cultura italiana. Sui banchi di scuola a partire dalla prima media per me fino alla laurea, lo scorso ottobre. Eppure rinnovo il permesso di soggiorno ogni due anni e mezzo”. E la vita è diversa da quella dei coetanei. “Quando stavo per compiere 18 anni volevo entrare insieme ai miei compagni nei musei di Roma. Ma loro sarebbero entrati gratuitamente. Io no”.

Stessa piccola avventura accaduta a Eros, romano di Roma, nato nella Capitale da genitori filippini. Nel suo caso al Colosseo, dove i compagni potevano entrare gratuitamente e lui no. Eros ha 21 anni e fa il receptionist in un albergo. In realtà avrebbe voluto fare l’assistente di volo. “Ma non avendo esperienza dovevo iniziare con piccole compagnie come Ryanair, EasyJet ecc”, racconta. “E purtroppo tutti richiedevano la cittadinanza europea”.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » dom giu 25, 2017 11:26 am

Chi paga il conto (stellare) dei nuovi italiani
Questo diritto per i soggetti esteri genera dei costi per chi cittadino lo è già. Le conseguenze su concorsi e università
Francesco Forte - Sab, 24/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 11820.html


Nella discussione sulla cittadinanza in base allo ius soli, inventato dopo la scoperta dell'America per toglierla agli Indios, si dimentica che questo diritto per i soggetti esteri genera dei costi per chi cittadino lo è già sia perché ci sono nuove spese e sia perché essendo la «coperta corta», ce n'è meno per ciascuno.

I leader politici che sostengono lo ius soli dovrebbero spiegare che «non è un pasto gratis».
In Italia esiste la legge sull'invalidità civile che dà diritto a una indennità mensile ed a una serie di agevolazioni, per gli italiani invalidi civilmente, per nascita o disabilità successiva, extra lavoro, conseguita in qualsiasi età. Inoltre è prevista, a carico del Tesoro, la pensione sociale per i cittadini anziani, privi di altra pensione o/e reddito adeguato. La concessione, della cittadinanza per ius soli, genererebbe un diritto a tale indennità, anche per chi sia tornato nel paese di origine o sia andato in un terzo.
Gli extracomunitari potranno fruire del bonus bebè anche se privi di permesso di soggiorno di lunga durata. Con lo ius soli, potranno aprire una impresa o fare un lavoro autonomo anche extracomunitari con permesso di soggiorno breve. L'annuncio che in Italia c'è lo ius soli agirà da incentivo all'immigrazione illegittima in particolare di donne in gravidanza e di giovani. Inoltre tanti semi clandestini che sono in Italia da molto tempo faranno emergere diritti di cittadinanza per lo ius soli dei loro figli.
Ora, in estensione alla social card, è stato creato il reddito di inclusione, collegato alla cittadinanza. Estendendo il diritto a essere italiani cresce il numero degli aventi diritto al reddito di inclusione. I grillini, che sostengono che tutti debbono avere un «reddito di cittadinanza» se non trovano lavoro o non lo vogliono trovare, ora si oppongono allo ius soli, dopo esserne stati paladini, perché il loro progetto elettoralistico principale sarebbe messo a repentaglio dal fatto che cresca troppo il numero dei cittadini. Così si contorcono.
Quelli del Pd sventolano il proprio disegno di legge sullo ius soli, per dimostrare che i «veri umanitari» son loro. Ma non spiegano che ci sono nuovi costi e che poiché «i posti a tavola sono limitati», qualcuno dovrà rimaner fuori. Se ci sono più italiani, quelli che lo sono già vedono sminuiti i propri diritti, come quelli per le iscrizioni ai corsi universitari a numero chiuso e alle borse di studio in cui c'è la distinzione fra i posti per gli italiani e quelli per gli stranieri. Lo stesso vale per i concorsi negli impieghi pubblici e per molte agevolazioni statali, regionali e di enti locali per le quali, nella domanda, bisogna mettere che si è italiani.
Grossi problemi di costi sorgerebbero per gli uffici anagrafici e per quelli dei passaporti, che debbono rilasciarne un maggior numero, controllarne l'aggiornamento e fare traduzioni in lingua italiana di certificati in lingue afro-asiatiche spesso con caratteri sconosciuti. Nuovi costi per gli uffici elettorali, con l'aumento degli aventi diritto al voto; e nuove spese per i seggi elettorali all'estero e per le nostre ambasciate. Desideriamo accoglier gli stranieri senza mezzi, vogliamo farli nostri concittadini per ius soli, vogliamo dar loro il reddito di inclusione e altri «pasti gratis» e posti perché «ci sentiamo umanitari»?
Bene. La domanda non è soltanto «chi paga il conto», ma anche «abbiamo abbastanza mezzi per pagare il conto?».
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » dom giu 25, 2017 8:23 pm

Ius soli, la Chiesa insiste: "A chi nasce in Italia venga riconosciuta la cittadinanza"
Monsisgnor Becciu benedice lo ius soli: "Si riconosca la dignità delle persone". E sugli attentati: "Niente ferma il Papa nel dialogo interreligioso"
Sergio Rame - Lun, 19/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 10898.html

Il Vaticano torna alla carica. E, all'indomani dello scontro durissimo con la Lega Nord, torna a fare lo spot alla legge sulla cittdinanza che, se approvata in parlamento, porterebbe in Italia lo ius soli.

Dopo il presidente della fondazione "Migrantes", monsignor Gian Carlo Perego, e il segretario generale della Cei Nunzio Galantino, oggi tocca a Angelo Becciu, sostituto della segreteria di Stato della Santa Sede. La linea è sempre la stessa: "A chi nasce qui in Italia venga riconosciuta la cittadinanza".

"Il Vaticano non si è ancora espresso, aspettiamo la decisione del parlamento italiano ma è chiaro che vorremmo che si riconoscesse la dignità delle persone che arrivano nel nostro Paese". A margine di una presentazione di un libro su papa Francesco, l'arcivescovo Becciu torna a difendere a spada tratta lo ius soli auspicando apertamente che "a chi nasce qui in Italia venga riconosciuta la cittadinanza". Il sostituto della segreteria di Stato della Santa Sede non fa troppi giri di parole e sposa la linea della sinistra terzomondista che in parlamento sta cercando di fare l'impossibile pur di far approvare il disegno di legge nonostante il muro alzato dal centrodestra e dal Movimento 5 Stelle a fronte dell'emergenza immigrazione e dei continui attentati di matrice islamica nel cuore dell'europa. "Come Chiesa - ha ribadito Becciu riprendendo le parole pronunciate ieri da Galantino - noi siamo vicino a chi è nella necessità, nella debolezza e a chi ha bisogno di essere protetto".

Monsignor Becciu è tornato a parlare anche dell'emergenza terrorismo islamico. E ha ricordato, ancora una volta che papa Francesco andrà avanti a dialogare con l'islam, nonostante gli ultimi atti terroristici. "Ovviamente - ha sottolineato - vi è preoccupazione per la sicurezza delle nostre città e solidarizziamo con il popolo britannico (teatro degli ultimi attentati terroristici, ndr) ma il Papa niente lo ferma, nel dialogo, nella speranza che prevalga il senso del bene, della pace e della collaborazione. Niente quindi ci blocca per continuare il dialogo interreligioso. Malgrado tutto si va avanti...".



Il Papa Re e lo Ius Soli. Bergoglio, Galantino e Becciu in prima fila a far politica. Vogliono l’Italistan. – Il blog di Carlo Franza

http://blog.ilgiornale.it/franza/2017/0 ... ebook+Page

Di questa Chiesa santa, cattolica, apostolica e romana che pontifica invece che santificare non se ne può più. “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” disse Cristo alla folla che lo seguiva e ai suoi apostoli; ripeto disse e in modo chiaro Cristo, ma la Chiesa, anzi questa Chiesa, ne ha ormai abbandonato l’insegnamento. E’ da tempo che la Chiesa cattolica vede i suoi luoghi di culto ormai vuoti o frequentati da poche vecchine, i matrimoni religiosi scomparsi, i battesimi tasso zero, la religione cristiana abbandonata dall’intera Europa. E sapete perché? Perché la Chiesa, ovvero Papa, cardinali, vescovi, preti, parroci e frati tutti, che hanno sempre fatto politica, adesso invece che essere chiesa missionaria, girare il mondo ed evangelizzare, parlano più del solito di sociale, tema che è diventato il nuovo vangelo, anzi un quinto vangelo, e spessissimo santa madre chiesa si intromette in questioni che proprio non gli competono, facendo politica a tutti gli effetti. Papa, curiali e preti dai pulpiti predicano non più il vangelo, ma inseguono tematiche che sono di competenza statale e parlamentare. Questi, (ovvero papa, vescovi e preti) che sono tutti laureati in teologia – ovvero in cose che riguardano il sacro- pensano di saperne di scienze politiche, di giurisprudenza o di sociologia senza esserne laureati, e fanno i saputi come “il nuovo Di Vittorio” di Cerignola ossia il vescovo Nunzio Galantino Segretario Generale della CEI (Cerignola- Foggia, 1948). Ed è proprio per questo che io stesso pur essendo cristiano sono oggi critico verso Santa Madre Chiesa tenuta in ostaggio da Bergoglio, Galantino, Becciu e compagni.

Con quest’accoglienza propinata tutti i giorni, Bergoglio ci ha stancato, con l’intromissione di Galantino sullo Ius Soli da introdurre in Italia siamo allo scontro totale fra Stato e Chiesa. Lo Ius Soli sarebbe un disastro per l’Italia ha detto l’amico Giovanni Sartori, che ha dato del “demente” a Galantino. Galantino pontifica come fosse il Presidente del Consiglio o un parlamentare dello stato italiano; Salvini lo ha invitato in un dibattito pubblico, a seguito delle uscite penose. Galantino dovrebbe studiare un po’ più di Storia Romana per sapere a chi i Romani -non la chiesa- concedevano la cittadinanza.
Eppoi c’è monsignor Becciu della Segreteria di Stato che pensa di dire la sua -non sappiamo a quali fedeli cristiani- vista un’Europa assente alla cristianità. Monsignor Becciu benedice lo ius soli: “Si riconosca la dignità delle persone”. E sugli attentati: “Niente ferma il Papa nel dialogo interreligioso”. Giuliano Ferrara ha detto chiaramente: “È in atto il rimpiazzo demografico, e dunque civile, del vecchio ordine e della vecchia identità biologica e storica del nostro mondo”.

Tutti in guerra, ad iniziare da questo Papa, buona parte dei vescovi, curiali e non, sull’introduzione dello Ius Soli in Italia. Lo Ius Soli sarebbe la più grande iattura del terzo millennio, perche questa legge potrebbe portare l’Italia a cambiare nel giro di una generazione nome in Italistan. Siccome Bergoglio, Galantino, Becciu e compagni appartengono ad un altro stato che si chiama Vaticano, la concedano loro la cittadinanza a questo milione in attesa di nomina. So di tanti miei amici che quest’anno l’8 per mille non lo hanno più dato alla Chiesa Cattolica, compreso il sottoscritto, e d’altronde a cosa dovrebbero servire quei soldi, a finanziare le cooperative dell’accoglienza? Bergoglio, visto che in Europa ormai non c’ è più ascolto per la chiesa cattolica, dovrebbe prendere frati, preti, suore, vescovi e cardinali e spedirli tutti in Africa e in Oriente ad evangelizzare i migranti, ed anzi solo così si potrebbe porre fine a questa processione giornaliera, quotidiana, senza santi e senza miracoli. Se tornasse Cristo oggi non alzerebbe scudisciate, come fece, con i mercanti nel tempio, ma caccerebbe a pedate questi seguaci ormai lontani dal detto prima citato, perchè danno a Cesare e non a Dio. E badate bene che dopo lo Ius Soli sollecitato da Bergoglio, Galantino e Becciu, questa classe religiosa vaticana potrebbe arrivare ad invitare quei pochi cristiani rimasti ad accettare anche il passaggio nelle file della religione islamica. Ecco a cosa dovrebbe portare lo Ius Soli, la legge della concessione della cittadinanza agli stranieri migranti, ecco ipotizzare l’ultima parte del terzo segreto di Fatima nascosta ai più, ecco l’Apocalisse incombente. Prepariamoci ai cieli che si squarceranno.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » lun giu 26, 2017 4:13 pm

Ius soli, la maggioranza dice no In sei anni opinioni ribaltate
Nando Pagnoncelli
Milano, 24 giugno 2017

http://www.corriere.it/politica/17_giug ... 9716.shtml

Gli italiani favorevoli nel 2011 erano il 71 per cento, ora sono scesi al 44 per cento. Ma per la versione «temperata» c’è una maggioranza risicata

Finora il tema degli stranieri è stato caratterizzato da una forte ambivalenza tra gli italiani. In generale infatti la loro presenza suscita preoccupazione perché sono giudicati troppo numerosi, gravano sui conti pubblici e competono con gli italiani nel mercato del lavoro. Per non parlare dei rischi per la sicurezza, non solo per gli episodi di microcriminalità (scippi, furti negli appartamenti, spaccio, ecc.) ma anche per la possibile presenza di terroristi. Tuttavia, spostando l’attenzione dalla percezione generale del fenomeno all’esperienza diretta e alle persone straniere con cui si hanno rapporti quotidianamente (dalla badante all’operaio, ai compagni di scuola dei propri figli o nipoti), le minacce paventate spariscono, gli atteggiamenti cambiano e risultano più orientati all’inclusione. Insomma, da un lato si registra una chiusura determinata dall’allarme sociale e dall’altro un’apertura favorita da una pacifica convivenza. Il sondaggio odierno sullo ius soli sembra segnare una discontinuità rispetto a questa contraddizione: infatti oltre la metà degli italiani (54%) è contraria al riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli di immigrati stranieri nati nel nostro Paese, con almeno un genitore che abbia un permesso di soggiorno permanente in Italia, mentre il 44% si dichiara favorevole. Nell’arco di sei anni le opinioni si sono rovesciate: da un sondaggio Ipsos pubblicato nel 2011 emergeva che i favorevoli allo ius soli (71%) prevalevano nettamente sui contrari (27%).

Il tema è fortemente al centro del dibattito politico attuale e ha prodotto una netta polarizzazione delle opinioni. Gli elettori del Pd sono in larga misura favorevoli (78%) mentre tra quelli della Lega e di FI prevale nettamente la contrarietà (86%). L’elettorato del MoVimento 5 Stelle che, come noto, è più trasversale, presenta sensibilità diverse sulla questione e risulta più diviso: 58% i contrari allo ius soli a fronte del 42% di favorevoli. Ed è interessante soffermarci sulle differenze nei diversi segmenti sociali: i favorevoli prevalgono tra i più giovani (al di sotto dei 35 anni), tra i residenti nelle regioni del Nord Ovest, tra i laureati, i ceti dirigenti e impiegatizi, tra gli studenti e, sia pure di poco, tra le casalinghe. Mentre i contrari allo ius soli sono nettamente più presenti tra i commercianti, gli artigiani e i piccoli imprenditori, tra gli operai, i disoccupati e i pensionati. Inoltre, se analizziamo i credenti, coloro che hanno una partecipazione settimanale alla messa domenicale sono favorevoli allo ius soli, sia pure di poco, mentre chi ha una frequentazione meno assidua si dichiara nettamente contrario, nonostante la posizione da sempre assunta da papa Francesco sul tema dei migranti. L’ipotesi di riconoscere la cittadinanza a bambini e ragazzi figli di immigrati che abbiano frequentato per almeno cinque anni la scuola italiana modifica in parte gli atteggiamenti: in questo caso i favorevoli al riconoscimento della cittadinanza prevalgono sui contrari 51% a 47%, confermando la divisione nell’opinione pubblica. Divisione che si registra anche rispetto ad altre due questioni affrontate nel sondaggio odierno.

La prima riguarda la nostra cultura e le nostre tradizioni: la presenza degli immigrati rappresenta una minaccia per il 50% degli italiani mentre il 49% è di parere opposto, ritenendo il confronto tra le culture uno dei fattori di crescita del Paese. La seconda è una questione più complessa, di cui negli ultimi tempi si è iniziato a discutere e ha a che fare con aspetti economici e sociali, in particolare gli effetti positivi della presenza degli stranieri in termini di demografia (contrasta l’invecchiamento della popolazione), gettito fiscale e contributivo (contribuiscono al pagamento delle pensioni di molti italiani), crescita del Pil e dei consumi. In sintesi, la presenza degli stranieri è necessaria per il nostro Paese ma a questo proposito la maggioranza degli italiani (54%) si dichiara in disaccordo. Le opinioni sono influenzate dall’orientamento politico ma non solo. Sono soprattutto i ceti più in difficoltà, e le persone meno istruite e quelle meno giovani a mostrare atteggiamenti di maggiore chiusura, dettati da una forte preoccupazione. Il dibattito acceso, lo scambio di accuse tra «buonisti» e «cattivisti», come pure l’appello agli aspetti etici produce più una radicalizzazione delle posizioni piuttosto che un confronto. E in questo scenario la partita tra emozioni e paure da un lato contro razionalità e pragmatismo dall’altro è tutta a vantaggio delle prime.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mer giu 28, 2017 3:39 pm

Renzi non capisce la lezione: vuole la fiducia sullo ius soli
Il ko elettorale non ha cambiato i piani dell'ex premier Gli italiani rifiutano la legge, ma il governo accelera
Francesca Angeli - Mer, 28/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 14069.html

Per approvare lo ius soli il Senato dovrebbe votare la fiducia. Quattro volte. Una per ogni articolo del disegno di legge.

È questa l'unica via per far arrivare in porto il ddl prima della pausa estiva. E sarebbe questo l'imperativo che passa in queste ore tra le fila del Pd: «O adesso o mai più». A settembre lo scenario sarà completamente cambiato e il ddl, se non approvato, evaporerebbe col caldo estivo e l'imminenza delle elezioni. Dunque sembra che la batosta elettorale subita dal Pd alle amministrative non abbia provocato ripensamenti nei confronti di una legge che la maggioranza degli italiani chiaramente non vuole.

A forzare la mano è ancora una volta l'ex premier Matteo Renzi. «Non si cambiano le proprie idee in base ai sondaggi - ha detto ieri Renzi- Non si rimettano in discussione le battaglie che abbiamo fatto: quella sullo ius soli non si può mettere in discussione». E pur riconoscendo che i flussi attuali «non sono sostenibili» e che «l'opinione pubblica è esasperata» chiede uno sforzo educativo e culturale perché rinunciare allo ius soli significherebbe «cadere in basso perché un bambino che è nato e studia in Italia è italiano». Nonostante un'analisi approfondita del voto abbia dimostrato che il Pd ha perso nelle sue roccheforti rosse, in Toscana ed in Emilia, probabilmente proprio per una politica sbagliata sull'accoglienza, Renzi non fa marcia indietro ricordando che anche «noi siamo un popolo di migranti».

La discussione sul ddl in aula è già avviata e la prossima settimana il provvedimento è calendarizzato a partire dal voto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Non sarebbe troppo difficile rallentare la discussione affrontando i 48.000 emendamenti (per lo più presentati dalla Lega) e lasciare che le sabbie mobili del Senato inghiottano il ddl. E per questo Renzi punta alla fiducia. Non approvare il ddl sarebbe un ulteriore segno di debolezza e il premier Paolo Gentiloni sarebbe dalla sua parte anche perché senza questo provvedimento si rischia l'ennesima reprimenda dall'Europa.

Certo dopo il ko elettorale che segnala come l'orientamento della maggioranza degli italiani sia decisamente contrario allo Ius soli si poteva ipotizzare una frenata su questo fronte. «Renzi ribadisce che, nonostante la disfatta elettorale, vuole andare avanti a testa bassa sullo ius soli - ironizza il legista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato - Che abbiano preso un colpo di sole? O sono affetti dalla sindrome di Tafazzi?».

Il ragionamento di chi vuole lo ius soli, a prescindere dalle preoccupazioni degli italiani però è molto semplice. Il momento migliore o meglio, l'unico momento per approvarlo è questo e vista la mole degli emendamenti e il muro che sono pronti ad alzare Lega e Forza Italia e Fdi l'unica via è quella ancora una volta della fiducia. Non un maxiemendamento che costringerebbe ad un secondo passaggio alla Camera ma un voto di fiducia articolo per articolo, il ddl ne conta soltanto 4. Con la fiducia si supererà facilmente sia lo scoglio dei 48.000 emendamenti sia le incertezze dei centristi di Angelino Alfano che sicuramente vogliono evitare di ritrovarsi senza poltrona.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » sab lug 08, 2017 7:03 am

Migranti, Renzi: "Serve numero chiuso". Gentiloni: "Nostra capacità di accoglienza non illimitata"
Il segretario del Pd a Ore Nove: "Altri Paesi si sono impegnati ad accogliere e non lo fanno: l'Italia dica che non contribuirà al bilancio comunitario". Il presidente del Consiglio a margine del G20: "Non ci rassegnamo ad accoglienza in un solo Paese". Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk: "Sostegno all'Italia, ma no porte aperte a migranti illegali". Berlusconi: "Ius Soli aumenterà illusioni e sbarchi"
07 luglio 2017

http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... -170185938

ROMA - "Chi dice che lo Ius soli rovina l'Italia non si rende conto che è una norma di civiltà, non c'entra con la sicurezza ma dobbiamo anche dire che ci deve essere un numero chiuso di arrivi, non ci dobbiamo sentire in colpa se non possiamo accogliere tutti". Così Matteo Renzi, a 'Ore Nove', sullo scontro in Ue sui migranti. "Nel 2018 si discuterà del bilancio, se altri paesi che si sono impegnati ad accogliere non lo fanno, credo sia giusto che l'Italia dica che non contribuirà a pagare 20 miliardi al bilancio Ue".

Ed è proprio sullo Ius soli che si accende lo scontro tra Pd e Forza Italia. "Il partito democratico sta insistendo con ogni mezzo per far approvare la legge. Ma è sbagliata e gli italiani non la vogliono: non ha nulla a che fare con l'accoglienza". Si legge nell'intervento di Silvio Berlusconi su Facebook. "Noi vogliamo che possa diventare italiano chi si sente davvero italiano, non chi ha superato soltanto qualche passaggio burocratico. Forse il partito democratico spera in questo modo di crearsi un bacino di nuovi elettori. Si parla addirittura di 800 mila persone. Se è così devo dire che è un calcolo miope e anche cinico sulla pelle degli italiani", sottolinea il leader di Forza Italia. "Ma c'è di più: il messaggio che da oggi sia più facile diventare cittadini italiani, probabilmente, susciterà false speranze, illusioni, in Africa. E aumenterà nuovi sbarchi e nuove tragedie del mare".

Da Amburgo, dove interviene al G20, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni viene incalzato dai giornalisti sul tetto agli arrivi teorizzato da Renzi, contrapposto alla Germania che aumenta il proprio impegno sull'accoglienza dei richiedenti asilo ma non apre sui porti. "La scelta tra Renzi e Merkel chiesta a me è un po' esagerata - risponde Gentiloni -. Sono dalla parte italiana. E' normale ragionare sul fatto che non ci sia una capacità illimitata di accoglienza. Anche voci più autorevoli della mia hanno detto che l'accoglienza non può essere illimitata. Bisogna lavorare quindi non per chiudere le porte ma per gestire e contenere i flussi, combattendo i trafficanti. Stiamo ragionando, lo stiamo facendo con grandissima solidarietà che fa fatica a tradursi in fatti concreti". "Noi - aggiunge Gentiloni - abbiamo lavorato molto per internazionalizzare il soccorso, ma l'accoglienza è in un Paese solo. A questa cosa non ci possiamo rassegnare".

A Gentiloni viene chiesto anche della ritorsione paventata da Renzi, rifiutare il contributo italiano al bilancio Ue. Il presidente del Consiglio ha ricordato la procedura d'infrazione aperta dalla Commissione Ue a carico di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, tre dei quattro Paesi del gruppo di Visegrad che non hanno accolto la loro quota di richiedenti asilo in base all'accordo sottoscritto a Bruxelles nel 2015. "Segno che l'Ue per prima si è resa conto che chi ha preso impegni formali li deve rispettare. C'è un discorso che stiamo facendo da mesi, cioè che l'Europa non può avere una rigidità diversa tra alcune materie, economiche e di bilancio, e le scelte sull'immigrazione. L'Europa ha fatto scelto che noi consideriamo insufficienti sull'immigrazione, ma a queste scelte i Paesi si devono attenere. La posizione dell'Italia è anche la posizione della Commissione europea, tant'è che si è aperta una procedura di infrazione".

Sempre dal G20 di Amburgo, il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, ha ribadito quanto emerso sostanzialmente nel vertice informale dei ministri dell'Interno Ue a Tallin, Estonia. Ovvero, sostegno all'Italia sul progetto di esternalizzare la frontiera Sud della Ue in Libia e nuovi aiuti economici a Roma per la gestione dell'emergenza sbarchi, ma nessuna regionalizzazione nella gestione dell'emergenza, ovvero no agli sbarchi nei porti dei partner. "L'aiuto dell'Europa in ogni dimensione non può significare una maggiore apertura delle porte dell'Europa all'immigrazione illegale - le parole di Tusk -. E' per questo che, qui al G20, chiederemo a tutti i leader di essere spietati nella lotta contro i trafficanti".

Ad Amburgo, la Ue tenterà di ottenere il sostegno degli altri Paesi sulla proposta di adottare sanzioni mirate dell'Onu contro chi lucra sul traffico di esseri umani nel Mediterraneo. A questo proposito, Tusk ha accusato di "cinismo" e "ipocrisia" di alcuni membri del G20 nella lotta a quello sporco business. Tusk ha evidenziato la necessità di adottare misure che colpiscano "il suo modello economico", con sanzioni che vanno dal sequestro dei beni dei trafficanti al divieto di circolazione. Che sono, ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo, "il minimo che possiamo fare a livello globale, ma non abbiamo appoggio nemmeno per questo minimo. Dobbiamo almeno tentare di convincere i nostri partner a essere più seri, meno cinici, contro i trafficanti e i loro sporchi affari".

Le riunioni di oggi saranno, secondo Tusk, "un chiaro test" per testare "la buona o cattiva volontà" nel G20, ma "oggi è molto difficili essere ottimisti". Tusk ha inoltre spiegato come la Ue sia riuscita ad arginare e controllare l'immigrazione irregolare dal Mediterraneo orientale grazie a soci "stabili". Riferimento alla Turchia e ai Paesi balcanici. Nel Mediterraneo centrale non è così perché l'interlocutore è la Libia, la cui instabile situazione politica è il principale "problema".
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » mar lug 11, 2017 7:50 am

L'epica bastonata del prof. di sinistra a Renzi: "Ius Soli? È come dire: venite, tanto non vi rimandiamo indietro"
10 Luglio 2017

http://www.ilpopulista.it/news/10-Lugli ... ietro.html

Luca Ricolfi, docente all’Università di Torino, è sociologo di sinistra con posizioni spesso fuori dal coro. Anche sull’immigrazione. In un’intervista a Libero, mette a nudo le clamorose contraddizioni di un Matteo Renzi che “ha perso la bussola”. E smonta le tesi del presidente dell’Inps sui presunti benefici economici derivanti dagli immigrati. Un uomo di sinistra che ribalta i luoghi comuni della sinistra.

A cominciare dallo ius soli: “L’Italia è già tra i paesi che negli ultimi anni sono stati più generosi nella concessione della cittadinanza. Allargare le maglie ora, con i flussi migratori fuori controllo, può rivelarsi una mossa azzardata”. E si sofferma sul significato politico della cittadinanza facile: “Il punto è il messaggio che si invia a chi desidera trasferirsi in Europa. Per ora i messaggi sono due: in Italia si arriva facilmente, perchè c’è sempre qualcuno che ti salva e ti sbarca nella penisola. E chi riesce ad arrivarci vivo (il 99% di chi parte) può fermarsi anche se non ne avrebbe il diritto, perchè tanto non ti riportano indietro. Allargare le maglie ora rafforzerebbe questi messaggi”.

Sul segretario del PD, che ora afferma il contrario di quanto sostento e praticato per anni, il giudizio è chiaro: “Renzi ha bisogno della battaglia dello ius soli per tenere unito il popolo della sinistra che Pisapia e i fuoriusciti del Pd gli stanno contendendo”. Ma promettendo di approvare lo ius soli e nel contempo auspicando il numero chiuso per gli immigrati, l’ex premier va in evidente cortocircuito: “Quelle di Renzi sono le contorsioni di un uomo che ha perso la bussola. Ha passato tre anni cercando di convincerci che i salvataggi in mare e accoglienza fossero doveri morali, ora dice che bisogna mettere un tetto al flusso dei migranti, ma al tempo stesso difende lo ius soli. Tentativo maldestro di salvare capra e cavoli”.

Quindi la stoccata a Tito Boeri e ai suoi calcoli sul fatto che bloccare l’immigrazione costerebbe al Paese 38 miliardi, ovvero una sciagura economica. Per Ricolfi si tratta di un “ragionamento tendenzioso”. “Nel calcolo di Boeri, secondo cui gli immigrati ci farebbero risparmiare 1.7 miliardi l’anno nei prossimi 22 anni, mancano almeno 5 voci essenziali: quel che ci costa oggi l’accoglienza; quello che ci costano gli immigrati che non lavorano; quello che ci costano, anche in termini di criminalità, gli immigrati irregolari; quel che ci costano gli immigrati in carcere (un detenuto su tre); quello che ci costeranno le pensioni degli immigrati quando ne matureranno il diritto (la simulazione di Boeri si ferma al 2040, giusto in tempo per non includere questa voce). E la prima voce da sola, il costo dell’accoglienza, è già oggi più del doppio del risparmio calcolato da Boeri”.

Il sociologo torna anche sul concetto della sinistra “che disprezza il popolo”, già sviscerato in diverse pubblicazioni e in un’intervista al Populista: “La passione della sinistra per i migranti è una sorta di compensazione per la sua rinuncia alla difesa dei ceti popolari. La sinistra non ama il popolo, ma per potersi ancora chiamare sinistra ha bisogno di amare i migranti. I migranti sono una specie di ‘succedaneo’ della classe operaia”. Parliamo della stessa sinistra, non solo politica ma anche mediatica, che s’indigna quando il popolo vota in “modo sbagliato”. Brexit e Trump insegnano: “Il popolo è anni che viene ignorato, o deriso, o addirittura disprezzato da chi pensa di avere il monopolio della verità, della giustizia, della civiltà”. Del resto “la sinistra non ha più idee generali, né progetti convincenti, e così le resta solo la competizione fra galli che ci regala oggi”.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » gio lug 13, 2017 7:06 am

Contro lo Ius soli, l'accoglienza senza integrazione genera i Trump
Roberto Marchesi
2017/07/12

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... mp/3708616

L’attuale martellante e quotidiana spinta politica che Matteo Renzi, con quel che resta del suo Pd, sta imponendo all’agenda parlamentare allo scopo di approvare con fretta assolutamente ingiustificata la nuova legge dello Ius soli temperato, fa pensare immediatamente più alla sua necessità di tenere impegnati i media nazionali su un tema secondario per sviare l’attenzione mediatica dalle indagini su suo padre e su membri importanti del governo “Gentiloni”, piuttosto che alla reale ansia di giustizia sociale che comporterebbe una discussione seria sulla concessione della cittadinanza agli immigrati.

Infatti, ci sono oggi sicuramente in Italia urgenze sul piano economico e sociale molto più gravi, anche se non si può sottovalutare il doveroso principio di accogliere umanamente chi giunge sulle nostre coste bisognoso di tutto. È però una questione di numeri, già ora gli sbarchi hanno raggiunto il livello di saturazione per le nostre strutture di accoglienza. È perciò del tutto inopportuno in questa fase dare palesi segnali di regolarizzazione a immigrati che non sono entrati regolarmente nel nostro paese.

Chi ha responsabilità di governo in Italia ha il dovere dell’accoglienza solo nei confronti dei rifugiati non verso tutti i desiderosi di emigrare del mondo. E ha il dovere di valutare se il suo popolo e le sue strutture sono pronte, sul piano sociale, organizzativo e culturale ad accogliere nuove ondate di emigranti. Tutti i governi del mondo si comportano così.

La cittadinanza non può essere data “alla leggera” perché, soprattutto se è data in tempi brevi a un gran numero di immigrati provenienti da culture diverse, non solo non darebbe luogo ad integrazione, ma produrrebbe rivolta in chi vede minacciato il proprio equilibrio sociale, costruito in anni di lavoro e sacrifici, da una invasione esterna di “alieni” che il governo non ha saputo fermare.

Il “fenomeno Trump” deve moltissimo a questo sentimento che né i repubblicani né tanto meno i democratici hanno saputo vedere per tempo. Eppure, la cittadinanza Usa non viene data tanto facilmente a chi non è nato negli Usa. Anzi, è attualmente molto più difficile da ottenere rispetto a quella che si vorrebbe dare in Italia con lo Ius soli temperato.

Io sono emigrato in America a fine anni 90 e ho preso la cittadinanza americana in soli 5 anni, ma prima, come tutti, ho dovuto aspettare la “Green card”. La mia è arrivata dopo sette anni e la mia domanda è stata accolta solo perché ho potuto garantire al console americano la mia moralità con una fedina penale intonsa e con la dimostrazione di capacità economiche e reddituali più che soddisfacenti (adesso è tutto più difficile).

Al quinto anno ho dovuto anche superare un esame di lingua inglese e anche della conoscenza almeno basilare della costituzione americana. Infine, ho dovuto fare un vincolante giuramento di fedeltà alle leggi e agli ideali americani.

Il tema della cittadinanza va inquadrato nella sua corretta dimensione separando nettamente l’assoluto bisogno di assistenza dei veri “rifugiati” da quello degli emigranti per altre cause o ragioni per i quali occorre invece stabilire regole tanto precise quanto severe di accoglienza, essendo impossibile accogliere tutti quelli che avrebbero desiderio di emigrare.

Lo Ius soli puro, esiste solo negli Usa per ragioni particolari, quello di Renzi, pur essendo “temperato” contiene ancora eccessivo automatismo. In Italia, è preferibile optare verso un sistema di accoglienza più coerente con le nostre tradizioni culturali, perché la verità è che nessuno al mondo si integra facilmente. Chi emigra si impegna normalmente a fare ciò che è indispensabile per essere accettato dalla comunità nella quale vuole inserirsi (la lingua, il lavoro, gli affari).

Sul piano culturale è vero invece che sono pochissimi quelli disponibili ad abbandonare le proprie radici culturali. Ed è tanto più vero quanto meno evolute culturalmente sono le società dalle quali gli immigrati provengono. In alcuni casi vi sono persino culture ataviche che pretendendo di conservare anche nella nazione di accoglienza le loro usanze primordiali. Non c’è solo il burka, sussistono pervicacemente persino inumane e assurde tradizioni tribali legate alla loro religione e ai loro usi e costumi. Il bimensile Mother jones (in lingua inglese) pubblica nel numero di luglio la storia di una branchia religiosa musulmana, la Dawoodi Bohras che pratica tuttora negli Usa la Khatna, una forma di “genital mutilation” alle loro bambine.

È una pratica barbarica e illegale, ma sono proprio le stesse mamme a tramandare quella violenta tradizione sulle proprie figlie. Se non trovano nessuno in loco ad eseguire quelle tremende sevizie, organizzano una “vacanza” nei luoghi di origine, dove certamente troveranno chi lo fa. E non sono casi isolati, sono diverse migliaia nel mondo. Potrebbero già esserci anche in Italia, provenienti dall’Africa. È comunque assodato che in tutta Europa non si è correttamente tenuto conto della necessità di pretendere una maggiore integrazione ai nostri valori culturali.

Se esiste tuttora persino difficoltà di integrazione tra i popoli del Nord Europa e quelli del Sud, dove le radici culturali sono le stesse ma è diversa in sostanza l’osservanza alle regole di civica convivenza, figuriamoci se è possibile una rapida integrazione tra gli europei e gli africani. Non si può concedere completa cittadinanza a chi non ha assorbito almeno le basi della nostra cultura europea di tolleranza, civismo, pacifismo, costruzione di un welfare di assistenza garantita a tutti.

L’accoglienza senza integrazione poteva essere tollerata nel corpo continentale finché l’immigrazione era una minoranza numerica limitata. Ora che sta diventando una minoranza numerica importante non lasciamo che produca a livello popolare gli stessi effetti che ha prodotto nell’America di Trump, cioè un ritorno a desideri di autarchia, di disgregazione sociale e di vero e proprio razzismo.

La cittadinanza va data, a chi non ne ha diritto per Ius sanguinis, solo al raggiungimento di un livello di integrazione adeguato allo standard europeo, possibile anche in tempi brevi, altrimenti si può procedere, come in America, al rilascio delle green card, che danno, salvo il diritto di voto, quasi tutti i diritti della cittadinanza.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » lun lug 17, 2017 5:57 am

???Un altro mentitore???

L'Unicef: "Se non passa lo ius soli sarebbe un tradimento della politica"
Paolo Rozera, direttore per l'Italia dell'organizzazione, difende la legge sulla cittadinanza: "Chi è contrario non ha letto le norme, parlare di invasione di 'nuovi italiani' è un abbaglio"
di VLADIMIRO POLCHI
16 luglio 2017
Paolo Rozera

http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... /?ref=fbpr


ROMA – "La riforma dello ius soli non può essere tradita. Se un governo rischia di cadere su una legge così importante e di buon senso, significa che la nostra classe politica non è al passo coi tempi". Paolo Rozera, direttore da due anni di Unicef Italia, a fine giugno ha firmato un appello a favore della “nuova cittadinanza” assieme a Save the Children e Rete G2. Oggi segue con preoccupazione le fibrillazioni politiche attorno alla legge, ma non perde la fiducia: "Confido che queste norme finalmente passino, altrimenti si correrebbe il rischio di un distacco tra vita reale e vita politica".

Di che tipo di distacco parla?
"Il nostro Paese è ancora fermo alla legge del 1992, che rispondeva alle esigenze degli italiani all’estero e dei loro figli. Un testo anacronistico: oggi la realtà è che abbiamo migliaia di ragazzi figli di immigrati che vivono qui da due generazioni e che si sentono italiani a tutti gli effetti, ma la legge ancora non glielo riconosce".

Ma c’è chi denuncia i rischi di una cittadinanza troppo “facile”.
"La verità è che molti la riforma neppure l’hanno letta. Parlare di un’invasione di “nuovi italiani” è un abbaglio".

Perché?
"Perché qui discutiamo di una legge assai moderata, che introduce uno ius soli non puro, ma temperato da varie condizioni, come aver completato un ciclo scolastico di cinque anni o avere genitori lungo soggiornanti in Italia, cioè stabilmente residenti".

Eppure il governo sullo ius soli rischia di rimanere senza maggioranza.
"È assurdo che si rischi una crisi politica su una legge tanto equilibrata. Il problema è che ormai il tema è entrato nella bagarre elettorale. Si mette tutto assieme, emergenza sbarchi e cittadinanza ai bambini, facendo una grande confusione".

Facciamo chiarezza, allora.
"Oggi chi arriva via mare o è un adulto o è un minore solo che ha generalmente tra i 15 e i 16 anni. Qui dunque non parliamo di loro, ma delle tante persone che vivono, studiano o lavorano in Italia da due generazioni e che chiedono solo di essere riconosciute per quello che sono. Purtroppo c’è chi ad arte fa di tutta l’erba un fascio, denuncia l’invasione e parla solo alla pancia del Paese".

Cosa si rischia se la riforma dovesse naufragare?
"La politica volterebbe le spalle al Paese reale e a questi ragazzi che si sentono italiani. Pensiamo che in base alle ultime stime nel 2050 solo il 60% della popolazione sarà figlia di genitori entrambi italiani. E la contaminazione già c’è".

Quale contaminazione?
"Recentemente ho fatto un giro nella mia Brescia, ma basta girare tra le scuole e le fabbriche di mezzo Paese, per avere conferma che la contaminazione tra vecchi e nuovi italiani già esiste, inutile urlare all’invasione. Ebbene, questa riforma è un modo sensato per gestire la contaminazione in atto. Non solo".

Cos’altro?
"Con
lo ius soli, l’Italia risponde anche alla Convenzione internazionale dell’Onu sui diritti dell’infanzia, ratificata dal nostro Paese nel 1991 e che all’articolo 7 riconosce a ogni bambino proprio il diritto a che gli venga riconosciuta la sua vera cittadinanza".
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