La 'talpa', Trump cercò di bloccare i dati della chiamata - Nord America
25 settembre 2019
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/n ... 7c303.html
"Nei giorni successivi" alla telefonata del 25 luglio fra Donald Trump e il leader ucraino Volodymyt Zelensky alcuni "funzionari della Casa Bianca sono intervenuti" per bloccare e mettere in sicurezza "le informazioni relative alla chiamata, soprattutto la trascrizione parola per parola. Queste azioni mettono a mio avviso in evidenza che i funzionari della Casa Bianca avevano capito la gravità di quanto emerso durante la conversazione". È quanto emerge dalla denuncia della talpa che ha svelato conversazione.
Donald Trump chiese a Voldymyr Zelenski di contattare il ministro della giustizia Usa William Barr per discutere la possibile apertura di un'indagine per corruzione su Joe Biden e suo figlio. È quanto conferma la trascrizione della telefonata del 25 luglio scorso tra il tycoon e il leader ucraino resa pubblica dall'amministrazione.
"Fammi questo favore. Qualunque cosa puoi fare è molto importante che tu la faccia, se è possibile": così Trump si rivolse al leader ucraino nella telefonata del 24 luglio. Cinque pagine in cui il tycoon a Zelensky di contattare sia il ministro Barr sia il suo legale personale Rudolph Giuliani. Ma Trump non legherebbe esplicitamente la richiesta di indagini alla questione degli aiuti Usa all'Ucraina.
I democratici con i loro attacchi "al presidente e alla sua agenda non solo sono faziosi e patetici ma anche inadempienti del loro dovere costituzionale" perché minano "qualsiasi possibilità di progresso legislativo": lo afferma la Casa Bianca in una nota del portavoce, a commento dell'indagine di impeachment lanciata dai dem per la telefonata al presidente ucraino in cui Trump avrebbe sollecitato indagini contro i Biden.
Congresso riceve la denuncia dello 007 contro Trump - Le carte della denuncia presentata dallo 007 che ha svelato i contenuti della telefonata tra Donald Trump e il premier ucraino Voldymyr Zelensky è stata consegnata al Congresso. Si tratta del secondo tassello, dopo la pubblicazione della trascrizione della telefonata, da cui partirà l'indagine formale per l'impeachment del presidente
"Questa è una guerra politica": così Trump, con una breve dichiarazione a sorpresa davanti alle telecamere, commenta la decisione dei democratici in Congresso di avviare un'indagine formale di impeachment. Parlando dall'Hotel Intercontinental di New York dove ha in programma di incontrare il presidente dell'Ucraina, Trump commenta la trascrizione della telefonata con Zelensky: "Nessuna pressione - ribadisce - sono solo fake news, è la peggiore caccia alle streghe della storia Usa".
"Nessuna pressione, niente, solo una grande bufala": lo ha detto Donald Trump nel corso di una conferenza stampa a New York commentando la trascrizione della telefonata con il leader ucraina Voldymyr Zelensky.
"Ho parlato con i vertici repubblicani in Congresso e ho assicurato la piena trasparenza sulle indagini": lo ha detto Donald Trump nel corso di una conferenza stampa a New York.
"Chiedo trasparenza ai democratici che sono andati in Ucraina e hanno tentato di costringere il nuovo presidente a fare le cose che volevano sotto forma di minaccia politica": lo twitta Donald Trump.
"Il presidente degli Stati Uniti ha tradito il nostro paese. È un pericolo chiaro a tutte le cose che ci rendono forti e al sicuro. Sostengo l'impeachment". Lo twitta Hillary Clinton, l'ex segretario di stato ed ex candidata alla Casa Bianca, sconfitta proprio da Donald Trump nel 2016. Bill Clinton, suo marito, è stato uno dei tre presidenti nei confronti dei quali è stata in passato avviata la procedura.
Ucrainagate, Pelosi: "Trump ha violato la Costituzione, lo dicono i fatti"
26 settembre 2019
http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... a9ba5.html
"I fatti mostrano" che il presidente Donald Trump ha "tradito" il paese "ignorato e violato" la costituzione. E' un duro affondo quello della Speaker della Camera, Nancy Pelosi, leggendo parte della denuncia, presentata dalla "talpa", della telefonata fra il presidente americano e il leader ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo quanto emerge dalla denuncia, la Casa Bianca provò a bloccare l'accesso agli appunti relativi alla conversazione, avvenuta il 25 luglio scorso, in cui il tycoon chiese all'omologo ucraino di indagare sul rivale democratico Joe Biden. La Casa Bianca ha "nascosto informazioni di natura politica" ha affermato Nancy Pelosi, sottolineando che i legali ordinarono di nascondere la conversazione in un registro elettronico a parte.
Sul caso, i democratici hanno lanciato martedì un'indagine formale di impeachment, ma secondo Trump "non c'è stata alcuna pressione" e si è trattato di un colloquio "amichevole".
E la reazione del tycoon non è tardata ad arrivare. Per il presidente Usa le informazioni della talpa sono fake news. "Un informatore con informazioni di seconda mano? - twitta Trump- Un'altra fake news! Guardate cosa è stato detto sulla chiamata molto bella, senza pressione. Un'altra caccia alle streghe!". E ancora: Adam Schiff, il presidente della commissione Intelligence del Senato che lo accusa di "aver commesso reati" nella telefonata, "ha zero credibilità. Un'altra fantasia per colpire il Partito Repubblicano!".
La denuncia della 'talpa'
La commissione Intelligence della Camera ha pubblicato 9 pagine con parti nascoste che rendono conto delle preoccupazioni sollevate da un funzionario Usa su una serie di eventi culminati nella telefonata tra i due presidenti.
Dal documento emerge il timore che il leader Usa stesse "usando il suo potere per sollecitare interferenze da un paese straniero nelle elezioni americane del 2020". La 'talpa' sostiene che il governo Usa abbia cercato di nascondere informazioni legate alla conversazione in cui Trump ha chiesto al leader ucraino il "favore" di indagare su Joe Biden, candidato democratico alle presidenziali del 2020, e su suo figlio per le loro attività nella nazione.
La denuncia della 'talpa' è stata discussa oggi nel corso di un'audizione alla commissione Intelligence della Camera durante la quale ha testimoniato Joseph Maguire, direttore ad interim del National Intelligence, l'agenzia che sovrintende tutte le agenzie di intelligence statunitensi. Nella denuncia, la 'talpa' sostiene di non essere stata direttamente testimone degli eventi descritti, ma che ha ricevuto le informazioni da vari funzionari Usa.
Maguire ha detto di credere che il 'whistleblower' (la talpa) "ha fatto la cosa giusta", che denunciando il comportamento del presidente Trump "ha agito in buona fede", e ha definito il caso "unico e senza precedenti". Maguire ha quindi precisato che il presidente Usa non ha chiesto di identificare il 'whistleblower': "Posso dire enfaticamente di no", ha risposto, riferendo di essere lui stesso all'oscuro dell'identità della 'talpa'.
Biden: Trump pensa di poter fare qualsiasi cosa e cavarsela
"Abbiamo un presidente che crede che non ci siano limiti al suo potere, che crede di poter fare qualsiasi cosa e cavarsela, e che crede di essere al di sopra della legge", scrive su twitter il candidato democratico alle primarie per la Casa Bianca, Joe Biden. E' proprio su lui e su suo figlio Hunter che il tycoon, nel corso della telefonata con Zelensky, avrebbe chiesto un'indagine per corruzione. "Non si tratta di questione democratica o repubblicana- aggiunge il leader dem-. E' una questione nazionale".
La procedura d’impeachment contro Trump è un’arma a doppio taglio
Pierre Haski
26 settembre 2019 10.21
https://www.internazionale.it/opinione/ ... ment-trump
Siamo agli inizi di una lunga e incerta procedura contro Donald Trump, ma il possibile impeachment del presidente provoca già un’onda d’urto su scala mondiale. Gli Stati Uniti restano la prima potenza mondiale, e la sorte del loro presidente ha un impatto innegabile sia sugli alleati sia sugli avversari.
Trattare con Trump si è dimostrato complicato fin dal suo arrivo alla Casa Bianca, a causa del suo lato disfunzionale, del suo miscuglio tra imprevedibilità e ossessione ideologica e di una rotazione della squadra di governo come non si era mai vista. Emmanuel Macron lo ha sperimentato sulla sua pelle passando senza alcuna transizione da “migliore amico” a bersaglio dei tweet al vetriolo del presidente americano.
Ormai chiunque parli con Donald Trump lo fa a suo rischio e pericolo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, appena eletto e senza grande esperienza, non poteva immaginare che la telefonata di congratulazioni del presidente degli Stati Uniti nascondesse il desiderio di sfruttarlo per colpire un rivale politico, e che si sarebbe ritrovato, suo malgrado, al centro di uno scandalo a stelle e strisce.
Massima prudenza al telefono
Di sicuro Zelenskyj non sospettava che la sua conversazione con Trump si sarebbe trasformata in una prova processuale né che sarebbe stata resa pubblica, con tutti i danni collaterali che ne conseguono.
Durante la telefonata, per esempio, Zelenskyj criticava Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, a cui rimprovera di non rispettare le sanzioni contro la Russia. Ma oggi l’Ucraina conta su Francia e Germania per risolvere il suo conflitto con Mosca, e non aveva certo bisogno di questo guaio. È evidente che a questo punto sia necessario adottare la massima prudenza in ogni conversazione con Trump.
La seconda conseguenza di questa vicenda è che il possibile impeachment monopolizzerà l’attenzione di Trump, esattamente come accaduto con Richard Nixon e Bill Clinton, gli altri due presidenti degli Stati Uniti ad aver subìto una procedura simile.
Per ogni decisione in arrivo da Washington ci si chiederà se è stata presa per favorire il presidente
Finora, Trump era concentrato sulla campagna per le presidenziali in programma a novembre del 2020 e agiva in funzione del suo interesse elettorale. Ora però è un presidente assediato e dovrà dedicare gran parte del suo tempo a difendersi. Qualsiasi decisione rilevante sarà analizzata alla luce della procedura.
Nel 1998 Bill Clinton aveva ordinato attacchi missilistici in Sudan e in Afghanistan contro Al Qaeda proprio quando doveva testimoniare in merito al caso di Monica Lewinsky. Pochi mesi dopo aveva dato il via libera a una serie di bombardamenti sull’Iraq mentre la camera dei rappresentanti votava sulla sua destituzione. All’epoca la credibilità del “comandante in capo” era stata messa in discussione.
La stessa situazione si ripresenterà adesso con Trump. Tensione con l’Iran, guerra commerciale con la Cina, denuclearizzazione della Corea del Nord… I temi sulla scrivania del presidente non mancano. Per ogni decisione in arrivo da Washington, però, sarà impossibile non chiedersi se è stata presa per favorire politicamente il presidente.
Il mondo non aveva bisogno di un presidente degli Stati Uniti assediato, soprattutto se, come Clinton prima di lui, uscirà indenne dalla procedura di impeachment e riuscirà a farsi eleggere per un secondo mandato.
Usa, diffuso il testo della telefonata Trump-Zelenskij: "Fammi questo favore. Vai a fondo su Biden e figlio"
di ARTURO ZAMPAGLIONE
25 settembre 2019
https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... -236906354
WASHINGTON - "Fammi un favore. Si parla molto del figlio di Biden, che Biden fermò l'indagine e molte persone vogliono sapere, così tutto quello che puoi fare con il procuratore generale sarà grandioso. Biden è andato in giro a dire che aveva bloccato l'indagine, quindi se puoi darci un'occhiata. A me sembra orribile". Sono alcune delle frasi tratte dalla telefonata - di cui è stata diffusa la trascrizione declassificata e senza omissis - tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodimir Zelenskij.
La trascrizione della telefonata del 25 luglio del 2019 è un "memorandum di una conversazione telefonica (TELCON)", specifica una postilla all'inizio del documento diffuso. "Non è una trascrizione integrale del colloquio. Il testo in questo documento registra gli appunti, le note e i ricordi dello staff assegnato alla stesura scritta dei colloqui nella 'Situation Room Duty'. Numerosi fattori possono influenzare l'accuratezza della registrazione. Come cattive connessioni di telecomunicazione e variazioni di accento e/o interpretazione, la parola 'inaudible viene utilizzata per indicare parti di una conversazione che il notatore non è stato in grado di ascoltare".
Durante la telefonata Trump chiede al presidente ucraino di contattare il ministro della Giustizia Usa William Barr per discutere la possibile apertura di un'indagine per corruzione su Joe Biden e suo figlio. Zelenskij avrebbe dovuto collaborare con il suo avvocato personale, l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, e con il segretario alla giustizia, William Barr, per "guardare" (ossia indagare) sui Biden. "Bene - dice il presidente Trump - perché ho sentito che un procuratore molto bravo era stato allontanato e questo è davvero ingiusto. Giuliani è un uomo altamente rispettato, è stato il sindaco di New York, un grande sindaco, e vorrei che ti chiamasse. Ti chiedo di parlarci assieme al procuratore generale. Rudy (Giuliani, ndr) è molto informato su ciò che è successo ed è un ragazzo in gamba. Se potessi parlarci sarebbe grandioso. L'ex ambasciatrice degli Stati Uniti era sgradevole, e così la gente con cui aveva a che fare in Ucraina, volevo che lo sapessi".
"Volevo parlarti del procuratore", risponde Zelenskij. Primo di tutto capisco e sono a conoscenza della situazione. Dopo che abbiamo conquistato la maggioranza assoluta in Parlamento, il prossimo procuratore generale sarà al cento per cento una persona mia, un mio candidato, che sarà votato dal Parlamento e comincerà a lavorare da settembre. Lui o lei si occuperanno della situazione, specialmente dell'azienda a cui hai fatto cenno... A proposito, ti chiedo se hai altre informazioni da fornirci, sarebbe molto utile per l'indagine. Sull'ambasciatrice concordo al cento per cento. Ammirava il mio predecessore, non avrebbe accettato me come nuovo presidente".
Trump: "Ti faccio chiamare da Giuliani e farò in modo che lo faccia anche il procuratore generale Barr e andremo a fondo sulla vicenda. Ho sentito che il procuratore era stato trattato molto male. Dunque, buona fortuna per tutto. Prevedo che la tua economia migliorerà sempre di più. È un grande Paese. Ho molti amici ucraini, persone incredibili".
Gli aiuti
Ora i membri del Congresso americano indagano per appurare se Trump nella telefonata abbia offerto in cambio il ripristino degli aiuti congelati alcuni giorni prima il colloquio. Lo riportano alcuni media Usa. Nella trascrizione prima di chiedere a Kiev di accendere un faro sul figlio di Joe Biden (che era membro del board della società energetica ucraina Burisma group il cui proprietario era stato indagato dalla procura locale), Trump ricorda: "Direi che facciamo molto per l'Ucraina", più di quanto faccia l'Europa. "La Germania non fa niente per voi. Tutto quello che fanno è chiacchierare, penso che dovresti chiederne conto. Quando ho parlato con Angela Merkel, lei parla dell'Ucraina ma non fa niente. Molti Paesi europei fanno lo stesso, quindi penso che è qualcosa a cui fai caso, ma gli Stati Uniti sono stati molto bravi con l'Ucraina. Non direi che è una necessità reciproca perchè le cose che stanno accadendo non sono buone, ma gli Stati Uniti sono stati molto buoni con l'Ucraina".
Zelenskij risponde: "Hai assolutamente ragione. Non solo al cento per cento, ma al mille per cento, e ti dico questo. Ho parlato con Angela Merkel e l'ho incontrata. Ho parlato e incontrato anche Macron e ho detto loro che non fanno abbastanza riguardo alle sanzioni. Non le stanno rafforzando. Non lavorano quanto dovrebbero per l'Ucraina. Gli Stati Uniti, tecnicamente, sono un partner più grande dell'Unione Europea e ti sono molto grato. Vorrei anche ringraziarti per il tuo sostegno nel campo della difesa. Siamo pronti a cooperare per i prossimi passi". È a questo punto che Trump apre il capitolo su Joe Biden: "Vorrei che ci facessi un favore".
La reazione di Trump: "Caccia alle streghe"
"Non ho fatto alcuna pressione sull'Ucraina", ha dichiarato il capo della Casa Bianca. "I democratici stanno conducendo una guerra politica nei miei confronti, molto di quello che è stato detto sulla conversazione è falso". "Questa è una guerra politica". "Nessuna pressione - ha ribadito - sono solo fake news, è la peggiore caccia alle streghe della storia Usa". Per tutto il giorno il presidente Usa ha ripetuto che si tratta di "caccia alle streghe". "Ho parlato con i vertici repubblicani in Congresso e ho assicurato la piena trasparenza sulle indagini". E ancora. "Ho informato il capogruppo del Grand old Party, Kevin Owen McCarthy, e tutti i repubblicani alla Camera che sostengo pienamente la trasparenza sulle informazioni del cosiddetto informatore, ma insisto anche sull'avere trasparenza da Joe Biden e suo figlio Hunter, sui milioni di dollari che sono stati rapidamente e facilmente portato fuori dall'Ucraina e dalla Cina".
Zelenskij: "Nessuna pressione"
Il presidente dell'Ucraina dopo l'incontro all'Onu con Trump, assicura che "nessuno" ha fatto pressione su di lui. "È stata una buona telefonata, normale", ha detto a margine dell'Assemblea generale dell'Onu a New Yok. "Nessuno ha fatto pressioni su di me", ha aggiunto, insistendo sul fatto che non vuole "essere coinvolto nelle elezioni negli Stati Uniti".
Pelosi: "Trump risponderà delle sue azioni"
Donald Trump non è "al di sopra della legge" e risponderà del suo comportamento, ha detto la speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, dopo la diffusione della trascrizione. "Il fatto è che il presidente degli Stati Uniti, violando le sue responsabilità costituzionali, ha chiesto a un governo straniero di aiutarlo nella sua campagna politica, a spese della nostra sicurezza nazionale, minando anche l'integrità delle nostre elezioni", ha detto Pelosi secondo quanto riporta la Cnn. "Questo non è accettabile. Ne risponderà davanti alla legge. nessuno è al di sopra della legge", ha aggiunto la speaker della Camera, che ieri ha annunciato l'avvio di un procedimento per l'impeachment. Per il senatore repubblicano Mitt Romney la telefonata è "profondamente preoccupante".
Capo 007: "Se non mi fanno testimoniare mi dimetto"
Il capo dell'intelligence americana, Joseph Maguire, ha minacciato di dimettersi se il presidente Usa dovesse cercare di bloccare la sua testimonianza in Congresso sul caso Ucraina, prevista per domani. Lo riferiscono fonti dell'amministrazione al Washington Post. I vertici dell'intelligence, tra cui Maguire, sollecitarono al dipartimento di Giustizia di fare indagini dopo che un informatore della Cia denunciò la telefonata di Trump al presidente ucraino, ma la cosa non ebbe seguito.
Impeachment
Intanto duecentodiciassette democratici e un indipendente, la maggioranza (218) dei 435 membri della Camera dei rappresentanti, sostiene ora l'impeachment contro il presidente Donald Trump. Lo riferisce la Nbc, precisando che ciò non significa che tutti voteranno per mettere sotto accusa il presidente.
È la quarta volta nella storia americana che si avvia la procedura che porta alla messa in stato di accusa del presidente. In passato si sono avuti solo due processi di impeachment, Andrew Johnson, nel 1868, e Bill Clinton, nel 1998, entrambi assolti al Senato. Mentre nel 1974 Richard Nixon si dimise prima che la Camera potesse votare lo stato d'accusa. Quindi nessun presidente è stato mai rimosso con un processo di impeachment.
Americani alla ricerca del "quid pro quo"
L'espressione latina "quid pro quo" è la più citata dagli americani in queste ore ed è considerata la chiave per valutare se, nella telefonata ci sia stato l'accenno a un possibile scambio di favori. Tutti vanno a caccia del "quid pro quo": per i repubblicani non c'è, per i democratici sì. Ma non nel senso inteso in italiano. Da noi viene tradotto con "una cosa per un'altra" per indicare un equivoco, un malinteso. Il significato, nella lingua moderna, secondo la Treccani, deriva dal francese. Per i Paesi anglosassoni, invece, indica "una cosa in cambio di qualcos'altro", uno scambio di favori che, invece, in Italia, come in Francia e Portogallo, viene comunemente tradotto con l'espressione "do ut des".
Il Kievgate e il ruolo di Joe Biden
Roberto Vivaldelli
26 settembre 2019
https://it.insideover.com/politica/il-k ... j9sSaB39wc
La “caccia alle streghe”, così come l’ha definita anche il presidente Donald Trump, è ricominciata. I democratici, delusi dal flop del Russiagate e dall’audizione di Robert Mueller, si sono ritrovati per settimane in un pericoloso limbo. Divisi sulla strategia da adottare, una parte del partito era intenzionato a tentare comunque la carta dell’impeachment, mentre altri – come la speaker della Camera Nancy Pelosi e altre centristi – si sono dichiarati profondamente scettici e poco convinti di mettere sotto accusa Trump e spaccare il Paese. Tutto è cambiato in questi ultimi giorni con lo scandalo Kievgate (o Ukraine-gate), capace di ridare forza e vigore all’ipotesi dell’impeachment.
Tant’è vero che dopo essere stata per mesi contraria all”impeachment per il Russiagate, la stessa Nancy Pelosi ha annunciato la richiesta formale alla Camera di messa in stato d’accusa del presidente degli Stati Uniti. “Sono in grado di dirlo con certezza, le azioni dell’amministrazione Trump minano la nostra sicurezza nazionale e l’intelligence”, ha spiegato Pelosi. “La nostra responsabilità è conservare la repubblica”, ha continuato, citando la famosa frase di Benjamin Franklin sul neonato governo americano, “è una monarchia o una repubblica? È una repubblica se sapremo mantenerla”. “Ecco – ha aggiunto Pelosi – il nostro compito è mantenere la repubblica, che funziona grazie alla saggezza della nostra Costituzione che ha previsto tre rami equivalenti per garantire il bilanciamento dei poteri. Il presidente ha l’obbligo di fornire spiegazioni, nessuno è al di sopra della legge”.
Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, sarebbero 159 i deputati democratici, più un indipendente, quelli che si sono dichiarati favorevoli all’avvio di un’inchiesta di impeachment ai danni di Donald Trump a seguito delle nuove accuse rivolte al presidente per le pressioni che avrebbe fatto sul presidente ucraino per avviare un’inchiesta ai danni di Joe Biden, suo possibile avversario nel 2020. Secondo un conteggio fatto da Axios, quindi la maggioranza dei deputati democratici sarebbero favorevoli all’impeachment, mentre 77 sarebbero contrari o non avrebbero preso una posizione pubblica. Non è stato ancora raggiunto il numero necessario a votare l’impeachment di un presidente, 218. Tra i contrari all’impeachment c’è anche la candidata alle primarie Tulsi Gabbard.
Il vero scandalo riguarda i democratici
Joe Biden è convinto che “non vi sia altra scelta” che chiedere l’impeachment di Donald Trump se il presidente non sarà “disponibile alle richieste di informazioni richieste dal Congresso” sulla vicenda delle telefonata con il presidente dell’Ucraina Volodymir Zelensky. In realtà, il vero scandalo riguarda lui (suo figlio Hunter), la sua famiglia e i democratici. Lo stesso Joe Biden si vantò di aver minacciato nel marzo 2016 l’allora presidente ucraino Petro Poroshenko di ritirare un miliardo di dollari in prestiti se quest’ultimo non avesse licenziato il procuratore generale Viktor Shokin che, a quanto pare, stava indagando proprio su suo figlio Hunter. “Parto fra sei ore. Se il procuratore non verrà licenziato, non prenderete i soldi”, disse Biden a Poroshenko, come da lui stesso raccontato in un evento organizzato dal Council of Foreign Relations. Dichiarazioni a dir poco imbarazzanti per il candidato dem alla Casa Bianca.
In secondo luogo, i democratici sono stati i primi ad esercitare forti pressioni sull’Ucraina e sul presidente Zelensky. Come evidenziato dal giornalista investigativo John Solomon su The Hill, all’inizio di questo mese, durante un incontro a Kiev, il senatore democratico Chris Murphy ha lanciato un messaggio chiarissimo al presidente ucraino. Murphy ha sottolineato come l’Ucraina abbia beneficiato del sostegno bipartisan da parte del Congresso Usa, aiuti che avrebbero potrebbero essere messi in discussione se Zelensky avesse accettato le richieste dell’avvocato del presidente Trump, Rudy Giuliani, di indagare sulle accuse di corruzione che coinvolgono cittadini americani, compresa la famiglia del vicepresidente Biden. “È bene che il presidente ucraino respinga qualsiasi tipo di pressione dagli Usa”, ha sottolineato Murphy. “Ho detto a Zelensky che non avrebbe dovuto immischiarsi nella politica americana”, ha aggiunto il senatore dem.
Il messaggio di Chris Murphy alla leadership ucraina era chiaro: se avessero indagato sui rapporti con l’Ucraina di Joe Biden e suo figlio Hunter, avrebbero messo a serio rischio il sostegno dei democratici per i futuri aiuti degli Stati Uniti a Kiev. Questo ci ricorda come, almeno dal 2016, i democratici hanno ripetutamente esercitato pressioni su Kiev, molto prima della telefonata di Trump al presidente Zelensky del 25 luglio scorso.
L’inchiesta che imbarazza Joe Biden
Nonostante tutti parlino del presidente Usa e del possibile impeachment, secondo Politico, il “kievgate” che sta animando in queste ore il dibattito politico americano rischia di essere un boomerang per Biden. Il redditizio contratto di suo figlio Hunter con l’Ucraina, scrive la testata americana, maturato proprio nel periodo in cui Biden era vicepresidente, alimenta la prospettiva di un rischio politico molto alto per l’ex vice di Barack Obama.
Come ricorda Pat Buchanan su The American Conservative, nel maggio 2016, Joe Biden, su mandato del presidente Obama, volò a Kiev per informare il presidente Poroshenko che il prestito da un miliardo di dollari era stato approvato dall’amministrazione Usa. Lo stanziamento di quella somma vitale per l’ex Paese sovietico, tuttavia, non era affatto scontato: se Poroshenko non avesse licenziato il procuratore capo entro sei ore, Biden sarebbe tornato a casa e l’Ucraina non avrebbe avuto più alcuna garanzia sul prestito. “Il procuratore aveva indagato sulla Burisma Holdings, la più grande compagnia di gas in Ucraina. Subito il colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti che estromise il governo filo-russo a Kiev, infatti, la compagnia aveva ingaggiato a 50 dollari al mese, Hunter Biden, il figlio del vicepresidente”, ricorda Buchanan. Davvero, a questo punto, il “problema”, lo “scandalo”, è rappresentato dalla telefonata di Trump?
Perché i dem vogliono l’impeachment
I democratici Usa hanno presentato la richiesta di impeachment nei confronti del presidente Trump dopo che quest’ultimo ha ammesso di aver parlato con il neo-leader ucraino Zelensky di Biden in una telefonata dello scorso 25 luglio. Lo stesso presidente, tuttavia, ha negato di aver fatto pressioni sul leader ucraino e ha annunciato l’intenzione di pubblicare la trascrizione del suo colloquio telefonico con il presidente ucraino, al centro della denuncia del whistleblower dell’intelligence Usa. Cosa che poi è effettivamente accaduta.