Ius soli e cittadinanza

Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » ven set 27, 2019 7:55 pm

Sprint 5s-Pd sulla cittadinanza. Pronto il regalo agli immigrati
Giovanna Stella - Ven, 27/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... pJaa6f5iro


Il testo sarà in commissione Affari costituzionali da giovedì 3 ottobre. Il governo giallorosso esulta: "Introduciamo lo ius culturae"

Ripartirà giovedì 3 ottobre in commissione Affari costituzionali alla Camera la discussione sulle proposte di legge in materia di cittadinanza.

Il relatore sarà Giuseppe Brescia (M5s), presidente della commissione. Nell'ottobre 2018 il testo, a prima firma Laura Boldrini, infatti, era già stato incardinato in quota opposizioni (Leu). Ma di cosa parla questo fantomatico testo? Di ius culturae, di dare la cittadinanza italiana ai figli di immigrati.

"In commissione arriveranno altre proposte di altri gruppi - osserva Brescia - tra cui anche quella del Movimento 5 stelle e le esamineremo. Personalmente credo che lo ius culturae possa rappresentare una soluzione ragionevole, anche perché mette al centro le nostre scuole come potente fattore di integrazione. Spero che la politica tutta maggioranza e opposizione, si dimostri all'altezza di un dibattito che chiama in causa diritti e doveri, appartenenza e inclusione".

M5S e Pd, quindi, stanno lavorando per permettere l'introduzione dello ius culturae, il principio del diritto per cui i figli di immigrati acquisiscono la cittadinanza italiana, a patto che ne abbiano frequentato le scuole o vi abbiano compiuto percorsi formativi equivalenti per un determinato numero di anni.

E visto che se ne discute e che arriva il primo sprint iniziale, i gialli e i rossi iniziano a cantare vittoria perché "il trattamento riservati ai migranti sta cambiando". E così arriva il regalino. "Siamo ancora all'inizio - continua Brescia - ma credo si possa lavorare per introdurre lo ius culturae, legando la cittadinanza alla positiva conclusione di un ciclo di studi, e non alla sola frequenza. Serve una discussione che metta all'angolo propaganda e falsi miti, guardi in faccia la realtà e dia un segnale positivo a chi si vuole integrare".

Al pensiero grillino segue a ruota quello democrat. "Non abbiamo molto scuse. Se tutti crediamo in quel che abbiamo dichiarato in questi anni lo ius soli si può fare", dice Matteo Orfini, parlamentare del Partito democratico, in un post su Fb elencando le posizioni a favore dello ius soli espresse da esponenti del centrosinistra nella scorsa legislatura da Renzi a Delrio a Zingaretti. "Se per tagliare i parlamentari ci vogliono solo 2 ore, come dice spesso Di Maio, per fare lo ius soli ci vogliono solo pochi giorni. Pochi giorni - prosegue - per restituire un diritto negato a tante persone. Ieri ho fatto una proposta e sono stato attaccato da Salvini, da Fontana, dalla Santanchè, dalla Meloni, dalla Gelmini. Che ne dite, lo facciamo o ci spaventiamo di Salvini?"

Tutta l'ala rossa, gialla e della Cei, quindi, si dice entusiasta per la proposta. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, si lascia pure scappare che "lo Ius culturae è da promuovere, perché l'integrazione, senza il riconoscimento da un punto di vista normativo, sarebbe un contenitore vuoto".
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » ven ott 04, 2019 6:50 am

Lo Ius culturae è una truffa politica
Mauro Indelicato - Gio, 03/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... GxdFY7i5gE

Si parla di esigenze di adeguare l'Italia agli standard europei, così come di rendere più "civile" l'ordinamento e di farlo in fretta: ma, guardando ai numeri ed alle norme attuali, non c'è né urgenza e né esigenza immediata di approvazione dello Ius Culturae

Quando nella primavera del 2018 lo Ius Soli viaggia nelle aule parlamentari, a fronte di una pressione molto forte del mainstream e degli ambienti culturali più a sinistra si decide, per evitare ulteriori debacle elettorali, di temporeggiare e far finire nel frattempo la legislatura.

Anche il Partito Democratico sa che quella legge, oltre a non aver alcun crisma di urgenza, è estremamente impopolare: con l’anno nero degli sbarchi rappresentato dal 2017 appena passato, i dem più moderati che tengono ad arrivare almeno al 20% nel voto dell’aprile 2018 accantonano il testo che prevede la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri.

Ma oggi, con l’insediamento del governo giallorosso e con il ritorno nella maggioranza del Pd, si ritorna all’assalto. Cambiano nomi e diciture, adesso infatti si parla di “Ius Culturae”, non cambia la sostanza e né la parte culturale che lo vuole imporre: non a caso la firma del testo che da queste ore inizia, assieme ad altre proposte per la verità, a circolare nelle aule parlamentari è quella di Laura Boldrini.

Si ritorna quindi al punto lasciato nella primavera del 2018: si parla di urgenza, di misura civile, di norma che oramai “hanno tutti in Europa”, di motivi imprescindibili che giustificano il repentino approdo in aula dello Ius Culturae.

La proposta a firma di Laura Boldrini riguarda in pratica il via libera alla cittadinanza ad un minore nato da genitori stranieri o, diversamente, arrivato nel nostro paese entro il dodicesimo anno di età. Questo a patto che abbia concluso almeno un ciclo di studio di cinque anni in Italia, ecco perché si parla di Ius Culturae e scompare il riferimento alla semplice nascita all’interno del nostro territorio.

Cambia però molto poco rispetto allo Ius Soli. Chi sostiene la proposta della Boldrini, pone come base l’esigenza di dare anche al minore, nato in una famiglia straniera e che studia in Italia, la cittadinanza. Questo per evitare ogni tipo di disciminazione e, per di più, la questione è vissuta come una delle più urgenti da affrontare.

Sono proprio i crismi dell’urgenza i primi a venire meno, andando a guardare i numeri: il nostro paese è quello che, in tutta Europa, concede il più alto numero di cittadinanze. Con la legge attuale, nel 2017 224.000 persone riescono ad ottenere la cittadinanza. Non solo: un terzo di loro ha meno di 15 anni. Nel 2018, come si legge tra i dati forniti dalla Caritas, si ha una leggera flessione di questi numeri, ma in 112.523 acquisiscono comunque la cittadinanza.

Dunque l’Italia ha già una legge all’avanguardia, che in certi casi fa acquisire già oggi ai minori la cittadinanza ed i numeri sopra mostrati in tal senso parlano molto chiaro. Non sussiste quindi alcuna emergenza e, di conseguenza, chi parla di fretta sbaglia o compie un atto di mera disonestà intellettuale.

Ma anche l’altro pilastro su cui si basa la pressione attuale volta a far approvare lo Ius Culturae, appare fragile e facilmente smontabile: i minori stranieri presenti in Italia non hanno alcuna discriminazione, la legge attuale consente loro di avere accesso a tutti i diritti più importanti goduti dai loro coetanei italiani.

Tutti hanno il diritto allo studio, alle prestazioni sanitarie, così come possono viaggiare liberamente in area Schengen. In poche parole, chi fa le scuole in Italia ed ha entrambi i genitori stranieri, ha lo stesso identico status di studente dei suoi compagni di classe e l’ordinamento non attua alcuna discriminazione dovuta alla mancanza della cittadinanza italiana.

Quest’ultima poi, può essere ottenuta al compimento della maggiore età. Dunque, i minori oggi in Italia che non hanno cittadinanza possono compiere la stessa identica vita dei loro coetanei, per di più il nostro paese è quello in Europa che, come detto in precedenza, fa acquisire la stessa cittadinanza al numero più alto di persone.

Parlare di riscatto, di ripresa dei valori e soprattutto di urgenza è fuori luogo, oltre che fortemente errato. Al contrario, gli effetti di un’eventuale approvazione dello Ius Culturae possono essere imprevedibili.

In Francia e Belgio ad esempio, lo Ius Culturae determina paradossalmente una maggiore marginalizzazione dei cittadini di origine straniera. Molti di loro vivono nel limbo costituito dal fatto di essere francesi o belgi a tutti gli effetti, ma di sentirsi anche stranieri con l'esigenza di vivere maggiormente a contatto con chi ha la stessa situazione. E questo, sul fronte della lotta al terrorismo, può anche risultare nocivo: gli esempi delle banlieue francesi o di Molenbeek a Bruxelles, costituiscono viva e tragica testimonianza. Spesso sono proprio i migranti di seconda o terza generazione, cittadini a tutti gli effetti ma di origine straniera, ad abbracciare nel mondo musulmano la causa jihadista.

Effetti sociali non proprio positivi già visti in Europa, a cui si accompagnano effetti giuridici non molto edificanti nella lotta al terrorismo, tra eventuali espulsioni più difficili ed indagini rese più complicate.

E poi, è bene dirlo, è anche una questione di scelta e dunque di libertà del singolo: chi ha un’origine straniera, è giusto che decida liberamente, nei tempi che ritiene più opportuni, se prendere o meno la cittadinanza del paese in cui è andato a vivere oppure se, al contrario, rimanere legato al paese in cui è nato o sono nati i suoi genitori. Una libertà di scelta che, con lo Ius Soli mascherato dallo Ius Culturae, verrebbe a mancare. Intanto, come detto, in parlamento inizia l’iter del testo ma il percorso si prevede comunque lungo e tortuoso.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » sab gen 25, 2020 3:36 am

Usa, la Casa Bianca vara la stretta sullo ius soli
23 gennaio 2020

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/u ... yi5goio5AU

La Casa Bianca ha ufficializzato che dal 24 gennaio il dipartimento di Stato non rilascerà più visti temporanei (B-1/B-2) agli stranieri che cercano di entrare negli Stati Uniti per garantire la cittadinanza americana automatica e permanente ai bambini nati su suolo americano. Questa modifica, spiegano a Washington, "è necessaria per aumentare la sicurezza pubblica, quella nazionale e l'integrità del nostro sistema sull'immigrazione".
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » dom feb 09, 2020 4:17 am

Ius soli, Berlino stoppa il Pd: "No alla cittadinanza regalata"
Fabio Franchini - Ven, 07/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 23149.html

La cittadinanza facile ai figli degli immigrati spaventa la Germania: "Così diventano europei e si spostano ovunque"

"I nuovi italiani diventeranno sostanzialmente cittadini europei e perciò potranno spostarsi ovunque in Europa".

Un concetto che sembra non piacere (eufemismo) in Germania. Già perché la Die Welt ha lanciato una sorta di allarme sulle proprie colonne, scrivendo un pezzo d'approfondimento sullo ius soli, sogno del cassetto del Partito Democratico nostrano.

“Un passaporto Ue per chiunque sia nato in Italia?", ha appunto titolato il quotidiano tedesco, analizzando le conseguenze dell'entrata in vigore, in Italia, della cittadinanza ai figli degli immigrati nati nel Belpaese.

In terra teutonica molti – tra cui Angela Merkel – avevano appena tirato un sospiro di sollievo visto l'esito delle elezioni regionali in Calabria e soprattutto in Emilia-Romagna. Non è infatti un segreto che la Cancelliera e la "sua" Cdu (forse non interamente) tifasse contro la Lega e Matteo Salvini, temendo che un'eventuale sconfitta del centrosinistra provocasse la caduta del governo Conte-bis, amico – si sa – dell'Europa e della stessa Berlino. Ora però in Germania è tornata un po' di paura, ma questa volta c'entra il Pd.

Come riportato da Italia Oggi, dal sollievo si è passati all'inquietudine. Il piano dei dem di riconoscere la cittadinanza italiana ai figli degli extracomunitari nati sul territorio dello Stivale non piace e fa "strano", visto che lo ius soli non esiste ad oggi in nessuno Stato europeo. E in Germania proprio non riescono a concepire la cosa.

Il timore, della Die Welt e non solo, è sostanzialmente il seguente: se l'Italia dovesse regalare la cittadinanza, i nuovi italiani diventerebbe di fatto europei, e in quanti tali possono girovagare indisturbati per il Vecchio Continente, e per tutta la Germania, da Monaco di Baviera a Berlino.

La Welt dà spazio a un'intervista all'europarlamentare del Partito Democratico Lia Quartapelle, che sostiene: "Non è ammissibile che un bambino nato in Italia, che sia andato a scuola, debba attendere i 18 anni per poter diventare italiano". Le parole della dem fanno aggrottare la fronte ai tedeschi anche perché un numero sempre minore di bimbi stranieri ha ottenuto il passaporto con su l'aquila.

La legge sulla cittadinanza italiana può essere riformata, vero, perché è ancora troppo macchinosa e burocratica, ma da qui a regalare la cittadinanza ce ne passa. E lo ius soli, anche secondo cittadini e politici tedeschi, non è un sentiero percorribile perché non rappresenta una scorciatoia ragionevole.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » dom feb 09, 2020 4:31 am

La sposa Isis perde l'appello per la rimozione della cittadinanza e non potrà tornare a Londra
8 Febbraio 2020

https://www.islamnograzie.com/la-sposa- ... 8Jdx-k654c

Shamima Begum che da adolescente è scappata per unirsi all’ISIS ha perso il ricorso volto a ripristinare la sua cittadinanza. Fonte: Metro.

Begum aveva avuto revocata la cittadinanza un anno fa, per motivi di sicurezza nazionale.

La Speciale Commissione sull’Immigrazione a Londra ha stabilito, Venerdì che Shamima Begum non è stata impropriamente privata della sua nazionalità, il che significa che non potrà tornare a Londra.

Begum, una delle tre studentesse di Londra est che hanno raggiunto la Siria nel 2015, è riapparsa in un campo profughi in Siria lo scorso anno e ha detto ai giornalisti che voleva tornare a casa.

La sua mancanza di rimorsi ha innescato indignazione nel Regno Unito.

Omar Khan, direttore del Runnymede Trust ha dichiarato:

“Shamima Begum aveva 15 anni quando è andata via, è nata e cresciuta in Gran Bretagna e non è mai stata in Bangladesh”, uguaglianza razziale secondo il think-tank.
“Se lei si fosse chiamata Sarah Brown sarebbe mai stata spogliata ella sua cittadinanza.
Rimane, ovviamente, inglese e non del Bangladesh, secondo la legge sulla cittadinanza per quanto la politica sia orwelliana“.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » lun feb 17, 2020 11:08 pm

Il governo "premia" le toghe. Anagrafe aperta per i migranti
Mauro Indelicato - Lun, 17/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... q7yaS3nIJI

Il ministro dell'interno "restaura" le norme pre Salvini sulla cittadinanza, ma non dovrebbero esserci al momento novità su ius soli e ius culturae. Il governo invece asseconda la linea di molti giudici sulle disposizioni circa il registro anagrafe

Nel piano che Luciana Lamorgese ha portato sul piatto del summit di maggioranza di questo lunedì, ci dovrebbe essere spazio per delle modifiche sostanziali del decreto sicurezza anche in relazione al delicato tema della cittadinanza.

Tuttavia, più che di “discontinuità” in questo caso occorrerebbe parlare di vera e propria “restaurazione”. Secondo quanto trapelato da Repubblica, l’attuale titolare del Viminale avrebbe per il momento accantonato la discussione su ius soli e ius culturae, preferendo per il momento ripristinare le norme antecedenti ai decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini.

La demolizione delle riforme del segretario del carroccio, sul tema della cittadinanza dovrebbe passare in primo luogo per un ripristino del silenzio assenso dopo 24 mesi per arrivare a completare l’iter burocratico necessario a rendere cittadino italiano un soggetto che ne ha i requisiti.

Il tema della cittadinanza è stato tra i più dibattuti negli ultimi anni. La legge attuale in materia si base sullo ius sanguinis, ossia è cittadino italiano colui che ha almeno un genitore italiano. Negli ultimi mesi della passata legislatura, si è puntato all’introduzione dello ius soli, ossia il principio secondo cui è italiano chiunque nasca in Italia, a prescindere dalla cittadinanza dei suoi genitori.

Tuttavia l’impopolarità della proposta ha fatto sì che il disegno di legge venisse riposto in un cassetto in attesa di nuove elezioni. Il governo gialloverde insediatosi nel giugno 2018, non ha intaccato questa impostazione. Dunque, diventa cittadino italiano colui che, soddisfacendo particolari requisiti, compie 18 anni di età. Il decreto sicurezza voluto da Matteo Salvini, ha però introdotto delle modifiche sull’iter burocratico il quale adesso durerebbe in media 4 anni.

Con le proposte avanzate dalla Lamorgese, si ritornerebbe dunque alla stessa normativa in vigore fino al 2018, grazie alla reintroduzione del silenzio assenso che andrebbe a chiudere un iter i cui tempi non dovrebbero sforare i 24 mesi.

Per adesso, come detto, non si parlerà né di ius soli e né di ius culturae. Su quest’ultimo fronte “naviga” in parlamento un disegno di legge a firma, tra gli altri, di Laura Boldrini che però non sembra avere il favore di tutta la maggioranza. E così, come compromesso, l’attuale ministro dell’interno sta provando a portare avanti la restaurazione pre salviniana.

Le più corpose novità invece, dovrebbero incontrarsi sul tema dell’iscrizione all'anagrafe dei migranti. Il decreto sicurezza ha proibito l’iscrizione dei richiedenti asilo, tuttavia diverse sentenze nel corso degli ultimi mesi hanno reso sostanzialmente vana e quasi superata questa disposizione. Molti comuni, confortati dalle sentenze arrivate in diversi tribunali, hanno deciso di far iscrivere ugualmente i richiedenti asilo all’anagrafe. L’esempio più eclatante in tal senso è stato rappresentato dal comune di Palermo, il cui sindaco Leoluca Orlando ha sempre alzato sul tema lo scontro politico con Matteo Salvini.

Il piano previsto da Luciana Lamorgese sembra assecondare le disposizioni dei giudici, con il definitivo via libera per l’iscrizione all’anagrafe anche dei richiedenti asilo. E questo non è un dettaglio di poco conto: l’iscrizione all’anagrafe non è soltanto un elemento volto ad aggiornare le statistiche, al contrario serve a dare accesso a tutti i servizi legati alla residenza.

Se dovesse passare la riforma dell’attuale ministro dell’interno, i richiedenti asilo potrebbero tornare ad iscriversi nei registri e dunque poter vedersi riconosciuti alcuni diritti quali, ad esempio, la possibilità di aprire un conto in banca oppure l’accesso alle prestazioni sanitarie. Ed è su questo punto che, di fatto, le impostazioni volute da Salvini nel decreto sicurezza subirebbero una grave battuta d'arresto.
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » sab mar 20, 2021 9:09 pm

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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » sab mar 20, 2021 9:09 pm

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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » sab mar 20, 2021 9:10 pm

"Mio padre ucciso da Kabobo. Lo ius soli? Lo vogliono solo per i voti"
Rosa Scognamiglio
20 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1616255812

Andrea Masini, figlio di Ermanno Masini, il 64enne ucciso a Milano da Adam Kabobo, racconta il suo calvario. E boccia lo ius soli della sinistra: "Dietro la cittadinanza agli stranieri ci sono interessi politici e consensi"

Ermanno Masini fu ucciso a picconate mentre portava a spasso il cane in via Adriatico, nel quartiere Niguarda di Milano, poco dopo l'alba del 11 maggio 2013. A corpirlo mortalmente fu l'immigrato ghanese Adam Kabobo che, nella stessa mattinata, assassinò anche Alessandro Carolè e Daniele Carella attentando, altresì, alla vita di altre quattro persone.

Condannato a 20 anni carcere nell'aprile del 2014, con il riconoscimento del vizio parziale di mente, il "killer del piccone" rischia di ora guadagnare un ulteriore scomputo a seguito del ricalcolo (al ribasso) della pena. "È assurdo pensare che una persona possa scontare così poco per 3 omicidi e 4 tentati omicidi. In un altro Paese avrebbe avuto l'ergastolo. Se fosse stato un cittadino italiano, forse sarebbe finita in un altro modo", dice a ilGiornale.it Andrea, il figlio di Ermanno Masini.

La strage avvenuta al quartiere Niguarda riaccende il dibattito sull'immigrazione, tema caldo di questi giorni dopo il rilancio dello Ius soli da parte del Pd. Un tiro mancino per chi come Andrea ha perso il padre per mano di un irregolare sul territorio italia che, al tempo, era stato accolto nel Cara di Bari "a buon cuore". "Lo Ius soli è semplicemente una formula pensata ad hoc per aggirare l'ostacolo della cittadinanza italiana per gli stranieri. - continua Andrea - Dietro tutto questo, a parer mio, c'è un meccanismo politico fatto di interessi e consensi".

Cosa ricorda di quel giorno?

"Ricordo tutto nei minimi particolari. Era l'unico giorno in cui non avevo portato con me il telefono. Mia moglie è stata contattata dalla polizia, le hanno detto che c'era stato un problema con mio padre, che aveva avuto una sorta d'incidente, e che doveva recarsi subito al Policlinico. Ovviamente mi ha avvertito e siamo andati in ospedale. Inizialmente mi hanno detto che fosse giunto al pronto soccorso in codice giallo quindi non ho pensato a qualcosa di grave. Ma quando sono entrato nella sala d'attesa dell'ospedale, ho avuto subito una sensazione strana perché in televisione scorrevano le notizie dell'ultim'ora dei telegiornali. Guardando i monitor ho riconosciuto le immagini del quartiere Niguarda, dove sono cresciuto e dove mio padre è stato aggredito. Pochi istanti dopo, sono stato condotto in una stanza dove ad attendermi c'erano dei medici. Così ho appreso che mio padre era in fin di vita. Successivamente mi sono recato in questura e ho scoperto cosa gli fosse successo. In un attimo, sono stato catapultato in una situazione quasi paradossale, sicuramente assurda".

Quando ha scoperto che suo padre era stato colpito a morte da uno sconosciuto armato di piccone, senza alcun motivo evidente, cosa ha pensato?

"Inizialmente ho pensato si trattasse di un tentato furto finito molto male. Dopo ho capito che questa persona, in realtà, era in giro già dalle cinque del mattino a colpire a caso ogni persona che trovava sul suo cammino. Le prime persone aggredite, seppur gravemente ferite, sono state 'fortunate' perché Kabobo le ha colpite con una spranga. Poi, purtroppo, è riuscito a recuperare un piccone da un cantiere e con quello è riuscito a colpire tre persone".

Come ha reagito quando ha saputo che si trattava di un immigrato già noto alle forze dell'ordine?

"Quando ho capito che si trattava di un extracomunitario con precedenti penali, che era stato più volte in carcere e più volte rilasciato per decorrenza dei termini, mi sono molto risentito. La conferma evidente che in questo Paese non si fa assolutamente nulla per quello che riguarda il problema dell'immigrazione clandestina, soprattutto con persone già note alle Forze dell'Ordine".

Cosa intende dire?

"Io non punto il dito contro il primo immigrato che arriva Italia etichettandolo come un 'delinquente' solo perché, magari, non parla la mia stessa lingua. Però se è un soggetto abituato a entrare ed uscire dal carcere, ci penserei due volte a tenerlo sul territorio. Ma nel nostro Paese questo non accade. Purtroppo, in Italia, si rincorre solo chi ruba una mela. E poi, invece, permettiamo che delle persone vengano uccise a caso. Non è possibile, non è concepibile. Ho più volte ripetuto che lo Stato è assente e ancora lo penso. Lo Stato è complice quando si verificano tragedie del genere".

Può chiarire il motivo per cui ritiene lo Stato "complice" di questa tragedia?

"Se non avesse permesso l'ingresso di questa persona sul nostro territorio o, in ogni caso, se lo avesse sorvegliato così come bisognava fare dal momento che era un 'habitué' del carcere, molto probabilmente questa cosa non sarebbe accaduta".

A Kabobo è stata riconosciuta la semi-infermità mentale. Come interpreta questo dato?

"Per fortuna, direi, gli è stata riconosciuto solo un vizio parziale di mente. La perizia psichiatrica dice chiaramente che Kabobo non è una persona con squilibri mentali tali da giustificare la ferocia con cui ha colpito. Il perito psichiatrico ha fatto un lavoro certosino riuscendo a dimostrare che la condotta antisociale e violenta di Kabobo non ha nulla a che fare con il suo vissuto. Sicuramente ha condotto una vita ai margini ma, in certe piccole realtà del mondo, la violenza rappresenta la consuetudine. Ovviamente non sto parlando di località o centri abitati ma di luoghi molto circoscritti, zone rurali, dove si vive ai margini. È brutto pensare che in certi posti la violenza, espressa con questa modalità così estreme sia accettata, ma purtroppo è così"

Tra rito abbreviato e sconto di pena, Kababo è stato condannato a 20 anni di carcere. Ritiene che sia una pena congrua per ciò che ha fatto?

"Stiamo parlando di circa 6 anni e mezzo di carcere per ciascun omicidio commesso, faccia lei. Il problema è che, tra ulteriori sconti e premi di cui potrebbe beneficiare, rischia di farsi non più di 16 anni di carcere. Anzi, il mio avvocato ha fatto un calcolo a spanne di circa 11/12 anni. È assurdo pensare che una persona possa scontare così poco per 3 omicidi e 4 tentati omicidi. In un altro Paese avrebbe avuto l'ergastolo. Se fosse stato un cittadino italiano, forse sarebbe finita in un altro modo".

Dunque pensa che se al posto di Kabobo ci fosse stata un'altra persona la pena sarebbe stata diversa?

"Il problema è che in Italia si usano pesi e misure diverse. Il fatto che sia un immigrato, sicuramente con un vissuto difficile, non può diventare un'attenuante. Chi uccide non dovrebbe mai cavarsela con qualche anno di galera, indipendentemente dal proprio background personale o culturale. Eppure, in Italia va così. Ne è la riprova ciò che è successo al leader della Lega, Matteo Salvini".

A cosa si riferisce?

"Se un ministro viene accusato e processato per aver trattenuto dei profughi su una nave semplicemente perché intendeva fare luce su una situazione poco chiara, vuol dire davvero che il Paese non funziona. Non c'entra nulla l'avere o meno simpatia per Salvini, questo è un modo di fare che si vede solo in Italia. Evidentemente Salvini ha messo il naso in un contesto dove qualcuno aveva interessi economici e quindi l'unica soluzione per fermarlo era farlo fuori politicamente. Dietro l'immigrazione ci sono interessi filo-politici ed economici".

Quindi è contrario allo Ius soli?

"Sono assolutamente in disaccordo. Lo Ius soli è semplicemente una formula pensata ad hoc per aggirare l'ostacolo della cittadinanza italiana per gli stranieri. Dietro tutto questo, a parer mio, c'è un meccanismo politico fatto di interessi e consensi. Potenzialmente lo straniero che ottiene la cittadinanza può garantire un voto in più a chi gli ha concesso certi benefici. Non c'è nulla di sentimentale nello Ius soli. L'immigrazione è un business, a nessuno interessa sul serio il bene della persona che, ipoteticamente, è scappata dalla guerra nel suo Paese. Dietro c'è solo e soltanto il Dio Denaro".

Rimanendo in tema, un'altra nota dolente riguarda il risarcimento economico stabilito per la morte di suo padre. Si parla di 200mila euro, giusto?

"Circa, sì. E non ho ricevuto – ma probabilmente mai accadrà – neanche un centesimo. Al di là della cifra stabilita che neanche mi interessa a fronte della perdita affettiva, di ben altro valore, non è pensabile che anche su questo lo Stato sia assente. Kabobo risulta nullatenente e, allora, fine della storia".

Lei ha un figlio piccolo. Gli ha raccontato cosa è accaduto?

"Lui è all'oscuro di tutto, è ancora troppo piccolo".

Quando sarà grande, come glielo spiegherà?

"Francamente non lo so. Spero di trovare una formula addolcita, le parole giuste per raccontargli cosa è accaduto al nonno. Quando sarà il momento, ci penserò".

So che è credente. Riuscirà mai a perdonare Kabobo?

"No, mai. Mio padre era una brava persona ed è stato ucciso senza motivo. Come si può perdonare?"
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Re: Ius soli e cittadinanza

Messaggioda Berto » lun mar 22, 2021 7:54 am

Sinistra salva-quartieri "Limiti agli immigrati"
Gian Micalessin
21 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1616311559

Il governo progressista prova a evitare i ghetti: tetto del 30% per i "non occidentali"

Al Parlamento europeo i «compagni» social-democratici della premier danese Mette Frederiksen e del ministro degli interni Kaare Dybvad Bek siedono nello stesso gruppo del nostro Partito democratico, ma c'è da chiedersi se si siano mai confrontati su temi come immigrazione e accoglienza.

Anche perché mentre Enrico Letta rispolvera lo «ius soli» i suoi «compagni» danesi si preparano a votare, su proposta di Kaare Dybvad Bek e d'intesa con il resto della coalizione, una legge per limitare al 30 per cento la presenza di immigranti «non occidentali» nei cosiddetti quartieri «ghetto».

In Italia i «dem» nostrani griderebbero al razzismo e alla xenofobia. In Danimarca i «compagni» socialdemocratici la considerano invece uno strumento indispensabile per arginare lo sviluppo di «società parallele» gestite da gruppi religiosi ed etnici poco disponibili ad accettare le leggi dello Stato.
Un fenomeno denunciato anche dal presidente francese Emmanuel Macron impegnato in una vera guerra ad un Islam radicale pronto ad imporre le proprie regole a banlieu e periferie.
Ma l'obiettivo della proposta di legge presentata dal ministro dell'Interno Kaare Dybvad Bek è anche quello di proteggere i connazionali rimasti in quartieri dove gli immigrati mettono a rischio la coesione sociale.
I socialdemocratici danesi sono infatti convinti che concetti come «diversità» e «multiculturalismo» rappresentino non un vantaggio, ma un problema. E vadano controllati per garantire un'omogeneità sociale rispettosa di leggi e tradizioni. Proprio per questo la bozza messa a punto da Dybvad Bek prevede attente verifiche sull'insediamento di nuovi immigrati «non occidentali» nei cosiddetti quartieri «ghetto» con l'intento di ridurne la presenza sotto il 30 per cento entro dieci anni. La classificazione dei quartieri «a rischio», per quanto emendata dal termine «ghetto» - definito «fuorviante» nella nuova bozza di legge - si applica a qualsiasi zona urbana con più di mille abitanti dove sussistano due dei seguenti quattro fattori: la presenza del 40 per cento di disoccupati, una criminalità tripla rispetto alla media nazionale, stipendi lordi inferiori del 55 per cento alla media e un 60 per cento di residenti tra i 39 e i 50 anni senza diploma superiore. Attualmente almeno una quindicina di aree urbane ricadono in questa classificazione mentre altre 25 sono considerate assai vicine alla soglia di rischio.
Già oggi le leggi introdotte a scopo preventivo impongono la riduzione del 40 per cento degli alloggi popolari disponibili in queste zone, l'applicazione di penalità doppie per le infrazioni commesse dai loro residenti e l'immediato ritiro degli assegni familiari a chiunque non iscriva i figli al nido già dal primo anno d'età. Il tentativo di «bonifica» delle periferie si affianca ai drastici provvedimenti già introdotti dalla social-democrazia danese per controllare l'immigrazione e imporre un limite a moschee e predicatori islamisti.
Come si ricorderà il governo guidato da Mette Frederiksen aveva autorizzato la confisca, a scopo di garanzia, di denaro gioielli e di qualsiasi oggetto di valore portato con sé dai migranti. E solo due settimane fa il governo socialdemocratico ha approvato una nuova norma che vieta qualsiasi finanziamento alle moschee da parte di governi stranieri.
La legge, arrivata dopo quella sul divieto di burqa e niqab, punta a neutralizzare l'azione di paesi come Qatar, Arabia Saudita e Turchia accusati di favorire la diffusione dell'Islam radicale.



Vivere e convivere contro natura

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Costringere le persone più disparate e le genti e i popoli più diversi a vivere e a convivere contro la loro natura e compatibilità, contro la loro volontà e libertà e scelta e sovranità, è una violenza disumana che può generare violenza indicibile, proprio come con gli animali.
Quindi la costrizione all'accoglienza, all'ospitalità attraverso la demonizzazione civile, il ricatto religioso, le decisioni governative e sovranazionali imposte alle persone e ai popoli è un crimine contro l'umanità che ha la sua natura, le sue leggi, i suoi ritmi, i suoi bisogni naturali e universali;
qualsiasi innaturale forzatura produce conseguentemente del male a non finire, sofferenze immani, rivolte, guerre e bagni di sangue.

Soltanto gli idealismi utopici e le loro ideologie dogmatiche e teocratiche, nella loro cieca presunzione e arrogante ignoranza delle cose, del vero e del reale, possono arrivare a tali aberranti mostruosità di manipolazione della natura umana, della società, della vita, della politica.


A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente.
L'Africa agli africani, l'America agli americani, l'Asia agli asiatici, l'Europa agli europei, l'Oceania agli oceaniani
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Noi siamo europei e bianchi e l'Europa è la nostra terra, il nostro continente!
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Noi siamo europei e bianchi e l'Europa è la nostra terra, il nostro continente!
Bianchi ci ha fatto la natura e la storia millenaria dell'uomo e bianchi ci piace essere e restare.
I verdi i rossi i neri e i gialli se desiderano venire in Europa lo possono fare chiedendoci il permesso e debbono essere estremamente rispettosi e riguardosi verso di noi se no aria, il Mondo è grande e possono sempre tornare a dove sono venuti!
Se non vi piace il colore della nostra pelle e l'odore dei nostri corpi state lontano da noi e dalla nostra vista,
andatevene e tornate ai vostri paesi di origine che nessuno vi trattiene da noi.

Siamo stanchi di essere demonizzati
perché bianchi e occidentali;
perché secolarizzati, laici, atei o aidoli e non più religiosi,
perché trasformiamo la terra con il nostro lavoro e beneficiamo così l'intera umanità;
siamo stanchi di essere discriminati, di subire le vostre invasioni, di dovervi ospitare e mantenere e di essere da voi disprezzati, stuprati e uccisi, come se fossimo meno delle bestie o fossimo delle mostruosità umane a cui ogni male è lecito fare;
siamo stanchi di essere accusati di aver invaso, colonizzato, depredato, schiavizzato e sterminato perché se nel passato qualcuno e solo qualcuno di noi l'ha fatto, non ha fatto altro che fare come hanno sempre fatto gli uomini in ogni continente, solo che noi nei secoli siamo cambiati e migliorati e certe cose non le facciamo più, altri invece continuano a farle e non accennano a cambiare.

La nostra Europa è la terra dell'uomo di buona volontà e la sua spiritualità è quella naturale e universale che ci è stata data in dote con la creazione e l'evoluzione che ispira la scienza e il lavoro; la vita e non la morte è la nostra religione.
Ovunque nel Mondo ove nel passato sono migrati gli Europei, colonizzando interamente le terre e i paesi, quei luoghi oggi sono tra i più civili e prosperi della Terra come l'Australia, la Nuova Zelanda e l'America del Nord.

Nel nostro continente vi è naturalmente posto per le ragionevoli religiosità ebraica e cristiana che hanno contribuito alla nostra civiltà europea ma non vi può essere posto alcuno per le idolatrie mostruose, incivili e disumane come quella nazi maomettana, non vi può essere posto alcuno per presuntuosi ignoranti e invasati razziatori, discriminatori, assassini e stragisti come Maometto e i suoi seguaci che hanno già fatto fin troppo del male all'umanità intera in questi 1400 anni di storia, da noi non vi è alcun spazio per deità mostruose e disumane come Allah!
L'Islam o nazismo maomettano questa tribale e incivile ideologia politico religiosa di supremazia e di morte va bandita dal Mondo civile, come andrebbe tacitato e bandito chi irresponsabilmente la santifica come portatrice di fraternità, di spiritualità e di pace.

Noi non dobbiamo niente a nessuno, non dobbiano scontare alcuna colpa e alcuna pena, non dobbiamo ripagare/risarcire chichessia di alcun danno, non abbiamo promesse e obblighi e doveri da mantenere se non quelli che assumiamo liberamente e volontariamente verso chi ci rispetta, ci ama e merita il nostro aiuto.
Chi viene da noi con rispetto chiedendoci il permesso e che poi ci ama e si integra è ben accetto come uno di Noi, tutti gli altri assolutamente no, questi vanno respinti e cacciati o espulsi.
Noi siamo uomini liberi, siamo bianchi, europei e occidentali e l'Europa è la nostra terra, chi non ci rispetta e non ci ama ci faccia il piacere di levarsi di torno, noi ci piaciamo così come siamo e vogliamo continuare ad esserlo finché la vita e Dio lo vorranno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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