Bergoglio è stato costretto a far marcia indietro sull'accoglienza ad oltranza e indiscriminataMigranti, papa Francesco: "Riceverli, integrarli ma anche fermarli se i numeri divengono insostenibili"
Il pontefice di ritorno dal viaggio in Colombia. "Credo sia lecito per un Paese che ha fatto molto come l'Italia regolare i flussi migratori e domandarsi: ho abbastanza posti per accoglierli? Va capovolto il ragionamento: l'Africa è amica e va aiutata a crescere". E sulle devastazioni climatiche: "L'uomo è uno stupido. Solo i superbi e i testardi non sanno riconoscere le responsabilità delle scelte politiche"dal nostro inviato PAOLO RODARI
11 settembre 2017
http://www.repubblica.it/vaticano/2017/ ... P1-S1.8-T1"Chi governa deve gestire il problema con la verità del governante che è la prudenza". Francesco, di ritorno dal viaggio in Colombia, risponde a una domanda sulle politiche restrittive dell’Italia sui migranti, conferma di aver incontrato il premier Gentiloni ma smentisce di aver parlato dell’argomento e spiega come sia lecito, per un Paese che ha fatto molto come l’Italia, regolare i flussi migratori e fermarli se i numeri divengono insostenibili.
Il Papa interviene anche sui cambiamenti climatici ricordando che solo "i superbi e i testardi" non sanno riconoscerli. Chiede a Trump di non abolire la legge di Obama sui dreamers, mentre per il Venezuela ritiene che siano le Nazioni Unite "che si devono far sentire".
Recentemente la Chiesa italiana ha espresso comprensione verso la nuova politica del governo di restringere sulle partenze dalla Libia e gli sbarchi nel Paese. Si è parlato anche di un suo incontro con Gentiloni in merito. C’è stato questo incontro e cosa pensa di questa politica di chiusura delle partenze considerando il fatto che i migranti che restano in Libia vivono in condizioni disumane?
"L’incontro con Gentiloni è stato personale e non su questo argomento. È avvenuto inoltre settimane prima che venisse affrontato questo problema. Sento il dovere di gratitudine per l’Italia e la Grecia perché hanno aperto il cuore ai migranti. Il problema è sempre avere un cuore aperto. È un comandamento di Dio. Anche se non basta soltanto aprire il cuore, chi governa deve gestire questo problema con la verità del governante che è la prudenza. Che significa domandarsi, primo: quanti posti ho? Secondo, occorre ricordare che non bisogna solo riceverli ma anche integrarli. Ho visto esempi di integrazione bellissima. A Roma Tre ho ascoltato quattro studenti. L’ultima ragazza che è intervenuta meno di un anno prima era venuta da Lesbo a Roma con me in aereo. Studiava biologia, ha fatto l’equiparazione degli studi e ha continuato. Questo è integrare. Terzo: il problema umanitario, che significa prendere coscienza di questi lager in cui vivono spesso queste persone. Ho visto delle foto. Ma ho l’impressione che il governo stia facendo di tutto in campo umanitario per risolvere anche problemi che non si possono assumere. Riassumendo: cuore aperto, prudenza, integrazione e vicinanza umanitaria. Un’ultima cosa: c’è nella coscienza collettiva un principio: l’Africa va sfruttata. Su chi fugge dalla fame occorre invece che facciamo investimenti. Mentre spesso ogni volta che i Paesi sviluppati vanno in Africa è per sfruttare. Dobbiamo capovolgere e dire: l’Africa è amica e va aiutata a crescere".
Migranti, papa Francesco: "Riceverli, integrarli ma anche fermarli se i numeri divengono insostenibili"
L’uragano Irma ha provocato decine di morti e danni. Si teme anche per ampie zone della Florida; già sei milioni di persone hanno lasciato le proprie case. Gli scienziati ritengono che il riscaldamento degli oceani contribuisca a rendere le tempeste più intense. Vi è secondo lei la responsabilità morale dei leader politici che si rifiutano di riconoscere che il cambiamento climatico è opera dell’uomo?
"Chi nega questo deve chiedere agli scienziati che sono chiarissimi e precisi. La recente notizia della nave russa che è andata dalla Norvegia al Giappone attraverso il Polo Nord senza trovare ghiaccio è un messaggio molto chiaro. È uscita poi una notizia che diceva che abbiamo solo tre anni per tornare indietro. Non so dire se sia vero che abbiamo solo tre anni, ma è vero che se non torniamo indietro andiamo giù. Del cambiamento climatico si vedono gli effetti e gli scienziati indicano la strada da seguire. Tutti noi abbiamo una responsabilità. Ognuno è una gocciolina, ha una responsabilità morale. Occorre ascoltare e prendere decisioni. È una cosa su cui non scherzare e molto seria. Ognuno ha la sua responsabilità morale. I politici hanno la propria. Poi la storia giudicherà le decisioni".
I cambiamenti climatici sembrano esserci anche in Italia: i morti di Livorno, i tanti danni a Roma. Perché tarda una presa di coscienza da parte dei governi circa l’ambiente?
"C’è una frase dell’Antico Testamento che dice: l’uomo è uno stupido, un testardo che non vede. È l’unico animale che inciampa due volte sulla stessa pietra. C’è la superbia, la sufficienza di dire che non è così e poi c’è il “Dio tasca” non solo sul creato ma in tante altre decisioni. Oggi a Cartagena ho visitato la parte povera della città, poi la parte turistica, lusso senza misure morali. Quelli che vanno di là non si accorgono di questo? Quando non si vuol vedere non si vede. Si guarda solo una parte".
E cosa pensa della crisi in Corea?
"Della Corea capisco poco. Credo che ci sia una lotta per interessi che tuttavia mi sfuggono".
Quando incontra i giovani dice loro: "Non vi fate rubare la speranza". Negli Stati Uniti è stata abolita la legge dei dreamers, dei sognatori, 800mila ragazzi messicani, colombiani, che con questa abolizione potrebbero dover far ritorno nel Paese d’origine abbandonando la propria famiglia. Cosa pensa?
"Ho sentito di questa legge, ma non ho potuto approfondire. Tuttavia penso che staccare i giovani dalla famiglia non sia una cosa che porta un buon frutto né per i giovani né per la famiglia. Ho speranza che questa legge la si ripensi un po’. Ho sentito parlare il presidente degli Stati Uniti che si presenta come un uomo pro-life. Se è un bravo pro-life può capire l’importanza della famiglia e della vita e che va difesa l’unità della famiglia. Chi ruba la speranza ai giovani? La droga e le altre dipendenze. Mentre è importante il rapporto con le radici, i giovani sradicati vogliono ritrovare le radici, per questo insisto sul dialogo tra giovani e anziani, perché lì ci sono le radici".
Lei ha parlato del Venezuela, ha pregato affinché finisca la violenza. La Santa Sede è impegnata per il dialogo nel Paese. Ma il presidente Maduro ha usato parole dure contro i vescovi, mentre dice di essere con il Papa. Cosa pensa?
"La Santa Sede ha parlato forte e chiaramente. Quello che dice Maduro lo spieghi lui. Ma la Santa Sede ha fatto tanto, ha inviato lì un gruppo di lavoro, un nunzio di primo livello, poi ha parlato con le persone, pubblicamente. Io tante volte ho parlato cercando sempre una via d’uscita, offrendo un aiuto per uscire, ma sembra che la cosa sia molto difficile. Quello che è pericoloso è il problema umanitario, tanta gente che soffre, scappa, dobbiamo aiutare a risolvere il problema in ogni modo. Credo che le Nazioni Unite debbano farsi sentire per aiutare".
Come sta dopo l’incidente allo zigomo di ieri?
"Mi sono posizionato – nella papamobile, ndr – per salutare i bambini, non ho visto il vetro e “boom!”… Ma sto bene".
Lei è arrivato in una Colombia ancora divisa. Cosa fare concretamente perché le parti divise superino l’odio. Come le piacerebbe che fosse la Colombia?
"Dopo 54 anni di guerriglia si accumula odio, e molte anime divengono malate. La malattia non è colpevole. Queste guerriglie e i paramilitari hanno fatto peccati brutti e hanno provocato questa malattia, ma ci sono dei passi che danno speranza. L’ultimo è il cessate il fuoco del ELN: li ringrazio tanto. Ma c’è qualcosa di più: la voglia di andare avanti va oltre i negoziati. C’è la forza del popolo. Io ho speranza in questa forza. Dobbiamo aiutare il popolo con la vicinanza e la preghiera".
La Colombia ha sofferto molto la violenza per la guerra e il narcotraffico. E per la corruzione nella politica. Cosa fare con questo flagello? I corrotti vanno scomunicati?
"Ho scritto un piccolo libro che si chiama “Peccato e corruzione”. Tutti siamo peccatori, ma il Signore è vicino a noi e non si stanca di perdonare. Il peccatore delle volte chiede perdono. Il problema è che il corrotto si stanca di chiedere perdono e dimentica come si chiede perdono. È uno stato di insensibilità davanti ai valori, alla distruzione, allo sfruttamento della persona. È molto difficile aiutare il corrotto, ma Dio può farlo. Io prego per questo".
Lei ha detto che per arrivare alla pace bisogna coinvolgere diversi attori. Pensa che il modello della Colombia sia possa replicare in altri conflitti?
"In tanti conflitti state coinvolte altre persone per arrivare alla pace. È un modo sapienziale di andare avanti, la saggezza di chiedere aiuto. Si chiede delle volte l’intervento delle Nazioni Unite per uscire dalla crisi, ma un processo di pace va avanti soltanto quando lo prende in mano il popolo. Il protagonista della pacificazione o è il popolo o si arriverà fino a un certo punto. Questa è la strada maestra. Voglio lasciarvi con un’ultima immagine. Quello che più mi ha colpito dei colombiani, c’era la folla sulla strada… mi ha colpito che i papà alzavano i loro bambini per farli vedere al Papa perché il Papa desse la benedizione dicendo questo è il mio tesoro, la speranza, il futuro, io ci credo. Mi ha colpito la tenerezza, gli occhi dei papà e delle mamme, bellissimo. È un simbolo di speranza e futuro. Un popolo che fa bambini e li fa vedere è un popolo che ha speranza e futuro".
La demenza irresponsabile di Bergoglio, dei suoi vescovi e dei falsi buoni che fanno del male e che non rispettano i nostri diritti umaniviewtopic.php?f=132&t=2591 Parassiti, falsi, manipolatori dei diritti umani, ladri di vita viewtopic.php?f=205&t=2668 ???
Migranti, Papa: "Governo deve gestire il problema con prudenza. In Libia Italia sta facendo di tutto a livello umanitario"11 settembre 2017
Il Pontefice di ritorno dal viaggio in Colombia ha parlato delle politiche di gestione dei flussi migratori. Ed espresso opinioni in linea con gli interventi del ministro dell'Interno Minniti. Ha anche ammesso di aver incontrato per un pranzo il premier Gentiloni: "Ma non abbiamo parlato di questo"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... io/3849941 “Un governo deve gestire il problema dell’immigrazione con la virtù propria del governante, cioè la prudenza. Cosa significa? Primo: quanti posti ho. Secondo: non solo ricevere, ma integrare”, ha detto rispondendo ai giornalisti in volo dalla Colombia. E sulle condizioni dei migranti che restano in Libia, “ho l’impressione che il governo italiano stia facendo di tutto, per lavori umanitari, di risolvere anche problemi che non può assumere”. Papa Francesco, intervistato dai giornalisti sull’aereo di ritorno dalla Colombia, ha parlato delle politiche migratorie del governo Gentiloni e del ministro dell’Interno Marco Minniti. “Io sento il dovere di gratitudine per l’Italia e la Grecia, perché hanno aperto il cuore sui migranti”, ha detto il Pontefice. “Ma non basta aprire il cuore. Il problema dei migranti è: primo, un cuore aperto, sempre, anche per un comandamento di Dio, ricevere, perché ‘tu sei stato schiavo’, migrante, in Egitto. Ma un governo deve gestire questo problema con la virtù propria del governante, cioè la prudenza. Cosa significa? Primo: quanti posti ho. Secondo: non solo ricevere, ma integrare“.
Poi ha continuato parlando dell’emergenza diritti umani: “Terzo: c’è un problema umanitario. Quello che lei diceva. L’umanità prende coscienza di questi lager, delle condizioni in Libia, nel deserto. Ho visto delle fotografie… gli sfruttatori…”. “Credo, ho l’impressione – ha quindi sottolineato Francesco -, che il governo italiano stia facendo di tutto, per lavori umanitari, di risolvere anche problemi che non può assumere. Ma: il cuore sempre aperto, prudenza e integrazione, e vicinanza umanitaria”. Nello specifico, sull’Africa ha detto: “E c’è un’ultima cosa che voglio dire e che vale soprattutto per l’Africa. C’è nel nostro inconscio collettivo un motto, un principio: l’Africa va sfruttata. Un capo di governo su questo ha detto una bella verità: quelli che fuggono dalla guerra è un altro problema; ma tanti che fuggono dalla fame, facciamo investimenti lì perché crescano. Ma nell’inconscio collettivo c’è che ogni volta che tanti Paesi sviluppati vanno in Africa, è per sfruttare. Dobbiamo capovolgere questo. L’Africa è amica e va aiutata a crescere“.
Le parole di Bergoglio sono state interpretate in linea con quanto sta facendo il governo Gentiloni con i migranti. Tanto che lo stesso Pontefice ha ammesso di aver incontrato il presidente del Consiglio per un pranzo i primi di agosto. Ma ha pure specificato che non hanno parlato di migranti. “Prima di tutto è stato un incontro personale e non su questo argomento: è stato prima di questo problema, che è venuto fuori alcune settimane dopo. E’ prima del problema”.
Quindi il Pontefice ha riconosciuto gli sforzi di Italia e Grecia, e ha espresso “gratitudine per l’Italia e la Grecia”. Ma “non basta aprire il cuore”, secondo il pontefice è giusto fare i conti con la capacità di accoglienza del paese. “Ho visto esempi qui in Italia di integrazione bellissima – ha proseguito – Sono andato all’Università Roma Tre, mi hanno fatto domande quattro studenti. Una, era l’ultima, la guardavo: ma questa faccia la conosco. Era una che meno di un anno prima è venuta da Lesbo con me in aereo, ha imparato la lingua, studiava biologia nella sua patria, ha fatto l’equiparazione e ora continua. Questo si chiama integrare”.
Il Papa è intervenuto anche sui cambiamenti climatici ricordando “una frase dell’Antico Testamento: l’uomo è uno stupido, un testardo che non vede. È l’unico animale che cade due volte nella stessa buca”. Poi ha aggiunto sulla “superbia, la sufficienza” e sul “Dio tasca. Tante decisioni dipendono dai soldi“. A proposito delle responsabilità morali dei politici che negano che i mutamenti climatici dipendano anche dall’uomo, il Papa ha risposto che “chi nega deve andare dagli scienziati e domandare loro. Loro parlano chiarissimo, gli scienziati sono precisi. Del cambiamento climatico si vedono gli effetti e gli scienziati dicono chiaramente la strada da seguire. E tutti noi abbiamo una responsabilità, tutti. Chi piccola, chi più grande, ma ognuno ha la sua, dai politici in giù. Credo sia una cosa su cui non scherzare, è molto seria. Poi decida, e la storia giudicherà le decisioni”.
Il Papa ha anche parlato del viaggio in Colombia e ha definito “nobile” il popolo sudamericano. Il Pontefice ha ammesso di essere “rimasto commosso dalla gioia, dalla tenerezza, dalla gioventù, dalla nobiltà del popolo colombiano”. “Un popolo che non ha paura a esprimersi come sente, non ha paura a sentire e a fare vedere quello che sente”. Sulla questione delle Farc e della pace siglata con il governo colombiano, ha sottolineato che 54 anni di guerriglia hanno prodotto “molto odio, molto rancore, molta anima malata”. Ma “la malattia non è incolpabile. la malattia non è una cosa colpevole, viene”. Secondo Francesco, “sia la guerriglia, sia i paramilitari, sia anche la corruzione in questo Paese hanno fatto peccati brutti, che hanno provocato odio. Ma ci sono passi che danno speranza, passi nel negoziato: l’ultimo il cessate il fuoco di Eln, ringrazio tanto per quello”. Ma il Papa ha percepito la “la voglia di andare avanti oltre i negoziati”, una “forza spontanea” che è “la forza del popolo”. Il “processo di pace andrà avanti soltanto quando lo prende in mano il popolo”, ha sottolineato. Papa Francesco ha detto di aver percepito “speranza in questo. Il popolo vuol respirare, ma dobbiamo aiutarlo e aiutarlo con la vicinanza, la preghiera e soprattutto con la comprensione di quanto dolore c’è dentro tanta gente”.
In un breve siparietto, tra i sorrisi dei giornalisti in volo, il Papa ha poi spiegato il piccolo incidente che gli è capitato il 10 settembre nel Paese latinoamericano, a Cartagena, a bordo della ‘papamobile’.”Mi sono sporto lì per salutare i bambini, non ho visto il vetro e Pum”. L’episodio gli ha causato un piccolo taglio all’arcata sopraccigliare e un ematoma sotto l’occhio sinistro.
Ostia!
Immigrati, il Papa benedice l'Italia: "Accogliere finché è sostenibile"Sergio Rame - Lun, 11/09/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 40449.htmlL'emergenza immigrazione e l'accoglienza sono ancora al centro dei ragionamenti di papa Francesco mentre si trova sull'aereo che lo porta dalla Colombia all'Italia.
"Sento il dovere di esprimere gratitudine all'Italia e alla Grecia perché hanno aperto il cuore ai migranti, ma non basta aprire il cuore", spiega Bergoglio invitando, poi, "l'umanità" a prendere coscienza dei "lager", che si trovano in Libia, e delle condizioni degli immigrati che "vivono nel deserto". "Allora - intima - (servono, ndr) cuore sempre aperto, prudenza, integrazione e vicinanza umanitaria". E non manca di criticare Donald Trump per aver cancellato la normartiva che protegge i figli degli immigrati arrivati clandestinamente negli Stati Uniti.
L'accoglienza degli immigrati
Sul volo AV150, che lo riporta in Vaticano, papa Francesco torna a mettere al centro della propria pastorale gli immigrati. "Il problema è avere sempre un cuore aperto - spiega - ricevere i migranti è un comandamento di Dio". Ma ricorda anche che un governo deve gestire gli sbarchi usando "prudenza" e valutando, in primis, quante persone può accogliere e, in secondo luogo, sapendo che non solo deve "riceverli, ma anche integrarli". "Ho visto esempi in Italia di integrazioni bellissime", spiega, poi, il Pontefice raccontando ai giornalisti in volo il caso di una giovane immigrata che ha recentemente incontrato all'università di Roma Tre. "Era venuta da Lesbo in aereo con me, ora ha imparato la lingua, ha fatto l'equiparazione - continua - questo si chiama integrare".
Durante la chiacchierata con i giornalisti, papa Francesco ricorda il viaggio in Svezia per i 500 anni di Lutero. In quell'occasione aveva preso la Svezia come "modello di integrazione", ma adesso anche il governo di Stoccolma si è accorto che non può andare avanti ad accogliere all'infinito. Per Bergoglio, invece, servono "cuore sempre aperto, prudenza, integrazione e vicinanza umanitaria". "Nella coscienza collettiva c'è che ogni volta che tutti i Paesi vanno in Africa lo fanno per sfruttare - incalza - bisogna capovolgere questo: l'Africa è amica e va aiutata".
L'attacco a Trump sui "dreamers"
"Ho sentito di questa legge...". Papa Francesco torna ad attaccare Donald Trump per aver aboloto la normativa voluta da Barack Obama che tutela i figli degli immigrati entrati clandestinamente negli Stati Uniti. "Non la conosco bene, però staccare i giovani dalla famiglia non è una cosa che dà un buon frutto né per i giovani né per la famiglia", spiega Bergoglio usando molta diplomazia per rispondere a una domanda sull'abolizione dei "dreamers". "Questa legge - continua - viene dall'esecutivo e non dal Parlamento, se è così, ho speranza che ci si ripensi un po', perché ho sentito parlare il presidente degli Stati Uniti che si presenta come un uomo pro life, e se è un bravo pro life capisce l'importanza della famiglia e della vita e va difesa l'unità della famiglia, quando i giovani si sentono sfruttati, alla fine, si sentono senza speranza. E chi la ruba? La droga, le altre dipendenze, il suicidio, che avviene quando vengono staccati dalle radici". Secondo il Pontefice, infine, "è importante il rapporto con le radici, i giovani sradicati vogliono ritrovare le radici, per questo insisto sul dialogo tra giovani e anziani, perchè lì ci sono le radici, per evitare i conflitti con le radici più prossime dei genitori". "Qualsiasi cosa che vada contro le radici - argomenta - ruba la speranza".
I cambiamenti climatici
"Mi viene una frase dell'Antico Testamento: l'uomo è uno stupido, un testardo che non vede". Le parole di Papa Francesco sui cambiamenti climatici e i rinvii internazionali riguardo ai provvedimenti proposti sono state durissime. "L'unico animale del creato che mette la gamba sullo stesso buco è l'uomo, il cavallo e gli altri non lo fanno", aggiunge il Pontefice stigmatizzando "la superbia e la sufficienza" nelle posizioni assunte da alcuni leader e opinionisti su questo tema. "E poi - continua Francesco rincarando la dose - c'è il dio tasca, tante decisioni non solo sul Creato dipendono dai soldi". Quindi, conversando con i giornalisti, fa alcuni esempi che, secondo lui, dimostrano la gravità del problema dei cambiamenti climatici: "L'altro giorno è uscita la notizia di quella nave russa che è andata dalla Norvegia al Giappone e ha visto che il Polo Nord è senza ghiaccio. Poi - continua - è uscita quella notizia da un università sul fatto che 'abbiamo soltanto tre anni per tornare indietro, al contrario (ci saranno, ndr) conseguenze terribili'. Ebbene - incalza ancora - io non so se è vero questo fatto dei tre anni o no, ma se non torniamo indietro, andiamo giù". E ancora: "Tutti noi abbiamo una responsabilità morale, accettare, prendere decisioni, e dobbiamo prenderlo sul serio, credo sia una cosa molto seria. Ognuno ha la sua responsabilità morale, i politici hanno la loro. Che uno chiede agli scienziati, sono chiarissimi, che poi decida e la storia giudicherà sulle sue decisioni".
Il Papa ricorda, poi, che il prezzo più alto dei cambiamenti climatici lo pagano i poveri. "A Cartagena - conclude - ho cominciato con una parte povera della città, dall'altra parte c'è la parte turistica... lusso, e lusso senza misure morali. Ma quelli che vanno di là non si accorgono di questo? Gli analisti sociopolitici non si accorgono? Quando non si vuol vedere non si vede, si guarda da una parte soltanto".
Dalle Ong al piano Minniti Ecco perché il Papa benedice la stretta sugli immigratiFabio Marchese Ragona - Mer, 13/09/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 40944.htmlRoma Una svolta inaspettata, un cambio di rotta nel segno della prudenza, che aveva preso forza nel pieno delle polemiche estive, con Papa Francesco informato in tempo reale sullo scandalo delle Ong e sulla situazione sempre più esplosiva di numerose città italiane.
Sono questi alcuni degli elementi che hanno portato alla sterzata di Bergoglio sul tema dei migranti, con una «benedizione» a Gentiloni, anche dopo il pressing governativo arrivato in Vaticano subito prima di Ferragosto.
Pochi giorni fa, sul volo di ritorno dalla Colombia, Francesco ha parlato, per l'ennesima volta, chiaramente: ok all'accoglienza ma sia fatta con prudenza, soltanto se i numeri lo permettono: «Un governo deve gestire questo problema», ha detto il Papa, «con la virtù propria della prudenza. E dunque, primo: quanti posti hai. Secondo: non solo accoglierli, ma anche integrarli. Ho visto esempi in Italia di integrazione bellissima». Parole molto diverse rispetto al passato. E che non sono arrivate a caso: il Papa argentino, molto sensibile al tema dei migranti, ha voluto prendere una posizione più netta dopo esser stato informato su quanto stava accadendo, tra luglio e agosto, in mare tra la Libia e l'Italia. I suoi più stretti collaboratori, lo avevano, infatti, avvisato degli scandali che hanno coinvolto alcune Ong, spiegandogli che a farne le spese, alla fine, erano proprio gli immigrati. «Francesco ha sempre tenuto la sua linea, ma ha anche adeguato le sue parole al cambio degli scenari internazionali sul tema migratorio; si veda quanto successo in Ungheria o in altri Paesi dell'Est», confida uno dei cardinali più vicini al Pontefice.
Dopotutto, Francesco, si era già reso conto che la questione dei flussi migratori stava rovinosamente precipitando quando, il 1° novembre del 2016, di ritorno dal viaggio apostolico in Svezia, aveva apertamente detto, senza giri di parole: «I governanti devono essere molto aperti a ricevere i migranti ma anche fare il calcolo di come poter sistemarli, perché non solo a un rifugiato lo si deve ricevere, ma lo si deve integrare. Non è umano chiudere le porte, non è umano chiudere il cuore, e alla lunga questo si paga, si paga politicamente come anche si può pagare politicamente una imprudenza nei calcoli, ricevere più di quelli che si possono integrare». Parole che il Papa ha ripetuto più volte nel corso dell'anno e che ha voluto ribadire anche qualche giorno fa, sull'aereo papale proveniente da Bogotà.
Ma un tassello fondamentale per la svolta di Francesco è stata anche la visita riservata compiuta dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, in Vaticano, nel mese di agosto. Il responsabile del Viminale, aveva incontrato le alte gerarchie vaticane per spiegare le motivazioni dietro al suo piano sull'immigrazione e le nuove regole per le Ong. Piano che ha ricevuto sottotraccia anche il placet della Santa Sede, dopo un parere positivo del Papa. E così, anche la Chiesa italiana aveva iniziato a prendere una posizione più chiara sulla questione, arrivando infine alle dichiarazioni del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei che, allineato al rigore del Papa sul tema, aveva puntato il dito contro i trafficanti di esseri umani, ribadendo: «Non possiamo correre il rischio di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana. Rivendico, con altrettanto vigore, la necessità di un'etica della responsabilità e del rispetto della legge».
Una svolta, anche questa, arrivata per chiudere ogni polemica e far da sponda all'azione pastorale di Bergoglio.
La demenza irresponsabile di Bergoglio, dei suoi vescovi e dei falsi buoni che fanno del male e che non rispettano i nostri diritti umaniviewtopic.php?f=132&t=2591Parassiti, falsi, manipolatori dei diritti umani, ladri di vita viewtopic.php?f=205&t=2668Con gli uragani l'uomo non c'entraFranco Battaglia - Mer, 13/09/
Il Papa ha idee confuse in tema di protezione dell'ambiente. A proposito dei disastri del maltempo ha dichiarato che «siamo tutti responsabili», riferendosi al genere umano.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 40964.htmlInsomma, a Suo dire, la colpa dei disastri è degli uomini. Non è ben chiaro, dalle parole del Pontefice, qual è esattamente la colpa degli uomini. Esistere? Vivere? Costruire abitazioni? Non bisogna costruire lì. Lì, dove? In tutta la Florida? Non bisogna costruire in riva a quel fiume. E perché no? In realtà potremmo costruire le nostre case dove ci pare. Basta governare le possibili avversità della natura, dai terremoti alle inondazioni. Ampie aree dell'Olanda stanno sotto il livello del mare. Il fatto è che per far bene e in sicurezza bisogna metterci le risorse, che poi spesso devono venire dal denaro delle nostre tasse, giacché la gestione di queste cose interessa la collettività. Un terremoto di forza 9 fa oscillare i grattacieli di Tokyo, ma le oscillazioni per i giapponesi non sono un problema. Un terremoto di forza 4 può far crollare un paesino dell'Umbria. Quello di alcuni anni fa nel Modenese, che fu devastante per molte abitazioni, lasciò non scalfiti i viadotti autostradali, costruiti da ingegneri degni del loro titolo.
È allora necessario essere consapevoli che, ove v'è responsabilità morale umana dei disastri del maltempo, questa è tutta degli ambientalisti. Vediamo perché. Costoro negli ultimi vent'anni ci hanno massacrato gli zebedei invocando misure ridicole contro i capricci del clima. Hanno sostenuto: 1) essi sono dovuti alla industrializzazione, a causa della quale gli eventi climatici estremi, a loro dire, sarebbero aumentati in numero e in intensità; 2) bisogna governare codesti presunti cambiamenti climatici attuando una politica energetica diversa da quella che ha favorito l'industrializzazione, essendo questa la causa dei cambiamenti climatici (cosa di cui anche Papa Francesco sembra essersi convinto).
La prima affermazione è decisamente falsa. Nei 160 anni compresi fra il 1850 e il 2010, gli Stati Uniti sono stati colpiti da 77 uragani, 4 di forza 5, 20 di forza 4, e 53 di forza 3. Di quelli di forza 5, due sono occorsi prima del 1935 e 2 dopo il 1935. Di quelli di forza 4, ne sono occorsi 5 nel primo terzo dell'intervallo 1850-2010, 9 nel secondo terzo, e 6 nell'ultimo terzo. A ragionare come fanno quelli che nulla sanno di statistica diremmo che l'industrializzazione fa bene ai capricci del clima, visto che nella seconda metà del Novecento gli uragani di forza 4 che hanno colpito l'America sono stati il 50% in meno che nella prima metà del Novecento. Ma noi non siamo avvezzi a tale uso garibaldino della statistica. Infine, dei detti 53 uragani di forza 3, sono occorsi 13 nella seconda metà dell'Ottocento, 20 nella prima metà del Novecento e 20 nella seconda metà del Novecento.
Una volta che abbiamo assodato che la prima affermazione è patentemente fasulla, è chiaro che la seconda affermazione è, a dir poco, inutile. In realtà, essa e vengo al punto è dannosa, anzi è devastante. Impegnare risorse come suggerito dagli ambientalisti distoglie le stesse da altre misure che, invece, sono necessarie per governare i capricci del clima. A partire dal governo Prodi, l'Italia ha impegnato centinaia di miliardi sulla politica energetica cosiddetta alternativa, in nome della volontà di governare il clima. Questo denaro è stato sottratto alle risorse necessarie per proteggersi dal clima e dalle sue conseguenze. Che è come dire, per proteggere dal peso della neve le case di montagna, di aver impegnato il nostro denaro per evitare che nevichi anziché per costruire i tetti spioventi.
«Siamo tutti responsabili!» lo gridò in televisione, alla fine di un accorato discorso, il ministro delle finanze jugoslavo quando, nel maggio del 1984 presentò alla popolazione lo sfacelo economico in cui versava il Paese che egli governava; mentre, invece, era lui solo il responsabile. Allora, Santo Padre, non sarebbe invece opportuno separare il grano dal loglio, e indicare i veri responsabili morali di questi disastri?