La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun gen 22, 2018 8:29 pm

Pedofilia, il Papa chiede scusa alle vittime: «Ho usato parole sbagliate»
22/01/2018

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/v ... 99990.html


Da bordo dell'aereo papale – Papa Bergoglio è dispiaciuto per avere arrecato dolore alle vittime dei preti pedofili, per averli feriti con una frase infelice che ha fatto il giro del mondo (mi devono portare delle prove altrimenti sono calunnie). Di ritorno a Roma chiarisce quello che intendeva dire e chiede scusa. Poi ricorda che sta portando avanti la linea della tolleranza zero sulla pedofilia iniziata con Benedetto XVI, dice di non avere mai firmato una richiesta di grazia di un prete orco e che nella Chiesa c'è corruzione.

Cosa si porta a casa dal viaggio in Perù?

«L’impressione di un popolo credente che attraversa molte difficoltà e che le ha attraversate storicamente, ma che ha una fede che impressiona. Una terra di santi, è il popolo latinoamericano che ha più santi. Mi porto via dal Perù un’impressione di allegria, di fede, di speranza, e soprattutto molti bambini! La stessa immagine che ho visto nelle Filippine e in Colombia, papà e mamme che alzano i bambini… e questo dice futuro, dice speranza. Custodite la ricchezza, non solo quelle del museo, della santità e delle sofferenze, ma anche questa ricchezza».

La classe politica in Perù ha defraudato il popolo, c'è stato l'indulto per Fujimori, che risposte dà?

«C’è il problema della corruzione. So che anche in alcuni paesi d’Europa c’è corruzione. In America Latina però ci sono tanti casi. Si parla molto di Odebrecht, ma è soltanto un esempio. L’origine della corruzione direi che è il peccato originale che ognuno porta in sé. Ho scritto un libro piccolo tanti anni fa che si chiama “Peccato di corruzione”. Il tema è peccatori sì, corrotti no. Tutti siamo peccatori. Il peccato non mi fa paura, ma la corruzione sì, la corruzione vizia l’anima e il corpo. Una persona corrotta è così sicura di sé che non può tornare indietro. Anche l’imprenditore che paga la metà ai suoi operai è un corrotto. E una mamma di casa che tratta la governante in un certo modo è una corrotta. Una volta ho parlato con una persona che trattava il personale domestico in modo non nobile. Gli dissi: “È peccato”. E lui: “Non si può paragonare questa gente a me, questa gente è lì per questo”. Ecco, questa persona è corrotta. Nella Chiesa c’è corruzione? Sì, ci sono i corrotti. Nella storia della Chiesa sempre ci sono stati. Donne e uomini di Chiesa sono entrati nel gioco della corruzione».

Cosa pensa della vicenda del Sodalizio, l’istituto di vita consacrata peruviano il cui fondatore è stato riconosciuto colpevole di abusi?

«Il caso del Sodalizio è iniziato con una denuncia di abuso non solo sessuale, ma anche di manipolazione di coscienza. Il processo è arrivato presso Santa Sede, si è data una condanna senza che la persona venisse espulsa. Ora vive da sola, con una persona che lo aiuta. Questa persona si dichiara innocente e ha fatto appello alla Segnatura apostolica che è la suprema corte di giustizia: ora è in appello. Il processo è stata l’occasione perché altre vittime aprissero un loro processo civile ed ecclesiale. È intervenuta anche la giustizia civile che in questi casi di abuso è sempre conveniente, è un diritto. Sono emerse anche cose sfavorevoli nei confronti della figura del fondatore. Insomma, c’erano tante cose non chiare e infatti ho mandato un visitatore nella persona del cardinale Tobin, che sta a sua volta scoprendo cose non chiare, a livello economico. Uno studio ha quindi raccomandato di commissariare il Sodalizio. Tanto che oggi è commissariato. Un caso simile è quello dei Legionari di Cristo che già è stato risolto: Benedetto XVI non tollerava queste cose e io ho imparato da lui a non tollerarle».

Però parlando del vescovo di Osorno, Juan Barros, ha accusato di calunnia le vittime. Perché non crede alle vittime e crede a Barros?

«Sugli abusi proseguo la linea della tolleranza zero iniziata da Benedetto XVI. In cinque anni non ho firmato alcuna richiesta di grazia. Quando si toglie a un prete abusatore lo stato clericale la sentenza è definitiva, tuttavia questa persona ha il diritto di fare appello. Se anche l’appello conferma la prima sentenza può appellarsi al Papa e chiedere la grazia. In cinque anni ho ricevuto venticinque richieste di grazia, ma non ne ho firmata nessuna. Il caso del vescovo Barros l’ho fatto studiare, investigare. Devo dire che non ci sono evidenze di colpevolezza. Aspetto alcune evidenze per cambiare posizione, altrimenti non posso che applicare il motto “nemo malo nisi probetur”. A Iquique ho risposto alla domanda di un giornalista su Barros. Ho detto che il giorno che avrò una prova parlerò. So che molta gente abusata non può mostrare delle prove, non le ha e non può averle o se la ha si vergogna. Il dramma degli abusati è infatti. tremendo. E così non parlerei più di prove ma di evidenze. Recentemente, ad esempio, mi è toccato di incontrare una donna abusata di 40 anni, sposata con tre figli. Questa donna non riceveva più la comunione perché nella mano del prete vedeva la mano dell’abusatore. Insomma, la parola prova non è stata la migliore da usare. Ora direi evidenze. Nel caso di Barros, studiato e ristudiato, non ci sono evidenze per condannarlo. Se condanno senza evidenza o senza certezza morale, commetterei io un delitto di mal giudizio».

Il cardinale O Malley ha fatto una dichiarazione su Barros dicendo che le sue parole sono state fonte di dolore...

«Ho visto la dichiarazione. Sono state parole giuste. Con questa mia espressione non felice – la prova - ho arrecato dolore. La parola calunnia poi mi ha fatto pensare. Io non ho sentito alcuna vittima di Barros. Non sono venuti, non ho potuto parlare con loro, non si sono presentati. Su una cosa dobbiamo essere chiari che chi accusa senza evidenza e con pervicacia è calunnia. Se viene una persona con una evidenza sono il primo ad ascoltarlo».

Perché ha lasciato scadere la Pontificia Commissione per la tutela dei minori?

«La commistione durava tre anni. E’ scaduta ma ora è allo studio la nuova commissione che verrà rinnovata. La scorsa settimana mi è arrivato l'elenco delle persone da nominare. Ci sono alcune cose da chiarire, perché le persone nuove si studiano. O'Malley ha lavorato bene».

È stata pubblicata una lettera ai vescovi cileni che anticipa la possibilità per Barros di avere un anno sabbatico e allontanarsi dalla sua diocesi. Cosa dice?

«Devo spiegarla questa lettera, perché è a favore della prudenza. Quando è scoppiato lo scandalo Karadima - il prete condannato per abusi sessuali di cui Barros è stato segretario - si incominciò a valutare quanti sacerdoti che erano stati formati da lui ed erano stati abusati o sono diventati a loro volta abusatori. Ci sono in Cile quattro vescovi che Karadima ha seguito quando erano seminaristi. Qualcuno della conferenza episcopale cilena ha suggerito che rinunciassero, che dessero le dimissioni, che si prendessero un anno sabbatico, per evitare accuse, perché sono vescovi bravi, buoni vescovi. Anche a Barros si diceva di chiedergli le dimissioni. Quando tuttavia è venuto a Roma ho detto no: così non si gioca, perché questo è ammettere una colpevolezza previa, e ho respinto le dimissioni. Poi quando è stato nominato vescovo di Osorno sono continuate le proteste. Ho ricevuto le dimissioni una seconda volta: e ho detto ancora “no, tu continui”. Intanto si continuò a indagare su di lui, ma non sono arrivate evidenze. Non posso condannarlo, non ho le evidenze, e sono convinto che è innocente. Cosa provano le vittime? A loro devo chiedere scusa, perché la parola prova li ha feriti. Chiedo scusa se le ho ferite senza accorgermi, ma l’ho fatto senza volerlo, e mi fa tanto dolore. Sentire che il Papa dice loro “portatemi una lettera con la prova” è uno schiaffo. Mi sono accorto che la mia espressione non è stata felice. È quello che posso dire con sincerità. Barros resterà lì se non trovo il modo di condannarlo, se non trovo evidenze».

Perché per lei la testimonianza delle vittime non è un’evidenza?

«La testimonianza delle vittime è sempre un’evidenza, ma nel caso di Barros non c’è evidenza di abuso. Non c’è evidenza che abbia coperto. Sono disponibile a ricevere un’evidenza ma al momento non c’è».

Come risponde a chi dice che la sua visita in Cile sia stato un fallimento, per la poca gente che c’era e per il fatto che la Chiesa è più divisa di prima?

«Per quanto riguarda il Cile: sono contento, non mi aspettavo tanta gente per strada, e questa gente non è stata pagata per venire!».

In Amazzonia ha parlato della minaccia dei gruppi economici sulla foresta e i suoi abitanti ma anche della perversione di alcune politiche ambientaliste. Cosa pensa?

«Sì, in quella zona per proteggere la foresta alcune tribù sono state tagliate fuori. La stessa foresta è finita per essere sfruttata. Ci sono statistiche. Alcune tribù sono rimaste fuori dal progresso reale».

Per quanto riguarda la celebrazione del matrimonio sull’aereo, cosa direbbe ai parroci?

«Uno di voi mi ha detto che sono matto a fare queste cose. La cosa è stata semplice. Il signore era presente anche nel volo precedente il matrimonio. Lei non c’era, c’era solo lui. Ho parlato con lui, abbiamo fatto una bella chiacchierata. Il giorno dopo sul volo c’erano tutti e due. Quando abbiamo fatto le foto, mi hanno raccontato che erano sposati civilmente e che volevano sposarsi in chiesa ma che il giorno prima del matrimonio la chiesa crollò per il terremoto. Questo accadde otto anni fa. “Domani lo facciamo”, si sono detti, ma poi la vita prosegue, arriva una figlia, un’altra… “ma sempre abbiamo avuto nel cuore questo desiderio”, mi hanno detto. Li ho interrogati un po’ e le risposte erano chiare. Mi hanno raccontato che hanno fatto i corsi prematrimoniali, erano preparati, ho giudicato che lo erano. Le condizioni erano chiare e allora perché non fare oggi quello che si può rimandare a domani. Quindi direi ai parroci che il Papa li ha interrogati bene, che era una situazione regolare».
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun gen 22, 2018 8:53 pm

??? Che personaggio irresponsabile e fanfarone


Elezioni, la Cei ammonisce i partiti: "Le promesse a vuoto sono immorali. Stop ai discorsi sulla razza e cultura della paura"
22 gennaio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ra/4108388

“Immorale” lanciare promesse “che già si sa di non riuscire a mantenere”. E necessario “reagire a una cultura della paura”, che non può “mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza” che si credeva “sepolti definitvamente”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, parla a nome dei vescovi italiani in vista delle elezioni politiche nelle quali, sottolinea, la Chiesa “non stringe accordi” ma invita tutti gli attori della scena politica a concentrarsi nella “creazione di lavoro” e a “combattere la precarietà” pensando innanzutto ai giovani: “Lavorare tutti, lavorare meglio”, ribadisce il numero uno della Conferenza episcopale italiana. Un intervento a tutto campo, che prende però le mosse dalle politiche sui migranti e quella che Bassetti chiama la “cultura della paura”.

“Bisogna reagire a una cultura della paura che, seppur in taluni casi comprensibile, non può mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente”, dice Bassetti nella prolusione del Consiglio permanente della Cei. “Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese – avverte – Avere dubbi e timori non è un peccato, come ha affermato Papa Francesco nella Giornata del migrante. Tuttavia, ha aggiunto che il peccato è lasciare che queste paure determinino le nostre risposte”. In particolare, poi, il presidente della Cei ricorda che “quest’anno ci ricorda una pagina buia della storia del nostro Paese: le leggi razziali del 1938. In quell’occasione, in un clima di pavida indifferenza collettiva, Pio XI ebbe il coraggio di affermare che l’antisemitismo è inammissibile”.

Tornando al tema delle migrazioni internazionali, che definisce “complesso e cruciale”, Bassetti lamenta che “la discussione pubblica è troppo spesso influenzata da equivoci, incomprensioni e contese politiche“. I poveri, tutti i poveri, “anche quelli forestieri di cui non sappiamo nulla”, scandisce Bassetti per sgombare il campo da ogni dubbio, dice letteralmente, “appartengono alla Chiesa per ‘diritto evangelico’ e in virtù di questo diritto, non certo in nome di una rivendicazione sociale, ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione”.

Poi l’invito a un avvicinamneto al voto nel segno della “sobrietà”, sia nelle parole che nei comportamenti: “La campagna elettorale sta rendendo serrato il dibattito, ma non si può comunque scordare quanto rimanga immorale lanciare promesse che già si sa di non riuscire a mantenere – avverte – Altrettanto immorale è speculare sulle paure della gente: al riguardo, bisogna essere coscienti che quando si soffia sul fuoco le scintille possono volare lontano e infiammare la casa comune, la casa di tutti”.

La Chiesa, aggiunge Bassetti, “non è un partito e non stringe accordi con alcun soggetto politico” perché “come ha detto Papa Francesco ‘dialogare non è negoziare'”. Negoziare, infatti, spiega, “consiste soltanto nel cercare di ricavare la propria ‘fetta’ della torta comune” ma “non è questo, ovviamente, ciò che intendiamo”. “Come vescovi ci uniamo innanzitutto all’appello del Capo dello Stato a superare ogni motivo di sfiducia e di disaffezione per partecipare alle urne con senso di responsabilità nei confronti della comunità nazionale”, ragiona Bassetti.

Poi focalizza il suo discorso sul tema del lavoro: “Creare lavoro, combattere la precarietà, rendere compatibile il tempo di lavoro con il tempo del riposo”. Questi obiettivi “impellenti”, sono riassunti dallo slogan “lavorare meglio, lavorare tutti”. Bisogna infatti “ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società. Tre verbi, tre azioni pastorali, tre sfide concrete per il futuro” perché “il nostro Paese sembra segnato da un clima di ‘rancore sociale’, alimentato da una complessa congiuntura economica, da una diffusa precarietà lavorativa e dall’emergere di paure collettive“.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun feb 05, 2018 7:52 pm

Buongiorno amici. Vi ricordate l’accoglienza imbarazzata di Papa Francesco al Presidente americano Donald Trump che risale al 24 maggio 2017? Il Papa era arrivato a scomunicare, almeno a parole, Trump sostenendo che chi costruisce i muri e non accoglie i migranti non è cristiano. A Roma ci furono manifestazioni ostili a Trump accusato di essere un razzista, un omofobo, un islamofobo, un guerrafondaio.

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 6846338230

Ben diversa l’accoglienza che non solo Papa Francesco, ma anche i leader italiani, stanno riservando proprio in queste ore al Presidente turco Erdogan. A differenza di Trump, a Erdogan vengono riservati sorrisi e calorose strette di mano. Eppure lui stesso ha appena entusiasticamente annunciato il bilancio della sanguinosa azione di guerra che l’esercito turco sta perpetrando in territorio siriano contro le formazioni curde siriane a Afrin dallo scorso 20 gennaio: 935 tra morti, feriti e prigionieri. Erdogan è reduce di una purga intestina con cui si è assicurato il potere a vita e ha modificato la Costituzione avviando la reislamizzazione dello Stato più laico del Medio Oriente. Dopo il presunto colpo di stato del 15 luglio 2016, Erdogan impose lo stato d’emergenza, furono uccisi 104 militari ribelli, arrestati 2.839 militari e 2.745 magistrati, licenziati 7.400 dipendenti pubblici, fece dimettere 1.577 rettori con la revoca della licenza dell’insegnamento, sospese dall’insegnamento 15.200 insegnanti, licenziò 492 imam e docenti di religione islamica.
Senza la Turchia di Erdogan lo Stato islamico dell’Isis non si sarebbe mai costituito e non sarebbe durato neppure 48 ore. Erdogan è il principale sostenitore politico dei Fratelli Musulmani, movimento estremista islamico messo fuorilegge in Egitto, Arabia Saudita e Emirati Arabi. Erdogan sostiene apertamente il movimento terrorista islamico palestinese di Hamas e ha invece condannato Israele definendolo “Stato terrorista”.
Trump, piaccia o meno, è il leader democraticamente eletto della Nazione simbolo della democrazia nel mondo. Erdogan è all’opposto un dittatore sanguinario che persegue l’obiettivo di riesumare un nuovo califfato islamico. Intervistato dal direttore della Stampa, Maurizio Molinari, Erdogan ha candidamente ammesso che per lui è totalmente sottomesso all’islam: «Per me è tutto, qualsiasi cosa mi ordina è la mia priorità».
Quanto all’esca degli interessi economici che giustificherebbero l’arrendevolezza dei governi italiani inducendoli a chiudere un occhio sulla violazione dei diritti dell’uomo, mentre l’interscambio commerciale con la Turchia è di circa 20 miliardi di euro, quello con gli Stati Uniti è di oltre 50 miliardi di euro. Insomma da tutti i punti di vista dovremmo apprezzare di più Trump, invece viene criminalizzato e all’opposto chi ci governa assolve Erdogan, il vero dittatore sanguinario amico dei terroristi e degli estremisti islamici.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun feb 05, 2018 11:15 pm

Nel 2015 una vittima portò prove sugli abusi in Cile
di Franca Giansoldati
05/02/2018

https://www.ilgazzettino.it/italia/prim ... 29587.html


Città del Vaticano - Quando si dice che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Spunta ora una lettera che di fatto smentisce Papa Francesco sul caso della pedofilia cilena e sulle coperture dei vescovi. La lettera in questione, anticipata dalla Ap, fu messa nelle mani del cardinale Sean O'Malley, presidente della Commissione per la Tutela dei Minori, e da questi consegnata al Papa. Porta la firma di una delle vittime e spiegava al Papa, fatti alla mano, che il vescovo Barros era un insabbiatore, un 'encubridor', di fatto un complice di padre Karadima (un prete pedofilo) e che per questo doveva essere dimesso.

Fino alla scorsa settimana Papa Bergoglio ha continuato a difendere Barros, dicendo che occorrevano delle prove, senza però fare mai menzione alla lettera che gli era stata consegnata da O'Malley. Solo la scorsa settimana Francesco ha fatto retromarcia annunciando di volere andare in fondo con le indagini e mandando in Cile un suo emissario credibile per raccogliere prove contro Barros.

La notizia della lettera apre nuovi interrogativi sulla gestione degli abusi e su come il vaticano tende ad affrontare la questione dei vescovi insabbiatori. «Il cardinale O'Malley ci disse che aveva consegnato la lettera al Papa. Ecco perché ero tanto sconvolta quando ho visto che il Papa diceva con insistenza che non aveva prove contro Barros» ha commentato Marie Collins, ex membro della Commissione pontificia per la Tutela dei Minori, dimessasi l'anno scorso dall'incarico per protesta proprio per denunciare le frizioni esistenti all'interno della curia. «Santo Padre, le scrivo perchè sono stanco di lottare, di piangere e di soffrire».

La lettera scritta da Juan Cruz è in spagnolo. «La nostra storia è ben conosciuta e non c'è bisogno di ripeterla, anche se vorrei dirle dell'orrore che abbiamo vissuto. Un orrore che mi ha ucciso dentro». La vittima poi esponeva sommariamente i fatti, le famose 'evidenze' che il Papa chiedeva alle vittime per essere credute, in questo caso il fatto che il vescovo Barros fosse presente nella stessa stanza mentre era in corso un abuso.

E dire che Papa Francesco nel 2015 aveva stabilito il reato canonico di 'abuso d’ufficio episcopale' per i pastori che non davano seguito ai casi di denuncia di violenze sui minori, prevedendo l'istituzione di una apposita sezione giudiziaria per i vescovi in seno alla Congregazione per la Dottrina della fede che però non ha mai preso il volo. Ad un tratto, l'orientamento operativo è stato come depotenziato.

Per questo motivo, poco dopo, si sono dimessi dalla Commissione per la Tutela dei Minori due membri (due ex vittime) per denunciare il muro di gomma curiale. E dire che la decisione del Papa era stata persino ratificata dal Consiglio dei nove cardinali, il cosiddetto C9. La decisione del tribunale dei vescovi era stato salutata dall'allora portavoce vaticano, padre Lombardi, con toni enfatici, sostenendo che era coerente con la linea della accountability', della assunzione di responsabilità, dei vescovi.

Il Papa aveva anche previsto «un periodo di cinque anni in vista di ulteriori sviluppi delle presenti proposte e per il completamento di una valutazione formale della loro efficacia». Da allora la faccenda è caduta nel dimenticatoio. Salvo di essere ripescata davanti al caso Barros e alla questione, stavolta tutta italiana, del prete abusatore di Ponticelli, a Napoli. Anche in questo caso la Congregazione della Dottrina della Fede ha provveduto ad archiviare un caso emblematico in base alla documentazione ricevuta dalla curia di Napoli. Peccato che successivamente alla archiviazione vaticana sia spuntata una seconda vittima, un altro ex ragazzino finito nelle fauci dello stesso prete di Ponticelli, gettando una luce inquietante sui sistemi previsti per punire i preti pedofili.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun feb 12, 2018 10:13 pm

Vaticano a gamba tesa sulla campagna elettorale: "Accogliere i clandestini"
11 Febbraio 2018

http://www.ilpopulista.it/news/11-Febbr ... stini.html


Il tema dell'immigrazione deve essere affrontato nella sua complessità, dall'accoglienza allo Ius soli, dagli Sprar (Servizio centrale protezione richiedenti asilo) al voto amministrativo. E soprattutto non può continuare a essere questione divisiva. Con questo spirito, 19 organizzazioni che si definiscono cristiane hanno messo a punto un'Agenda sulle migrazioni con sette specifiche richieste sulle quali chiamano a pronunciarsi tutto il mondo politico. Anche il Papa è tornato sulla questione dei clandestini mercoledì, nella 'Giornata Mondiale contro la tratta di esseri umani'.

"Con spirito di misericordia, accogliamo le vittime della tratta e coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame", ha sottolineato giovedì il pontefice in un tweet dimenticandosi come al solito che la maggior parte di coloro che sbarcano non fuggono né dalla guerra né dalla fame. Le 'associazioni cristiane' hanno contemporaneamente presentato il loro documento alla stampa. "In questa campagna elettorale spesso sentiamo 'noi e loro': questo è un linguaggio che non ci appartiene, ha detto il buonista don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della Carità.

Il suo è un messaggio "a tutti, perché non si può fare campagna elettorale sul razzismo e sulla contrapposizione", ha commentato padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, il servizio dei Gesuiti per i rifugiati. "Come ha detto il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, se soffi sul fuoco - ha aggiunto Ripamonti dando anche lui a Salvini la colpa dei fatti di Macerata - non sai poi dove le scintille si posano".

L'agenda porta la firma, oltre che della Casa della Carità e del Centro Astalli, anche di Azione cattolica, Acli, Comunità di Sant’Egidio, Focolari, Salesiani, Scalabriniani, Francescani, Comboniani, Associazione Papa Giovanni XXIII, Gioc, Istituto Sturzo, Cnca, Istituti missionari italiani, Federazione chiese evangeliche, Somaschi, Pax Christi, Uisg. Sette le proposte. Si va dalla riforma della legge sulla cittadinanza, riprendendo il testo non approvato dello Ius soli, alla promozione dell'ingresso in Italia, partendo da esperienze come quella dei "corridoi umanitari".

Si chiede poi un nuovo permesso di soggiorno, per comprovata integrazione e l'abrogazione del reato di clandestinità; in agenda anche l'ampliamento della rete Sprar, la valorizzazione delle buone pratiche e il voto amministrativo. "È un'ingiustizia a cui porre rimedio - ha commentato il presidente di Azione Cattolica, Matteo Truffelli, riferendosi alla mancata possibilità di votare - perché non è legittimo chiedere le tasse a chi non ha il diritto di rappresentanza".
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » mer feb 21, 2018 11:28 pm

"Bergoglio sui migranti sbaglia. L'Europa ha bisogno d'altro"
Giuseppe Aloisi - Mar, 20/02/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 96537.html

L'intellettuale Laurent Dandrieu ha criticato Bergoglio per l'approccio dottrinale al tema dell'immigrazione.

L'occasione per esporre un'analisi su quella che alcuni hanno definito la "teologia immigrazionista" del papa argentino è stata un convegno organizzato a Roma lo scorso 2 febbraio, in una sala del Senato di Piazza Capranica. Promotore dell'evento il quotidiano liberale ‘L’Opinione.

Secondo quanto riportato su Rossoporpora, l'incontro ha registrato la partecipazione di esponenti culturali e politici portatori di visioni differenti sul tema dibattuto: oltre a Dandrieu, infatti, sono intervenuti l'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, il senatore Maurizio Gasparri, il demografo Gian Carlo Blangiardo, l'esponente del Partito Democratico Luciano Nobili, il presidente della stampa estera in Italia Philipp Willan e, appunto, il direttore de 'L'Opinione, Arturo Diaconale. E sempre il sito diretto dal vaticanista Giusepppe Rusconi ha pubblicato buona parte del virgolettato del pensatore d'oltralpe.

"Mi esprimo da fedele cattolico. Se sono spinto a criticare assai duramente le posizioni della Chiesa sull’immigrazione, non lo faccio con cuore allegro né per infierire, ma per aiutarla a uscire da ciò che io considero una situazione terribile", ha premesso l'autore di "Eglise et immigration: le grand malaise. Le pape et le suicide de la civilisation européenne (Plon, 2017)", un pamphlet sulla scomparsa della civilità occidentale, che sta continuando a suscitare molto clamore in Francia.
"A intervalli regolari - ha detto Laurent Dandrieu - i discorsi del Papa richiamano la virtù della prudenza nell’accogliere, riconoscono il diritto degli Stati di limitare l’immigrazione nella prospettiva del bene comune di cui sono responsabili", ma la frequenza di queste affermazioni è minimale "rispetto al torrente di dichiarazioni in favore della logica dell’accoglienza", ha sottolineato il pensatore francese. Il "diritto a non emigrare", teorizzato e promosso da Joseph Ratzinger, cioè la tendenza a preferire che i popoli conservino un diritto a rimanere nella propria terra d'appartenenza, sarebbe stato in qualche modo rimosso dal magistero di Papa Francesco.

Gli europei, invece, sarebbero angosciati per i rischi derivanti da un'immigrazione sostanzialmente incontrollata. E si aspetterebbero dalla Chiesa un atteggiamento materno invece di essere accusati di "non fare abbastanza per l’accoglienza dello straniero". "Le loro inquietudini - ha detto Dandrieu riferendosi sempre ai cittadini europei - sono assimilate a reazioni razziste". L'ansia per la scomparsa della civiltà del vecchio continente, insomma, verrebbe scambiata per suprematismo etnico. La Chiesa, poi, commetterebbe due grossi sbagli: guardare all'immigrazione solo attraverso il punto di vista del migrante e non mettere in conto "le differenze culturali o religiose concrete, come se ciò non incidesse sulla capacità delle società di accoglienza di integrarli". Il buonismo teorizzato da Bergoglio, quindi, finirebbe per non tenere presente le sofferenze inflitte alle popolazioni d'Europa.

Critiche da Dandrieu, poi, sono arrivare rispetto all'assolutizzazione del diritto a migrare: "Tale visione di una immigrazione di massa che contribuisce all’unità della famiglia umana spinge ad adottare una visione messianica delle migrazioni, che diventano una manifestazione dello spirito di Dio", ha evidenziato l'intellettuale francese. E ancora:"La posizione della Chiesa sull’immigrazione è in amplissima misura una posizione ideologica e politica, in cui la questione del bene concreto delle persone diventa secondaria in rapporto a questa visione messianica dell’immigrazione". La Chiesa, dunque, sarebbe finita nel vortice dell'ideologia immigrazionista, ma avrebbe bisogno di tutt'altra base culturale.

Un altro discorso cattolico - ha chiosato lo scrittore d'oltralpe - è necessario per la sopravvivenza del cattolicesimo europeo: "Ne va dell’avvenire dell’Europa, ma anche dell’avvenire della Chiesa, poiché essa – mostrandosi compiacente verso l’invasione di migranti – allarga sempre il fossato che la separa dalle popolazioni europee". "Così facendo - ha evidenziato l'intellettuale - si preclude essa stessa le vie della nuova evangelizzazione". La rievangelizzazione del nostro continente, in definitiva, non può passare per il sacrificio forzato di un'accoglienza pretesa a tutti i costi.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » mer feb 21, 2018 11:46 pm

I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
viewtopic.php?f=141&t=2574


Utopie demenziali e criminali - falsi salvatori del mondo e dell'umanità
viewtopic.php?f=141&t=2593
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » sab mar 03, 2018 9:10 pm

???

Migranti, l'appello del Papa: "No alla paura dello straniero"
Il Papa contro "chi alza nuovi muri": "I cristiani sono fratelli di ogni uomo, serve una globalizzazione della solidarietà"
Giovanni Neve - Dom, 11/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 03866.html

Papa Francesco torna a parlare di immigrazione e a chiedere accoglienza: "Le paure si concentrano spesso su chi è straniero, diverso da noi, povero, come se fosse un nemico", dice Bergoglio parlando nella basilica romana di Santa Maria in Trastevere, in occasione dei 50 anni della Comunità di Sant'Egidio.

"Il mondo oggi è spesso abitato dalla paura", aggiunge il Pontefice, "E anche dalla rabbia che è una sorellà della paura. È una malattia antica. Il nostro tempo conosce grandi paure di fronte alle vaste dimensioni della globalizzazione. E allora ci si difende da queste persone, credendo di preservare quello che abbiamo o quello che siamo. L'atmosfera di paura può contagiare anche i cristiani che, come quel servo della parabola, nascondono il dono ricevuto. Se siamo soli, siamo presi facilmente dalla paura".

Per questo Papa Francesco chiede di ripensare la globalizzazione: "Il mondo è diventato globale, l'economia e le comunicazioni si sono unificate. Ma per tanta gente, specialmente per i poveri, si sono alzati nuovi muri", sottolinea il Capo della Chiesa, "Le diversità sono occasione di ostilità e di conflitto. È ancora da costruire una globalizzazione della solidarietà e dello spirito. Il futuro del mondo globale è vivere insieme: questo ideale richiede l'impegno di costruire ponti, di tenere aperto il dialogo, di continuare a incontrarsi. Il cristiano, per sua vocazione, è fratello di ogni uomo, specie se povero e anche se è nemico. La Chiesa è segno di unità del genere umano, tra i popoli, le famiglie, le culture. Dobbiamo creare una società in cui nessuno sia più straniero: è la missione di valicare i confini e i muri, per riunire".




Adotta un profugo, lui mette bomba sulla metro

https://www.facebook.com/groups/1059950 ... 3204224194

Il video, pubblicato dalla Polizia Metropolitana di Londra, mostra l’esplosione che ha colpito il treno della metropolitana alla stazione Parsons Green lo scorso anno.
A realizzare la bomba l’iracheno Ahmed Hassan, 18 anni. L’ordigno era riempito di coltelli, cacciaviti e chiodi per avere la “massima carneficina”:
Ahmed aveva costruito la bomba presso la casa di Londra dove era stato accolto come rifugiato attraverso l’iniziativa ‘adotta un profugo’.


Terrifying moment fireball ripped through packed Parsons Green Tube train 'after Iraqi asylum seeker, 18, detonated nail bomb that sent commuters fleeing for their lives'
http://www.dailymail.co.uk/news/article ... error.html




Alberto Pento

Se i cristiani facessero/seguissero quello che dice Bergoglio, il Papa cattolico romano, sarebbero tutti uomini morti o schiavi e dhimmi dei mussulmani; lo stesso sarebbe per gli ebrei e per Israele che finirebbero di esistere in un batter d'occhio; già da duemila anni se gli ebrei si fossero fatti tutti cristiani non esisterebbero più.

Per il fideismo cristiano seguire il modello della vita di Cristo è il massimo dell'essere cristiano e quindi come Cristo rinunciare al mondo, alla vita e morire martiri uccisi come il Maestro, il Messia, Dio fattosi uomo.

Il cristianismo è una fede idolatra che viola il mandato universale di vivere e di apprezzare il dono della vita, mandato universale comune a tutte le creature e a tutti gli uomini.
È una fede contro natura, irragionevole, esaltiva e fanatica come lo era l'ebreo Cristo il presuntuoso che si credeva il Messia e Dio stesso.

Aprire le porte ai migranti, compresi i clandestini, irregolari, illegali e ai nazisti maomettani, in maniera assoluta, indiscriminata e scriteriata, comporta il distruggere la propria vita, la propria famiglia, la propria comunità, il proprio paese; realisticamente è un portarsi la morte in casa, è semplicemente demenziale e pericoloso, se non criminale.

Questo Papa è solo un fanatico esaltato, scriteriato e irresponsabile.





El Papa roman, ła cexa catołega e i migranti
viewtopic.php?f=194&t=1839

No Bergoglio, no, questi non sono un dono
viewtopic.php?f=194&t=2732

Parassiti, bugiardi, manipolatori dei diritti umani e ladri di vita ma che si propongono come presuntuosi e arroganti salvatori degli uomini e dell'umanità, solo che laddove questi operano spesso e volentieri la gente muore.
viewtopic.php?f=205&t=2668

I peggiori sono quelli che si servono degli ultimi o dei presunti ultimi per derubare e opprimere tutti gli altri, tra cui la loro stessa gente.
viewtopic.php?f=141&t=2706
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun mar 12, 2018 11:04 am

Africano occupa la casa di una 90 enne a Trento. Arrestato dai Carabinieri.
10 marzo 2018

http://www.lavocedeltrentino.it/2018/03 ... arabinieri

Nella mattinata di oggi 10 marzo 2018 è pervenuta alla Centrale Operativa del Comando Provinciale dei carabinieri una segnalazione che indicava l’occupazione di un’abitazione di un’anziana signora presso la zona di Madonna Bianca.

L’immediato intervento del Nucleo Operativo e Radiomobile ha permesso di appurare che all’interno dell’abitazione era presente una persona penetrata nella notte contro la volontà della proprietaria all’interno della casa.

Persona che, alla vista dei militari, oltre a non voler inizialmente aprire la porta, si è rifiutata di abbandonare l’abitazione e successivamente ha opposto una forte resistenza prendendo a calci e pugni i militari nel compimento delle opportune operazioni di sgombero

La vicenda che ha visto coinvolta l’anziana 90 enne trentina era iniziata la sera prima quando un 27 enne centrafricano, richiedente asilo si era, mediante un raggiro , introdotto all’interno dell’abitazione della vittima che, resasi conto della volontà dell’uomo di non abbandonare più l’abitazione, era riuscita ad allertare i vicini.

Quest’ultimi, prontamente intervenuti, erano riusciti a far allontanare il giovane, che però era riuscito di nascosto ad appropriarsi delle chiavi di casa.

In possesso delle chiavi di casa, durante la notte, approfittando dell’assenza della proprietaria, il ragazzo africano si è reintrodotto fino a quando è stato necessario l’intervento dei Carabinieri di Trento per riportare la situazione all’ordine e condurre il giovane presso la Caserma di via Barbacovi.

Al termine degli adempimenti di legge l’uomo è stata arrestato e posto a disposizione dell’A.G. di Trento. Dai documenti risulta sbarcato a Reggio Calabria nel 2013.

In cinque anni ha combinato parecchi guai in giro per l’Italia, collezionando denunce di vario tipo. Era stato arrestato anche una decina di giorni fa a Trento, per motivi di droga.


Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
viewtopic.php?f=194&t=2624
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 6:04 pm

???

Papa Francesco: «Oggi peggio che a Sparta, si scartano i bambini con le malformazioni»
di Franca Giansoldati

https://www.ilgazzettino.it/italia/prim ... 12550.html


San Giovanni Rotondo - No all'aborto selettivo. «Chi si prende cura dei piccoli sta dalla parte di Dio». La prima cosa che Papa Francesco ha voluto fare arrivando a San Giovanni Rotondo, proveniente da Pietrelcina, prima ancora di andare a celebrare la messa o raccogliersi in preghiera davanti alla reliquia di Padre Pio, è di andare a trovare i piccoli malati terminali che sono in cura alla Casa Sollievo della Sofferenza, l'ospedale fondato dal santo delle stimmate negli anni Cinquanta.
Una grande struttura che, dopo il risanamento degli ultimi dieci anni, viene considerato un fiore all'occhiello di tutta la sanità pugliese. È ai bambini che Bergoglio ha dedicato particolare affetto e vicinanza. La visita inizia dal reparto al terzo piano dove si trovano i bambini più ammalati. È lì che girando di stanza in stanza incoraggiando i genitori e strappando sorrisi ai piccoli pazienti senza capelli per le cure pesantisime, elabora un pensiero che più tardi, alla messa celebrata davanti al vecchio santuario, esplicita a braccio, facendo un parallelo tra la società di Sparta che scartava i bambini con le malformazioni, e l'attualità dove tante patologie riscontrate attraverso gli esami prenatali sono all'origine di aborti selettivi.

«Spesso nella nostra società, si arrivano a scartare tanti i bambini perchè in fondo non servono. Come se quello che non produce debba essere messo da parte. Tante volte i piccoli non sono voluti. Allo stesso modo vengono scartati anche gli anziani».

«Da bambino - ha raccontato il Papa parlando a braccio alla messa - a scuola ci insegnavano la storia degli spartani. A me ha sempre colpito quello che ci diceva la maestra, che quando nasceva un bambino o una bambina con malformazioni, lo portavano alla cima del monte e lo buttavano perché non ci fossero questi piccoli. Noi bambini dicevamo: 'ma quanta crudeltà'. Oggi però noi facciamo lo stesso. Con più crudeltà, e sicuramente con più scienza. Quello che non serve, quello che non produce, va scartato: questa è la cultura dello scarto. I piccoli non sono voluti oggi. E per questo Gesù è lasciato da parte»

Mentre si trovava in visita al reparto oncologico i medici che lo accompagnavano hanno raccontato al Papa che in quel momento era in corso un espianto di organi da un diciottenne in morte cerebrale: il suo cuore, il fegato e le cornee andranno a salvare diverse persone grazie «alla generosità di una famiglia che ha accettato di donare gli organi del loro figliolo a chi ne ha bisogno».

«Con umiltà e speranza – gli hanno detto i sanitari - ci affidiamo a lei per rivolgere un messaggio a tutti gli uomini di buona volontà che ogni giorno donano i propri organi per restituire la vita ad un proprio simile».
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