Legittima difesa umana e cristiana

Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » sab mar 09, 2019 8:27 pm

Legittima difesa all'americana: il ladro non si ferma, l'agente lo crivella (video)
venerdì 8 marzo 2019
Laura Ferrari

https://www.secoloditalia.it/2019/03/le ... ella-video

In Italia tiene banco il tema della legittima difesa. Negli Stati Uniti, il dibattito non avrebbe senso di esistere. Almeno a giudicare da questo video. I fatti sono avvenuti a Little Rock, città dell’Arkansas nota per avere dato i natali all’ex presidente Bill Clinton. Un poliziotto ha sparato almeno 15 colpi di arma da fuoco contro un ladro d’auto. A bordo della vettura, il malvivente con una ragazza. Le immagini sono impressionanti, nella loro drammaticità. L’agente sollecita più volte il guidatore, un trentenne pregiudicato, a scendere dalla vettura.

L’autista, Bradley Blackshire, non solo non scende ma continua a spostarsi con la macchina. A quel punto il poliziotto, Charles Starks (31 anni) spara a ripetizione dal cofano della macchina. L’autista finisce crivellato di colpi e muore poco dopo. La ragazza che è con lui scende dalla vettura e viene ammanettata. I fatti sono avvenuti nel febbraio scorso, il poliziotto è stato sospeso dal servizio. Ovviamente il caso ha tenuto banco per la reazione eccessiva del poliziotto (bianco) e per le origini afroamericane della vittima. Il tema centrale resta ovviamente quello del razzismo. Il sindaco nero della città ha chiesto scusa alla famiglia della vittima per i fatti. Sono immagini che, nella loro crudezza, ci fanno capire la distanza abissale tra Italia e Stati Uniti sull’uso delle armi e sul concetto di legittima difesa.



Alberto Pento
Ottimo così si fa! Medaglia d'oro e promozione a questo poliziotto che ha fatto il suo dovere a rischio della vita.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » mar mar 12, 2019 8:06 pm

Palermo, cerca di rapinare un negozio: tunisino ucciso a bastonate
Claudio Cartaldo - Mar, 12/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 60806.html

Tentativo di rapina nella notte a Palermo. Il rapinatore tunisino morto dopo una colluttazione. Ferito il titolare e un cliente

Una rapina, forse. Almeno questo è quello che emerge dalle prime ricostruzioni.

Poi la reazione del commerciante e la morte del presunto bandito. Sono questi i contorni di quello che è successo nel cuore della notte a Palermo, in un negozio del centro. A rimetterci la vita sarebbe uno straniero, probabilmente di origini tunisine.

Tutto sarebbe emerso intorno alle due di notte. Al 113 sarebbe arrivata la segnalazione da minimarket in via Maqueda: a chiamare sarebbe stato il titolare del market che avrebbe riferito di un tentativo di rapina. Secondo quanto sta ricostruendo la Mobile, il tunisino sarebbe entrato ubriaco nel locale armato con una bottiglia rotta cercando di farsi consegnare l'incasso. Al'interno era presente un dipendente e un suo amico. "Stiamo ricostruendo l'intera vicenda, che al momento appare dai contorni parecchio confusi", spiega a Repubblica il capo della Mobile, Rodolfo Ruperti.

Alla fine della colluttazione, il rapinatore sarebbe stato ucciso a colpi di bastonate dalla reazione del dipendente. Dieci bastonate, secondo alcune ricostruzioni. Altre, invece, dicono che il tunisino sarebbe stato raggiunto da una bottigliata.

Dopo la giornata di interrogatori, il dipendente del market e il suo amico (entrambi bengalesi) sono stati arrestati con l'accusa di omicidio. I due avrebbero inizialmente reagito per difendersi, poi avrebbero cercato di immobilizzare il rapinatore che però, alla fine, è morto. Quello che la polizia sta cercando di accertare, anche osservando le immagini delle telecamere, se sia stato un tentativo maldestro di arresto da parte di un cittadino privato o se siano proseguite le percosse. Sul corpo della vittima è stata disposta l'autopsia. Prima di chiedere la conferma dell'arresto, il pm Giacomo Brandini intende leggere l'intero fascicolo per prendere visione delle immagini di videosorveglianza e degli interrogatori realizzati dalla Mobile.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » gio mar 28, 2019 9:07 pm

Legittima difesa, finalmente approvata la nuova legge, grazie Salvini!
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0817772723


Approvata la legge sulla Legittima Difesa
28 marzo 2019

https://www.facebook.com/legasalvinipre ... 6268518073

Questo 28 marzo è un giorno bellissimo non per la Lega ma per gli italiani. Dopo anni di chiacchiere e polemiche è stato sancito il sacrosanto diritto alla legittima difesa per chi viene aggredito a casa sua, nel suo bar, nel suo ristorante. Non si legittima il Far West ma si sta con i cittadini perbene".




Ecco i critici e i nemici di questa legge che vorrebbero i cittadini indifesi, inermi e paralizzati in balia dei delinquenti.
Tutte le caste arroganti, parassitarie e antidemocratiche sono contrarie; la libertà dei cittadini le spaventa, come le spaventa la sovranità dei cittadini esercitabile attraverso la democrazia diretta.
La legittima difesa è il primo passo verso una maggiore sovranità dei cittadini




Legittima difesa, il Senato approva il testo: è legge
La gioia di Salvini e Centinaio all'approvazione del testo (ansa)
Il provvedimento fortemente voluto da Salvini è passato in via definitiva con 201 sì, 38 no e sei astenuti.Il leader leghista: "Bellissimo giorno per gli italiani". Zingaretti: "Favore alle lobby"
28 marzo 2019

https://www.repubblica.it/politica/2019 ... -222699275

Con 201 sì, 38 no e sei astenuti l'aula del Senato ha approvato in via definitiva la riforma della legittima difesa, provvedimento fortemente voluto dalla Lega. Il testo è identico a quello approvato dalla Camera e quindi, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sarà legge. La difesa diviene quindi "sempre" legittima.

Nove in tutto gli articoli i quali, oltre ad apportare modifiche in materia di legittima difesa domiciliare e di eccesso colposo, intervengono su alcuni reati contro il patrimonio (furto in abitazione e rapina) e sul delitto di violazione di domicilio. Dopo la votazione, lunghi applausi dai banchi del Carroccio. In aula c'era anche il vice premier Matteo Salvini che dopo la proclamazione del voto ha giunto le mani e si inchinato verso gli scranni occupati dai leghisti. Poi ha mostrato ai cronisti una t-shirt con la scritta: "La difesa è sempre legittima".

Il leader leghista ha commentato a caldo: "Dopo anni di chiacchiere e polemiche è stato sancito il sacrosanto diritto alla legittima difesa per chi viene aggredito a casa sua, nel suo bar, nel suo ristorante. Non si distribuiscono armi, non si legittima il Far West ma si sta con i cittadini perbene. Da oggi i delinquenti sanno che fare i rapinatori in Italia è più difficile: è un mestiere ancora più pericoloso".

Legittima difesa, Salvini esulta in aula. Pd: "Siamo allo stadio". Nessun M5S tra i banchi del governo

E a chi gli ha fatto notare che al momento dell'approvazione in aula non c'erano ministri grillini, ha risposto: "Voi badate alla forma, io bado alla sostanza. La legittima difesa è legge, poi chi c'è o non c'è, chi sorride di più o meno a me interessa poco".

Il ministro dell'Interno respinge al mittente le critiche piovute sul testo e dice che i critici non lo hanno letto. Ma l'Associazione nazionale magistrati replica subito. "La nuova legge sulla legittima difesa non tutelerà i cittadini più di quanto erano già tutelati fino ad oggi", dice il presidente Francesco Minisci. Al contrario, continua , "la legge introduce concetti che poco hanno a che fare con il diritto, prevede pericolosi automatismi e restringe gli spazi di valutazione dei magistrati, oltre a portare con sè grandi difficoltà di interpretazione: tutto ciò significa che tutti saranno meno garantiti. Per non parlare - conclude - dei numerosi dubbi di incostituzionalità che la nuova legge comporta".

Molto critici anche i penalisti italiani. ""E' una riforma della quale non sentivamo la mancanza. Il problema non è tanto quanto immediatamente accadrà nelle aule giudiziarie, ma il messaggio di una difesa privata sussidiaria all'intervento dello Stato, oltre che di un atteggiamento di sfiducia nei confronti nella valutazione del giudice", dice il segretario dell'Unione Camere Penali, Eriberto Rosso.

Ariva anche la critica del segretario Pd Nicola Zingaretti secondo cui L'approvazione "è un atto irresponsabile. L'anno scorso se non ricordo male ci sono stati solo dieci casi di valutazione di abuso di legittima difesa in un paese di sessanta milioni di abitanti. Evidentemente anche questo bisogno è inventato, forse per fare un favore a qualche potente lobby che pensa ai propri business ma non a difendere i cittadini. L'idea che uno si compri la pistola e si difende è del Far West - ha aggiunto - e non può essere nell'Italia che amiamo"


Legittima difesa: ecco cosa prevede la nuova legge
https://www.repubblica.it/politica/2019 ... -222699275



Il populismo penale che muove la nuova (sproporzionata) legittima difesa
di Luigi Manconi
2019/03/28

https://www.ilfoglio.it/politica/2019/0 ... esa-246039

Al direttore - La riforma della normativa sulla legittima difesa è stata approvata giovedì in via definitiva. Secondo l’autorevole giurista Ennio Amodio, si tratta di una legge “incostituzionale” da cui discendono due gravissime insidie. Ovvero che venga cancellato “tutto un patrimonio di razionalità e di moderazione” e che “il privato cittadino si trasformi in una autorità che delibera la pena di morte e la mette in esecuzione indipendentemente da una situazione di pericolo”. E tutto questo sfacelo, “la più populista delle misure”, per affrontare una situazione che “riguarda solo pochissimi casi”.

Per comprendere come ci si è arrivati, è opportuno qualche passo indietro. Come (quasi) sempre, è utile partire dall’utilizzo delle parole. Il termine “percezione”, un tempo nobile e oggi ridotto a panno assorbe tutto, dissimula sempre più spesso le più perniciose manomissioni ideologiche. E’ il caso della riforma appena approvata, che costituisce la più formidabile esemplificazione e la più fortunata cultura in vitro di quella tendenza. Tanto più singolare se consideriamo alcuni dati statistici. In Italia gli omicidi volontari sono calati di oltre l’ottanta percento, dai 1750 del 1992 ai 319 del 2018. Se, dunque, tenessimo conto esclusivamente di questi numeri, il nostro paese risulterebbe tra i più tranquilli del mondo: anche perché, nello stesso arco di tempo, sono diminuiti costantemente i “delitti di strada” e tutti quelli che suscitano particolare allarme sociale (scippi, furti, furti in casa e rapine in banca).

Eppure ciò sembra non aver sortito alcun effetto positivo sul sentimento di sicurezza dei cittadini e sull’auto-valutazione della qualità della propria esistenza. Lo scarto davvero pauroso, è il caso di dire, tra i dati oggettivi e la loro relazione con la vita emotiva delle persone in carne e ossa in genere viene attribuito, appunto, alla percezione: un rapporto, cioè, gravemente alterato con la realtà, che deforma il modo con cui la sentiamo e la viviamo. Se non approfondiamo le cause di questa alterazione, c’è il rischio di una spiegazione tautologica: abbiamo paura perché abbiamo paura di aver paura, a seguito di una condizione di stress generalizzato, originata da una molteplicità di fattori. Tra questi sono determinanti le conseguenze della crisi economico-sociale durata oltre un decennio, che ha prodotto uno stato di instabilità psicologica che va oltre il timore dell’aggressione fisica nei confronti dell’integrità propria, dei propri cari e dei propri beni, e ne può prescindere. E’ quello stato di incertezza complessiva sul destino di sé e dei figli che porta al parossismo gli allarmi sociali, al di là della concretezza dei dati di realtà.

Eppure le statistiche parlano chiaro e sono, almeno in questo caso, agevolmente consultabili. Così quella che viene presentata come una drammatica emergenza nazionale (persone incriminate per essersi difese da aggressioni nelle proprie residenze) si sgonfia alla prima verifica. Il ministero della Giustizia non dispone dei dati relativi ai procedimenti penali suddivisi per qualificazione giuridica del fatto, registrati presso le procure della Repubblica. Ma lo stesso ministero rileva i dati presso i tribunali, sia sezioni dibattimentali che uffici del Gip/Gup, fino al 2016. Secondo l’elaborazione del servizio studi del Senato, nel 2013 i procedimenti iscritti per “difesa legittima” (articolo 52 codice penale) sono stati cinque, nessuno nel 2014, tre nel 2015, due nel 2016. Ancora minore il numero dei procedimenti per “eccesso colposo” in legittima difesa (articolo 55 codice penale): due nel 2013, nessuno l’anno successivo, uno nel 2015, due nel 2016. Giuro, è proprio così: davvero “pochissimi casi” (Amodio).

In effetti, dal punto di vista della statistica giudiziaria, sono cifre insignificanti ma, su esse, si sono costruiti meccanismi paranoici e psicosi collettive. E ne risulta insidiato uno dei fondamenti del diritto moderno, ovvero il principio di proporzionalità. Questo cardine dell’idea di giustizia e della sua equa amministrazione viene profondamente lesionato dalla nuova normativa nel momento in cui lo si sottrae alla valutazione del giudice e lo si da per presupposto. Il testo di quella norma va riportato a futura memoria: “il rapporto di proporzionalità tra la difesa e l’offesa si considera sempre sussistente”. Analfabetismo giuridico o populismo penale? Probabilmente, entrambe le cose. Già in Esodo (21, 23-27) si enunciava quel principio che il senso comune “del popolo” rovescia comprensibilmente in un invito alla vendetta. E dunque mi permetto di tradurlo a beneficio di Matteo Salvini e Alfonso Bonafede: quel “occhio per occhio, dente per dente” afferma esattamente un criterio di equilibrio e una misura di proporzionalità: per un occhio, non più di un occhio.



La legittima difesa voluta da Salvini è legge
Roma, 28 mar 2019

https://stream24.ilsole24ore.com/video/ ... e/AB86nsiB

Difesa sempre legittima. E pene più severe per furto, scippo e rapina. Con 201 voti a favore, 38 contrari e 6 astenuti, l'Aula del Senato ha approvato definitivamente il ddl sulla legittima difesa, che dunque è legge.

Con l'ok definitivo viene sancito "il sacrosanto diritto dei cittadini a difendersi se quancuno entra in casa, in cantina, nel proprio bar o azienda agricola. Si elimina il riconoscimento per i parenti dei 'poveri rapitori'. Non si distribuiscono armi". Così ha commentato il via libera il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha fortemente voluto la legge..

"Non è il far west. Da oggi - ha spiegato - i delinquenti sanno che fare il mestiere di rapinare è più difficile. Ovviamente punteremo su polizia, carabinieri, forze dell'ordine, telecamere".

Dura reazione alla riforma da parte della Associazione nazionale magistrati, secondo la quale "La nuova legge sulla legittima difesa non tutelerà i cittadini più di quanto erano già tutelati fino ad oggi; al contrario introduce concetti che poco hanno a che fare con il diritto, prevede pericolosi automatismi e restringe gli spazi di valutazione dei magistrati, oltre a portare con sè grandi difficoltà di interpretazione: tutto ciò significa che tutti saranno meno garantiti".
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » dom mar 31, 2019 8:21 am

La legittima difesa è legge. Gratuito patrocinio, risarcimento, furto, scippo, rapina: ecco cosa cambia
28 marzo 2019

https://www.sostenitori.info/la-legitti ... e6zA-3DWF8

Il provvedimento fortemente voluto da Salvini è passato in via definitiva con 201 sì, 38 no e sei astenuti.Il leader leghista: “Bellissimo giorno per gli italiani”. “Questo 28 marzo è un giorno bellissimo non per la Lega ma per gli italiani – afferma Salvini -. Dopo anni di chiacchiere e polemiche è stato sancito il sacrosanto diritto alla legittima difesa per chi viene aggredito a casa sua, nel suo bar, nel suo ristorante. Non si legittima il Far West ma si sta con i cittadini perbene”. Ecco le principali novità introdotte, ce le spiega il sito di skytg24: il testo non cancella l’intervento del magistrato per la valutazione dei fatti accaduti.

Proporzionalità – Nei casi di legittima difesa domiciliare si considera “sempre” sussistente il rapporto di proporzionalità tra la difesa e l’offesa. Inoltre si considera “sempre in stato di legittima difesa” chi, all’interno del domicilio (o nel negozio o nello studio professionale), respinge l’intrusione da parte di una o più persone “posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica”.

Grave turbamento – Il testo, affrontando i casi di eccesso colposo di legittima difesa, esclude la punibilità di chi ha agito per la salvaguardia della propria o altrui incolumità “in condizioni di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto”.

Nessuna azione civile risarcitoria – Si interviene anche sul Codice Civile escludendo la possibilità che chi è uscito assolto in sede penale dal reato di eccesso di legittima difesa, sia obbligato a rimborsare il danno causato dal fatto.

Gratuito patrocinio – Viene esteso a favore della persona nei cui confronti sia stata disposta l’archiviazione o il proscioglimento o il non luogo a procedere per fatti commessi in condizioni di legittima difesa o di eccesso colposo. Lo Stato può però rifarsi delle spese anticipate se, una volta riaperte le indagini, la persona sia poi condannata in via definitiva.

Violazione di domicilio – È elevata da sei mesi a un anno nel minimo e da tre a quattro anni nel massimo la pena detentiva per questo reato. Nel caso in cui la violazione è commessa con violenza su cose o persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato, l’attuale pena da uno a cinque anni è innalzata da due a sei anni.

Furto o scippo – Per questi delitti la pena detentiva è inasprita nel minimo dagli attuali tre anni a quattro anni e nel massimo dagli attuali sei anni a sette anni.

Rapina – La pena della reclusione è elevata da 4 a 5 anni nel minimo, mentre resta fermo il massimo fissato a 10 anni. Sanzioni maggiori anche per le ipotesi aggravate e pluriaggravate.


Legittima difesa: ecco cosa prevede la nuova legge
https://www.repubblica.it/politica/2019 ... -222699275
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » dom mar 31, 2019 8:23 am

Meno armi da fuoco per più sicurezza?
Sonia Fenazzi, swissinfo.ch
10-13 minuti
Questo contenuto è stato pubblicato il 5 gennaio 2011

https://www.swissinfo.ch/ita/meno-armi- ... k.facebook

Un'iniziativa popolare propone di restringere drasticamente il numero di armi in mano a cittadini in Svizzera.
(Keystone)

Uno strumento per ridurre suicidi e omicidi, secondo i sostenitori. Una promessa che non può essere mantenuta, secondo gli oppositori. L'iniziativa "Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi" è sottoposta a votazione popolare il 13 febbraio.

La Svizzera è uno dei paesi con la più alta proporzione di armi da fuoco in mano a privati cittadini. Sicuramente superano i due milioni. Questo numero, infatti, corrisponde a quelle attualmente iscritte nei registri cantonali, secondo i dati ufficialmente forniti dal divisionario Jean-Jacques Chevalley in una recente conferenza stampa. In circolazione ve ne sono però molte altre che non sono registrate.

Secondo stime, le armi da fuoco in mano alla popolazione svizzera si aggirerebbero sui 2,3 milioni. Una cifra elevata per un paese che conta circa 7,7 milioni di abitanti.

Fra i detentori di armi da fuoco, come negli altri paesi, ci sono cacciatori e collezionisti. Ma è essenzialmente una tradizione militare elvetica che fa lievitare le cifre. L'arma d'ordinanza, infatti, fa parte dell'equipaggiamento personale che i membri dell'esercito svizzero devono custodire quando sono fuori dal servizio. E una volta prosciolti dall'obbligo di prestare servizio, i militi generalmente possono tenere la propria arma.

L'arma d'ordinanza – stando a stime – è peraltro utilizzata da più dell'85% di chi pratica il tiro sportivo, che è una disciplina molto popolare nella Confederazione. Con circa 175mila membri attivi distribuiti in 3'100 società, quella di tiro è la terza federazione sportiva della Svizzera, secondo la classifica di Swiss Olympic.

Tante armi, poca criminalità, molti suicidi

Nonostante la grande diffusione di armi, la Svizzera non è un paese con un alto tasso di criminalità. Ha però un elevato tasso di suicidi. Secondo i dati più recenti forniti dall'Ufficio federale di statistica, nel 2008, su un totale di 1'313 suicidi, 239 (18,2%) sono stati compiuti con un'arma da fuoco. Nello stesso anno, vi sono stati altri 20 morti uccisi, intenzionalmente o accidentalmente, con un'arma da fuoco.

La statistica non precisa in quanti casi è stata utilizzata un'arma dell'esercito. Comunque, in seguito ad alcuni drammi in cui sono state utilizzate armi d'ordinanza militari, si sono levate voci per chiedere che queste fossero bandite dalle case e per reclamare una legge sulle armi più restrittiva.

Quelle voci sono diventate più pressanti quando, nel 2006, uno studio diretto dal professore di criminologia e diritto penale all'università di Losanna Martin Killias, ha calcolato che in media le armi d'ordinanza dell'esercito in Svizzera causavano 300 morti all'anno fra suicidi e omicidi.

Vasta coalizione contro armi in casa

Socialisti e Verdi hanno fatto sentire quelle voci in parlamento. Tuttavia, nell'ambito della revisione della Legge sulle armi, le loro proposte d'inasprimento sono state bocciate dalla maggioranza parlamentare.

Alcune modifiche adottate dal parlamento vanno nel senso auspicato dalla sinistra rosso-verde. Come, per esempio, il divieto della vendita anonima di armi, il nullaosta allo scambio fra autorità civili e militari di dati sull'uso abusivo di armi, la gestione centralizzata della tracciabilità delle armi da fuoco.

Troppo poco, però, per chi vuole ridurre drasticamente il numero d'armi da fuoco in circolazione nelle case svizzere. Così, poco più di due mesi dopo l'adozione della revisione, una vasta coalizione composta di una settantina fra partiti e organizzazioni il 4 settembre 2007 ha iniziato la raccolta delle firme per l'iniziativa popolare denominata "Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi".

L'iniziativa esige in particolare che le armi d'ordinanza militari siano custodite in locali sicuri dell'esercito e che non siano cedute ai militari prosciolti, prevede l'istituzione di un registro nazionale delle armi da fuoco e chiede che chi vuole acquistare, detenere o usare armi da fuoco e munizioni debba fornire la prova di averne la necessità e le capacità.

Ampia bocciatura delle Camere

Il testo, con più di 106mila firme valide, è stato depositato il 23 febbraio 2009. Il governo e la maggioranza del parlamento raccomandano di respingerlo. Il Consiglio nazionale lo ha bocciato con 119 voti contro 69 e 4 astensioni; il Consiglio degli Stati lo ha rifiutato con 30 voti contro 11 e un'astensione.

Per i fautori dell'iniziativa, diminuendo il numero di armi da fuoco in circolazione si riduce anche il numero delle vittime. In particolare è messa in causa la violenza domestica, dove le armi da fuoco non solo causano morti e feriti, ma sono utilizzate come minaccia. Riguardo ai suicidi, sono citati studi secondo cui chi vuol togliersi la vita, se non trova in un breve lasso di tempo il mezzo con cui ha deciso di farla finita, generalmente desiste.

Gli oppositori replicano che violenza domestica e suicidi non sono dovuti al possesso di un'arma. Per prevenirli occorre dunque combattere le vere cause. Cosa che, affermano, l'iniziativa non fa. Contestano inoltre la relazione fra la disponibilità di armi e un alto tasso di suicidi, affermando che non è provata scientificamente e sostenendo che chi vuole mettere fine ai propri giorni, se non ha un'arma a portata di mano, ricorre ad altri metodi.

Non un divieto generale

I sostenitori dell'iniziativa puntualizzano che essa non è rivolta contro tiratori sportivi, cacciatori e collezionisti, ai quali sarebbe però richiesta una licenza che attesti la loro idoneità. E non è neppure rivolta contro l'esercito. Secondo gli iniziativisti, custodire l'arma d'ordinanza militare in casa oggigiorno non si giustifica più sul piano della sicurezza, ma rappresenta solo un pericolo.

Per gli avversari, invece, si rompe così il rapporto di fiducia instaurato fra lo stato e il cittadino-soldato. In gioco ci sono anche gli interessi dei numerosi tiratori sportivi che utilizzano l’arma militare. Le società di tiro sostengono persino che questa misura segnerebbe la fine della grande popolarità di questa disciplina e condannerebbe a morte la maggioranza degli stand di tiro.

Gli oppositori dell'iniziativa rammentano inoltre che dall'inizio del 2010, chi vuole può già depositare l'arma d'ordinanza militare all'arsenale. Si tratta di una disposizione adottata dopo il lancio dell'iniziativa.

Così come nel frattempo sono state adottate altre restrizioni ed è entrato in vigore l'obbligo per i cantoni di registrare le armi in banche di dati, che si sta ora cercando di uniformare per agevolare lo scambio dei dati, ha ricordato la ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga nella conferenza stampa per il lancio della campagna contro l'iniziativa.

Secondo i promotori dell'iniziativa, tuttavia, solo un registro centralizzato consente un controllo rigoroso delle armi da fuoco. Un registro nazionale agevolerebbe anche le inchieste per risalire al proprietario di un'arma. Per questo, fanno notare, le organizzazioni delle polizie lo rivendicano già da parecchi anni.

Gli avversari dell'iniziativa stigmatizzano i costi supplementari che essa comporterebbe. I fautori li giudicano invece sopportabili e replicano che salvare vite umane non ha prezzo.
Fautori e oppositori

A favore dell'iniziativa si sono coalizzati una settantina fra partiti e organizzazioni. Fra questi figurano: il partito socialista, i Verdi, i Verdi liberali, il partito cristiano sociale, il partito evangelico, il partito del lavoro, i sindacati, il Gruppo per una Svizzera senza esercito, numerose organizzazioni pacifiste, cristiane, di prevenzione del suicidio e femminili, nonché la Federazione dei medici svizzeri, la Società svizzera di psichiatria e psicoterapia e i Giuristi democratici svizzeri.

Contro l'iniziativa si schierano: l'Unione democratica di centro, i partiti liberale radicale, popolare democratico, borghese democratico, la Lega dei Ticinesi, le organizzazioni di tiro sportivo, di cacciatori e di armaioli, la Società svizzera degli ufficiali.

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Fatti e cifre

Tutti i cittadini svizzeri di sesso maschile residenti nella Confederazione sono soggetti all'obbligo militare dai 18 ai 30 anni per i militari con gradi di truppa e parte dei sottufficiali e ai 50 anni per specialisti e ufficiali superiori.

La scuola reclute generalmente è assolta nell'anno del compimento dei 20 anni e dura 18 o 21 settimane. Seguono sei o sette corsi di ripetizione di 19 giorni all'anno. I militi devono inoltre assolvere annualmente gli esercizi di tiro obbligatorio fuori del servizio.

L'esercito svizzero nel 2009 contava 188'433 membri attivi e 14'422 di riserva.

Gli attivi nel 2009 hanno complessivamente prestato 6'375'549 giorni di servizio.

Fonte: Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport

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crimini e delitti

Per la prima volta quest'anno è stata pubblicata la statistica della criminalità con i dati uniformati per tutta la Svizzera. Le cifre si riferiscono al 2009.

I dati, basati sulle denunce, consentono di fornire le cifre di delitti o crimini commessi con le armi da fuoco per tre tipi di reati.

Emerge così che nell'anno in rassegna le armi da fuoco sono state utilizzate in 55 casi (23,3%) su un totale di 236 di

omicidi o tentati omicidi, in 11 casi (2,1%) di lesioni gravi

su 524 e in 416 casi (11,8%) di rapina su 3'530.

Fonte: Ufficio federale di statistica

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swissinfo.ch



Referendum sulle armi: oltre 125mila firme, si voterà in maggio
17.01.2019

https://www.tio.ch/svizzera/politica/13 ... aggio?mr=1


Settemila di queste arrivano dal Ticino. Per la riuscita del referendum bastavano 50 mila sottoscrizioni

BERNA - Oltre 125 mila firme, di cui circa 7 mila dal Ticino, raccolte in meno di tre mesi. È il "bottino" di adesioni consegnato oggi dalla Cancelleria federale dal Comitato di interessi del tiro svizzero che si batte contro la modifica della legge sulle armi volta ad inasprire il possesso di quelle semiautomatiche. Il popolo si esprimerà il 19 di maggio prossimo. Per la riuscita del referendum bastavano 50 mila sottoscrizioni.

Secondo Luca Filippini, presidente della federazione sportiva svizzera di tiro nonché del Comitato contrario alla modifica della legge approvata dal Parlamento, «le nuove direttive europee al riguardo, che la Svizzera è obbligata riprendere poiché associata allo spazio Schengen, non apporteranno alcun miglioramento a livello di sicurezza».

A parere del ticinese, fra l'altro segretario generale e coordinatore del Dipartimento delle istituzioni in mano al "ministro" Norman Gobbi, le nuove disposizioni europee ledono i diritti e le libertà dei cittadini svizzeri. «Se col diritto attuale un cittadino incensurato ha il diritto di acquistare un'arma semiautomatica, le nuove disposizioni vietano tutti questi fucili e pistole dotate di grandi caricatori», ha dichiarato a Keystone-Ats.

Circa la sicurezza, e in particolare il dilemma del terrorismo, secondo Filippini i recenti attentati hanno dimostrato che le armi utilizzate erano «illegali, acquistate magari sul mercato nero», senza contare che i terroristi hanno fatto anche uso di camion e automobili per portare a termine i loro proposito criminali.

Insomma, le direttive Ue volte ad inasprire il diritto sulla armi sono "pseudoleggi" che non migliorano la sicurezza, ma restringono invece i nostri diritti e la nostra libertà.

Il presidente della federazione sportiva svizzera di tiro sostiene di non avere nulla contro gli accordi di Schengen (che secondo i fautori della direttiva sarebbero a rischio senza un adeguamento legislativo da parte elvetica). Riguardo all'asserzione secondo cui un "no" alle urne potrebbe condurre ad una esclusione della Svizzera dallo spazio Schengen, Filippini ha risposto che, tenuto conto della posta in gioco, «vale la pena discutere e fare decidere il popolo». In caso di successo, bisognerà trovare una soluzione con Bruxelles: Schengen è utile sia a loro che a noi, ha rilevato.

Schengen troppo importante - La direttiva Ue sulle armi automatiche è stata adottata dal Parlamento lo scorso settembre. Come più volte ripetuto nei due rami del Parlamento durante i dibattiti, la Svizzera ha ottenuto eccezioni per quanto riguarda l'arma personale che ogni soldato ha il diritto di portare a casa. Anche per cacciatori e appassionati di tiro non cambierà nulla.

A combattere la direttiva Ue adottata dopo gli attentati terroristici di Parigi è stata l'UDC, secondo cui le nuove restrizioni nel possesso di armi metterebbero in pericolo la tradizione elvetica del tiro.

La maggioranza del Parlamento ha accolto le nuove disposizioni giudicando la partecipazione elvetica allo spazio Schengen troppo importante - a livello di sicurezza - per metterla in pericolo.

La nuova direttiva Ue - La nuova direttiva in materia era stata proposta dalla Commissione Ue il 18 novembre 2015, pochi giorni dopo la seconda strage di Parigi. Il Parlamento europeo l'ha approvata il 14 marzo 2017.

In base al progetto del Consiglio federale adottato dal parlamento, una volta prosciolti dall'obbligo di prestare servizio militare, i cittadini potranno ancora tenere l'arma dell'esercito col relativo caricatore da venti cartucce e continuare a utilizzarla per il tiro sportivo.

I Cantoni avranno tempo tre anni affinché gli attuali detentori di armi semiautomatiche si facciano confermare il legittimo possesso presso gli uffici preposti. Simile registrazione a posteriori è invisa al comitato referendario. Tale conferma non sarà però necessaria soltanto se l'arma non risulta già iscritta in un registro o non è stata ceduta in proprietà direttamente dall'esercito al termine degli obblighi militari.

Anche i collezionisti e i musei potranno acquisire armi, a condizione di aver adottato tutte le misure necessarie per custodirle in sicurezza e di tenere un elenco delle armi che necessitano di un'autorizzazione eccezionale.



https://eu-diktat-nein.ch/it


Gino Quarelo
Sì ai cittadini armati per l'autodifesa, baluardo contro la ditturara a difesa della vita, dei beni, della libertà, della dignità e della sovranità, dai prepotenti e dai criminali predatori, terroristi e mafiosi.




Attuazione nel diritto svizzero della direttiva dell’UE sulle armi
19 maggio 2019

https://www.ejpd.admin.ch/ejpd/it/home/ ... linie.html

L’attuazione nel diritto svizzero della direttiva dell’UE sulle armi è stata accettata alle urne il 19 maggio 2019 con il 63,7% di voti favorevoli.

Risultati ufficiali

Partecipazione: 43,88%
Totale: 2'356'154
Sì: 1'501'880 (63,7%)
No: 854'274 (36,3%)

Risultati della votazione in dettaglio

(Ufficio federale di statistica UST)

La consigliera federale Keller-Sutter sul Sì alla nuova legge sulle armi: "Rimaniamo fedeli alla nostra politica consolidata, di cui siamo profondamente convinti: ci impegniamo a favore della protezione e della sicurezza della popolazione in Svizzera, senza mettere in questione la tradizione del tiro."
Sotto trovate le informazioni sull’attuazione nel diritto svizzero della direttiva dell’UE sulle armi che il DFGP aveva messo in rete prima della votazione del 19 maggio 2019.

Video esplicativo
Dichiarazione per la TV
Conferenza stampa del 14 febbraio 2019
Intervista, 10vor10, 29.03.2019

Video con lingua dei segni

La Consigliera federale Simonetta Sommaruga

Video con lingua dei segni

Questo documento non è disponibile in italiano.
Di che cosa si tratta?

La legislazione svizzera sulle armi – alla stregua di quella dell’UE – ha l’obiettivo di prevenire l’abuso di armi. All’occorrenza occorre però adeguarla per restare al passo con le esigenze del momento. L’Unione europea ha avviato la revisione della sua direttiva sulle armi adottandola nel 2017. La Svizzera, associata alla rete di Stati Schengen e Dublino, intende trasporre nel diritto nazionale questa modifica della direttiva UE. La legge modificata prevede l’obbligo di contrassegnare tutte le parti essenziali di un’arma, permettendo alla polizia di identificarne la provenienza con maggiore facilità.
Inoltre migliora lo scambio di informazioni con gli altri Stati Schengen, ad esempio in merito alle persone cui per motivi di sicurezza è stato vietato l’acquisto di un’arma. È anche previsto qualche adeguamento riguardo all’autorizzazione di armi semiautomatiche dotate di grandi caricatori, che permettono di sparare a raffica senza dover ricaricare.

In quanto associata alla rete Schengen, la Svizzera ha potuto partecipare alla revisione parziale della direttiva sulle armi impedendo in tal modo normative più severe. Pertanto la tradizione svizzera in materia di tiro non è assolutamente a rischio:

anche in futuro i fucili d’assalto potranno essere tenuti dopo il servizio militare;
anche in futuro nello sport di tiro potranno essere usate armi semiautomatiche dotate di un grande caricatore, come ad esempio il fucile d’assalto;
anche in futuro non saranno necessari test medici o psicologici;
non è previsto un registro centrale delle armi;
i cacciatori potranno usare le proprie armi come finora.

La «Comunità d'interesse tiro svizzera» ha lanciato il referendum contro l’attuazione della direttiva dell’UE sulle armi. La votazione avrà luogo il 19 maggio 2019.

È molto probabile che un No alla revisione parziale metterebbe automaticamente fine alla collaborazione con la rete degli Stati Schengen e Dublino.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » dom mar 31, 2019 8:24 am

«Rendere più facile avere un’arma»: la nuova mossa dopo la legittima difesa
19 marzo 2019

https://www.corriere.it/politica/19_mar ... 97LzkcOpFI

A poche ore dall’approvazione definitiva della nuova legge sulla legittima difesa, la Lega compie un ulteriore passo per rendere facile l’uso delle armi: Circa 70 deputati hanno sottoscritto un progetto di legge per raddoppiare la potenza dell’arma che può essere detenuta senza licenza. La prima firmataria è la parlamentare Vanessa Cattoi intenzionata a «rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale». Come? «Aumentando da 7,5 a 15 joule (l’unità che serve anche a misurare l’energia cinetica sviluppata dal proiettile al momento dell’impatto, ndr.) il discrimine tra le armi comuni da sparo e quelle per le quali non è necessario il porto d’armi».

In Italia infatti è possibile detenere un’arma anche senza avere il porto d’armi ma per essere a libera vendita deve avere una potenza inferiore ai 7,5 joule. Al di sopra di quel limite (in Francia è di 40, in Spagna è di 21) si considera arma da fuoco e serve una autorizzazione e denuncia di possesso. Attualmente si può detenere un’arma per uso venatorio, per finalità sportive o per difesa personale. Tuttavia spesso - sottolineano i promotori della proposta - «la richiesta del porto d’armi per uso venatorio è solo un pretesto per avere un’arma in casa per difendersi dai malviventi». Più difficile e lungo invece - questa la denuncia - l’iter «per ottenere il permesso per difesa personale». Il placet per portare con sé un’arma viene concesso - soprattutto a benzinai e gioiellieri in virtù dei rischi che corrono - a chi sa maneggiarla, a chi è «in uno stato psico-fisico pressoché perfetto». L’obiettivo della proposta è velocizzare l’iter dell’acquisto di un’arma per la difesa personale e aumentare la potenza di fuoco dell’arma a libera vendita. Incrementando - da 7,5 a 15 joule «la potenza delle comuni armi da sparo al di sopra della quale è necessario avere il porto d’armi».



Italietten sniper
Andrea Aromatico
30 marzo 2019

https://www.facebook.com/andrea.aromati ... 5560998735

Scoppia la polemica fra i somari: di qua, una minchioleghista che sulla scia dell'entusiasmo per la Legge sulla Legittima Difesa propone di alzare dai 7,5 attuali ai 15 i joules per la libera vendita di un'arma ad aria compressa, di là, i minchiopiddiotiparasinistrati che si lanciano a pesce con doppio carpiato analfabetico gridando i soliti psicomantra che significano come sempre un cazzo: "far west" (magari)! "regalo alla lobby delle armi" (ma quale?)!!!
Cagate immani da entrambi i fronti, uguali solo nella condivisa, totale ignoranza relativamente all'argomento di cui parlano, per ciò degnamente politici di professione in questo paese dello #stracazzo!!!
Copio e incollo (e implemento) al riguardo pezzo super illuminante dell'amico fraterno Giorgio Brancaglion, da ere geologiche super esperto del settore e firma di riferimento di all4shooters.com:
"Bene, secondo alcuni fenomeni del giornalismo (politically correct), la Lega chiede (senza manco sapere quello di cui parla) che si possano detenere liberamente armi ad aria compressa con potenza fino a 15 joule per aumentare la diffusione di armi "da difesa personale".
Ora, solo un ignorante (nel senso che ignora totalmente l'argomento di cui parla) potrebbe pensare di usare un'arma da 15 joule per difesa.
Giusto per fare un confronto, la munizione calibro .22 Long Rifle - considerata inadeguata per un impiego difensivo - sviluppa circa 140 joule (quasi dieci volte tanto) mentre una 9x21 (il calibro da pistola più usato in Italia) sviluppa circa 500 joule.
Ora, se pensate di usare una pistola o una carabina da 15 joule (magari monocolpo) per difendervi, sappiate che sicuramente farete più danno all'aggressore dandogliela in testa piuttosto che sparandogli.
E per chi sostiene che si tratterebbe di un regalo della Lega alla "lobby delle armi", ricordo che in Italia le aziende che producono armi ad aria compressa sono rimaste due (3): Chiappa, (Pardini, che fa solo armi sportive top level) e Mangolini, che produce carabine da Luna Park. Un po' pochine per fare Lobby...".
Studiate, capre!!!!
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » dom mar 31, 2019 9:45 am

In questa casa si crede in Dio e chi vuole incontrarlo basta che entri senza permesso
La Siora Gina
https://www.facebook.com/sioragina/vide ... 9616298072
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » lun apr 01, 2019 8:49 pm

Più armi vuol dire più crimine?
stituto Liberale
Di Brian Sciretti

https://www.individualistaferoce.it/201 ... YPcETs5Jxw

Da quando in Italia si discute di modificare in senso leggermente meno restrittivo le norme sulla legittima difesa qualcuno strilla al far west, alle armi facili e dunque all’aumento delle morti, spesso citando statistiche americane, che includono i suicidi.

Ma è davvero così?
Le armi in America

Negli Stati Uniti d’America il diritto a portare e possedere armi è sancito dal secondo emendamento della Costituzione che stabilisce come sia necessario, per uno Stato, una milizia ben regolamentata.

I Padri Fondatori, ben memori dell’esperienza di guerra necessaria per liberarsi dal colonialismo inglese e dei pericoli presenti nel Continente, preferirono una nazione dove -potenzialmente – ogni cittadino avrebbe potuto avere un’arma, rispetto ad uno Stato dove solo l’Esercito è armato.

Si tratta di una finezza non avuta dai costituenti europei, nonostante vari Stati europei siano nati da esperienze di resistenza armata: In un certo senso i Padri Fondatori hanno avuto l’intuizione che il Popolo avesse la necessità di rescindere, anche tramite forze in armi, dall’adesione al governo; quelli italiani si sono detti “siamo una democrazia e lo saremo per sempre”.

I vari Stati dell’Unione, comunque, possono porre limiti al porto in pubblico e sottoporlo a licenze, che attendono a concessioni somministrate alla richiesta, se si posseggono determinate caratteristiche di legge o discrezionalmente.

Nessuno nega che in USA ci sia un problema di violenza. Tutti gli americani con cui ho parlato, dai sandersiani convinti ai trumpisti, passando per i libertarian: concordano sul fatto che le armi da fuoco siano semplicemente un mezzo di espressione, se non le avessero userebbero altre armi, ma al contempo sono anche un mezzo di difesa, infatti alcune importanti stragi sono avvenute in luoghi “gun-free”.


Le armi in Europa: Svizzera e Cechia

In linea di massima l’Europa ha leggi abbastanza restrittive in materia di armi. Questi due Stati, tuttavia fanno eccezione e hanno normative abbastanza liberali.

La Svizzera, di per se, ha una normativa non troppo speciale: Per comprare un’arma viene richiesto un permesso che si ottiene con relativa semplicità, se si hanno i requisiti, mentre per il porto in pubblico serve un ulteriore permesso, concesso con parsimonia.

Tuttavia in Svizzera esiste il servizio di leva, i cittadini portano a casa il fucile d’assalto e una volta terminata la leva possono acquistarlo.

Ciò porta a un ciclo virtuoso: Se avere un’arma in strada è relativamente raro, è però possibile difendersi nel proprio domicilio e, in caso, difendersi da un invasore armato o da una deriva dittatoriale del governo federale.

Sticker pro-armi ceco che recita “Vorresti davvero non aver nessun portatore di armi legale nelle vicinanze?”

In Cechia, invece, c’è un modello più individualista e la permissiva normativa – “diamo a Cesare quel che è di Cesare”, che è stata approvata persino dal socialdemocratico Zeman – permette il possesso e il porto a chi ha i requisiti di legge.

Inoltre, una volta ottenuto il permesso, è abbastanza semplice comprare pistole e fucili ad azionamento singolo, mentre è richiesto un ulteriore permesso per le armi semiautomatiche.

Questa volontà di mantenere le armi libere è stata una delle varie ragioni di contrasto tra il governo e il popolo ceco, inclusi i partiti più europeisti come TOP 09, e l’Europa unita: I Cechi credono che sia meglio avere una nazione armata, anche per combattere il terrorismo.

E, quando sentiamo in TV “le squadre anti-terrorismo posso intervenire in mezz’ora” dovremmo anche chiederci: quante persone disarmate può uccidere un terrorista in quel periodo di tempo?
E l’Italia?

In Italia è relativamente facile ottenere il permesso per tenere un’arma in casa, se si rispettano i requisiti di legge. La stessa cosa vale per le licenze di tiro sportivo e per la caccia.

Non vale per la difesa personale: Infatti è abbastanza difficile ottenere un permesso per difesa personale, che comunque vale solo un anno, e viene rilasciato tipicamente a gente che maneggia denaro o gioielli, o a medici notturni.

Ironico il fatto, comunque, che armi non letali come il Taser o le pistole a proiettili di gomma non possano essere portate, mentre le pistole classiche sì: In Italia, in sostanza, non puoi difenderti in maniera non letale, nemmeno se vuoi farlo.

Nel nostro paese, comunque, questo approccio è dovuto anche ad un problema culturale: raro è infatti trovare un serio fronte in favore delle armi sicure e legali; si passa da chi ritiene necessario disarmare i cittadini, e per il quale è meglio un cittadino onesto morto e un ladro in vita, rispetto all’inverso – colpevolizzando la legittima difesa- e chi invece vuole le armi libere senza alcun criterio di regolamentazione.

Da liberali dovremmo porci contro chi ci vuole sudditi dello Stato, tutti disarmati e in balia del primo che si procura una Glock al mercato nero (perché le leggi non possono nulla contro chi già sta agendo illegalmente), ma anche contro chi pensa di risolvere le dispute a colpi di rivoltella.

Il possesso di un’arma dovrebbe essere un diritto che attiva di conseguenza una serie di un doveri civici. Ed, esattamente come la possibilità di guidare un veicolo, dovrebbero essere contemplate cause che lo limitino o lo impediscono totalmente, da certificarsi tramite un corso ed una visita medica, senza per questo limitare immotivatamente la libertà personale.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » mar apr 02, 2019 9:05 am

Legittima difesa e complicità della magistratura
1 aprile 2019

http://www.elzeviro.eu/affari-di-palazz ... 5LZzFY2YRg

Le nostre perplessità sulla riforma della legittima difesa non sono mai mancate, specialmente per il timore che potesse essere l’inevitabile preambolo di una pericolosissima deriva “americana” nella liberalizzazione delle armi (che per il momento, sembra essere stata scongiurata).

Ciò detto, i commenti visti negli ultimi giorni sono stati mediamente molto superficiali, finendo per cadere nello stesso errore commesso dai magistrati per anni e anni, il quale ha creato terreno fertile per questa manovra ultrasecuritaria: l’incapacità di comprendere tanto la gravità del reato, quanto la condizione emotiva estrema alla quale è sottoposta la vittima.

Chi vi scrive ne parla con cognizione di causa (essendosi ritrovato faccia a faccia con un malintenzionato nella propria abitazione) e si tratta di una violazione dell’intimità così profonda, da non avere spazio per sentimenti diversi da quelli di rabbia e terrore.

Troppo spesso, nelle aule giudiziarie si è razionalizzato in maniera drammaticamente ipocrita su una situazione nella quale la razionalità non è contemplata, finendo per omettere un aspetto ben più importante della squisita proporzionalità giuridica: quello del rapporto di causalità.

Se io commetto un gesto estremo – che magari potrebbe anche non essere più necessario – è solo perché la prepotenza di un’altra persona mi ha messo nella condizione di essere un concentrato di adrenalina, privo di qualsivoglia lucidità.

Gli strumenti per non ricorrere ad un comma esemplificativo prima e ad una riforma reazionaria poi, erano già presenti nel testo dell’articolo 52 e sarebbe stato sufficiente non inerpicarsi con cavilli cervellotici, pur di non riconoscere la proporzionalità tra offesa e difesa in circostanze lapalissiane.

Se si è arrivati a questo epilogo il settore della magistratura, anziché manifestare ipocrita indignazione, dovrebbe farsi un profondo esame di coscienza ed ammettere la propria complicità.
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Re: Legittima difesa umana e cristiana

Messaggioda Berto » mar apr 02, 2019 10:56 pm

Macellaio sparò al ladro, il pm: «Va assolto, non tentò di uccidere»
Martedì 2 Aprile 2019

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... bb_gJ0sgkE

La procura generale ha chiesto il non doversi procedere nei confronti di Walter Onichini, il macellaio di Legnaro (Padova), ora residente nel Veneziano, che nel luglio 2013 aveva sparato, ferendolo, a Elson Ndreca, ladro albanese che si era introdotto in casa sua. La richiesta è arrivata nelle battute finali del processo d'appello contro Onichini, condannato a 4 anni e 11 mesi in primo grado, nel dicembre 2017.

Il sostituito procuratore generale contestando aspramente le motivazioni del tribunale di Padova, che bollavano Onichini come assassino, ha chiesto la riqualificazione del reato contestato da tentato omicidio in lesioni colpose per aver agito per eccesso colposo di legittima difesa putativa. Da qui il non doversi procedere per mancanza di querela da parte del ladro ferito. Assoluzione, invece, è stata chiesta per il reato di sequestro di persona contestato al macellaio per aver caricato in macchina il ladro e averlo scaricato in un campo. Per la procura generale di Venezia, Ndreca non è credibile.

«Sono molto soddisfatto di questa richiesta fatta dalla procura generale a proposito di Walter Onichini, siamo arrivati in Corte d'Appello con una sentenza di condanna per tentato omicidio e torniamo a casa con una richiesta di assoluzione, ora attendiamo la sentenza». Queste sono le parole dell'avvocato Ernesto De Toni, che difende il macellaio padovano. In aula c'era lo stesso Onichini, accompagnato da altri amici tra cui Franco Birolo, tabaccaio di Civè di Correzzola assolto per aver ucciso un ladro che era entrato di notte nella sua tabaccheria. «Siamo con Walter» ha detto Birolo. Onichini ha preferito non rilasciare commenti.
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