El Parlamento Arestogratego Venesian (e nò de tuti i veneti)

El Parlamento Arestogratego Venesian (e nò de tuti i veneti)

Messaggioda Berto » sab mag 26, 2018 7:29 am

Coel parlamento veneto de tuti i veneti, mai nato e ke i venesiani ke łi gheva el poder no łi ga mai promòso
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I veneti del Veneto xełi on popoło e na megnoransa nasional?
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Il venezianismo è una idolatria politica antiveneta
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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El Parlamento Arestogratego Venesian (e nò de tuti i veneti)

Messaggioda Berto » dom ott 13, 2019 12:45 pm

I partiti appartengono alle repubbliche democratiche moderne, nelle repubbliche aristocratiche e oligarchiche vi erano invece le fazioni o correnti politiche che possono essere indicati anche con il termine di partito come parte faziosa o correntizia.



https://it.wikipedia.org/wiki/Partito_politico

L'origine dei partiti, gruppi organizzati per la conquista e la gestione del potere, risale alle teocrazie, cioè alle prime forme di governo a base religiosa. Le città-stato avevano un dio patrono, rappresentato da una classe sacerdotale e dal re. E i templi erano le sedi dei "partiti" nelle prime civiltà. Gli Egizi diedero vita ad una fiorente civiltà, durata oltre 3 500 anni, frutto dell'unione di più partiti religiosi che governavano varie città. Amon era il dio di Tebe, Ra quello di Eliopoli, Anubi di Cinopoli, Osiride di Abydos. I partiti laici, svincolati da caratteristiche religiose, nacquero nell'antica Grecia grazie al pensiero dei filosofi che fondarono la politica sull'analisi razionale della società e sui valori da seguire.

Tuttavia i gruppi-partito greci furono l'espressione dei clan tribali fino alla riforma di Clistene (565 a.C.-492 a.C.) che ruppe questo sistema dividendo Atene in 10 aree geografiche, mescolando così le tribù. Ogni area eleggeva i magistrati e fra di loro vi erano sorteggiati 50 rappresentanti alla Bulè, il consiglio dei 500 con potere legislativo. Con Pericle nel V secolo a.C. la democrazia si rafforzò anche attraverso il pagamento dei rappresentanti del popolo: i magistrati ricevevano uno stipendio per non essere condizionati dall'esterno ed un indennizzo (un gettone di presenza) per assenza dal lavoro era dato alle migliaia di rappresentanti all'Assemblea generale dei cittadini liberi, che si riuniva quattro volte al mese e votava le proposte di legge dell'Assemblea dei Cinquecento. All'Assemblea generale partecipavano tutti gli ateniesi liberi maggiorenni con diritto di parola e di voto. Lì si votava anche l'ostracismo contro alcuni cittadini.

Nell'antica Roma la politica era caratterizzata dalla divisione fra patrizi, la minoranza dei ricchi, e la maggioranza dei plebei, i poveri che erano molto meno rappresentati nei comizi centuriati. Nel Medio evo tra i secoli XII e XIV la contrapposizione fu data da guelfi (partigiani del papa) e ghibellini (partigiani dell'imperatore del Sacro Romano Impero Germanico). Anche in seguito solo i maschi che guadagnavano potevano ambire a cariche pubbliche.
Il primo nucleo di bipolarismo politico tra "conservatori" (Tories) e "progressisti" (Whigs) nacque in Gran Bretagna nel XVII secolo: i primi erano sostenitori della monarchia assoluta, i secondi della monarchia costituzionale. Sedevano in Parlamento ma poteva accedervi solo chi aveva un certo censo: il diritto di voto spettava solo a chi aveva una terra con una rendita di 40 scellini. La Rivoluzione francese del 1789 delineò invece le tre componenti della politica moderna: centro, destra, sinistra. Quando il re Luigi XVI fu rovesciato, il Terzo Stato si proclamò Assemblea Costituente diventando il rappresentante di tutta la nazione. I membri si divisero nell'emiciclo: i conservatori si sedevano a destra, i radicali e i rivoluzionari a sinistra. Il centro, chiamato Palude, era uno spazio indistinto, senza identità politica precisa.

Se il partito in quanto tale nasce con la Rivoluzione inglese del ‘600, è solo con il diffondersi della Rivoluzione industriale, e conseguentemente con la formazione di una società di massa e l'allargamento del suffragio elettorale fino ad essere universale, che i partiti si affermarono nel senso specifico della forma attuale, ossia caratterizzati da: un'organizzazione territorialmente diffusa, con un sistema di comunicazione tra centro e periferia; la volontà di ottenere il potere locale e centrale; la ricerca del sostegno popolare.

I partiti politici si distinguono generalmente in partiti di centro, destra e sinistra. Questa distinzione trova la sua origine nella collocazione dei deputati negli emicicli parlamentari. Già dal tempo della Rivoluzione francese sappiamo che il centro era sinonimo di "moderazione", la destra di "conservazione" e la sinistra di "progresso". Nella storia politica europea, ed in particolare quella italiana, dalla metà dell'Ottocento agli inizi del Novecento la scena politica era dominata da partiti politici tutti di stampo "liberale". Tali partiti, in quanto espressione dei ceti sociali medio-alti, erano attenti, in particolar modo, a ridurre il potere statale e ad accentuare la libera iniziativa locale. In alcuni casi, come nell'Italia della legge delle guarentigie, "liberale" era anche sinonimo di "anticlericale", mentre i partiti "conservatori" erano "clericali", cioè contrari a ridurre l'ingerenza della Chiesa negli affari temporali. I "liberali" erano comunemente espressioni delle élite cittadine e della nascente classe borghese, i "conservatori" dei latifondisti e proprietari terrieri.

Con la rivoluzione industriale, come già detto, si formarono partiti i cui membri avevano un'ideologia comune: i conservatori, una élite non interessata all'egualitarismo, e i progressisti, che si battevano per dare a tutti uguali opportunità, istruzione e servizi. Così nacquero prima il partito-organizzazione e poi il partito di massa, basato sulla partecipazione di molti attivisti in cerca di consenso attraverso il voto. Nel 1919 ci fu una svolta importante in Italia: i cattolici, fino ad allora estranei alla politica, entrarono in scena con il partito popolare fondato da don Luigi Sturzo.[4]

Con la crescita del proletariato, composto soprattutto da piccoli artigiani, braccianti ed operai, cominciano a diffondersi le teorie socialiste che troveranno, poi, in Karl Marx il loro più compiuto teorizzatore. Nasce così l'idea di uno Stato laico, se non ateo, svincolato dalla tradizione borghese, unico detentore del potere e attento ad assicurare la più completa uguaglianza tra i cittadini. Ben presto i marxisti si distinguono in una componente socialista o social-democratica ed una comunista. La prima più rispettosa delle scelte dell'individuo nella sfera personale (famiglia, scuola, religione) e più attenta al coinvolgimento democratico dei cittadini, la seconda più convinta del ruolo indispensabile dello Stato e del Partito di guida dei cittadini. Tanto gli uni quanto gli altri si sono fatti convinti assertori della distribuzione delle terre ai contadini, della netta separazione tra Chiesa e Stato, della collettivizzazione delle imprese e di un convinto internazionalismo. I partiti socialisti e poi i comunisti in particolare si assunsero il compito di far sentire la voce dei lavoratori, perseguendo l'obiettivo di cambiare a loro favore la società e il sistema, secondo le direttive generali del movimento socialista.

Negli Stati di tradizione cattolica, come l'Italia, accanto ai partiti liberale, conservatore, socialista, socialdemocratico e comunista, sono nate formazioni politiche variamente denominate (cristiano-democratico, cristiano-sociale, popolare), ma tutte accomunate da una politica ispirata alla dottrina sociale della Chiesa cattolica. Tali partiti, soprattutto nella seconda metà del XX secolo, sono stati, spesso, al governo di alcuni Stati (Italia, Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania, Paesi Bassi, Austria). Si sono caratterizzati per una politica conservatrice in campo morale (contrari all'aborto, alla legalizzazione delle droghe), liberale in campo economico e politica estera (favorevoli al libero mercato, all'Unione Europea, alla Nato), ma hanno saputo anche dimostrare, al fine di contenere i partiti socialisti e comunisti, una marcata attenzione alle questioni sociali.

Sul finire del XX secolo, in Italia, come nel resto d'Europa, sono andate diffondendosi nuove "culture politiche". La "rivoluzione giovanile"degli anni sessanta-settanta ha imposto le problematiche femminili e dell'ambiente. Le "femministe", convinte sostenitrici dell'emancipazione delle donne, hanno trovato facile accoglienza nei partiti liberali e socialdemocratici, un po' meno in quelli conservatori, cristiano-democratici e comunisti. La "cultura ambientalista" ha trovato sbocco nelle associazioni ambientaliste (WWF, Greenpeace, Legambiente) e in nuovi partiti politici, spesso denominati Verdi.

Nel frattempo, il tentativo di resistere al potere statale ed imprenditoriale ha determinato la nascita di partiti autonomisti e federalisti. Alcuni di questi (come la Südtiroler Volkspartei) sono nati per rappresentare di minoranze linguistiche o etniche.
L'origine dei partiti
I partiti nascono nel momento dell'affermazione della democrazia e quindi quando il governo diventa responsabile verso il voto degli elettori[5]. Esistono due principali analisi della storia dei partiti che guardano uno in maniera genetica l'altro in maniera strutturale, le fasi della loro creazione.



Fazione o corrente politica
https://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_politica
Nella terminologia politica, una corrente politica (o fazione politica) è un gruppo di persone che si organizza autonomamente all'interno di un partito allo scopo di imporre la propria linea politica e/o di acquisire una maggiore porzione di posti chiave e di incarichi per i propri membri.




https://it.wikipedia.org/wiki/Governo_d ... di_Venezia



La Repiovega Veneta a domegno venesian no ła jera federal
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 167&t=1602



Democrazia, cittadinanza, valori doveri e diritti umani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 183&t=2683
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9367460016

Filone dedicato ai venetisti venezianisti che credono che la democrazia e l'illuminismo siano un male a cui preferire l'idealizzata aristocrazia veneziana presuntuosa, arrogante e antidemocratica e quello che la loro frangia cattolico romana considera come un regime perfetto di teocrazia cristiana; tutto un mondo demenziale caratterizzato da un forte antisemitismo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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El Parlamento Arestogratego Venesian (e nò de tuti i veneti)

Messaggioda Berto » dom ott 13, 2019 12:46 pm

Kapò


https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 6526331423

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Alberto Pento
No grazie! Solo una perdita di tempo. Demenzialità che non portano da nessuna parte.


Sergio Rolle
Ufficio Dogale Sei un kappò italian! Gira al largo!


Alberto Pento
I veneti non torneranno più sudditi di Venezia e la Serenissima morta da 222 anni non potrà mai risorgere. Un possibile Veneto indipendente non sarà mai come la Serenissima, sarà completamente altro e più simile alla Svizzera.

Sergio Rolle
Ufficio Dogale Tu sei un morto spolpato della sua venezianità che no hai saputo difendere! Tutto ti è utile per giustificare il tuo asservimento ai nuovi padroni! Sei un morto che cammina!


Alberto Pento
Veneto sì, ma vicentino e non veneziano. Il mio monte Summano è infinitamente più bello e naturalmente spirituale della idolatra basilica di San Marco.


Alberto Pento
Se vi sono stati dei kapò in terra veneta questi sono stati i veneziani, in particolare l'aristocrazia veneziana che per non rischiare di perdere i suoi privilegi si è fatta complice di Napoleone lasciandolo entrare, occupare, conquistare e depredare la terra veneta e le genti venete, addirittura finanziandolo con milioni di ducati e proibendo ai veneti di insorgere militarmente contro i francesi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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