Il sud della penisola italica - i meridionali

Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » ven ago 06, 2021 5:26 am

L'inciviltà italiaca non ha limiti.
Gli incendi che devastano il meridione, responsabilità criminale dei meridionali
Il 98% degli incendi è colpa dei piromani.




La Sardegna brucia, devastati oltre 20 mila ettari
26 luglio 2021

https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 78648.html

La Sardegna, che sta bruciando da 60 ore, decreta lo stato di emergenza. Pesante il bilancio del vasto incendio scoppiato in provincia di Oristano e non ancora del tutto domato: quasi 1.500 persone sfollate. Si stima che le fiamme abbiano percorso circa 20 mila ettari, ma il dato è ancora provvisorio. Case e aziende danneggiate. Cinque Canadair della flotta nazionale hanno ripreso a lanciare acqua stamane sull'Oristanese, che brucia ormai da due giorni. Per una maggiore rapidità di risoluzione dell'emergenza, il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato un modulo internazionale di cooperazione. È stato pubblicato dalla Protezione Civile regionale un nuovo bollettino di previsione di pericolo incendio per la giornata di oggi, lunedì 26 luglio.

L'area colpita si estende anche su parte del Nuorese. Un numero ancora imprecisato di animali è rimasto ucciso, in un fine settimana fra i più disastrosi che si ricordino in quella parte della Sardegna. Le immagini arrivate ieri dai luoghi del rogo sono sconvolgenti: greggi carbonizzate, il cielo oscurato dal fumo, fiamme ovunque, a ridosso di case e strade, a illuminare la notte e a tenere svegli interi paesi. Il danno ambientale è incalcolabile.

Il fuoco ha devastato i boschi del Montiferru, fra le zone verdi dell'isola, e aziende agricole e costretto centinaia di uomini e donne, fra sabato e domenica, a lasciare le loro case per precauzione. Non sono ancora potute rientrare un'ottantina di persone: 50 anziani di una casa di riposo di Cuglieri, uno dei Comuni più colpiti dalle fiamme, e trenta abitanti di Borore (Nuoro). Sono attesi altri quattro Canadair, due dalla Francia e altrettanti dalla Grecia: i primi sono in volo verso la Sardegna, gli altri due sono già atterrati ad Alghero alle 4.30. ( Stamane sono cominciate anche le operazioni di bonifica.

I fronti del fuoco sono ancora attivi nell'Oristanese fra Scano Montiferro, dove ieri erano state evacuate oltre 400 persone, e Tresnuraghes. Alle squadre locali che hanno lavorato tutta la notte, si sono aggiunte le colonne mobili del Corpo forestale regionale, dell'Agenzia Forestas e della Protezione civile, arrivate da Cagliari, Nuoro e Sassari. Sono in volo anche gli elicotteri della flotta regionale, incluso il SuperPuma decollato da Fenosu.

A terra sono operative 57 unità dei vigili del fuoco, di cui 28 provenienti dai comandi di Nuoro, Sassari e Cagliari e 29 del comando di Oristano: sono impegnate, in particolare a Santu Lussurgiu, Cuglieri, Tresnuraghes (dove tre squadre hanno lavorato tutta la notte e protetto due attività ricettive), e nella borgata marina di Porto Alabe, Flussio, Sennariolo, Usellus, Scano Montiferro e Cabras.

Il vento ha cambiato più volte direzione negli ultimi giorni e reso ancora più impegnative le operazioni di spegnimento, condotte anche in collaborazione con un elicottero del Reparto volo dei vigili del fuoco di Sassari. Intanto, l'ultimo bollettino della Protezione civile regionale segnala per oggi un codice arancione (ieri era rosso) in buona parte della Sardegna, incluso il Cagliaritano e l'area dell'Oristanese.

Intere comunità sono in ginocchio, i danni ingenti e ancora da stimare, in una zona della Sardegna già particolarmente colpita dalla pandemia e dalla carenza di servizi sanitari, come denunciato la scorsa settimana dai sindaci dell'Oristanese che avevano manifestato sulla strada statale 131.

"Chiediamo un'immediata indagine", sollecita Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna, "per verificare il perché dei danni a case e aziende, dentro o a ridosso dei paesi, che avrebbero dovuto avere protezione, attraverso una maggiore attenzione in fase manutenzione del territorio e prevenzione".

Prefetto Oristano: durissima ma ce la faremo
"E' durissima, ma ce la faremo". Sono le parole di vicinanza e incoraggiamento che il prefetto di Oristano, Fabrizio Stelo, ha pronunciato ai sindaci dei paesi colpiti dal grande incendio, quando - questa mattina - si è recato loro per portare la solidarietà delle istituzioni. Stelo ha visitato i territori di Cuglieri, Santu Lussurgiu, Scano di Montiferro, Sennariolo e Tresnuraghes, constatando una situazione di "devastazione senza precedenti che ha colpito e ancora sta interessando quei territori e le loro popolazioni".

Il prefetto Stelo ha anche ringraziato quanti, ormai da diversi giorni, "stanno operando instancabilmente sul fronte del fuoco con grande professionalità e spirito di sacrificio: i Vigili del Fuoco, le Forze dell'Ordine, la Protezione Civile, il Corpo Forestale, le Compagnie Barracellari, Forestas, i Volontari, manifestando un particolare apprezzamento per il comportamento esemplare delle Comunità locali".
L'occasione è stato l'incontro svolto presso il Distaccamento del Ministero dell'Interno - Vigili del Fuoco, che ha visto la partecipazione dell'Assessore Regionale dell'Ambiente, del Presidente del Consiglio Regionale e del Sindaco di Cuglieri.
"Il mio pensiero e la mia particolare vicinanza", ha proseguito il prefetto, "va inoltre agli agricoltori e agli allevatori che hanno visto morire i propri animali e andare in fumo le proprie aziende. E' difficile trovare parole adeguate rispetto alla brutalità di una tragedia di tali dimensioni, ma lo Stato c'è e nessuno sarà lasciato solo".

"La speranza", ha concluso Fabrizio Stelo, "è che anche attraverso l'attivazione del Meccanismo Europeo di protezione civile, che da questa mattina vede operativi quattro ulteriori canadair provenienti dalla Francia e dalla Grecia, si riesca a fermare in maniera stabile il fronte del fuoco, anche se la strada sarà lunga e molto resta ancora da fare".



Nell'Oristanese le squadre hanno lavorato per tutta la notte. Soccorso da Francia e Grecia
Incendi. La Sardegna brucia. I vescovi: la politica affronti l'emergenza
lunedì 26 luglio 2021
5-7 minuti

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... i-sfollati

"Le forze politiche affrontino l'emergenza con misure adeguate, scegliendo anche norme legislative che agevolino la prevenzione e scoraggino eventuali attentatori": lo ammoniscono i vescovi della Sardegna a proposito dei devastanti incendi delle ultime ore. I presuli esprimono "vicinanza alle popolazioni e tristezza nel cuore. Come vescovi della Sardegna proviamo un senso di sgomento infinito nel vedere ancora una volta, a causa degli incendi, la nostra gente soffrire e il nostro territorio bruciare".

I vescovi sardi danno così voce a un "grido di dolore e di solidarietà per coloro che hanno visto devastate le loro aziende, gli allevamenti e i prodotti, mentre verifichiamo - con loro e con tutti i sardi - a quale affronto è sottoposta una natura bella e incontaminata, mai troppo apprezzata e né talvolta difesa. Mentre auspichiamo che vengano accertate eventuali responsabilità, scopriamo anche stavolta quando sia minacciato un incontro pacificato tra l'uomo e l'ambiente e quanto sia decisiva una formazione che, grazie al rispetto della creazione, permetta di custodire il mondo che ci circonda come un giardino, secondo il progetto del Dio creatore".

Nel condividere con i vescovi dei territori colpiti la "preoccupazione per quanto sta accadendo", i vescovi di Sardegna ringraziano quanti "si stanno adoperando per aiutare le popolazioni colpite: forze dell'ordine e dell'antincendio, forestali e volontari".

La Sardegna brucia

Un disastro senza precedenti. È così che è stato definito il gigantesco rogo che da quasi tre giorni sta devastando il Montiferru, nell'Oristanese, riducendo in cenere oltre 20mila ettari di territorio, distruggendo aziende e facendo vivere giornate di terrore a migliaia di persone costrette a lasciare le case, assediate dalle fiamme.

L'incendio divampato a Bonarcado il 23 luglio scorso non ha mai allentato la presa sul territorio, spostandosi per circa 50 chilometri spinto dal vento di scirocco e dalle alte temperature, costringendo Protezione civile, Corpo forestale, Vigili del fuoco e volontari a combattere giorno e notte.

In aiuto del personale a terra tutti gli elicotteri della flotta regionale e i Canadair di quella nazionale. Ma non solo. Già dalle prime di oggi a dare manforte alla macchina dell'antincendio sono arrivati i Canadair dell'Unione Europea, due dalla Francia e due dalle Grecia. Un dispiegamento di forze imponente che è servito per arginare alcuni fronti del fuoco e iniziare a bonificare le varie aree.

In particolare sono rimasti attivi tutto il giorno e saranno monitorati anche nelle prossime ore due fronti: il rogo a Santu Lussurgiu, inizialmente sotto controllo, ma che a causa del vento ha ripreso vigore dove per quasi tutta la giornata hanno operato, accanto agli elicotteri della Sardegna, due Canadair della flotta nazionale e i due francesi. E l'incendio a Suni, dove in azione sono rimasti altri quattro Canadair, due dei quali arrivati dalla Grecia.

Nelle ultime ore la situazione sembra sotto controllo, anche se sulle aree continuano i lanci di 'bombe d'acqua' da Canadair ed elicotteri e continua il lavoro delle squadre a terra. Anche il quadro climatico fa ben sperare, non si sono registrate temperature altissime e il temuto vento di maestrale che avrebbe dato nuovo vigore alle fiamme, al momento, non è entrato, ma la situazione viene monitorata costantemente.

Quasi tutti i 1.500 sfollati da Cuglieri, Santu Lussurgiu, Porto Albe, Sennariolo e dagli altri centri lambiti dalle fiamme hanno fatto rientro a casa. Tanti di loro hanno iniziato la conta dei danni. "La comunità e il territorio hanno subito un'immensa tragedia, un disastro senza precedenti. Il fuoco - ha detto il sindaco di Cuglieri, Gianni Panichi - è arrivato nel nostro comune nel giro di poche ore ha attraversato il Montiferru e raggiunto le case del paese su più fronti. Dobbiamo rialzarci e andare avanti, abbiamo perso tutto ma non la caparbietà e la forza di volontà per reagire e ritornare alla bellezza e alla serenità. I danni sono immensi - ha ribadito - il Montiferru, la flora e la fauna sono perduti, la valle degli olivi, l'olivastro millenario non esistono più. Aziende intere distrutte, animali bruciati, molti hanno perso tutto".

"È difficile trovare parole adeguate rispetto alla brutalità di una tragedia di tali dimensioni, ma lo Stato c'è e nessuno sarà lasciato solo", ha detto il prefetto di Oristano Fabrizio Stelo, che oggi si è recato in visita nei territori devastati dalle fiamme.

E in aiuto delle comunità colpite sono già arrivati i privati cittadini e le associazioni con alcune raccolte fondi, ma anche l'intera Diocesi di Alghero-Bosa che ha aperto un fondo, denominato "Emergenza Incendio Montiferru", per raccogliere gli aiuti economici e che partirà con un contributo di 50.000 euro della Diocesi. E anche la macchina della solidarietà targata Coldiretti si è già messa in moto.



Sardegna CorpoForestale
luglio/agosto 2021

http://www.sardegnaambiente.it/index.ph ... &idsito=19

Il Corpo Forestale ha arrestato, in flagranza di reato, due giovani di Mogoro che, nel solo pomeriggio del 29 luglio scorso, hanno volontariamente provocato ben due incendi: il primo in località Ponte Craccaxia, in territorio di Mogoro e il secondo in località Roia sa Pibera, Pabillonis.

L’arresto é il risultato di una complessa attività investigativa che la Stazione Forestale di Marrubiu aveva avviato nel 2011 per individuare i responsabili di una lunga serie di eventi incendiari che si erano verificati la scorsa stagione e che a giugno di quest’anno hanno ripreso a interessare il territorio di Mogoro e varie località situate nella zona sud della giurisdizione dell’Ispettorato di Oristano.

Durante lo svolgimento delle indagini sono emerse una serie di circostanze concomitanti tra gli eventi del 2011 e del 2012: la ripetizione e le cadenze temporali degli incendi (che avvenivano all’incirca negli stessi orari e nelle giornate festive), il ricorso alle medesime modalità di innesco.

Coincidenze che erano state subito colte dagli investigatori del Corpo Forestale ma le particolari modalità di azione dei piromani inizialmente non avevano consentito di ricondurre le responsabilità degli incendi agli arrestati.

I due, infatti, si muovevano nel territorio utilizzando le loro biciclette mountain bike circostanza che, unitamente alla giovane età, li rendeva apparentemente innocui rispetto alla gravità degli eventi-reato per cui ora sono indagati: incendi volontari che hanno costretto la struttura regionale antincendio a continui e pressanti interventi di spegnimento.

Ma il personale della Stazione di Marrubiu e del Nucleo Investigativo dell’Ispettorato di Oristano hanno proseguito a registrare e approfondire tutti gli elementi di coincidenza.

Così nella giornata di domenica 29 luglio, dispiegando un ingente numero di uomini che ha assicurato il presidio dell’intero territorio interessato dagli eventi ed il controllo della viabilità principale e secondaria, è stata attuata un’operazione preordinata e mirata durante la quale sono stati arrestati i due giovani, un disoccupato e uno studente, rispettivamente di diciannove e diciotto anni.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che i due, pressoché tutte le domeniche ma anche di sabato, subito dopo pranzo inforcavano le loro mountain bike e andavano in giro senza una meta precisa a innescare incendi lanciando, senza neppure smontare dalle loro biciclette, una certa quantità di fiammiferi già accesi.

Le condizioni della vegetazione ormai molto povera di umidità e quelle climatiche, caratterizzate da temperature piuttosto elevate e da ventosità sufficiente per alimentare il fuoco, rendevano l’operazione molto semplice e rapida.

Oltre agli eventi di Ponte Craccaxia e Roia sa Pibera, anche altri episodi incendiari di matrice dolosa sembrerebbero essere riconducibili ai due indagati ed in particolare quelli che si sono verificati nella parte sud del territorio di Mogoro, a partire dal mese di giugno del corrente anno, sempre in coincidenza con le giornate festive domenicali ed in una fascia oraria compresa tra le 12,00 e le 15,00 del pomeriggio.

Ieri però il Corpo Forestale ha interrotto le loro “escursioni” intercettando i due nell’incrocio tra la Strada Provinciale 98 che conduce a Morimenta, e la strada comunale che porta alla chiesa di S.M. Craccaxia.

Gli Agenti che li hanno tratti in arresto ne hanno dato immediata notizia al Pubblico Ministero di turno, il dottor Marco Ulzega, della Procura della Repubblica di Oristano.

Il 30 luglio i due indagati sono stati accompagnati avanti al Giudice del Tribunale di Oristano, il dottor Mameli, che ha convalidato la misura cautelare assegnandoli agli arresti domiciliari.

Nei prossimi giorni si celebrerà il processo.



L'emergenza. Il Sud brucia: 800 incendi. La Sicilia chiede aiuto (ma è polemica)
Roberto Puglisi
sabato 31 luglio 2021

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... 00-incendi


La situazione peggiore a Catania. Musumeci chiama il governo, la Protezione civile puntualizza: «Gli interventi spettano alle Regioni». L’arcivescovo Pennisi: «I roghi un delitto contro Dio»

Le colonne di fumo sopra Catania riprese dall’elicottero dei Vigili del fuoco

Le colonne di fumo sopra Catania riprese dall’elicottero dei Vigili del fuoco - Ansa / Vigili del fuoco

Il Sud Italia brucia ancora. Non si placano i roghi che negli ultimi giorni hanno investito soprattutto Sicilia e Sardegna e nuovi focolai si sviluppano in molte zone del Paese interessate da una forte ondata di caldo. Nelle ultime 24 ore sono stati oltre 800 gli interventi svolti dai vigili del fuoco per incendi boschivi: 250 in Sicilia, 130 in Puglia e Calabria, 90 nel Lazio e 70 in Campania.

La Sicilia chiede aiuto a Roma in giorni apocalittici di roghi, persone che scappano da località in fiamme, abitazioni evacuate. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha chiesto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, la dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione Civile.

Un grido dall’isola – che va a fuoco per il caldo torrido e per la mano criminale dei piromani – destinato ad essere accolto, ma anche stigmatizzato: «La Regione Sicilia ha fatto una dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale, con la richiesta della Protezione Civile di attivarsi a supporto delle attività della Regione – ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio –, ovviamente supporto da terra, perché tutti i mezzi aerei disponibili li abbiamo inviati. Invieremo quindi squadre da altre regioni e ci sarà il raddoppio dei turni da parte dei vigili del fuoco. Le responsabilità nell’ambito di ciò che si fa contro gli incendi boschivi tuttavia sono chiare. Le norme prevedono che la lotta attiva sia di competenza delle Regioni».

Adesso, però, è la consapevolezza dell’elemento umano nello sfacelo che rende la situazione ancora più inaccettabile. «Questi incendi non sono frutto di un destino avverso al quale sottomettersi con rassegnazione, ma chiamano in causa a vari livelli la responsabilità diretta e indiretta dell’uomo» ha tuonato l’arcivescovo di Monreale e vicepresidente della Conferenza episcopale siciliana, monsignor Michele Pennisi, nell’esprimere solidarietà alle comunità devastate dai roghi. «È una grave colpa della cattiveria umana bruciare un patrimonio naturalistico e pensare stupidamente di distruggere “la casa comune” che Dio ci ha comandato di custodire e curare. Mentre condanno simili crimini – è il monito dell’arcivescovo – ribadisco che appiccare volontariamente un incendio, oltre che un delitto per la legge dell’uomo, è anche un grave peccato contro Dio e la sua creazione».

La cronaca delle ultime ore racconta di un’emergenza che non sembra affatto terminata. Ieri ancora decine di focolai in provincia di Palermo. Fiamme a Polizzi Generosa, a Monreale, a Petralia Soprana, a Scillato e a Misilmeri. Allarme di roghi e di paura che non cessa nemmeno sul versante catanese con la zona Sud di Catania, la zona industriale, l’Oasi del Simeto, i lidi e le spiagge. Il fumo sovrasta la Sicilia, tanto che la colonna che sale da Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, è stata fotografata dalla Nasa, grazie a un satellite. Non manca nemmeno la polemica sugli organici, sul controllo, sulla prevenzione.

«La Sicilia brucia – attacca il segretario del Pd regionale, Anthony Barbagallo – le notizie relative agli incendi ci preoccupano molto. Il quadro complessivo è desolante. Nel fine settimana che avrebbe dovuto sancire l’inizio del periodo di ferie e della ripresa del turismo siamo invece costretti a commentare un bollettino di guerra. Intere aziende e case interamente distrutte. Danni per centinaia di migliaia di euro. Duole purtroppo constatare che nulla è stato fatto sul fronte della prevenzione, da parte della Regione. Che fine hanno fatto i mirabolanti annunci sull’impiego di droni per contrastare gli incendi, fatti a metà giugno durante la presentazione della campagna di comunicazione antincendio da parte del governo Musumeci?». Una critica condivisa e rilanciata dal capogruppo dei Democratici all’Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Lupo.

Intanto, sul campo, si fa la prima conta dei danni. Il bilancio della Coldiretti è tremendo: «Un massacro senza fine – spiega una nota –, con circa 60mila eventi incendiari che hanno devastato la Sicilia negli ultimi sei anni. Gli ultimi roghi confermano che gli incendisono causati da criminali che seguono un chiaro disegno contro cui occorre potenziare uomini e mezzi».



Incendi: oltre 10mila interventi contro i "piromani dell'estate". Sicilia e Calabria le più
2 agosto 2021

https://gazzettadelsud.it/articoli/cron ... 124ef9d64/

Sono 37.407 gli interventi effettuati dai vigili del fuoco per incendi di bosco e vegetazione su tutto il territorio nazionale dal 15 giugno, 16.000 interventi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Tra le regioni più colpite la Sicilia con 8.669 interventi, la Puglia con 8.628 e la Calabria con 3.785. 1.156 le sortite dei Canadair e degli elicotteri. Nelle ultime 24 ore sono stati 717 gli interventi, con 49 interventi delle flotta aerea del Corpo.

Al momento i velivoli sono impegnati ad Aidone Contrada San Bartolo (Enna), a Randazzo (Catania), a Chieti Rocca San Giovanni, in provincia di Catanzaro e in provincia di Bari a Gravina di Puglia. Sono 257 gli interventi nelle ultime 24 ore in tutta la Sicilia, particolarmente colpite la province di Catania, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Siracusa.

Situazione sotto controllo a Pescara dove nel pomeriggio di ieri un vasto incendio aveva colpito la pineta Dannunziana. Ad Ortona nel chietino 80 vigili del fuoco con 30 mezzi, sono stati impegnati per un incendio di una pineta, ora in bonifica




Nebrodi, allevatori appiccano fuoco nei boschi di Cesarò: arrestati due piromani
3 agosto 2021

https://messina.gazzettadelsud.it/artic ... ff6354c50/

Due allevatori - un uomo di 80 anni di Cesarò e un 25enne di cittadinanza albanese - sono stati arrestati in flagranza dai carabinieri di Troina, in provincia di Enna, per incendio boschivo: stavano appiccando le fiamme nei boschi di Cesarò, sui Nebrodi, area boschiva protetta. I militari, mentre pattugliavano la strada statale 120 che collega le province di Enna e di Messina, hanno notato i due nella boscaglia in contrada Scalonazzo, in prossimità del fiume Troina, mentre davano fuoco ad alcuni arbusti.

I carabinieri hanno trovato piccole taniche contenenti carburante e vari accendini. Gli allevatori hanno tentato la fuga che si è rivelata inutile. Nei giorni scorsi i carabinieri del Comando Provinciale di Enna avevano arrestato un altro piromane che aveva appiccato delle fiamme nel territorio di Valguarnera.




Vendette, mafia o piromani. Il 98% dei roghi causati dall’uomo
di Riccardo Bruno
2 agosto 2021

https://www.corriere.it/cronache/21_ago ... 7141.shtml


Il rapporto Ecomafia di Legambiente: «In un anno la superficie andata in cenere è aumentata quasi del 20 percento». Di Fonzo (Carabinieri): «Fenomeno socio-economico complesso». Micillo (Vigili del Fuoco): «Educare a comportamenti corretti»

Quattro giorni fa i carabinieri di Agnone, sulle montagne a nord di Isernia, hanno arrestato un cinquantenne. Non era la prima volta che dava fuoco ai boschi, l’hanno trovato che si nascondeva tra le sterpaglie, le mani ancora annerite, le tasche piene di accendini. Nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, non sempre va così bene. L’Italia brucia, soprattutto in questi giorni di caldo e vento. Ma non è colpa della natura. I dati raccolti dai Carabinieri sono chiari: solo il 2% dei roghi ha una causa naturale, in pratica un fulmine; il resto sono provocati dall’uomo, e più della meta (57,4%) sono dolosi. Qualcuno ha appiccato il fuoco perché malato (l’ossessione dei piromani), per vendetta, per calcolo personale o economico.

I roghi in aumento

L’Italia è consumata dal fuoco, estate dopo estate. Dal 15 giugno i Vigili del Fuoco hanno effettuato 37.407 interventi, 16 mila in più rispetto all’anno scorso. Secondo il rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente, che il Corriere ha letto in esclusiva, nel 2020 sono andati in fumo 62.623 ettari (+ 18% rispetto all’anno precedente); di fronte a 4.233 reati segnalati, solo 552 sono state le persone denunciate, appena 18 quelle arrestate. «Il reato di incendio boschivo è molto grave, con pene fino a 10 anni, anche 15 in caso di danno permanente. Resta però sostanzialmente impunito — osserva Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, che chiede di contestare nei casi più gravi anche il disastro ambientale e che in questi giorni ha lanciato una raccolta fondi per sostenere gli apicoltori sardi.
GLI ULTIMI ROGHI

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La caccia ai colpevoli

Marco Di Fonzo, comandante del Nucleo informativo antincendio boschivo dei Carabinieri, lo definisce un «reato da vigliacchi». «Innescano le fiamme e quando divampa sono già altrove». Di Fonzo guida una task force che affianca gli investigatori sul territorio per individuare i responsabili. Un lavoro certosino che utilizza tradizionali strumenti d’indagine e adesso anche satelliti per localizzare il punto esatto da cui è partito il focolaio. «È un fenomeno socio-economico complesso, che varia da regione a regione, da provincia a provincia, anche all’interno di un comune — spiega il colonnello Di Fonzo —. Sicuramente c’è meno manutenzione dei boschi, in condizioni così estreme basta poco perché le fiamme saltino alle chiome, e l’incendio si propaghi in modo rapido e violento».

Gli interessi illegali

I veri piromani, chi ha un reale disturbo psichico, sono una minoranza, ma provocano danni enormi perché agiscono in modo seriale. Gli altri incendiari lo fanno per ritorsione, per un presunto torto subito, per rinnovare aree destinate al pascolo, oppure per interessi illegali. «Sono reati spia. Ad esempio, gli appetiti della ‘ndrangheta nella gestione del patrimonio boschivo sono dimostrati» avverte Fontana di Legambiente. Un dato fa riflettere: l’anno scorso, nelle quattro Regioni a tradizionale presenza mafiosa, si sono registrati il 54,7% dei reati e addirittura l’82% della superficie danneggiata. L’Antimafia siciliana ha anche raccolto l’allarme su un possibile collegamento tra i roghi e il business del fotovoltaico.

Le buone pratiche

Delinquenti, ma anche comportamenti maldestri. «A volte a provocare gli incendi sono persone anziane, abituate da sempre a dare fuoco ai residui vegetali ma che non sono più in grado di controllare, ed è anche cambiato il territorio attorno a loro» osserva Gianfilippo Micillo, quasi trent’anni di esperienza prima nella Forestale adesso dirigente del Coordinamento antincendio boschivo dei Vigili del Fuoco —. Per questo è importante l’educazione. Anche attraverso la pianificazione del fuoco prescritto, per bruciare la vegetazione in modo controllato e autorizzato». In tanti anni a domare fiamme e a cercarne i colpevoli, Micillo ne ha viste tante. «Ci è capitato di arrestare anche un volontario. Appiccava il fuoco e poi interveniva con noi. Ed era persino bravo a spegnerlo».
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » ven set 17, 2021 7:00 am

Covid, morta a Napoli dopo il parto. Il marito: «In ospedale rubati fede, anello e cellulare»
Ornella Mincione
16 settembre 2021

https://www.ilmessaggero.it/salute/stor ... 99250.html

Una denuncia dolorosa, quella di Alfonso Vozza, marito di Palma Reale, 28enne di San Prisco, positiva al Covid, deceduta qualche giorno fa dopo aver dato alla luce il suo quarto bimbo: «Quando ho chiesto che mi venissero restituiti gli effetti personali di mia moglie, mancavano il telefono cellulare, la fede e un anello “solitario” che le avevo regalato quando è nata la nostra prima figlia. Guarda caso, però, l’anello che invece non valeva niente, quello che Palma portava sempre alla mano destra, l’ho trovato nel sacchetto insieme con il resto degli oggetti di poco valore». Da qui l’avvio di un’azione legale: «Ho denunciato il reparto di Terapia intensiva del Policlinico di Napoli dove mia moglie è morta - aggiunge Alfonso Vozza - Non è giusto aver subito anche questo dolore. È disumano. Mi domando con quale coraggio si possa commettere un’azione così crudele».

«Oggetti - dice Vozza - che oltre a quello materiale, avevano un gran valore sentimentale. La fede, e poi l’anello che le avevo regalato in occasione del primo parto, il telefono con le foto e i video di tutta la famiglia. Sono più distrutto di prima». Naturalmente alla consegna del sacchetto, il marito ha chiesto agli operatori sanitari spiegazioni in merito alla scomparsa di quegli oggetti: «Mi hanno risposto che nel piegare le lenzuola, e mettere in ordine, è probabile che li abbiano gettati nella pattumiera. Mi sembra davvero assurdo. Ed è ancora più assurdo che tra le cose buttate via non ci sia stato l’anello di bigiotteria».

Una vicenda drammatica, quella della giovane Palma, non vaccinata, che ha preso il via lo scorso 18 agosto quando la donna, incinta di otto mesi e mezzo, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale di Caserta perché avvertiva sintomi molto simili a quelli dell’infezione da Covid. Dopo una visita ginecologica, e la risposta positiva al tampone molecolare, Palma è stata dimessa ma non trasferita in una struttura dedicata alle gravide positive perché - stando alla versione dei camici bianchi - non presentava parametri tali da rendere necessario un ricovero. Ed è su questo diniego che il marito punterà il dito, attraverso i propri legali, con la richiesta di un’autopsia. Palma, quindi, fa ritorno a casa ma continua a stare male. Gli operatori del 118, chiamati tre volte, rassicurano la giovane coppia. Ma in pochi giorni la situazione peggiora. Da qui la decisione di andare al policlinico Federico II di Napoli. È in questa struttura che Palma porta a termine la gravidanza e nasce il suo quarto bimbo. La prima ha cinque anni, poi due gemelli di tre. Il decorso non è dei migliori e Palma viene trasferita in terapia subintensiva, poi in quella intensiva dove è morta.

Una storia tragica. Alfonso, trent’anni, elettricista, ora è solo con quattro bambini. Dallo scorso luglio si erano trasferiti a Liberi, da San Prisco, dove invece avevano vissuto fino ad allora. E adesso si trova costretto a vendere la nuova casa e a tornare dai propri genitori che possono dargli una mano nel difficile compito di crescere quattro bimbi così piccoli. Ora l’ennesimo dolore per la sua famiglia: il furto, denunciato anche sui social dalla sorella di Palma, Maria. Un furto particolarmente odioso perché si tratta degli oggetti più cari che appartenevano alla giovane madre. Alfonso ha deciso di avviare un’azione legale nei confronti dell’ospedale universitario napoletano. Sarà a questo punto compito dei magistrati capire effettivamente cosa sia successo e chi abbia portato via gli effetti personali di Palma.
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » gio nov 18, 2021 3:23 am

Sequestrato il ponte Morandi a Catanzaro
3 novembre 2021

https://www.ansa.it/calabria/notizie/20 ... 4cb0d.html

La Procura di Catanzaro nell'ambito dell'indagine che ha portato all'esecuzione di sei misure cautelari nei confronti di imprenditori, ha disposto il sequestro, con facoltà d'uso, del viadotto "Bisantis", noto come ponte Morandi di Catanzaro, e della galleria Sansinato sulla Statale 280 dei due mari, allo scopo di svolgere accertamenti di natura tecnica.

Per un ingegnere dell'Anas è stata disposta l'interdizione dall'esercizio della professione (6 mesi)e per un geometra (9 mesi).

Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200mila euro quale profitto dei reati contestati.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Dda di Catanzaro, hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale del Catanzaro, nei confronti di 6 soggetti indagati a vario titolo per trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l'aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso in relazione fra l'altro, per i lavori di manutenzione straordinaria del ponte "Morandi" di Catanzaro e di un tratto della SS280 "dei Due Mari".

"Secondo lui dice non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l'abbiamo fatto... e casca tutto". È un passaggio, in cui parla il capo cantiere, delle intercettazioni agli atti dell'ordinanza dell'operazione Brooklyn condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro e coordinata dalla Dda del capoluogo che ha portato all'esecuzione di sei misure cautelari. Dalle conversazioni registrate emerge l'impiego nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato. "(Direttore tecnico): A me serve nu carico 488 urgente, altrimenti devo vedere...devo mettere quella porcheria di******* qui sui muri eh.., che c'hanno stoccato per Catanzaro nu...nu bilico...però vorrei evitare ste simbrascugli...(Rappresentante ditta fornitore): eh...fai...fai...fai...fai una figura di merda... perché quel prodotto non funziona. (Direttore tecnico): che prodotti stai usando? Gli ho detto sto usando *******. Ma purtroppo perché è una questione finanziaria. Gli ho spiegato io è come su? Fanno cagare...(sorride). (Rappresentante ditta fornitore): eh....(Capo cantiere): oh Gaetà, è passato ******** quest'altro fenomeno cà no. (Direttore tecnico) : eh...(Capo cantiere): e stasera misura, vabbé?L'aggiu pigghiate ma ha visto qui. Dove àmo spicconare hai visto?".

"In relazione alle indagini sui lavori di manutenzione del ponte Morandi e della galleria Sansisato sulla Statale 280 'dei due Mari' a Catanzaro, che hanno portato al sequestro con facoltà d'uso delle opere e all'emissione di misure cautelari, Anas sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti". Lo fa sapere la società in una nota. "Anas conferma la sicurezza statica delle opere, poiché il sequestro riguarda il risanamento di alcune porzioni delle infrastrutture, senza impatto per la viabilità. Entrambe le opere sono aperte al traffico", aggiunge.
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » gio nov 18, 2021 3:26 am

Le città comuni più indebitate d' Italia (considerati anche i debiti delle aziende municipali dei trasporti e della raccolta dei rifiuti), Roma e Napoli e poi altre sempre del sud.


Roma - il mito tra il vero e il falso
https://www.facebook.com/groups/romailm ... roeilfalso
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 111&t=2355

Roma è la città più indebitata, corrotta, parassita, mafiosa, fannullona, presuntuosa, arrogante, irresponsabile, incivile e sporca dell'occidente, una vergogna per l'Italia.



I comuni italiani a rischio fallimento: la classifica
Pierandrea Ferrari
27 maggio 2021

https://www.money.it/I-comuni-italiani- ... classifica

Lo stop della Consulta alla norma salva-bilanci che permetteva di ripianare i debiti in 30 anni, e che riporta la gestione dei disavanzi nei ben più stretti tempi ordinari, solleva più di un interrogativo sulla possibilità che i comuni riescano a chiudere il rosso accumulato con i prestiti statali pro-imprese creditrici degli scorsi anni. E a poco serve, o servirà, la pezza dei 500 milioni del Decreto Sostegni bis, visto che manca ancora un percorso chiaro da seguire per dare una riassestata ai bilanci.

Secondo i dati Ifel-Anci, dei 1.750 comuni con deficit da anticipazioni di liquidità 812 sono a rischio fallimento, distribuiti al 91% al Sud. A spiccare sono soprattutto le regioni Calabria, Campania, Lazio e Sicilia, che ne raccolgono circa tre quarti. Di seguito una classifica dei primi dieci per volume di indebitamento.

1. Napoli

Sul trono dei bilanci sconquassati siede Napoli con 946,7 milioni, che si traduce in un ripiano annuale – su un periodo di tre anni, come da sentenza della Consulta – da 315,6 milioni. “Se il Governo non interviene ci sarà la rivolta delle città, ma mi sembra che abbia la consapevolezza che lasciare indietro le città significa lasciare indietro il paese e non assicurare i servizi ai cittadini”, ha commentato, sull’allarme comuni, il sindaco De Magistris.

2. Torino

Al secondo posto Torino, che ha accumulato un extra deficit da 429,8 milioni. Per l’amministrazione della grillina Appendino il ripiano annuale per rimettere in sesto il bilancio si attesta a quota 143,3 milioni.

Italia: il debito pubblico aumenta di quasi 7 miliardi, è nuovo record

3. Reggio Calabria

Sull’ultimo gradino del podio, ma a distanza di sicurezza dai comuni di Napoli e Torino, c’è Reggio Calabria, uno dei tanti enti locali in dissesto della regione. Il debito è pari a 176 milioni, per un piano di rientro da 58,7 milioni l’anno.

4. Salerno

Al quarto posto Salerno, uno dei comuni più indebitati della seconda regione per enti locali in dissesto, la Campania. Secondo i dati il monte debiti tocca i 127,3 milioni, ripianabili con fondi accantonati da 42,4 milioni l’anno.

5. Pozzuoli

Subito dietro Salerno troviamo Pozzuoli, comune campano da oltre 80.000 abitanti situato nella città metropolitana di Napoli. L’extra deficit ammonta a 33,2 milioni, per un piano di rientro da 11,1 milioni l’anno.

6. Lecce

Al sesto posto il primo comune pugliese, Lecce. Anche qui, come per gli altri comuni, l’illegittimità delle regole sui ripiani a 30 anni del deficit stabilita dalla Consulta rischia di minare gli equilibri del bilancio, sul quale pesano debiti per 28,1 milioni con rientro a 9,4 milioni l’anno.
7. Catanzaro

Torna la Calabria al settimo posto, con Catanzaro, comune da oltre 86.000 abitanti. I prestiti statali hanno portato le amministrazioni che si sono alternate ad accumulare un debito di 25,5 milioni, per un rientro stimato in 8,5 milioni l’anno.

8. Aprilia

Vicino al fondo di questa classifica spunta Aprilia, comune del Lazio. Il debito è da 17,5 milioni e per rientrare nei tempi dettati dalla Consulta servirebbero accantonamenti nei bilanci annuali da 5,8 milioni.

Coprifuoco, quanto è costato all'Italia lo stop alle 22?

9. Afragola

Al nono posto il quarto comune campano di questa classifica, Afragola. Qui il debito accumulato è pari a 8,5 milioni, che potrebbe essere colmato con 2,8 milioni di fondi accantonati all’anno.

10. Vittoria

Chiude la classifica l’unico comune siciliano nella top-10 dei più indebitati, Vittoria, parte del libero consorzio comunale di Ragusa. I debiti ammontano a 4,8 milioni e richiedono un piano di rientro da 1,6 milioni l’anno.




Bilancio tragico per il Comune di Napoli. Quasi 5 miliardi di debiti. Il sindaco Manfredi accusa De Magistris
Napoli, profondo rosso: 5 miliardi di debiti e rischio tracollo
Alessandro Imperiali
16 Novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/napoli/n ... 1637088922

Il bilancio del Comune di Napoli è tragico. L'ex sindaco Luigi De Magistris ha lasciato al suo successore un debito di quasi 5 miliardi di euro. Esattamente sono 4,9 miliardi di euro, ben 250 milioni in più rispetto al 2019. Queste sono le cifre rese pubbliche oggi durante il Consiglio comunale.

"Su un totale attivo di 12 miliardi - spiega Pier Paolo Baretta, assessore al Bilancio - il totale attivo delle immobilizzazioni è iscritto a bilancio per un valore di 9,306 miliardi, superiore al valore di bilancio del Comune di Napoli, che è pari a 9,143 miliardi, con un apporto, quindi, di circa 163 milioni da parte degli organismi partecipati". Con un attivo circolante pari a 2,656 miliardi, cifra superiore al valore di bilancio del Comune di Napoli che, spiega la Repubblica, è di 2,234 miliardi.

Il passivo, invece, si riferisce a un patrimonio netto di 6,371 miliardi che non è di competenza di terzi e il totale dei debiti ammonta a 4,9 miliardi di cui 3,2 miliardi di finanziamento. Senza aiuti il Comune rischia il tracollo. A ribadirlo in tutti i modi è il neo sindaco Manfredi: "Il bilancio è già in dissesto nei fatti ed è chiaro che senza un'iniezione di risorse il Comune va in dissesto automaticamente perché il bilancio che ho ereditato è quello di un ente che è praticamente in dissesto". Non risparmia di fatto le critiche all'amministrazione precedente. L'assessore Baretta spera di ottenere qualche aiuto da Parlamento e Governo "già dalla prossima Finanziaria". Intanto, questa settimana sarà a Roma giovedì ma realisticamente dichiara: "È la prossima settimana che potrebbe esserci qualche passo in avanti sulle cose di Napoli".


Gli scenari politici

Qualora non ci fosse un intervento del governo il sindaco Manfredi, eletto con la coalizione M5s-Pd, è pronto a dimettersi. Lo ha dichiarato più volte e lo assicura anche chi gli sta vicino.

"Portiamo il documento al voto in Consiglio comunale e questo ci consentirà, entro fine anno, di poter avviare una serie di procedure di assunzioni che per noi sono assolutamente indispensabili", è il messaggio chiaro del sindaco. L'approvazione del bilancio non avrà comunque problemi di numeri dal momenti che ciò che non accade in parlamento accade a Napoli. Ossia, è arrivata in consiglio comunale Italia Viva. Quel centrosinistra con tutti dentro sta prendendo forma nella città partenopea. O meglio, la lista "Azzurri" ideata da Stanislao Lanzotti, ex capogruppo di Forza Italia, che ha dentro un po' di tutto: ex riformisti, ex democristiani ed ex liberali si è trasformata nella stampella del partito di Matteo Renzi. E da ieri, i due eletti, Anna Maria Maisto e Massimo Pepe, sono formalmente alleati di Manfredi. Nonostante non abbiano eletto tre consiglieri, evitano il gruppo misto grazie a una lettera firmata Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, il quale scrive: "La lista Azzurri, Noi sud, Italia Viva è chiara espressione del partito nazionale Italia Viva sotto forma di Napoli Viva". E per questo la lista ha "un preciso indirizzo politico e regolare rappresentanza in Parlamento".


L'ex sindaco di Napoli in un post su Facebook commenta il penultimo posto di Napoli nella classifica della qualità della vita: "Le nostre grida di aiuto non le ha volute ascoltare nessuno"
Problemi di Napoli, De Magistris dà la colpa... agli altri
Orlando Sacchelli
17 Novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/napoli/p ... 89774.html

La classifica delle province italiane per qualità della vita stilata da Italia Oggi e Università La Sapienza di Roma vede la provincia di Napoli tristemente al penultimo posto. I problemi da risolvere sono tanti e sarebbe ingeneroso dare la colpa a una persona sola, ad esempio l'ultimo sindaco. Perché è fin troppo evidente che i problemi di cui soffre la città del Vesuvio, come altre realtà del Sud, si sono accumulati nel corso dei decenni e le colpe non sono tutte locali, ma vi sono gravi responsabilità anche a livello nazionale, oltre che regionale. Fatta questa doverosa premessa, dobbiamo registrare l'intervento dell'ex sindaco Luigi De Magistris.

"Purtroppo le nostre grida d'aiuto in questi anni non le ha volute ascoltare mai nessuno - scrive in un post su Facebook - o meglio, nessuno che contasse. Ci hanno messo nell'angolo, ci hanno riempito di promesse e alla fine si sono girati dall'altra parte, nessuno ha mai davvero tenuto a cuore la città di Napoli e i napoletani. Si sono scoperti appassionati soltanto durante la campagna elettorale promettendo patti, fiumi di denaro e bacchette magiche". È un duro j'accuse quello dell'ex primo cittadino di Napoli, che punta il dito contro tutti quelli che hanno fatto promesse, rimaste però tali. Però forse sarebbe anche il caso, per onestà intellettuale, che qualche responsabilità De Magistris se l'assumesse, se non altro per aver promesso mari e monti quando era evidente che non avrebbe potuto fare più di tanto. Invece la colpa è solo degli altri.

"Se si prendono in esame i servizi, l'ambiente e il lavoro - prosegue De Magistris - è chiaro che abbiamo molte difficoltà e non scopriamo nulla di nuovo. Le nostre battaglie sul debito e sulla mancanza di risorse economiche hanno sapore antico e sono senz'altro il motivo principale di queste carenze. Con un Comune in predissesto, assenza di personale (meno della metà della Giunta Iervolino) il più delle volte non abbiamo potuto far altro che rincorrere l'emergenza. In questa condizione, come avremmo fatto a garantire tutto ciò che una metropoli deve garantire? La scoperta dell'acqua calda. Rispetto alla difficoltà occupazionale e ad una diffusa povertà poi, bisogna ringraziare l'assenza di forti politiche industriali per il Mezzogiorno (pensiamo al drammatico caso Whirlpool) e ad una mancanza di investimenti strategici".

De Magistris raggiunge il top nella chiusura del suo intervento: "In ogni caso io non ho mai dato troppo peso a queste statistiche, perché non valutano molti altri aspetti che, al contrario, rendono la nostra città una città speciale. La qualità della vita è data anche dalla vitalità e dall'energia che un luogo sprigiona, dalla cultura, dalla bellezza paesaggistica e naturale, dal costo della vita e dalle persone, da cose semplici. Perché non vengono considerati tutti questi aspetti? Napoli per me è e continua ad essere la città più bella del mondo - conclude l'ex sindaco - e non la cambierei mai con nessun'altra".

De Magistris su un punto ha ragione, i fattori di cui bisogna tenere conto sono tanti, non solo quelli presi in esame per stilare la classifica oggetto della discussione. Energia, cultura, bellezza, vitalità, e potremmo aggiungere tante altre cose. Ma che c'entra tutto questo? Le gravi mancanze che hanno relegato Napoli al penultimo posto sono vere o no? Non sarebbe giusto che i cittadini napoletani avessero servizi degni di un paese civile, come tutte le città italiane? Ammettere di avere fallito, ovviamente non solo per colpa sua, non sarebbe giusto nei confronti dei propri concittadini?
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » gio nov 18, 2021 3:26 am

Concorsi truccati, falsificavano anche i certificati dei tamponi degli aspiranti poliziotti. 14 arresti tra militari e agenti
17 novembre 2021

https://www.open.online/2021/11/17/napo ... -esercito/

Per diventare carabiniere o poliziotto avrebbero pagato mazzette sperando di passare il concorso in modo più facile. Sono 14 le misure cautelari emesse dalla gip Federica Colucci, tutte persone indagate per corruzione nell’indagine della procura di Napoli che ha già portato in carcere due agenti della Penitenziaria, Errico Spena e Maurizio Russo, assistente capo Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Secondo la procura, in diverse occasioni tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021, chi partecipava a concorsi per Forze Armate, Esercito, Carabinieri e Aeronautica militare, oltre che nella polizia penitenziaria, avrebbe goduto di un trattamento di favore soprattutto per superare le prove psico-attitudinali. I due agenti della Penitenziaria arrestati avrebbero intascato fino a 8 mila euro da ogni candidato che sperava di passare il concorso.

Secondo la procura, i due potevano godere di una vasta rete di contatti, complici che li hanno aiutati a truccare materialmente i concorsi. Oltre a loro due, sono stati arrestati Gennaro Fatone, che faceva il vigile urbano a Caivano in provincia di Napoli, Giorgio Spina, caporal maggiore dell’Esercito nella caserma di Maddaloni nel Casertano. La procura li indica come gli intermediari del sistema di corruzione messo in piedi sui concorsi. A loro sono stati concessi gli arresti domiciliari.

Non solo: come segno dei nostri tempi, risulta essere stato più volte falsificato il necessario attestato di negatività al Covid-19 di una candidata proprio per permetterle di partecipare ai corsi di formazione per allievi agenti della Polizia Penitenziaria. Le persone ritenute coinvolte nella realizzazione del falso attestato sono ora ai domiciliari: l’amministratore di una società di igiene e sicurezza sul lavoro, Alessio Iannillo, 32 anni, l’ex agente della Penitenziaria Maurizio Russo, 29 anni, insieme alla candidata 29enne.
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » lun gen 10, 2022 10:53 pm

Corruzione alla Corte d'Appello di Catanzaro, Manna sospeso per un anno dalla professione forense
Lunedì, 10 Gennaio 2022

https://ildispaccio.it/primo-piano-2/29 ... ne-forense

Il Tribunale del Riesame di Salerno ha disposto il divieto di esercitare la professione forense per 12 mesi, sospendendo la misura in attesa del definitivo pronunciamento della Corte di Cassazione, per Marcello Manna, avvocato e sindaco di Rende (Cosenza) e presidente di Anci Calabria. La Procura di Salerno, il 5 maggio scorso, aveva chiesto l'arresto di Manna ma il gip, a settembre, aveva respinto la richiesta per difetto di esigenze cautelari. I magistrati campani hanno quindi fatto ricorso al Riesame che oggi ha deciso.

Manna è indagato dalla Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli, con l'accusa di corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso. Secondo l'accusa, il 30 maggio 2019 avrebbe consegnato a Marco Petrini, giudice ora sospeso della Corte d'Appello di Catanzaro, la somma di 5.000 euro in contanti all'interno una busta da lettere contenuta in una cartellina da studio, data al giudice nel suo ufficio. In cambio Petrini avrebbe alterato "la dialettica processuale inquinando, metodologicamente, l'iter decisionale della Corte d'Assise d'Appello da lui presieduta" emettendo una sentenza di assoluzione nei confronti dell'imputato Francesco Patitucci, difeso da Manna, già condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 30 anni di reclusione per concorso nell'omicidio di Luca Bruni avvenuto a Castrolibero il 3 gennaio 2012.

La sentenza d'appello che assolve Patitucci, emessa il 4 dicembre 2019 sarebbe, secondo l'accusa, "contaminata in radice dagli eventi corruttivi". Allo stesso tempo Manna avrebbe accettato la promessa, sollecitata dallo stesso Petrini, di un'ulteriore utilità a favore di un giovane regista di Lamezia Terme, cugino della moglie di Petrini, presso Giuseppe Citrigno, presidente della Calabria Film Commission. Di mezzo c'era l'attribuzione di un contributo, stabilito dal bando di gennaio 2019, "per l'attrazione e il sostegno di produzioni audiovisive e cinematografiche nazionali e internazionali nel territorio della Regione Calabria". Il regista ha ottenuto un contributo di 175mila euro a seguito di stipula della convenzione avvenuta in data uno ottobre 2019.
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » mar gen 11, 2022 8:13 am

Carissima Silvia
di Valter Vecellio, in ricordo di Silvia Tortora, giornalista e scrittrice scomparsa all’età di 59 anni

10 gennaio 2022

https://www.facebook.com/noipoliziottip ... 9538254561

ancora una volta, non ti sei smentita: discreta e rigorosa, in vita; e anche ora: è sempre stata la tua cifra. Anche tu, come tua sorella Gaia, al pari di Enzo, avete vissuto e patito quella “bomba” che il 17 giugno del 1983 magistrati, falsi collaboratori di giustizia e giornalisti vi hanno fatto scoppiare “dentro”.
Quanto devono averti pesato, ed esserti costate, quelle infondate, false accuse: spaccio, detenzione, uso di sostanze stupefacenti, affiliazione alla camorra, perfino l’essersi appropriato di fondi da destinare ai terremotati. Quel lungo calvario che ha portato Enzo a prematura morte. Uno dei momenti più oscuri e melmosi dell’Italia di questi anni; ancora oggi si fatica a crederci.
Enzo era una persona perbene; come è potuto accadere che lo si sia voluto impigliare in quel mostruoso errore giudiziario? Te lo sarai chiesto mille volte. Come ha potuto il pubblico ministero Diego Marmo definirlo “cinico mercante di morte”? Come ha potuto affermare: “Ma lo sapete voi che più cercavamo le prove della sua innocenza, e più trovavamo quelle della sua colpevolezza?”. Come hanno potuto credere a Giovanni Pandico, un camorrista schizofrenico, sedicente braccio destro di Raffaele Cutolo: lo ascoltano diciotto volte, solo al quinto interrogatorio si ricorda che Tortora è un camorrista? Dare patente di credibilità a Pasquale Barra ’o animale, un tipo che in carcere uccide il gangster Francis Turatello e ne mangia l’intestino? E non solo Tortora. Il famoso “venerdì nero della camorra”, 850 mandati di cattura, si traduce, nella realtà, in decine di arrestati colpevoli di omonimia, di errori di persona. Nel solo processo di primo grado gli assolti sono ben 104.

Ricordo bene quella “telegrafica” intervista che mi hai rilasciato per il Tg2 e che l’allora direttore Clemente Mimun volle trasmettere in più edizioni. Un documento che ancora oggi mi mette i brividi:
Quando suo padre fu arrestato, oltre alle dichiarazioni di Panico e Barra cosa c’era?
“Nulla”.
Suo padre è mai stato pedinato, per accertare se davvero era uno spacciatore, un camorrista?
“No, mai”.
Intercettazioni telefoniche?
“Nessuna”.
Ispezioni patrimoniali, bancarie?
“Nessuna”.
Si è mai verificato a chi appartenevano i numeri di telefono trovati su agende di camorristi e si diceva fossero di suo padre?
“Lo ha fatto, dopo anni, la difesa di mio padre. È risultato che erano di altri”.
Suo padre è stato definito cinico mercante di morte. Su che prove?
“Nessuna”.
Suo padre è stato accusato di essersi appropriato di fondi destinati ai terremotati dell’Irpinia. Su che prove?
“Nessuna. Chi lo ha scritto è stato poi condannato”.
Qualcuno le ha mai chiesto scusa per quello che è accaduto?
“No”.
Nessuno dei “pentiti” che ha accusato Enzo è stato chiamato a rispondere delle sue calunnie. I magistrati dell’inchiesta hanno tutti fatto carriera. Enzo da quella vicenda non si è mai completamente ripreso. Stroncato da un tumore ha voluto essere sepolto con una copia della “Storia della colonna infame”, di Alessandro Manzoni. Sulla sua tomba un’epigrafe, dettata da Leonardo Sciascia: “Che non sia un’illusione”.
Cara Silvia, che la terra ti sia lieve.


Alberto Pento
Cose da non credere! E i magistrati dell'inchiesta criminale hanno fatto carriera!
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Re: Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » sab feb 19, 2022 10:46 pm

La truffa sui bonus edilizi di Roma travolge anche Foggia: maxi sequestro da un miliardo e 250mila euro
24 dicembre 2021

https://www.foggiatoday.it/cronaca/truf ... oggia.html

Scoperta truffa sui bonus edilizi a Roma, coinvolte società con sede nel Foggiano. E' quanto scoperto dalla guardia di finanza, che ha eseguito un maxi sequestro da 1miliardo e 250mila euro, su disposizione della procura di Roma, in relazione a crediti derivanti da bonus fiscali in materia edilizia.

Si tratta di due distinti provvedimenti di sequestro d'urgenza, disposti dal procuratore Michele Prestipino e dall'aggiunto Stefano Pesci, il primo di 1.017.680.552 euro e l'altro di 234.331.107 euro. Sono otto gli indagati, le società finite nell'indagine hanno sede in gran parte a Roma, altre in Puglia, nel foggiano. In entrambi i casi si tratta di ipotesi fraudolente segnalate dall'agenzia delle entrate a partire dalle analisi effettuate mediante le banche dati e poi oggetto di approfondimenti da parte della gdf.

Sulla base degli elementi raccolti, le due frodi, sono del tutto indipendenti tra loro. Come riporta RomaToday, gli indagati, mediante "una serie di operazioni fittizie orchestrate sin dall'inizio e in modo pianificato, avrebbero creato i presupposti per la comunicazione all'agenzia delle entrate di crediti di imposta inesistenti che, contestualmente, venivano ceduti alle società o ad altre collegate" create ad hoc. Crediti che venivano poi a loro volta ripetutamente ceduti a terzi "per essere infine monetizzati mediante l'ulteriore cessione a taluni dei 'grandi acquirenti' che operano in questo mercato (poste italiane, cassa depositi e prestiti, ecc)".

"L'entità veramente ingente dei crediti messi in circolazione - si riporta nella nota della procura - mediante le due ipotizzate frodi e attualmente suscettibili di essere ulteriormente commercializzati ha imposto di adottare il provvedimento di sequestro in via di urgenza, anche in considerazione delle modalità particolarmente semplificate previste dalla legge per la negoziazione dei crediti fiscali in materia edilizia che determina una velocissima circolazione degli stessi".

"Naturalmente le indagini proseguiranno per raccogliere ulteriori elementi di prova e per identificare tutti gli autori degli illeciti ipotizzati; tali indagini verranno effettuate anche in collaborazione con altri uffici di procura, competenti per parte dei fatti emersi", spiegano i magistrati.



Truffa Superbonus 110, intercettazioni: così hanno rubato 4 miliardi allo Stato
Fiorenza Sarzanini
13 feb 2022

https://www.corriere.it/economia/casa/2 ... c3bd.shtml

Superbonus, truffa e intercettazioni: così i milioni di euro rubati diventavano «panzerotti»

Inchieste aperte in 12 città, centinaia di imprenditori indagati o finiti agli arresti. Si moltiplicano le indagini avviate dalla Guardia di Finanza per verificare la regolarità delle procedure che hanno determinato la cessione dei crediti di imposta per i bonus edilizi. E le intercettazioni ambientali e telefoniche delle persone finite sotto inchiesta svelano il meccanismo utilizzato per frodare allo Stato miliardi di euro. Sono 4 miliardi e 400 milioni i soldi già usciti dalle casse pubbliche senza giustificativo, ma molte altre truffe potrebbero essere scoperte grazie alle verifiche avviate dagli investigatori.
«Mi servono società al macero»

«Mi servono società al macero, anzi meglio che siano al macero», chiedeva al telefono un imprenditore che grazie alla complicità di una cinquantina di persone, compresi alcuni commercialisti, ha incassato centinaia di milioni già trasferiti a Cipro, Malta e Madeira. Sono stati i magistrati della Procura di Rimini a scoprirli. L’inchiesta si è allargata a Emilia-Romagna, Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto.

I 4 passi della truffa

Il sistema era organizzato in quattro fasi, così ricostruito dalla Guardia di Finanza:
1) tramite professionisti compiacenti, l’organizzazione si occupava di reperire società attive in grave difficoltà economica o ormai decotte, utili alla creazione degli indebiti crediti d’imposta;
2) sostituiva il rappresentante di diritto di tali società con un prestanome, da cui ottenere le credenziali per poter inserire le comunicazioni di cessioni crediti nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, così da avere uno schermo in caso di futuri accertamenti;
3) inseriva le comunicazioni dichiarando di aver pagato canoni di locazione superiori agli effettivi (persino oltre il 260mila %) o effettuato lavori edili mai iniziati, così da generare crediti di imposta non spettanti;
4) cedeva i crediti d’imposta a società compiacenti e dopo il secondo passaggio a società terze inconsapevoli, così da rendere più difficile la ricostruzione.
In una conversazione i due responsabili delle società si accordano dopo aver trovato un prestanome per farsi accreditare i soldi che nei colloqui diventano «i panzerotti»:

Uomo: «Dai, abbiamo risolto, mercoledì c’ha il conto dell’Associazione e siamo a posto! Poi ho preso le credenziali sue per la Posta, quindi abbiamo anche la piattaforma».
Uomo: «Ah, ok ok»
Uomo: «Poi ho aperto io il bancoposta, quindi poi ti diverti pure con me!... Ha chiamato e stanno facendo in questo momento, ci mandano le contabili per tre, quattrocento... e quindi martedì li vado a prendere»
Uomo: «Poi insomma tutto a catena mo’! L’unico che si deve mettere a posto è sabatino con le cessioni del credito, però ho già i conti correnti, c’ho già tutto. Lunedì li porterò con calma al signor Pino in visione e faremo le cessioni, poi te lo gestisci, gestisci tu le carte della cessione...»

Qualche giorno dopo i soldi sono accreditati:

«Oggi me ne hanno chiesto altri di crediti di imposta per 8/9 milioni, non tutti in una volta».
«Lo facciamo in una mangiata di panzerotti, noi lavorando lavorando, panzerotti, panzerotti, abbiamo finito insieme. Non hanno problemi tanto che il titolare dell'impresa assicura: «Tramite le 7 società che ho preso in tutto il nord, lo sai quante ne possiamo creare? Lo sai quante ne vogliono? Questa associazione qua 29 milioni siamo arrivati». In realtà i milioni sono quasi 400mila. E loro esultano: «Lo Stato italiano è pazzesco... è una cosa, vogliono essere inc... praticamente».

«Moltiplichiamo le parcelle»

Gli appalti sono fasulli, al telefono gli indagati lo dicono chiaramente: i crediti «sono tutti generati su fabbricati e condomini, sono tutti condomini che si fa presto perché si moltiplicano le parcelle velocemente, fai presto...».

E il capo dice: «A me fanno impressione quelli che andiamo a fare adesso, quelli si mi fanno un po’ impressione da gestire... gli incassi da gestire... i bonus...trenta milioni sarebbe da pazzi. Sarebbe come dire all’Agenzia delle Entrate o alla Guardia di Finanza “veniteli a prendere”
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Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » mer giu 08, 2022 7:23 am

Concorsi truccati all’università, coinvolta anche la figlia di un deputato Pd
Guido Scarpino
22 aprile 2022

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1650645298

Un terremoto giudiziario scuote l’università “Mediterranea” di Reggio Calabria, dove il rettore Santo Marcello Zimbone, il pro rettore vicario Pasquale Catanoso e cinque docenti hanno ricevuto misure personali interdittive, nell’ambito di una inchiesta della Guardia di finanza che coinvolge complessivamente 52 persone, indagate a vario titolo per concorsi truccati, utilizzo illecito delle risorse pubbliche, illeciti nella scelta del contraente nelle procedure di gara volte all’aggiudicazione degli appalti di lavori.

L’inchiesta “Magnifica” coinvolge anche la figlia della deputata Pd Enza Bruno Bossio e di suo marito, l’ex vice presidente regionale Nicola Adamo. La donna, Rita Elvira Adamo, è accusata di abuso d’ufficio perché, secondo la Procura, dopo la segnalazione di Pasquale Catanoso (interdetto per 12 mesi), si è classificata “dapprima al nono posto senza borsa” e poi, a seguito della rinuncia di una candidata, “all’ottavo posto con borsa di studio dell’ateneo” nella selezione per il dottorato di ricerca in “Architettura e Territorio”. “In riferimento alla Adamo – si legge nella ordinanza – dalle intercettazioni è emerso come sia stato direttamente il Catanoso a segnalarla alla commissione e in particolare a parlare con il professore Amaro (ex direttore del dipartimento, ndr), affinché fosse adottato un rimedio al problema della mancata allegazione, da parte della candidata, di una documentazione necessaria alla domanda di partecipazione. Il rettore lo esorta a trovare una soluzione che non appaia all’esterno come un favoritismo”.

La conversazione registrata dalle fiamme gialle, intercorsa tra Catanoso e Ottavio Salvatore Amaro, risale al 10 settembre 2018. Amaro, in particolare, è professore associato del dipartimento di architettura, nonché ex direttore generale dell’ateneo e già sindaco di Melicucco per il Pd che lo ha candidato capolista per il senato nel 2018.

Nel corso del dialogo i due indagati commentano che la mancata allegazione della documentazione della Adamo sia dipesa dalla dimenticanza del padre della candidata, il rettore ritiene che possa porvi rimedio o con una integrazione o con l’adozione di un provvedimento dello stesso Catanoso, poi aggiunge che trattandosi della figlia del politico Adamo la stessa vincerà sicuramente la selezione: Amaro precisa, poi, di avere un rapporto di conoscenza con il padre della candidata (dello stesso suo partito) e puntualizza di non volere fare nulla che dia adito a dubbi sulla sua imparzialità. Rita Adamo fa anche parte del gruppo di ricerca del laboratorio “Landscape in Progress” del medesimo ateneo: i responsabili del centro risultano essere proprio Amaro e sua moglie (anch’essa indagata).

Altre intercettazioni richiamano l’interesse del rettore Catanoso e di Amaro nei confronti della figlia di Adamo. Lo stesso Amaro parlando con un altro indagato la descrive come una studentessa laureatasi a Londra, in merito alla cui preparazione scientifica non ha notizie, ma è figlia di un deputato”. «Debbo dire - spiega - che lei ha grandi contatti, ha fatto questa mostra sul periodo anni 60 a Rome e con il Ministero perchè è molto potente: è la figlia di Nicola Adamo, il deputato”.

L’inchiesta fa luce su quanto accaduto all’università Mediterranea dal 2014 al 2020. Cinquantadue sono gli indagati, otto misure interdittive (sei professori ordinari); due dipendenti dell’area amministrativa, Alessandro Taverriti e Rosario Russo. Coinvolti anche Adolfo Santini, del direttore del Dipartimento di giurisprudenza, economia e scienze umane Massimiliano Ferrara e il professore associato dello stesso dipartimento di giurisprudenza Antonino Mazza Laboccetta.

Tra i reati contestati: associazione a delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e persino di associazione a delinquere.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Reggio Calabria e sono scaturita dalla denuncia di una aspirante ricercatrice tagliata fuori dalla selezione pubblica per agevolare gli “amici”.

Oltre ai concorsi truccati, sarebbero stati accertati anche regali agli amici con le carte di credito dell’Università e viaggi privati, nonché ulteriori molteplici irregolarità: gestione autovetture di servizio, utilizzate ai fini privati, nonché appalti dei lavori edili di manutenzione dei locali universitari assegnati in assenza di apposite procedure di gara e sulla base di false prospettazioni della realtà fattuale. E, infine, trasferte verso Parigi e Roma non giustificate da impegni ufficiali, pranzi e cene di piacere, nonché l’acquisto di biglietti ferroviari e spostamenti in taxi per i congiunti.
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Il sud della penisola italica - i meridionali

Messaggioda Berto » mer giu 08, 2022 7:23 am

Roma - il mito tra il vero e il falso
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 111&t=2355
https://www.facebook.com/groups/romailm ... roeilfalso


Roma, mutilavano i corpi al cimitero di Prima Porta e chiedevano 300 euro ai parenti: 13 seppellitori Ama a processo
Francesca De Martino
8 giugno 2022

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/p ... 39353.html

Su richiesta di alcuni operai delle ditte di onoranze funebri avrebbero estratto almeno tre salme dai loculi del cimitero di Prima Porta e, con tanto di arnesi alla mano, le avrebbero sezionate e ridotte in pezzi. Poi avrebbero chiesto ai parenti dei defunti del denaro, dai 50 ai 300 euro, per procedere a una «idonea estumulazione». Ma, per la Procura, quella procedura era tutt'altro che in regola. Per questi fatti, 13 dipendenti Ama e tre impiegati di tre diverse agenzie funebri sono finiti a processo davanti al Tribunale monocratico di Roma. Il pm Andrea Beccia contesta agli imputati i reati di vilipendio di cadavere e truffa in concorso.


ARMATI DI COLTELLI
Il primo caso contestato dalla Procura risale al 27 gennaio del 2020. Un addetto di un'agenzia funebre avrebbe dato l'ordine a sei dipendenti Ama di «mutilare» il cadavere di un defunto, custodito nel loculo di una cappella del cimitero di Prima Porta. Gli impiegati della municipalizzata si sarebbero dati da fare e, con tanto di coltelli e attrezzi alla mano, avrebbero ridotto in brandelli la salma. Una volta fatto a pezzi il corpo del defunto, avrebbero contattato una sua parente avanzando la richiesta di pagamento di 300 euro, spiegando che erano necessari al trasferimento dei resti in una cassetta più piccola e alla lucidatura della lapide. Ma per la Procura è stata una vera e propria farsa. Gli imputati «avrebbero fatto credere alla persona offesa che questa somma aggiuntiva si legge nel capo d'imputazione - era necessaria per procedere alla legittima attività di estumulazione della salma», mentre in realtà si sarebbero accaniti nel distruggere i cadaveri «per riporre poi i resti nella cassetta ossea».


LE IMMAGINI DELLO SCEMPIO
Alcuni degli imputati avrebbero messo in scena lo stesso copione il 22 e il 30 gennaio 2020, prima chiedendo 300 euro a un familiare di un defunto e poi 50 a un altro.

Tutto il sistema è stato smascherato dalle immagini delle telecamere piazzate dai carabinieri del nucleo radiomobile nel cimitero Flaminio. Nascoste tra i vasi di fiori dei loculi, hanno ripreso lo scempio: i dipendenti dell'Ama, con tanto di divisa arancione, si disponevano intorno alla salma e iniziavano ad accanirsi su quest'ultima per fare a pezzi le ossa. Il cadavere veniva sezionato e tagliato con un coltello, i resti buttati nell'ossario comune. Il tutto per un solo obiettivo: arrotondare lo stipendio.
La prossima udienza, in cui si inizieranno a sentire i primi testimoni, è fissata a ottobre.
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