La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » ven giu 22, 2018 12:40 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » ven giu 22, 2018 12:40 pm

Il Papa bugiardo che dice menzogne contro i bianchi e l'occidente
??? Dico una cosa che sembra offendere ma è la verità: nell’incosciente collettivo c’è un pensiero brutto. L’Africa va sfruttata. Sono considerati schiavi e questo deve cambiare ... ???

Intervista al Papa: "Accogliere i migranti, ma con prudenza. Ora un piano per l'Africa"

Parla Francesco sul volo di ritorno dalla visita in Svizzera: "Un Paese deve accogliere tanti quanti può integrare, educare, dare lavoro. Il problema è il traffico di migranti: alcuni carceri in Libia sono come i lager nazisti". Il Pontefice chiede una sorta di piano Marshall per l’Africa: «Non può essere sfruttata». L'Italia "generosissima"
PAOLO RODARI
21 giugno 2018

http://www.repubblica.it/vaticano/2018/ ... /?ref=fbpr

GINEVRA - Interviene sui migranti per dire che i criteri sono quelli di sempre: «Accogliere, accompagnare, sistemare, integrare». Ma che ogni governo «deve agire con la virtù della prudenza, perché un Paese deve accogliere tanti quanti può e quanti può integrare, istruire, dare lavoro». Molto, dice, hanno fatto Italia e Grecia, ma anche Libano, Giordania, e Spagna. Tuttavia, ammonisce, un problema resta ed è quello del «traffico dei migranti» e delle «carceri libiche: mutilano, torturano e poi buttano nelle fosse comuni». Per questo chiede una sorta di piano Marshall per l’Africa: «Un piano di emergenza per investire in quei Paesi e per dare lavoro e istruzione». L’Africa non può essere «sfruttata», occorre investire. Così Francesco, nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Ginevra dove ha partecipato a una giornata ecumenica con altere confessioni cristiane.

Santo Padre, abbiamo viste cosa è capitato con la nave Aquarius fra Italia e Spagna e la separazione delle famiglie negli Stati Uniti. Pensa che i governi strumentalizzino il dramma dei rifugiati?

«Ho parlato tanto dei rifugiati e i criteri sono in quello che ho detto: accogliere, accompagnare, sistemare, integrare. Sono criteri per tutti i rifugiati. Poi ho detto che ogni Paese deve fare ciò con la virtù del governo che è la prudenza, perché un Paese deve accogliere tanti quanti può e quanti può integrare, educare, dare lavoro. Questo è il piano tranquillo, sereno sui rifugiati.
Stiamo vivendo un’ondata di rifugiati che fuggono da guerre e fame. Guerre e fame in tanti Paesi dell’Africa, persecuzioni in Medio Oriente. Italia e Grecia sono state generosissime ad accogliere. Per il Medio Oriente, la Turchia e la Siria ne hanno ricevuti tanti, il Libano anche. Il Libano ha tanti siriani libanesi, anche la Spagna ha fatto tanto.
C’è però un problema con il traffico dei migranti, e anche c’è il problema quando in alcuni casi i migranti devono tornare indietro per accordi (rimpatri, ndr). Ho visto le fotografie delle carceri dei trafficanti in Libia. I trafficanti subito separano le donne e i bambini dagli uomini. Le donne e i bambini vanno solo dove Dio sa. E le carceri per chi è tornato sono terribili: nei lager della Seconda guerra mondiale si vedevano queste cose. E anche mutilazioni, e poi li buttano nelle fosse comuni. Per questo i governi si preoccupano che non tornino e non cadano nelle mani di questa gente.
C’è una preoccupazione mondiale. So che i governi parlano di questo e vogliono trovare un accordo, modificare quello di Dublino. In Spagna avete avuto il caso di questa nave che è arrivata a Valencia . Tutto questo è un disordine. Il problema delle guerre è difficile da risolvere; come il problema della persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e in Nigeria. Tanti governi europei stanno pensando a un piano di emergenza per investire in quei Paesi per dare lavoro ed educazione.
Dico una cosa che sembra offendere ma è la verità: nell’incosciente collettivo c’è un pensiero brutto. L’Africa va sfruttata. Sono considerati schiavi e questo deve cambiare con dei piani di investimenti, di educazione, per far crescere perché il popolo africano ha tante ricchezze culturali e ha un’intelligenza grande. Sono bambini intelligentissimi che possono con una buona educazione andare oltre. Questa sarà la strada a mezzo termine. Ma devono mettersi d’accordo i governi e andare avanti con questa emergenza.

Negli Stati Uniti invece c’è un problema migratorio grande e anche in America Latina: il problema migratori interno. Gente che lascia la campagna perché non c’è lavoro e va nelle grandi città in baraccopoli e poi c’è una migrazione esterna. Concretamente, per quanto riguarda gli Stati Uniti, dico quello che dicono i vescovi locali. Mi schiero con loro».

Pensa sia il caso per la Chiesa cattolica di riunirsi alle chiese della pace e mettere da parte la cosiddetta «guerra giusta»?

«Oggi a pranzo un pastore ha detto che il primo diritto umano è il diritto alla speranza e mi è piaciuta questa cosa. Abbiamo parlato sulla crisi dei diritti umani oggi. La crisi dei diritti umani si vede chiaramente. Si parla dei diritti umani, ma tanti gruppi prendono le distanze. Sì i diritti umani, ma poi non ci sono forza, entusiasmo, condizioni. E questo è grave perché dobbiamo vedere le cause, quali sono le cause per le quali siamo arrivati al fatto che oggi i diritti umani sono relativi. Anche il diritto alla pace è relativo. È la crisi dei diritti umani. Tutte le chiese che hanno questo spirito di pace devono riunirsi e lavorare insieme: l’unità per la pace. Questa terza guerra mondiale se si farà sappiamo con quali armi. Ma se ci fosse una quarta si farà coi bastoni perché l’umanità sarà distrutta. Se si pensa ai soldi che si spendono in armamenti… La pace è il mandato di Dio. Oggi i conflitti non si risolvono più col negoziato, la mediazione è in crisi, crisi di speranza, di diritti umani, di pace. Ci sono religioni di pace: ma ci sono religioni di guerra? Difficile capire questo. È difficile, ma certamente ci sono alcuni gruppi in quasi tutte le religioni, gruppi piccoli, di fondamentalisti: cercano le guerre. Anche noi cattolici ne abbiamo qualcuno. Cercano sempre la distruzione e questo è importante averlo sotto gli occhi».

Qual è stato il momento della giornata odierna più significativo per lei?
«Incontro, è stata una giornata di incontri, variegati. La parola giusta della giornata è incontro. Quando uno incontra un’altra persona sente il piacere dell’incontro e questo tocca il cuore. Sono stati incontri positivi, iniziati col dialogo col presidente che è stato un dialogo di cortesia, un dialogo profondo su argomenti mondiali profondi e con una intelligenza tale che sono rimasto stupito. Poi incontri che non avete visto, a pranzo, che mi ha molto colpito per il modo con cui sono stati portati tanti argomenti. Forse l’argomento sul quale siamo rimasti più tempo a parlare è quello dei giovani. Tutte le confessioni sono preoccupate e il pre Sinodo che è stato fatto a Roma dal 19 marzo in poi ha attirato tanto l’attenzione perché c’erano 315 giovani anche agnostici provenienti da tutti i Paesi. Questo ha segnato un interesse speciale. La parola che mi dà la totalità del viaggio è incontro, è stato un viaggio dell’incontro, l’esperienza dell’incontro, nessuna scortesia, un incontro umano»

Lei parla spesso di passi concreti nell’ecumenismo. Oggi ha nuovamente parlato in merito dicendo «vediamo ciò che è possibile fare concretamente piuttosto che scoraggiarsi per ciò che non lo è». I vescovi tedeschi hanno deciso di fare un passo (sul tema della comunione nei matrimoni misti fra cattolici e protestanti, ndr). Come mai l’arcivescovo Luis Ladaria ha scritto una lettera che invece sembra fare un passo indietro? Dopo il 3 maggio è stato detto che vescovi dovevano trovare una soluzione all’unanimità. Quali i prossimi passi? Ci sarà un intervento del Vaticano?

«Non è una novità perché nel codice di diritto canonico è previsto quello di cui i vescovi tedeschi parlano: la comunione nei casi speciali. Loro parlavano del problema dei matrimoni misti. Il codice dice che il vescovo della Chiesa particolare deve decidere, la cosa è nelle sue mani. Questo dice il codice. I vescovi tedeschi hanno studiato per più di un anno. Il documento uscito è stato fatto con spirito ecclesiale. E hanno proposto il documento alla Chiesa locale. Ma il codice prevede che il vescovo si esprima in merito e non la conferenza episcopale, perché una cosa approvata nella conferenza episcopale diventa universale e questa è stata la difficoltà riscontrata. Ci sono stati due o tre incontri di dialogo e Ladaria ha inviato la lettera ma col mio permesso, non l’ha fatto da solo. Io ho detto sì: è meglio dire che si deve studiare di più. C’è stata la riunione e studieranno la cosa per un nuovo documento. Credo che sarà un testo orientativo perché ognuno dei vescovi diocesani possa gestire quello che già il diritto canonico permette loro. Nessuna frenata, dunque, è piuttosto reggere la cosa perché vada per la buona strada. Quando ho visitato la Chiesa luterana di Roma ho risposto secondo il codice di diritto canonico che è lo spirito che loro cercano adesso. Una parola che voglio dire in conclusione è che oggi è stata è stata una giornata ecumenica. A pranzo abbiamo detto una bella cosa: nel movimento ecumenico dobbiamo togliere dal dizionario una parola: proselitismo. Non ci può essere ecumenismo con proselitismo. O si è con spirto ecumenico o un si è un “proselitista”».
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » dom lug 08, 2018 10:10 am

Bari, Papa Francesco prega per il Medio Oriente davanti a 100mila persone. Fa rumore l'assenza del patriarca russo Kirill
Francesco Antonio Grana | 7 luglio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ll/4477191

Nello storico incontro con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente, il Pontefice ha rivolto un appello contro l'indifferenza che "uccide, e noi vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza". Nelle intenzioni di Bergoglio l'appuntamento in Puglia doveva essere l'occasione per rivedere pubblicamente il leader religioso di Mosca, che però ha declinato l'invito

“L’indifferenza uccide, e noi vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza. Vogliamo dare voce a chi non ha voce, a chi può solo inghiottire lacrime, perché il Medio Oriente oggi piange, soffre e tace, mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze”. È l’appello che Papa Francesco ha rivolto da Bari in uno storico incontro di preghiera ecumenica per la pace con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente. Oltre 100mila persone hanno accolto Bergoglio nella sua terza visita in Puglia del 2018 dopo quelle a San Giovanni Rotondo, Alessano e Molfetta. Occasione mancata, però, per l’assenza del Patriarca di Mosca Kirill che nel capoluogo pugliese ha inviato come suo rappresentante il metropolita Hilarion, capo del dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato russo.

Dopo lo storico primo, e al momento unico, faccia a faccia avvenuto a Cuba nel 2016, Francesco aveva teso la mano a Kirill nella speranza di un secondo incontro questa volta nella città di San Nicola, tanto caro anche al Patriarcato ortodosso russo. Proprio a L’Avana, infatti, Kirill aveva chiesto al Papa di poter avere a Mosca una reliquia del patrono di Bari. Desiderio subito esaudito da Bergoglio. Nel 2017, per poco più di due mesi, un frammento della costola sinistra del santo fu portato a Mosca e a San Pietroburgo dove fu venerato da quasi 2 milioni e mezzo di fedeli, principalmente ortodossi, tra quali Vladimir Putin. Un evento eccezionale perché in 930 anni mai prima di allora le reliquie di San Nicola avevano lasciato Bari.

Dopo aver pregato insieme con i capi delle altre Chiese davanti alle reliquie del patrono del capoluogo pugliese, il Papa ha sottolineato che sul Medio Oriente “si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti. Il Medio Oriente è divenuto terra di gente che lascia la propria terra. E c’è il rischio che la presenza di nostri fratelli e sorelle nella fede sia cancellata, deturpando il volto stesso della regione, perché un Medio Oriente senza cristiani non sarebbe Medio Oriente”. “Preghiamo uniti, – è stata la richiesta di Bergoglio – per invocare dal Signore del cielo quella pace che i potenti in terra non sono ancora riusciti a trovare”.

Al termine di un lungo confronto a porte chiuse con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente, Francesco ha rivolto il suo appello davanti alla Basilica di San Nicola: “Per aprire sentieri di pace, si volga lo sguardo a chi supplica di convivere fraternamente con gli altri. Si tutelino tutte le presenze, non solo quelle maggioritarie. Si spalanchi anche in Medio Oriente la strada verso il diritto alla comune cittadinanza, strada per un rinnovato avvenire. Anche i cristiani sono e siano cittadini a pieno titolo, con uguali diritti. Fortemente angosciati, ma mai privi di speranza, volgiamo lo sguardo a Gerusalemme, città per tutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa. Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi, fermamente voluta e favorita dalla Comunità delle nazioni, potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”.

Il Papa ha, inoltre, denunciato con forza che “la guerra è la piaga che tragicamente assale quest’amata regione. Ne è vittima soprattutto la povera gente. Pensiamo alla martoriata Siria. La guerra è figlia del potere e della povertà. Si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria. Tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio, che è pace, e perseguitato il fratello che da sempre vive accanto. Ma la violenza è sempre alimentata dalle armi. Non si può alzare la voce per parlare di pace mentre di nascosto si perseguono sfrenate corse al riarmo. È una gravissima responsabilità, che pesa sulla coscienza delle nazioni, in particolare di quelle più potenti. Non si dimentichi il secolo scorso, non si scordino le lezioni di Hiroshima e Nagasaki, non si trasformino le terre d’Oriente, dove è sorto il Verbo della pace, in buie distese di silenzio. Basta contrapposizioni ostinate, basta alla sete di guadagno, che non guarda in faccia a nessuno pur di accaparrare giacimenti di gas e combustibili, senza ritegno per la casa comune e senza scrupoli sul fatto che il mercato dell’energia detti la legge della convivenza tra i popoli!”.

Francesco ha concluso il suo appello ricordando che “la speranza ha il volto dei bambini. In Medio Oriente, da anni, un numero spaventoso di piccoli piange morti violente in famiglia e vede insidiata la terra natia, spesso con l’unica prospettiva di dover fuggire. Questa è la morte della speranza. Gli occhi di troppi fanciulli hanno passato la maggior parte della vita a vedere macerie anziché scuole, a sentire il boato sordo di bombe anziché il chiasso festoso di giochi. L’umanità ascolti, vi prego, il grido dei bambini, la cui bocca proclama la gloria di Dio. È asciugando le loro lacrime che il mondo ritroverà la dignità”.



???
Fortemente angosciati, ma mai privi di speranza, volgiamo lo sguardo a Gerusalemme, città per tutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa. Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi, fermamente voluta e favorita dalla Comunità delle nazioni, potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”.


Alberto Pento
No Bergoglio Gerusalemme è innanzi tutto la capitale di Israele e degli ebrei. Quella che tu chiami Terra Santa è Israele e null'altro.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » ven gen 18, 2019 8:47 am

Papa Francesco: "Gesù era un profugo, fuggì in Egitto per scampare alla furia omicida di Erode"
17 Gen. 2019

https://www.tpi.it/2019/01/17/papa-fran ... su-profugo

Gesù Cristo era un profugo. Lo dice papa Francesco, sostenendo ancora una volta che “le migrazioni arricchiscono le nostre comunità”. Non è la prima volta che papa Francesco si schiera a favore dei migranti.
“Spostarsi e stabilirsi altrove con la speranza di trovare una vita migliore per sé stessi e le loro famiglie: è questo il desiderio profondo che ha mosso milioni di migranti nel corso dei secoli”, scrive Bergoglio nella prefazione del volume “Luci sulle strade della speranza”, una raccolta del suo magistero in tema di migranti, rifugiati e tratta, pubblicata dalla sezione migranti e rifugiati del Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale.

Il parallelismo tra l’esperienza dei profughi e la vita di Gesù Cristo, da molti considerata fuori luogo e forzata, è uno dei punti cardine degli insegnamenti di Bergoglio. “Gli esodi drammatici dei rifugiati sono un’esperienza che Gesù Cristo stesso provò, assieme a i suoi genitori, all’inizio della propria vita terrena, quando dovettero fuggire in Egitto per salvarsi dalla furia omicida di Erode”, spiega il pontefice.

E l’esperienza della migrazione è una cosa che riguarda Bergoglio anche su un piano personale: i suoi nonni paterni erano emigranti italiani che fuggirono in Argentina nel 1929.

Il volume di Bergoglio si concentra in particolare sulla tratta degli esseri umani, spiegandone cause e suggerendo modalità per sconfiggere il fenomeno.

“Il viaggio dei migranti non è sempre un’esperienza felice. Basti pensare ai terribili viaggi delle vittime della tratta. Anche in questo caso, però, non mancano le possibilità di riscatto, come accadde per il piccolo Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto come schiavo dai fratelli gelosi, il quale in Egitto divenne un fiduciario del faraone”, scrive ancora il papa.

“Come la storia umana, la storia della salvezza è stata segnata da itineranze di diverso genere – migrazioni, esili, fughe, esodi, tutte comunque motivate dalla speranza di un futuro migliore altrove. E anche quando l’itineranza è stata indotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di liberazione e di riscatto”, prosegue papa Francesco.

In questo articolo dal titolo: “Ma quindi, Gesù, Giuseppe e Maria, erano o non erano dei profughi?“, abbiamo fatto chiarezza sulla storia della “sacra famiglia”, in fuga dalla Palestina per riparare in Egitto e sottrarsi all’ira di Erode. Qui tutta la storia.


Alberto Pento

Stando a quanto racconta solo l'evangelista Matteo, l'ebreo Gesù Cristo, ancora in fasce, assieme alla sua famiglia, fuggì in Egitto per sottrarsi alla furia di Erode che temeva che Gesù gli sottraesse il trono come pronosticavano le profezie dell'idolatria religiosa ebraica.
Però Matteo non dice altro, non dice dove, come e da chi e nemmeno quanto durò l'esilio della famiglia di Gesù che sicuramente durò al massino fino alla morte di Erode che morì di lì a poco.
L'Egitto all'epoca era una provincia dell'impero romano come Israele/Palestina e quindi non ci volevano documenti particolari per passare da una provincia ad un'altra.
Sicuramente la famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria non ha fatto la parassita né i suoi genitori hanno fatto i criminali criminali, Maria non ha fatto la prostituta o rubato e Giuseppe non ha spacciato droga, rubato, rapinato, esorto, sequestrato e ucciso.
Non hanno certo vissuto alle spalle degli egiziani in alberghi o in ville, si saranno pagati il soggiorno presso conoscenti e amici e Giuseppe che era un bravo artigiano avrà lavorato senza problemi e sarà stato ricercato per la sua professionalità di falegname ebreo.
Alla morte di Erode sono tornati a casa loro, riprendendo la loro esistenza ordinaria.
Poi l'ebreo Gesù Cristo per il resto della sua vita in Israele non era uno straniero, non era un profugo o un rifugiato, non era un migrante economico parassita, non era un clandestino invasore e criminale, non era un terrorista arabo-palestinese, non era un nazista maomettano, era semplicemente e integralmente un ebreo di Israele come lo erano i suoi genitori e Israele è la terra degli ebrei come Gerusalemme è la loro capitale.
L'ebreo Gesù stava a casa sua nella sua terra di Israele che con suo padre Giuseppe si guadagnava il pane dapprima lavorando il legno e poi da adulto e da rabbino errante con le offerte e la carità di chi lo andava ad ascoltare e ne riceveva beneficio: non rubava, non rapinava, non spacciava, non estorceva, non viveva di assistenza pubblica, non era un parassita né un invasore clandestino.
Poi ricordo che l'ebreo Cristo vissuto e morto da ebreo, ucciso dagli invasori romani; probabilmente come suo padre Giuseppe portava anche la kippah prima che i romani gliela togliessero per torturarlo con la corona di spine per poi ucciderlo con la crocifissione.
I preti che la raccontano diversamente sono dei mentitori, dei bestemmiatori, degli eretici, dei figli del demonio.


Bergoglio è un bugiardo e promuove il male della terra.
A questo personaggio irresponsabile e fanatico ricordo che le migrazioni (emigrazioni/immigrazioni) sono un bene solo quando non sono invasioni,
quando cioè sono richieste, controllate, rispettose, compatibili, graduali, volontarie, libere, vincolate e se non gradite respinte.
Al contrario, le migrazioni (emigrazioni/immigrazioni) quando non sono gradite, quando sono imposte, quando avvengono con la violenza, la frode, l'inganno, l'imposizione, quando non sono libere, quando sono massicce, incontrollate, incompatibili sono un male, uno dei mali più grandi dell'umanità e diventano invasioni che portano guerra, miseria, distruzione e morte.



Ecco quando le migrazioni sono e non sono invasioni e portano il bene e non il male
viewtopic.php?f=194&t=2603




“I popoli devono rimanere nelle loro terre”. Mons. Crepaldi si schiera con Salvini e la Dottrina Sociale della Chiesa contro la politica immigrazionista di Bergoglio

https://rivelazione.net/notizie/i-popol ... -bergoglio

“La dottrina sociale della Chiesa è chiara: i popoli devono rimanere nelle loro terre. La politica decide se accogliere o no, la religione deve annunciare Cristo. Ma forse qualcuno se n’è scordato…“

A parlare è Monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e presidente dell’Osservatorio cardinale Van Thuan sulla dottrina sociale.

E’ chiaro che sono parole in netto contrasto con la linea di Bergoglio.

Bergoglio che continuamente sostiene l’immigrazione e condanna il nostro Governo che chiude i porti.

Bergoglio che fa politica invece di preoccuparsi di evangelizzare Cristo.

Bergoglio che vuole arrivare ad un’unione tra le religioni senza tener conto delle differenze sostanziali che le dividono.

Vediamo ora di analizzare le discrepanze tra l’operato di Bergoglio e quanto afferma la dottrina della Chiesa secondo l’arcivescovo Crepaldi.

Prima di tutto Crepaldi, nell’affrontare il problema dei flussi migratori, afferma che bisogna tener conto “del bene comune non solo degli immigrati ma anche della nazione che li accoglie“. Bisogna “interrogarsi sulle reali possibilità di integrazione. Non solo i bisogni di chi chiede l’accoglienza. La politica deve regolare l’accoglienza in modo strutturale nella tutela del bene di tutti“. E riferendosi all’Italia non sottovaluta i problemi legati all’immigrazione: “Combattere la criminalità organizzata e non scaricare tutta la responsabilità sull’Italia” .

Dichiarazioni che suonano nuove per noi cattolici abituati a sentire Bergoglio che non perde occasione per incentivare l’accoglienza di tutti gli immigrati.

Chiediamo quindi a Bergoglio: accogliendo nel nostro Paese uomini forti africani che non scappano da guerre ma entrano irregolarmente con il solo scopo di portare la malavita impadronendosi anche di Paesi come Castel Volturno in mano alla mafia nigeriana, si fa il bene dell’Italia?

Chiediamo a Bergoglio: favorendo con l’immigrazione la criminalità organizzata si fa il bene di uomini, donne, bambini che, una volta entrati nel nostro Paese, non solo vengono costretti a prostituirsi ma macellati per togliere organi vitali e venderli?

Chiediamo a Bergoglio: questi uomini forti, robusti con cellulari all’ultima moda che una volta messo il piede sul territorio italiano si impongono, hanno solo pretese, non rispettano regole di convivenza, vogliono realmente integrarsi nel nostro Paese?

L’integrazione prima di tutto esige il rispetto per il Paese che ospita. I fatti dimostrano che sono gli italiani a subire!!!

Chiediamo a Bergoglio: come “capo” (presunto) della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, perché porta avanti l’obiettivo di costruire un’unica religione mondiale? Come poter accogliere e condividere “prassi contrarie al bene dell’uomo“?

L’arcivescovo Crepaldi proprio riferendosi all’integrazione afferma: “Non bisogna sottovalutare la religione delle persone che vengono accolte. In questo caso l’Islam. Non bisogna far finta che nella teologia islamica non ci siano elementi che rendono difficile l’integrazione“. Aggiunge: “Una società multireligiosa non è un bene in sè. Ci sono religioni che propongono e impongono prassi contrarie al bene dell’uomo, come la superiorità del maschio sulla femmina o le mutilazioni genitali“.

Anche qui doverose sono le domande da rivolgere a Bergoglio.

Chiediamo a Bergoglio: accogliendo tutti questi uomini prevalentemente di religione islamica non c’è il pericolo che l’Italia perda la sua identità di Paese con radici cristiane cattoliche?

Chiediamo a Bergoglio: come mai, invece di continuare ad evangelizzare Cristo, per rispetto verso gli immigrati e per non offenderli, ha appoggiato sacerdoti che si sono posti contro i presepi e hanno chiuso la Chiesa nel giorno del Santo Natale in segno di protesta verso un governo che chiude i porti per il bene del Paese?

Chiediamo a Bergoglio: come mai invece di difendere la religione cattolica non si è pronunciato quando nelle scuole hanno cercato di sostituire il nome di Gesù e Maria nelle canzoncine di Natale per non ferire bambini di religione islamica?

Chiediamo a Bergoglio: perché questi uomini forti, robusti che non scappano da guerre non rimangono nei loro Paesi per aiutare nello sviluppo, nella crescita? Hanno forse l’obiettivo, come del resto dimostrato, di destabilizzare il nostro Paese?

Chiediamo a Bergoglio: come mai è così appoggiato dalla Massoneria internazionale che arriva anche a ringraziarla pubblicamente?

Da non sottovalutare sono anche le posizioni dei vescovi africani che invitano i loro giovani a non emigrare sostenendo la Dottrina Cattolica della Chiesa che al riguardo dice: “Esiste prima di tutto un diritto a non emigrare e a rimanere nella propria nazione e presso il proprio popolo“.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » ven gen 18, 2019 8:50 am

La criminale santificazione dell'Islam, di Maometto e del suo Corano

Provate ad immaginare come reagirebbe il Mondo e come reagirebbero i cristiani se il Papa cattolico romano santificasse Hitler, il suo Mein Kampf e la sua ideologia nazional socialista oppure Stalin e il suo comunismo.
Perché allora il Mondo e i cristiani non hanno reagito adeguatamente e hanno lasciato che Papa Bergoglio santificasse Maometto, il Corano e il loro nazismo maomettano, questo Maometto che è stato più assassino e criminale di Hitler e di Stalin?
Papa Wojtyla, in nome del dialogo interreligioso e irresponsabilmente, a suo tempo baciò il Corano e Bergoglio non molto tempo fa ha affermato che l'Islam, inventato da Maometto, eleva spiritualmente l'uomo a Dio e promuove la pace e la fraternità tra gli uomini, cosa vi è di più irresponsabile, demenziale e falso?




Dialogo con l’Islam? Belle parole, ma al lato pratico solo una utopia
Franco Londei
Aprile 1, 2019

https://www.rightsreporter.org/dialogo- ... Lki89WvHnU

Ieri il Papa è tornato ancora una volta a invocare il dialogo con l’Islam. Lo ha fatto in occasione della sua visita in Marocco, uno dei pochi Paesi arabi dove i cristiani non sono perseguitati anche se sono ridotti ai minimi termini.

Papa Francesco non fa altro che fare il suo dovere di buon cristiano nell’invocare un dialogo con il mondo islamico. La cultura cristiana del “porgi l’altra guancia” e della pace ad ogni costo con chiunque lo impone.

Ma nella sostanza le parole del Papa sono prive di senso, sono solo belle parole di circostanza. E a dimostrarlo non c’è solo la mancanza di un riscontro della stessa volontà da parte islamica, è il concetto stesso su cui si basa l’Islam a rendere vana la speranza di Papa Francesco.

L’Islam non prevede nessun dialogo con le altre religioni se non dopo la loro totale sottomissione. Questo concetto basilare è rimasto inalterato nel corso dei secoli, mentre le altre religioni si sono evolute nei loro concetti basilari.

Prendiamo per esempio quanto successo ieri in Tunisia durante la riunione della Lega Araba che si teneva in contemporanea con la visita del Papa in Marocco.

Riunione della Lega Araba a Tunisi

Mentre Papa Francesco parlava di dialogo con l’Islam, di pace e di una Gerusalemme capitale delle tre religione monoteiste, la Lega Araba condannava le decisioni del Presidente Trump di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele e il riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan.

Il concetto alla base delle critiche della Lega Araba non è però quello di una Gerusalemme capitale delle tre religioni, ma che nessuno può permettersi il lusso di sottrarre territori conquistati dall’Islam.

È lo stesso concetto applicato alla critica sulla sovranità israeliana sul Golan, amplificato in questo caso dal fatto che le Alture del Golan sono passate sotto controllo israeliano a seguito di una guerra di aggressione dei Paesi Arabi contro Israele e non viceversa.

Per la mentalità islamica Israele, che si è difeso, doveva soccombere ma siccome ciò non è avvenuto non ha alcun Diritto di appropriarsi di terre islamiche anche se tali terre sono di vitale importanza strategica per la sua difesa e la loro occupazione è il frutto di una azione di auto-difesa.
La religione detta la politica e non viceversa

Il problema, che secondo me il Papa sottovaluta, è che nel mondo islamico la politica la detta la religione. Tutte le leggi dei paesi islamici sono basate sulla legge islamica. Non esiste un Paese islamico democratico. Non esiste un paese islamico che abbia una costituzione completamente svincolata dalla Sharia.

Quello che è mio è mio, quello che è tuo è mio

Non è un problema da niente perché la legge islamica non prevede il dialogo, non prevede la condivisione. Quello che è mio è mio, quello che è tuo è mio. Funziona così da secoli.

Ecco perché le parole del Papa sono solo belle parole ma nella sostanza sono una utopia o forse solo una mera speranza.

Il mondo islamico non è interessato a un dialogo con il resto del mondo oppure, se lo è, lo è solamente perché è nel suo interesse farlo. Per capirlo basta andare a vedere gli obiettivi di coloro che incredibilmente vengono considerati “l’islam moderato” con cui dialogare: i Fratelli Musulmani.

La Fratellanza Musulmana ha degli obiettivi ben precisi e una altrettanto precisa strategia per raggiungerli.

Il dialogo con il resto del mondo rientra in quella strategia, ma è ingannevole, è fuorviante. Fornisce una falsa sensazione di sicurezza, sensazione che l’avvento dello Stato Islamico aveva messo in pericolo proprio perché metteva allo scoperto le loro vere intenzioni.

Ora con la sconfitta dello Stato Islamico la Fratellanza Musulmana può tornare al suo piano originale e addirittura andare a sostituire ISIS.

È con questi personaggi che Papa Francesco intende dialogare. È con chi vuole creare un esercito dell’Islam per riconquistare prima Gerusalemme e poi il resto del mondo che il Papa vuole instaurare un dialogo. Se non è un suicidio, poco ci manca.

Intendiamoci, non intendo minimamente criticare Papa Francesco. Come detto lui fa il suo lavoro e agisce coerentemente con il suo ruolo. Posso però dire che sbaglia tutto?

Se una forma di dialogo con l’Islam ci deve essere non può prescindere dalla reciprocità e soprattutto dalla chiarezza. Sono garanzie che la Fratellanza Musulmana non può dare, inutile girarci intorno. Possiamo far finta di crederci, possiamo anche tentare un dialogo, nessuno ce lo vieta. Ma sono loro a dover cambiare, non noi.

E francamente credo che ciò sia impossibile. È troppo stretto il rapporto tra politica e Islam per essere rotto. Per i musulmani, la politica e tutto ciò che gli gira intorno, è l’Islam, è la Sharia, la legge islamica. Questo non si può cambiare.

Quindi l’unico modo per dialogare con l’Islam sarebbe quello di chiedere che si debba essere noi a doverci adeguare alla legge islamica. Con il dovuto rispetto per Papa Francesco, non credo che sia una buona idea.



Papa Francesco legittima l’islam e promuove il cibo “islamicamente corretto” dentro il Vaticano: niente carne di maiale e vino a tavola nella “Giornata Mondiale del Povero”
Magdi Cristiano Allam
18 novembre 2019

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 7734678131

Buongiorno amici. Ieri, nella “Giornata Mondiale del Povero” da lui stesso istituita, Papa Francesco ha condiviso in Vaticano il pranzo domenicale con 1.500 poveri offrendo un menù “islamicamente corretto”, senza carne di maiale e senza vino.
Giovedì scorso 14 novembre Papa Francesco, incontrando in Vaticano per la quarta volta il Grande imam dell’Università islamica di Al Azhar che ha sede al Cairo, ha consolidato la legittimazione dell’islam come religione confermando che cristianesimo e islam sono uniti dal concetto della “fratellanza umana” e ha valutato positivamente il progetto di una “Casa dei monoteismi” che dovrebbe essere costruita ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, e accoglierà una moschea, una sinagoga e una chiesa dedicata a san Francesco d’Assisi.

Invito rispettosamente Papa Francesco a considerare attentamente quanto segue. L'islam vieta il consumo della carne di maiale concependolo come un animale «immondo». Allah nel Corano prescrive: «Di': “In quello che mi è stato rivelato, non trovo altri interdetti a proposito del cibo, se non l'animale morto, il sangue effuso e la carne di porco - che è immonda - e ciò che, perversamente, è stato sacrificato ad altri che ad Allah”. Quanto a chi vi fosse costretto, senza intenzione o ribellione, ebbene, il tuo Signore è perdonatore, misericordioso». (6, 145)
L'islam non solo vieta la carne di maiale, ma impone che gli altri animali prima di poterli mangiare devono essere sgozzati vivi e dissanguati nel nome di Allah. Ai musulmani è prescritto che l'animale da sgozzare deve essere cosciente, si affila il coltello, si fa stendere l'animale sul suo lato sinistro orientandolo verso la Mecca, e dopo aver pronunciato «Nel nome di Allah» e «Allah è il più grande», si recide con il coltello la faringe, la via respiratoria, l’esofago, la via alimentare, e le le arterie carotide fino al suo totale dissanguamento. Ogni anno, alla fine del pellegrinaggio alla Mecca, i musulmani celebrano la «Festa del sacrificio» o la «Festa dello sgozzamento», e spesso lo sgozzamento dei montoni viene effettuato individualmente nelle abitazioni o nelle strade pubbliche, anche all'interno dell'Europa. Questa pratica islamica contrasta con le nostre leggi e le nostre regole preposte al trattamento degli animali e alla macellazione.
Quanto agli alcolici, Allah vieta gli alcolici e punisce chi li beve. Laddove i militanti islamici prendono il sopravvento, anche all'interno dell'Europa, impongono ai locali pubblici di non vendere l'alcol. Questo divieto si scontra con il nostro ordinamento giuridico.

Quanto al concetto della «fratellanza» che unirebbe cristianesimo e islam, faccio osservare a Papa Francesco che l'islam divide l'umanità in «credenti», che sono solo i musulmani, e «miscredenti», che sono tutti i non musulmani. Il Mondo è contrapposto tra «Casa dell'islam» e «Casa della guerra». Talvolta l'Europa viene additata come «Casa della tregua», solo se consente ai musulmani residenti di avere le moschee e di consolidarsi come «comunità islamica» in vista della conquista del potere e della sottomissione all'islam dell'Europa.
Maometto fu un razzista, concepì i musulmani come una «razza musulmana» superiore, trattò gli ebrei e i cristiani come «dhimmi», «protetti», una «razza inferiore», sottomessi alla dittatura dei musulmani. Si tratta della negazione della pari umanità delle persone, della concezione dei musulmani come una entità umana distinta e superiore, del rifiuto pregiudiziale dell'integrazione in seno alle società non musulmane per salvaguardare costi quel che costi la propria integrità islamica.
Maometto fu il più grande schiavista della sua epoca e i musulmani sono stati i maggiori schiavisti della Storia con 2,5 milioni di europei e 18 milioni di africani deportati e sfruttati come schiavi. Allah nel Corano legittima la schiavitù e concepisce lo schiavo come un essere antropologicamente inferiore rispetto alla persona libera. La riduzione delle persone libere in schiavi e lo sfruttamento della schiavitù sono reati gravi per il nostro ordinamento giuridico.

Quanto al rapporto con gli ebrei e i cristiani, ricordo a Papa Francesco che nella loro preghiera i musulmani condannano gli ebrei e i cristiani come miscredenti per 17 volte al giorno. L'islam si concepisce come la «religione della verità», e considera l'ebraismo, il cristianesimo e le altre fedi come «religione della falsità». Nel Corano Allah vieta di allearsi e ordina di uccidere gli ebrei e i cristiani. Allah è particolarmente anti-ebraico perché Maometto è stato profondamente anti-ebraico.
Nel 627 a Medina Maometto ha sterminato la tribù ebraica dei Banu Qurayza partecipando personalmente allo sgozzamento e alla decapitazione di circa 900 ebrei. Si tratta inequivocabilmente di un «crimine contro l'umanità». Maometto impose il suo potere sanguinario e dittatoriale compiendo 95 razzie e «guerre di sterminio» contro le tribù arabe pagane, ebraiche e cristiane, in cui ha combattuto e ucciso i suoi nemici. Considerando che Maometto è il «modello» da emulare, il suo esempio è una chiara istigazione a uccidere i non musulmani, in particolare gli ebrei e i cristiani.
Per Allah la vita non è di per sé sacra. Allah esorta i musulmani a rinunciare alla propria vita combattendo contro i non musulmani per conquistare una vita migliore nel Paradiso islamico. Ma resta il fatto che solo la vita dei musulmani è inviolabile, i non musulmani possono essere uccisi. Allah vieta ai musulmani di pregare per i morti non musulmani anche se fossero il proprio padre o la propria madre. Si tratta di una flagrante violazione della sacralità della vita di tutti e della legittimazione a uccidere i non musulmani e a non avere pietà per i non musulmani anche dopo la loro morte.

Concludo il mio messaggio a Papa Francesco: o si è cristiani o si è musulmani, o si crede in Gesù vero Dio e vero uomo, o si crede in Maometto che condanna di miscredenza ebraismo e cristianesimo e si considera il Sigillo della Profezia. Come cristiani siamo tenuti ad amare anche i musulmani come persone, ma senza legittimare l'islam come religione. Per 1400 anni la Chiesa e l'Europa hanno condannato e combattuto contro l'islam perché gli islamici non hanno mai cessato di fare la guerra per sottomettere anche l'Europa dopo aver sottomesso la sponda meridionale ed orientale del Mediterraneo le cui popolazioni fino al Settimo secolo erano al 98% cristiani. Papa Francesco dovrebbe sapere che le Mura Leonine che cingono lo Stato del Vaticano e che lui vede ogni giorno, furono edificate nell'848 da Papa Leone IV dopo che per due volte nell'830 e nell'846 gli islamici invasero Roma e saccheggiarono la Basilica di San Pietro. Quelle Mura hanno prevenuto nuove guerre islamiche, difeso la Chiesa e salvaguardato la cristianità. Quelle Mura sono parte integrante della nostra civiltà cristiana. Ecco perché legittimare l'islam è una sconfessione del cristianesimo e promuovere l'islamizzazione all'interno stesso del Vaticano è un suicidio della Chiesa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun ott 05, 2020 5:24 am

Migranti, nuovo appello del Papa: "Non si lasci affogare la gente"
Sergio Rame - Lun, 01/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/mig ... 4frjhoRHow

Di ritorno dal Marocco Bergoglio torna a pungolare i Paesi che respingono i migranti. E attacca i populismi accostandoli a Hitler
Tornando in volo dal Marocco, i giornalisti chiedono a papa Francesco di Matteo Salvini e del convegno sulle famiglie di Verona.

"Io di politica italiana non capisco - frena subito il Pontefice - non so cosa sia, davvero. Ho letto la lettera del cardinale Pietro Parolin (nella quale ha spiegato agli organizzatori perchè non sarebbe andato) e sono d'accordo, una lettera pastorale, di buona educazione". Ma poi, come riporta il Corriere della Sera, eccolo tornare a picchiar duro sull'immigrazione. E, invitando i Paesi europei a non "laciare affogare i migranti in mare", attacca quei governi, come l'Italia, che hanno chiuso le frontiere ai barconi: "Abbiamo visto che è più bello seminare la speranza, che ci vogliono dei ponti, e sentiamo dolore quando vediamo le persone che preferiscono costruire dei muri, perchè coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito".

Ieri, durante la visita in Marocco, Bergoglio ha ribadito che "il fenomeno migratorio non si risolve con i muri" e ha puntato il dito contro la Spagna che proprio in Marocco "ha costruito due barriere con lame per ferire chi le vuole superare". Quindi, se l'è immancabilmente presa con Donald Trump rinfacciandogli di voler "chiudere completamente le frontiere". "Ho visto - racconta il Pontefice al Corriere della Sera - un pezzo di quella barriera, il filo spinato con i coltelli. Sono rimasto commosso e poi ho pianto, perché non entra nella mia testa e nel mio cuore tanta crudeltà. Non entra nella mia testa e nel mio cuore vedere affogare persone nel Mediterraneo, mettiamo un ponte ai porti. Questo non è il modo di risolvere il grave problema dell'immigrazione". Il Papa ammette che l'emergenza degli sbarchi e dell'immigrazione clandestina è una "patata bollente" per ogni governo che si ritrova a doverla risolverla. Ma comunque non perde l'occasione per attaccare e condannare chi "non lascia entrare" gli stranieri o "li lascia affogare" in mare o "li manda via sapendo che tanti di loro cadranno nelle mani di questi trafficanti che venderanno le donne e i bambini, uccideranno o tortureranno per fare schiavi gli uomini".

Per papa Francesco l'Europa sta diventando come "un bastone contro i migranti". E se la prende con gli elettori, per la maggior parte cristiani cattolici, mentre loda la "gente di buona volontà" che a suo dire è "un po' presa dalla paura" a causa della "predica usuale dei populismi". "Si semina paura e poi si prendono delle decisioni - continua Bergoglio nell'intervista al Corriere della Sera - la paura è l'inizio delle dittature. Dopo la caduta della Repubblica di Weimar, con promesse e paure è andato avanti Adolf Hitler e conosciamo il risultato. Impariamo dalla storia, questo non è nuovo". Quindi, sostenendo che "l'Europa è stata fatta da migrazioni" e che questa "è la sua ricchezza", invita i fedeli ad aprirsi a quelle "persone che migrano per la guerra o per la fame". "Ma se l'Europa, così generosa, vende le armi allo Yemen per ammazzare dei bambini, come fa l'Europa a essere coerente?".

In conclusione papa Francesco torna a chiedere maggior dialogo. Solo così, a suo dire, ci sarà "laboratorio umano". "Se è umano è con la mente, il cuore e le mani - conclude - e così si firmano dei patti".



Migranti, l'appello di Papa Francesco: "Mettiamo ponti ai porti"
Il pontefice sul volo di ritorno dal Marocco: "Non entra nella mia testa veder affogare la gente nel Mediterraneo". Duro attacco sui populismi: "Sono l'inizio delle dittature"
dal nostro inviato PAOLO RODARI
31 marzo 2019

https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... -222982989

SUL VOLO PAPALE - Dice che “coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito”. E sempre a proposito dei migranti spiega che ha visto un filmato dove si mostrano “i muri con i coltelli messi lì per ferire: nel mio cuore ho visto tanta crudeltà”. E dice che “non entra” nella sua testa e nel suo cuore il “vedere affogare nel Mediterraneo”. “Mettiamo ponti a porti”, chiede. Quindi parla dei populismi: “La paura è la predica usuale dei populismi, è l’inizio delle dittature”. E della libertà di coscienza che certi “cattolici non ammettono da dopo il Concilio Vaticano II”: “Abbiamo questo problema”, dice. E ancora fa un affondo pesante sull’Europa: “Se l’Europa così generosa vende le armi allo Yemen per ammazzare dei bambini come fa l’Europa a essere coerente?”. Mentre a una domanda sul Congresso della Famiglia di Verona spiega che di “politica italiana” non capisce. E ancora: “Non so cosa sia davvero. Ho letto la lettera del cardinale Pietro Parolin e sono d’accordo, è una lettera pastorale, di buona educazione”.

Così papa Francesco sul volo di ritorno da Rabat, capitale del Marocco, secondo viaggio apostolico in un Paese a maggioranza musulmana.

Ci sono stati momenti molto forti, questa visita è stata un avvenimento eccezionale, storico per il popolo marocchino. Quali le conseguenze di questa visita per il futuro, per la pace nel mondo, per la coesistenza nel dialogo tra culture?
“Adesso ci sono i fiori, i frutti verranno dopo. Ma i fiori sono promettenti. Sono contento, perché in questi due viaggi ho potuto parlare di questo che mi tocca tanto nel cuore, tanto: la pace, l’unità, la fraternità.
Con i fratelli musulmani e musulmane abbiamo sigillato questa fraternità nel documento di Abu Dhabi e qui in Marocco tutti abbiamo visto una libertà, una fraternità, un’accoglienza di tutti i fratelli con un rispetto tanto grande. Questo è un bel fiore di coesistenza che promette di dare frutti. Non dobbiamo mollare! È vero che ci saranno ancora difficoltà, tante difficoltà perché purtroppo ci sono gruppi intransigenti. Ma questo vorrei dirlo chiaramente: in ogni religione c’è sempre un gruppo integralista che non vuole andare avanti e vive dei ricordi amari, delle lotte del passato, cerca di più la guerra e anche semina la paura. Noi abbiamo visto che è più bello seminare la speranza, andare per mano sempre avanti. Abbiamo visto, anche nel dialogo con voi qui in Marocco, che ci vogliono dei ponti e sentiamo dolore quando vediamo le persone che preferiscono costruire dei muri. Perché abbiamo dolore? Perché coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito. Invece quelli che costruiscono ponti, andranno tanto avanti. Costruire ponti per me è una cosa che va quasi oltre l’umano, ci vuole uno sforzo molto grande. Mi ha sempre toccato tanto una frase del romanzo di Ivo Andrich, ‘Il ponte sulla Drina’: lui dice che il ponte è fatto da Dio con le ali degli angeli perché gli uomini comunichino… perché gli uomini possano comunicare. Il ponte è per la comunicazione umana. E questo è bellissimo e l’ho visto qui in Marocco. Invece i muri sono contro la comunicazione, sono per l’isolamento e quelli che li costruiscono diventeranno prigionieri. I frutti non si vedono ma si vedono tanti fiori che daranno dei frutti”.

Avete firmato un patto per Gerusalemme, cosa pensa?
“Sempre quando c’è un dialogo fraterno c’è un rapporto a vari livelli. Permettetemi un’immagine: il dialogo non può essere di laboratorio, deve esser umano, e se è umano è con la mente, il cuore e le mani e così si firmano dei patti. Per esempio il comune appello su Gerusalemme è stato un passo avanti fatto non da un’autorità del Marrocco e da un’autorità del Vaticano, ma da fratelli credenti che soffrono vedendo questa città della speranza ancora non essere così universale come tutti vogliamo: ebrei, musulmani e cristiani. Tutti vogliamo questo. E per questo abbiamo firmato questo desiderio: è un desiderio, una chiamata alla fraternità religiosa che è simbolizzata in questa città che è tutta nostra. Tutti siamo cittadini di Gerusalemme, tutti credenti”.

Ieri il re del Marocco ha detto che proteggerà gli ebrei marocchini e i cristiani di altri Paesi che vivono in Marocco. Cosa pensa dei musulmani che si convertono al cristianesimo? È preoccupato per questi uomini e donne che rischiano la prigione?
“Posso dire che in Marocco c’è libertà di culto, c’è libertà religiosa, c’è libertà di appartenenza religiosa. La libertà sempre si sviluppa, cresce: basta pensare a noi cristiani, a 300 anni fa: c’era questa libertà che abbiamo oggi? La fede cresce nella consapevolezza, nella capacità di capire sé stessa. Un monaco francese, Vincenzo De Lerine, ha coniato un’espressione bellissima per spiegare come si può crescere nella fede: crescere nella morale ma sempre restando fedeli alle radici. Ha detto tre parole che marcano proprio la strada: crescere nella esplicitazione e nella coscienza della fede e della morale dev’essere una cosa consolidata negli anni e allargata nel tempo, ma è la stessa fede sublimata negli anni. Così si capisce per esempio il fatto che oggi abbiamo tolto dal Catechismo della Chiesa cattolica la pena di morte: 300 anni fa bruciavano vivi gli eretici, la Chiesa è cresciuta nella coscienza morale. Il rispetto della persona e la libertà di culto crescono pure e anche noi dobbiamo continuare a crescere. Ci sono cattolici che non accettano quello che il Vaticano II ha detto sulla libertà di culto, la libertà di coscienza. Abbiamo questo problema, ma anche i fratelli musulmani crescono nella coscienza e alcuni Paesi non capiscono bene o non crescono così come altri. In questa inquadratura c’è il problema della conversione. Alcuni Paesi ancora non la vedono, la pratica è vietata. Altri Paesi come il Marocco non fanno problema, sono più aperti, più rispettosi, cercano un certo modo di procedere con discrezione. Altri Paesi con i quali ho parlato ancora dicono che preferiscono che il battesimo lo facciano fuori dal Paese. A me preoccupa un'altra cosa: la retrocessione di noi cristiani quando togliamo la libertà di coscienza. Pensa ai medici e alle istituzioni ospedaliere cristiane che non hanno il diritto della obiezione di coscienza per esempio per l’eutanasia. Come? La Chiesa è andata avanti e voi Paesi cristiani andate indietro? Pensate a questa cosa perché è una verità. Oggi noi cristiani abbiamo il pericolo che alcuni governi ci tolgano la libertà di coscienza che è il primo passo per la libertà di culto. Non è facile la risposta, ma non accusiamo i musulmani, accusiamo questi Paesi dove succede questo. C’è da vergognarsi”.

Il cardinale Barbarin – accusato di coperture sugli abusi di un prete della sua diocesi, ndr – è nato a Rabat. Questa settimana il consiglio della diocesi di Lione ha votato quasi all’unanimità affinché sia trovata soluzione durevole al suo ritiro. È possibile che lei ascolti questo appello?
“Barbarin è un uomo di Chiesa, ha dato le dimissioni, ma io non posso moralmente accettarle perché giuridicamente, ma anche nella giurisprudenza mondiale classica, c’è la presunzione di innocenza durante il tempo nel quale la causa è aperta. Ha fatto ricorso e la causa è aperta. Quando il secondo tribunale dà la sentenza vediamo cosa succede. Ma sempre occorre avere la presunzione di innocenza. Questo è importante perché va contro la superficiale condanna mediatica. Cosa dice la giurisprudenza mondiale? Che se una causa è aperta c’è la presunzione di innocenza. Forse non è innocente, ma c’è la presunzione. Una volta ho parlato di un caso in Spagna e di come la condanna mediatica abbia rovinato la vita di sacerdoti che poi sono stati riconosciuti innocenti. Prima di fare la condanna mediatica, pensarci due volte. E lui ha preferito onestamente dire: io mi ritiro, prendo un congedo volontario e lascio al vicario generale gestire l’arcidiocesi finché il tribunale dia la sentenza finale”.

Nel discorso di ieri alle autorità ha detto che il fenomeno migratorio non si risolve con le barriere fisiche, ma qui qua in Marocco la Spagna ha costruito due barriere con lame per ferire quelli che le vogliono superarle. Trump in questi giorni ha detto che vuole chiudere completamente le frontiere e in più sospendere gli aiuti a tre Paesi centro americani. Cosa vuole dire a questi governanti, a questi politici che difendono ancora queste decisioni?
“Prima di tutto quello che ho detto un momento fa: i costruttori di muri, siano di lame tagliate con coltelli o di mattoni, diventeranno prigionieri dei muri che fanno. La storia dirà. Secondo: Jordi Évole quando mi ha fatto l’intervista mi ha fatto vedere un pezzo di quel filo spinato con i coltelli. Io ti dico sinceramente che sono rimasto commosso e poi quando se n’è’ andato ho pianto. Ho pianto perché non entra nella mia testa e nel mio cuore tanta crudeltà. Non entra nella mia testa e nel mio cuore vedere affogare nel Mediterraneo: mettiamo ponti a porti. Questo non è il modo di risolvere il grave problema dell’immigrazione. Un governo con questo problema ha la patata bollente nelle mani, ma deve risolverlo altrimenti, umanamente. Quando ho visto quel filo con i coltelli, non potevo credere. Poi una volta ho avuto la possibilità di vedere un filmato del carcere dei rifugiati che tornano indietro, carceri non ufficiali, carceri di trafficanti. Fanno soffrire, fanno soffrire. Le donne e i bambini li vendono, rimangono gli uomini. Deve parlare l’Unione Europea. Dicono: non lascio entrare, o li lascio affogare lì, o li mando via sapendo che tanti di loro cadranno nelle mani di questi trafficanti che venderanno le donne e i bambini, uccideranno o tortureranno per fare schiavi gli uomini. Una volta ho parlato con un governante, un uomo che io rispetto, Alexis Tsipras. Mi ha spiegato le difficoltà, ma alla fine mi ha detto questa frase: ‘I diritti umani sono prima degli accordi’. Questa frase merita il premio Nobel”.

Lei combatte da molti anni per proteggere e aiutare i migranti, come ha fatto negli ultimi giorni in Marocco. La politica europea va esattamente nella direzione opposta. L’Europa diventa come un bastione contro i migranti. Questa politica rispecchia l’opinione degli elettori. La maggioranza di questi elettori sono cristiani cattolici. Lei come si sente con questa triste situazione?
“Vedo che tanta gente di buona volontà, non solo cattolici, ma gente buona, di buona volontà, è un po’ presa dalla paura che è la predica usuale dei populismi, la paura. Si semina paura e poi si prendono delle decisioni. La paura è l’inizio delle dittature. Andiamo al secolo scorso, alla caduta dell’impero di Weimer, questo lo ripeto tanto. La Germania aveva necessità di una uscita e, con promesse e paure è andato avanti Hitler, conosciamo il risultato. Impariamo dalla storia, questo non è nuovo: seminare paura è fare una raccolta di crudeltà, di chiusure e anche di sterilità. Pensate all’inverno demografico dell’Europa. Anche noi che abitiamo in Italia siamo sotto zero. Pensate alla mancanza di memoria storica: l’Europa è stata fatta da migrazioni e questa è la sua ricchezza. Pesiamo alla generosità di tanti Paesi, con i migranti europei che nei due Dopoguerra, in massa, sono andati in America del nord, America centrale, America del sud. Mio papà è andato lì nel dopoguerra. Occorre un po’ di gratitudine… È vero, per essere comprensivi, che il primo lavoro che dobbiamo fare è cercare che le persone che migrano per la guerra o per la fame non abbiano questa necessità. Se l’Europa così generosa vende le armi allo Yemen per ammazzare dei bambini come fa l’Europa a essere coerente? E dico questo è un esempio, ma l’Europa vende delle armi. Poi c’è il problema della fame, della sete. L’Europa, se vuole essere la madre Europa e non la nonna Europa deve investire, deve cercare intelligentemente di aiutare ad alzare con l’educazione, con gli investimenti e questo non è mio, lo ha detto il cancelliere Merkel. È una cosa che lei porta avanti abbastanza: impedire l’emigrazione non con la forza ma con la generosità, gli investimenti educativi, economici, ecc. E questo è molto importante. Secondo, su come agire: è vero che un Paese non può ricevere tutti, ma c’è tutta l’Europa per distribuire i migranti, c’è tutta l’Europa. Perché l’accoglienza deve essere con il cuore aperto, poi accompagnare, promuovere e integrare. Se un Paese non può integrare deve pensare subito a parlare con altri Paesi: tu quanto puoi integrare, per dare una vita degna alla gente. Un altro esempio che io ho vissuto sulla mia carne nel tempo delle dittature, l’Operazione Condor a Buenos Aires, in latinoamerica, Argentina, Cile e Uruguay. È stata la Svezia a ricevere con una generosità impressionante. Imparavano subito l’idioma a carico dello Stato, trovavano lavoro, casa. Adesso la Svezia si sente un po’ di difficoltà nell’integrare, ma lo dice e chiede aiuto. Quando io sono stato là l’anno scorso mi ha accolto il primo ministro, ma nella cerimonia di congedo c’era una ministra, una giovane ministra credo dell’educazione, era un po’ brunina perché era figlia di una svedese e di un migrante africano: così integra un Paese che io metto come esempio come la Svezia. Ma per questo ci vuole generosità, ci vuole andare avanti, ma con la paura non andremo avanti, con i muri rimarremo chiusi in questi muri”.

Lei denuncia spesso l’azione del diavolo, lo ha fatto anche nel recente summit. Ultimamente si è dato molto da fare. Cosa fare per contrastarlo, soprattutto in merito agli scandali della pedofilia?
“Un giornale, dopo il mio discorso alla fine del summit dei presidenti, ha scritto: il Papa è stato furbo, prima ha detto che la pedofilia è problema mondiale, poi ha detto qualcosa sulla Chiesa, alla fine se ne è lavato le mani e ha dato la colpa al diavolo. Un po’ ‘semplistico’ no? Un filosofo francese, negli anni Settanta, aveva fatto una distinzione che a me ha dato molta luce. Mi ha dato una luce ermeneutica. Lui diceva: per capire una situazione bisogna dare tutte le spiegazioni e poi cercare i significati. Cosa significa socialmente? Cosa significa personalmente o religiosamente? Io cerco di dare le misure delle spiegazioni. Ma c’è un punto che non si capisce senza il mistero del male. Pensate alla pedopornografia virtuale. Ci sono stati due incontri, pesanti, a Roma e ad Abu Dhabi. Mi domando come mai è diventata una cosa nel quotidiano? Come mai? Se vuoi vedere un abuso sessuale su minori dal vivo puoi collegarti con la pedopornografia virtuale, te lo fanno vedere. Non dico bugie. Io mi domando: i responsabili non possono fare nulla? Noi nella Chiesa faremo di tutto per finirla con questa piaga, faremo di tutto. Io in quel discorso ho dato misure concrete. I responsabili di queste sporcizie sono innocenti? Quelli che guadagnano con questo? A Buenos Aires, con due responsabili della città, abbiamo fatto una ordinanza, una disposizione non vincolante per gli alberghi lussuosi, dove si diceva “mettete alla reception nel vostro albergo che non si permettono rapporti con i minori”. Nessuno ha voluto metterlo. No, ma sai, non si può, sembra che siamo sporchi, si sa che non lo facciamo, ma senza il cartello. Un governo non può individuare dove si fanno questi filmati con i bambini? Tutti filmati dal vivo. Per dire che la piaga mondiale è grande ma anche che non si capisce senza lo spirito del male: è un problema concreto. Per risolvere questo ci sono due pubblicazioni che raccomando: un articolo di Gianni Valente su Vatican Insider dove parla dei donatisti. Il pericolo della Chiesa oggi di diventare donatista facendo prescrizioni umane, dimenticando le altre dimensioni. La preghiera, la penitenza, che non siamo abituati a fare. Ambedue! Perché per vincere lo spirito del male non serve è ‘lavarsi le mani’, dire ‘il diavolo lo fa’, no. Anche noi dobbiamo lottare col diavolo, con le cose umane. L’altra pubblicazione l’ha fatta la Civiltà Cattolica. Io avevo scritto un libro, nell’87, le Lettere della tribolazione, erano le lettere del padre generale dei gesuiti quando stava per essere sciolta la compagnia. Ho fatto un prologo, questi hanno studiato e hanno fatto uno studio sulle lettere che ho fatto all’episcopato cileno e al popolo cileno. come agire con questo, le due parti, la parte scientifica contro la parte spirituale. Lo stesso fatto con i vescovi degli Stati Uniti, le proposte erano troppo metodologiche, senza volontà, era trascurata la dimensione spirituale. Vorrei dirvi: La Chiesa non è congregazionalista, è cattolica, dove il vescovo deve prendere in mano e anche il Papa deve prendere in mano come pastore. Ma come? Con le misure disciplinari e anche con la penitenza, con la preghiera. Sarei grato se studiate le due cose: la parte umana e spirituale. Io vi sarei grato se studiate ambedue le cose: la parte umana e la parte spirituale”.



Alberto Pento
Perché non risolvi tu i problemi del mondo con la tua presunzione, con la tua fede, le tue preghiere, i tuoi miracoli e il tuo divino salvatore, con la tua infinità bontà?
Ti ricordo anche che senza i muri nessun ponte è possibile, poiché i muri contengono e l'acqua e la terra e costituiscono una base solida su cui poggiare le estremità dei ponti e i piloni che reggono le arcate dei ponti. Povero Bergoglio con la tua presunzione, la tua irresponsabilità, la tua irragionevolezza, il tuo utopismo, la tua fanatica disumana e contorta bontà fai più male che bene all'umanità!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun ott 05, 2020 5:26 am

Papa Francesco vuole eliminare gli Stati nazionali ed è complice della strategia di un Nuovo Ordine Mondiale sottomesso alla grande finanza speculativa globalizzata. Noi amiamo e difendiamo l’Italia
Magdi Cristiano Allam

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... __tn__=K-R

Cari amici, in un’intervista trasmessa ieri dall’emittente messicana Televisa, Papa Francesco condannando per l’ennesima volta la costruzione dei muri che delimitano i confini tra gli Stati ha di fatto chiarito la sua contrarietà allo Stato nazionale, alle frontiere, alla salvaguardia del territorio e del patrimonio nazionale. In parallelo ha sostenuto che gli uomini che costruiscono i muri sono peggiori degli animali.
Queste le sue parole: “Non so che cosa succede quando entra questa nuova cultura di difendere territori facendo muri. Già ne abbiamo conosciuto uno, quello di Berlino, che ci ha portato tanti mal di testa e tanta sofferenza. Ma sembra che quello che fa l’uomo è quello che non fanno gli animali. L’uomo è l’unico animale che cade due volte nella stessa buca. Rifacciamo le stesse cose. Alzare muri come se fosse questa la difesa. Quando la difesa è il dialogo, la crescita, l’accoglienza e l’educazione, l’integrazione, o il sano limite del “non si può fare di più”, ma umano... (...) Per difendere che cosa? Il territorio, o l’economia del paese o vai a sapere che”.
Ebbene l’eliminazione degli Stati nazionali per imporre un Nuovo Ordine Mondiale che sottometta una umanità uniformata e omologata, è la strategia promossa dalla grande finanza speculativa globalizzata che, nella stessa intervista, Papa Francesco critica.
Quanto al concepire gli uomini peggiori degli animali, Papa Francesco si scontra con la verità cristiana contenuta nella Bibbia e nel Catechismo della Chiesa Cattolica che affermano che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio e che gli animali sono stati creati per essere dominati dall’uomo. Un Papa che afferma non solo che l’uomo è un animale, ma che è peggiore degli animali, di fatto offende il Signore.
Nella Genesi 1, 26-28, si legge: Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra».
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, al punto 2417, si legge: «Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l'uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane».
Nella stessa intervista Papa Francesco mente sulla realtà della situazione odierna dei cosiddetti migranti nel Mediterraneo, sostenendo che «sta diventando sempre più un cimitero», mentre il numero delle vittime si è notevolmente ridotto da quando l’Italia ha chiuso i porti, sono diminuite le partenze dalle coste libiche e di conseguenza ci sono sempre meno morti. Queste sono invece le parole di Papa Francesco: «È una priorità nel mondo, il mondo migratorio è giunto a un punto tale, oggi, che ho preso nelle mie mani la sezione migranti del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale per darle un significato. Tutti i giorni veniamo a sapere che il Mediterraneo sta diventando sempre più un cimitero, solo per fare un esempio».
Potete leggere il testo integrale dell’intervista di Papa Francesco in cui si sofferma sullo scandalo della pedofilia in seno alla Chiesa, dice che «il mondo senza le donne non funziona, non perché è la donna a fare i figli, mettiamo da parte la procreazione», ma perché la donna incarna la tenerezza, e infine annuncia una riforma costituzionale dello Stato del Vaticano perché non può continuare ad essere « l’ultima corte europea di una monarchia assoluta».


https://www.vaticannews.va/…/papa-televisa-violenza-contro-…

Cari amici, è ormai chiaro che Papa Francesco è parte integrante della strategia europeista e globalista che vuole eliminare gli Stati nazionali, scardinare le identità localistiche, promuovere un Nuovo Ordine Mondiale all’insegna di un meticciato universale livellando drasticamente il tenore di vita così come immaginato dal comunismo, in cui ciascuno di noi si ridurrà ad essere strumento di produzione e di consumo della materialità al più basso costo possibile. Così facendo Papa Francesco si pone come un antagonista politico e come tale va trattato. Noi continueremo ad amare la nostra Italia e a difendere i nostri confini, il nostro territorio, il nostro patrimonio e, soprattutto, a salvaguardare la nostra civiltà, per essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.




Vuole accogliere gli africani con i soldi degli italiani. Vittorio Feltri mai così duro contro Papa Francesco
2 Giugno 2019
di Vittorio Feltri

https://www.liberoquotidiano.it/news/op ... Y.facebook

Massì, apriamo questi benedetti o maledetti porti, obbediamo agli ordini pii del papa e dei progressisti favorevoli all'accoglienza. Forza, amici africani, venite in Italia e che sia finita questa storia salviniana dei respingimenti degli stranieri. Tutti dentro, belli e brutti. Così tra poco ospiteremo cinque o sei milioni di forestieri.

Ospitare è un verbo impegnativo. Infatti non riusciremo a trovare un alloggio alla massa di immigrati che invaderanno la penisola, e allora per generosità cattolica e piddina sbatteremo i nuovi venuti per strada, dove dovranno arrangiarsi, dormire nelle aiuole, nei locali delle stazioni ferroviarie, pisciare sui tronchi degli alberi o sui marciapiedi.

Dove mangeranno e che cosa? Non importa, questi sono dettagli. Si nutriranno di foglie, di rifiuti pescati nelle pattumiere o nelle discariche. I più fortunati saranno reclutati dagli schiavisti e costretti a raccogliere pomodori a due euro l' ora, chissenefrega. L' importante è non rifiutare l' ingresso nei nostri territori ad alcuno, viva i neri che sono risorse per la nazione che non fa più figli e ha bisogno di gente che arrivi qui a grattarsi la pancia oppure a servire nelle case dei signori in cambio di una paga misera.

È questo che vogliamo?

Apriamo i porti e anche le porte del Vaticano che invece restano chiuse al punto che per accedere al regno di Bergoglio bisogna farsi raccomandare dal vescovo o almeno dal parroco, altrimenti non ci puoi mettere piede. Ovvio. Chi predica bene di norma razzola male. Avanzate povericristi del mondo, occupate le periferie, i quartieri popolari, ma state lontani dalle canoniche e dalla Santa Sede, dai palazzi dei ricchi i cui inquilini sono buoni e tuttavia non vogliono rotture di coglioni intorno alle loro lussuose dimore. Gli extracomunitari siano i benvenuti purché stiano alla larga dalle residenze degli abbienti che hanno appunto tutto tranne che la pazienza.

Caro Papa, trasforma la tua bella Cappella Sistina in un dormitorio di senegalesi, dopo di che avrai il diritto di farci la morale. Sempre che ci spieghi cosa accadrà fra cinque anni, quando gli immigrati saranno più numerosi di noialtri.

Continueremo a tenere aperti i porti o porteremo via te? Facile dire "correte qui, cari neri", poi però bisogna mantenerli. Coi soldi degli italiani? Ma andate in mona, e che Dio ci ascolti così almeno avrete altro cui pensare.




SINISTRA E CHIESA UNITE SULL'ONDA MIGRATORIA
di Isabella Mecarelli
9 giugno 2019

Domande inquietanti frullano da anni nella mente degli italiani: perché la Sinistra pone all’apice degli interessi attuali dello Stato la salvaguardia dei “migranti”, anteponendola con disinvoltura al problema della precarietà, se non della povertà, in cui verte una gran quantità di connazionali?
Non solo, perché la antepone anche al problema dei pericoli in continuo aumento, che con termine sbrigativo e minimizzante, si ostina a chiamare “percezione” pur davanti a episodi che si ispirano a riti efferati?
Perché la Sinistra fa i salti mortali per ignorare quei comportamenti dei profughi, o degli stranieri già residenti, specie se mussulmani, che sarebbero invece da stigmatizzare?

Perché la Sinistra considera manifestazioni squisitamente cultural-religiose, addirittura espressioni sacrosante di libertà, pratiche quali il velo, che trasformando in fagotti le maomettane, ne annulla al contrario l’identità? E le femministe su questo non sprecano certo la voce.
Perché la Sinistra arriva a giustificare fino a soddisfarle, certe aberranti richieste degli islamici, come quella di pretendere che negli ospedali pubblici le loro donne siano curate solo da dottori di “genere” femminile? E che le piscine siano riservate certi giorni alle donne?

Perché la Sinistra ritiene faccia parte di un buon governo favorire l’erezione di sempre nuove moschee in un momento in cui perfino in certi paesi mussulmani come la Tunisia, vengono chiuse? Perché mai la Sinistra tratta questa “religione” con un rispetto tale che in passato non si è mai sognata di usare verso quelle che sono a fondamento della nostra civiltà occidentale, ossia il giudaismo e il cristianesimo, da essa sempre sprezzantemente designate “oppio dei popoli”?

L’interesse per i migranti si è intensificato fino al punto da diventare sospetto. Da molto tempo ci si chiedeva che interessi avevano certi politici a indirizzare sempre maggiori risorse in quel settore: fosse stato niente niente vantaggioso per le loro tasche, più che per quelle dei profughi?

E infatti, a svelare i retroscena, è arrivata l’inchiesta di Mafia Capitale. Sono ormai chiare le relazioni fra le varie parti in causa, gli anelli della catena di morte: gli scafisti, i trafficanti, le ong, i sindaci, i politici parlamentari, le bande jihadiste. Catena che insistono spavaldamente a prospettarci come intervento umanitario, mentre non ha fatto altro che aumentare le vittime della tratta, perché di tratta si tratta: tutta la rete organizzativa cospira con l’unico fine di ricavare lauti guadagni dall’impresa.
Ma forse l’aspetto più inquietante è che a tale malaffare, l’“affaire della accoglienza”, partecipano alla grande, oltre alle ong laiche, pure le organizzazioni cattoliche, i cui responsabili e rappresentanti (Bergoglio in testa) si sgolano e si sbracciano, allo scopo di convincere noi, il popolo (caduto a loro avviso nel tranello di un becero populismo), che siamo davanti a un esodo fatale e inarrestabile, di cui noi stessi del resto saremmo responsabili (vedi colonizzazione...).

E’ nota l’ostinazione di Bergoglio nell’additare gli italiani come colpevoli di sfruttamento di popoli africani. Ma è lui, con il suo continuo martellamento, a sfruttare la religione al fine di inculcare un senso di colpa nelle menti degli italiani, per poter così far passare più comodamente il grande progetto di annullamento della società occidentale, perpetrato dai poteri mondialisti e da lui appoggiato.
E non basta. La Sinistra e la Chiesa di Bergoglio insistono nel proporre la loro “versione”, che sarebbe ridicola se non fosse tragica, ossia che l’arrivo di milioni di disperati nelle nostre terre ci porterà gran bene: sarà una sorta di grimaldello che cambierà finalmente il nostro modo di vivere ipocrita e corrotto, praticamente si rivelerà una mano santa.

Pazienza (ma questo non lo dicono) se mescolati al flusso dei migranti economici o dei disperati che scappano da guerre e persecuzioni, si infiltrassero malintenzionati; pazienza se si intrufolassero terroristi fanatici che odiano con tutto il cuore il crocifisso, che non vedono l’ora di issare lo stendardo nero a piazza S. Pietro, dove neanche la famigerata cavalleria cosacca è mai riuscita ad arrivare.
Insomma, stiamo assistendo a una ben strana alleanza, una sorta di “unione di fatto” tra Don Camillo e Peppone, felicemente insieme per rinnegare ciascuno i propri principi, spavaldamente a braccetto verso il baratro. Altro che salvezza dei fondamenti cristiani, altro che cura degli ideali di libertà dai gioghi e dalle repressioni che secoli di oscurantismo hanno accumulato, e di cui l’Occidente, a furia di rivoluzioni, di lotte strenue, si è appena liberato.

L’amore per il prossimo, il rispetto per la vita umana, trovano ora massima espressione nella difesa a oltranza di un fenomeno migratorio che a nostro avviso trae origine, al contrario, proprio dal mancato rispetto degli esseri umani.
Ora, l’accecamento della Chiesa potrebbe anche essere giustificato dalla bontà, prodotto in fin dei conti da un eccesso di buona fede, da un’estrema coerenza, dall’applicazione fino al martirio del “porgi l’altra guancia” al nemico, concediamoglielo. Ma l’ostinazione della Sinistra risulta molto meno spiegabile, perché quando essa chiude gli occhi davanti a una serie di comportamenti assolutamente contrari agli ideali della nostra civiltà; quando avalla pretese e richieste aberranti che stridono con i principi basilari della sua ideologia, mostra di calpestare i propri stessi fondamenti.

La Sinistra pare subire un fascino perverso, una attrazione fatale nei confronti dell’Islam e della sua pretesa di totalitarismo. Che si trovi proprio qui la risposta all’enigma? Ossia che le ideologie islamica e social-comunista trovino una profonda affinità appunto nella esigenza di affermarsi in modo autoritario sulla società, nell’aspirazione di entrambe ad attuare il dominio assoluto sull’uomo? Un’alleanza mortale, comunque, perché alla fine una delle due sarà destinata a soccombere. Ma quale?




La nuova missione del Vaticano: sostituirsi all'Onu
Riccardo Cascioli
Dom, 09/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... IT4vuJxz9E

Pace, ambiente e sviluppo sono i temi preferiti da Francesco. Così rinuncia ai concetti che nascono dalla Dottrina sociale

L'Onu si è trasferita in Vaticano o, meglio, è il Vaticano che sembra aver avocato a sé i compiti dell'Onu. Pace, salvezza del pianeta, sviluppo sostenibile, nuovi fondamenti per l'economia sono i pilastri di questa azione che si sta intensificando sia con l'azione diretta del Papa sia attraverso i due principali organismi di intervento su queste materie: le Pontificie Accademie delle Scienze (Pas) e delle Scienze sociali (Pass), guidate da monsignor Marcelo Sanchez Sorondo e il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, guidato dal cardinale Peter Turkson.

Gli ultimi mesi hanno visto un moltiplicarsi di conferenze e convegni internazionali in Vaticano dedicati proprio a questi temi: da quelli del settembre 2018 su «Sicurezza alimentare e dieta sana» (organizzato dalla Pas) e razzismo e xenofobia (organizzato dal cardinale Turkson) a quelli di novembre sui cambiamenti climatici (Pas) e sull'acqua potabile «bene di tutti» (Turkson). E poi ancora, lo scorso marzo su Religioni e sviluppo sostenibile (Turkson) e il Summit dei sindacati e industriali del settore trasporti (Pas); quindi ancora in maggio su biodiversità ed estinzione delle specie (Pas), senza dimenticare l'assemblea plenaria dell'Accademia delle Scienze sociali dedicata a «Nazione, Stato, nazione-Stato», a cui papa Francesco ha dedicato un lungo discorso improntato al mondialismo.

Le conferenze internazionali in Vaticano non sono certo una novità, ma a parte il moltiplicarsi di questi appuntamenti, la novità c'è ed è il cambiamento di approccio. In genere le conferenze vaticane, soprattutto quelle delle Pontificie Accademie delle Scienze e Scienze sociali, erano in passato un momento di studio, di raccolta di informazioni, di approfondimento di argomenti scientifici; in alcuni casi tutti questi elementi servivano per poter tirare alcune conclusioni alla luce della Dottrina sociale della Chiesa. Oggi invece tali conferenze sono diventate un momento di promozione di un'agenda politica globale che ha nell'enciclica di Papa Francesco Laudato Si' e negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile firmati all'Onu (Sdg nell'acronimo inglese) i due fondamenti. Nella Laudato Si', Papa Francesco assume esplicitamente la teoria del Riscaldamento globale antropogenico (cioè causato dall'uomo) quasi fosse un articolo di fede, e in questi anni si sono moltiplicati gli appelli ai capi di Stato per prima approvare e poi attuare gli accordi di Parigi sul clima (dicembre 2015). Nello stesso tempo nei documenti ufficiali che escono dal Vaticano si usa ormai quasi esclusivamente la terminologia degli organismi delle Nazioni Unite.

C'è di fatto una rinuncia ai concetti che nascono dalla Dottrina sociale della Chiesa per appiattirsi su concetti nati in ambito Onu e che molto spesso sono più che ambigui: esempio principe è quello dello «sviluppo sostenibile» che, nella sua origine, ha una concezione negativa dell'uomo e propone il controllo delle nascite; non a caso fu decisamente avversato dalla Santa Sede negli anni '90.

Sembra quasi che, a fronte delle difficoltà e delle lentezze dell'Onu nell'individuare i problemi e porvi rimedio, la Santa Sede abbia preso in mano la situazione promuovendo essa stessa ciò che dovrebbe eventualmente fare l'Onu. A rinforzare questa impressione è l'arruolamento in Vaticano di personaggi legati in diversa maniera alle agenzie dell'Onu e a lobby internazionali. Due nomi su tutti: l'ex capo economista dell'Onu Jeffrey Sachs, ormai immancabile a ogni appuntamento della Pas, e l'ex vice presidente della Banca Mondiale nonché consigliere economico dell'amministrazione Clinton Joseph Stiglitz. A questo lavoro dei suoi collaboratori si devono poi aggiungere le iniziative personali di papa Francesco, non solo i continui appelli sui cambiamenti climatici e sulle migrazioni. Egli si propone come esempio di costruzione della «fraternità universale», concetto su cui insiste dall'inizio del pontificato e che ha creato più di qualche ambiguità. Da decenni non si risolve il conflitto israelo-palestinese? Papa Francesco convoca in Vaticano i presidenti di Israele e Palestina: è successo nel 2014 e per ricordare i 5 anni di quel vertice, Papa Francesco ha chiesto a tutti nel mondo cattolici e non - per ieri alle 13 «un minuto per la pace»: un momento di preghiera per i credenti, un momento di riflessione per gli altri. Il fondamentalismo e il terrorismo islamico è un problema globale? Papa Francesco va ad Abu Dhabi e firma il documento sulla fratellanza umana insieme al grande imam dell'Università egiziana al-Azhar. In tutto questo, che fine ha fatto la tradizionale predicazione cristiana che consiste nell'annuncio di Gesù Cristo come unico Salvatore? È quello che si chiedono sempre più cattolici.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun ott 05, 2020 5:28 am

IL VERBO NUOVO E GLI ANATEMI
Niram Ferretti
9 giugno 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Ormai la contrapposizione è netta, e non poteva essere altrimenti. La Chiesa sequestrata dal bergoglismo sospinge nelle tenebre chi osa dissentire dalla teologia immigrazionista di cui il papa è portavoce. Non è piaciuta no, alla milizia papale che Matteo Salvini abbia fatto uso di simboli cristiani e soprattutto che sia stato votato da cattolici i quali non si riconoscono nel nuovo corso impresso da Francesco. I dubia, infatti, sono molti tra i fedeli, non solo tra insigni porporati, subito accusati di essere retrogradi e reazionari, e di volere una Chiesa chiusa alla misericordia. Così, il nuovo presidente della CEI, Monsignor Bassetti, dice in una intervista a quello che è uno dei giornali di riferimento della nuova Chiesa riformista, "La Repubblica", corazzata di carta di stretta fede antisalviniana, che “Non basta dirsi credenti per diventare De Gasperi. Accogliere i migranti non è opera pia ma necessità democratica e priorità civile”.

Al successore di Ruini, andrebbe ricordato, che non basta essere cardinali e a capo della CEI per diventare Giacomo Biffi, il quale, non meno cardinale di Bassetti, non meno teologo, non meno cristiano, in un suo memorabile intervento tenuto il 30 settembre del 2000 alla Fondazione Migrantes, disse con la sua abituale capacità di non aggirare mai la verità:

"Una consistente immissione di stranieri nella nostra penisola è accettabile e può riuscire anche benefica, purché ci si preoccupi seriamente di salvaguardare la fisionomia propria della nazione. L'Italia non è una landa deserta o semidisabitata, senza storia, senza tradizioni vive e vitali, senza una inconfondibile fisionomia culturale e spirituale, da popolare indiscriminatamente, come se non ci fosse un patrimonio tipico di umanesimo e di civiltà che non deve andare perduto...Bisogna perciò concretamente operare perché coloro che intendono stabilirsi da noi in modo definitivo 'si inculturino' nella realtà spirituale, morale, giuridica del nostro paese, e vengano posti in condizione di conoscere al meglio le tradizioni letterarie, estetiche, religiose della peculiare umanità della quale sono venuti a far parte".

Che il defunto e illuminato vescovo di Bologna, fosse un salviniano ante litteram? E forse lo è anche il cardinale guineiano Robert Sarah, Prefetto per la Congregazione del Culto Divino il quale ha dichiarato che è sbagliato «utilizzare la Parola di Dio per promuovere le migrazioni», essendo preferibile «aiutare le persone a prosperare nella loro cultura che incoraggiarle a venire in Europa». Europa, dove la maggioranza di essi si trova a essere priva di lavoro e costretta alla delinquenza o all'abuso.

Come ha evidenziato il teologo americano Thomas D. Williams

"Secondo un reportage, circa l' 80% delle donne nigeriane che sono approdate in Italia sono diventate prostitute, di solito costrette con la forza. Attualmente, la metà delle prostitute presenti in Italia è nigeriana. Molte giovani donne nigeriane sono sedotte dalla promessa di poter viaggiare in Italia per cercare un lavoro onesto per scoprire poi che tutto ciò che ci si aspetta da loro è di vendersi per la strada. Ciò significa che ogni donna nigeriana che sale su una nave delle Ong e approda in territorio italiano ha l' 80% di probabilità di prostituirsi, di vendersi come schiava sessuale".

Eppure tutto questo scompare dalla scena. È il grande rimosso della Chiesa bergogliana, così come è rimosso tutto ciò che non è in linea con l'agenda puramente ideologica di questo papa.

Dunque sì, accogliere i migranti è necessità democratica e priorità civile, ma dentro la cornice a cui faceva riferimento Biffi, se no l'accoglienza diventa assai rischiosa come si è visto e si vede in Francia, in Belgio, in Svezia, nel Regno Unito e altrove in Europa, dove gli accolti precedentemente, e bisogna dire anche quelli ivi nati, hanno costituito in nome, mi raccomando dell'utopia multiculturalista, veri e propri ecosistemi totalmente islamici e assai distanti dall'inculturazione con conseguenti problemi sorti, assai cospicui. Ma di questo Bassetti non parla. Opportuno infatti è tacere laddove l'islam viene descritto come luce e bene e chi uccide in suo nome qualcuno che ha smarrito la strada di quella che è l'interpretazione più fedele del Corano, di cui, notoriamente è custode il Vaticano.




‘papa francesco ma chi si crede di essere?’ la maglie picchia duro su bergoglio. ecco perche’
16 giu 2019

https://www.dagospia.com/rubrica-3/poli ... 3Yqsoica7Q

Oggi, sabato 15 giugno, Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata in Vaticano una delegazione della Cgil guidata da Maurizio Landini. All'ordine del giorno, immigrazione e lavoro. Un incontro che ha scatenato la rabbiosa reazione di Maria Giovanna Maglie, che picchia durissimo su Twitter:

"Francesco e Landini contro le ideologie della paura e della divisione. Si rischiano derive autoritarie". La Maglie cita un passaggio del comunicato diffuso dalla Santa Sede dopo l'incontro. Dunque, la giornalista piazza il carico da novanta: "Questo Papa lascia senza parole. Chi si crede, Pio XII al tempo di Hitler?", conclude corrosiva.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun ott 05, 2020 5:29 am

Papa Francesco: "Meglio vivere da ateo che andare in Chiesa e odiare gli altri"

https://www.facebook.com/renato.zoppi/p ... 5491191655

http://www.napolimilionaria.it/2019/02/ ... NMEaP1cP0#

Le parole di Papa Francesco nel corso della prima udienza generale del 2019 nell’Aula Paolo VI in Vaticano sono vere più che mai e servono a smascherare tutti i falsi ipocriti. Noi oggi ve le vogliamo riportare senza alcun ulteriore commento:

Quante volte noi vediamo lo scandalo di quelle persone che vanno in chiesa e stanno tutta la giornata lì e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente. Meglio non andare in chiesa, vivere come ateo. Se tu vai in chiesa devi vivere come un figlio, come un fratello. Non devi dare una contro testimonianza, ma una testimonianza dell’essere cristiani

Bisogna pregare Dio come un figlio, non come un pappagallo che parla, parla, parla

Dove c’è il Vangelo c’è rivoluzione. Il Vangelo non lascia quieti, ci spinge: è rivoluzionario. […] In un punto strategico, al centro del discorso della montagna. Gesù incorona di felicità una serie di categorie di persone che nel suo tempo – ma anche nel nostro! – non erano molto considerate. Beati i poveri, i miti, i misericordiosi, le persone umili di cuore… Il grande segreto che sta alla base di tutto il discorso della montagna è questo – Ha aggiunto Francesco – Siate figli del Padre vostro che è nei cieli

Papa Francesco ha spiegato che Gesù ha introdotto l’insegnamento della preghiera del Padre nostro “prendendo le distanze da due gruppi del suo tempo, anzitutto gli ipocriti. ‘Non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente’. C’è gente che è capace di tessere preghiere atee, senza Dio: lo fanno per essere ammirati dagli uomini.

L’altra categoria da cui Gesù prende le distanze è quella dei pagani, invitando a non sprecare parole. I pagani pensano che parlando parlando si prega, e anch’io penso a tanti cristiani che pensano che pregare sia parlare a Dio, scusatemi, come un pappagallo. No, pregare si fa dal cuore, da dentro.

Tu invece – dice Gesù –, quando preghi, rivolgiti a Dio come un figlio a suo padre, il quale sa di quali cose ha bisogno prima ancora che gliele chieda. Potrebbe essere anche una preghiera silenziosa, il ‘Padre nostro’: basta in fondo mettersi sotto lo sguardo di Dio, ricordarsi del suo amore di Padre, e questo è sufficiente per essere esauditi. – Bergoglio ha poi concluso – È bello pensare che il nostro Dio non ha bisogno di sacrifici per conquistare il suo favore! Non ha bisogno di niente, il nostro Dio: nella preghiera chiede solo che noi teniamo aperto un canale di comunicazione con Lui per scoprirci sempre suoi figli amatissimi. E Lui ci ama tanto.



Alberto Pento
Questo Cristo che discrimina gli uomini prediligendo i malati ai sani, i poveri ai ricchi, i deboli ai forti e disprezzando i sani, i ricchi e i forti non è certo un buon esempio e un buon uomo giusto e sensato.
Non è certo un peccato, una colpa, un male, un disonore, una condizione spregevole essere sani, forti e ricchi ed è solo grazie a loro che anche i malati, i deboli e i poveri possono alleviare le loro sofferenze e stare un po' meglio.
Il Padre Nostro non è una preghiera inventata da Cristo ma è una preghiera della tradizione ebraica.

https://it.wikipedia.org/wiki/Kaddish




Il Papa sulla Chiesa: "Ponti di solidarietà al posto di barriere"
Giuseppe Aloisi - Mer, 07/08/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... xCml32Ukjk

Papa Francesco, durante l'udienza generale di oggi, ha rimarcato le sue priorità pastorali: "no" alle barriere; Chiesa povera; lotta contro "l'intolleranza ideologica", ed è tornato ad indicare la strada dell'accoglienza.

Il pontefice argentino si è rivolto soprattutto alla Chiesa cattolica, quella che vorrebbe "periferica" e "in uscita", dunque povera, ma ha ripetuto dettami che possono valere per ogni fedele. Sullo sfondo, poi, la festività di Edit Sthein, patrona d'Europa: la celebrazione vera e propria, stando al calendario, avrà luogo domani, ma Jorge Mario Bergoglio ha citato oggi la vicenda esistenziale della Santa quale esempio di "vita contro ogni forma di intolleranza e di perversione ideologica". Le "vacanze" di papa Francesco sono già terminate. A settembre saranno adottati dei cambiamenti in Vaticano. Ci sono delle riforme in programma. La prima, per importanza, è quella che riguarda la Curia di Roma. Poi ci sono gli appuntamenti: il viaggio in Africa di settembre e il Sinodo sull'Amazzonia di ottobre. Non sono in pochi, negli ambienti ecclesiastici, ad attendere un'accelerata sulla "rivoluzione" di Bergoglio.

Alcune priorità pastorali, invece, rimarranno le stesse: "La Chiesa - ha scandito il Santo Padre qualche minuto fa, come riportato dall'Adnkronos - vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l'umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà, al posto di barriere". Ecco quella Chiesa "ospedale da campo" cui il vescovo di Roma si è sempre riferito in questi sei anni e mezzo di pontificato. C'è stato anche spazio per lanciare un monito nei confronti di quelle realtà ecclesiastiche per cui"i soldi sono più importanti dei sacramenti". L'ex arcivescovo di Buenos Aires, chiudendo questo passaggio, ha ribadito la necessità di una Chiesa centrata sulla povertà.



Alberto Pento
Quest'uomo è un fanatico irresponsabile che viola i nostri diritti umani e ci fa del male.
Si è fatto anche sostenitore e complice del nazismo maomettano che è la peggiore delle ideologie e degli utiopismi politico religiosi di cui l'umanità sia mai stata afflitta
.
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Re: La demenza irresponsabile di Bergoglio e dei bergogliani

Messaggioda Berto » lun ott 05, 2020 5:31 am

Non è un valore spirituale, tanto meno un diritto umano e civile ridurre in schiavitù i sani e i forti per servire i deboli e li ammalati, come pure depredare i ricchi per dare ai poveri o ai presunti poveri.


Papa Francesco contro i sovranisti: "Portano alle guerre, salviamo l'Europa"
Sergio Rame - Ven, 09/08/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/pap ... 38337.html


Bergoglio attacca populisti e sovranisti: "Mi spaventano". E sentenzia: "I migranti vanno accolti"

Papa Francesco scende in campo contro i partiti sovranisti. "Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento", attacca in una lunga intervista alla Stampa nella quale si dice "preoccupato" per certi discorsi che, a suo dire, "assomigliano a quelli di Hitler nel 1934".

Non nomina mai la Lega, ma dice chiaramente che lo slogan "Prima noi" è un pensiero che fa paura.

"Il sovranismo è chiusura", tuona Bergoglio nell'intervista alla Stampa spiegando che "un paese deve essere sovrano, ma non chiuso". Pur difendendo la sovranità, infatti, il Santo Padre propone di promuovere e proteggere anche i rapporti con gli altri paesi dell'Unione europea. Il sovranismo, invece, è visto dal Pontefice come "un'esagerazione che finisce male sempre" e che "porta alle guerre". Un attacco violentissimo che non fa sconti nemmeno al populismo che, a detta del Papa, rientra nello stesso calderone del sovranismo. Rifacendosi agli studi di teologia e alla teoria del popolarismo, cioè la cultura del popolo, sottolinea la differenza tra il popolo che si esprima e l'imposizione dell'atteggiamento populista. "Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare) - incalza - invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, 'ismi', non fa mai bene".

Nell'intervista alla Stampa, papa Francesco ribadisce più volte l'importanza della Comunità europea. "L'Europa non può e non deve sciogliersi", sentenzia ricordando che ci troviamo davanti a "un'unità storica e culturale oltre che geografica". Poi rifacendosi al "sogno" dei Padri Fondatori, che "ha avuto consistenza perché è stata un'attuazione di questa unità", invita tutti i leader del Vecchio Continente a "non perdere questo patrimonio". Bergoglio ammette che l'Unione europea si è indebolita con il passare degli anni, anche a causa dei dissidi interni continui, eppure non ammette altra soluzione se non quella di salvarla. Dopo le ultime elezioni spera, quindi, che tutti gli Stati membri intraprendano "un processo di rilancio".

Parlando di Unione europea, papa Francesco non può poi esimersi dal trattare l'emergenza immigrazione. E nell'intervista alla Stampa ribadisce, ancora una volta, quello che a suo avviso è il diritto più importante di tutti: quello alla vita. "Gli immigrati arrivano soprattutto per fuggire dalla guerra o dalla fame, dal Medio Oriente e dall'Africa", incalza il Santo Padre invitando l'Occidente a "lottare per la pace". Una parte della soluzione proposta da Bergoglio è investire in Africa "per aiutare a risolvere i loro problemi e fermare così i flussi migratori". Questo, però, non esime i Paesi dell'Unione europea dall'accogliere i disperati che arrivano. Per il Pontefice "ricevere" è, infatti, "un compito cristiano". "Le porte vanno aperte, non chiuse", fa notare pungendo nuovamente il ministro dell'Interno Matteo Salvini che, quando è arrivato al governo, ha immediatamente chiusi i porti azzerando gli sbarchi in Italia. "Chi amministra - conclude - è chiamato a ragionare su quanti migranti si possono accogliere".


Alberto Pento
Quest'uomo è un invasato presuntuoso idolatra, un arrogante fanatico e irresponsabile che ci fa del male, che ci porta la morte in casa e che viola i nostri diritti umani, civili e politici.


Papa Francesco: "Il sovranismo isola e porta alle guerre. Sento discorsi che assomigliano a quelli di Hitler. L'Europa va salvata"
2019/08/09
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... ta/5378334


In una lunga intervista a La Stampa Bergoglio parla delle sfide per l’Europa, dell'emergenza ambientale e dei pericoli legati al sovranismo: "Una cosa è che il popolo si esprima, un’altra è imporre al popolo l’atteggiamento populista. Il popolo è sovrano, invece i populismi ci portano a sovranismi. Il suffisso -ismo non va mai bene". E sui migranti: "Le porte vanno aperte, non chiuse"

Il sovranismo “è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre“. Pericolosi anche i populismi: “Una cosa è che il popolo si esprima, un’altra è imporre al popolo l’atteggiamento populista. Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare), invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, ‘ismi‘, non fa mai bene”. A dirlo è Papa Francesco in una lunga intervista a La Stampa in cui parla delle sfide per l’Europa, dell’accoglienza dei migranti, dell’emergenza ambientale e dei pericoli legati al sovranismo: “È un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934″, dice.

Bergoglio parla di una unità storica e culturale che va salvata: “L’Europa non può e non deve sciogliersi. È un’unità storica e culturale oltre che geografica – dice -. Il sogno dei Padri Fondatori ha avuto consistenza perché è stata un’attuazione di questa unità. Ora non si deve perdere questo patrimonio”. Con gli anni “si è indebolita” ma “bisogna salvarla. Dopo le elezioni spero che inizi un processo di rilancio e che vada avanti senza interruzioni”. Il Pontefice è contento che sia una donna (Ursula von der Leyen, ndr) a presiedere la Commissione europea anche perché “le donne hanno la capacità di accomunare, di unire”. L’Europa “ha radici umane e cristiane – aggiunge – è la storia che lo racconta. E quando dico questo, non separo cattolici, ortodossi e protestanti”.
Per il Papa “la globalizzazione, l’unità non va concepita come una sfera, ma come un poliedro: ogni popolo conserva la propria identità nell’unità con gli altri”.

Sul tema dei migranti Bergoglio ritiene che nell’accoglienza vadano “seguiti dei criteri. Primo: ricevere, che è anche un compito cristiano, evangelico. Le porte vanno aperte, non chiuse. Secondo: accompagnare. Terzo: promuovere. Quarto, integrare. Allo stesso tempo, i governi devono pensare e agire con prudenza, che è una virtù di governo. Chi amministra è chiamato a ragionare su quanti migranti si possono accogliere”. Un processo nel quale è fondamentale “il dialogo con gli altri Paesi”.

Il Papa torna poi sulla necessità di proteggere l’ecosistema al centro anche del prossimo Sinodo sull’Amazzonia. Oggi, sottolinea, c’è “una situazione di emergenza mondiale. E il nostro sarà un Sinodo di urgenza. Attenzione però: un Sinodo non è una riunione di scienziati o di politici. Non è un Parlamento: è un’altra cosa. Nasce dalla Chiesa e avrà missione e dimensione evangelizzatrici. Sarà un lavoro di comunione guidato dallo Spirito Santo”. Ci si concentra sull’Amazzonia perché “insieme agli oceani contribuisce in maniera determinante alla sopravvivenza del pianeta”. La deforestazione “significa uccidere l’umanità”. Bergoglio riflette anche sul ruolo della politica, che deve “eliminare le proprie connivenze e corruzioni” e vede un segnale positivo “nei movimenti di giovani ecologisti, come quello guidato da Greta Thunberg“.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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