Orori taƚiani e vitime del stado taƚian

Re: Orori taƚiani e vitime del stado taƚian

Messaggioda Berto » dom ott 09, 2016 8:04 am

Stefano Cucchi, motivazioni assoluzione medici: “Morte per inanizione. Non si sarebbe salvato”. Ilaria: “Indignata”
Per i giudici i camici bianchi "hanno colposamente omesso di diagnosticare la sindrome da inanizione" ma "appare logicamente poco probabile che Cucchi si sarebbe salvato". Gli imputati per omicidio colposo erano Aldo Fierro, il primario, e i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo
7 ottobre 2016
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10 ... to/3081634

La nuova assoluzione, nel processo d’appello bis, per i medici dell’ospedale Pertini di Roma era arrivata il 18 luglio 2016. Nessuna responsabilità per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato nella capitale nell’ottobre 2009 e morto una settimana dopo in ospedale. Per i giudici i camici bianchi dovevano capire, ma comunque il paziente avrebbe smesso di vivere: “Hanno colposamente omesso di diagnosticare la sindrome da inanizione” ma “appare logicamente poco probabile che Cucchi si sarebbe salvato”. Questo perché Cucchi non solo era denutrito, ma soffriva di celiachia, epilessia ed era tossicodipendente. Gli imputati per omicidio colposo erano Aldo Fierro, il primario, e i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. L’ospedale Pertini, nell’ottobre del 2013, risarcì la famiglia.

I motivi dell’assoluzione vengono duramente criticati da Ilaria Cucchi: “Come sorella di Stefano e come cittadina sono indignata e amareggiata per un processo che normale non è. Mi rivolgo al presidente di Anm e al Csm per sapere se considerano fisiologico l’andamento processuale sulla morte di Stefano. E se tutto questo sarebbe ugualmente accaduto se non gli fosse stata tolta la vita quando era nelle mani dello Stato”.

I giudici: “Malnutrizione, unita alle altre patologie”
Per i giudici del processo di appello bis “è possibile individuare la causa della morte nella sindrome da inanizione“. Ovvero uno stato di decadimento generale, di deperimento organico come effetto della mancanza o della insufficienza di alimentazione. Una morte, scrivono i giudici nelle motivazioni del verdetto, “causata da un’insufficiente alimentazione e idratazione iniziata prima dell’arresto alla quale devono aggiungersi le patologie da cui era affetto (epilessia, tossicodipendenza e riferito morbo celiaco), lo stress per i dolori delle lesioni lombo-sacrali e un ‘quasi’ digiuno di protesta”. Solo tre giorni fa i periti del giudice di Roma, nell’ambito della nuova inchiesta che vede indagati cinque carabinieri, avevano ipotizzato che l’epilessia fosse l’ipotesi più attendibile per il decesso.

Tutti questi elementi concomitanti per i giudici “hanno contribuito ad aggravare lo stato di deperimento organico in cui il paziente già si trovava a causa della grave denutrizione da cui era affetto”. Dunque per i giudici dell’appello bis è l’alterazione dei processi metabolici, determinati dall’inanizione, “la causa prima della morte di Cucchi che, producendo il deterioramento e la morte delle cellule, ha innescato quella che i periti hanno definito la causa ultima dell’exitus, che può essere dipesa sia da motivi cardiaci, come sostenuto dai consulenti del pm, sia da problemi neurologici, come sostenuto dai consulenti delle parti civili”. Secondo i magistrati “tale ricostruzione dei fatti è l’unica che consente di spiegare la costellazione di segni e di sintomi che il paziente presentava”.

Il legale della madre: “Situazione paradossale”
I medici “avrebbero dovuto pervenire alla diagnosi” di inanizione ma considerato che “la malnutrizione di Cucchi era in stato di avanzato rischio quoad vitam già a settembre 2009″ per i giudici “non vi è un’elevata probabilità logica – scrivono i magistrati nelle motivazioni – che eventuali presidi terapeutici posti in essere in tale data (19 ottobre, giorno del ricovero, ndr) peraltro nel tardo pomeriggio, avrebbero potuto salvare la vita del paziente o ridurre la lesività della malattia”.

“Siamo a una situazione paradossale. A pochi giorni di distanza abbiamo una sentenza che afferma che Cucchi è morto per inanizione, una perizia che invece sostiene che la causa della morte è l’epilessia oppure la vescica neurologica. Quello che è certo è che quello che è avvenuto è legato casualmente alle lesioni subite da Stefano” commenta così l’avvocato Stefano Maccioni, legale della mamma di Stefano.

La storia dei processi: in principio 12 persone indagate
Inizialmente la storia processuale vide l’iniziale iscrizione nel registro degli indagati di 12 persone: sei medici, tre infermieri e tre agenti della penitenziaria. Le accuse andavano a vario titolo dall’abbandono d’incapace all’abuso d’ufficio, dalfavoreggiamento al falso, fino alle lesioni e all’abuso di autorità. La tesi accusatoria fu che Cucchi era stato “pestato”nelle celle del tribunale, in ospedale erano state ignorate le sue richieste e addirittura era stato abbandonato e lasciato morire di fame e sete. Da lì si arrivò a un processo lungo e impegnativo, con decine di consulenze, una maxi-perizia, l’audizione di quasi 150 testimoni. E dopo due anni, il 5 giugno 2013, la sentenza: condanna solo dei medici, ma per omicidio colposo; assoluzione di infermieri e agenti della penitenziaria. Il passaggio successivo fu il processo d’appello, con un’altra verità: medici tutti assolti “perché il fatto non sussiste” con la formula che richiama la vecchia insufficienza di prove.

Ma la storia fu riaperta dalla Cassazione – il 9 marzo 2016 – che decise di cancellare parzialmente quella sentenza, ritenendo non convincenti le motivazioni dell’assoluzione dei cinque medici. Da qui un nuovo processo d’appello, finito in estate appunto con la dichiarazione di innocenza dei camici bianchi. Chiuso questo capitolo si era aperta una nuova inchiesta della Procura di Roma. Nel mirino degli inquirenti i carabinieri che avevano arrestato il geometra. Quel procedimento è in fase preliminare ed è in sede di incidente probatorio che sono state rese note le conclusioni dei periti del giudice che è emerso che “le lesioni non sono correlabili con il decesso, anche se non non è possibile formulare alcuna causa di morte, stante la riscontrata carenza documentale”.








Cucchi morto di epilessia? No, non è così.
5 ottobre 2016

http://www.giallosugiallo.com/news/cucc ... 6544eb01aa

(Roma) – Fortissima l’eco mediatica dopo la diffusione degli esiti della perizia medico legale disposta dal GIP nell’ambito dell’inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi. I lanci di agenzia, infatti, hanno parlato di

“morte improvvisa per epilessia” che non avrebbe “nessun nesso con le lesioni”.

Facilmente immaginabile l’ondata di indignazione che ne è seguita, considerando che già era stato molto forte il moto di rabbia e frustrazione conseguente alla sentenza di assoluzione nei confronti degli agenti carcerari, prima, e dei medici coinvolti, poi. Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Cucchi, non ha mancato di muovere aspre critiche ai giornalisti per come è stata data la notizia:

“In realtà le agenzie hanno sparato quella verità salvo POI chiederci le perizie complete”.

La perizia, infatti, sarebbe in realtà molto complessa ed articolata e, secondo alcuni pareri autorevoli, anche confusionaria e contraddittoria.

Il quesito posto dal giudice al consulente, nello specifico, chiedeva di accertare la natura, l’entità e l’ “effettiva portata” delle lesioni per stabilire se avessero potuto causare la morte del giovane. Nonostante le apparenze, la relazione stilata dal perito Francesco Introna dice molto altro e potrebbe finalmente portare a un processo per omicidio.

Le ipotesi formulate dal perito sono due: la prima una morte per epilessia, ritenuta la più probabile anche se “priva di riscontri oggettivi”; la seconda, invece, come spiega via facebook la stessa Ilaria Cucchi, sorella della vittima:

“riconosce il ruolo del globo vescicale come causa di morte in conseguenza delle fratture”.

Pertanto, l’unica causa di morte accertata sarebbe il “globo vescicale”.

Tuttavia il consulente pare “andare oltre” il suo ruolo scrivendo che i responsabili del pestaggio – che ha procurato a Stefano molteplici fratture alla colonna vertebrale – non ne avrebbero determinato la morte perché sarebbe stato il globo vescicale a causarla. Ergo

“gli unici dati oggettivi scientifici che la perizia riconosce sono: il riconoscimento della duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore”.

Da ciò origina la speranza dei familiari e del loro legale per poter avere “ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale”.

(Diarana Sestilli)
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Re: Orori taƚiani e vitime del stado taƚian

Messaggioda Berto » mer nov 16, 2016 9:20 pm

Tutti condannati per la morte di Franco Mastrogiovanni
Il caso del maestro ricoverato con un Tso e deceduto dopo 87 ore di agonia. Costretto in un letto del reparto psichiatrico di Vallo della Lucania. La corte d'appello ha deciso: medici e infermieri tutti colpevoli
di Giovanni Tizian
15 novembre 2016

http://espresso.repubblica.it/attualita ... o-1.288593

La vertità sulla morte di Franco Mastrogiovanni è sempre più vicina. Poche ore fa i giudici della Corte d'Appello di Salerno hanno emesso il verdetto di secondo grado a carico dei medici e degli infermieri imputati per la morte del maestro elementare di Vallo della Lucania, deceduto a 58 anni dopo il ricovero forzato, conseguenza di un trattamento sanitario obbligatorio disposto nei suoi confronti.

Era l'estate 2009. Dopo sette lunghi anni dunque la sentenza di appello: gli undici infermieri, assolti in primo grado, sono stati condannati, ciascuno di loro ad un anno e tre mesi di reclusione, pena, però, sospesa. Sconto di pena invece per i medici condannati dal tribunale in quanto sono state riconosciute le attenutanti generiche. Per loro l'accusa è di falso in atto pubblico. Per tutti pena sospesa e sospese anche le misure interdittive.


Così hanno ucciso Franco Mastrogiovanni
Un insegnante elementare di 58 anni. Che una mattina d'estate di tre anni fa, in provincia di Salerno, viene fermato dai vigili e costretto in un letto d'ospedale. Dove lo legano mani e piedi senza motivo. E dove viene tenuto per 87 ore senza essere neppure idratato. Finché muore
http://speciali.espresso.repubblica.it/ ... index.html
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Re: Orori taƚiani e vitime del stado taƚian

Messaggioda Berto » mar gen 17, 2017 3:04 pm

Cucchi, pm: «Morte determinata da schiaffi, pugni e calci»
Martedì 17 Gennaio 2017

http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca ... 01081.html

Stefano Cucchi fu colpito dai tre carabinieri che lo avevano arrestato con «schiaffi, pugni e calci». Lo scrivono il procuratore della repubblica Giuseppe Pignatone ed il sostituto Giovanni Musarò nell'avviso di chiusura indagine. Le botte, per l'accusa, provocarono «una rovinosa caduta con impatto al suolo in regione sacrale» che «unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura Cucchi presso la struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini, ne determinavano la morte».

«Le lesioni procurate a Stefano Cucchi, il quale fra le altre cose, durante la degenza presso l'ospedale Sandro Pertini subiva un notevole calo ponderale anche perché non si alimentava correttamente a causa e in ragione del trauma subìto, ne cagionavano la morte». Si legge nel provvedimento di chiusura dell'indagine della Procura. «In particolare - scrivono i pm - la frattura scomposta» della vertebra «s4 e la conseguente lesione delle radici posteriori del nervo sacrale determinavano l'insorgenza di una vescica neurogenica, atonica, con conseguente difficoltà nell'urinare, con successiva abnorme acuta distensione vescicale per l'elevata ritenzione urinaria non correttamente drenata dal catetere». Una quadro clinico che «accentuava la bradicardia giunzionale con conseguente aritmia mortale».

Dopo la sentenza Ilaria, al sorella di Stefano Cucchi ha scritto su Facebook: «I carabinieri sono accusati di omicidio, calunnia e falso. Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia».
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Re: Orori taƚiani e vitime del stado taƚian

Messaggioda Berto » dom dic 31, 2017 6:48 pm

Mostruosità italiane o italiche
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Re: Orori taƚiani e vitime del stado taƚian

Messaggioda Berto » mar giu 19, 2018 1:21 am

Il CC che ha testimoniato contro i suoi compagni nel caso Cucchi

https://www.facebook.com/riccardo.casam ... 8247746403



Stefano Cucchi, carabiniere imputato ammette il pestaggio al processo e accusa due colleghi. "Colpito in faccia anche quando era per terra"
Colpo di scena all'udienza che vede alla sbarra cinque militari. Francesco Tedesco racconta l'aggressione: "Mi chiesero di mentire". La sorella: "Il muro è crollato". "Bravo Francesco ti sei ripreso la tua dignità" scrive Casamassima, l'appuntato che fece riaprire il processo
11 ottobre 2018

https://roma.repubblica.it/cronaca/2018 ... -208704780

ROMA - Colpo di scena all'udienza del processo che vede cinque carabinieri imputati per la vicenda della morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato il 15 ottobre del 2009 e morto all'ospedale Pertini la settimana dopo. Il carabiniere Francesco Tedesco ammette il pestaggio e accusa i colleghi Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo della violenta aggressione.

Il pestaggio
Il pestaggio sarebbe avvenuto nei locali della compagnia Roma Casilina. "Fu un'azione combinata. Cucchi e Di Bernardo ricominciarono a discutere e iniziarono a insultarsi, per cui Di Bernardo si voltò e colpì Cucchi con un schiaffo violento in pieno volto. Allora D'Alessandro diede un forte calcio a Cucchi con la punta del piede all'altezza dell'ano. Cucchi prima iniziò a perdere l'equilibrio per il calcio di D'Alessandro, poi ci fu una spinta di Di Bernardo in senso contrario, che lo fece cadere violentemente sul bacino. Il giovane battè anche la testa, in modo violento, ricordo di aver sentito il rumore".

Tedesco prosegue nella sua deposizione: "Io mi ero alzato e avevo detto: 'Basta, finitela, che c.. fate, non vi permettete'. Ma Di Bernardo aveva proseguito nella sua azione, con la spinta a Cucchi e la sua caduta a terra. Io spinsi via Di Bernardo, ma prima che potessi intervenire D'Alessandro colpì Cucchi con un calcio in faccia (o in testa) mentre era sdraiato in terra".

Dopo le botte subite Stefano sarebbe rimasto in silenzio, in visibile stato di choc. Nell'interrogatorio di luglio, di fronte al pm Francesco Musaro', Tedesco ha raccontato: "Mi avvicinai a Stefano, lo aiutai ad alzarsi e gli chiesi come stesse, lui mi rispose 'sto bene, io sono un pugile'. Ma si vedeva che era stordito". E ancora, prosegue la deposizione a verbale: "Dopo aver nuovamente diffidato Di Bernardo e D'Alessandro, dicendo loro di stare lontani da Cucchi, con il mio cellulare chiamai il maresciallo Mandolini e gli raccontai quello che era successo".

"Durante il viaggio di ritorno in caserma io e Cucchi eravamo seduti nuovamente dietro - ha proseguito Tedesco - mi sembrava che gli animi si fossero calmati, Cucchi non diceva una parola e in quella occasione mi resi conto che era molto provato e sotto choc: aveva indossato il cappuccio, teneva il capo abbassato e non diceva una parola".

Non è chiaro, al momento, se negli interrogatori resi davanti al pm Tedesco abbia ammesso di aver partecipato al pestaggio con i due colleghi, ma quel che è certo è che, per la prima volta, uno degli imputati dichiara che quanto ricostruito dalla procura, a cominciare dal pestaggio del giovane, è realmente accaduto.

Tedesco: "Mi chiesero di mentire, temevo ritorsioni"
"Quando dovevo essere sentito dal pm, il maresciallo Mandolini (che Tedesco riferisce di aver informato subito dopo il pestaggio di Cucchi, ndr) non mi minacciò esplicitamente ma aveva un modo di fare che non mi faceva stare sereno. Mentre ci recavamo a piazzale Clodio, io avevo capito che non potevo dire la verità e gli chiesi cosa avrei dovuto dire al pm anche perché era la prima volta che venivo sentito personalmente da un pm e lui rispose: 'Tu gli devi dire che stava bene, quello che è successo, che stava bene, che non è successo niente....capisci a me, poi ci penso io, non ti preoccupare'". "All'inizio avevo molta paura per la mia carriera - ha fatto mettere a verbale Tedesco - temevo ritorsioni e sono rimasto zitto per anni, però successivamente sono stato sospeso e mi sono reso conto che il muro si sta sgretolando e diversi colleghi hanno iniziato a dire la verità".

La nota di servizio sparita
Il pm Giovanni Musarò ha reso nota un'attività integrativa di indagine dopo che uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia ha ricostruito i fatti di quella notte e ha "chiamato in causa" due dei militari imputati per il pestaggio. E' stata trovata infatti un'annotazione di servizio in cui Tedesco riferiva del fatto, nota che sarebbe sparita.

Sotto processo ci sono Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e lo stesso Francesco Tedesco, tutti imputati di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità, Roberto Mandolini di calunnia e falso, e Vincenzo Nicolardi di calunnia.

"Il 20 giugno 2018 - ha detto il pm - Tedesco ha presentato una denuncia contro ignoti in cui dice che quando ha saputo della morte di Cucchi ha redatto una notazione di servizio". Sulla base di questo atto, il rappresentante dell'accusa ha detto che è stato iscritto un procedimento contro ignoti nell'ambito del quale lo stesso Tedesco ha reso tre dichiarazioni.

"In sintesi - ha aggiunto il pm - ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D'Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d'Assise, già sapeva tutto". I successivi riscontri della procura hanno portato a verificare che "è stata redatta una notazione di servizio - ha detto il pm - che è stata sottratta e il comandante di stazione dell'epoca non ha saputo spiegare la mancanza".

Ilaria Cucchi: "Il muro è crollato"
"Il muro è crollato" commenta Ilaria Cucchi su Facebook. "Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi" prosegue la sorella del geometra
"Ci sono voluti 9 anni ma finalmente oggi la verità che noi sosteniamo da sempre entra in un aula di giustizia ed entra con le parole di uno degli stessi imputati, che racconta il massacro di Stefano e tutto ciò che è accaduto nei giorni successivi e cioè le coperture che ci sono state".

L'appuntato che fece riaprire l'inchiesta: "Francesco ti sei ripreso la dignità"
Esprime soddisfazione anche Riccardo Casamassima, l'appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza fece riaprire l'inchiesta sul decesso di Stefano. "Immensa soddisfazione, la famiglia Cucchi ne aveva diritto. Mi è venuta la pelle d'oca nell'apprendere la notizia. Tutti i dubbi sono stati tolti" E rivolgendosi a Salvini: " Signor Ministro io sono un vero carabiniere. L'Italia intera ora aspetta i provvedimenti che prenderà sulla base di quello che è stato detto durante l'incontro. Sempre a testa alta. Bravo Francesco, da quest'oggi ti sei ripreso la tua dignità" scrive l'appuntato su Facebook.Il militare aveva raccontato quanto riferito da alcuni suoi colleghi a proposito del "massacro" subito dal giovane dopo l'arresto. Per le sue dichiarazioni Casamassima subì minacce e fu trasferito. "Per aver fatto il mio dovere - aveva accusato - come uomo e come carabiniere per aver testimoniato nel processo relativo Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze". Fino alla svolta di oggi

Salvini: "Familiari di Cucchi invitati al Viminale"
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, dopo le rivelazioni di oggi, afferma: "Sorella e parenti sono i benvenuti al Viminale. Eventuali reati o errori di pochissimi uomini in divisa devono essere puniti con la massima severità, ma questo non può mettere in discussione la professionalità e l'eroismo quotidiano di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi delle forze dell'ordine". "Ilaria Cucchi è disponibile a incontrare il ministro dell'Interno Matteo Salvini fa sapere il legale Fabio Anselmo. "Ilaria è certamente disponibile, anche se in passato il ministro ha usato parole durissime nei confronti della famiglia",. "Vedremo cosa succede, la palla sta al ministro - dice ancora Anselmo - è lui che deve chiamare e se lo farà la famiglia lo incontrerà".



Ilaria Cucchi: "Al Viminale se Salvini chiederà scusa"
Andrea Riva - Ven, 12/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 87216.html

La sorella di Stefano Cucchi: "Il giorno in cui il ministro dell'Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano allora potrò pensare di andare al Viminale, prima di allora non credo proprio"

Prosegue l'eterno scontro tra Matteo Salvini e Ilaria Cucchi, sorella di Stefano.

All'indomani della svolta nel processo, in cui un carabiniere ha confessato il pestaggio da parte di due colleghi, la sorella risponde al ministro, che l'aveva invitata al Viminale: "Il giorno in cui il ministro dell'Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano allora potrò pensare di andare al Viminale, prima di allora non credo proprio".

Proseguendo l'intervista, Cucchi ha raccontato cosa ha provato quando ha dovuto ascoltare il racconto del pestaggio: "Avevo voglia di piangere. Ho letto quelle parole, nero su bianco, la brutalità, la cattiveria che è stata fatta a mio fratello che ha dovuto subire… quel corpo inerme, quella fragilità. Tante volte in questi anni si è parlato, strumentalizzandola, della magrezza di mio fratello, ecco, quei due corpi che si sono avventati sopra mio fratello che era arrestato, indifeso, che non poteva fare del male a nessuno, la brutalità, la cattiveria, il disinteresse, il pregiudizio nel quale poi Stefano nei giorni successivi, sei giorni ricordo - un lasso di tempo brevissimo - è stato lasciato morire. Tutto questo si fa fatica ad accettarlo, da sorella di Stefano e da cittadina, siamo in un momento terribile per la nostra società, per il nostro Paese, nel quale si sta facendo passare in qualche maniera il concetto che i diritti umani sono sacrificabili in nome di presunti interessi superiori. Credo che mio fratello sia un esempio di questo".

La Cucchi ha poi detto: "Una cosa che non tutti sanno è che mio fratello in quei sei giorni in cui moriva da solo come un cane in realtà non era da solo, perché poi li abbiamo contati durante il processo, lui è stato visto, è entrato in contatto con qualcosa come 140 o 150 pubblici ufficiali, non cittadini comuni, che hanno avuto in qualche modo, a vario titolo, a che fare con lui e che hanno visto man mano il degenerare di quelle condizioni fisiche che lo hanno portato alla morte. Mio fratello stava malissimo, lo sentiamo nell'audio dell'udienza di convalida dell'arresto che si lamenta perché non può parlare tanto bene. Nessuna di quelle persone è stata capace di guardare oltre il pregiudizio e di vedere oltre quel detenuto un essere umano che stava male e che stava morendo, perché se lo avessero fatto ora non esisterebbe nessun 'caso Cucchi'".



Caso Cucchi, il ministro M5s Barbara Lezzi chiede scusa alla famiglia
Ivan Francese - Ven, 12/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 87217.html

Intervistata stamattina in radio, il ministro Lezzi ha chiarito che "le scuse di Salvini attengono a Salvini" ma si è scusata con la famiglia Cucchi

Alla fine le scuse del governo per la famiglia Cucchi sono arrivate. Non da Matteo Salvini ma dal ministro per il Sud Barbara Lezzi, del MoVimento 5 Stelle.

Intervistata questa mattina da Massimo Giannini ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital, l'esponente grillina è stata interpellata sugli ultimi sviluppi del caso del giovane romano morto nel 2009 mentre si trovava nelle mani dello Stato. Inevitabile la domanda sulla posizione del governo.

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che in passato infatti aveva espresso posizioni molto critiche nei confronti della famiglia Cucchi, ieri ha invitato i parenti al Viminale. La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, ha però replicato che farà visita al ministro dell'Interno solo dopo che la sua famiglia ne riceverà le scuse pubbliche e ufficiali. Scuse che per il momento non sono ancora arrivate, a differenza di quanto avvenuto con il ministro Lezzi.

"Le scuse di Salvini? Attengono a Salvini - chiarisce la titolare del dicastero per il Sud - Io come membro del governo chiedo scusa per tutti questi anni di attesa. Quello che è successo alla famiglia Cucchi è atroce, questa orribile vicenda getta un'ombra terribile sul nostro Paese. Mi auguro che l'Arma dei carabinieri possa risollevarsi ma questo potrà accadere una volta che siano accertate tutte le responsabilità e che i colpevoli siano stati puniti. Ringrazio Ilaria e la sua caparbietà e determinazione".
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Re: Orori taƚiani e vitime del stado taƚian

Messaggioda Berto » dom ott 14, 2018 9:05 am

Cucchi, altri 4 militari indagati Ilaria: "Non andrò da Salvini"
Tiziana Paolocci - Sab, 13/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 87622.html

Un carabiniere di Tor Sapienza ritoccò il verbale sulla salute del detenuto. Sotto inchiesta anche il comandate

Roma Ora nel caso Cucchi potrebbe innescarsi l'«effetto domino». Dopo il racconto fatto dal carabiniere Francesco Tedesco sul pestaggio che il geometra romano avrebbe subito ad opera dei colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, nell'Arma potrebbero cadere pedine importanti.

Nel mirino della Procura sono finiti il luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stazione di Tor Sapienza, dove Cucchi venne portato dopo essere stato arrestato per droga nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009 e Francesco Di Sano, carabiniere scelto della stessa stazione, indagati per falso ideologico. Nel fascicolo della Procura, però, accanto al loro nome compare quello di almeno altri due colleghi, ma l'elenco potrebbe essere molto più lungo. Colombo era stato tirato in ballo indirettamente proprio da Di Sano, che ebbe in custodia la vittima. In Corte d'assise il 17 aprile scorso ammise di aver dovuto ritoccare il verbale sullo stato di salute del detenuto, senza precisare da chi fu sollecitata la modifica. «Certo il nostro primo rapporto è con il comandante della stazione, ma posso dire che si è trattato di un ordine gerarchico», disse Di Sano. Nella stessa sede anche il piantone Gianluca Colicchio, che gli subentrò nella custodia del trentenne, aveva parlato di anomalie in una relazione di servizio: «È strana, porta la mia firma ma io non la ricordo e contiene termini che io non uso».

Il pm Giovanni Musarò ha già sottoposto Colombo a una perquisizione, con lo scopo di individuare eventuali contatti e mail con i suoi superiori, per capire se abbia ricevuto pressioni dall'alto per «ammorbidire» il caso. Adesso dalla testimonianza del comandante potrebbe dipendere il destino degli ufficiali più alti in grado, che all'epoca acquisirono informazioni su quanto avvenuto senza adottare alcun provvedimento. Dall'istruttoria, infatti, è emerso che i vertici dell'Arma erano a conoscenza del pestaggio di Cucchi prima che il caso arrivasse alla magistratura.

«Sono rinato - ha detto ieri Tedesco -. Ora non mi interessa nulla se sarò condannato o destituito dall'Arma. Ho fatto il mio dovere; quello che volevo fare fin dall'inizio e che mi è stato impedito». Ma tra dicembre e gennaio sarà ascoltato in Corte d'assise.

«Se mi si chiede per quale motivo parla dopo nove anni - ha commentato Ilaria, sorella di Stefano - chiaramente io non posso giustificarlo ma posso comprenderlo, perché vedo quello che sta subendo il suo collega Riccardo Casamassima, che ha denunciato e ha contribuito al fatto che si riaprissero le indagini, quelle vere, sulla morte di mio fratello e adesso viene penalizzato dai suoi superiori in tutte le maniere». Casamassima era stato l'artefice della riapertura dell'inchiesta. «È stato piegato ma non spezzato - ha detto il suo legale, l'avvocato Serena Gasperini - forse ora vede la luce. Mi auguro che questi provvedimenti contro di lui vengano ritirati. Credo che sia arrivato il momento di rimetterlo al suo posto e togliere la divisa a qualcun altro». Ma il passato non si dimentica, nemmeno le offese. Lo sa bene Ilaria, che a distanza ha risposto a Salvini. «Il giorno in cui il ministro dell'Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano allora potrò pensare di andarci, prima di allora non credo proprio - ha sottolineato -. Una cosa che non tutti sanno è che mio fratello in quei sei giorni è entrato in contatto con 140 o 150 pubblici ufficiali. Nessuna di quelle persone è stata capace di guardare oltre il pregiudizio e di vedere oltre quel detenuto un essere umano che stava morendo. Se lo avessero fatto ora non esisterebbe nessun caso Cucchi».






Caso Cucchi, Salvini alla sorella: "Lo Stato si scuserà con i fatti"
Luca Romano - Sab, 13/10/

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 87721.html

Il ministro dell'Interno: "Se lo Stato ha sbagliato chiederà scusa nei fatti punendo i colpevoli e risarcendo i colpiti"

"Sono ministro da quattro mesi e non posso rispondere di ciò che è accaduto anni fa. Se qualcuno in divisa sbaglia, paga come e più degli altri perchè ruba la fiducia anche ai cittadini.

Non condivido però la criminalizzazione di tantissimi uomini delle forze dell'ordine, chiamati assassini, sbirri e delinquenti". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un'intervista all'Unione Sarda risponde a una domanda sul caso di Stefano Cucchi. "Il Viminale è aperto a tutti", ha ribadito il ministro, "in primis a chi ha subito un lutto o un torto. La sorella, la famiglia, i parenti e gli amici sono i benvenuti. Se lo Stato ha sbagliato chiederà scusa nei fatti punendo i colpevoli e risarcendo i colpiti".

Le parole arrivano dopo che la sorella di Cucchi, a seguito dell'invito del Viminale, aveva risposto: "Ci andrò il giorno in cui il ministro dell'Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano".

Intanto, nel secondo filone di inchiesta, aperto dopo la deposizione di Francesco Tedesco, il carabiniere imputato che ha denunciato le responsabilità di colleghi e superiori coinvolti nella vicenda, ci sono almeno altri quattro indagati. Tra questi Massimiliano Colombo comandante della caserma di Tor Sapienza, una delle stazioni dove Stefano, morto ad ottobre del 2009 dopo una settimana dal suo arresto, fu trattenuto. Colombo è indagato per falso ideologico ed è stato tirato in ballo indirettamente da Francesco Di Sano. Quest'ultimo ha ammesso nel processo attuale di aver dovuto ritoccare il verbale senza precisare da chi gli fu sollecitata la modifica. Di Sano aveva scritto una seconda versione del rapporto dalla quale aveva eliminato alcuni dettagli sulle condizioni di Stefano la mattina dopo l'arresto, come "il non poter camminare" per i dolori, tanto da dover "essere aiutato a salire le scale".

Nei giorni scorsi Colombo è stato sottoposto ad una perquisizione: l'atto istruttorio puntava ad individuare eventuali comunicazioni tra lui e i suoi superiori dell'epoca sul caso Cucchi. La svolta nel processo bis si è avuta ieri quando il pm Giovanni Musarò ha rivelato che Francesco Tedesco ha sporto denuncia e accusato, con una serie di dichiarazioni rese nel corso di tre interrogatori tra luglio e ottobre, i quattro coimputati. E così la prossima settimana toccherà proprio a Colombo dare la sua versione dei fatti al pm. Dalle parole del comandante potrebbe dipendere il destino dei più alti in grado che all'epoca acquisirono informazioni sul caso Cucchi senza adottare poi alcun provvedimento. C'è da capire, infatti, fino a che livello i vertici dell'Arma fossero a conoscenza del pestaggio.



Stefano Cucchi di 31 anni era un drogato e un delinquente

La madre di Cucchi: "Mio figlio? Un delinquente"
Chiara Sarra - Sab, 30/01/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... dM4d1qBe0E

La donna a chi le consigliava di affidarsi a un avvocato rispondeva: "Non spendo altri soldi per quel delinquente"

"Quando abbiamo chiesto alla madre di Cucchi di mettere un avvocato di fiducia, ci ha risposto che non avrebbero speso altri soldi per quel delinquente del figlio, che poteva andare a fare il barbone per strada".

In un'intercettazione agli atti dell'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi e rivelata da il Tempo, il maresciallo Roberto Mandolini, indagato per falsa testimonianza insieme a Vincenzo Nicolardi, svela un retroscena finora inedito. Nella registrazione, infatti, Mandolini parla con un consulente legale del Sap a Vibo Valentia, sostenendo che al procuratore dichiarerà di aver "omesso di dire quello che mi ha riferito Cucchi della famiglia". E cioè che dopo l'arresto per spaccio avvenuto nel 2009, i carabinieri avevano suggerito ai familiari di contattare un avvocato di fiducia, ricevendo in riposta solo insulti per Stefano. "Quel giorno hanno pure scherzato, dicendo a Cucchi di pensare ai nipotini e lui gli ha risposto che la sorella erano due anni che non glieli faceva vedere", ha aggiunto Roberto Mandolini, "La sorella pseudo-giornalista, si era candidata con Ingroia e la Bonino. Dopo aver preso i soldi, 1.342.000 euro, ha venduto casa e ha cambiato vita. Del fratello, quando era in vita, non ne voleva sapere nulla".

Vero o falso? Toccherà ai giudici stabilirlo

Gino Quarelo
Certamente era un drogato delinquente che spacciava per continuare a drogarsi. I criminali della droga sono quelli che spacciano senza essere drogati. In ogni caso un poliziotto non può picchiare nessuno se non per legittima difesa e le parolacce ingiuriose e insultanti di un povero drogato fermato o arrestato non richiedono alcuna percossa come legittima difesa.
I CC non sono in alcun modo giustificabili.
Oltretutto questo giovane di 31 anni se non fosse morto poteva redimersi e salvarsi e uccidendolo per niente glielo si è impedito.




Che la sorella di Stefano Cucchi sia una sinistrata non cambia assolutamente nulla al crimine dei CC.
Le forze dell'ordine non hanno alcun mandato di maltrattare e uccidere i cittadini che sono in difficoltà e che sbagliano; solo per legittima difesa possono esercitare la violenza o per fermare e arrestare qualcuno che abbia compiuto un delitto, non certo per reagire alle parolacce di qualcuno.


Comunali a Roma, Ilaria Cucchi verso la candidatura: "Pronta a incontrare Fassina"
La sorella di Stefano, il giovane morto nel 2009 al Pertini una settimana dopo il suo arresto, risponde all'invito del candidato sindaco di Sel-Si
di VIOLA GIANNOLI
02 aprile 2016

https://roma.repubblica.it/cronaca/2016 ... -136747574

Ilaria Cucchi si dice disponibile a candidarsi per il Campidoglio, Stefano Fassina la invita a un incontro, e lei accetta. Accade tutto in meno di ventiquattro ore a partire da un'intervista rilasciata all'Espresso dalla sorella di Stefano, il giovane tossicodipendente arrestato la notte del 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo al Pertini di Roma e sul cui decesso è in corso un'inchiesta bis della Procura della Repubblica.

"Sono disponibile a candidarmi sindaco ma fuori dai partiti" aveva detto la Cucchi. Qualche ora più tardi era arrivato il tweet di Fassina, già in campo nella corsa verso il Campidoglio con Sel-Si: "Cara Ilaria, la tua battaglia è sin dall'inizio anche la nostra. Incontriamoci. La sfida per ricostruire Roma ha bisogno anche di te".
E oggi arriva la risposta di Ilaria: "Non posso dimenticare tutti coloro che in questi anni ci sono stati vicini nel nostro difficile percorso di verità. Tra questi gli esponenti di Sel sono tra coloro che non ci hanno fatto mancare mai il loro appoggio insieme a quelli del Pd e del Movimento 5 stelle. Ricordo le iniziative parlamentari per la costituzione di una Commissione di inchiesta sulle violazioni dei diritti umani dell'onorevole Bratti , ricordo il prezioso lavoro di Manconi, quello del'onorevole Ferraresi dei 5 stelle e le ultime bellissime iniziative di Sel per la commissione di inchiesta Rachid Assaragh e per il caso Dino Budroni. Ricordo quella di Casetta Rossa di Gianluca Peciola con Andrea Magherini. Per questo accetto volentieri l'invito ad un incontro rivoltomi da Stefano Fassina".

La Cucchi era già stata candidata con Rivoluzione Civile, la lista del magistrato Antonio Ingroia, nel 2013.

Tiepida la reazione a questa nuova ipotesi, a sinistra, dei sostenitori dell'ex sindaco Ignazio Marino. "Ilaria Cucchi pronta a candidarsi a sindaco? Non ne sapevo nulla, mi trovate spiazzata. Marino ieri era a Milano, quindi non ne abbiamo parlato nemmeno con lui" risponde Emilia La Nave, presidente dell'associazione 'Parte Civile', che riunisce i supporter del "marziano" e a cui ha annunciato si iscriverà lui stesso dopo la decisione di non ricandidarsi. Fredda anche un'altra esponente della associazione, Anna Sergio: "Rispetto Ilaria Cucchi e le sue importanti battaglie per la giustizia, ma non mi pare la persona adatta a rappresentarci o a governare una città complessa come Roma". All'interno del "cerchio magico" dell'ex sindaco "c'è un momento di riflessione. Stiamo organizzando un'assemblea con gli iscritti per decidere insieme le prossime mosse" spiega La Nave. Il suo nome è tra quelli che si stanno sondando come papabili candidati a sindaco nell'area dei mariniani dopo il no dell'ex ministro Massimo Bray e del presidente di Acea Catia Tomasetti.

Ma a commentare la possibile discesa in campo a Roma di Ilaria Cucchi è anche Virginia Raggi, candidata sindaco del Movimento 5 Stelle: "Ognuno è libero di presentare la sua candidatura. Un altro candidato civico è importante, vuol dire che finalmente persone della società slegate dai partiti vogliono provare a prendere in mano la gestione della cosa pubblica, come noi continuiamo a ripetere da anni". "Sui temi siamo sempre stati pronti
ad andare congiunti - ha poi aggiunto la Raggi - sulle alleanze, ripeto, non ne facciamo, non è proprio nel nostro Dna" a chi le chiedeva se fosse disponibile a una convergenza con la Cucchi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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