Domenico Quirico: «Ecco perché l’Occidente non capisce l’Islam guerriero e la realtà dell’Isis»di Maria Ausilia Boemi - Nov 11, 2014
http://www.lasicilia.it/articolo/domeni ... sce-l-isisL’inviato de La Stampa rapito dai jihadisti nella nostra redazione per un colloquio sull’Islam
L’Isis e il califfato sono fenomeni completamente diversi da Al Qaida: ma l’Occidente non lo capisce e sbaglia utilizzando i medesimi schemi per combattere i due fenomeni. Così come è errato considerare l’Islam una religione pacifica: è invece uno strumento di totalitarismo che condanna senza appello tutti gli “impuri” non per quello che fanno, ma per ciò che sono. Ne abbiamo discusso, in un forum nella nostra redazione (erano presenti, oltre alla sottoscritta redattrice, il direttore Mario Ciancio, il direttore editoriale Domenico Ciancio, il caporedattore Giuseppe Di Fazio, il caposervizio Carlo Anastasio, il freelance Orazio Vecchio), con Domenico Quirico, inviato de La Stampa che questi fenomeni li conosce bene per averli visti e subìti (è stato a lungo ostaggio dei jihadisti) in prima persona.
In base alla tua esperienza, c’è qualcosa di strutturale nella cultura e nella religione islamica che spinge verso la violenza e l’affermazione violenta di sé?
«Credo che uno dei maggiori guai nell’affrontare la situazione attuale sia quello di costruirsi un Islam che non esiste o non è quello prevalente. L’Islam è una religione nata in un ambiente naturale terribilmente ostile nei confronti dell’uomo ed è quindi guerriera: il combattere, l’allargarsi, il difendere lo spazio dell’unica religione vera è una realtà fondamentale per l’Islam. Aggiungi che tutte le religioni monoteiste sono per principio autoritarie. Il problema, però, oggi è più complesso. La domanda da porsi non è se i jihadisti siano buoni o cattivi musulmani, perché la risposta è molto semplice: loro sono convinti di essere dei perfetti musulmani. Il problema è che la religione - come la razza per i nazionalsocialisti o l’appartenenza al proletariato per i comunisti staliniani - è utilizzata da loro come strumento per dividere il mondo in buoni e cattivi: per i jihadisti, i buoni sono loro che praticano la religione salafita rigorosa. Gli altri sono tutti impuri e quindi il compito che Dio assegna ai jihadisti è quello di eliminare gli impuri che inquinano la società. Questo è il carattere terribilmente pericoloso di questo fenomeno. Essi usano la religione come strumento per la separazione della società in due parti. E chi è dalla parte sbagliata deve essere cancellato, non per quello che fa, cioè azioni o atti che possano mettere in pericolo la vera fede, ma per quello che è. È una nuova forma di totalitarismo di cui la religione è uno strumento».
Ma questo tipo di convinzione è nel miliziano ed è anche nel capo oppure il capo utilizza il miliziano?
«Il miliziano che arriva da Londra dove faceva il medico e il miliziano che arriva da Tunisi per combattere in Siria e Iraq sono trascinati dalla tentazione totalitaria, dal piacere di sentire di essere dalla parte giusta del mondo».
È questo è il motivo dell’appeal dell’Isis anche tra gli occidentali?
«Secondo me, sì. È un’avventura trascinante, emotivamente affascinante il sapere di essere dalla parte giusta del mondo, di essere tra i puri».
Ho letto che per il giovane musulmano che sta a Londra, quanto più la società londinese si mostra tollerante verso la sua religione, tanto più per lui diventa odiosa.
«È vero: se ti sequestrano in un Paese musulmano, l’unica cosa da non fare è dire di essere una persona indifferente al problema religioso. Ti ammazzano immediatamente. Per loro è meglio un praticante di qualsiasi fede, anche sbagliata, che uno che dice: “Per me la religione è l’oppio dei popoli, è una fregatura”. Quello è inconcepibile per loro.
L’ossessione dell’unità, poi, è quello che impedisce, secondo me, ai popoli musulmani di praticare davvero la democrazia: nella mentalità musulmana, il concetto che esistano più verità, e che queste verità si possano scambiare secondo un calcolo numerico, è eresia. Il mondo è tutto concentrato nella cifra uno: un Dio, un libro, un popolo».
Per la cultura islamica, dunque, la democrazia non è adatta?
«È molto complicata».
E’ legittima allora la prevenzione della gente verso gli islamici, visti come qualcosa di diverso e difficilmente conciliabile con la nostra cultura e il nostro modo di vita?
«Il problema è che i musulmani hanno fatto tante rivoluzioni - di cui le Primavere arabe sono le ultime - ma tutti questi movimenti rivoluzionari inevitabilmente e rapidamente sono tornati alla casella dell’autoritarismo, del rais, del capo, perché è nella loro identità. La verità è una e allora anche il capo deve essere uno. Per l’Occidente, la democrazia è la legittimazione della confusione, anche se virtuosa, nel senso che nessuno è depositario della formula giusta. Questo per un musulmano è inaccettabile: è il disordine, è un atto contro Dio che è ordine. Poi è anche possibile che si trovi qualche forma di democrazia per quel mondo, ma non il nostro tipo di democrazia. È un mondo che non capiamo, che cerchiamo di imbullonare dentro idee come quella che l’Islam sia una religione tollerante, pacifista: esiste anche questo, ma attualmente prevale l’altro, quelli vogliono rifare il califfato e cacciare quelli che non sono musulmani. Tra l’altro, l’Isis ha messo su un Welfare state. Questo nei giornali non lo scriviamo: pensiamo che a Mosul ci siano bande di assassini che girano per le strade, violentano le donne. Non è così: le prime cose che hanno fatto gli islamisti dell’Isis a Mosul sono state riaprire i forni perché la gente potesse comprare il pane, obbligare i dipendenti pubblici ad andare al lavoro come quando c’era il governo centrale, riaprire le scuole. Questa è gente che vuole restare, non va lì per saccheggiare. E noi continuiamo a pensare che sono una banda di folli criminali che, chissà come, si è impadronita di un territorio grande come la Francia e sta lì, massacra, ruba, uccide. Fa anche quello, però è uno Stato, c’è un’amministrazione».
È questa la differenza tra Al Qaida e Isis?
«Questa è la novità: i jihadisti non si muovono da lì per i prossimi 30 anni se qualcuno non va lì con forze, che attualmente non abbiamo, per cacciarli. Il califfo non è Bin Laden che stava nascosto nella grotta. Questa è una cosa completamente nuova: c’è una frontiera di due Stati che è stata disintegrata, creando una frontiera nuova che nelle carte geografiche non c’è. Le carte geografiche del mondo oggi sono false. La grande trovata pubblicitaria del califfato è stato dire: “Io sono il califfo, voglio ricostruire il grande califfato del VI secolo”. Cosa che Bin Laden non ha mai neanche osato pensare. Questo è pericoloso, perché c’è un progetto, non è la follia di quattro fanatici: l’islamismo non è un problema psichiatrico, ma politico e, quindi, molto più difficile da risolvere. Al Qaida e l’Isis sono due cose diverse: Al Qaida è il precursore primitivo di un progetto politico completamente diverso».
Obama scrive a Khamenei e non disdegna anche di dialogare con Assad: l’Isis può creare delle nuove strane alleanze?
«Diciamo che il califfo ha già sconvolto le carte del passato e questo è già un enorme risultato politico. Il fatto di avere costretto il presidente Obama, che l’anno scorso voleva bombardare Assad, a fornirgli l’Aviazione, ha una influenza pubblicitaria enorme a favore dell’Isis perché Assad è odiato. Per i jihadisti, quindi, adesso l’America scopre le carte: come dicevano loro, è alleata di Assad. E poi, attenzione a dialogare con l’Iran: Teheran è parte del mondo islamico, ma è sciita. E i sunniti odiano gli sciiti, li considerano atei, eretici pericolosi. Per cui, alleandoti con l’Iran, ti porti dietro l’odio di tutto il mondo sunnita, che è esattamente quello che vuole il califfo: unificare i sunniti in un’alleanza mondiale. Tutto questo è l’espressione della confusione della politica Usa».
Ma qual è l’effettiva forza militare e capacità offensiva dell’Isis contro l’Occidente?
«La Cia a un certo punto ha detto che l’Isis aveva 3.000 combattenti, un mese dopo siamo saliti a 40.000. C’è qualcosa che non funziona in questi numeri. Diciamo che il califfo non ha più un gruppo terroristico, ma un esercito regolare: hanno preso carri armati, artiglieria pesante, trasporto truppe - tutti mezzi americani di ultima generazione - che gli Usa avevano fornito agli sciiti che, quando sono scappati, non li hanno distrutti. Al Qaida era un problema di tipo terroristico, quindi di polizia: fa spendere soldi, inceppa l’economia, insinua batteri pericolosi nella società democratica, ma è un problema di polizia. Quest’altro è invece un problema militare: bisogna andare lì con la fanteria e occupare un territorio enorme, ostile per la sua stessa natura e soprattutto prevedere che in realtà questa sfida militare non si limiti a quel luogo, ma che sia già estesa ad altri luoghi: Sael, Libia, Nigeria, Somalia, Repubblica Centrale Africana, Afghanistan. È la teoria guevarista della moltiplicazione dei fuochi rivoluzionari. L’insurrezione globale islamica usa un classico sistema per indebolire il nemico: tanti Vietnam per disperdere le forze dell’avversario, che non ha i mezzi economici per essere ovunque».
Sei il giornalista che salva la categoria rispetto alla ventata internettiana: con internet non c’è più bisogno di andare, di vedere. Tu dici “Sono uno di quelli che vedo e racconto”, ma lavori in un giornale tra i più avanti nell’innovazione: ti senti uno del secolo scorso?
«Per molti aspetti sì. Resto dell’idea che il giornalismo non è una tecnica e tanto meno una tecnologia. Il giornalismo è racconto e il racconto nasce dall’essere in un posto e vedere delle cose, anche una parte minimale della realtà. Ci possono essere tutti gli internet, i satellitari e i marchingegni possibili, ma alla fine resterà quello: il racconto. Questo vale a tutti i livelli, sia che fai l’inviato sia che racconti il quartiere cittadino: il giornalismo sono gli essere umani che incontri nelle tue frequentazioni. Se conosco molto bene uno strumento tecnico, non faccio giornalismo: faccio l’archivista, sono a 10.000 anni luce dall’atto giornalistico. Entro nel giornalismo nel momento in cui io vado in una situazione e la racconto».
Accennavi prima a qualche rappresentazione impropria, non proprio corrispondente al vero, di fatti e realtà in Medio Oriente. Quali sono le maggiori mistificazioni che ti sei trovato a rivedere?
«Rispetto a questo terribile fenomeno, l’incapacità di cogliere il passaggio dalla fase terroristica alla fase militare e politica. Io sono rimasto fermo ad Eraclito e al logos: le cose sono le parole con cui le definisci. Se tu un serpente lo chiami gatto e poi cerchi di accarezzarlo come fai col gatto, quello ti morde e muori. Noi continuiamo a chiamare questo fenomeno nuovo con le parole che usavamo per Al Qaida 15 anni fa: è lì il problema. E poi l’incapacità di rendersi conto della rapidità con cui questi fenomeni si trasformano in realtà. Sono stato liberato a settembre dell’anno scorso: allora non c’era il califfato, l’Isis era un movimentino tra i tanti che c’erano nel Nord della Siria; ora c’è uno Stato, un esercito e una comunicazione islamica. Sì, perché questa è gente che manovra la tecnologia dell’informazione meglio di noi o degli americani. I video che hanno fatto di queste terribili esecuzioni sono girati secondo una scenografia e una regia molto sofisticate. Altro che gente che vive nel Medio Evo! Bisogna stare attenti, non c’è la percezione di questo: se leggi i giornali, trovi le crocefissioni e poi l’intervista all’imam italiano che dice che i jihadisti sono dei sanguinari. Ma quello che è fuori dal mondo è l’imam italiano che, se andasse non a Mosul, ma anche in qualche quartiere del Cairo o di Tunisi, dopo due minuti sarebbe linciato. Questa è la verità».
Una interessante proposta per capire chi è davvero mussulmano non violento venerdì 5 dicembre 2014
http://cultura-cristiana.blogspot.it/20 ... apire.html"Secondo voi possiamo fermare o addirittura sconfiggere il terrorismo islamico promuovendo e investendo nel dialogo tra cristiani e musulmani? È possibile che i cosiddetti musulmani "moderati" sottoscrivano non solo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo delle Nazioni Unite - a cui finora non ha aderito nessuno Stato islamico - ma si spingano fino a prendere le distanze dai versetti del Corano in cui Allah ordina di uccidere gli ebrei, i cristiani, gli infedeli e gli apostati?
Sam Salomon, musulmano convertito al cristianesimo, ha elaborato una "Proposta per una Carta di Intesa dei Musulmani a pro dei Non-Musulmani", estremamente dettagliata sul piano dei contenuti e vincolante sul piano delle responsabilità. Ve la presento lasciando a voi il giudizio. E soprattutto sarà determinante la verifica dell'eventuale adesione dei musulmani.
PREFAZIONE
Il modo europeo occidentale di vedere la religione, raggiunto dopo secoli di spargimenti di sangue, conflitti e divisioni, intende la religione come una questione privata di fede e coscienza. I fondamentalisti islamici non condividono questo punto di vista. Non credono in uno stato nazione, nella democrazia, nell’eguaglianza delle donne o nella tolleranza. Credono nella teocrazia islamica, in una società universale musulmana, la Umma, basata sulle regole politiche in accordo con il Corano e la Sunna.
Questi punti di vista sono semplicemente incompatibili con la democrazia liberale occidentale, e abbiamo visto dove possono portare queste interpretazioni religiose estremiste, basti l'esempio dell'ISIS. L’occidente è stato estremamente lassista nel riconoscere la minaccia posta alla sua sicurezza, libertà, valori e alla compattezza della società da parte del fondamentalismo islamico. Le atrocità commesse ripetutamente dai terroristi sia del passato ed in corso (Boko Haram, ISIS, Al Qaeda e altri) hanno mostrato quanto pericoloso possa essere questo credo.
I fondamentalisti islamici comunque hanno guadagnato molto nella propaganda di guerra convincendo molti non-musulmani che loro sono i veri rappresentanti dell’Islam, mentre altre voci dei musulmani moderati inseguono lo slogan che questi terroristi non lo sono affatto, perfino ribadito per bocca del Presidente Barack Obama, poi dal Primo Ministro Britannico Cameron e, recentemente in Italia, per bocca della Onorevole Laura Boldrini.
La vasta maggioranza dei musulmani - che i cosiddetti “non-musulmani” incontrano nella vita di ogni giorno - sono persone comuni, rispettabili, rispettosi della legge e grandi lavoratori. I governi e le società occidentali devono offrire loro sostegno, e contemporaneamente mantenere una posizione ferma contro l'estremismo islamico.
Un grosso passo verso questo processo è questa “Proposta per una Carta di intesa con i musulmani. La Carta permette ai musulmani di tutte le convinzioni di spiegare chiaramente che rigettano le interpretazioni estremiste dei loro testi religiosi dove si promuove o si giustifica la violenza e si porta l’Islam in conflitto con il mondo moderno. La Carta afferma che vogliono godere le libertà dell’Occidente e vivere da persone che rispettano la legge e che amano la pace. Spero caldamente che questi gruppi che dichiarano di rappresentare i musulmani decideranno di firmare e abbracciare questo documento.
INTRODUZIONE
Se l’islam è una religione di pace, come viene assicurato dalla comunità musulmana e dal suo clero, gli atti di terrorismo commessi in suo nome sono gli atti di pochi individui deviati che hanno frainteso e mal interpretato i suoi insegnamenti; in tal caso l’Islam è del tutto innocente rispetto alla violenza e al terrorismo che ogni tanto gli viene attribuito.
Di conseguenza, da questa premessa, ci si dovrebbe aspettare che alla luce delle attuali minacce terroristiche perpetrate da parte di alcuni nel nome dell’Islam, i fedeli e gli studiosi più autorevoli convochino una conferenza generale dei suoi ulema, gli studiosi piú preparati, per discutere le dichiarazioni presentate in questa Carta. Essi non dovrebbero avere obiezioni a firmare questo documento e a sostenerne il suo contenuto, sia nella lettera che nello spirito, nel nome dell’Islam e per il benessere delle società che li ospitano e, piú in generale, dell’umanità.
Facciamo appello alle organizzazioni che rappresentano la religione islamica come il Consiglio europeo della Fatwa (European Council of Fatwa), Consiglio islamico britannico (Muslim Council of Britain), Al-Aghar, l’Organisation of Islamic Conference, la Lega Mondiale musulmana (Muslim World League) e tutti i suoi affiliati, corpi islamici nazionali e internazionali, per sottoscrivere e firmare questa proposta Carta come esempio per tutti i musulmani europei.
Ci si augura che i leader musulmani siano d’accordo sul fatto che chiunque devii dal percorso di questa Carta venga considerato su un percorso non-islamico e quindi venga considerato come emarginato dalla religione islamica, e quindi un non-musulmano.
Si auspica che almeno tutti i leader musulmani europei e le loro istituzioni, sia nazionali, che europee, firmeranno questa Carta come prima espressione del loro desiderio di vivere in pace con i paesi che li ospitano, come comunità rispettose della legge, amanti e promotori della pace, insieme ai loro vicini non- musulmani.
Qualunque tipo di rimostranza, reale o percepita, dovrà essere affrontata attraverso i canali adatti e non attraverso la violenza e il terrorismo.
Proposta per una Carta di intesa da noi Musulmani a pro dei Non-Musulmani
Preambolo
Noi sottoscritti, come rappresentanti delle comunità musulmane, nella nostra qualità di leader a vari livelli come mufti, ulema, imam, responsabili di comunità, capi di madrasse islamiche, muezzin, e tutti gli altri rilevanti incarichi, inclusi i liberi pensatori e leader delle organizzazioni non governative, così come quelli delle organizzazioni non a scopo di lucro, leader di giovani, leader di donne a tutti i livelli delle istituzioni islamiche, ci impegniamo a sostenere, promuovere diffondere e rispettare nella lettera e nello spirito, gli articoli di questa Carta.
Ci impegniamo all’affidamento e alla promozione di una coesistenza pacifica in tutta Europa nello spirito di una fratellanza estesa a tutta l’umanità, trattando tutti da uguali in accordo con i principi proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, dalla Dichiarazione universale dei Diritti umani delle Nazioni Unite (Assemblea Generale risoluzione 217-III del 1948), e dell’Accordo Internazionale sui Diritti Civili e Politici (1966).
Chiunque violi qualunque di questi articoli dichiarati e dettagliati di seguito verrà considerato come una persona estranea alla Casa dell’Islam, verrà denunciato come non- musulmano, e non troverà protezione nella comunità musulmana.
Articolo 1
Rispetteremo tutte le altre religioni non-musulmane in parola e in azioni, emettendo una chiara fatwa a effetto immediato che proibisce:
a) L’uso della forza e della violenza di qualunque tipo contro i seguaci di qualunque religione non-musulmana.
b) Le minacce tramite fatwa religiosa contro le istituzioni, o l'assassinio di individui o gruppi e seguaci di altre religioni che possono essere domiciliati nelle nostre località o in qualunque altro paese, sia esso a maggioranza musulmana o no.
c) L’uso di ogni tipo di forza in qualunque forma per qualunque rimostranza percepita o reale.
d) Proibire l'omicidio o attentato a qualunque civile o istituzione civile in paesi islamici e non-islamici come modo e mezzo di soluzione di qualunque nostra rimostranza.
Articolo 2
Rispetteremo e onoreremo tutte le civiltà, culture e tradizioni di altre nazioni e genti indipendentemente dalla loro origine etnica o religiosa.
Questo verrà raggiunto introducendo un chiaro programma educativo attraverso tutte le istituzioni e le realtà islamiche, così come organizzando speciali incontri per indirizzare i giovani:
a) Promuovendo la fratellanza di tutto il genere umano senza nessuna discriminazione o differenziazione etnica o religiosa.
b) Dichiarando l’eguaglianza di tutti gli uomini e donne e la profanità di nessuno di essi.
c) Promuovendo la validità e la viabilità della legge nazionale alla quale si aderirà in modo completo e che avrà precedenza sulla Sharia.
Articolo 3
Nello spirito del detto, “Non c’é costrizione nella religione” (Sura 2:256), ci impegniamo a sostenere il valore della libertà, e in particolare della libertà di religione e di espressione. I firmatari in calce dichiarano che la religione è una questione di scelta privata e personale. Non è né nel diritto di una comunità, né nel diritto di uno stato dettare o interferire in una personale scelta di fede.
a) Di conseguenza non ci saranno recriminazioni contro qualunque musulmano o non-musulmano che sceglie di cambiare, rifiutare o adottare un’altra fede sia all’interno della Casa dell’islam (House of Islam) di qualunque denominazione, sia di un’altra religione o fede non-islamica.
b) Questo concetto verrà riproposto come aspetto vincolante su tutta l’Europa e offerto per pubblicazione su giornali locali e nazionali in modo da evitare qualunque interpretazione scorretta.
Articolo 4
La base della legittimità degli atti islamici di terrore e della loro perpetuata violenza è l’autorità che ottengono dall’essere approvati dai leader religiosi. Queste dichiarazioni di approvazione sono conosciute come fatwe. Questa situazione è ora in fase di revisione in molte nazioni islamiche.
Coloro che violano questo regolamento sono passibili di severe sanzioni. Anche l’Arabia Saudita ha messo sul tavolo alcune proposte a questo scopo, e altri governi arabi islamici hanno commissionato uno studio riguardo a questo argomento. Gli stati nazionali devono considerare questo tipo di misura come una salvaguardia dalle strumentalizzazioni opportunistiche a danno del Corano e conseguentemente a danno dell’immagine dell’Islam nel mondo.
A seguito di questi articoli, i firmatari di questa Carta condannano e revocano il diritto di emettere qualunque fatwa che provocherebbe violenza contro individui non-musulmani o istituzioni.
a) Qualunque fatwa sarà nulla o annullata.
b) Il diritto di emettere una fatwa verrà limitata a uno specifico organismo, e soltanto " quell'organismo avrà il diritto di emettere fatwe religiose rilevanti.
c) Le fatwe emesse da qualunque altro organismo (sia individuale,sia istituzionale) al di là dell'organismo autorizzato verrà invalidata e non avrà effetto.
d) Nel caso che qualcun altro al di là dello specificato organismo emetta una fatwa, questa verrà considerata illegale e sarà responsabilità delle autorità governative consegnare il/la/i responsabili alla giustizia.
e) I firmatari di questa Carta coopereranno in modo completo con la polizia e le forze di sicurezza nel consegnare alla giustizia il/la/i responsabili, incluse eventuali misure di coercizione, quando risultino opportune.
Articolo 5
In qualità di persone che amano e promuovono la pace in Europa, e credendo unanimemente che l’Islam sia una religione di pace che promuove la cooperazione e la collaborazione di tutte le persone, indipendentemente dalla loro religione o origine, etnia o genere:
a) La nozione e tutti gli insegnamenti della jihad fisica violenta sono da considerarsi non validi, inopportuni e irrilevanti, e quindi inapplicabili.
b) Di conseguenza tutti i versetti della jihad coranica che incoraggiano la violenza fisica, sia implicita o esplicita, o qualunque altra citazione di qualunque fonte islamica, sia della Sunna, sia dei detti del Profeta o degli studiosi più autorevoli, o dei leader della jihad, in qualunque momento o luogo, sono da considerarsi come inapplicabili, non validi e contrari all'islam.
c) Tutti i versetti coranici che potrebbero essere di natura provocatoria,sul piano religioso, etnico o discriminatorio riguardo al genere [maschile/femminile] sono da considerarsi solamente di valore storico e verranno considerati come non efficaci per il mondo di oggi.
d) Questi versetti verranno differiti o sospesi fino a che gli esperti non troveranno una soluzione per la loro interpretazione.
Articolo 6
Basandosi sull’accettazione dell'eguaglianza di tutto il genere umano, della fratellanza di tutti e della libertà e sacralità di ogni vita umana, in base al principio che "chiunque uccida una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità”, tutti gli atti di terrorismo contro soggetti non-musulmani sono proibiti, evitati e fuorilegge.
a) Non è giustificata alcuna missione suicida per nessuna ragione.
b) Nessuna operazione di jihad fisica violenta verrà considerata come sacra.
c) Nessuno che sceglie di morire in tale operazione verrà considerato un martire.
Articolo 7
Insieme combatteremo il terrorismo e faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per sradicarlo dalle nostre istituzioni attraverso:
a) Una piena cooperazione al nostro interno e con tutte le principali autorità, incluse quelle della Polizia e dei servizi di sicurezza.
b) Osservando e monitorando i sermoni delle moschee e altri programmi di insegnamento delle moschee per verificare l'esistenza di (eventuali) messaggi non in accordo con questa Carta.
c) Assicurandoci che vengano proclamate,in tutte le riunioni religiose e le conferenze, la cooperazione dei giovani e l’esistenza pacifica con i non-musulmani e che l’ideologia dell’odio venga sradicata.
d) Riferendo qualunque riunione sospetta o segreta di giovani cellule in qualunque delle nostre istituzioni.
e) Monitorando il web, tutte le pubblicazioni, inclusi i libri, CD, DVD, e tutti gli altri media, che servono alla causa di militanti islamici.
f) Assicurando la trasparenza e il pieno accesso alle autorità per verificare l'applicazione di questa Carta.
Articolo 8
Adotteremo una pacifica relazione con i non-musulmani e promuoveremo la pace:
a) Emettendo regolari fatwe che promuovono la pace e la fratellanza tra i musulmani e i non-musulmani come fondamentale insegnamento dell’Islam.
b) Producendo un chiaro programma che promuove la pace e il perdono tra tutti i gruppi di persone, indipendentemente dalla loro origine religiosa, culturale, linguistica o etnica.
c) Provvedendo a una chiara azione attraverso la promulgazione di leggi per espellere qualunque ufficiale musulmano o personale d’ufficio di qualunque livello che sia implicato o promuova qualunque insegnamento o attività non in accordo con questa Carta.
d) Proibendo qualunque preghiera anti-ebraica o anti-cristiana in qualunque momento, particolarmente in momenti di preghiera e altre riunioni religiose.
CONCLUSIONE:
*I versetti del Corano che le organizzazioni islamiche dovrebbero dichiarare di mero valore storico e oggi inefficaci, proprio per preservarlo e difenderlo da strumentalizzazioni da parte di coloro che si rendono colpevoli di una lettura impropria, distorta, bigotta, letteralista e criminosa per motivi personali e opportunistici e, tutto questo, a danno dei musulmani nel mondo, dei non-musulmani e della pace:
8.65 O Profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti. Ché in verità è gente che nulla comprende.
8. 39 Combatteteli finché non ci sia più politeismo , e la religione sia tutta per Allah. Se poi smettono?ebbene, Allah ben osserva quello che fanno.
4. 47 O voi che avete ricevuto la Scrittura, credete in quello che abbiamo fatto scendere a conferma di ciò che già avevate, prima che cancelliamo i volti e li rivoltiamo completamente e li malediciamo come abbiamo maledetto i violatori del Sabato. La decisione di Allah è sempre eseguita.
4.74 Combattano dunque sul sentiero di Allah, coloro che barattano la vita terrena con l'altra. A chi combatte per la causa di Allah, sia ucciso o vittorioso,daremo presto ricompensa immensa.
4. 76 Coloro che credono combattono per la causa di Allah, mentre i miscredenti combattono per la causa degli idoli. Combattete gli alleati di Satana. Deboli sono le astuzie di Satana.
8.60 Preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete [raccogliere] e i cavalli addestrati per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro e altri ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce. Tutto quello che spenderete per la causa di Allah vi sarà restituito e non sarete danneggiati.
8. 12 E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: « Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!
2. 191 Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti.
9.5 Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati . Se poi si pentono, eseguono l'orazione e pagano la decima , lasciateli andare per la loro strada. Allah è perdonatore, misericordioso.
9.29 Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati.
5. 33 La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso. La morte vi coglierà ovunque sarete, foss'anche in torri fortificate".
3.151 Ben presto getteremo lo sgomento nei cuori dei miscredenti, perché hanno associato ad Allah esseri ai quali Egli non ha dato autorità alcuna. Il Fuoco sarà il loro rifugio. Sarà atroce l'asilo degli empi.
5. 51 O voi che credete, non sceglietevi per alleati i giudei e i nazareni, sono alleati gli uni degli altri. E chi li sceglie come alleati è uno di loro . In verità Allah non guida un popolo di ingiusti.
5. 72 Sono certamente miscredenti quelli che dicono: « Allah è il Messia, figlio di Maria! ». Mentre il Messia disse: « O Figli di Israele, adorate Allah, mio Signore e vostro Signore». Quanto a chi attribuisce consimili ad Allah, Allah gli preclude il Paradiso, il suo rifugio sarà il Fuoco. Gli ingiusti non avranno chi li soccorra!
5. 73 Sono certamente miscredenti quelli che dicono: « In verità Allah è il terzo di tre». Mentre non c'è dio all'infuori del Dio Unico!
8.60 Preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete [raccogliere] e i cavalli addestrati per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro e altri ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce . Tutto quello che spenderete per la causa di Allah vi sarà restituito e non sarete danneggiati.
9.29 Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati.
*Testo del Corano, estratto dall’Edizione dell’UCOII a cura di Hamza Roberto Piccardo
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IMPEGNO PERSONALE
Io, sottoscrivo, come persona fisica, o come rappresentate ufficiale di un organizzazione, ad accettare di principio, la necessità di ri-esaminare e definire il significato e le applicazioni conseguenti di certi testi islamici e dottrine; e, mentre i contenuti riportati nella presente Carta “Proposta Carta di Intesa con i Musulmani” presuppone la necessità di ulteriori chiarimenti nelle nostre sedi più opportune e quando successivamente protocollate presso le sedi internazionali, fare rendere pubbliche attraverso i media a garanzia del nostro impegno.
Io affermo la mia credenza nel:
1. L’uguaglianza di tutti gli esseri umani davanti a Dio e alla legge.
2. Parità di diritti per le donne, in principio e pratica.
3. Rigettare la pratica della coercizione, intimidazione e violenza nel nome della religione.
4. Garantire libertà di qualsiasi religione e rigettare la pratica della persecuzione per coloro che si convertono da una fede ad un altra.
5. Tollerare tutte le religioni, e i loro aderenti oltre a rigettare tutti gli insegnamenti religiosi volti a discriminare i non-musulmani sulla base delle loro credenze religiose.