Un tricolore di 1797 metrihttp://www.raixevenete.com/29-maggio-ce ... sano-lo-faC’è un che di surreale in ciò che accade a Bassano il prossimo 29 maggio: un tricolore di 1797 metri (il numero non è casuale) sfilerà in nome della pace. L’utilizzo inconsapevole di simbologie di guerra per celebrare il proprio contrario rende infatti la manifestazione una triste evidenza di ignoranza dal punto di vista storico. E di indelicatezza, dal punto di vista diplomatico.1797-1915_raixe venete
Sì, perché celebrare la pace con una metratura precisa che ricorda l’anno in cui Bassano e tutto il Veneto fu massacrato dai francesi è quantomeno discutibile. La Repubblica di San Marco, sotto la quale Bassano prosperò per secoli dal 1404 e alla quale deve gran parte della sua bellezza e vivacità commerciale e artistica (pensiamo ai Remondini o ai Da Ponte) veniva colpita a morte da Bonaparte, il quale si era ripromesso senza mezzi termini di “essere un Attila per lo Stato veneto”.
E Bassano fu travolta da quest’orda barbara. Tanto per rimanere in città, il 14 maggio del 1797 Palazzo Pretorio veniva dato alle fiamme e l’Abate Giovanni Sale lo ricorda con queste parole «al cui splendore ballando e cantando gli allegri francesi insultavano coi loro bagordi e tripudi i nostri pianti e affanni» (Storia di Bassano vol III). E basterebbe aver letto le Cronache del Brentari per inorridire davanti alla violenza delle truppe napoleoniche che misero a ferro e fuoco il bassanese per mesi, rubando e uccidendo cittadini, oltraggiando le chiese fino a ungersi gli stivali con l’olio santo della chiesa di San Donato (Battaglia di Bassano)
Insomma, nel 1797 qui a Bassano e in tutto il Veneto si moriva di guerra!
E pazienza se in Emilia Romagna quel numero significa altro: i Veneti dovrebbero rispettare se stessi, rispettando prima di tutto la propria storia.
Inoltre, a cento anni da uno dei conflitti più dolorosi che l’Europa ha conosciuto, ci si aspetterebbe maggior delicatezza per i morti di tutte le nazioni. Ostentare in maniera infantile chilometri di tricolore, che ricordiamo fu tra gli stati aggressori (!!) attaccando guerra all’Austria e iniziando di fatto il massacro che insanguinò i nostri monti, è indelicato nei confronti delle migliaia di vittime di tutte le nazionalità e un affronto alla verità storica. Persino il Sacrario del Monte Grappa ci ricorda che lì non vinse nessuno, ma persero tutti.
Sfilare allegramente con la bandiera di chi ha iniziato la guerra non è celebrare la pace: è rimarcare (sgarbatamente) chi ha vinto.
Meglio sarebbe stato sfilare con un drappo, quello sì lungo chilometri, con i nomi di tutti i 22.910 sepolti sul Grappa, tra cui si contano migliaia tra austriaci ungheresi, sardi, veneti, friulani…e così via in un terribile rosario di sangue.
La storia sarebbe maestra di vita. Ma non lo può essere se non la si conosce e l’Amministrazione di Bassano dimostra quanto poco è consapevole della propria.
La leadership si fonda su un’identità forte e chiara: sarà anche per questo che Bassano non riesce ad esserlo nemmeno nel suo territorio.
Ilaria Brunelli
Una delle prime attestazioni del tricolore italiano. Nel 1796 è usato come vessillo militare della napoleonica legione lombarda con il motto «Subordinazione Alle Leggi Militari». http://www.raixevenete.com/12583-2La famigerata Legione, si macchiò di tanti orrori, debuttando proprio da noi, che persino Napoleone ne ebbe imbarazzo e decise di scioglierla. Dopo vari eccidi di migliaia di Insorgenti in meridione .
Ed eccovi la storia del tricolore che qualche veneto sprovveduto porterà in corteo a Bassano: una sequela di guerre di aggressione da quando nacque. Ma non si può dire nei mass media, pare non stia bene e non sia gradito a chi comanda il Titanic italiano.
Michele Brunelli
1797 METRI DI TRICOLORE. Perché la bandiera verde-bianca-rossa viene adottata per la prima volta come bandiera di Stato il 7/1/1797 dalla Repubblica Cispadana creata da Napoleone con l’invasione di Modena, Reggio, Ferrara e Bologna. Allora i colori erano a righe orizzontali. Il tricolore a bande verticali era invece usato come vessillo di guerra dalla Legione Lombarda nella vicina Repubblica Transpadana, anch’essa creata da Napoleone. La bandiera a righe verticali la ritroviamo successivamente nella Repubblica Cisalpina fondata da Napoleone nel 1797. Con forme diverse, il tricolore verde-bianco-rosso viene poi usato nella Prima Repubblica Italiana (presidente Napoleone) e nel Regno d’Italia del 1805 (Re Napoleone). Viene poi adottato dai Savoia nel 1848 e lo ritroviamo con diverse varianti in diverse città. Ogni Stato della penisola adotta un proprio tricolore, tanto che durante l’invasione piemontese delle Due Sicilie il tricolore borbonico e il tricolore savoia si trovano su posizioni avversarie. Come bandiera propriamente italiana, il tricolore in stile “militare” a righe verticali lo ritroviamo poi nel Regno d’Italia del 1861 dopo l’invasione e l’annessione delle Due Sicilie. Ed ancora il tricolore accompagna le truppe italiane nella conquista dello Stato Pontificio (1870), del Veneto e Friuli (1866), del Tirolo (1915-18), dell’Etiopia (1935), dell’Albania (1939), della Grecia (1940).
DIVERSAMENTE DA QUANTO SI PUÒ PENSARE, i 1797 metri non c’entrano con la caduta della Serenissima. Quando in gennaio 1797 la Repubblica Cispadana adotta il tricolore, lo Stato veneto è ancora nella sua secolare estensione.
Il nostro Stato cade alcuni mesi dopo quando, sotto la pressione delle baionette francesi, si scioglie la rete di trattati bilaterali fra le città di terraferma e Venezia.
Mentre nasce la Repubblica Cisalpina, le città venete di terraferma si riuniscono proprio qui a Bassano nel Congresso di Bassano che con la successiva aggiunta dei rappresentanti di Venezia sfocerà nel Congresso Nazionale Veneto di ottobre 1797.
Ma arriva il trattato di Campoformio e ‘sciao’, finiamo sotto l’aquila: inizia una lunga epoca di guerre periodiche con le quali Italia ed Austria si contendono il controllo del Veneto, del Friuli e del Tirolo (conclusesi nel 1918). Come bandiera ufficiale, il tricolore arriva da noi presumibilmente con le baionette francesi nel 1805 quando veniamo annessi al Regno d’Italia di Napoleone. Dopodiché veniamo riannessi all’Austria. Nel 1848 la rinata Repubblica Veneta di Manin adotta un tricolore con il leone in alto a sinistra. Si alleerà solo successivamente e inutilmente con i Savoia che non portano aiuto. Così torna l’esercito austriaco. Il tricolore italiano torna infine da noi nel 1866 con le truppe del Regno d’Italia: il 16 ottobre gli Italiani entrano a Verona e il 19 (prima del voto), il tricolore è issato a Venezia.
http://www.storiadibassano.it/bassano-d ... ssano.htmlÈ l’avvenimento più significatvo del periodo in cui operò la seconda Municipalità, anche se essa non ne venne coinvolta che marginalmente. Esso ebbe quasi certamente inizio il 26 luglio 1797 in una sede ignota, dalla quale fu trasferito il giorno dopo nella bellissima villa cà Rezzonico[36] (fig.8).
Vi parteciperanno delegazioni dei Governi centrali del Coneglianese, del Vicentino, del Padovano, del Veronese e del Bellunese. Il Congresso si aprì alla chetichella, senza molta pubblicità, e si svolse in tono minore rispetto al previsto. Tuttavia fu un fatto rilevante, essendo l’epilogo di tutto il movimento politico precedente, che mirava all’unione dello Stato veneto alla Repubblica Cisalpina. Il presidente, generale Berthier, si adoperò in vari modi per boicottare i lavori del Congresso, facendolo, ad esempio, chiudere anticipatamente. Sembra che la scelta di Bassano come sede non fosse casuale, ma dettata da un preciso disegno politico: la località era una piccola città di provincia nella quale si respirava aria di moderazione e risultava perciò molto adatta, secondo gli intendimenti dei Francesi, a questo tipo di assise. In relazione al Congresso la seconda Municipalità, per ordine dei Francesi, dovette erigere l’albero della libertà a Bassano. Si trattava di un simbolo politico, testimone del ritorno alla libertà, dopo il periodo della tirannide, secondo l’opinione degli occupanti. Per la maggior parte dei Bassanesi, però, durante i sei mesi in cui rimase in piazza, fu una testimonianza che non bastava parlare di libertà o erigere un albero per essere veramente liberi. Quando il 10 gennaio 1798, poco prima dell’arrivo delle truppe austriache, essi, quasi di nascosto, lo abbatteranno e bruceranno, proveranno il sollievo per la fine di quell’”esperienza democratica” che, nata nel segno della speranza, era miseramente naufragata.
https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_RezzonicoDurante la campagna d'Italia in questa villa venne ospitato Napoleone Bonaparte e nel 1797 si svolse il Congresso di Bassano, che rappresentò un tentativo di aggregare il Veneto alla Repubblica Cisalpina.