La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun gen 01, 2018 10:52 pm

Papa Francesco: "Non spegniamo la speranza che c'è nel cuore dei migranti"
Nel primo Angelus del 2018 il Papa torna sull'emergenza immigrazione: "Serve un mondo più solidale e accogliente"
Luca Romano - Lun, 01/01/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 79149.html

Papa Francesco nel suo primo Angelus del 2018 torna a parlare dell'emergenza immigrazione: "Come madre, Maria svolge una funzione molto speciale: si pone tra suo Figlio Gesù e gli uomini nella realtà delle loro privazioni, indigenze e sofferenze.

Intercede, consapevole che in quanto madre può, anzi, deve far presente al Figlio i bisogni degli uomini, specialmente i più deboli e disagiati. E proprio a queste persone è dedicato il tema della Giornata Mondiale della Pace che oggi celebriamo: ''Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace''. Desidero, ancora una volta, farmi voce di questi nostri fratelli e sorelle che invocano per il loro futuro un orizzonte di pace". Poi il Pontefice ha rivolto un appello perché le istituzioni possano assicurare ai migranti e ai rifugiati un avvenire con la pace: "Per questa pace, che è diritto di tutti, molti di loro - ha detto il Papa - sono disposti a rischiare la vita in un viaggio che in gran parte dei casi è lungo e pericoloso, ad affrontare fatiche e sofferenze. Non spegniamo la speranza nel loro cuore; non soffochiamo le loro aspettative di pace. È importante che da parte di tutti, istituzioni civili, realtà educative, assistenziali ed ecclesiali, ci sia l'impegno per assicurare ai rifugiati, ai migranti, a tutti un avvenire di pace". Papa Francesco infine ha ringraziato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per gli auguri: "Sulla soglia del 2018, rivolgo a tutti il mio cordiale augurio di ogni bene per il nuovo anno. Desidero ringraziare il Presidente della Repubblica Italiana per gli auguri che mi ha rivolto ieri sera nel suo messaggio di fine anno e che ricambio di cuore, auspicando per il popolo italiano un anno di serenità e di pace, illuminato dalla costante benedizione di Dio".


Gino Quarelo
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » gio gen 04, 2018 8:09 pm

Alcuni ex musulmani divenuti cattolici e i loro amici a Sua Santità Papa Francesco circa il suo atteggiamento nei confronti dell'islam

Si riporta qui di seguito il testo di una Lettera aperta a Papa Francesco. Chi lo desidera, può firmarla. Essa verrà presentata al Pontefice non appena sarà raggiunto un numero significativo di firmatari. Grazie a tutti coloro che vorranno perciò farla conoscere. Ad ogni buon fine, si rammenta che: «In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono [i fedeli], essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune e la dignità della persona» (Codice di Diritto Canonico, Can. 212 § 3):


http://exmusulmanschretiens.fr/355-2


Padre Santo,

Molti di noi, a più riprese e per diversi anni, abbiamo cercato di contattarla, ma non abbiamo mai ricevuto il minimo messaggio di avvenuta ricezione delle nostre lettere o richieste di colloquio. Lei non ama i convenevoli e noi neppure, ci consenta perciò di dirle con grande franchezza che non comprendiamo il suo insegnamento riguardo all’islam, quale noi lo leggiamo per esempio nei paragrafi 252 e 253 dell’ Evangelii gaudium, perché non tiene conto del fatto che, essendo l’islam venuto DOPO il Cristo, esso è, e non può che essere, un Anticristo (Cfr. 1 Gv 2.22), e uno dei più pericolosi al mondo, giacché si presenta come il compimento della Rivelazione (della quale Gesù non sarebbe stato altro che un profeta). Se l’islam è intrinsecamente una buona religione, come lei sembra insegnare, per quale ragione noi siamo divenuti cattolici? Le sue parole non mettono forse in dubbio la fondatezza della scelta che abbiamo fatto… a rischio della nostra vita? L’islam prescrive l’uccisione degli apostati (Corano 4.89; 8.7-11), forse che lei lo ignora? Come è possibile equiparare la violenza islamica e una presunta violenza cristiana ?! «Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele?» (2 Cor 6.14-17). In conformità con il Suo insegnamento (Lc 14,26), noi L’abbiamo preferito, Lui, il Cristo, alla nostra stessa vita. Non siamo forse ben posizionati per parlare con lei dell’islam ?

In effetti, dal momento che l’islam vuole che siamo il suo nemico, noi lo siamo, e tutte le nostre proteste di amicizia non potranno cambiare nulla a questa realtà. Da buon Anticristo, l’islam non esiste se non per essere il nemico di tutti: «Tra noi e voi è sorta inimicizia e odio [che continueranno] ininterrotti, finché non crederete in Allah, l’Unico!» (Corano 6.4). Per il Corano, i cristiani «sono impurità» (Corano 9.28), «di tutta la creazione […] i più abbietti» (Corano 98.6) e «saranno nel fuoco dell’Inferno» (ibidem), pertanto Allah li deve sterminare: «Li annienti Allah» (Corano 9,30). Non bisogna lasciarsi ingannare dai versetti coranici cosiddetti tolleranti, perché sono stati tutti abrogati dal versetto della Spada (Corano 9.5). Mentre il Vangelo annuncia la buona novella di Gesù morto e risorto per la salvezza di tutti, compimento dell’Alleanza che ebbe inizio con il popolo ebraico, Allah non ha altro da offrire se non la guerra e l’uccisione degli «infedeli» in cambio del suo paradiso: «[poiché] combattono sul sentiero di Allah, uccidono e sono uccisi» (Corano 9.111). Noi non facciamo confusione tra islam e musulmani, ma se per lei il «dialogo» è la via della pace, per l’islam esso è solo un modo diverso di fare la guerra. Perciò, come è già accaduto nei confronti del nazismo e del comunismo, il buonismo di fronte all’islam è una scelta suicida e molto pericolosa. Come si può parlare di pace e al tempo stesso cauzionare l’islam, come lei sembra fare ? «Strappare dai nostri cuori la malattia che avvelena le nostre vite […] Quelli che sono cristiani lo facciano con la Bibbia e quelli che sono musulmani lo facciano con il Corano» (Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, Roma, 20 gennaio 2014). Che il Papa intenda proporre il Corano come via di salvezza, non è forse qualcosa di inquietante? Dovremmo quindi tornare all’ islam?

La supplichiamo di non voler cercare nell’islam un alleato nella battaglia che sta conducendo contro le potenze che cercano di dominare e asservire il mondo, perché seguono tutti la medesima logica totalitaria, basata sul rifiuto della regalità di Cristo (Lc 4.7). Sappiamo che la Bestia dell’Apocalisse, la quale cerca di divorare la Donna e il suo Bambino, possiede molte teste… Allah, d’altronde, proibisce alleanze di questo genere (Corano 5.51)! E, soprattutto, i profeti hanno sempre rimproverato a Israele la sua volontà di allearsi con le potenze straniere, a discapito della fiducia assoluta che bisogna avere in Dio. Certo, è forte la tentazione di pensare che un discorso a favore dell’islam potrebbe risparmiare ulteriori sofferenze ai cristiani nei paesi divenuti musulmani; ma, a parte il fatto che Gesù non ci ha mai indicato altro cammino se non quello della Croce, ragion per cui noi dobbiamo trovare in essa la nostra gioia e non invece fuggirla come fanno tutti i dannati, non dubitiamo affatto che solo la proclamazione della Verità possa apportare, insieme con la salvezza, anche la libertà (Gv 8.32). Il nostro dovere è quello di rendere testimonianza alla verità, «in ogni occasione opportuna e non opportuna» (2 Tm 4.2), e la nostra gloria è quella di poter dire con san Paolo: «Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso» (1 Cor 2.2).

In correlazione con il discorso di Sua Santità sull’islam, proprio mentre il Presidente Erdogan, tra gli altri, chiede ai suoi compatrioti di non integrarsi nei paesi di accoglienza e l’Arabia Saudita, insieme con tutte le petromonarchie, non accoglie alcun profugo ― fatti rivelatori questi, fra tanti altri, del progetto di conquista e d’islamizzazione dell’Europa, ufficialmente proclamato dall’OCI (Organizzazione della Conferenza Islamica) e da altre organizzazioni islamiche ormai da decenni―, lei, Santo Padre, predica l’accoglienza dei migranti senza tener conto del fatto che essi sono musulmani e che il comandamento apostolico ne fa divieto: «Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo. Poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse» (2 Gv 1.10-11); «Se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema!» (Gal 1.8-9).

Allo stesso modo in cui «Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare» (Mt 25.42) non può significare che Gesù avrebbe voluto essere un parassita, allo stesso modo «Ero forestiero e non mi avete ospitato» non può significare «Ero un invasore e mi avete accolto», bensì: «Ho avuto bisogno della vostra ospitalità per un certo tempo, e voi me l’avete accordata». Il termine ξένος (Xénos) nel Nuovo Testamento non rimanda unicamente al significato di straniero, ma anche a quello di ospite (Rom 16.23; 1 Cor 16.5-6; Col 4.10; 3 Gv 1.5). E quando YHWH, nell’Antico Testamento, comanda di trattare bene gli stranieri perché anche gli Ebrei sono stati stranieri in Egitto, ciò è a condizione che lo straniero si integri con il popolo eletto al punto da accettarne la religione e praticarne il culto… In nessun caso si tratta di accogliere uno straniero che intende conservare la propria religione e i propri costumi! Pertanto, non comprendiamo come lei possa perorare la causa dei musulmani che vogliono praticare la loro religione in Europa. Il significato delle Sacre Scritture non deve essere stabilito dai propugnatori del mondialismo, ma permanendo nella fedeltà alla Tradizione. Il Buon Pastore è colui che scaccia il lupo, non certo chi lo fa entrare nel recinto delle pecore.

Il discorso pro-islam di Sua Santità ci spinge a deplorare che i musulmani non siano invitati ad abbandonare l’islam e che tanti ex musulmani, come Magdi Allam, abbiano lasciato la Chiesa, scoraggiati dalla sua vigliaccheria, addolorati dai suoi gesti equivoci, confusi dalla mancanza di evangelizzazione, scandalizzati dall’elogio tributato all’islam… In questo modo le anime ignoranti si trovano confuse e i cristiani non si preparano al confronto con l’islam, al quale sono stati sollecitati da san Giovanni Paolo II (Ecclesia in Europa, n. 57). Abbiamo l’impressione che il suo confratello Mons. Nona Amel, arcivescovo cattolico caldeo, esiliato da Mosul, abbia parlato nel deserto: «Le nostre sofferenze attuali sono il preludio di quelle che voi, Europei e cristiani occidentali, soffrirete in un prossimo futuro. Io ho perso la mia diocesi. La sede della mia Arcidiocesi e del mio apostolato è stata occupata dagli islamisti radicali, i quali ci vogliono convertiti o morti (…). Voi accogliete nel vostro paese un numero sempre crescente di musulmani. Siete anche voi in pericolo. È necessario che prendiate decisioni forti e coraggiose (…). Voi pensate che tutti gli uomini siano uguali, ma l’Islam non dice affatto che tutti gli uomini sono uguali (…). Se non comprendete questo molto in fretta, diventerete le vittime del nemico che avete accolto in casa vostra» (9 agosto 2014; cfr. inoltre qui). Si tratta di una questione di vita o di morte, e ogni atteggiamento compaciente nei confronti dell’islam di compiacenza di fronte all’islam è un tradimento. Noi non vogliamo che l’Occidente continui a islamizzarsi, né che lei vi contribuisca a ciò con la sua azione. Dove dovremmo andare a cercare di nuovo un rifugio?

Santità, ci consenta di chiederle di convocare al più presto un sinodo sui pericoli dell’ islam. Che cosa rimane della Chiesa nei paesi in cui si è insediato l’islam? Se essa vi possiede ancora diritto di cittadinanza, è solo nello status di dhimmitudine, a condizione cioè che non evangelizzi e che rinneghi in tal modo se stessa… Per amore della giustizia e della verità, la Chiesa deve proclamare alla luce del sole i motivi per i quali le argomentazioni addotte dall’islam per bestemmiare la fede cristiana sono false. Se la Chiesa ha il coraggio di fare questo, siamo certi che i musulmani, e anche tanti altri uomini e donne che sono alla ricerca del vero Dio, si convertiranno a milioni. Come lei ha ricordato : «Chi non prega Cristo, prega il Diavolo» (14.03.13). Se le persone sapessero di andare all’Inferno, darebbero la loro vita a Gesù (Cfr. Corano 3.55)…

Con il più profondo amore verso il Cristo, che attraverso di lei guida la Sua Chiesa, noi, cattolici provenienti dall’islam, con il sostegno di tanti nostri fratelli nella fede, in modo particolare quello dei cristiani d’Oriente e dei nostri amici, chiediamo a Sua Santità di voler confermare la nostra conversione a Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, unico Salvatore, per mezzo di un discorso franco e diretto sull’islam. Assicurandole la nostra preghiera nel Cuore dell’Immacolata, chiediamo la sua apostolica benedizione.

Lista dei nomi dei firmatari, con le rispettive e-mail (è ovvio che non tutti gli ex musulmani firmeranno questa Lettera, per timore di possibili rappresaglie):
...
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » ven gen 05, 2018 7:41 pm

Vaticano e Papa Francesco, Filippo Facci: "Il meno carismatico della storia. E la gente non va più in chiesa"
4 Gennaio 2018

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... toria.html

L’espressione «da quale pulpito» è di provenienza porporale, ma nel gergo comune indica chi predica bene e razzola male. Anche l’espressione «pontificare» è di provenienza porporale, ma comunemente indica chi assume un atteggiamento sussiegoso nella presunzione di dire cose importanti. Il problema è che le due espressioni, qui, vengono rispedite al mittente perché a pontificare (e da quale pulpito) è tornata a essere la Chiesa dei vescovi. In sostanza, dal primo gennaio, la Chiesa si è messa a promuovere una campagna contro l’astensione dal voto. Ha cominciato il vescovo di Como, Oscar Cantoni, che nella sua omelia dell’ultimo giorno dell’anno ha detto che «mancare al voto è da considerarsi un peccato di omissione», e di passaggio che «i leader politici populisti non possono assumere responsabilità di governo».

Poi, immediatamente dopo il giro di boa del 2018, eccoti la conferma più autorevole possibile: quella dell’Osservatore Romano, organo della Santa Sede, insomma del Papa. Il primo gennaio, a tre mesi dalle elezioni politiche, ha scritto del rischio di «alto astensionismo» riprendendo l’espressione usata nel discorso di fine anno dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e ha paventato che «nessuno degli schieramenti che si presenteranno alle urne» sia in grado di governare con una maggioranza solida. Manca nessuno alla campagna? Beh, Avvenire, il quotidiano della Cei (i vescovi) che a sua volta ha ripreso Mattarella e tutto il discorso sui pericoli dell’astensionismo e dell’instabilità.

Insomma, ci sono tutti, e tutti a questo punto meritano la domanda: da quale pulpito pontificate, monsignori? Tanto per cominciare, fu proprio la Chiesa a teorizzare e a promuovere l’astensione quando le faceva comodo: accadde nel 2005 per il referendum sulla procreazione assistita. Siccome era noto che la maggioranza dei votanti si sarebbe espressa a favore (democraticamente) la Chiesa non si preoccupò di sostenere le ragioni del “No”, ma di far fallire direttamente il referendum invitando a non votare affinché il quorum non fosse raggiunto. Contava il risultato, non la democrazia: e l’ebbero vinta.

Poi, sempre a proposito di pulpiti e di prediche, vien da chiedersi con quale legittimazione la Chiesa tuoni contro l’astensionismo (e annesse colpe della politica) quando proprio sotto il papato di Bergoglio si è raggiunto il vertice dell’astensione degli italiani dalle chiese, che ormai sono vuote.

I dati Istat sono quelli che sono: entra in chiesa una volta alla settimana una persona su quattro. E sono sempre meno: durante il pontificato di Benedetto XVI la partecipazione superava il 30 per cento.

La percentuale di chi non mette mai piede in chiesa è aumentata dal 18,2 per cento (nel 2007) al 23 di oggi. E non parliamo neppure del mondo giovanile: nel segmento tra i diciotto e i 24 anni si è perso il 30 per cento degli osservanti. Altro che «effetto Bergoglio».

Popolare e soprattutto mediatico, secondo le cifre, Papa Francesco mantiene stabile soltanto il numero di coloro che si professano genericamente cattolici non praticanti (come per non sbagliare) e che al massimo vedono il Papa in televisione, un po’ come capita a una politica sovraesposta con cui la Chiesa condivide un medesimo destino: una banalizzazione, un effetto overdose da mediaticità che ne rende sin troppo squallidamente terreno il magistero.

Papa Francesco è senz’altro il pontefice meno carismatico della Storia, e ora spiega alla politica come c'è riuscito. Ma la politica, ormai da molto tempo, ha già fatto da sé. Da quale pulpito. A quale pulpito.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » sab gen 06, 2018 7:26 am

Papa: "Si respira aria malsana per i pregiudizi contro stranieri e diversi". "Rotto patto educativo fra istruzione, famiglia e Stato"
Udienza in Vaticano ai maestri cattolici: "Promuovere la cultura dell'incontro". Francesco bacchetta tutti sulla scuola. Poi parla di ambiente: "No a schizofrenia verde, difendere Amazzonia e diritti"
05 gennaio 2018

http://www.repubblica.it/cronaca/2018/0 ... /?ref=fbpr

CITTÀ DEL VATICANO - "Liberarci dal pregiudizio diffuso secondo il quale per valere bisogna essere competitivi, aggressivi, duri verso gli altri, specialmente verso chi è diverso, straniero o chi in qualsiasi modo è visto come ostacolo alla propria affermazione: questa purtroppo è una 'aria' che spesso i nostri bambini respirano e il rimedio è fare in modo che possano respirare un'aria diversa, più sana, più umana".

È l'esortazione di papa Francesco durante il discorso nella sala Clementina del palazzo Apostolico, rivolto ai rappresentanti dell'Aimc, l'Associazione italiana maestri cattolici, ricevuti in Vaticano. Parlando con i maestri, il Pontefice tocca tutti i temi di più stringente attualità affrontandoli, com'è nel suo stile, con un linguaggio immediato e diretto. E così bacchetta il mondo della scuola, invita a ricreare il patto educativo scuola-famiglia-Stato, pone l'educazione ecologica come una priorità, lamenta il fatto che ci si preoccupa per alberi e animali ma non per lavoratori e anziani.

SCUOLA: "PROMOUOVERE LA CULTURA DELL'INCONTRO"
Il Pontefice invita a "promuovere la cultura dell'incontro" e incoraggia a farlo "se possibile, in maniera ancora più capillare e incisiva. In effetti, in questa sfida culturale sono decisive le basi che vengono poste negli anni dell'educazione primaria dei bambini", osserva. "Gli insegnanti cristiani, sia che operino in scuole cattoliche sia in scuole statali, sono chiamati a stimolare negli alunni l'apertura all'altro come volto, come persona, come fratello e sorella da conoscere e rispettare, con la sua storia, i suoi pregi e difetti, ricchezze e limiti. La scommessa - sottolinea il Papa - è quella di cooperare a formare ragazzi aperti e interessati alla realtà che li circonda, capaci di cura e di tenerezza".

SCUOLA, FRANCESCO BACCHETTA TUTTI
"L'alleanza educativa tra la scuola e la famiglia" è uno dei punti "di riflessione e di impegno" proposti dal Papa ai maestri cattolici. "Io sono convinto che il patto educativo è rotto", ha detto. "È rotto il patto educativo tra famiglia scuola e Stato. Bisogno ricostruirlo".

"Tutti sappiamo - ha aggiunto Francesco - che questa alleanza è da tempo in crisi, e in certi casi del tutto rotta. Una volta c'era molto rinforzo reciproco tra gli stimoli dati dagli insegnanti e quelli dati dai genitori. Oggi la situazione è cambiata, ma non possiamo essere nostalgici del passato. Bisogna prendere atto dei mutamenti che hanno riguardato sia la famiglia sia la scuola, e rinnovare l'impegno per una costruttiva collaborazione, per il bene dei bambini e dei ragazzi". Insomma, "bisogna ricostruire il patto educativo".

E dal momento che "questa sinergia non avviene più in modo 'naturale'", ha osservato il Pontefice, "bisogna favorirla in modo progettuale, anche con l'apporto di esperti in campo pedagogico". "Ma prima ancora bisogna favorire una nuova 'complicità' tra insegnanti e genitori". Anzitutto, ha spiegato, "rinunciando a pensarsi come fronti contrapposti, colpevolizzandosi a vicenda, ma al contrario mettendosi nei panni gli uni degli altri, comprendendo le oggettive difficoltà che gli uni e gli altri oggi incontrano nell'educazione, e così creando una maggiore solidarietà".

"NO A SCHIZOFRENIA VERDE, DIFENDERE AMAZZONIA E DIRITTI"
Bisogna "educare a uno stile di vita basato sull'atteggiamento della cura per la nostra casa comune che è il creato. Uno stile di vita che non sia schizofrenico, che cioè, ad esempio, si prenda cura degli animali in estinzione ma ignori i problemi degli anziani; o che difenda la foresta amazzonica ma trascuri i diritti dei lavoratori ad un giusto salario, e così via". "L'ecologia a cui educare - ha spiegato il Papa - dev'essere integrale. E soprattutto l'educazione deve puntare al senso di responsabilità: non a trasmettere slogan che altri dovrebbero attuare, ma a suscitare il gusto di sperimentare un'etica ecologica partendo da scelte e gesti di vita quotidiana".

"NON AVERE PAURA DI CONFLITTI IN ASSOCIAZIONI"
Essere e fare associazione "è un valore da non dare per scontato, ma da coltivare sempre, e i momenti istituzionali come il Congresso servono a questo". "Vi esorto - ha detto rivolto ai maestri - a rinnovare la volontà di essere e fare associazione nella memoria dei principi ispiratori, nella lettura dei segni dei tempi e con lo sguardo aperto all'orizzonte sociale e culturale - aggiunge - Non abbiate paura delle differenze e anche dei conflitti che normalmente ci sono nelle associazioni laicali; non nascondeteli, ma affrontateli con stile evangelico, nella ricerca del vero bene dell'associazione, valutato sulla base dei principi statutari. L'essere associazione è un valore ed è una responsabilità".


Gino Quarelo
Beh se uno stato è tutto ciò e se i suoi insegnanti lo promuovono contro i cittadini mi pare più che giusto che il patto si rompa e che questi insegnanti siano presi a calci nel culo:

I primati dello stato italiano e dell'Italia in Europa e nel mondo
viewtopic.php?f=22&t=2587

Mostruosità italiane o italiche
viewtopic.php?f=196&t=2524

Parassiti, bugiardi, manipolatori dei diritti umani e ladri di vita ma che si propongono come presuntuosi e arroganti salvatori degli uomini e dell'umanità, solo che laddove questi operano spesso e volentieri la gente muore.
viewtopic.php?f=205&t=2668

Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
viewtopic.php?f=25&t=2484

Criminali e irresponsabili difensori dell'Islam o nazismo maomettano
viewtopic.php?f=188&t=2263

Pensa prima alla tua gente e al tuo paese che ne hanno bisogno, invece che agli africani e all'Africa
viewtopic.php?f=205&t=2681
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » mar gen 09, 2018 1:53 am

??? Che personaggio orrendo !!!

Papa Francesco: "I migranti sono delle persone, basta alimentare paure"
08/01/2017

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ ... 802a.shtml


"Non si può dimenticare - ha affermato il Pontefice nel tradizionale discorso di inizio anno al corpo diplomatico - la situazione di famiglie spezzate a causa della povertà, delle guerre e delle migrazioni. Abbiamo fin troppo spesso dinanzi ai nostri occhi il dramma di bambini che da soli varcano i confini che separano il sud dal nord del mondo, sovente vittime del traffico di esseri umani".

"Governanti pratichino virtù della prudenza" - Il Santo Padre ha citato poi il suo messaggio per la Giornata mondiale della pace: "Pur riconoscendo che non sempre tutti sono animati dalle migliori intenzioni, non si può dimenticare che la maggior parte dei migranti preferirebbe stare nella propria terra, mentre si trova costretta a lasciarla a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale. Praticando la virtù della prudenza, i governanti sapranno accogliere, promuovere, proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, 'nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso'".

"Grazie all'Italia sui migranti, non giungano chiusure" - "Desidero poi esprimere particolare gratitudine all'Italia che in questi anni ha mostrato un cuore aperto e generoso e ha saputo offrire anche dei positivi esempi di integrazione", ha affermato il Papa, il cui "auspicio è che le difficoltà che il Paese ha attraversato in questi anni, le cui conseguenze permangono, non portino a chiusure e preclusioni, ma anzi ad una riscoperta di quelle radici e tradizioni che hanno nutrito la ricca storia della Nazione e che costituiscono un inestimabile tesoro da offrire al mondo intero".

"Sì a status quo Gerusalemme, non aggravare scontri" - Il "Un pensiero particolare rivolgo a Israeliani e Palestinesi, in seguito alle tensioni delle ultime settimane", ha detto il Papa al Corpo diplomatico. La Santa Sede, "nell'esprimere dolore per quanti hanno perso la vita nei recenti scontri, rinnova il suo pressante appello a ponderare ogni iniziativa affinche' si eviti di esacerbare le contrapposizioni, e invita ad un comune impegno a rispettare, in conformità con le pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite, lo status quo di Gerusalemme, città sacra a cristiani, ebrei e musulmani".

"Trovare soluzione politica per Gerusalemme" - "Settant'anni di scontri rendono quanto mai urgente trovare una soluzione politica che consenta la presenza nella Regione di due Stati indipendenti entro confini internazionalmente riconosciuti - ha aggiunto il Pontefice -. Pur tra le difficoltà, la volontà di dialogare e di riprendere i negoziati rimane la strada maestra per giungere finalmente ad una coesistenza pacifica dei due popoli".

"Tutelare libertà di fede, contro estremismi e persecuzioni" - Bergoglio ha rivolto poi l'attenzione alla tutela della libertà di fede: "Purtroppo è noto sia sovente disatteso - ha sottolineato - e non di rado la religione divenga o l'occasione per giustificare ideologicamente nuove forme di estremismo o un pretesto per l'emarginazione sociale, se non addirittura per forme di persecuzione dei credenti".

"Curare la Terra, ridurre emissioni e rispettare impegni di Parigi" - Secondo Papa Francesco, "tra i doveri particolarmente impellenti vi è oggi quello di prendersi cura della nostra Terra. I cambiamenti climatici, con l'innalzamento globale delle temperature e gli effetti devastanti che esse comportano, sono anche conseguenza dell'azione dell'uomo. Occorre dunque affrontare, in uno sforzo congiunto, la responsabilità di lasciare alle generazioni che seguiranno una Terra più bella e vivibile, adoperandosi, alla luce degli impegni concordati a Parigi nel 2015, per ridurre le emissioni di gas nocivi all'atmosfera e dannosi per la salute umana".
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » gio gen 11, 2018 2:35 pm

Vaticano, Papa Francesco e lo scandalo di monsignor Galantino: cristiani trucidati? Lui pensa ai profughi
10 Gennaio 2018
di Gianluca Veneziani

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... w.facebook

Monsignor Nunzio Galantino, parroco di Cerignola arrivato alla Cei, è il prototipo del vescovo più papista del Papa: se Francesco sostiene che bisogna accogliere i migranti, lui afferma che occorre spalancare le porte; se Bergoglio predica la retorica dell’integrazione, lui subito prende iniziativa e fa in modo che quei profughi, da noi, ci arrivino davvero e ci restino pure. Naturalmente questa sua attenzione terzomondista si acuisce in occasione di appuntamenti speciali, come la Giornata mondiale - di cui veramente non sentivamo bisogno - del migrante e del rifugiato, in programma il prossimo 14 gennaio, all’insegna di quattro imperativi “Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare”. Nel presentare le iniziative della Chiesa previste quel giorno, il segretario della Cei (ormai acronimo di Comunità degli Emigrati in Italia), non si è lasciato sfuggire l’opportunità di pronunciare un sermone a favore del Buon Profugo, e contro coloro che vorrebbero sfruttarlo, cacciarlo o screditarlo.

«L’immigrazione rischia di essere ridotta a merce elettorale e affrontata in un clima da stadio», ha tuonato. Ora, detto da uno che dell’immigrazione ha fatto la principale merce retorica, suona un tantino paradossale. Perché, da quando c’è Bergoglio sul soglio pontificio e Galantino alla guida della Cei, l’immigrazione è diventata l’oggetto per eccellenza del messaggio e della missione pontificali, il più ricorrente argomento di omelie e dichiarazioni pubbliche, nonché il più urgente problema della Chiesa e della comunità cattolica tutta.

E questo è abbastanza interessante perché, se i migranti sono materia della narrazione bergogliana e galantiniana, non possono essere certo i destinatari dei loro pronunciamenti evangelici. In quanto appartengono, per lo più, a una comunità religiosa diversa, vengono da un altro mondo e credono in un altro Dio. Così il messaggio di Galantino e Francesco si rivolge bizzarramente ai lontani e non ai vicini, è mirato ai non cristiani, senza nessuna pretesa di fare breccia su di loro (lo scopo dei loro discorsi non è infatti convertirli).

Coloro che invece dovrebbero essere i principali beneficiari delle parole delle massime autorità ecclesiastiche vengono trascurati, considerati fedeli di serie B. Il Migrante batte il Credente due a zero, con gol di Bergoglio e Galantino.

Sarebbe rivoluzionario e insieme conservatore allora se le quattro parole d’ordine di questa Giornata del profugo fossero indirizzate non più ai migranti che dicono di essere perseguitati, ma ai cristiani che perseguitati lo sono davvero. Ci piacerebbe vedere la parola “accogliere” destinata a quei cristiani d’Africa o del Medio Oriente che fuggono da Paesi dove sono discriminati per la fede che professano. Il verbo “proteggere” dovrebbe attingere poi al quadro allarmante dell’ultimo Rapporto ecumenico sulla libertà di religione dei cristiani nel mondo stilato dalla Conferenza episcopale e dalla Chiesa evangelica di Germania. Qua emerge chiaramente come oggetto di persecuzione non sono solo i nati cristiani (ben 215 milioni, ossia uno su dieci, sono i fedeli di Cristo vittime di soprusi nel mondo), ma anche coloro che cristiani lo sono diventati da poco: in Paesi islamici come Afghanistan, Iran, Sudan, Arabia Saudita il cambio di religione è punito con la morte, in altri, come Pakistan, Yemen, Indonesia, convertirsi al cristianesimo è ritenuto blasfemo, altri ancora, come Marocco o Bangladesh, sanzionano la propaganda di altre religioni.

Dicasi lo stesso della parola “promuovere”: compito del Papa e di un segretario della Cei, soprattutto in tempi di dilagante scristianizzazione, dovrebbe essere quello di promuovere il cristianesimo, ossia di fare nuova evangelizzazione, non solo alle periferie del mondo ma nello stesso cuore d’Europa; non di incentivare culture e religioni alternative, se non ostili, al cristianesimo; di parlare sì ai migranti, ma per insegnare loro la parola di Cristo.

E da ultimo: “integrare”. Sì, oggi i cristiani vanno integrati, messi in condizione di operare sia nella nostra società a-credente che nelle realtà culturali a loro avverse, dove rappresentano una minoranza non da assimilare o convertire forzatamente ma da difendere nella loro identità e libertà di credo.

Meriterebbero dunque una giornata mondiale i cristiani perseguitati, e non perché anche Cristo era un profugo, come ha detto il Papa, ma anche perché sono loro i veri clandestini del nostro tempo, i più deboli cui restituire diritto di cittadinanza e diritto alla preghiera in quel Dio chiamato Gesù.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » dom gen 14, 2018 3:17 pm

Giornata mondiale del migrante, perché il problema principale in Italia è l'immigrato?
Damiano Rizzi
14 gennaio 2018
Psicologo, Presidente Fondazione Soleterre

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... to/4091623

Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018 chiede accoglienza attraverso visti umanitari, ricongiungimenti familiari, prima sistemazione decorosa, libertà di movimento.

Una richiesta “che arriva dall’alto” e “atterra” in un Paese, l’Italia, che da un’indagine condotta da Demos & Pi ha visto dal 2014 al 2017 un terzo degli elettori dei quattro maggiori partiti (Partito democratico, Forza Italia, Lega, Movimento 5 Stelle) considerare gli immigrati un pericolo. Il principale pericolo dai dati dell’Ispi, con trend a pericolo crescente. L’immigrazione sarebbe la principale minaccia per l’Italia.

Perché gli immigrati sono il principale problema nel nostro Paese? Vorrei provare a ipotizzare una risposta. Con due premesse e una conclusione.

Premessa uno. In un tempo recente i “musi neri” erano gli italiani. Milioni di italiani (dieci milioni dal 1860 al 1885) e nel dopoguerra ancora a migliaia e milioni. “Musi neri” a causa della polvere del carbone che ricopriva i loro corpi o definiti con spregio di piccola statura e di pelle scura, non amanti dell’acqua e di grande puzza perché indossavano lo stesso vestito per molte settimane.

Premessa due. A differenza di altre nazioni, nella narrazione storiografica dell’Italia sono state negate e rimosse le colpe coloniali, l’utilizzo dei gas nella guerra d’Etiopia e altro ancora, sostituiti dalla sintesi di italiani brava gente.

Conclusione. Molti italiani nei confronti degli attuali migranti attuano, probabilmente anche senza molta consapevolezza, un meccanismo di diniego. Una difesa che consente di rifiutare il riconoscere esperienze penose, impulsi, dati di realtà o aspetti di sé. Una specie di difesa che dice “noi non saremo mai più così“!

Se questo è il meccanismo che realmente si innesca, allora diventa impossibile accogliere quelle persone che ci ricordano che la vita non è solo una costante proiezione di benessere e privilegi per sé (Prima gli italiani!) ma anche un essere costretti al conflitto con le nostre parti oscure, di umiliazione e vergogna, quelle che ci rendono più vulnerabili. Accettando le quali il benessere e i privilegi non hanno “primi o ultimi” ma sono una valida ragione di vita per tutti.

Solo accettando quanto di povero, insicuro, sradicato e sempre a rischio è dentro alle nostre vite potremo, credo, senza più grandi sforzi tendere una mano a chi, arrivando sporco e senza speranza, non ci risulterà anzitutto ostile, ma in una necessaria ripartenza della sua esistenza. Una condizione che, per ogni uomo e donna, è sempre una minaccia da cui spesso fuggire attraverso la falsa credenza e la pretesa di essere diversi e migliori degli altri.

Credo si possa realmente accogliere lo straniero, il migrante e il rifugiato partendo dal pensare che questa condizione caratterizza anche la nostra vita in ogni attimo. Comprendendo che siamo parte di una stessa famiglia umana e tutti uguali in libertà, diritti e doveri.



Alberto Pento
Quante falsità e quante idiozie!
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » dom gen 14, 2018 8:03 pm

A San Pietro una messa per i migranti, il Papa: «Non ci rubano nulla, ma devono rispettare le leggi»
Franca Giansoldati

https://www.ilgazzettino.it/italia/prim ... 83478.html

CITTA' DEL VATICANO Contro la paura che i 
migranti ci «rubino» qualcosa la risposta è quella 
dell’incontro e non dell’ «alzare barriere per difenderci». Loro però, i migranti, nuovi arrivati nel luogo di arrivo, devono «rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni dei 
Paesi in cui sono accolti». Papa Francesco martella sulle porte aperte ai migranti e non fa distinzione tra migranti economici e profughi che fuggono dalle guerre mentre celebra nella 
Basilica di San Pietro la Giornata mondiale del Migrante e del 
Rifugiato con una grande messa alla quale hanno partecipato, tra i 
fedeli, i rappresentanti di 49 Paesi (soprattutto africani) che hanno esposto le loro bandiere nazionali. In basilica 
anche una settantina di rappresentanti diplomatici accreditati 
presso la Santa Sede e l’Italia. 
Nel corso dell’omelia, Papa Francesco ha ribadito che «ogni 
forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro 
con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto 
o rifiutato di ogni epoca».

Tra i nodi più seri da sciogliere c'è naturalmente la paura dell'altro. «Nel mondo di oggi, per i nuovi arrivati, accogliere, 
conoscere e riconoscere significa conoscere e rispettare le 
leggi, la cultura e le tradizioni dei Paesi in cui sono accolti. 
Significa pure comprendere le loro 
paure e apprensioni per il futuro». Mentre per le comunità 
locali, il trinomio: accogliere, conoscere e riconoscere 
significa «aprirsi alla ricchezza della diversità senza 
preconcetti, comprendere le potenzialità e le speranze dei nuovi 
arrivati, così come la loro vulnerabilità e i loro timori».

Naturalmente, ha riconosciuto il Papa, 
non è facile entrare nella cultura altrui, mettersi nei 
panni di persone così diverse da noi, comprenderne i pensieri e 
le esperienze. E così spesso rinunciamo 
all’incontro con l’altro e alziamo barriere per difenderci. Le 
comunità locali, a volte, hanno paura che i nuovi arrivati 
disturbino l’ordine costituito, ’rubino’ qualcosa di quanto si è 
faticosamente costruito. Anche i nuovi arrivati hanno delle 
paure: temono il confronto, il giudizio, la discriminazione, il 
fallimento». Tutte paure «legittime, fondate su dubbi pienamente 
comprensibili da un punto di vista umano. Avere dubbi e timori 
non è un peccato. Il peccato - ha concluso Francesco - è lasciare 
che queste paure determinino le nostre risposte, condizionino le 
nostre scelte, compromettano il rispetto e la generosità, 
alimentino l’odio e il rifiuto. Il peccato è rinunciare 
all’incontro con l’altro, con il diverso, con il prossimo, che di 
fatto è un’occasione privilegiata di incontro con il Signore».


Gino Quarelo
Rubano anche troppo. i migranti clandestini e illegali e anche i finti profugli e anche i veri profughi se in un certo numero rubano eccome se rubano:
rubano risorse, rubano speranza, rubano servizi, rubano vita, rubano diritti di cittadinanza, rubano il nostro futuro i nostri figli, rubano lavoro, rubano condizioni migliori di vita per la nostra gente, le nostre famiglie, i nostri ammalati, i nostri disabili, la nostra gioventù, i nostri vecchi.
E se non bastasse rubare rapinano, spacciano, stuprano, uccidono, ci maltrattano, ci disprezzano, ci minacciano, ci abbruttiscono, ci vogliono imporre la loro incultura e inciviltà maomettana.



Migranti, l'appello di papa Francesco: 'Superate le paure e accogliete'
Angelo Scarano - Dom, 14/01/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 82891.html


"Quest'anno ho voluto celebrare la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato con una Messa a cui siete invitati in particolare voi, migranti, rifugiati e richiedenti asilo.

Alcuni siete arrivati da poco in Italia, altri da molti anni siete residenti e lavorate, e altri ancora costituiscono le cosiddette 'seconde generazioni'". Durante l'omelia della Santa Messa celebrata nella basilica Vaticana, papa Francesco è tornato a lanciare un appello all'accoglienza e all'integrazione a tutti i fedeli. Se agli stranieri, che arrivano in Italia e in Europa, ha chiesto il rispetto delle leggi che vigono nei Paesi che li ospitano, agli occidentali ha chiesto di superare le proprie paure. "Nell'incontro vero con il prossimo - ha chiesto - saremo capaci di riconoscere Gesù Cristo che chiede di essere accolto, protetto, promosso e integrato?".

La paura sembra condizionare i rapporti tra i migranti e le comunità che li accolgono. Ne è convinto Bergoglio che nell'omelia di oggi è tornato a chiedere a chi è chiamato ad accogliere gli stranieri di "comprendere le loro paure e apprensioni per il futuro". Il Santo Padre capisce, però, anche la paure delle comunità locali. A loro riconosce che "non è facile entrare nella cultura altrui, mettersi nei panni di persone così diverse da noi, comprenderne i pensieri e le esperienze. E così spesso rinunciamo all'incontro con l'altro e alziamo barriere per difenderci". "Le comunità locali a volte - ha osservato - hanno paura che i nuovi arrivati disturbino l'ordine costituito, 'rubino' qualcosa di quanto si è faticosamente costruito".

Dunque, da una parte ci sono le paure dei nuovi arrivati che, ha elencato papa Francesco, "temono il confronto, il giudizio, la discriminazione, il fallimento". E dall'altra quelle di chi teme di vedere modificata la propria situazione da questi arrivi. "Queste paure - ha scandito il Pontefice - sono legittime, fondate su dubbi pienamente comprensibili da un punto di vista umano". "Avere dubbi e timori - ha spiegato - non è un peccato. Il peccato è lasciare che queste paure determinino le nostre risposte, condizionino le nostre scelte, compromettano il rispetto e la generosità, alimentino l'odio e il rifiuto". Secondo Bergoglio, dunque, "il peccato è rinunciare all'incontro con l'altro, con il diverso, con il prossimo, che di fatto è un'occasione privilegiata di incontro con il Signore". In questa ottica, ha spiegato, "per le comunità locali, accogliere, conoscere e riconoscere significa aprirsi alla ricchezza della diversità senza preconcetti, comprendere le potenzialità e le speranze dei nuovi arrivati, così come la loro vulnerabilità e i loro timori".

"Nel mondo di oggi, per i nuovi arrivati, accogliere, conoscere e riconoscere significa conoscere e rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni dei Paesi in cui sono accolti". In occasione della Giornata mondiale del Migrante e del rifugiato, la Basilica di San Pietro era gremita di stranieri. Ed è stato anche a loro che papa Francesco ha voluto parlare chiaramente. "Per tutti voi - ha spiegato il Pontefice - è risuonata in questa assemblea la Parola di Dio, che oggi ci invita ad approfondire la speciale chiamata che il Signore rivolge ad ognuno di noi. Egli, come ha fatto con Samuele ci chiama per nome e ci chiede di onorare il fatto che siamo stati creati quali esseri unici e irripetibili, tutti diversi tra noi e con un ruolo singolare nella storia del mondo".



Vaticano, Papa Francesco: "Gesù Cristo si identifica negli immigrati. Accogliete, proteggete, integrate"
14 Gennaio 2018 3

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... gelus.html

"Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un'occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca". È il messaggio pastorale e politico di Papa Francesco, nel suo Angelus dedicato alla Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. L'ordine lanciato dalla finestra di San Pietro è: accoglienza, accoglienza, accoglienza. "Desidero riaffermare che la nostra comune risposta si potrebbe articolare attorno a quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa - ha ricordato il Santo Padre -: accogliere, proteggere, promuovere e integrare". Francesco ha anche annunciato che "d'ora in poi, per motivi pastorali, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sarà celebrata la seconda domenica di settembre. La prossima, cioè la centocinquesima, sarà domenica 8 settembre 2019".
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » mer gen 17, 2018 7:40 am

Bassetti, con migranti convivenza degna - "Da esseri umani possiamo fare il possibile per integrarci"
14 GEN 2018

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 27cf6.html

"Non possiamo omologare le persone ma, da esseri umani, possiamo fare il possibile per integrarci.
Ognuno, quindi, sappia accogliere l'altro per raggiungere una convivenza che sia degna dell'umanità e di persone che sono state battezzate nel nome di Cristo": lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, celebrando la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato nel complesso interparrocchiale di Olmo.
"Ogni volta che un 'forestiero' bussa alla nostra porta ci offre un'occasione di incontro con Gesù, il quale si identifica con il fratello accolto e, soprattutto, con quello rifiutato. Il Signore affida all'amore materno ogni essere umano costretto a lasciare la propria patria alla ricerca di un futuro migliore", ha osservato il presidente della Cei, ricordando le parole del Papa. "Tale sollecitudine - ha detto - deve esprimersi in ogni tappa dell'esperienza migratoria dalla partenza all'arrivo, fino al ritorno nel Paese d'origine, nella speranza che tutti possano un giorno tornare nelle proprie case".


Anna Bono, la verità della professoressa sugli africani: "Tra loro e noi Occidentali c'è l'abisso. Impossibile integrarli"
16 Gennaio 2018

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... ntali.html

Anna Bono, già ricercatrice in Storia e istituzioni dell'Africa all'Università di Torino autrice del saggio controcorrente Migranti!? (Edizioni Segno), non usa giri di parole: "Il dibattito sull'esistenza di razze lo lascerei all'accademia, non è certo la sostituzione etnica il problema, ma la coesistenza di comunità diverse per cultura e tradizioni".

L'esperta - si legge su Il Giornale - si esprime dopo la polemica per le parole di Attilio Fontana. "Non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate", ha detto il candidato del centrodestra come governatore della Lombardia dopo la rinuncia di Roberto Maroni.

"Sarebbe utile, per capire, rileggere alcuni testi da tempo accantonati come politicamente scorretti, perché dimostrano la superiorità culturale dell'Occidente, di civiltà, non razziale", prosegue Anna Bono.

Tra Europa e Terzo mondo c'è un abisso, dice. "È l'abisso tra la civiltà occidentale cristiana e il resto del mondo, non solo l'Africa - spiega la Bono -. I diritti dell'uomo, universali e inalienabili, le libertà personali, il valore di ogni vita, questa è la tradizione occidentale. Dall'altra parte invece c'è una tradizione di diritti legati agli status, a sua volta determinati principalmente da fattori quali il sesso e l'anzianità di nascita, quindi una tradizione di discriminazioni e limitazioni delle libertà personali: in Africa il tribalismo, in India le caste, dappertutto l'inferiorità e lo sfruttamento di donne e bambini".
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » ven gen 19, 2018 10:29 am

Alla faccia di Papa Bergoglio e del mainstream che dice "ponti non muri".
https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 6757612457

Israele ne costruisce uno anche sotto terra al confine con Gaza lungo 60 km. Altri muri o barriere sono stati costruiti ai confini con Egitto, Siria, Libano, Giordania e ovviamente quello che attraversa i Territori e ha fermato i kamikaze. Anche il cielo di Israele è protetto da una "muraglia". Israele dimostra che la democrazia, la societá aperta, la tolleranza, il liberalismo e la vita umana si difendono anche con le barriere. Tengono "di là" chi vuole uccidere e distruggere tutto.


Muri, termini, confini e barricate, segni naturali e sacri di D-o
viewtopic.php?f=141&t=1919
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