Trump incontra Papa Francesco. Che gli dona enciclica sull'ambiente "Laudato Si". Poi il monito: "Abbiamo bisogno di pace"24 maggio 2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05 ... /3610508/5 Ha parlato di pace all’uomo che ha lanciato la Moab, la “madre di tutte le bombe”, in Afghanistan e bombardato una base militare governativa in Siria. Gli ha anche regalato una copia dell’enciclica più ecologista della Storia, a lui che ha firmato un ordine esecutivo che cancella l’eredità di Barack Obama in fatto di politiche ambientali. E’ durata trenta minuti l’udienza in cui Papa Francesco ha ricevuto Donald Trump. Un incontro in Vaticano, che al di là della formale cordialità, simboleggia la distanza mai così ampia tra Washington e il Vaticano.
Il capo della Casa Bianca è arrivato in Vaticano poco dopo le 8, entrando dalla porta laterale del Perugino diretto al Cortile di San Damaso. Sceso dal Suv presidenziale Trump, accompagnato da un seguito di 12 persone capeggiato dalla moglie Melania, è stato accolto da monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia. Giunto nella Sala del Tronetto dell’appartamento papale, ad attenderlo c’era il Papa: i due si sono scambiati una cordiale stretta di mano e alcune parole di saluto. Il colloquio privato nella Sala della Biblioteca dell’appartamento pontificio è cominciato alle 8.32 e terminato alle 9.03. Con il tradizionale scambio di doni è cominciata la parte più politica della visita.
Se all’inizio molti degli osservatori presenti hanno rilevato un’atmosfera di tensione tra i due, quando al termine del colloquio privato sono state fatte entrare le delegazioni, il Papa sorrideva di più e il clima è diventato molto più familiare, soprattutto quando si sono trovati in tre: il pontefice, il presidente Usa e la first lady.
“Questo glielo regalo perché lei sia strumento di pace“, ha detto Francesco donando all’ospite il medaglione con il ramo di ulivo che unisce la pietra divisa. Quindi ha consegnato al leader statunitense tre documenti: l’Evangelii gaudium, l’enciclica ecologica Laudato si e Amoris Laetitia. Di forte valenza simbolica il fatto che il Papa abbia deciso di consegnare una copia del messaggio per la Giornata della pace del 2017. Che il presidente ha ricevuto commentando: “Abbiamo bisogno di pace”. Questo mentre negli Usa il suo staff inviava al Congresso una proposta di budget per il 2018 che taglia così tanto i fondi alle organizzazioni internazionali da far dire al portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarri che se passerà sarà “semplicemente impossibile per l’Onu proseguire il suo lavoro essenziale nella promozione di pace, sviluppo, diritti umani e assistenza umanitaria”.
Altrettanto significativa la scelta della Laudato si: la seconda enciclica di Bergoglio scritta nel suo terzo anno di pontificato sul tema del rispetto dell’ambiente. Un segnale preciso all’uomo che con l’ordine esecutivo firmato il 28 marzo ha azzerato le politiche del suo predecessore sul cambiamento climatico. “Bene, li leggerò”, ha risposto il presidente. Non sapendo, forse, che nella notte Greenpeace aveva proiettato sulla cupola della Basilica di San Pietro il messaggio ‘Planet Earth First!‘ (‘Prima il pianeta Terra!’) in risposta al motto di Trump ‘America First!‘. In quello che ha tutta l’aria di essere una sinergia tra il Santo Padre e l’organizzazione ambientalista.
Da parte sua il capo della Casa Bianca ha donato a Francesco al Papa un cofanetto di libri di Martin Luther King. “Questo è un regalo per lei – gli ha detto, presentandogli la confezione chiusa – penso che le piaceranno. Nella confezione è anche contenuto un pezzo di granito proveniente dal Martin Luther King Memorial di Washington. La Casa Bianca ha spiegato – riferisce l’Ap – che il dono “onora la speranza di King, la sua visione e l’ispirazione per le generazioni a venire”. Trump ha anche donato a Francesco una scultura in bronzo, dal titolo “Rising Above”. La Casa Bianca ha sottolineato che essa “rappresenta la speranza per un domani di pace”. “Grazie, grazie. Non dimenticherò quello che lei ha detto”, le parole di Trump al termine dell’incontro.
Subito dopo Trump è sceso nella prima Loggia del Palazzo apostolico per l’incontro con il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin, durato 50 aminuti, e Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Il presidente degli Stati Uniti ha quindi lasciato il Vaticano ed è giunto al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Cosa è successo davvero fra Papa Francesco e Donald Trump in VaticanoAndrea Mainardi Porpora
2017/05/24
http://formiche.net/2017/05/24/come-e-a ... n-vaticanoScherza Jorge Mario Bergoglio con Melania Trump. Osservando l’altezza del marito le domanda: “Cosa gli dà da mangiare?”. È il momento dei saluti nella biblioteca privata del Papa dopo l’atteso incontro tra il presidente Usa e Papa Francesco. Bergoglio chiede alla first lady se avesse preparato a Donald la putizza, tipico dolce sloveno. L’ex modella di Novo Mesto, presa di sorpresa, capisce pizza: “Sì, pizza, sì”. Allegro misunderstandig che stempera la tensione. Dopo 29 minuti di colloquio privato il clima adesso è rilassato.
DONALD PASSA DALLA PORTA STRETTA
Il miliardario newyorkese è arrivato in Vaticano puntualissimo. Lo hanno fatto passare per la “porta stretta”, l’ingresso laterale del Perugino che costeggia Casa Santa Marta. Il corteo presidenziale non ha potuto varcare il più solenne Arco delle campane, utilizzato dai capi di Stato in visita ufficiale, perché i pellegrini già si stavano affollando per l’udienza del mercoledì. Prima delle 8.30 Trump è salito da piazza San Damaso alla seconda loggia, dove lo attendeva il Papa. Sull’ascensore, primo scambio di battute con il prefetto della Casa pontificia Georg Gaenswein:“È un po’ come la Trump Tower”.
PROTOCOLLO E SORRISI
Il corteo dei gentiluomini del Santo Padre e delle Guardie svizzere ha scortato Trump alla Sala del Tronetto. Protocollo collaudato e studiatissimo in Vaticano: l’incedere lento, sotto le maestose volte della loggia, stupisce tutti. Incute anche un po’ di timore all’ospite, forse troppo, come ammetteva Giovanni XXIII che lo avrebbe voluto ammorbidire. Trump è apparso meno stupito di Barack Obama nel 2014. Ha manifestato sicurezza e sorrisi evidenti fin da subito. Leggermente più concentrato in volto Francesco per la prima foto di rito. Ma già quando i due si sono seduti al grande tavolo della biblioteca del pontefice, anche il viso di Bergoglio si è illuminato. Ai giornalisti presenti è sembrato dicesse: “Sono molto lieto di incontrarla. Non parlo molto bene l’inglese”.
29 MINUTI DI COLLOQUIO PRIVATO
L’incontro tra un Papa e un capo di Stato è strettamente privato. Al tête-à-tête è ammesso solamente l’interprete. Dei colloqui normalmente trapela poco. Ecco perché osservatori e pool di giornalisti ammessi ai momenti che precedono e chiudono l’udienza cercano di captare ogni mimino segnale: dalla mimica del corpo alla durata dell’udienza. Un’udienza normalmente ha una durata di 20-30 minuti. Timing rispettato: Francesco e Trump si sono parlati per 29 minuti. Francesco concesse 52 minuti a Obama nel marzo 2014. Record negativo per l’allora premier canadese Stephen Harper, che nel giugno 2015 si intrattenne con Bergoglio appena una decina di minuti. Con Benedetto XVI, nel 2009, Obama rimase circa 40 minuti. Molto più il tempo trascorso da Ratzinger con Georg Bush nel giugno 2008, con un’irrituale udienza nella Torre di San Giovanni, seguita da visita ai giardini e piccolo concerto offerto dal coro della Cappella Sistina.
BERGOGLIO DONA IL SUO DISCORSO SULLA PACE, TRUMP I LIBRI DI KING
Comunque il tempo a disposizione è stato utilizzato tutto. Non c’erano ampi margini: udienza fissata alle 8.30, con una sola ora a disposizione, dal momento che alle 9.30 il Papa era atteso in piazza San Pietro dai pellegrini. E ci è arrivato puntualissimo dopo avere salutato Trump, first lady e first daughter, entrambe visibilmente emozionate e impeccabili in abito nero e velo in testa, come protocollo prevede. Allo scambio dei doni, Francesco ha diffusamente spiegato il significato di una medaglia del pontificato che raffigura un ulivo e ha presentato ampiamente una copia del suo messaggio per la giornata della pace 2017, tutto incentrato sulla nonviolenza. Non sempre il Papa si sofferma così a lungo in questa fase. Questa volta sì, quasi a volere fissare alcuni concetti del dialogo precedente. Bergoglio ha regalato a Trump anche i documenti del pontificato (questi senza presentarli): l’esortazione programmatica Evangelii Gaudium, l’Amoris Laetitia (sulla famiglia) e l’enciclica Laudato si’ (sulla custodia del creato). Da parte sua Trump ha donato a Francesco un cofanetto con gli scritti di Martin Luther King.
“NON DIMENTICO QUANTO MI HA DETTO”
Ad accompagnare Trump oltre a Melania, la figlia Ivanka e il marito Jared Kushner, il Segretario di Stato Rex Tillerson, altri sette membri del governo e Louis Bono, l’incaricato d’affari ad interim alla Santa Sede. Non presente l’ambasciatore, Callista Gingrich, nominata ma non ancora ufficialmente in carica. Quando Francesco ha accompagnato Trump alla porta, si è percepito da parte del presidente un “non dimenticherò quello che mi ha detto”. Il Papa, stingendogli la mano ha risposto con un sorridente “Buena suerte”.
INCONTRO BILATERALE CON PAROLIN
Quindi Bergoglio è sceso in piazza San Pietro per l’udienza del mercoledì. Trump e Tillerson sono stati ricevuti dal Segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario vaticano per i rapporti con gli stati, per il vero incontro bilaterale della visita, più concentrato sui temi dei rapporti tra i due Stati. L’incontro si è prolungato per circa 50 minuti.
DI COSA HANNO PARLATO
Quanto si siano detti Francesco e Trump lo si può solo immaginare. La stringata nota di rito della Sala Stampa vaticana segnala le direttrici di entrambi i colloqui in Vaticano di The Donald: col Papa e il segretario di stato. Si esprime “compiacimento per le buone relazioni bilaterali tra la Santa Sede e gli Stati Uniti, nonché il comune impegno a favore della vita e della libertà religiosa e di coscienza”. Si informa che si è “auspicata una serena collaborazione tra lo Stato e la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, impegnata a servizio delle popolazioni nei campi della salute, dell’educazione e dell’assistenza agli immigrati”. Dal Vaticano chiariscono che “i colloqui hanno permesso uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all’attualità internazionale e alla promozione della pace nel mondo tramite il negoziato politico e il dialogo interreligioso, con particolare riferimento alla situazione in Medioriente e alla tutela delle comunità cristiane”.
UN INCONTRO PER COMINCIARE A CONOSCERSI
Normalmente i capi di Stato non affrontano col Papa temi di politica interna, ma di scenario internazionale. E probabilmente così sarà stato in questa occasione, che arriva dopo il viaggio del presidente Usa in Arabia e Medio o – come si preferisce dire in Vaticano – Vicino Oriente. Un viaggio che ha sancito una conversione della retorica di Trump sull’islam, ma ha confermato la linea degli States con accordi miliardari coi sauditi su armi e petrolio. Comunque sia andata, come ha riassunto in diretta a Tv2000 lo storico Agostino Giovagnoli, il senso dell’incontro ha portato una curiosità reciproca tra i due. Meno diplomatico era stato ieri sera il cardinale Peter Turkson, capo del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, che ha twittato: “Francesco e Trump si rivolgono al mondo islamico per liberarlo dalla violenza. Uno offre la pace del dialogo, l’altro la sicurezza delle armi”.
No, non è vero che il Papa non ha sorriso a Trumpantonio emanuele piedimonte
2017/05/24
http://www.lastampa.it/2017/05/24/itali ... agina.htmlLa foto più famosa è quella del muso lungo di Papa Francesco a fianco a una sorridentissima famiglia Trump vestita di nero. Condivisa sui social network da ieri, è stata utilizzata ironicamente come cartina al tornasole per l’esito dell’incontro al Vaticano tra il leader americano e il Pontefice. La faccia del Papa è diventata virale e ha prestato involontariamente il fianco a meme, fotomontaggi e persino pubblicità di pompe funebri.
Non solo, perché alla foto in posa Trump-Bergoglio sono state affiancate, per rincarare la dose, le foto dell’incontro del 2014 avvenuto con Obama (e con altri leader internazionali, Merkel inclusa): i toni erano più distesi, i volti più sorridenti.
Ma le due foto non raccontano l’intera verità. L’ha spiegato Evan Vucci alla rivista Time, il fotografo di AP che ha immortalato il momento. «È accaduto tutto così in fretta, si sono stretti la mano e poi si sono messi in posa per la foto di gruppo». I sei fotografi ammessi nella stanza, lontani dalla delegazione papale e americana e tutti vicini in un piccolo spazio, hanno avuto pochi secondi per scattare delle foto da distribuire in tutto il mondo per conto delle agenzie per cui lavoravano. «L’umore non era austero, il Papa sorrideva e parlava. Niente sembrava diverso dal solito» ha aggiunto, spiegando che il suo scatto migliore conteneva solo il sorriso del presidente americano.
In altre parole, l’incontro non è andato così male. Perché per quanto ci possa piacere o meno Donald Trump e i suoi modi, questa foto non racconta tutto, anzi. Le foto aggiungono informazioni al flusso quotidiano delle notizie. A volte possono essere rivelatrici di un fenomeno, possono aggiungere un punto di vista differente. A volte, invece, soprattutto se ne mettiamo in evidenza solo una di tante, rischiano di distorcere la percezione di un fatto. Anche perché, nelle decine di foto arrivate dal Vaticano, ci sono molte che ritraggono il Papa sorridente.
E anche perché, 3 anni fa, nella stessa identica foto di gruppo, nella stessa stanza e nella stessa posa, anche Obama aveva di fianco un Francesco serissimo.