La Comuna de Gregnàn
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A lèzo sol Gazetìn na noti'zia intaresante so la Comuna de Gregnàn :
I figli della Comuna: lo studio sul Dna vecchio di mille anni
Dal Pavajon alle invasioni barbariche. I biologi dell'Università di Bologna arrivano a Grignano per studiare il Dna degli «originari». Confrontando il codice genetico dei compartecipi della Comuna e dei non-compartecipi, che però vivano in paese da almeno tre generazioni, i ricercatori cercheranno di capire da che popolazione derivano gli eredi delle terre comuni. «Nelle partecipanze agrarie emiliane e lombarde - spiega il presidente degli Antichi Beni Originari, Stefano Previatello - la discendenza è dai Longobardi, ma con noi potrebbero esserci delle sorprese».
http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/ROVIGO/rovigo_comuna_studio_dna/notizie/1725687.shtml
Ki xeli i Orijnari de la Comuna de Gregnàn dita anca Antichi Beni Originari di Grignano Polesine?
http://www.antichibenioriginari-grignano.it/
NOTE STORICHE
È all’incirca dall’anno 1000 d.C. che esiste la “Comuna” di Grignano Polesine, attualmente denominata “Antichi Beni Originari”; una proprietà collettiva del tutto particolare a livello nazionale e senz’altro unica nell’area Veneta.
Molto simile alle partecipanze agrarie di matrice emiliana, la “Comuna” può essere inquadrata nella categoria delle Terre Collettive, i terreni della “Comuna” infatti sono un bene di ragione privata il cui godimento spetta ai "compartecipi", ossia ai discendenti maschi delle famiglie originarie presenti nel paese di Grignano all’atto dell'investitura livellaria da parte dell'Abbazia Benedettina di Santa Maria dell'isola di Pomposa, dei quali terreni era proprietaria fin dal X secolo d.C.. Famiglie originarie che si adoperarono nei secoli per bonificare, rendere coltivabili e strappare alla palude quei terreni da cui ottenevano l’unico sostentamento alle loro vite. Requisito fondamentale per essere compartecipi, oltre alla discendenza dagli Originari, è inoltre quello di risiedere e vivere nel paese di Grignano Polesine.
ORIGINI
Della prima investitura livellaria, sempre comunque menzionata fra le attività dell’Abbazia fin quasi dalla sua origine, sono purtroppo andati perduti sia il titolo costitutivo che le rinnovazioni livellarie fino al 1426, anno a cui risale il documento più antico arrivato fino ai nostri giorni nel quale si riporta inoltre che i compartecipi dovevano fornire all’Abbazia, quale prestazione livellaria annua “sei pesci cavedani e tre denari dei piccoli”. Un canone livellario che, come si può facilmente notare, è puramente simbolico vista la condizione disastrosa in cui versava a quel tempo il territorio in oggetto, come pure la maggior parte dell'odierno Polesine di Rovigo.
Le terre concesse agli originari venivano così descritte e si componevano di:
“Di una Valle dove si dice la Comuna fra i suoi confini”
“Di sette campi di terra dove si dice le Rotole”
“Di una pezza di terra dove si dice l’Arzarello”
“Di un Casamento con altra casa di canna”
Il rinnovo livellario imponeva poi le seguenti clausole:
“A pagare per ricognizione del retto dominio sei pesci cavedani e denari tre piccoli”
“A rinnovare l'investitura di 29 anni in 29 anni”
“A non potere detto Comune vendere né alienare detti beni senza la licenza di Monsignor Reverendo espressa”
“Ad essere tenuto detto Comune a ricevere detto Reverendo o suoi agenti e successori con
buona fede e senza frode”
“Che contravvenendo a ciascheduna di esse cose decadano dalle ragioni e detti beni s’intende essere devoluti al Monastero predetto”
...
L Abate de Ponpoxa ghe tocava contentarse de siè pési cavedagni e trè skeolini... da coanta mixeria ca ghe jera te kele tère, però insoma , longo mile ani i se le ga pasà de pare n fio, doveri e diriti sol doparare la Comuna e l è cueo ke i è drio 'zercare l università de Bologna : la traxmision jenetica - se la ghè stà - de l orijne longobarda de sta istitu'zion cuà, conpagna de altre ke i ga catà tel Ferarexe faxendo la stésa ricerca sol DNA de sti òmeni, i Orijnari de la Comuna de Gregnàn.
DAL MEDIOEVO AD OGGI
Tale accordo, che ratificò in modo definitivo ed incontestabile il diritto dei soli originari al godimento della “Comuna”, sarà il documento fondamentale che salverà la “Comuna de Gregnàn” dai successivi tentativi sia di distruzione (da parte degli enti pubblici: nel 1806 ad opera di Napoleone, nel 1940 ad opera dello Stato Italiano) che di pretesi diritti di partecipazione da parte di alcuni non originari (nel 1622 e nel 1729, questione risolta in modo definitivo dal Consiglio dei XL al Criminal della Serenissima Repubblica di Venezia).
Tale enfiteusi proseguì dal Medioevo fino a quando, nel 1968, i compartecipi decisero di affrancarsi dal livello enfiteutico diventando proprietari delle terre che i loro avi hanno sempre coltivato e continuamente migliorato.