Papà Francesco: "Se ogni famiglia italiana accogliesse due profughi il problema sarebbe risolto"Francesco Bottone
Apr 23, 2017
http://www.ecoaltomolise.net/papa-franc ... ma-risoltoPapa Francesco ha condannato la “crudeltà” contro i migranti; ha auspicato che “da Lesbo e Lampedusa” un po’ di solidarietà “salisse verso l’alto”, ha lodato l’accoglienza di “Italia e Grecia”, “ma poi i trattati internazionali non li lasciano”, sperando che “questa solidarietà possa contagiare un po’ il mondo”. Ha detto che se ogni famiglia italiana accogliesse “due profughi”, il problema sarebbe risolto, e che l’Italia non fa figli: non accogliere e non fare figli “è un suicidio”.
Pontefice cita cristiana sgozzata davanti marito islamico – “Vorrei oggi aggiungere una icona di più in questa chiesa, – ha detto il Papa a S.Bartolomeo – una donna, no so il nome, ma ci guarda dal cielo, ero a Lesbo, salutavo, i rifugiati, e ho trovato un uomo trentenne, tre bambini, mi ha guardato, e mi ha detto, ‘padre io sono musulmano, mia moglie era cristiana, nel nostro paese sono venuti i terroristi ci hanno chiesto la fede, hanno visto lei con il crocifisso, hanno chiesto di buttarlo, lei non lo ha fatto, e l’hanno sgozzata davanti a me, ci amavamo tanto”.
“Chiesa ha bisogno di santi e martiri di tutti i giorni” – “Quante volte, in momenti difficili della storia, si è sentito dire: ‘Oggi la patria ha bisogno di eroi’. Allo stesso modo ci si può chiedere: ‘Di che cosa ha bisogno oggi la Chiesa?’. Di martiri, di testimoni, cioè dei santi di tutti i giorni, perché la chiesa la portano avanti i santi, senza i santi la Chiesa non può andare avanti, ha bisogno di santi, quelli della vita ordinaria, portata avanti con coerenza; ma anche di coloro che hanno il coraggio di accettare la grazia di essere testimoni fino alla fine, fino alla morte. Tutti costoro sono il sangue vivo della Chiesa”. Lo ha detto il Papa nella liturgia per i “nuovi martiri”, che celebra nella chiesa di San Bartolomeo all’Isola, affidata da papa Wojtyla alla Comunità di Sant’Egidio proprio per il ricordo dei martiri contemporanei. “Sono i testimoni che portano avanti la Chiesa; – ha detto ancora papa Francesco – quelli che attestano che Gesù è risorto, che Gesù è vivo, e lo attestano con la coerenza di vita e con la forza dello Spirito Santo che hanno ricevuto in dono”.
Il Papa è stato nella chiesa di San Bartolomeo all’Isola per il rito in memoria dei “nuovi martiri” che ha celebrato con la Comunità di San’Egidio, cui è affidata la chiesa sull’isola Tiberina. Il contesto di questa preghiera è molto significativo per una serie di fattori: esattamente quattro anni fa ad oggi venivano rapiti i vescovi ortodossi di Aleppo Boulos Yazigi e Gregorios Ibrahim, dei quali non si hanno più notizie; si avvicina il viaggio del Papa in Egitto, che ha una forte impronta ecumenica e interreligiosa perché sottolinea la comunione del sangue delle vittime dell’odio; siamo alla vigilia delle presidenziali in Francia, colpita nei giorni scorsi dall’ennesimo attentato terroristico, rivendicato dall’Isis. Per questo ultimo aspetto, acquista particolare risonanza la presenza di Roselyn, la sorella di padre Jacques Hamel, assassinato dai jihadisti il 26 luglio scorso, in una chiesa nei pressi di Rouen.
Migranti, il Papa: "I campi profughi come i campi di concentramento"Bergoglio paragona i campi per i rifugiati a quelli di concentramento: "Violano i diritti". E ricorda una cristiana sgozzata davanti al marito islamico
Sergio Rame - Sab, 22/04/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 88789.html "I campi di rifugiati, tanti, sono campi di concentramento per la folla di gente lasciata lì".
Papa Francesco, nel Santuario dei martiri del Novecento sull'Isola Tiberina, torna a tendere la mano agli immigrati che continuano ad arrivare in Europa. "I popoli generosi che li accolgono - ha esortato il Santo Padre - debbono portare avanti da soli questo peso, e gli accordi internazionali sembrano più importanti dei diritti umani".
Nella Basilica di San Bartolomeo, memoriale dei martiri del Novecento affidato alla Comunità di Sant'Egidio, papa Francesco ha presieduto una liturgia della Parola. Accolto dal fondatore Andrea Riccardi e dal presidente Marco Impagliazzo, attraversando a piedi l'Isola il Pontefice si è come immerso nella folla che gremiva ogni metro della piccola superfice della piazza che divide la Basilica dell'Ospedale Fatebenefratelli. "Vorrei oggi aggiungere un'icona di più in questa chiesa, una donna - non so il nome - ma ci guarda dal cielo", ha detto il Santo Padre ricordando quando, in visita sull'isola di Lesbo, ho conosciuto un 30enne che gli ha detto: "Padre, io sono musulmano, mia moglie era cristiana, nel nostro Paese sono venuti i terroristi ci hanno chiesto la fede, hanno visto lei con il crocifisso, hanno chiesto di buttarlo, lei non lo ha fatto, e l'hanno sgozzata davanti a me".
Questa è l'icona che Bergoglio ha voluto portare in regalo nel Santuario dei martiri del Novecento sull'Isola Tiberina. "Non so se quell'uomo è ancora a Lesbo o è riuscito a andare altrove, se è stato capace di uscire da quel campo di concentramento - ha continuato il Pontefice - quel musulmano portava la croce senza rancore, si rifugiava nell'amore della moglie". Papa Francesco, che aveva ascoltato le testimonianze di alcuni familiari di cristiani uccisi, in particolare della sorella di padre Hamel ucciso a Rouen nel luglio scorso, del figlio di figlio di Paul Schneider, pastore della Chiesa Riformata, ucciso nel campo di Buchenwald il 18 luglio 1939 e di Francisco Hernandez, amico di William Quijano, ucciso in El Salvador la sera del 28 settembre 2009. "Sono i nuovi martiri - ha commentato - senza di loro la Chiesa non può andare avanti. La Chiesa ha bisogno di santi di tutti i giorni, che abbiano il coraggio di essere testimoni fino alla fine, fino alla morte".
Papa Francesco, quanta crudeltà contro i migrantiPontefice nella chiesa di San Bartolomeo all'Isola Tiberina con Comunità Sant'Egidio
22 aprile 2017
http://www.ansa.it/sito/notizie/politic ... 677a5.htmlPapa Francesco ha condannato la "crudeltà" contro i migranti; ha auspicato che "da Lesbo e Lampedusa" un po' di solidarietà "salisse verso l'alto", ha lodato l'accoglienza di "Italia e Grecia", "ma poi i trattati internazionali non li lasciano", sperando che "questa solidarietà possa contagiare un po' il mondo". Ha detto che se ogni famiglia italiana accogliesse "due profughi", il problema sarebbe risolto, e che l'Italia non fa figli: non accogliere e non fare figli "è un suicidio".
Pontefice cita cristiana sgozzata davanti marito islamico - "Vorrei oggi aggiungere una icona di più in questa chiesa, - ha detto il Papa a S.Bartolomeo - una donna, no so il nome, ma ci guarda dal cielo, ero a Lesbo, salutavo, i rifugiati, e ho trovato un uomo trentenne, tre bambini, mi ha guardato, e mi ha detto, 'padre io sono musulmano, mia moglie era cristiana, nel nostro paese sono venuti i terroristi ci hanno chiesto la fede, hanno visto lei con il crocifisso, hanno chiesto di buttarlo, lei non lo ha fatto, e l'hanno sgozzata davanti a me, ci amavamo tanto".
"Chiesa ha bisogno di santi e martiri di tutti i giorni" - "Quante volte, in momenti difficili della storia, si è sentito dire: 'Oggi la patria ha bisogno di eroi'. Allo stesso modo ci si può chiedere: 'Di che cosa ha bisogno oggi la Chiesa?'. Di martiri, di testimoni, cioè dei santi di tutti i giorni, perché la chiesa la portano avanti i santi, senza i santi la Chiesa non può andare avanti, ha bisogno di santi, quelli della vita ordinaria, portata avanti con coerenza; ma anche di coloro che hanno il coraggio di accettare la grazia di essere testimoni fino alla fine, fino alla morte. Tutti costoro sono il sangue vivo della Chiesa". Lo ha detto il Papa nella liturgia per i "nuovi martiri", che celebra nella chiesa di San Bartolomeo all'Isola, affidata da papa Wojtyla alla Comunità di Sant'Egidio proprio per il ricordo dei martiri contemporanei. "Sono i testimoni che portano avanti la Chiesa; - ha detto ancora papa Francesco - quelli che attestano che Gesù è risorto, che Gesù è vivo, e lo attestano con la coerenza di vita e con la forza dello Spirito Santo che hanno ricevuto in dono".
Il Papa è stato nella chiesa di San Bartolomeo all'Isola per il rito in memoria dei "nuovi martiri" che ha celebrato con la Comunità di San'Egidio, cui è affidata la chiesa sull'isola Tiberina. Il contesto di questa preghiera è molto significativo per una serie di fattori: esattamente quattro anni fa ad oggi venivano rapiti i vescovi ortodossi di Aleppo Boulos Yazigi e Gregorios Ibrahim, dei quali non si hanno più notizie; si avvicina il viaggio del Papa in Egitto, che ha una forte impronta ecumenica e interreligiosa perché sottolinea la comunione del sangue delle vittime dell'odio; siamo alla vigilia delle presidenziali in Francia, colpita nei giorni scorsi dall'ennesimo attentato terroristico, rivendicato dall'Isis. Per questo ultimo aspetto, acquista particolare risonanza la presenza di Roselyn, la sorella di padre Jacques Hamel, assassinato dai jihadisti il 26 luglio scorso, in una chiesa nei pressi di Rouen.
"Campi profughi come lager". Perché stavolta il Papa esageraDura liturgia del Pontefice che attacca (a sproposito): "Il Nord dovrebbe imparare dalla generosità del Sud"
Giannino Della Frattina - Dom, 23/04/2017 - 09:19
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 88834.html«I campi profughi sono come i campi di concentramento». Mancava solo l'ultima uscita di papa Francesco per rendere se possibile ancor più esplosiva una situazione che sembra essere sempre più fuori controllo.
Sono «troppi» secondo il Pontefice che ne ha parlato ieri a braccio durante la Liturgia della Parola nella Basilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina in memoria dei «Nuovi Martiri del XX e XXI secolo». E ricordando migrazioni che senza intervento sembrano ormai destinate a diventare bibliche, ha elogiato «i popoli generosi che accolgono e debbono portare avanti da soli questo peso», mentre «gli accordi internazionali sembrano più importanti dei diritti umani». Come se non fossero proprio gli accordi internazionali l'unica speranza di mettere un argine a una tragedia che colpisce prima di tutto chi per disperazione è costretto ad abbandonare famiglia e Paese di nascita. E come se il tentativo della comunità internazionale di organizzare gli aiuti e combattere il terrorismo proprio in quelle terre martoriate, non appaia al momento l'unico intervento possibile per evitare la destabilizzazione dell'intero pianeta.
Ma non si è fermato qui Papa Francesco, pronto a regalare una ricetta prêt-à-porter a governi e amministratori. Basterebbe, ha assicurato, che ogni municipio ospitasse due migranti e ci sarebbe spazio per tutti, ha sentenziato dopo aver forse registrato il fallimento della sua richiesta di qualche tempo fa, perché fosse ogni parrocchia ad accogliere due extracomunitari. Richiesta vana, impegno disatteso dai parroci forse in attesa che qualche migrante sia intanto ospitato all'interno delle solide e ricche mura della Città del Vaticano.
Ancor più discutibile, con tutto il rispetto per l'autorità papale, la speranza espressa sempre ieri sull'Isola Tiberina «che la generosità del Sud, dalla Sicilia a Lesbo, possa contagiare un po' il Nord». Affermazione quantomeno ingiusta verso regioni come la Lombardia e il Veneto che dell'accoglienza di profughi (e soprattutto immigrati irregolari) hanno fatto un impegno titanico. O verso una città come Milano diventata, vista la sua organizzazione e il proverbiale cuore in mano, la Lampedusa senza il mare. Il punto di approdo di migliaia di profughi e immigrati che arrivano alla Stazione Centrale sperando di essere accuditi dignitosamente. Il tutto, nel caso di Milano ma anche degli altri Comuni del Nord, senza nessun aiuto dello Stato. La cui ultima preoccupazione, per mano dei prefetti, è convincere (o meglio costringere) i sindaci ad accollarsi sempre maggiori quote di extracomunitari, togliendo così inevitabilmente risorse ai servizi sociali destinati alle famiglie già in grave difficoltà. O magari agli interventi in quei quartieri di case popolari come San Siro a Milano, diventati quelli sì un vero campo di concentramento per gli italiani che sono costretti a viverci in condizioni disperate. Taglieggiati, angariati e minacciati ogni giorno dal racket degli extracomunitari che ne hanno fatto i loro fortini di droga e violenza.
Ebrei Usa contro papa Francesco: "I campi profughi non sono lager"Il Pontefice aveva paragonato i campi profughi ai campi di concentramento. Dura reazione degli ebrei Usa: "I riferimenti storici devono essere fatti con accuratezza"
Ivan Francese - Lun, 24/04/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 89267.html Alla fine la reazione delle comunità ebraiche non si è fatta attendere.
Le parole con cui Papa Francesco ha paragonato i campi profughi ai campi di concentramento non sono andate giù alle grandi comunità ebraiche degli Usa, riporta il quotidiano israeliano Jerusalem Post.
E così la American Jewish Comittee ha emesso una condanna senza appello: "Le condizioni in cui i migranti si trovano a vivere in Europa - ha detto il ceo David Harris - possono certo essere difficili e meritano un'attenzione internazionale sempre maggiore, ma di certo non si tratta di campi di concentramento."
Harris non esita a correggere le parole del Pontefice: "La precisione di linguaggio nel riportare i fatti è assolutamente essenziale quando si fanno riferimenti storici, soprattutto quando a farli è una figura così importante e rispettata a livello mondiale."
Parlando all'isola Tiberina appena sabato scorso, il Santo Padre aveva esortato all'accoglienza, tracciando un paragone destinato a fare discutere: "I popoli generosi che li accolgono - aveva detto il Papa - debbono portare avanti da soli questo peso, e gli accordi internazionali sembrano più importanti dei diritti umani. I campi di rifugiati, tanti, sono campi di concentramento per la folla di gente lasciata lì."
Questo Papa irresponsabile non sa nemmeno quello che dice.