Censura e libertà su facebook

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » dom dic 17, 2017 5:38 pm

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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » dom dic 17, 2017 6:39 pm

Il caso di Alberto Pento

Sospeso più volte prima per alcuni giorni per post vari sui nazisti zingari e sui nazisti maomettani, poi sempre per un mese.



La prima sospensione di un mese è stata per aver postato qualcosa contro il nazismo zingaro:

Giornata europea delle vittime del nazismo mafioso zigano
viewtopic.php?f=150&t=2610



Le seconda volta per aver definito "bastardi cristiani" quegli evangelici americani che accusavano gli ebrei di essere gli assassini di Cristo:

Bastardi cristiani, quelli che accusano falsamente gli ebrei di essere gli assassini di Cristo
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9669868076

Questi cristiani battisti americani accusano gli ebrei di essere gli assassini di Cristo quando in realtà a uccidere l'ebreo rabbino Cristo sono stati i romani, invasori di Israele o Palestina.
https://www.facebook.com/IsraelNewsOnli ... 2761369909

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... stiani.jpg


Ad assassinare Cristo sono stati i romani e non gli ebrei
viewtopic.php?f=176&t=342

Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei
viewtopic.php?f=197&t=2662




Una terza volta per aver postato qualcosa contro il nazismo maomettano:

Il maomettismo o nazismo maomettano e i maomettani o l''Islam e gli islamici sono una minaccia, una offesa, un'ingiuria, un pericolo per l'umanità intera
viewtopic.php?f=188&t=2667
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » dom dic 17, 2017 6:41 pm

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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » lun dic 18, 2017 1:56 pm

Belpietro assolto per la frase "bastardi islamici".
https://www.facebook.com/groups/8365048 ... 5239296816


"Bastardi islamici", Belpietro assolto per il titolo
Luca Romano - Lun, 18/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 75285.html

La sentenza del Tribunale di Milano: il titolo "Bastardi islamici" sulla strage di Parigi, non ha offeso una confessione religiosa

"Bastardi islamici", il titolo di Libero apparso in apertura del quotidiano il giorno dopo la terribile strage di Parigi del 13 novembre 2015, "non ha offeso una confessione religiosa".

A stabilirlo è stato il Tribunale di Milano che con una sentenza ha assolto l'allora direttore del quotidiano di viale Majno, oggi alla guida de La Verità, Maurizio Belpietro, dall'accusa di "offesa a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone" con l'aggravante della "finalità di odio razziale". Il giudce monocratico Anna Calabi con la formula "il fatto non sussiste". Il titolo del quotidiano aveva provocato non poche polemiche. E di fatto lo stesso Belpietro aveva spiegato la sua scelta: "Quando abbiamo fatto quel titolo - aveva spiegato in aula Belpietro - per noi era scontato che ci si riferisse ai terroristi, perché ‘islamici’ era aggettivo relazionale del sostantivo ‘bastardi’ e serviva a definire la matrice islamica degli attentati e non ho scritto, infatti, ‘bastardi musulmani’. La lingua italiana è chiara, basta andare su google e digitare ‘islamico’ e si può leggere ‘aggettivo’". Il procedimento, a carico di Belpietro, era stato avviato dopo alcune querele presentate da alcuni esponenti del mondo musulmano, tra cui il Cai che coordina le associazioni islamiche di Milano e Monza. Il pm aveva chiesto una condanna con una multa da 8300 euro. Adesso il veredtto con l'assoluzione per il direttore. Infine, lo stesso Belpietro, dopo l'assoluzione, ha voluto ribadire la sua posizione in merito a quella scelta sul titolo: "Non so quali siano le motivazioni con cui sono stato assolto, immagino che il giudice abbia ritenuto che ciò che ho spiegato in aula e che io ho sempre detto è assolutamente fondato, ossia che non c’era alcuna intenzione di offendere e di sostenere che tutti gli islamici sono bastardi".



Titolò in prima pagina su Libero “Bastardi islamici”: Belpietro assolto a Milano
paolo russo
2017/12/18

http://www.lastampa.it/2017/12/18/itali ... agina.html

Maurizio Belpietro è stato assolto dall’accusa di avere offeso consapevolmente i fedeli musulmani pubblicando sulla prima pagina di Libero il titolo «Bastardi Islamici», all’indomani degli attentati terroristici parigini del novembre 2015.
Il fatto «non sussiste» per i giudici del Tribunale di Milano, davanti a cui si è celebrato il processo a carico dell’ex direttore del quotidiano (ora alla guida de «La Verità»).
Secondo il pm Piero Basilone invece, che aveva chiesto la condanna a una multa da 8.300 euro il titolo era «un insulto generalizzato a un miliardo e mezzo di fedeli islamici, molti dei quali vittime di attentati terroristici».
E l’allora direttore, per l’accusa, era «perfettamente consapevole di offendere» con una «espressione che ha generato grande frustrazione nella comunità musulmana».
Il giornalista si è sempre difeso dicendo che la sua intenzione «era semplicemente di sostenere che i bastardi sono quelli che hanno assassinato quelle persone».
Infatti, così aveva spiegato durante l’interrogatorio in aula, l’aggettivo «bastardi» era riferito ai terroristi e «serviva a definire la matrice islamica degli attentati».
Diverso sarebbe stato, ha sostenuto ancora, scrivere «bastardi musulmani».
«Non so quale siano le motivazioni con cui sono stato assolto – ha commentato Belpietro dopo la lettura del verdetto - immagino che il giudice abbia ritenuto che ciò che ho spiegato in aula e che io ho sempre detto è assolutamente fondato, ossia che non c’era alcuna intenzione di offendere e di sostenere che tutti gli islamici sono bastardi».
Il Caim, Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza (assistito da legale Pierfrancesco Poli) che si era costituito parte civile ed era stato ammesso dal giudice, aveva chiesto un risarcimento di 350mila euro e una provvisionale da 100mila euro. Il processo era scaturito dalle querele depositate in Procura da una decina di musulmani.



"Bastardi islamici", Hamza Piccardo contro l'assoluzione di Libero: "Colpita la nostra comunità, presto in Italia saremo 5 milioni"
19 Dicembre 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... talia.html

Il leader islamico contesta la giustizia italiana e agli stessi italiani, con tono sibillino, ricorda che nel nostro Paese "presto saremo 5 milioni". Si parla dell'assoluzione per Libero e Maurizio Belpetro, all'epoca direttore, per il titolo "Bastardi islamici", all'indomani delle stragi parigine: secondo i giudici di Milano il titolo non ha nulla a che fare con l'odio razziale e con il fomentare la violenza. Ma, come detto, la sentenza non piace all'islamico Hamza Roberto Piccardo, esponente di spicco del mondo musulmano italiano e fiero oppositore di Libero, il quale è intervenuto ai microfoni di “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus per commentare la vicenda.

"Evidentemente gli avvocati hanno avuto buon gioco a dire che scrivere Bastardi Islamici è diverso da Islamici Bastardi. Questo - continua Piccardo - però è un giudizio di primo grado, attenzione. Il problema è di fondo ovvero capire, cosa che i giudici non hanno fatto, quale tipo di negatività possa portare un giornale nazionale che titola in questo modo a tutta pagina, andando a colpire una comunità intera. La realtà è che l’aggressività, la discriminazione e l’odio su base religiosa erano evidenti. Sarà importante leggere le motivazioni".

Dunque gli si chiede se questa sentenza può avere delle conseguenze? "Si apre la strada a titoli simili, ringalluzzendo gli islamofobi, legittimati dal dire le peggio cose. È un problema che si riscontra in buona parte dell’Europa. C’è una fortissima inclinazione a trovare un nemico che serve sempre. Serve per avere il controllo sociale ed i musulmani oggi sono il nemico migliore. L’islamofobia tende a creare presupposti per cose molto peggiori". Dunque Piccardo usa toni che appaiono vagamente minacciosi: "Vogliono ghettizzarci? Difficile che ci riescano perché siamo 30 milioni. Solo in Italia siamo 900mila cittadini italiani musulmani su due milioni e settecentomila fedeli. Nel 2030 saremo in tutto 5 milioni in Italia. È il caso di creare questo clima nei confronti dei propri concittadini? Per me è folle".
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » lun dic 18, 2017 2:29 pm

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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » lun dic 18, 2017 8:25 pm

Il caso di ClaudioCrisoteopompideCarpenti
https://www.facebook.com/groups/8365048 ... 0085943998

https://www.facebook.com/ClaudioCrisote ... 2207316227

Qualche giorno fa avevo commentato negativamente la decisione presa dal sindaco (musulmano) di Nazareth di non tenere più alcuna celebrazione natalizia ufficiale quest'anno, per la prima volta, 'in segno di protesta contro Trump': avevo tra l'altro ricordato come già in anni recenti i Palestinesi 'moderati', ancora sotto la guida di Arraffat, avessero tentato di umiliare la minoranza cristiana, ad esempio promuovendo la erezione di una grande ed alta moschea proprio dinanzi a quella Basilica della Annunciazione venerata dai cristiani di tutto il mondo (una moschea che doveva ovviamente essere più alta e grande della basilica, con un minareto potentissimo, capace di far sentire la voce del muezzin chiamante alla preghiera per diversi chilometri intorno).
Questo progetto fu definitivamente bloccato solo nel 2001 da Sharon, appena divenuto premier (dopo aver vinto regolari elezioni democratiche...mica come nel resto del Medio Oriente).
Questo mio commento, lasciato nella pagina Facebook di un noto quotidiano nazionale è stato letteralmente bombardato di segnalazioni 'indignate' a Facebook, che lo ha rimosso e mi ha contestualmente sospeso da ogni attività per ben 4 giorni: nessuna offesa, nessuna calunnia, nessuna violenza, solo una mia personale opinione, condivisibile o no, ma civilmente espressa.
I quattro giorni sono appena scaduti, e quindi eccomi di nuovo qui: ai soliti, anonimi vigliacchetti propals che hanno nuovamente scelto di non confrontarsi, preferendo invece la vile scorciatoia della segnalazione in massa a Fb, desidero solo far sapere che io ho sempre detto la mia (modesta) opinione, civilmente e liberamente, mettendoci comunque il mio nome e la mia (brutta) faccia, e così intendo seguitare a fare, dunque si rassegnino perché non riusciranno mai a zittirmi.
Questi vostri mezzucci vi 'qualificano' per quello che evidentemente siete, ossia nulla più di un branco di anonimi e vigliacchi teppistelli da tastiera.


Gino Qurelo
Come può facebook farsi manipolare in questo modo e rendersi complice di chi non ha rispetto della libertà di parola e di critica altrui?



Un'altro caso di Claudio Crisoteopompide Carpenti
https://www.facebook.com/ClaudioCrisote ... 2386241209

Ho mai detto quanto odio la censura, e - sommamente - quella gratuita?

Martedì scorso, 2 gennaio, durante un normale confronto dialettico sulla pagina di una amica comune ho "osato" postare questa foto, senza peraltro aggiungere alcun commento (tantomeno offensivo), e per tutta risposta, poco dopo me la ritrovo segnalata a Facebook, che mi sospende il profilo in blocco per una intera settimana; non era certo la prima volta, ma questa volta mi ha sinceramente colpito la manifesta enormità della (ennesima) sanzione ricevuta, un blocco settimanale integrale di ogni attività...e solo a motivo di questa foto.

Come a dire: neppure più le mie opinioni, condivisibili o meno che siano - ognuno è libero di valutare come meglio crede -, ma addirittura le mie presunte intenzioni, espresse da quella foto, meritavano di essere così improvvisamente e pesantemente punite!

Non posso accettarlo, non posso accettare una sanzione così eccessiva ed arbitraria, quindi nel mio piccolo ho inteso manifestare la mia opposizione, appena scaduta la settimana di blocco totale da Fb, postando di nuovo questa immagine "incriminata", ben consapevole di rischiare un blocco ancora più lungo, anche di 30 giorni, come da minaccia ricevuta privatamente da Facebook: a qualcheduno evidentemente dà proprio fastidio che si denunci visivamente la criminale educazione terrorista di massa che non solo Hamas ma anche la moderata (?) Fatah di Abu Mazen sistematicamente impartiscono ai bambini palestinesi, valendosi peraltro in gran parte dei fondi internazionali a loro elargiti a fondo letteralmente perduto (ma di recente Danimarca e Norvegia hanno avviato una seria decurtazione e revisione dei rispettivi programmi di sostegno ai suddetti palestinesi "moderati", avendo scoperto che Abu Mazen li spendeva edificando scuole per l'infanzia dedicate a famigerati terroristi pluriomicidi).

Se dovesse arrivarmi questa sanzione da 30 giorni mi vedrei costretto a disattivare in via definitiva il mio profilo, non potendo tollerare più oltre quello che sentirei come un sopruso inaudito.

Per il momento sono ancora qui, e vi saluto cordialmente tutti.

Buona serata

p.s. In foto vi sono due fotogrammi di un popolare programma per l'infanzia della tv ufficiale palestinese di Abu Mazen, nel quale la esaltazione deliberata e sistematica del terrorismo suicida antiebraico è talmente evidente che fatico a commentarla oltre: così la "laica" e "moderata" Autorità Nazionale Palestinese del boss Abu Mazen, degno successore di Arraffat, alleva la propria hitlerjugend futura.
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » lun dic 18, 2017 9:27 pm

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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mar dic 19, 2017 8:38 am

Un altro caso di censura è quello di Islamicamentando

https://www.facebook.com/groups/8365048 ... 8486141158

http://islamicamentando.altervista.org/5489

A mio avviso non incita affatto all'odio ma diffonde verità sull'Islam e la sua storia e invita al confronto e al dibattito su questo tema.
Personalmento considero l'Islam una ideologia politico religiosa peggiore del nazismo hitleriano;
essa ideologia o fede è odio puro con estremo disprezzo verso i non maomettani.
È doveroso parlarne mettendo in evidenza tutta la sua natura, la sua storia la sua teologia violenta, dell'orrore e del terrore.
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mar dic 19, 2017 8:39 am

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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mar dic 19, 2017 8:40 am

Censura di Facebook sulla guerra in Bosnia

https://www.facebook.com/groups/8365048 ... 8089404531


Facebook va alla guerra di Bosnia
Guido Villa

http://www.lanuovabq.it/it/facebook-va- ... -di-bosnia

Che Facebook non sia una piattaforma social dove vige la libertà di parola è risaputo. Basta vedere in Italia a quanti il profilo Facebook sia stato più volte bloccato per avere difeso la famiglia e la vita.

Tuttavia, in questi giorni in Croazia e in Bosnia-Erzegovina sta accadendo qualcosa di molto più grave. Migliaia di profili Facebook, prevalentemente di utenti e portali on-line croati vengono bloccati d’autorità. Ciò accade per avere ritenuto ingiusta la sentenza della Corte di Appello del Tribunale Internazionale dell’Aja con la quale sono stati condannati sei croati, politici e militari, responsabili della Repubblica croata di Herceg-Bosna ai tempi della guerra degli anni Novanta, e avere espresso solidarietà e cordoglio per la morte di uno dei sei condannati, il generale Slobodan Praljak, suicidatosi in aula ingerendo un veleno dopo che era stata confermata la sua condanna.

Sono stati bloccati profili di personaggi pubblici quale ad esempio Zeljka Markic, presidente del movimento U ime obitelji (Nel nome della famiglia) e del portale di riferimento del medesimo movimento, narod.hr, di notissimi sacerdoti come don Damir Stojic, salesiano, e padre Ike Manduric, gesuita, del giornalista e conduttore televisivo Velimir Bujanec, nonché di migliaia di altri utenti privati, non soltanto in Croazia e in Bosnia-Erzegovina, bensì anche presso la diaspora croata in Europa e nel resto del mondo.

Al portale direktno.hr è stato cancellato dal profilo il post di un articolo che riportava il commento critico sulla sentenza, di un opinionista del quotidiano Novi List di Fiume, e che il giornale stesso, di sinistra, aveva rifiutato di pubblicare; nonché un altro post che mostrava la fotografia del defunto generale Praljak in Trg Bana Jelacica, la principale piazza di Zagabria, e oggetto del commosso omaggio di moltissimi cittadini che avevano posto, sostando in preghiera davanti a essa, fiori e ceri.

È stato bloccato anche il profilo del settimanale Hrvatski Tjednik dopo la pubblicazione di un post nel quale si annunciava l’uscita di un numero speciale sul generale Praljak e la sentenza dell’Aja.
Lo stesso è accaduto al profilo Facebook del santuario della Madonna Assunta di Sinj, dopo che era stato pubblicato un post con il seguente testo: «È morto il generale Slobodan Praljak. Riposi nella pace di Dio».
Come ha affermato in Parlamento la deputata indipendente Bruna Esih, anche il profilo del primo ministro Plenkovic è stato bloccato.

Nelle ore e nei giorni immediatamente successivi alla sentenza dell’Aja, in Bosnia-Erzegovina sono stati bloccati i profili di privati cittadini e dei portali informativi croati dnevnik.ba, grude.com, poskok.info, brotnjo.info e prvi.tv, e questi stessi portali sono stati oggetto di attacchi di hacker che ne hanno determinato la momentanea chiusura. Come denunciato dal portale brotnjo.info nei giorni successivi, questi attacchi sono avvenuti per opera di gruppi di giovani hacker musulmani, che hanno ricevuto l’ordine di abbattere momentaneamente questi portali, per poi vantarsene sui loro profili Facebook.

La sinistra croata ha cercato di minimizzare l’accaduto, parlando di algoritmi che, in presenza di temi controversi, su Facebook fanno scattare automaticamente il blocco per chiunque tratti determinati argomenti identificati attraverso parole-chiave.
Tale argomentazione è priva di fondamento, in quanto sono stati bloccati solamente profili che presentavano post critici verso la sentenza e di denuncia dei crimini dell’esercito musulmano ai danni dei croati al tempo della guerra in Bosnia, e che, in base a un preciso disegno politico, sono stati ignorati dal Tribunale Internazionale dell’Aja.
Al contrario, i profili che avevano post che approvavano la sentenza non sono stati bloccati, ed egualmente sono sempre attivi i non pochi profili che riportano macabre battute sul suicidio in diretta del generale Praljak.

Ci troviamo quindi di fronte a una vera e propria operazione di censura di massa, i cui centri pensanti, probabilmente, si trovano molto più in alto dello stesso Facebook.
Si tratta di un’operazione probabilmente preparata a tavolino perfino prima che la sentenza sui sei imputati della Repubblica croata di Herceg-Bosna. Non si spiega altrimenti il fatto che a Tvrtko Milovic, analista politico croato dell’Erzegovina e redattore del portale dnevno.ba, il profilo Facebook sia stato bloccato tre giorni prima della sentenza dell’Aja, una sorta di censura preventiva, superata dopo che il titolare del profilo ha pagato 500 euro a Facebook per una campagna promozionale (come si suol dire, pecunia non olet).

Quanto accaduto in questi giorni è ancora più grave in quanto è legittimo e garantito dalla libertà di espressione criticare le sentenze di un tribunale. Nel caso in questione, i croati critici della sentenza hanno fatto semplicemente notare che il Tribunale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia ha emesso sentenze motivate politicamente, contraddittorie, nonché caratterizzate da parzialità e pregiudizi, al solo scopo di accreditare tesi preconcette e nascondere le pesanti responsabilità della comunità internazionale.

La pax europea e americana imposta alla Bosnia-Erzegovina e sull’intero scacchiere ex-jugoslavo garantisce, in questo momento, che le parti in causa non tornino a combattersi. Tuttavia, molta rabbia cova sotto la cenere, e presto l’incendio potrebbe di nuovo divampare.
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