Aiutiamo le nostre famiglie e i nostri giovani a fare figli

Aiutiamo le nostre famiglie e i nostri giovani a fare figli

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:07 am

Aiutiamo le nostre famiglie e i nostri giovani a fare figli
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 132&t=1926

Aiemo łe nostre fameje e i nostri jovani a far fiołi anvençe de enportar migranti ke no łi ga amor par naltri e de preocuparse dei fiołe de l'Afrega



http://donazioni.unicef.it/landing/2017/03/drtv

Alberto Pento
Io mi preoccupo più di salvare innanzi tutto i bambini della mia gente, specialmente quelli che non nascono per colpa delle caste parassitarie e criminali italiane che alimentano i loro privilegi con il pretesto di occuparsi dei bambini del mondo, senza preoccuparsi minimamente dei figli della loro gente e che sottraggono risorse al lavoro, alle imprese, all'occupazione, alle famiglie, alle coppie, ai giovani che non possono così avere un lavoro, farsi una famiglia, costruirsi una casa e fare dei figli. Dei figli degli africani non m'interessa nulla ma proprio nulla, che ne facciano meno e che si arranginio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje a far fiołi

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:09 am

Invece di importare immigrati aiutiamo le famiglie a far figli

Maggiori incentivi per il funerale che per la palestra dei bambini. Nel 2014, 825 milioni per gli immigrati contro il limite di spesa a 20 milioni per il bonus mamme
Giuseppe De Lorenzo - Ven, 16/10/2015

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 83364.html



Dicono non ci sia altra soluzione: se vogliamo che nel futuro qualcuno paghi le nostre pensioni, dobbiamo aprire le porte agli immigrati. L’ha ripetuto l’Onu, che fissa a 250 milioni il numero di stranieri necessari per sostenere le spese previdenziali di tutta Europa. Il ragionamento sembra funzionare: se gli italiani non fanno figli, allora s’importino immigrati.


Sberna (Sc): "Renzi insufficiente"
Bonus bebè, in Ue siamo ultimi
Le proposte dell'ANFN
"Serve benefit baby sitter"

Ma questa non è la risposta corretta di un Paese che investe nel futuro: l’Italia dovrebbe aiutare le famiglie a fare figli. Invece fisco, casa, scuola, asili, politiche per la famiglia, lavoro per le mamme, bonus bebè, tariffe e spese scolastiche: non c’è nulla (o quasi) nella normativa italiana che faccia pensare questo sia un Paese costruito sulla famiglia.

Partiamo dal fisco. Allevare un bambino, dai pannolini alla laurea, costa circa 280.000 euro: se si volesse incentivare la natalità, bisognerebbe sostenere questo onere. Ma se si guarda alle modalità di calcolo dell’Isee - l’indicatore della situazione economica di una famiglia, che serve a ottenere benefici vari - si capisce che tutto gira al contrario. Prendiamo due famiglie, la prima con 1 solo figlio e un reddito di 25.000 euro; la seconda, invece, di pargoli deve allevarne 4 facendo affidamento su 75.000 euro. A parità di altre condizioni patrimoniali, la prima può dedicare al figlio tutto il reddito, la seconda (dividendolo per 4) potrà spendere 18.750 euro a bimbo.

Ebbene, secondo le regole attuali, i genitori del figlio unico potranno ottenere l’esenzione dalle tasse universitarie. Mentre la famiglia numerosa dovrà pagarle tutte per intero. “Il peso reale dei figli è ininfluente - ci racconta Davide, 8 figli - il nuovo Isee realizzato da quell’illuminato di Renzi non ci aiuta: i figli oltre il 4° non vengono conteggiati. Il mio Isee non mi permette di avere alcun bonus, anche se non sono ricco”.

Navigando nel mare delle detrazioni, delle deduzioni e dei bonus familiari si capisce una cosa: che i bambini non sono al centro delle attenzioni dello Stato. Nelle politiche familiari non v'è un incentivo a procreare, né tantomeno un aiuto sostanziale per crescere i nuovi nati. “Per la gravidanza ho sborsato 1.000 euro di visite, per i primi 30 mesi di vita del bimbo - ci racconta Caterina - si spendono tra i 1.400 e i 3.000 euro per i pannolini. Poi c’è il latte artificiale (60 euro al mese) e i vestiti: di tutte queste uscite non ci fanno detrarre nulla dalle tasse”.

Non c' da stupirsi. Per l’Italia, infatti, vale più un morto che l’attività fisica di un bambino. Alle famiglie che hanno affrontato un funerale è permesso detrarre 294,38 euro, mentre per la palestra dei bimbi il limite massimo è di 210 euro. Un mondo al contrario. Dove la detrazione per ogni figlio a carico fatica a raggiungere i 4 quel euro al giorno: poco più di uno snack.

Inutile approfondire i ticket sanitari e gli assegni familiari che “sono una presa per il culo- dice Caterina -: solo 40 euro al mese, una miseria”. Irrisorio anche il bonus gas, che si aggira tra i 53 e i 297 euro all’anno per chi ha 4 figli e arriva a spenderne anche 650 euro. “Per ottenerlo, poi - aggiunge Cristina, mamma di 12 figli - bisogna avere un 730 da fame”. Non cambia molto per il bonus luce, che a fronte di una spesa media di 1.300 euro l’anno garantisce uno “sconto” in bolletta di 153 euro. Ovvero 3 euro al mese per ogni figlio. Soldi che svaniscono se si ha una potenza maggiore a 4,5Kw, come la maggioranza dei nuclei numerosi.

Il lettore provi a perdonarci se riportiamo così tanti numeri. Sono necessari per comprendere il disagio di chi desidera mettere al mondo una prole consistente. Guardiamo le tasse: Imu, Tari, Tasi e bollo auto sono balzelli calcolati appositamente per bastonare chi ha più figli. “Ho un VW Caravelle da 9 posti per portarli a scuola - racconta Marco, 7 figli - e la cilindrata alta mi costringe a pagare 800 euro di bollo. Cosa devo fare, comprarmi una smart?”. Stesso ritornello per la Tari sui rifiuti (che aumenta all’aumentare dei componenti della famiglia) e con l’Imu (più alta per le case ad alta metratura, necessaria per coppie con 3,4 o 5 figli). Infine, sui beni necessari al bimbo, una mamma paga più imposte di quanto non facciano i signori del gioco d’azzardo per divertirsi: 22% di Iva per il latte artificiale e 11% sulle ludoteche.

Poi c’è la donna che decide di diventare madre. “Posso testimoniare - denuncia Davide - di colleghe costrette a firmare dimissioni in bianco in caso di gravidanza”. “Ad un colloquio di lavoro, quando hanno scoperto che ho 2 figli mi hanno scartata”, racconta Chiara. Lungi dal pensare che la colpa sia solo del datore di lavoro. Piuttosto la responsabilità cade sulla fiscalità generale che non incentiva il part time, il lavoro da casa e gli asili aziendali.

L’asilo, altra tegola sulle famiglie: sono pochi, senza personale sufficiente e costano troppo. Spesso poi si è costretti a ricorrere a quelli privati: “Nelle liste di attesa noi italiani siamo sempre in fondo - dice Sara, 2 figli - anche se abbiamo un reddito medio. Gli immigrati hanno un Isee inferiore, passano davanti e pagano una retta agevolata”. Per due figli si spendono 700 euro, cui bisogna aggiungere il pre-scuola, i pasti e il doposcuola. Oppure la baby sitter. Impossibile, infatti, uscire dal lavoro per andare a prenderli alle 16.30, orario di chiusura dell maggioranza dei nidi. Poi nei due mesi di chiusura estiva ci si affida ai costosi campi scuola e a Natale non si ha idea di dove parcheggiare i bimbi. “Bisogna rivedere il ruolo della donna nel lavoro - conclude Sara - dandole la possibilità di stare con i figli, di crescerli”. Esiste un bonus deciso da Renzi per pagare alle mamme la baby sitter o l'asilo nido (600 euro per 6 mesi), ma il fondo che lo finanzia non supera i 20 milioni di euro. Quando nel 2014 l’investimento per i 35 euro degli immigrati ci è costato 825 milioni.

Viene da chiedersi: il governo Renzi è attento alle famiglie? “No - risponde l’on. Mario Sberna (Per l'Italia), ex presidente dell’Associazione Naz. Famiglie Numerose - assolutamente no”. Il motivo è semplice, nonostante i proclami del premier sugli 80 euro. “Dalla legge di stabilità del 2014 stiamo ancora attendendo 45 milioni da destinare ai buoni acquisto per le famiglie e numerose. E sulla finanziaria approvata ieri in Csm non v’è nulla per la natalità”. Niente fondi per ampliare i miseri 480 euro all’anno di carta acquisti per famiglie indigenti con bimbi piccoli (1,3 euro al giorno). Niente fondi per aiutare le famiglie a pagare i 500 euro all’anno per i libri scolastici, i trasporti pubblici e i 70 euro di astucci e matite. Niente soldi per aumentare le garanzie dei mutui per la prima casa.

E il bonus bebè da 80 euro per i nuovi nati negli anni 2015, 2016 e 2017? “Lodevole, certo - aggiunge Chiara - ma non aiuta gran che”. Servirebbe ben altro per rispondere alla crisi demografica.

Invece l'Italia “per pagare le pensioni” sceglie di importare stranieri. Ma favorire l'immigrazione è solo la risposta più semplice. Non quella giusta.





Politiche familiari, nel confronto con l'Europa siamo ultimi
In Francia, Germania, Filnandia e Regno Unito sono davanti a noi nelle politiche per la famiglia. Fare figli all'estero conviene
Giuseppe De Lorenzo - Ven, 16/10/2015

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 83500.html

Inultile fasciarsi la testa se l'Italia ha un tasso di natalità così basso che non riescre a sopperire ai decessi. Non c'è da stupirsi se abbiamo 8,5 bambini ogni mille abitanti, ben al di sotto della media europea e staccati di diversi punti dai Paesi più avanzati nelle politiche familiari.

Sono dati Eurostat: l'Irlanda ne ha 15 ogni mille, la Francia 12,3, il Regno Unito 12,2, la Svezia 11,8 e il Lussemburgo 11,3.

Il motivo di queste tendenze è semplice. Mettere al mondo i figli in Italia è sconveniente, nel resto d'Europa si trovano dei paradisi fiscali. Soldi, politiche lavorative per le neo-mamme, assegni familiari decenti, asili nido aziendali e sostegno alle fasce più povere. Solo l'Italia sembra non capirlo.
Francia

Uno degli esempi più eclatanti è il Paese d'Oltralpe. Le mamme francesi fanno 2 figli a testa in media. Ecco perché. Tutto parte dal bonus bebè. Se Renzi regala 80 euro al mese ai nuovi nati nel 2015, la Francia fa arrivare nelle casse familiari 185 euro al mese più un premio da 927,61 euro alla nascita. Si chiama "Prestazione di accoglienza del bambino", viene elargito dopo il quarto mese di gravidanza (in modo da permettere di sostenere le spese iniziali) e dura fino a 3 anni di ètà. Poi ci sono gli assegni familiari per chi ha due figli (129 euro al mese aggiuntivi), per chi ne ha tre (296,53 euro) e chi va oltre ne ottiene altri 166,55. Bisogna anche ricordare gli assegni per l'educazione dei figli handicappati e l'assegno giornaliero di presenza parentale, che permette ai genitori di assentarsi dal lavoro per assisitere i figli (51 euro se solo un genitore, 43 se entrambi). Si può anche richiedere l'integrazione di libera scelta di attività (CLCA) e la prestazione condivisa di educazione del bimbo (PrePare) che copre lunghi periodi di assenza dal lavoro o permette di ridurne gli orari (insieme significano 392 euro al mese, 146 se part time superiore a 50%). Infine, lo Francia mette a disposizione anche fondi per ottenere un aiuto per baby sitter e custodia del bimbo.
Germania

Qualche anno fa anche la Cancelliera Merkel ha dato il via ad una rivoluzione vera e propria. Ovvero il diritto a un posto in asilo ad ogni bambino che vive in Germania. Lo Stato deve garantire un posto all'asilo, se non lo fa la famiglia può far ricorso e entro tre mesi deve essere trovata una sistemazione in asili comunali o privati. Poi ci sono 184 euro al mese di Kindergeld (per i primi due bambini, che diventano a 190 e 215 per i successivi nati). E a luglio è stato attivato anche l'ElterngeldPlus, che assicura congedi parentali flessibili: 24 mesi di assenza retribuiti finno all'ottavo anno di età o assegni speciali per il lavoro part time.
Portogallo

Senza andare troppo lontano nel tempo, quest'anno il Portogallo ha approvato nella legge finanziaria la possibilità per i comuni di abbassare le tasse sulla casa in base al numero di figli. È una parte del "quoziente familiare" tanto richiesto anche in Italia. I sindaci potranno ridurre le tasse di un 10% alle familgie con un figlio, del 15% a chi ne ha due, del 20% a chi invece mette al mondo più di tre pargoli. È ovvio, infatti, che le famiglie numerose debbano acquistare case più grandi in relazione al numero di figli. In altri stati, come l'Italia, vengono penalizzati per questo.
Finlandia

Qui il 32% del Pil è riservato alle politiche sociali. Certo, le tasse sono alte ma per una buona causa. Storica è la baby box, una scatola piena di vestiti, coperte, calzini, pannolini in stoffa e lenzuola che aiutano la famiglia nei primi giorni di vita del bimbo. La cassetta poi può anche essere usata come culla per far dormire il nuovo nato. L'ente di previdenza sociale, la Kela, invia la scatola per tutti i bambini senza alcuna discriminazione e se non la si vuole si può chiedere che venga convertita in un buono da 140 euro. Gli assegni per i bebè, sono più alti di quelli italiani, durano fino ai 17 anni di età e aumentano all'aumentare del numero dei figli. Sono 104 euro alla prima gravidanza, 115 per la seconda e 146 per il terzo nuovo nato e via crescendo. Se il genitore è da solo, si aggiunge un bonus forfettario di 48 euro al mese per ogni bambino. Infine, dieci mesi di maternità retribuita e assegni giornalieri per l'assistenza ai figli (24 euro è il minimo).
Gran Bretagna

Qui i benefici sono maggiormente standardizzati. Il Child Benefit va a tutti quelli che fanno un figlio, con l'unico limite di 50 mila sterline di reddito, soglia oltre il quale si riduce la quota settimanale elargita dallo Stato. Si parla di 20,70 sterline settimanali per il primo figlio e altre 13,70 per i successivi. Normalmente dura fino ai 16 anni di età, ma se il giovane decide di studiare il tempo limite si allunga fino a 20 anni. Poi ci sono i crediti di imposta (Child Tax Credit, in base al reddito fino a 122 sterline a settimana per il primo figlio, poi 210 con due), i voucher per l'infanzia (55 sterline a settimana in base al reddito) e una sovvenzione per la scuola pubblica (155 sterline a settimana fino a 15 anni, che diventano 266,15 per i figli seguenti). Infine l'indennità per la maternità (maternity allowance), per cui le neo-mamme ricevono 139,58 sterline a settimana per 39 settimane.

Il confronto con l'Italia fa arrossire. Di vergogna.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje a far fiołi

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:10 am

Il supermarket dei bambini

Ora i figli si ordinano via Internet. In uno dei centri che all'estero offrono "cure contro la sterilità". In molti Paesi è legale. Da noi si rischia la galera
Paolo Bracalini - Lun, 10/08/2015

http://www.ilgiornale.it/news/supermark ... 59662.html



Alla BioTexCom di Kiev, in Ucraina, famoso «Centro per la riproduzione umana», offrono tariffe e pacchetti molto competitivi. Il miglior affare del «discount» (testuale), con tanto di foto di neonato felice in pronta consegna, è di 9.900 euro: «successo garantito». Per quella cifra offrono illimitati tentativi di procreazione (mentre l'«economy package» per 4.900 euro, ne consente solo uno, vuoi mettere?) e il rimborso in caso di insuccesso.

Bambino chiavi e biberon in mano, fecondati o rimborsati. Per i più abbienti invece c'è il pacchetto lusso, all inclusive (29.900), che comprende non solo la consegna di un bambino, ma anche i costi di trasporto per Kiev, un appartamento o villa in centro, vitto, interprete, spese legali, assistenza medica, compenso per la ragazza ucraina che mette a disposizione il proprio utero, e magari anche un cocktail di benvenuto, come facevano i mobilifici della Brianza. Se si guarda al portafoglio, una coppia, anche omosessuale oppure anche un single in vena di maternità o paternità, che volesse farsi procreare un bambino con la tecnica della «madre surrogata» (una donna che acconsente, dietro compenso, a farsi impiantare un seme e un ovulo, non necessariamente di chi richiede un figlio alla clinica), conviene guardare all'Ucraina.

In Russia, per avere la clinica leader, la Sweetchild di Mosca, bisogna mettere in conto almeno 35mila euro, negli Usa almeno il doppio. Anche loro forniscono tutte le garanzie sulle madri in affitto, donne che si faranno fecondare per partorire un bambino e consegnarlo ai clienti, definiti «genitori committenti», previo «contratto di gestazione», sia mai che a una di loro venisse voglia di tenerselo, dopo averlo fatto crescere in grembo per nove mesi. C'è anche una lista di donatrici di ovulo, nel caso la coppia committente non fosse in grado di produrlo. E allora ecco Olga, 24 anni, 1 metro e 55 per 52 kg di peso, capelli scuri e occhi verdi, prima di reggiseno, oppure Irina, 33 anni, quasi un metro e ottanta, bionda e occhi azzurri e terza di seno. E molte altre nel catalogo tra cui scegliere come madre incubatrice, ma solo fino al parto, del proprio bambino.

I requisiti richiesti per diventare madre surrogata o anchedonatrice di ovulo sono, oltre alla salute generale, quello di avere almeno un figlio, e se sposate, di avere il consenso scritto del marito. Questo per evitare spiacevoli conseguenze, che possono finire in tribunale. E ci finiscono.

IN VIAGGIO VERSO EST

La pratica in Italia non è consentita, ma le coppie italiane che non riescono a diventare mamme e papà, o che sono sterili o omosessuali, e vogliono un bambino da madre surrogata possono andare all'estero, nei Paesi dove la legge permette la «surrogazione di maternità». L'Ucraina e la Russia, appunto, ma anche la Georgia, il Kazakistan. Oppure verso una meta più più lontana e più costosa, alcuni (otto, per l'esattezza) Stati degli Usa, il Canada. Più di recente l'India e il Nepal. Dalle parti di Nuova Delhi si stima che il giro di affari della maternità surrogata, rivolta soprattutto ai ricchi occidentali, sia di 400 milioni di euro l'anno. Ma il divieto del governo indiano alle coppie omosessuali ha aperto quel fiorente ramo di business per il vicino Nepal. «Il Nepal è diventato un produttore di bambini per ricchi» scrive il quotidiano spagnolo El Pais in un'inchiesta appena pubblicata. «Le leggi sulle madri surrogate sono confuse. Imprenditori e utenti sfruttano i vuoti legislativi di una prassi troppo nuova per essere ben regolata dalla legge. Ma più di un anno fa il governo indiano ha proibito ai single e alle coppie gay di ricorrere alla maternità surrogata, e questa crisi è diventata un'opportunità per il Nepal: un mercato, una nicchia. A Kathmandu, le fabbriche di maternità per conto terzi sono spuntate come funghi: ce ne sono già più di una decina. Il governo non si intromette se la transazione avviene tra stranieri, e le cliniche assumono donne indiane o bengalesi per usare i loro ventri». Il francese Le Nouvel Observateur usa questa immagine: «I neonati sono puzzle composti da tasselli che provengono da tutto il mondo. Ovulo messo a disposizione da una polacca o da un'ucraina, perché il bambino sia caucasico; sperma americano, svedese o giapponese; embrione congelato in India e impiantato nell'utero di una bengalese in una clinica del Nepal». Nel frattempo, nei laboratori della Kyoto University (Japan), si lavora alla produzione di sperma artificiale tramite staminali. Non servirà più neppure quello.

Decine di coppie italiane si affidano ogni anno alla maternità surrogata all'estero. Le difficoltà possono nascere quando si vuol far riconoscere dalla legge italiana il rapporto genitore-figlio. I problemi, che possono sfociare anche nel mancato riconoscimento del figlio da parte dello Stato, dipendono da diversi fattori: l'inesistenza di un legame genetico tra genitori e bambino rintracciabile con l'esame del Dna, le leggi del Paese in cui il bambino è fatto nascere (ad esempio in Usa c'è lo ius soli, quindi il bambino nasce americano, in Russia e Ucraina no e dunque bisogna procedere alla trafila burocratica, dal consolato italiano fino al comune di residenza). Si può rischiare anche un'incriminazione per «alterazione di stato» del neonato, punita dal codice penale italiano con la reclusione fino a quindici anni. È capitato, tra gli altri, a una coppia bresciana, tornata da Kiev con due gemellini. Dallo sportello comunale a cui chiedono la registrazione anagrafica parte una segnalazione alla Procura, la quale accerta che a partorire è stata una giovane ucraina e non la «madre» bresciana. Risultato, la coppia è stata rinviata a giudizio, ed è ancora sotto processo.

L'ESPERIENZA DEL «DONO»

Non ci sono soltanto problemi, la maternità surrogata è piena di storie felici, maternità finalmente compiute, donne orgogliose di prestare il proprio grembo per permettere ad altre donne di conoscere la gioia di essere madri. Perché ci sono anche loro, le «surrogate», le donne che partoriscono un bambino che poi salutano per consegnarlo alla coppia committente. Felici di esserlo, come Natasha, una testimonianza raccontata in Madri, comunque da Serena Marchi. «In questo momento sto aspettando i gemelli di una coppia tedesca che nasceranno tra sei mesi. È la quarta volta che ospito nel mio ventre i figli di chi non può partorirne. Durante le gravidanze che faccio per gli altri genitori non penso mai: “Questo figlio è mio, me lo tengo”, perché so dal primo momento che non lo crescerò, che lo partorirò e poi lo darò ai suoi genitori. So che porto avanti la gravidanza per altri. Lo voglio ribadire: io ho un solo figlio, la più grande gioia della mia vita. Gli altri che ho messo al mondo sono i figli di qualcun altro. Non mi ricordo né il giorno in cui sono nati né se erano maschi o femmine, nemmeno quanto pesavano. Non mi interessava e non mi interessa. Questi bambini non hanno niente di me, non hanno il mio dna, non verranno educati da me. Io li ho solo partoriti, ho aiutato chi naturalmente non lo poteva fare. E aver visto gli occhi pieni di gioia delle mamme e dei papà ai quali li ho consegnati è una delle cose che mi rende felice e serena. Per me mio figlio è così importante: perché non aiutare gli altri ad averne? Cosa c'è di male?».

BATTAGLIE LEGALI

Altre esperienze non sono così serene, anche negli Usa, dov'è più contenuto il rischio (rispetto a India, Nepal, o Paesi dell'Est dove la povertà è più diffusa) che procreare per altre donne diventi un lavoro, meglio remunerato di altri. Il New York Post racconta una delle testimonianze raccolte in un documentario choc, Breeders: A Subclass of Women? («Breeder» si può tradurre con «animale da riproduzione»). Angela Robinson, di Middletown, Stato di New York, si offre per fare da madre surrogata per il fratello e sua moglie. Dopo il parto qualcosa in lei cambia, rivuole il bambino, inizia una battaglia legale che finisce in una sentenza che glielo riconosce come suo. «Penso che la maternità surrogata vada vietata – racconta -. L'idea che si possa pagare per avere un figlio è orribile. Tutti pensano alle persone che non possono avere figli, ma nessuno pensa ai bambini nati così, o alle donne da riproduzione che stiamo creando con questa tecnica». Il documentario, prodotto dal Center for Bioethics and Culture, rappresenta un punto di vista più conservatore sulla materia, non condiviso dal jet set hollywoodiano (hanno già utilizzato la maternità surrogata Robert De Niro, Dennis Quaid, Ricky Martin, Sarah Jessica Parker). «Dal momento in cui mi sono messo al computer e ho digitato “maternità surrogata” al momento in cui ho avuto i miei bambini in braccio, è trascorso un anno – ha raccontato Ricky Martin a Vanity Fair -. Ci sono agenzie attraverso le quali puoi consultare i profili di molte donne. Ti siedi, leggi e cominci a riflettere: “Forse voglio una donna latina come me, con un buon livello d'istruzione, alta, ma non troppo...”. È un procedimento lungo. Alla fine non sai neanche tu perché, di fronte a una fotografia e a una descrizione, pensi: “Questa è la madre di mio figlio”. Però succede».

AMERICA DA RECORD

Solo nel 2012 sono stati quasi 2mila i bambini nati così negli Usa, secondo i dati dell'American Society for Reproductive Medicine. E i numeri, ovunque, crescono. La tecnica evolve, come anche i desideri. I ricchi indiani, informa la newsletter della russa Sweetchild Ltd, iniziano a chiedere figli dalle caratteristiche fisiche europee, usando «biomateriale proveniente da donatori di carnagione chiara e occhi azzurri». Figli da catalogo. Padri e madri, ad ogni costo.



Giudici pro "utero in affitto": "La maternità surrogata? Perfettamente regolare"
Assolta una coppia milanese che era volata in Ucraina per avere due gemelli concepiti grazie alla fecondazione eterologa con maternità surrogata
Ivan Francese - Mar, 14/07/2015
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 51695.html



La genitorialità non è solo biologica: a dirlo sono le motivazioni di una sentenza del Tribunale di Milano emessa lo scorso 24 marzo.

I giudici del foro ambrosiano avevano assolto una coppia milanese che erano ricorsi alla fecondazione assistita di tipo eterologo con maternità surrogata: una lunga perifrasi per indicare il cosiddetto "utero in affitto", ottenuto in una clinica ucraina. I due erano stati imputati per "alterazione di stato", in relazione alla trascrizione dell'atto di nascita dei due piccoli gemellini.

Le toghe hanno assolto i genitori sulla base del fatto che le loro azioni non hanno mai infranto le leggi dello Stato ucraino, sul cui territorio si sarebbe svolto il presunto reato.

"Le sentenze che sono già state emesse a Milano, Monza e Varese - ha spiegato l'avvocato Ezio Menzione, legale della coppia - dimostrano che in Lombardia ci si è già adeguati a questi principi e anche questo ultimo approdo giurisprudenziale conferma che ormai ci si sta muovendo in questo senso".

"Per il Tribunale "l'atto di nascita è stato formato correttamente, in Ucraina, nel rispetto della legge" all'esito di "una procreazione medicalmente assistita conforme alla lex loci e recependo nelle indicazioni sull'ascendenza il preciso obbligo normativo di riportare solamente il nominativo della madre sociale". Inoltre è "la stessa legge italiana ad imporre ai cittadini italiani all'estero di effettuare le dichiarazioni di nascita all'ufficiale di stato civile straniero e secondo la legge del luogo ove l'evento è avvenuto".

Anche "l'ordinamento interno", poi, "al pari di quello ucraino, nel disciplinare gli effetti della fecondazione eterologa valorizza il principio di responsabilità procreativa e ne fa applicazione in luogo di quello di discendenza genetica; il coniuge che abbia dato l'assenso (...) alla nascita di un bambino tramite fecondazione eterologa (...) non può esercitare l'azione di disconoscimento, per avere assunto la responsabilità di questo figlio, e ne diviene genitore nonostante lo stato civile del neonato venga determinato in maniera estranea alla sua discendenza genetica". E questo "principio della responsabilità procreativa" è "posto prioritariamente a tutela dell'interesse del bambino".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje a far fiołi

Messaggioda Berto » dom gen 31, 2016 10:28 am

Che errore da parte dei cristiani, degli ebrei e dei laici tradizionalisti invitare alla manifestazione “Family Day” un sedicente imam, ignorando che la concezione islamica della famiglia, della condizione della donna, dell'educazione dei figli e, più in generale, della vita, della dignità, della libertà della persona è totalmente contrapposta a quella della nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane.
(Il Giornale, 31 gennaio 2016)

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 5721612683


Ma anche che errore da parte della Chiesa cattolica sostenere in modo altalenante la manifestazione, perché di fatto si identifica non nel popolo del “Family Day” ma nelle posizioni dei catto-comunisti presenti sia nel Ncd di Alfano sia nel Pd di Renzi, perseguendo un compromesso con la maggioranza omosessualista presente trasversalmente in Parlamento.

Infine che errore, da parte del variegato mondo che aderisce all'omosessualismo, voler scardinare l'ordinamento sociale che da sempre ha garantito la sopravvivenza della popolazione autoctona incentrato sulla famiglia naturale, promuovendo il matrimonio tra persone dello stesso sesso, le adozioni dei bambini da parte delle coppie gay o lesbiche, la maternità surrogata tramite l'utero in affitto, non comprendendo che il giorno in cui il vuoto di civiltà verrà colmato dall'islam, gli omosessuali e le donne saranno le principali vittime, i primi verranno giustiziati e le seconde ridotte in stato di schiavitù.

Ebbene la nostra civiltà è a tal punto in crisi che oggi la generazione dei genitori deve spiegare e convincere i propri figli che ci si sposa tra un uomo e una donna, tanto è diffusa l'ideologia omosessualista. Considerando che, in parallelo, questi figli non hanno una stabilità lavorativa, così come sono cresciuti con la cultura dei soli diritti e libertà senza doveri, regole, responsabilità e sacrificio, il risultato è che non ci pensano proprio a mettere su famiglia e meno che mai a dare alla luce dei figli. Così l'Europa è sprofondata all'ultimo posto al mondo per tasso di natalità. Su circa 500 milioni di abitanti dei 29 paesi membri dell'Unione Europea, solo il 16% pari a 80 milioni, hanno meno di 30 anni. Dei 500 milioni di abitanti che popolano le sponde meridionale e orientale del Mediterraneo, ben il 70%, pari a 350 milioni, hanno meno di 30 anni. La prospettiva è inequivocabile: l'Europa è destinata ad essere colonizzata demograficamente e ad essere sopraffatta sul piano della civiltà da parte dell'islam, che impone la poligamia, l'inferiorità antropologica della donna, il matrimonio coatto delle bambine dall'età di 9 anni, la condanna a morte dell'adultero e dell'omosessuale.

Gli omosessualisti totali o parziali sappiano che potranno continuare ad essere persone depositarie di valori inviolabili alla vita, dignità e libertà solo nella nostra civiltà. E che per salvaguardarla bisogna preservare, valorizzare e sostenere la famiglia naturale autoctona. Potete anche criticare la famiglia naturale, ma sappiate che se crollerà moriremo tutti dentro e sarà la morte peggiore.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje a far fiołi

Messaggioda Berto » sab feb 20, 2016 3:43 pm

Buongiorno amici. Se fossimo uno Stato che si rispetti con un governo che avesse a cuore l'interesse supremo dei cittadini, il tracollo demografico dovrebbe essere assunto come la principale emergenza nazionale e si dovrebbero destinare tutte le risorse necessarie per porre un argine al suicidio-omicidio demografico e favorire la crescita della natalità degli italiani.

https://www.facebook.com/MagdiCristianoAllam


Secondo il più recente dato dell'Istat nel 2015 l'Italia è ulteriormente sprofondata nella decrescita demografica, registrando un saldo negativo di 165 mila cittadini in meno. A fronte di 488 mila nascite, 8 per mille residenti, 15 mila in meno rispetto al 2014, i morti sono stati 653 mila, 54 mila in più del 2014 (+9,1%). A ciò si aggiunge che 100 mila cittadini italiani si sono cancellati dall'anagrafe per trasferirsi all'estero, il 12,4% in più rispetto al 2014. Di fatto è come se 265 mila cittadini italiani fossero scomparsi.

Neppure il maggior afflusso di stranieri, favorito dalla strategia di auto-invasione di clandestini, riesce a mantenere inalterata la bilancia demografica. Nel 2015 la popolazione residente in Italia si è ridotta di 139 mila unità (-2,3 per mille). Al primo gennaio 2016, la popolazione totale è di 60 milioni 656 mila residenti. Alla stessa data gli stranieri residenti sono 5 milioni 54 mila (8,3% della popolazione totale), rispetto a un anno prima si riscontra un incremento di 39 mila unità. La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di 179 mila residenti.

Cari amici, oggi più che mai dobbiamo promuovere una strategia che favorisca la cultura della vita, sostenendo la famiglia naturale, aiutando la maternità, incentivando la natalità dei cittadini italiani, garantendo la stabilità lavorativa dei giovani, riscoprendo la cultura dei doveri, delle regole, del senso della responsabilità e del sacrificio. Esattamente l'opposto di ciò che sta facendo questo governo, impegnato ad accreditare e a diffondere l'omosessualismo, l'immigrazionismo e il relativismo. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje a far fiołi

Messaggioda Berto » mer apr 20, 2016 7:41 am

Quando saremo tutti vecchi - La marcia delle culle vuote. Il culmine nel 2050? La guerra silenziosa che sta trasformando l’occidente
di Giulio Meotti | 18 Aprile 2016

http://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del- ... e_c251.htm

Ventidue dei venticinque paesi più anziani al mondo sono oggi in Europa. Le ultime prospettive demografiche nel rapporto “An Aging World: 2015”

Nei giorni della preparazione dell’invasione di Baghdad, l’allora segretario alla Difesa americano, Donald Rumsfeld, si avventò contro la “vecchia Europa” per denunciare l’ostracismo di Francia e Germania, scandalizzando non pochi sepolcri imbiancati e benpensanti. A dare ragione a Rumsfeld ci avrebbero pensato i demografi, che hanno appena spiegato cosa ne sarà dell’“Europa dei vecchi”. Ventidue dei venticinque paesi più anziani del mondo sono oggi in Europa. E nel mondo la popolazione sempre più anziana continua a crescere a un ritmo senza precedenti. E’ quanto emerge dal rapporto “An Aging World: 2015”: 617 milioni di persone, l’otto per cento della popolazione mondiale, hanno sessantacinque anni e oltre, un trend in crescita che nel 2050 farà arrivare la popolazione anziana mondiale a 1,6 miliardi, quasi il diciassette per cento di tutti gli esseri umani che vivranno allora sul pianeta.

Non era mai successo nella storia della civiltà. “Per la prima volta nella storia umana le persone sopra i sessantacinque anni sono più numerose dei bambini sotto i cinque”. E il trend riguarda soprattutto i paesi industrializzati, ricchi, avanzati, a oriente come a occidente. Il rapporto, commissionato dai National Institutes of Health e prodotto dal Census Bureau Usa, spiega che l’Italia è attualmente il terzo paese più vecchio al mondo, dopo Giappone e Germania, per popolazione sopra i sessantacinque anni, ma nel 2015 scenderemo al 15esimo posto, superati da paesi asiatici come Corea del sud, Hong Kong e Taiwan ma anche da quasi tutti i paesi dell’Europa ex comunista e dalla Spagna. Secondo le proiezioni demografiche, l’Unione europea avrà perso circa cinquanta milioni dei suoi abitanti attuali entro il 2050, vale a dire il dieci per cento della popolazione di oggi, ovvero le popolazioni di Polonia e Grecia messe assieme (senza considerare eventuali flussi migratori di massa). Anche negli Stati Uniti, la popolazione over sessantacinque è destinata a raddoppiare, arrivando a ottantotto milioni nell 2050, quando un terzo della popolazione dell’Asia avrà più di sessantacinque anni. L’Europa mostra oggi ovunque drammatici segni di declino demografico, tanto più notevole in quanto avvenuto senza alcun intervento statale come in Cina con la “politica del figlio unico”. Questa radicale denatalità appare come un riflesso dei desideri contemporanei.

Nel 2060, la popolazione totale dell’Europa raggiungerà 517 milioni di abitanti, di poco superiore ai 502 milioni del 2010, e un terzo degli europei avrà sessantacinque anni o più di età. E’ lo scenario drammatico prospettato dalla “Relazione sull’invecchiamento demografico: previsioni economiche e di bilancio per gli Stati membri della Ue a ventisette (2010-2060)”, pubblicata dalla Direzione generale Affari economici e finanziari della Commissione europea. Non molto tempo fa, siamo stati avvertiti che l’aumento della popolazione mondiale avrebbe inevitabilmente scatenato la fame nel mondo. Come scrisse Paul Ehrlich nel suo bestseller “The Population Bomb”, “negli anni Settanta e Ottanta centinaia di milioni di persone moriranno di fame”. Ovviamente, l’olocausto previsto da Ehrlich non c’è stato. Anzi, c’è più cibo e più acqua.

Ma una bomba demografica sì: quella delle persone anziane. Come ha fatto il mondo a diventare così grigio e così in fretta? Una ragione è che più persone vivono fino alla vecchiaia avanzata. Ma altrettanto importante è l’enorme calo delle nascite. Philip Longman, in un saggio per Foreign Affairs, scrive che stiamo vivendo “gli ultimi echi del baby boom a livello mondiale”. La popolazione mondiale è quasi quadruplicata nel corso del secolo scorso. E cresce ancora di circa 230 mila nuovi nati al giorno, raggiungendo la cifra di 9,4 miliardi nel 2050. Ma una rivoluzione invisibile è già in corso. Verso la fine degli anni Ottanta, gli esperti sostenevano che l’Europa non si stava riproducendo, ma quegli avvertimenti furono denigrati dai politici e dai media, perché si riferivano a tendenze di lungo periodo e i governi europei non pensano mai in grande. Nemmeno la popolazione prestò attenzione, anche se non occorreva essere un genio in statistica e demografia per accorgersi che importanti mutamenti stavano avendo luogo: una semplice passeggiata per le città poteva mostrare il semplice fatto che c’erano in giro molto meno bambini di prima e sempre più anziani.

Gli abitanti dell’Europa stanno sperimentando adesso l’attacco su due fronti: vivono più a lungo e hanno sempre meno figli (il nuovo rapporto americano dice che il tasso totale di fertilità dell’Europa è di 1,6, considerato patologico dai demografi e mai stato tanto basso nella storia). La dinamica della popolazione futura sarà caratterizzata dalla morte, non dalla nascita. Società e cultura saranno così scosse come da una guerra silenziosa. Secondo le stime delle Nazioni Unite e dell’Unione europea (World Population Prospects ed Eurostat), la popolazione della Francia diminuirebbe solo di poco, da circa sessanta milioni di adesso a cinquantacinque milioni nel 2050 e quarantatré alla fine del secolo, però il numero delle persone di matrice etnica francese diminuirà rapidamente. Una simile tendenza è prevista per il Regno Unito: da sessanta milioni a cinquantatré milioni nel 2050 e quarantacinque nel 2100.

La maggior parte degli altri paesi europei avrebbe un futuro decisamente peggiore. La Germania è in prima linea. Il tasso di fecondità totale è di circa 1,4 figli per donna, che ha fatto sì che nel corso degli ultimi trentacinque anni i nuovi nati abbiano sostituito solo due terzi della generazione dei genitori. Inoltre, dal 1972, la Germania non ha visto un solo anno in cui il numero dei neonati abbia superato il numero dei morti. La popolazione della Germania, che conta attualmente ottantadue milioni di abitanti, diminuirà fino a sessantuno milioni nel 2050 e a trentadue milioni nel 2100. Il declino di Italia e Spagna sarà altrettanto drastico. La Spagna scenderà a ventotto milioni nel 2050. Dati dell’Istituto di statistica spagnolo dicono che tra il 2013 e il 2024 la Spagna perderà 2,6 milioni di persone (sei per cento della popolazione) e che le nascite si ridurranno del venticinque per cento, passando da 456 mila nel 2013 a meno di 340 mila nel 2023. Nessuno conosce gli effetti di questo collasso sulla società.

Tutte queste previsioni non tengono conto dell’immigrazione nei decenni a venire o di un eventuale tasso di fertilità che risale almeno a 2,2 figli per donna. Ma non è mai successo prima che una fertilità zero risalga al punto di sopravvivenza. Secondo uno scenario presentato nel rapporto dell’Onu, “Replacement Migration: Is It a Solution to Declining and Ageing Population?”, non meno di settecento milioni di immigrati saranno necessari entro il 2050 per ristabilire l’equilibrio dell’età perduto.
Le proiezioni per le perdite di popolazione nei paesi dell’Europa orientale sono ancora più catastrofiche. Come per l’Ucraina, che scenderà a trentasei milioni di persone. La Bulgaria da sette milioni scenderà a cinque. Lettonia e Lituania perderanno invece il venticinque per cento della popolazione.

Entro la metà di questo secolo, se i modelli presenti di fertilità continueranno, il sessanta per cento degli italiani non avrà l’esperienza personale di un fratello o di una sorella, una zia, uno zio o un cugino; la Germania perderà l’equivalente della popolazione dell’ex Germania orientale; e la popolazione della Spagna diminuirà di quasi un quarto.
E’ l’Europa “senescente”, come l’ha definita lo storico britannico Niall Ferguson. Nel 1960, le persone di origine europea erano un quarto della popolazione mondiale; nel 2000 erano un sesto; nel 2050 saranno un decimo. Queste sono le statistiche di un continente morente. Il massimo demografo francese, Alfred Sauvy, ha scritto che “l’Europa è destinata a diventare un continente di vecchi, che vivono in case vecchie, con vecchie idee” e che “l’invecchiamento ha colpito molte popolazioni nella storia: Grecia, Roma e Venezia sono gli esempi più famosi. Ogni volta era la morte della società”.

In passato, cambiamenti demografici radicali portarono alla sparizione degli antichi Sumeri, le regioni Maya del Centro America, e l’Isola di Pasqua. Il cambiamento climatico ha contribuito a eliminare le colonie in Groenlandia. La carestia di patate in Irlanda nel 1846 ha lasciato un milione di morti. Due milioni di irlandesi emigrarono, trasformando l’Irlanda nell’unica area europea importante ad aver perso popolazione durante il XIX secolo. La popolazione azteca si è vista dimezzare nel XVI secolo, in parte attraverso nuove malattie introdotte dai colonizzatori spagnoli. I paesi ricchi faranno questa stessa esperienza a causa del crack demografico volontario. La Cina, per ora, continua a godere dei benefici economici connessi con la prima fase di declino del tasso di natalità, quando una società ha meno figli da mantenere e più forza lavoro femminile disponibile. Ma con la sua rigorosa politica del figlio unico e un eccezionalmente basso tasso di natalità, la Cina si sta rapidamente evolvendo in quello che i demografi chiamano una società “4-2-1”: un bambino diventa responsabile per il supporto di due genitori e quattro nonni.
Se persisteranno le attuali tendenze demografiche, entro il 2050 la Russia scenderà ad appena 116 milioni di abitanti. Le popolazioni di Giappone, Russia e Germania dovrebbero diminuire di oltre il dieci per cento entro il 2050. Per il Giappone questo significa una perdita di diciannove milioni di abitanti; per la Russia, di ventitré milioni.

In Giappone oggi i tassi di mortalità sono di routine superiori ai tasso di natalità, e lo squilibrio è in crescita. La nazione si prepara a iniziare un periodo prolungato di spopolamento delle città. I tedeschi hanno inventato un termine: restringimento della società, “schrumpfende Gesellschaft”. Le tendenze demografiche promettono di trasformare il Giappone in modo drammatico, per certi versi quasi inimmaginabile. A poco a poco ma inesorabilmente, il Giappone si sta evolvendo in un tipo di società i cui contorni possono essere previsti solo nella fantascienza. E’ la domanda posta da Jared Diamond nel suo magistrale “Collasso”: “Le rovine lasciate dalle società del passato esercitano un fascino romantico su tutti noi. Ci meravigliamo quando da bambini impariamo di loro attraverso le immagini. Quando si cresce, pianifichiamo le vacanze al fine di sperimentarle in prima persona. Ci sentiamo attratti dalla loro spettacolare e inquietante bellezza. In agguato dietro questo mistero romantico c’è però un pensiero assillante: un simile destino potrebbe capitare alla nostra società benestante?”. Già, potrebbe succedere anche a noi? Visiteranno i nostri reparti di maternità come si fa oggi con le rovine antiche? Forse si domanderanno: cosa diavolo è andato storto nella civiltà occidentale?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje e i nostri jovani a far fiołi

Messaggioda Berto » dom apr 02, 2017 6:07 am

Povertà, poartà/povartà e mexeria venete
viewtopic.php?f=161&t=2444

Naltri veneti a ghemo da pensar e da preocuparse inanso par ła nostra xente e no par łi afregani e łi afgani.
"Lasemo" ke sipia i criminałi parasidi e manipoładori dei Diriti Omàni Ogniversałi dei Nadivi o Endexeni Europei a ocuparse dei foresti a nostro dàno, ma almanco no se femo compleçi de sta bruta xente sensa creansa par naltri. Sti falbi boni no ła xente de bon cor, łi coverxe lomè ła so małagràsia verso de naltri fando i jeneroxi verso i foresti robando e malversando łe nostre resorse; no łi xe boni, łi xe lomè ladri e farabuti ke łi sipia crestiani o no, łi se serve dei falbi diriti dei foresti par negarne i nostri. par tegnerne sotani, par sitar a sfrutarne.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje e i nostri jovani a far fiołi

Messaggioda Berto » dom apr 02, 2017 6:16 am

Cosa c'è di più disumano di privare le persone, le comunità, i popoli, delle loro risorse economiche necessarie a potersi fare una famiglia e a mettere al mondo dei figli.
Questa privazione ottenuta con la manipolazione politico-economica è una terribile violenza, una grave violazione dei Diritti Umani Universali che equivale alla castrazione fisica, alla sterilizzazione chimica e alla pulizia etnica.



Il razzismo anti Nativi e Indigeni europei
viewtopic.php?f=25&t=2372

Diritti Umani Universali dei Nativi o Indigeni Europei
viewtopic.php?f=25&t=2186

Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
viewtopic.php?f=25&t=2484
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje e i nostri jovani a far fiołi

Messaggioda Berto » lun apr 03, 2017 7:29 am

Mostruosità italiane o italiche
viewtopic.php?f=196&t=2524
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Aiemo łe nostre fameje e i nostri jovani a far fiołi

Messaggioda Berto » mar giu 13, 2017 8:01 pm

Silvana de Mari

https://www.facebook.com/silvana.demari ... 9175105228

Come diceva la buonanima di Churchill se nessuno ti odia non ti sei mai battuto per nessuna causa.

Quindi ho dato per scontato che sarei stata attaccata nel momento in cui ho tirato fuori le mie terrificanti e trasgressive idee: gli uomini sono diversi dalle donne, le donne sono diverse dagli uomini, sono stati creati diversi perché si uniscano, e le foglie d’estate sono verdi.

Quelli che mi infastidisce è l’accusa di perdita di coerenza rispetto ai miei libri, un’accusa che mi arriva anche quando parlo della religione di pace (La religione del tizio che a Orlando ha sterminato 49 persone, ma la religione non c’entra, c’entra l’omofobia. Anche i Testimoni di Geova sono assolutamente perplessi sull’omosessualità, ma nessuno di loro ha sparato a 49 persone). In quale punto dei miei libri è scritto che è bene tollerare la crudeltà degli orchi perché è la loro civiltà? In quale punto dei miei libri non è espresso con chiarezza che l’unione tra un uomo e una donna è il legame più alto e magnifico?

Torniamo a uomini, donne e foglie verdi in estate.
Ricordo a un aneddoto per spiegare un punto fondamentale.
La terribile morte di diciannove ragazze e ragazzine cristiane bruciate vive da uomini che volevano punirle di essersi ribellate allo stupro e che non saranno puniti perché erano nel loro diritto avvenuta in Irak pochi giorni dopo la caduta di Mosul nelle mani del califfato, , ci riporta all’eterna, inoppugnabile eppure negata realtà che in nessuna civiltà come in quella occidentale, cioè in quella ebraico cristiana, le donne abbiano rispetto e diritti.
Non sono civiltà perfette, ma le altre sono peggio.
La civiltà indiana ha interi templi che campano sulle prestazioni delle prostitute sacre, consegnate al tempio tra i sette e gli otto anni. La pedofilia è ammessa. Mancano in India circa 20 milioni di bambine, sterminate con aborti selettivi e infanticidi.

Quando l’India fu conquistata dall’Impero britannico era ancora in uso la discutibile abitudine di bruciare vive le vedove sulla pira funebre del marito. Terminò perché l’impero britannico la vietò.

Da qualche parte nel Pakistan, all’epoca faceva parte dell’India, contravvenendo alle disposizioni una vedova stava per essere bruciata. Alla cerimonia si presentò lord William Bentinck, il generale britannico con annessi dragoni.
«La nostra civiltà ci ordina di bruciare le vedove, lei non ha diritto di giudicarla», dissero gli indiani.
«Io non esprimo giudizi », li rasserenò il generale. «Semplicemente appartengo a una civiltà che mi ordina di sparare su chi sta bruciando vivo una donna, i fucili ce lo ho io ».
Quel luogo fu evitato e la bizzarra abitudine di bruciare vive le vedove fu abbandonata.

Il movimento di emancipazione femminile, Oriana Fallaci, Hirsi Alì, Suad Sbai, sta dalla parte del generale. In movimento di liberazione femminile invece senza se e senza ma lo avrebbe condannato come colonialista, oppressione dei popoli.
Il femminismo ha avuto due parti, il movimento di emancipazione femminile e il movimento di liberazione. Spesso confusi l’uno con l’altro questi due movimenti sono assolutamente antitetici.
Il movimento di emancipazione femminile era un onesto movimento che voleva diritti civili, pari opportunità, il diritto legale a gestire la propria sessualità. Chiunque stia richiedendo il diritto di voto e la parità di diritti lavorativi è per definizione dalla parte della ragione e sta attuando, che ne sia cosciente o no, il messaggio cristiano: dopo Cristo non ci saranno più ( differenze di dignità tra) ricco e povero, cittadino e straniero, uomo e donna come dice San Paolo.

Il movimento di liberazione è stato un movimento basato sull’odio, sull’odio isterico per i maschi, per la vita, per la maternità, la civiltà ebraico cristiana, il mondo occidentale e soprattutto per sé stesse. Con un’analogia che equipara l’Occidente al maschio prevaricatore e tutto quello che non è occidente alla femmina sfruttata, il movimento di liberazione ha festeggiato i più atroci e misogini dittatori. Le sue appartenenti hanno portato i loro deretano inguainati in mutanda di cotone rigidamente senza pizzetto a scodinzolare davanti a Khomeini, in quanto leader che si opponeva alla fallocrazia borghese occidentale. Chiunque sia andato in piazza a bruciare il reggiseno era una persona con una gravissima dismorfofobia e alterazione dell’io corporeo, quasi sempre anche con disturbi alimentari, individui che, cito testualmente, hanno ritrovato il senso del loro esistere dialogando con la loro vagina. Dopo mezzo secolo di dialogo siamo arrivati all’utero in affitto.

L’odio assoluto per il movimento di liberazione femminile è per le donne. È ginecofobia. La continua profanazione della maternità è ossessivamente presente nei media, nella cinematografia, nei romanzi.
Gli alberi si giudicano dei frutti. Dopo cinquant’anni di libertà sessuale e liberazione femminile e i risultati sono che ci stiamo estinguendo. Il sistema patriarcale basato sulla divisione di ruoli maschile femminile, sulla monogamia, sulla indissolubilità del matrimonio, era un sistema antropologicamente vincente. Ha permesso di mantenere la natalità talmente alta che siamo riusciti a sopravvivere a una serie di catastrofi quali la peste del 1300, la perdita di popolazione costiera dovuta alla tratta degli schiavi delle navi saracene, carestie, guerre, che adesso ci annienterebbero. Ha permesso uno sviluppo culturale incredibile. Ora abbiamo una natalità di 1,3 per madre il che vuol dire che ci stiamo estinguendo.
La nostra crisi demografica è fondamentale per la libanizzazione dell’Europa.
Con il termine libanizzazione s’intende una immigrazione islamica sempre più massiccia sino a che la popolazione infiltrata diviene maggioranza, come è successo in Libano.
Ci sono anche altri effetti della distruzione sistematica della famiglia: la solitudine, la tristezza, la terrificante fatica dell’essere genitore monoparentali.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Prossimo

Torna a Coscienza, creanza, responsabilità, libertà, solidarietà

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron