Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » gio ott 08, 2015 10:05 pm

Monsignor Casale: «L'omosessualità è ricchezza»
L'amore gay «non è peccato». Proibirlo «è un errore». Anche se Charamsa «ha sbagliato». L'arcivescovo emerito di Foggia Casale a L43 su Sinodo, sesso e orgasmi.
di Davide Gangale
06 Ottobre 2015
http://www.lettera43.it/esclusive/monsi ... 218038.htm

Papa Francesco ha chiesto ai vescovi, riuniti a Roma per il Sinodo sulla famiglia, di parlare con sincerità, schiettezza e onestà.

Monsignor Giuseppe Casale, arcivescovo emerito di Foggia, non se lo è lasciato ripetere due volte.
Lettera43.it lo ha raggiunto a Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, dove si è trasferito da qualche tempo.
«LA SESSUALITÀ È LA BELLEZZA DI DIO IN NOI». Sessualità, omosessualità, celibato, comunione ai divorziati risposati, il coming out di Krzysztof Charamsa: monsignor Casale, classe 1923, laureato in teologia, ha risposto su tutto con freschezza e lucidità: «Le dico volentieri come la penso e mi auguro che le cose che le dirò possano diffondersi. Perché bisogna creare una mentalità nuova in un mondo cattolico chiuso, retrogrado, che commette tante porcherie quando ruba e quando imbroglia, e poi diventa 'di naso fine' quando si entra nel campo della sessualità, che è la bellezza di Dio in noi».


DOMANDA. Come considera l'atteggiamento di papa Francesco rispetto all'accoglienza delle coppie omosessuali da parte della Chiesa?
RISPOSTA. L'atteggiamento del papa è stato molto chiaro. Ha dato dei segnali, pur senza entrare specificatamente nel merito della questione. E ha lasciato al Sinodo la libertà di esaminare il tema, sia a ottobre 2014 sia adesso.
D. Francesco è un riformatore, ma il tema appare particolarmente delicato.
R. Direi che è uno dei più delicati, perché una gran parte del mondo cattolico, dei vescovi e dei preti, non riesce a concepire una sessualità staccata dalla genitalità.
D. Cosa intende?
R. Il Concilio Vaticano II aveva già aperto la strada, dicendo che il fine primario del matrimonio non è la generazione. C'è un fine unico del matrimonio, che è il completamento delle due persone, da cui nasce la generazione.
D. Sta dicendo che il fine del matrimonio non è la procreazione?
R. Dico che la genitalità entra nel complesso della vita matrimoniale, ma non la esaurisce. Si tratta di un concetto che purtroppo non è penetrato nel mondo cattolico. Buona parte di esso è rimasta ferma all'amore genitale, non riesce a concepire l'amore come una relazione interpersonale più vasta, più aperta all'incontro. Ci sono tanti matrimoni senza figli e sono matrimoni validi. Questa concezione di una sessualità unidirezionale, che vede la genitalità come il suo scopo, è una mentalità che non si riesce a superare.
D. Il ragionamento che lei fa vale anche per l'omosessualità?
R. Nel Catechismo della Chiesa cattolica, per l'esattezza ai paragrafi 2358 e 2359, l'omosessualità non è indicata come un male, come un peccato, bensì come una realtà che bisogna accettare. Però, allo stesso tempo, è considerata una tendenza che non va esercitata. Il Catechismo è rimasto fermo su questa posizione e secondo me qui c'è una contraddizione evidente.
D. In cosa consiste?
R. Nel dire che l'omosessualità è una situazione che riguarda molte persone, che bisogna rispettarla, ma che gli omosessuali sono chiamati alla castità. Se non si tratta di una malattia, se siamo d'accordo che non è un peccato, perché chi non è chiamato per sua scelta al celibato o alla castità deve essere obbligato a evitare l'esercizio della sua sessualità? La sessualità non è solo genitale, finalizzata alla procreazione. È fatta di relazioni, di amicizie, di amplessi. Lo spettro della sessualità è molto più ampio di chi lo riduce solo alla genitalità.
D. Secondo lei, su questo punto, come la pensa davvero papa Francesco?
R. Papa Francesco non vuole procedere con un diktat. Non vuole ripetere, in senso opposto, l'esempio di Paolo VI, che con l'enciclica Humanae Vitae condannò la contraccezione. Un esempio lampante, perché quel diktat, di fatto, è stato ignorato dal mondo cattolico. Il papa non vuole procedere allo stesso modo. Piuttosto, vuole muovere il Sinodo verso una posizione aperta, che non venga assunta come un'imposizione.
D. Quanto forti sono le resistenze all'interno della Chiesa?
R. Se osserviamo lo svolgimento del Sinodo straordinario notiamo chiaramente come l'iniziale apertura dell'Instrumentum laboris, e poi i contenuti della Relatio post disceptationem, abbiano creato un vero e proprio scompiglio.
D. Cosa è accaduto?
R. L'Instrumentum, cioè il documento di partenza, affermava al paragrafo 117 la necessità di approfondire il senso antropologico e teologico della sessualità umana e delle differenze sessuali tra uomo e donna. Già questo apriva la discussione. Poi è seguito un fatto nuovo. La Relatio post disceptationem, ai paragrafi 50 e 51, affermava che le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana. E ci si domandava se la Chiesa fosse in grado di accoglierle, garantendo loro spazio e fraternità. Ma il documento andava anche oltre.
D. Cioè?
R. Affermava in maniera ancora più impegnativa che occorreva elaborare cammini realistici di crescita affettiva e di maturità umana ed evangelica che integrassero la dimensione sessuale. Tutto questo, nella Relatio conclusiva, è caduto. Siamo tornati alla vecchia posizione. L'omosessualità è una tendenza che si riscontra in alcune persone, non è un peccato, non è una malattia, però non si può esercitare. Si è tornati alla posizione del Catechismo, secondo cui chi è omosessuale deve essere casto.
Il coming out di Charamsa? Una scelta non positiva

D. Cosa prevede che deciderà, adesso, il Sinodo ordinario?
R. Prevedo un'uscita morbida, che non risolverà il problema, ma in sostanza dirà: «È una questione da approfondire, lasciamo aperto l'approfondimento». Purtroppo, nel mondo cattolico, quando si parla di omosessualità in molti reagiscono male. L'omosessualità viene vista come il diavolo.
D. Che cos'è invece l'omosessualità, secondo lei?
R. Un diverso orientamento sessuale che mette in evidenza un rapporto affettivo, di stima, tendenzialmente duraturo nel tempo. Un rapporto che consente di affrontare in comune i problemi della vita e che spesso riesce a non cadere in quella sessualità esasperata che oggi colpisce tanti matrimoni eterosessuali, che purtroppo falliscono.
D. Ma il mondo cattolico è pronto per una concezione del genere?
R. Vedo l'apertura di orizzonti nuovi per una sessualità relazionale, che esalti la bellezza di un rapporto fra due persone - anche due maschi o due femmine - che vivono insieme e mettono insieme le loro scelte, i loro problemi. La Chiesa non deve mettere il naso tra le lenzuola delle persone. Lasciamo che le persone vivano la loro sessualità come credono, nell'affetto, nello scambio di un abbraccio, di un bacio, di quello che vogliono. Anche questo è sessualità.
D. È immaginabile una legittimazione dell'omosessualità da parte dei padri sinodali?
R. Mi auguro che al Sinodo prevalga una linea media, che almeno apra delle prospettive, ma non credo che i vescovi arriveranno a legittimare l'omosessualità. Anche se al Sinodo straordinario si è manifestata una forte corrente in tal senso.
D. Sono possibili dei passi in avanti?
R. Per me sarebbe una ricchezza se la Chiesa riuscisse ad acquisire le positività dell'omosessualità in una visione più ampia e più completa della sessualità. Mi auguro che sotto la guida sapiente del papa, con la luce dello Spirito Santo, si possa fare qualche passo avanti per uscire dalla terribile contraddizione in cui si trova oggi la dottrina cattolica.
D. Il cardinale Kasper ha dichiarato che «gay si nasce». È d'accordo?
R. Non è che gay si nasce, gay si diventa, anche. È un fatto psicologico, sociologico, culturale, ambientale. Non tutto dipende dalla biologia. L'omosessualità è una realtà che secondo me fa parte della ricchezza della sessualità umana, che va aperta all'incontro relazionale e va liberata dalla schiavitù del legame con la genitalità, che diventa talvolta brutale e addirittura controproducente.
D. È favorevole alla comunione per i divorziati risposati?
R. Sono favorevole alla riammissione dopo un itinerario penitenziale. Quando ci sono dei figli, una nuova famiglia, dire che un divorziato è in stato di peccato per me è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Ho incontrato molte persone che piangevano per la loro situazione, perché non potevano accostarsi all'eucarestia, che è un sacramento costitutivo del cammino penitenziale dell'uomo. Privare un cristiano dell'eucarestia significa privarlo di tutta la sua ricchezza.
D. Cosa pensa del coming out di monsignor Charamsa?
R. Fare coming out alla vigilia del Sinodo, secondo me, non è stata una scelta positiva. È evidente la volontà di sfruttare il momento. E poi monsignor Charamsa, come prete, era tenuto a osservare il celibato. Lo aveva scelto e quindi, indipendentemente dal suo orientamento, non avrebbe potuto vivere una vita sessuale normale. Detto questo, io non giudico la persona. Dico solo che si è presentato come un prete che ha mancato a un impegno che aveva assunto, mi auguro io, liberamente.
D. Monsignor Charamsa ha sostenuto che l'astinenza totale dalla vita d'amore sia disumana. Non è quello che pensa anche lei?
R. C'è una differenza. Io penso che sia sbagliato vietare la sessualità a chi può legittimamente esercitarla. Vale a dire, a un omosessuale che non ha promesso il celibato, che non ha fatto voto di castità, e che oggi se volesse potrebbe sposarsi.
D. In Italia, per la verità, non potrebbe.
R. Oggi non è consentito, ma speriamo che si arrivi a dare una legittimazione civile alle unioni omosessuali. E chissà, magari più in là... non dico un sacramento, ma almeno una benedizione del Signore, a due persone dello stesso sesso che vogliono stare insieme, che si vogliono bene e vogliono vivere insieme con stabilità. Mi auguro che la Chiesa arrivi a invocare la benedizione di Dio su due omosessuali che vogliono stare insieme e vivere una vita di dedizione reciproca. Questo tirerebbe fuori dalla clandestinità tante persone, forse anche tanti preti che vivono il celibato di malavoglia e chiederebbero di essere liberati dal peso che grava sulla loro coscienza.
D. Nella sua esperienza di vescovo, le è mai capitato di raccogliere la confessione di un prete omosessuale?
R. Sì, ci sono stati alcuni casi. Io ho cercato di aiutare i sacerdoti che si sono confidati con me a recuperare con pazienza la fedeltà al celibato. La situazione del resto non era compromessa, si trattava di sbandate che possono capitare. D'altra parte, oggi si pone il problema: l'omosessuale può essere accolto come prete? Attualmente la Chiesa risponde di no. Anche su questo, però, noi vescovi dovremmo riflettere.
D. In che senso?
R. La castità riguarda in maniera analoga eterosessuali e omosessuali. Il giovane che vuole diventare prete, indipendentemente dall'orientamento sessuale, deve avere la forza, il coraggio, l'aiuto di Dio per vivere la castità. Un impegno che noi vescovi dovremmo esaminare attentamente, con l'aiuto di psicologi e pedagogisti, per valutare se il soggetto è in condizione di assumerlo oppure no.
D. Il celibato per i preti, quindi, rimane un punto fermo anche per lei?
R. Il celibato è un dono e una norma giuridica, ma va ripensato e va vissuto in un clima nuovo, un clima di comunità. Perché un prete solo è un prete che vive di stanchezza, di inquietudine, di solitudine. Dovrebbe vivere in una comunità lieta, fatta non solo di altri preti, ma di uomini e donne insieme. Il prete dovrebbe saper vivere con le famiglie, aprirsi all'amore, avere anche lui degli affetti e delle amicizie, perché non si può chiudere il cuore. Un prete con il cuore chiuso non è capace di fare il padre, di comprendere e accogliere gli altri. Chi ha il cuore duro non sa far altro che sentenziare, e manda via la gente. Diventa una persona anchilosata, incapace di capire gli altri.
D. Quante sono nella Chiesa le persone che condividono i suoi orientamenti?
R. Credo siano in molti, però è necessario che queste idee emergano non come forme di rifiuto di una tradizione millenaria, ma come forme di arricchimento. Occorre conservare quello che c'è di bello nel celibato, ma aprirlo contemporaneamente alla condivisione, alla vita in comune. Infine, a mio parere, sarebbe necessario spostare la scelta del celibato a un'età più matura. C'è un'età in cui i sentimenti e i sensi scoppiano: bisogna superarla per poter dire un 'sì' a occhi aperti e con il cuore sereno.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar ott 13, 2015 8:28 am

Paolini risponde al gip: "Mai mercimonio ma solo affetto"
Il disturbatore tv descrive i luoghi nei quali si è incontrato con i mimori, uno dei quali, dice, era suo fidanzato. Franco Grilli - Mer, 13/11/2013

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 66980.html

"Sapevo che era minorenne", dice Gabriele Paolini al gip di Roma Alessandrina Tudisco durante l’interrogatorio di garanzia.

Ma assicura: "Il nostro era un rapporto tra persone consenzienti. Per motivi di privacy ci incontravamo in una cantina e più raramente in casa. Ma non c’è mai stato mercimonio, solo profondo affetto. L’amore è scoppiato dopo che ci siamo reciprocamente confessati i drammi della nostra vita". Il noto "disturbatore tv", che secondo la procura avrebbe adescato tre minori in cambio di somme di denaro, nega ogni addebito.

Per oltre tre ore, assistito dall’avvocato Massimiliano Kornmuller, Paolini spiega al gip di non avere nulla a che fare con le accuse di sfruttamento e induzione alla prostituzione e di pornografia minorile. "Non ho mai preso parte a orge con minori - ha ribadito Paolini -, ho avuto e ho una storia d’amore con uno dei ragazzi che spesso ospitavo a casa mia. Con gli altri c’era soltanto un legame di amicizia, poi venuto meno quando è scoppiato l’amore con il mio attuale fidanzato".

Ma come giustifica i video hard sequestrati dai carabinieri? "Non erano destinati alla divulgazione, erano per uso personale, mi è sempre piaciuto rivedere con gli amici le scene girate al mare, al bowling o per strada. L’ho sempre fatto per motivi voyeuristici e narcisistici. Non ci vedo nulla di male". La difesa di Paolini, convinta di aver smontato buona parte delle accuse, ha chiesto al gip di revocare la custodia cautelare in carcere e di concedere gli arresti domiciliari, anche alla luce della disponibilità offerta dai genitori di Paolini di ospitare il figlio in casa propria. Sull’istanza della difesa, preso atto del parere negativo espresso dalla procura, il giudice si è riservato di decidere.


I ragazzi e l'orco fissato con la tv: "Paolini ci stuprava in cantina"
Gli inquirenti: "Incastrato da foto e video". Rapporti in cambio di danaro (dai 15 ai 50 euro). Lui si difende: "Erano consenzienti"
Nino Materi - Mar, 12/11/2013
http://www.ilgiornale.it/news/interni/966574.html

Difficile - molto difficile - difendere Gabriele Paolini. Il suo «staff legale» (due bravi avvocati in bella posa - con tanto di toga - sul sito del loro cliente) è da sempre abituato a tirarlo fuori dai guai.

Ma questa volta sarà più arduo che in passato. L'accusa infatti non è la solita - «disturbare» in diretta tv il lavoro dei giornalisti - ma quella ben più grave di essere un pedofilo.

Gli inquirenti dicono che l'arresto di Paolini è scattato dopo aver visto foto e dvd «inequivocabili»; il «profeta del condom» ribatte giurando di aver filmato solo «rapporti sessuali consenzienti». Insomma, nessuna violenza. «Quando ero bambino - ha raccontato Paolini al Giornale - fui abusato da un prete. Da allora ho sempre combattuto contro pedofilia e stupri. Le mie campagne di sensibilizzazione parlano per me...». Ma per lui, purtroppo, parlano anche gli sconcertanti dvd di sesso estremo interpretati nel periodo in cui aveva deciso di intraprendere la carriera di pornostar. I carabinieri di Roma che domenica sera lo hanno fermato vanno giù duro, parlando espressamente di «prostituzione e pornografia minorile in danno di ragazzi italiani con cui Paolini ha consumato rapporti sessuali a pagamento, ripresi con una videocamera». I giovani - «con alle spalle famiglie normali», precisano gli investigatori - avevano risposto alle web-inserzioni di Paolini per rimediare qualche soldo (pare che il tariffario andasse dai 15 ai 50 euro) o ottenere schede telefoniche e capi di abbigliamento alla moda.

Le indagini sono partite dopo la denuncia presentata dai titolari di un laboratorio fotografico di Riccione che aveva ricevuto per via telematica da un punto vendita di Roma alcuni file da stampare ritraenti scene di sesso tra il Paolini e alcuni ragazzi minorenni. I carabinieri hanno subito fatto scattare le verifiche, accertando come i file pedopornografici siano stati consegnati per la stampa personalmente da Gabriele Paolini (il quale quindi si sarebbe clamorosamente rovinato con le sue stesse mani ndr).

I file digitali degli incontri proibiti sono stati analizzati, facendo emergere che i video ritraevano scene di sesso tra il Paolini e vari adolescenti. Set per i video «autoprodotti»: la cantina di casa Paolini, luogo ora sotto sequestro insieme a vari computer di proprietà dell'arrestato.

«Una condotta gravissima compiuta con freddezza, professionalità ed abilità - scrive il gip nella sua ordinanza -. Un quadro di assoluta svalutazione dell'altrui libertà, con acclarata incapacità di governo dei propri impulsi antisociali. Paolini induceva minori alla prostituzione mediante profferte di danaro, progressivamente elevate tanto da indurre a prestazioni via via più invasive».

«Con la sua auto spesso andavamo in giro, ci portava a giocare a bowling. Ci ha anche portato a bere il the a casa con i suoi genitori», hanno raccontato al pm i «bravi ragazzi» entrati in contatto con Paolini.

Dai baby frequentatori del super presenzialista tv (detentore della specifica categoria nel Guinness dei Primati), anche un particolare alquanto stravagante: «Il padre di Paolini ci ha insegnato quel gioco da anziani con le carte, la briscola». Mai visto il padre di un pedofilo insegnare la «briscola» alle vittime di suo figlio.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » sab ott 17, 2015 10:31 pm

Francia: arrestata la funzionaria che si rifiutò di sposare due donne. Tempi la difende
4 ottobre 2015

http://gayburg.blogspot.it/2015/10/fran ... he-si.html

Il settimanale Tempi non ha mai avuto particolare simpatia per i mussulmani. Non ha piacere che Pisapia gli conceda spazi per pregare e li accusa di voler imporre la loro religione attraverso finte accuse ai cristiani. Curiosamente a sostenerlo è un settimanale che va in giro a spergiurare l'esistenza di una fantomatica "ideologia gender" quale appiglio con cui gettare finte accuse verso la comunità lgbt (poi utilizzate per chiedere che i diritti siano calpestati dinnanzi alla "minaccia" di chi ha l'unica "colpa" di amare persone del proprio sesso).
Ma non è questa l'unica incongruenza. Il settimanale integralista rivendica anche come i cristiani debbano aver il diritto di imporre la propria etica alla nazione e che i gay debbano essere poter essere discriminati da chi adduce motivazioni religiose. Tant'è che quando di tratta di discriminare i gay, i mussulmani diventano immediatamente loro amici.

La loro nuova eroina è Sabrina Hout, l'ex vicesindaco di Marsiglia che è stata condannata a cinque mesi di carcere con la condizionale per essersi rifiutata di sposare due donne. Tempi afferma che la Hout è una «musulmana praticante» e che «aveva fatto appello all'obiezione di coscienza in base alle sue convinzioni religiose, ma è stata lo stesso condannata». Ed ancora:

Quello di Hout è il primo caso in Francia di pubblico ufficiale portato in tribunale da quando il “matrimonio per tutti”, voluto dal presidente della Repubblica François Hollande, è stato approvato nel 2013 senza prevedere una clausola di coscienza per gli ufficiali. Quando Claude ed Hélène si sono presentate il 16 agosto 2014 in Comune per il matrimonio, Hout ha chiesto a un consigliere municipale di sostituirla. Quest’ultimo però non aveva i poteri legali per condurre la cerimonia e Hout, che ha comunque firmato i documenti civili, pur non avendo assistito alle nozze, è incorsa nel reato di falso in documento amministrativo.

Ed è così che si da spazio alla protesta del gruppo integralista Sindaci per l'infanzia, pronto a sostenere che «la legge Taubira viola l'articolo 9 della convenzione europea dei diritti umani, non garantendo la libertà di pensiero e coscienza garantita a tutti i cittadini europei».
Dopo il caso della Davis, l'integralismo cattolico torna a chiedere che i cristiani siano considerati al di sopra delle leggi e che le convinzioni individuali (spesso ad ignoranza e pregiudizio) contino più dei diritti altrui. Il tutto in un clima dove chiunque dovrebbe essere libero di fare qualunque cosa contraria alla legge nel nome di Dio. A questo punto un ufficiale razzista dovrebbe avere il diritto di non sposare due persone di colore o un medico maschilista potrebbe rifiutarsi di operare una donna. Ma queste evidenze paiono non interessare a chi è disposto a tutto pur di sostenere che i gay debbano essere discriminati senza che la legge possa garantire uguale dignità a tutti.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » dom ott 18, 2015 1:07 pm

In classe con il rossetto: il primo professore trans
In Friuli fa discutere il caso di un professore che fa lezione vestito da donna: lui dice di "non voler ostentare", ma la sua scelta divide gli animi
Ivan Francese - Sab, 17/10/2015

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... book+Ghost

Fa discutere, a Cervignano del Friuli, il caso del primo supplente trans d'Italia.

Michele Romeo, 39 anni da Taranto trapiantato in provincia di Udine, si è presentato a scuola, per il primo giorno al liceo "Einstein", vestito da donna. Rossetto rosa, matita nera intorno agli occhi, borsetta ed orecchini.

Tra lo stupore e la curiosità degli studenti, il professor Romeo ha iniziato la propria lezione (insegna matematica e fisica). Ma prima ha tenuto a spiegare agli alunni il motivo della propria scelta. Ribadito poi in una lunga intervista al "Messaggero Veneto."

Il professore si definisce "intersessuale", "non inquadrabile nei due ambiti estremali che sono il maschio e la femmina". Spiega di non volersi sottoporre a interventi chirurgici "perché non è donna e nemmeno uomo": "sono una persona che sta a metà e che ha trovato una buona collocazione del sé. L’unico ostacolo è il pregiudizio, dettato dalla carenza di cultura."

Agli alunni, descritti come "molto curiosi e attenti", ha spiegato il suo essere ermafrodito "con molta grafica". Certo, con tanta ricerca di visibilità mediatica è difficile credere che, come affermato, "non vi sia ricerca di offrire una visione di me o di provocare".

"Sono donna nel desiderio, che non potrò realizzare, di avere un figlio - prosegue chiacchierando col cronista del Messaggero - Sono uomo, invece, nel carattere, così come nella forza fisica. Sono donna anche nella varietà dei gusti, nel piacere per i colori, nella solarità degli atteggiamenti, nell’esuberanza tipica femminile. Insomma, dal punto di vista emotivo e affettivo sono donna."

Romeo, però, insiste: "Non voglio ostentare nulla. L'intento provocatorio ci può essere sul lato culturale: nel momento in cui parlo in un certo modo offro degli spunti, sono anche un po' pungente".

Il preside del liceo, Aldo Duri, pur "non potendo nascondere elementi soggettivi di forte perplessità", ribadisce che la sua scuola è un luogo di tolleranza. Attenzione però: se il comportamento del professore dovesse creare turbamenti, il preside promette di intervenire.

Carensa de coultura?
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » gio ott 29, 2015 8:54 pm

Il diritto di essere cattolico
di Giovanni Sallusti
Giovedì, 29 Ottobre, 2015

http://www.lintraprendente.it/2015/10/i ... -cattolico


Scusate, ma essere cattolico è un’onta, un vizio di cui vergognarsi, una diminutio umana e morale, a questo siamo arrivati? Seriamente Carlo Deodato, giudice relatore della sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le celebrazioni dei “matrimoni gay” officiate da qualche sindaco in cerca dell’applauso della gente che piace, peraltro appellandosi all’ovvietà di un fatto, quello per cui la legge italiana oggi non prevede alcun istituto del genere, deve scusarsi per essere cattolico? Davvero la sua onestà intellettuale e il suo operato professionale sono messi automaticamente in discussione in quanto cattolico, stiamo dicendo questo, oggi, in una democrazia liberale dell’Occidente?

A quanto pare sì, lo stanno dicendo, le associazioni gay, buona parte di questa sinistra caricaturale e postmoderna, che non parla più di lavoro ma parla spesso di diritti Lgbt (sigla orrenda che offende per prime le persone libere tra i gay, le lesbiche, i transessuali, e sono tantissime), gli editorialisti che hanno il monopolio del punto di vista corretto e i gruppi perbene, social o di piazza.

Beh, noi non saremo perbene, ma diciamo chiaramente che ci sembra una pazzia, un’isteria ideologica collettiva, questa caccia al cattolico. Franco Grillini, presidente di Gaynet e guru del movimento omosessuale in Italia (quel genere di cose che un omosessuale pensante e libertario come Pasolini, ridotto oggi a santino da una sinistra ipocrita, avrebbe odiato) attacca Deodato perché «è un simpatizzante di Comunione e Liberazione». E allora? È un reato, vige in Italia il reato di simpatia e complicità con le forze borghesi della reazione, com’era in Unione Sovietica? Cosa c’entra, il foro interiore di una persona, il luogo tutto arbitrario e ipersoggettivo delle “simpatie”, con i suoi atti esterni, pubblici, lavorativi? Trovate il vizio di forma, smascherate l’errore procedurale, dimostrate la malafede, e avrete il diritto di urlare che Deodato (peraltro uno in un collegio giudicante di cinque) ha piegato la sentenza pubblica all’ideologia privata. E invece no, questa falla non c’è, banalmente perché in Italia la legislazione attuale non prevede matrimoni tra persone dello stesso sesso, e Deodato si è limitato a registrare il fatto.
Che è sempre stupido, certo, che per molti può essere anche retrivo e perfino illiberale, benissimo, ma attaccate chi le leggi le fa, o non le fa, convocate la classe politica di fronte alle sue responsabilità. Invece no, attaccano una persona per il suo credo religioso e valoriale, è inaccettabile, è barbarie, ci mette (ancora una volta) al livello di Cuba, dell’Iran, della Corea del Nord, fuori di parecchi chilometri dal perimetro della civiltà liberale.
Sentite tal Donatella Ferranti, presidente Pd della Commissione Giustizia alla Camera: «Forse chi l’ha scelto avrebbe dovuto porsi un problema di opportunità. Lui stesso, forse, avrebbe potuto astenersi».

Essere cattolico come una lacuna, come un vulnus e un handicap morale, una colpa che la buona società tollera, ma che ti rende irrimediabilmente cittadino e magistrato di serie B. E il bello, anzi l’orrendo, è che abbiamo tollerato per anni magistrati dichiaratamente schierati, non sospetti di simpatie religiose, ma acclarati tifosi di uno schieramento politico, che magari perseguivano i leader dello schieramento opposto. E lì non c’era alcun problema di “opportunità”, chi lo sollevava era anzi correo moralmente, all’establishment andava benissimo che Ilda Boccassini, appartenente a Magistratura Democratica, rovistasse nella vita, nella casa e nelle feste private di Silvio Berlusconi, premier e leader del centrodestra; andava benissimo che il giudice Antonio Esposito anticipasse al Mattino le motivazioni di una condanna allo stesso Berlusconi prima che fossero depositate; andava benissimo che piemme come Antonio Di Pietro o Antonio Ingroia scendessero in politica contro i partiti di cui avevano indagato i quadri fino al giorno prima. È il gran circo mediatico-giudiziario, bellezza, il più grande intrattenimento della sgangherata élite di questo sgangherato Paese. Astenersi cattolici, ché non sta bene. Andate al diavolo.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » sab ott 31, 2015 8:40 am

Violenza sessuale: abusi su migranti, 9 anni a don Librizzi
L'ex direttore della Caritas di Trapani imputato per i reati di concussione e violenza sessuale
30 ottobre 2015
http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... -126254864

E' stato condannato a nove anni di reclusione don Sergio Librizzi, ex direttore della Caritas di Trapani imputato per i reati di concussione e violenza sessuale. Il prete, arrestato nel giugno 2014, secondo l'accusa avrebbe abusato del suo ruolo all'interno della Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di asilo politico. La sentenza è stata emessa dal gup di Trapani Antonio Cavasino. L'imputato non era presente in aula. In cambio di agevolazioni nell'ottenimento della documentazione, Librizzi avrebbe chiesto, e ottenuto, favori di tipo sessuale da alcuni migranti. L'accusa aveva proposto una condanna a 10 anni, mentre la difesa, rappresentata dal legale Donatella Buscaino, aveva chiesto l'assoluzione affermando "che in molti casi sono stati i migranti stessi a proporsi per ottenere vantaggi dalla posizione di Librizzi".
Il gup ha dichiarato Librizzi interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all'amministrazione di sostegno.
L'imputato è stato condannato al risarcimento dei danni, liquidati in somme che vanno dai 2mila ai 30mila euro, in favore del Comune di Trapani e dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'immigrazione.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mer nov 11, 2015 9:14 am

Maremogno/matrimonio, gaymonio, matrigaymonio o gaymatrimonio

Per salvare il diritto di tutti e la correttezza nominale: il matrimonio tradizionalmente è l'unione istituzionale tra una donna e un uomo; il gaymonio potrebbe essere l'unione istituzionale tra due gay donne o uomini; matrigaymonio o gaymatrimonio potrebbe essere l'unione istituzionale di due gay donne o uomini dove uno dei partner si sente donna e potenzialmente madre. Alberto Pento --[[Speciale:Contributi/79.38.249.59|79.38.249.59]] ([[User talk:79.38.249.59|msg]]) 08:10, 11 nov 2015 (CET)

https://it.wikipedia.org/wiki/Discussio ... matrimonio
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mer nov 11, 2015 1:06 pm

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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » sab nov 14, 2015 7:30 pm

1. TUTTE LE PASSIONI DELL'ABATE: ''VADO IN CERCA DI CAZZI. TRE GIORNI DI PARADISO A BERLINO, POI AL CALDO. LA VITA È TIRANNA E PUTTANA…È PER QUESTO CHE FACCIO TUTTO QUELLO CHE MI PARE''
Alberto Dandolo per Dagospia

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 112874.htm

1. ALTRO CHE PECORELLE SMARRITE, 'IO VADO A CERCA' CAZZI'. I WHATSAPP DELL'ABATE-VESCOVO DI MONTECASSINO, CHE NON PERDE L'AMORE PER LE DROGHE MANCO DOPO L'ICTUS
2. L'ORMAI MITOLOGICO PIETRO VITTORELLI NON RINUNCIAVA A ORGE, CHETAMINA E GHB (DROGA-STUPRO) NEANCHE DOPO L'ISCHEMIA: CON MEZZA PARTE DEL CORPO SEMI-PARALIZZATA, 3 GIORNI DI FESTINI A MILANO, CON UN ESCORT CHE TENEVA LA PIPA DEL CRACK
3. E POI L'AMORE CON UN RAGAZZOTTO A ROMA, NAUFRAGATO IN UNA CALDA ESTATE, DAVANTI A UNA STRISCIA DI COCA. QUINDI IL RIAVVICINAMENTO E IL MESSAGGIO RIVELATORIO: ''LA VITA È TIRANNA E PUTTANA…È PER QUESTO CHE FACCIO TUTTO QUELLO CHE MI PARE...''
4. OH YES! COI SOLDI DESTINATI AI POVERI, 23MILA EURO PER LA VACANZA A RIO, POI ST. MORITZ, UN WEEKEND TERMALE DA 3500 EURO, LONDRA. MILLE EURO IN PROFUMERIA, 800 PER UNA CENA
5. IL CARDINALE DE PAOLIS: ''E' UN CASO COME QUELLO DEI CAMILLIANI, DON VERZÉ, L'IDI E I FRATI MINORI. HANNO AUTONOMIA AMMINISTRATIVA E GLI ABUSI SONO FACILI DA COMPIERE''

Ma quale ecstasy! Al mitologico abate Pietro Vittorelli, noto come Marco Venturi all’universo gayo de’ noantri, piaceva tutto lo scibile delle sostanze chimiche illegali. Le sue vere passioni? Il crack e il GHB (meglio nota come droga dello stupro). Quando invece era troppo eccitato e aveva voglia di rilassarsi il baldo “Pietro-Marco” non disdegnava anche qualche bella riga di chetamina (anestetico per cavalli).

Chi vi scrive sta in realtà svelando il “segreto di Pulcinella”: ci sono infatti migliaia di nostri connazionali gay (alcuni anche assai noti) che l’ex abate lo conoscono molto bene e che con lui hanno condiviso notti al limite del collasso.

Ed a un certo punto è finito per “collassare” proprio il corpicino di Pietruccio! Eh sì…lui andava dicendo in giro che aveva avuto l’ ictus (che gli aveva compromesso la mobilità della parte sinistra del corpo) a causa dello stress da lavoro. Lui diceva ai suoi amanti che era un noto primario e che si era sentito male proprio in ospedale!

Subito dopo il malanno il prelato andò a fare riabilitazione in una lussuosa clinica svizzera. Ma spesso e volentieri durante i fine settimana “fuggiva” a Milano dove, si dice, affittasse in nero e per brevi periodi una casa in zona Stazione Centrale ove organizzava festini a base di droga e sesso. Festini che duravano anche tre giorni e tre notti di fila.

Gli incontri venivano organizzati attraverso la chat gay grinder e se c’era bisogno anche del supporto di qualche escort il buon abate non si scoraggiava e li andava a cercare sui siti specializzati, tipo pianetaescort o planetromeo. In uno di questi festini il baldo Pietro nonostante non potesse muovere a causa dell’ictus metà corpo, si dice fosse solito pagare un ragazzotto dai capelli biondi solo per farsi mantenere la bottiglia contenente ammoniaca e dalla quale si fumava il crack.

Ma la calvinista Svizzera all’ex abate non piacque tanto ( chissà perché) e si trasferì a Padova, dove aveva ovviamente più facile accesso a piaceri e sollazzi di ogni tipo.
Quando era nell’Urbe gli incontri avvenivano invece nella sua casa sulla Casilina, un trilocale un po’ vecchiotto e non ristrutturato. Ambiente spartano e minimal…anche se in frigo oltre a un ingente quantitativo di vodka non mancavano mai boccettini di popper di prima scelta.

Ma il cuore del nostro “eroe” vi confessiamo che ha anche battuto per un bel ragazzo alto, baffuto e prestante che lavora in una notissima azienda della capitale. Ebbene si!!! Pietruccio Vittorelli a un certo punto ha trovato pure il tempo di innamorarsi.

I due si vedevano clandestinamente e sporadicamente, perché il ragazzotto era fidanzato (con un uomo) da tanti anni e il loro rapporto naufragò durante una calda notte d’estate davanti a una bella striscia di coca. I due litigarono furentemente e Vittorelli cacciò il suo amato di casa in malo modo accusandolo di avergli rubato del denaro.

I due poi hanno in questi ultimi mesi ripreso a sentirsi. L’ultimo messaggio di un paio di settimane fa in cui l’ex abate scriveva che si sarebbe trasferito a Londra per motivi di studio per un paio di mesi.

In una conversazione privata tra i due di poco tempo fa Vittorelli scriveva: “Sono a Berlino a una festa da paura…è questo il Paradiso…poi me ne vado al caldo a cercà cazzi…la vita è tiranna e puttana…è per questo che faccio tutto quello che mi pare!”.

Ps: Chi è il noto stilista napoletano (ora un po’ decaduto) che vive a Roma che ha passato più di una estate in Costiera Amalfitana con l’abate? Ah saperlo…


2. TUTTE LE SPESE DELL' EX ABATE IN PROFUMERIA 1.100 EURO - CENE E HOTEL DI LUSSO, LA VITA DI MONSIGNOR VITTORELLI GRAZIE ALL' 8 PER MILLE
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

Vivere nel lusso senza mai badare a spese. Pagare anche 600 euro per una cena, 1.100 euro in profumeria, 7.000 euro per un soggiorno in uno degli hotel più prestigiosi di Londra. Ma soprattutto poter passare da un aereo all' altro, da uno Stato all' altro, trasferirsi dall' Europa ai luoghi esotici del Brasile, con la consapevolezza di avere fondi illimitati a disposizione. Perché a sostenere i costi era la Santa Sede grazie alle provviste accumulate con la donazione dell' 8 per mille. E questo consentiva di poter esaudire qualsiasi desiderio, come la vacanza saldata il 3 agosto 2013 all' Hotel Fasano di Rio de Janeiro: 23.090 euro.

Era una vita da sogno quella dell' ex abate di Monte Cassino e vescovo della diocesi Pietro Vittorelli, finito sotto inchiesta per essersi appropriato di 500mila euro depositati sui conti intestati all' abbazia e aperti presso lo Ior. Perché con l' aiuto del fratello Massimo - ora indagato per riciclaggio - il prelato era riuscito ad occultare i soldi sui propri conti e negli ultimi anni li aveva utilizzati solo a fini personali.

E questo anche dopo essere stato scoperto e aver deciso di usufruire della «esclaustrazione» la «possibilità concessa a un religioso di vivere fuori dalla comunità per qualche tempo, deponendo l' abito religioso ma continuando a osservare i voti». Del resto erano state le banche a segnalare le operazioni sospette e il Nucleo Valutario della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo ha ricostruito ogni «uscita».

Il 2013 è un anno certamente ricco di impegni. Dopo aver trascorso l' estate in sudamerica Vittorelli rientra in Italia ma continua a viaggiare. Il 14 ottobre è all' Hotel Principe di Savoia a Milano e paga 2.086 euro. A novembre va invece a Vicenza, si dedica allo shopping. Spende 1.490 euro presso la pellicceria di Bottega Veneta. Già l' anno precedente aveva voluto ritagliarsi vacanze da sogno. E così, per un soggiorno nel resort termale di San Casciano ai bagni, in Toscana, aveva speso 3.500 euro. A febbraio, per quattro giorni, era stato al Corinthia di Londra pagando un conto da oltre 5.000 euro. Ma evidentemente non basta, perché il giorno dopo è a St. Moritz.

Ama gli alberghi sfarzosi il prelato, ma anche i capi costosi. E così il 17 aprile 2012 compra vestiti da Ferragamo a Milano per 415 euro e poco dopo entra da Prada dove acquista capi per 1.390 euro. Anche il cibo deve essere una delle sue passioni.

L' elenco dei conti dei ristoranti fa impressione: 3 aprile 2014, ristorante Piccolo lago di Verbania, 614 euro; 25 aprile 2014, Sushi Samba di Londra, 690 euro; 23 luglio 2014, ristorante Antico Arco di Roma, 421 euro; 4 febbraio 2013, ristorante San Lorenzo di Roma 800 euro; 27 maggio 2013, ristorante Mirabelle di Roma, 1.279 euro. Il 28 ottobre 2014 entra da Gucci a Roma e spende 1.090 euro, il 6 febbraio dell' anno precedente in una salumeria della capitale era riuscito a comprare cibo per 800 euro.

Gli investigatori del Valutario stanno adesso controllando le spese degli ultimi cinque anni per scoprire se altri - oltre al fratello - possano aver aiutato l' ex vescovo ad occultare altri soldi. Anche tenendo conto che centinaia di euro sono stati spesi per collegarsi a siti internet specializzati in incontri. Del resto il fatto che in vacanza non andasse da solo è accertato dall' identità degli intestatari dei biglietti aerei addebitati sui conti correnti aperti presso svariati istituti di credito.

L' indagine avviata dalla procura di Roma, che ha già chiesto e ottenuto un sequestro di beni per 500.000 euro, dovrà invece stabilire eventuali altre complicità. Per scoprire se qualcuno tra i superiori dell' ex vescovo si fosse accorto degli ammanchi, ma abbia «coperto» le ruberie andate avanti per diversi anni. Su questo si è attivata anche la Santa Sede nell' ambito degli accertamenti sull' utilizzo dei conti dello Ior.


3. OSTRICHE E CHAMPAGNE . L’EX ABATE SPENDEVA 34MILA EURO
Giacomo Galeazzi per “la Stampa”

L' ex abate di Montecassino minaccia adesso di raccontare la sua verità in un libro-bomba, intanto però il Vaticano lo scarica. Con gli oltre 500mila euro prelevati dai conti della cittadella benedettina, «Sua eccellenza» Pietro Vittorelli si concedeva uno stile di vita tutt' altro che monacale. Viaggi e alberghi extralusso (Brasile, Portogallo, Gran Bretagna), cene a base di ostriche e champagne a Roma e Londra con conti da 700 euro a sera, 2mila euro di shopping alla boutique di Ralph Lauren, pernottamenti da 2mila euro al Principe di Savoia di Milano. Spese pazze per 34 mila euro al mese pagati con carta di credito.

Soldi dell' otto per mille la cui sottrazione dalle casse dell' abbazia è ricostruita nel decreto di sequestro preventivo del tribunale di Roma.

Conti correnti svuotati Le somme sottratte dall' ex abate sarebbero state riciclate in varie tranche, dopo essere transitate su conti correnti gestiti dal fratello Massimo, intermediario finanziario, prima di tornare nella disponibilità dell' ex abate, che aveva accesso illimitato ai conti di Montecassino.

Il cardinale Velasio De Paolis, alla guida della Prefettura per gli affari economici, si è occupato in Vaticano dei dossier più scottanti negli anni in cui, secondo l' accusa, la cassa dell' abbazia diventava (a partire dal 2008) il bancomat di «Sua eccellenza» Vittorelli. «Gli istituti religiosi hanno autonomia finanziaria e possono amministrare i propri beni, purché ciò avvenga nella liceità- spiega il porporato-. È una tradizione millenaria del monachesimo: risale a San Benedetto. E ne sono gelosi».

Lo scandalo scoppiato a Montecassino è «dello stesso genere di quelli che negli ultimi anni hanno coinvolto i Camilliani, Don Verzé, l' Idi e i frati minori». E cioè «istituti con autonomia amministrativa nei quali non ha funzionato il controllo interno». La Santa Sede, infatti, deve autorizzare «operazioni straordinarie come l' alienazione di immobili o terreni», non dunque i numerosi «prelievi effettuati dal superiore sui conti dell' istituto religioso».

Niente controllo interno Insomma, «gli altri monaci, il capitolo, l' economo non hanno vigilato sull' operato dell' abate come era loro dovere fare». Secondo l' ordinamento, la gestione «non corretta» doveva essere denunciata dai confratelli, quindi «la responsabilità non ricade sulla Santa Sede».

Quanto accaduto a Montecassino «nasce anche dal fatto che i religiosi considerano la vigilanza sulle finanze una perdita di tempo e dicono di non averne le competenze tecniche». Un «omesso controllo» confermato dal tribunale che attribuisce la «sottrazione di risorse economiche dell' ente» proprio alla «attribuzione di illimitati poteri alla persona dell' abate».

Ciò, osserva De Paolis, costituisce una grave violazione delle norme ecclesiastiche. Economo e superiore dell' istituto, infatti, sono «figure distinte» proprio per impedire quanto i magistrati di Roma definiscono ora «l' elemento psicologico del reato».
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » gio nov 19, 2015 2:52 pm

Il Consiglio di Stato gela gli omosessuali: il matrimonio è solo tra uomo e donna
Di Redazione, il 27 ottobre 2015

http://www.qelsi.it/2015/il-consiglio-d ... mo-e-donna

Il Consiglio di Stato richiama alla realtà sindaci e politici ma soprattutto invita il legislatore a decidere chiudendo la porta a improvvisazioni festose o iniziative illuminate.
[…]
Al matrimonio gay o lesbo, scrivono i giudici in punta di diritto, manca un requisito essenziale per spiccare il salto del riconoscimento/equiparazione nel nostro ordinamento. È privo «dell’indefettibile condizione della diversità di sesso fra i nubendi (sposi, ndr)». Sembra un gioco di parole ma no: oggi nel nostro paese il presupposto delle nozze è la differenza di sesso, ricordano i giudici. La diversità uomo-donna è la «connotazione ontologica» del rito matrimoniale scrivono, condannando (metaforicamente parlando) chi, come Danilo e Fabio o Costanza e Monia, trascritti nei registri capitolini un anno fa, avevano creduto nel riconoscimento dei propri diritti. Ricordate – è la domanda retorica dei giudici (rivolta forse ai politici) – qual è il primo tassativo compito del funzionario che celebra le nozze? È proprio la verifica che le persone di fronte a lui possiedano quei requisiti. Donna. Uomo. «Il corretto esercizio della potestà – scrivono – impedisce all’ufficiale dello Stato civile la trascrizione di matrimoni omosessuali celebrati all’estero».
Il Campidoglio è servito. Ma così anche le coppie di fatto. La sentenza chiude la porta all’improvvisazione: «Il dibattito politico in corso in Italia sulle forme e sulle modalità del riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali sconsiglia all’interprete qualunque forzatura, sempre indebita ma in questo contesto ancora meno opportuna».
[…]
Il Consiglio di Stato spazza via anche altri argomenti utilizzati dalle coppie che avevano presentato il ricorso contro la decisione di annullare le trascrizioni di Marino a ottobre 2014. La convenzione internazionale o un trattato condiviso dalle diplomazie. Le coppie che avevano fatto ricorso contro l’annullamento delle trascrizioni voluto dalla prefettura (all’epoca il prefetto era Giuseppe Pecoraro) avevano infatti obiettato che il rispetto dei diritti e delle libertà sanciti in atti europei o trattati internazionali fossero vincolanti per le autorità italiane. Anche qui la risposta è negativa: «Non appare in definitiva configurabile allo stato del diritto convenzionale europeo e sovranazionale un diritto fondamentale al matrimonio omosessuale». Respinta anche l’obiezione di chi aveva parlato di una violazione delle libertà di circolazione e di soggiorno. Non c’è «alcuna previsione degli stati europei in merito».
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