Se in Europa dovesse capitare un disastro atomico per colpa dei terroristi mussulmani, l'irresponsabile Papa Bergoglio, sostenitore dell'invasione islamica e santificatore di Maometto, dovrebbe scappare e rifugiarsi alla Mecca e poi convertirsi all'Islam.
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BELGIO – A undici dipendenti della centrale nucleare di Tihange, in Belgio, è stato ritirato il permesso di entrare nella struttura. Lo ha riferito Rtbf, precisando che il divieto di ingresso è stato imposto a sette persone dopo l’operazione della sicurezza a Forest, ad altre quattro dopo gli attentati di martedì. Oggi il quotidiano belga La Derniere Heure aveva affermato che gli impianti nucleari del Paese erano inizialmente obiettivo degli attentatori, che hanno poi cambiato i propri piani a causa degli sviluppi degli eventi. Il 17 febbraio scorso rinforzi militari erano stati inviati a proteggere le centrali nucleari.
Belgio: giallo alla centrale nucleare, per Cheffou accusa di terrorismo
Beda Romano
26 marzo 2016
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... d=ACaUlEvC
Bruxelles, misure di sicurezza rinforzate in tutta la città (LaPresse)Bruxelles, misure di sicurezza rinforzate in tutta la città (LaPresse)
La situazione in Belgio è ancora ben lontana dalla normalità. Nella mattinata di sabato, è scattato ancora un altro falso allarme bomba. Lo riferisce la Dernière Heure, sottolineando che è stato fatto brillare uno zaino, lasciato incustodito davanti a una profumeria nel quartiere di Bascule, a Bruxelles. Per precauzione tutta la zona è stata transennata, gli edifici sono stati evacuati e i trasporti pubblici bloccati.
Più grave, anche se ancora poco chiaro, l’episodio avvenuto presso la centrale nucleare di Charleroi, sempre in Belgio, dove un agente di sicurezza è stato ucciso e, secondo alcune fonti, il suo tesserino di riconoscimento rubato. Il quotidiano Derniere Heure ha pubblicato la notizia in esclusiva, ma invece, secondo Le Soir, la Procura di Charleroi avrebbe smentito ufficialmente la pista terroristica per l'omicidio di Didier Prospero, l’agente della sicurezza della centrale nucleare di Charleroi. L'uomo e il suo cane sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco giovedì sera nell'abitazione di Prospero a Froidchapelle. La Procura smentisce anche, secondo Le Soir che sia stato trafugato il suo badge.
Diversa l’interpretazione della vicenda data da Derniere Heure secondo cui si tratta di un omicidio passato completamente sotto silenzio che risale a giovedì sera. L'agente di sicurezza, insieme al suo cane, è stato ucciso in serata e il suo badge portato via. Un'indagine molto delicata per gli inquirenti, perché il tesserino dà accesso a siti particolarmente sensibili, visto che la vittima operava nel settore del nucleare.
Subito sono scattate le misure necessarie per disattivare il tesserino in questione. Ma era questo il motivo dell'omicidio? La questione resta aperta e le risposte dovranno darle gli inquirenti. Impegnati in un'indagine delicatissima, a maggior ragione dopo gli attentati di martedì all'aeroporto di Zaventem e alla stazione metro di Maalbek. Specie perché le centrali nucleari sono tra i potenziali bersagli della cellula terroristica di Parigi-Bruxelles.
Lo scorso 17 febbraio, del resto, DH aveva rivelato che il direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare belga era stato spiato da questa famigerata cellula terroristica. Il ministro degli Interni Jan Jambon, all'epoca, non aveva reputato utile alzare il livello di sicurezza nelle centrali nucleari del Belgio. Due settimane dopo i militari erano però stati dispiegati nei pressi delle installazioni nucleari. Posta tardivamente dopo gli attentati del 13 novembre 2015, la questione sicurezza nelle centrali nucleari è più che mai attuale e rischia di acquistare ancora più importanza.
Mandato d’arresto per Faysal Cheffou
Il giudice istruttore ha disposto il mandato d'arresto per Faycal Cheffou, il giornalista free lance, riconosciuto dal tassista come l'uomo con il cappello del commando terrorista all'aeroporto di Bruxelles. I capi di accusa riguardano l'attività terroristica.
Nella perquisizione della sua abitazione non sono state trovate armi. L'arrestato di giovedì ad Argenteuil in Francia si chiama, invece, Reda Kriket. Un altro mandato d'arresto è stato disposto per Rabah N.
L'uomo, intercettato ieri alla fermata del tram di Bruxelles, rimane in carcere. Il suo nome è Abderamane A. Mandato d'arresto anche per Aboubakar A. Torna in libertà, invece, Tawfik A. Il nome completo dell'uomo fermato ieri alla fermata del tram di Schaerbeek è Abderahmane Ameroud. Si tratta di un franco-algerino, già condannato in Afghanistan per complicita' nell'omicidio del comandante Massoud
L’aeroporto di Bruxelles riaprirà solo martedì
La decisione di chiudere lo scalo di Bruxelles Zaventem fino a tutto lunedì era stata anticipata dalla società di gestione dell'aeroporto in un tweet e poi è stata confermata da una nota. «Dopo più di quattro giorni dagli attentati, i lavori di investigazione legati all'inchiesta giudiziaria nel terminal dell'aeroporto sono stati completati», ma «la ripresa delle attività passeggeri non potrà aver luogo prima di martedì 29 marzo», spiega la società. Durante il week end di Pasqua solitamente l'aeroporto di Zaventem opera circa 600 voli al giorno. Non sono stati forniti dettagli sulle nuove misure di sicurezza, ma subito dopo gli attentati di martedì ci sono state dure critiche per la blanda sicurezza in aeroporto, che non prevedeva controlli sistematici su chi entra nella sala partenze.
Rinviata la marcia di domenica
Nel frattempo, gli organizzatori hanno rinviato la “Marcia contro la paura”, che era stata organizzata attraverso i social network per rispondere agli attentati. In precedenza, infatti, il ministro belga dell'Interno, Jan Jambon, ed il sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur, avevano chiesto il rinvio della marcia. «Date le capacità della polizia sul terreno e visto che la priorità è l'inchiesta, vogliamo chiedere di non manifestare domani», avevano detto in una conferenza stampa. «Condividiamo l'emozione della popolazione, ma desideriamo che le manifestazioni siamo rinviate di qualche settimana», avevano aggiunto.
Anche i comunisti d'Europa come, la Boldrini, la Mogherini e i democomunisti come Renzi dovrebbero scappare e rifugiarsi alla Mecca e farsi mussulmani
Belgio: «Nel mirino centrale nucleare di Liegi»
A. Mas.
Edizione del 25.03.2016
Pubblicato 24.3.2016, 22:45
http://ilmanifesto.info/belgio-nel-miri ... e-di-liegi
Europa. Gli attentatori avrebbero puntato all’impianto di Liegi: sospesi 11 dipendenti. Un altro commando, guidato da Salah, era pronto a seminare il panico in città. Per le falle di intelligence i ministri dell’Interno e della Giustizia si dimettono, ma il premier Michel le respinge
Se non fossero stati costretti ad accelerare, passando all’azione prima del tempo a causa del blitz nell’appartamento di Forest e poi dell’arresto di Abdeslah Salam, gli attentatori di Bruxelles avrebbero forse mirato al bersaglio grosso: la centrale nucleare di Liegi. Secondo il giornale belga La Derniére Heure, i due fratelli el Bakraoui avrebbero nascosto una videocamera davanti alla casa del direttore del programma di ricerca nucleare, ritirandola all’indomani degli attentati di Parigi. Il filmato, che dura dodici ore, sarebbe stato ritrovato durante una perquisizione nel mese di dicembre, in occasione dell’arresto di uno dei sospetti attentatori di Parigi, Mohamed Bakkali. Per questo subito dopo le bombe all’aeroporto di Zaventem e alla stazione della metropolitana di Maelbeek l’impianto atomico è stato chiuso e ieri la Rtbf (che gestisce il sito) ha ritirato il permesso d’ingresso a undici dipendenti.
Secondo i media belgi, inoltre, Salah Abdeslam stava organizzando insieme a Mohamed Belkaid e Amine Choukri un ulteriore attacco a Bruxelles. Armato di kalashnikov, il gruppo avrebbe agito come per le stragi di Parigi il giorno degli attentati. Sarebbero stati la sparatoria avvenuta nel covo del quartiere Forest, nel corso della quale è stato ucciso Belkaid, e poi l’arresto di Salah a Molenbeek, a impedire l’attuazione del piano.
Fondata o meno che sia l’indiscrezione, fatto sta che emerge ancora una volta a giochi fatti, a testimonianza delle numerose falle investigative. Anche sull’accaduto non esiste ancora una ricostruzione definitiva. Ieri è spuntato pure un quinto attentatore. Non è chiaro se sia morto nell’esplosione all’aeroporto, ma potrebbe essere in fuga come l’altro kamikaze mancato, immortalato dalle telecamere interne al fianco dei fratelli el Bakraoui.
Intanto, emergono ulteriori dettagli sugli attentatori. La Procura belga ha fatto sapere di aver emesso un mandato d’arresto internazionale (come pure l’Interpol) per Khalid el Bakraoui l’11 dicembre scorso: il terrorista era sospettato di aver affittato sotto falsa identità, con il nome di Ibrahim Maaroufi, una casa a Charleroi, poi utilizzata come covo dagli attentatori di Parigi. Suo fratello Ibrahim, invece, era stato espulso due volte dalla Turchia, a luglio e ad agosto, in quanto sospettato di essere un “foreign fighter”. Era stato spedito però in Olanda e non in Belgio, come ha spiegato il ministro della Giustizia belga Koan Geens, che ha riconosciuto gli errori dei servizi segreti di Bruxelles e ha presentato le dimissioni (insieme al titolare dell’Interno Jan Jambon), al premier Charles Michel, che le ha respinte: «Non c’è stata forse una trasmissione sufficientemente rapida delle informazioni provenienti dalla Turchia, anche a livello belga», ha ammesso il ministro, poiché se el Bakraoui è stato espulso verso l’Olanda vuol dire che «dal 14 luglio 2015 ci sono stati problemi manifesti di trasmissione di informazioni con gli ufficiali di collegamento belgi».
Il ministro della Giustizia olandese, Ard van der Steur, ha fatto sapere che il terrorista non è stato trattenuto perché «non era presente in nessuna lista di ricercati» e che il controllo è stato effettuato «con i nostri colleghi belgi, tedeschi e turchi». Nessuno di loro si è accorto di nulla. Sulla vicenda in Belgio sarà istituita una commissione d’inchiesta.
L’unico terrorista nelle mani della polizia è al momento Salah che, a dispetto degli annunci dei giorni scorsi, finora avrebbe fatto scena muta davanti agli inquirenti. Il suo avvocato Sven Mary ha fatto sapere che Salah ha accettato il «trasferimento» in Francia e vuole tornarci «il prima possibile». Secondo il legale «Salah è rimasto muto» davanti agli inquirenti, aggiungendo che non collaborerà e che «non sapeva» degli attentati di Bruxelles. La strategia appare chiara: sganciare il suo assistito da ogni responsabilità nelle bombe dell’altro ieri.
Nel frattempo, ieri è spuntato pure un video di propaganda dell’Isis nel quale due sedicenti «jihadisti belgi», sullo sfondo di immagini che mostrano i momenti successivi alle esplosioni, inneggiano alla sollevazione dei «fratelli» e recitano versi religiosi. Si sente pure un estratto di un discorso di Donald Trump: «Bruxelles era un tempo, vent’anni fa, una delle città più belle e grandi del mondo. Oggi è uno spettacolo orribile».