El gheto de Rovigo

El gheto de Rovigo

Messaggioda Sixara » mar gen 28, 2014 6:22 pm

El gheto de Rovigo
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Roba ke ghevo scrito sol Gheto de Rovigo, tenpo fa:

Un luoco separato
La segregazione degli ebrei a Rovigo. Un luogo separato in 'forma di ghetto'. S.Zaggia

L autor de sto sajo so la istitusion de l gheto de Rovigo el fa na premésa :
"(...) va subito avvertito che l'istituzione del ghetto non è che uno dei momenti salienti, certamente capitale, della storia della presenza ebraica a Rovigo, della quale tuttavia, manca ancora una ricostruzione complessiva e uno scavo sistematico delle fonti. Chiunque si accinga a scrivere su questo argomento, pertanto non può non tener conto della lacunosità e della unilateralità delle fonti documentarie".

Par unilateralità de la documentasion l autor l intende ke i àti a dispoxision i è tuti publici e " quindi di parte cristiana". So la lacunosità a gh è da dire ke on arkivio de la comunità ebraica de Rovigo " è sicuramente esistito ma al momento risulta perduto".
Eco, mi me lo sogno anca de note kel arkivio lì , ke a scumitsio de l 900 se podea consultarlo e po dopo, no se sa come, co i gà portà la comunità da Ruigo a Pàdoa i se lo ga perso pa la strada. PERDUTO. On arkivio intiero, zà inventarià, pièn de documenti presioxisimi so la storia de la comunità.. i se lo ga perso.

"Il 4 novembre 1612 il Consiglio Cittadino decideva di chiedere l'autorizzazione alla Signoria per poter 'ridurre' gli ebrei in un 'luoco separato'. Non sappiamo quali fossero le motivazioni alla base di questa decisione.. E ' stato ... notato come l'intenzione di segregare gli ebrei maturi nel clima di rigido zelo religioso introdotto dalla Controriforma... non vanno però esclusi atteggiamenti d'intolleranza scaturiti da contrasti di ordine economico : il decreto del Consiglio ... giungeva al termine di un conflitto fra la città e i prestatori ebrei... in vista della riorganizzazione del Monte di Pietà. Ad aggravare la situazione fu forse l'immigrazione di nuove famiglie di ebrei, provenienti dai territori limitrofi sotto lo Stato della Chiesa.La storiografia ha spesso oscillato, indicando la data di istituzione della clausura, tra il 1617 e il 1627, riferendosi ora alla data del documento istitutivo 'amministrativo'... ora alla data ... della realizzazione dell'insediamento chiuso nel 1627.
Il 10 maggio 1627 ... i Presidenti al ghetto alla presenza dei rappresentanti dell'Università ebraica, fecero rogare un atto con il quale intendevano avviare la realizzazione del 'ghetto formale'. La 'scritura' con la ratifica del Podestà Marino Zane, assunse validità di decreto ed entro due mesi dalla data di protocollo, tutte le famiglie dovevano essere entrate nel ghetto.
La comunità ebraica si vide pertanto definitivamente assegnata l'area confinante la chiesa e il convento di S.Antonio Abate, comprendente case e terreni di proprietà delle famiglie Cezza, Redetti, Montecchi, oltre che le abitazioni dei banchieri."

Ke i bankieri ebrei, ma anca i mercanti zà i ghe stava inte kea zona lì o i ghea la botéga, ke el portego de la via Cavour lì visin, ncora dèso i lo ciama 'el portego de i ebrei'.

"Il decreto... costituiva un vero e proprio 'piano' di adeguamento edilizio: alla perentoria indicazione dei confini e degli immobili segue un puntiglioso elenco dei lavori da eseguire."
( tuto a spexe de la comunità ebraica, naturalmente!)

"Si precisava così che tutti gli spazi non edificati dell'area fossero separati dall'esterno con un muro alto nove piedi; che tutte le finestre degli immobili prospettanti fuori dal recinto fossero chiuse da grate in ferro; particolare attenzione era dedicata alla zona confinante con il convento delle Zitelle : si doveva costruire un alto muro con 'barbacani' e in perpetuo fu interdetta la piantagione di alberi di alto fusto. Al recinto furono assegnati 4 accessi ( aperti e chiusi ad ore prestabilite dai due custodi, uno cristiano e uno ebreo) : tre porte, tutte sul lato della contrada di San Bartolomeo, più precisamente che guardino sopra la 'piazzetta' , tra le quali una doveva essere realizzata ' con quegli abbellimenti di marmo che gli sarà prescritto' nella casa dei banchieri; la quarta apertura era un portone destinato al transito dei carri, ubicato dalla parte del 'terraglio', prospiciente le mura. (...) al centro del quartiere era prevista la realizzazione di una piazzetta , servita da un pozzo.
Non un luogo qualsiasi dunque, né un pezzo di città ritagliata dal tessuto circostante : il ghetto doveva essere uno spazio organizzato, secondo lo schema che sembra riferirsi all'originaria articolazione spaziale del ghetto veneziano, la 'corte di case', come definito nel 1516.
L'erezione del ghetto si concluse entro i mesi successivi : l'11 giugno i Provveditori dell'Università degli Ebrei si accordarono con Giacomo Gardesani per la fattura del portale in marmo da collocare nell'ingresso dell'abitazione dei banchieri, e di una lapide che doveva, come imposto dalle autorità cittadine, suggellare il compimento dell'opera."

Ma parké i ghea méso cusì tanto ( scuaxi diexe àni) a sararli tuti dentro tel recinto?
"A Rovigo... come a Verona, come a Padova, le lentezze e le resistenze all'attuazione del ghetto, provenivano dal governo locale, il che non stupisce se si pensa come la sua realizzazione, fosse un'operazione complessa, non solo sul piano logistico ma anche per ciò che atteneva i rapporti fra le componenti sociali. (...) Il governo locale era certamente conscio che, la presenza degli ebrei a Rovigo era ormai un fatto acquisito e che le loro attività erano intrecciate irrevocabilmente al complesso degli scambi cittadini."
I jèra deventà inportanti i ebrei a Rovigo, parte de la comunità , no se voéa pistarghe i piè a nisùn. Ma Venèsia l à dito : Gheto e gheto sia.
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Re: El gheto de Rovigo

Messaggioda Sixara » mar gen 28, 2014 8:39 pm

Elora: tirando na linea imajnaria fra la cexéta de Sandomenico e la porta Sanbortolo se dovaria figurarse el davanti del gheto, co l so portale co le do colone, e desora la lapide co l iscrision.
E par dedrio ? ke no go mai capio indoe ke l finiva. Nol existe pì el gheto. Xe restà cualke foto, de prima ke i le butése zò le caxe del gheto, te i àni 30. Le colone del portale i le gà sistemà a l entrata de la piaseta anonaria, e desora a ghè anca la lapide.
Ma no se leze pì gnente parké co xe rivà i napoleonici in çità la prima roba ke i ga fato ( oltre ke butar zò on poki de conventi e cèxe) l è stà cuea de 'verzare' el gheto e de scancelare la scrita de la lapide.
Nisùn ormai sa pì ke lì indoe ca gh è la piàsa de la fontana, na olta ghe jera el gheto de Rovigo.

Le case del ghetto
El dixe Zaggia de come el gheto ( ogni gheto istituio) el fuse na
... realtà contradditoria : se nella sua sostanza esso è un provvedimento atto al controllo di una minoranza 'straniera'... nel contempo la sua istituzione costituisce indirettamente una sorta di riconoscimento del carattere permanente di quella presenza, del ruolo assunto dai mercanti e banchieri ebrei, all'interno dell'economia cittadina ...
A Rovigo, come prima era avvenuto a Verona e Padova, il problema della separazione degli ebrei viene risolto con la sistemazione... della zona dove già risiedevano in gran parte le famiglie ebree. Il modello 'giuridico-insediativo' introdotto un secolo prima a Venezia... fu adeguato in modo tale da non recidere gli articolati e stratificati rapporti economici, sociali, tradizionali esistenti fra la città e la comunità ebraica, consentendo così la possibilità di salvaguardare diritti acquisiti, e permettendo allentamenti di controllo.
Sotto il profilo architettonico-urbano ... con l'ingresso nel ghetto, lo Stato riconosceva agli ebrei il diritto di accedere ad una forma di 'possesso' del bene immobile... era implicitamente ammesso che il singolo potesse modificare, ampliare, ricostruire l'edificio e di poterlo poi alienare, vendere, locare e lasciare in eredità. Di qui quel continuo processo di continua trasformazione , incremento altimetrico e frazionamento degli immobili, del tutto estraneo ai ritmi di crescita della città circostante.
Tali meccanismi presenti nel ghetto di Rovigo... si riscontrano in tutti gli altri ghetti delle città venete e, sulla base di uno spoglio sistematico dei fondi archivistici disponibili, andrebbero approfonditi in ambito comparativo.

Un continuo processo di trasformazione, incremento altimetrico e frazionamento degli immobili...
sta roba cuà xe na carateristica de tuti i gheti, o almanco de cueo de Venesia sicuramente : là, pa la prima volta, se ga scumisià a tirar su le caxe pì alte de tuta Venesia, piano su piano, senpre pì su pa fargheli stare tuti sti ebrei, ke i jera tanti, ke i se ciamava i parenti de tute le parti d Europa. Elora, tuto on butàr zò, on tirar su, verzi de cuà, sposta de là.. i dixe ke, al Gheto Nòvo, te l piano pì elto de na caxa, i ghea organizà on gran pranso e bàlo pa on spoxalizio de cuei sùi, e ghe jera cusì tanta zente ke balando e saltando è fin crolà el pavimento/sofito.. e tuti i ospiti i se ga catà de bòto al pianotèra!
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Re: El gheto de Rovigo

Messaggioda Berto » mer gen 29, 2014 9:20 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El gheto de Rovigo

Messaggioda Sixara » gio gen 30, 2014 5:14 pm

Ma cuanti jèreli i ebrei a Rovigo, te l periodo ke i li sèra tuti drentro al gheto?

La Elisabetta Traniello in Gli ebrei e le piccole città. Economia e società nel Polesine del quattrocento, Minelliana, RO, 2004 la fa cualke ipotexi quantitativa :
"... la media dei figli per nucleo famigliare non era molto differente fra le famiglie ebree e quelle cristiane, ma le prime si strutturavano in nuclei numericamente più consistenti, comprendendo talvolta, più generazioni...
Alla fine del Trecento... la famiglia media di un ebreo del tempo era composta da 4, 74 individui... nel 1473 ( però) a Reggio l'ebreo Zinatan viveva con la nutrita compagnia di 33 persone. ( 2 figli, 8 nipoti maschi, 1 maestro di scuola, 1 servo del banco,5 altri domestici e 15 donne).
Sulla scorta di queste indicazioni... si potrebbe quindi stimare che il numero degli ebrei circolanti per le strade e le botteghe rodigine alla fine del Quattrocento, si aggirasse attorno alle 40/50 persone, varie per età e categorie sociali, che facevano capo a quattro nuclei famigliari. Nel corso del Cinquecento la comunità si ingrandirà, tant'è che , all'istituzione del ghetto, si concentrarono nell'area 17 famiglie."

Sa fémo l ipotexi minima - 5 persone - cuanti xeli? ma mi me piaxe l ipotexi max. cuea de l ebreo Zinatan : 33 persone!

Ma sti abrei 'sa faxeveli de mestiere a Rovigo ( come a Badia o Lendinara) ? I faxea i prestatori o i mercanti. A volte tute do le robe asième come i fradèi Matassia, Musetto e Dattilo ke i ghea méso su na società 'in mercacionibus et negociacionibus' con sede a Rovigo.

"I fratelli si occupavano di commercio di vari generi : ... frumento,... pelli conciate per la confezione di calzature, 'lane et pannorum lane.' "
Xe inutile tirarsela tanto col 'latinorum'.. senpre de 'strazaria' se tratava e de 'strazaròli'!

Dentro a la botéga de sti fradèi Matassia ( ke no se capìse coanti ke i jera, ke ghe ne jera anca Ferara e Lendinara) a la fine del 400 se podea càtare de tuto :
"... l'abito nuziale di Donna Marietta Malagugini : una 'veste caramisina afigurata'... (una sopravveste color rosso acceso, probabilmente ricamata); pezze di lana nera e... braccia di panno alto di lana scarlattina... al banco di Rovigo era stato impegnato un 'gabanum de pano rubro a dona', una 'pallanda' di 'monachino',... 'leta de pignolato vergato' e ancora : vesti, mantelli, 'giornee' con le maniche variopinte, foderate di berrettino ( di grigio) o di panno azzurro, 'socche' a volte in buono stato, a volte rotte, fruste, usate. La camera dei pegni del banchiere doveva essere simile ad un bazar."
Vardé ke robe ca se catava naolta te la botéga de l ebreo : caramixine, scarlattine, pallande e gabani, monachini e berrettini, sòke e jornèe....

Tuti caxa-botéga i ebrei:
"I documenti notarili conservà a l arkivio storico i ne permete de capire mejo come ke le jera fate le caxe de i ebrei , cuea de Leucio par ex. 'Eleucii ebrey' in 'contrata Porte S.Bartolomei'
La casa disponeva di un ingresso ampio...di una sala 'superior posita', di finestre ferrate, 'un poçuolo' e 'da uno capo guarda sopra la via publica'.
La bottega viene descritta come un vano che si apriva sulla pubblica via, sia allo scopo di illuminare l'ambiente che a quello di esporre la merce. Il confine fra bottega e pubblica via era definito dal bancone di lavoro, e una tettoia poteva proteggere dal sole o dalle intemperie. La descrizione è relativa alle botteghe artigiane, ma si ritiene che la struttura fosse analoga anche per il banco dei pegni. Contigua al banco si trovava una 'camera terrena', dove forse erano conservati i pegni. La dicitura 'in terra Rodigi, ad Portam S.Bartolomei sembra individuare un'area interna alle mura... La questione può essere di una certa rilevanza, dato che l'area... è quella che un paio di secoli più tardi sarebbe stata destinata al ghetto.
La bottega, fosse essa artigianale, luogo di vendita o banco di prestito, è un luogo significativo :
come molti degli atti utilizzati confermano, era uno dei luoghi dove necessariamente si stabiliva una relazione, dove avveniva un incontro. La bottega, affacciata sulla via dove scorre la vita di una città, è il luogo dove viene impegnato molta parte del tempo, dove i giovani assieme all'apprendistato artigianale compiono anche quello relazionale, dove avvengono contatti e scambi sia tra bottegaio e cliente, sia tra vicini o 'colleghi'."
L è senpre on bel posto na botéga! :D
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Re: El gheto de Rovigo : Bet-ha-chaim

Messaggioda Sixara » lun feb 03, 2014 9:21 am

A Rovigo a ghi n è 2 de cimiteri ebraici : cueo vècio e cueo nòvo
Pa nantri cristiàn el canpo-santo l è la caxa de i defunti, pa lori ( senpre contrari lori) la xe la Beth ha- chaijm , la 'casa dei vivi'.
La dixe la Traniello :

"Come in vita così in morte, i cristiani procurarono che fosse costantemente presente il senso della separazione, attraverso collocazioni esterne alle mura e con limitazioni alle cerimonie funebri."
A.Toaff (Il vino e la carne,pp.53-57) el dixe :

"(...) il terreno assegnato dalle autorità agli ebrei ad uso cimiteriale, la cosiddetta 'sepultura dei zudei', è sempre extra muros, nei sobborghi e nelle campagne ... mentre i cristiani scelgono la loro ultima dimora intra muros, nelle chiese o nei cimiteri ad esse adiacenti,.... La separazione topografica nella morte... mette in risalto la differente condizione degli ebrei, tollerati ... come cittadinanza pro tempore."

A Rovigo el gh è ancora el vecio çimitero ebraico, longo la via ca pasàva par dedrio el vecio convento de San Francesco, intel canton indoe ca se incroxa via Mure Soccorso e via Verdi ( la vecia contrada Prode), propio
par dedrio de la cèxa de la Rotonda. Cuà ghe xe on problema storico : xelo infra o extra muros? Parké on àto nodarile de l 1459 ( so on terén confinante) el lo cita cusì : " intus terram Rodigii ( cioè dentro le mura), a latere S.Iustine, in contrada Prode, iuxta uno capite locum ubi sepeliunt ur- cadavera iudeorum...". Elora se capise ke intel 1459 el ghe jera dezà e ke l jera intra-muros. E sta cuà l è na roba ben stranba, pa l epoca.
Se pòe intendarlo in do modi : o ke l çimitero l è stà costruio intra muros parkè a l epoca jerimo soto el governo de Ferara e la jera na consuetudine de i Estensi de permetarghe a i ebrei sepolture intra muros; o ke te kela zona lì i 'muros' no i ghe jera propio. A ghe jera paludi ( come da la parte de l castèo) e no ghe jera bixonho de tirar su muri pa difendarse.
Onhimodo dèso te po ociarlo solo ke par fòra da le finestrine de via Muresocorso e còsa xe ca te vedi? ben poco ke no i ghe taja mai l erba d istà. D inverno te vedi on poke de lapidi , grixe, storte, xbandonà in mexo ai sterpi.
Par davanti, dal lato de la Rotonda a gh è on bel portale ( moderno) n fèro co la forma de na menoràh e na lapide ca ricorda i deportati ebrei polexani de l oltema guèra. Se pòe vedarlo anca da desora de l canpanile del Longhena: on bel triangolìn verde n mexo ai coèrti de le caxe vècie de Rovigo.

El nòvo çimiterio ebraico l è in via Stacche, propio visin a cueo cristiano. Difisie ndarghe dentro, de pì ke no' cueo vecio! Ma mi ghe so stà na olta : me ricordo on bon odore de erba tajà, de fén, tante lapidi bianco-grixe co i so sinboli; l oltima tonba la dovea èsare de on dentista ungherexe ke l ghea on cognome inpronunciabile, tipo Zsolskij ke a Rovigo i ghe dixea Xoloxi.. pensavo ke inpresion ke dovea farghe al custode e a la so fameja, vedare da le finestre sto paexajo de lapidi in mezo ai albori. Sospensione del tempo.
Elora, ki xe ca vien vixitare el gheto de Rovigo co mi?! Ke no l ghe xe pì.. mejo cueo de Venesia. :)

Na " breve descrizione degli spazi urbani di Rovigo" ( tanto pa' orientarse) :
Elora inte l XV sec. la 'terra di Rovigo' la jera circondà de muri difensivi, indoe ca se verzeva 3 porte : Porta S.Giovanni e Porta S. Bartolomeo da la parte de S.Justina; Porta S.Lorenzo ( dita anca porta Arcuà, parké la diresion la jera cuea verso sud: Arcuà e Ferara) da la parte de S.Stefano. Fòra da le mura a ghe jera i borghi de S.Giovanni a nord , de S.Bortolo a est e de S.Bernardo a sud-ovest. Da la parte de Santostefano a ghe jera anca l hospitale de S.Maria de la Misericordia.
In mezo ghe coréa l Adexeto e so la riva da la parte de l castèo a ghe jera el porto. El fòso intornovia de i muri el jera alimentà da la Pestrina, on antico corso d acua. Da la parte de Santa Justina a ghe jera el palàso Marchionale de i visconti estensi, la cèxa de Santajustina invetse no la ghe xe pì, xe restà solo ke l traciato de le fondamenta so l liston de piàsa Garibaldi. El palàso de i Estensi el jera propio inte l canton fra le do piàse, e lì intorno dovea èsarghe caxe e botéghe e canève, ke 'ncora dèso el vicoleto el se ciama 'Canevone'. La Loja de i Nodàri el dovaria èsare uno de i primi palàsi tirà sù, asieme col palàso Marchionale.
La Loja de i Nodàri l è datà, inte on documento, al 1424. Di fronte a ghe jera el Palàso de l Markexe d Este, ke l se verzéa da la parte de S.Giustina. Inte la piaséta ke ncora dèso la se ciama 'All'Ara' a ghe jera na 'apotheca lanaria infrascripti Mathasie hebrei posita ... in loco ubi dicitur a l'ara del Marchese'. Intornovia de la piàsa ghe jera le caxe de li 'notabili' de Rovigo, mercanti siori e nobili, invese a porta Sanbortolo ghe stava i artijani e i ebrei. Porta Sanbortolo la se ciama cusì parké da lì se va a l convento de S.Bortolo, indoe ca ghe jera le atività artijanali de la laorasion de la pèle e de la lana. ( po i butava tute scoàse inte l Adexeto).
Ma dèso lè mìa fàsie de orientarse par Rovigo : no ghe xe pì Gheto e gnàn l Adexeto.
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Re: El gheto de Rovigo : Askenaziti n Polexine

Messaggioda Sixara » lun feb 03, 2014 10:09 am

El caxo de Badia Polesine l è interesante inte na storia de la prexensa ebraica in Polexine, parké là, a difarensa de Rovigo e Lendinara a ghe jera i todeski.
La dixe la Traniello :
"Il 23 novembre 1433 prese dimora a Badia l'ebreo ser Lazzaro del fu Abramo da Cividale del Friuli."

E 'sa falo ser Lazzaro pena rivà zò dal Friuli: el tole in afito pa 5 àni na caxa, ansi do, e on orto e el se méte subito a fare de i laori de
"ristrutturazione dell'immobile, di sopraelevare l'edificio e di adattare camini e finestre. Oltre al luogo di provenienza, un particolare è rivelatore del fatto che con ser Lazzaro avesse fatto il suo ingresso in Polesine un rappresentante della corrente tedesca : egli curò che non mancasse una 'stuba sica more teotonico'."
In nota la Traniello la dixe ke
"è possibile che l'uso della 'stube', che è l'odierno bagno turco ( secondo Du Cange: Stuba vaporarium hypocaustum) fosse connesso anche agli usi rituali.
A Treviso, dove è attestata una rilevante presenza di Tedeschi ( anche non ebrei) molti di essi erano stufai ( conduttori di stufe, cioè bagni o terme). ... Per altre stufe teutoniche gestite da tedeschi a Vicenza, cfr. E.Demo, "Forestieri e industria laniera a Verona e Vicenza tra XV e XVI secolo : alcune considerazioni ", in Comunità forestiere e 'nationes'."
Insoma indoe ca ghe jera on todesco ghe jera anca na shtube! :D

Migrazioni e spostamenti
El caxo de Badia el ne permete de verificare l incontro fra le do tendense te i spostamenti de i ebrei ke pare i se gà incroxà propio inte l area padano-orientale :

"(...) Intorno al XIII secolo, una corrente migratoria muoveva da Roma verso l'Italia centrale, da dove nel secolo successivo si irradiò nella pianura padana. ... Contemporaneamente ai movimenti italiani, sul finire del XIII sec. e in crescendo nell'epoca successiva, un secondo flusso di ebrei, mosso principalmente dalle persecuzioni... scese dalla Germania. Le aree di provenienza furono quelle della Franconia, Baviera e dall'Austria; particolarmente numerosi furono i prestatori che provenivano da Norimberga.
Attraverso i valichi alpini orientali questi ebrei si insediarono dapprima nelle regioni friulane, poi nella piana veneta. Un ramo della corrente askenazita prese la via della riva orientale dell'Adriatico, all'epoca in gran parte soggetta a Venezia.
I luoghi in cui l'ebraismo askenazita conobbe lo sviluppo maggiore, furono Mestre ( per la sua vicinanza con Venezia) e Treviso. I teutonici, pur disseminati nei vari centri, continuavano ad indirizzarsi verso questi poli: a Treviso - il punto di riferimento principale - aveva sede un tribunale rabbinico; in occasione delle maggiori festività religiose le famiglie vi convergevano per celebrare in comunità i rituali prescritti.
Spesso chi appartiene a questa tradizione è riconoscibile negli atti dall'attributo 'teutonico' o 'todesco', o dall'esplicito 'de Alemania' (...) La componente askenazita portava con sé anche una propria rete di relazioni e forti legami mantenuti con le terre d'origine, una propria cultura e usanze rituali che differivano da quelle italiane. le due correnti migratorie ebbero a incontrarsi proprio nella piana del Po ... le tradizioni culturali e quotidiane degli appartenenti a ciascun gruppo vennero mantenute separate, e non mancarono occasioni di conflittualità fra correligionari ... l'ebraismo ( come tutti i fenomeni religiosi) non fu e non è un monolito compatto."
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Re: El gheto de Rovigo : la Sinagoga

Messaggioda Sixara » mar feb 11, 2014 10:10 am

No ghe xe notizie sol come e dove i primi insediamenti de ebrei a Rovigo " provvedessero alle necessità del culto" e per ciò gnente se sa de la prima sinagoga, però la Traniello la dixe ke :
" Era consuetudine che, in mancanza di edifici destinati ad uso sinagogale, la casa dei più ricchi contenesse uno o più locali destinati alle varie celebrazioni. All'esterno la casa poteva passare del tutto inosservata, perché non era consentito mettere in mostra o abbellire edifici che potevano concorrere con le chiese, tuttavia quelle stanze, senza pretese artistiche o architettoniche non esaurivano la loro funzione nell'ospitare le cerimonie religiose e le preghiere dei fedeli, ma spesso finivano col diventare il fulcro della vita della comunità ebraica."
La sinagoga la ga anca le funzion de : scola, tribunale,parlamento pa la comunità.
De sicuro, almanco a Ferara te on atto del 9 ottobre 1445 rixulta ke on famoxo dotor ebreo, Elia di Sabato da Fermo, el ghea vù el permeso de verzarse na sinagoga caxa-soa e anca on miqwéh, on bagno rituale. Ma no se podea ciamarla sinagoga ma schola o anca oratorium.
" Era dunque previsto che sorgessero questi 'oratori privati', e potrebbe essere questo il caso del Polesine del XV secolo. A Rovigo (...) l'unica traccia di sinagoga si trova verso la fine del secolo ( 1488) nel testamento di Salomone Finzi. Secondo la consuetudine, egli infatti si occupò di destinare pro anima sua una serie di lasciti ... pii per lampade votive, in questo caso, provviste di catenelle d'argento. Una di queste lampade, specifica il testo, brillava già da due anni a Rovigo nella sinagoga, in memoria di un nipote premorto."

Elora a sémo d acordo co la Traniello tel dire ke : " se altre fonti non sveleranno l'esistenza di un edificio sinagogale a Rovigo con una diversa localizzazione" la prima sinagoga la jèra cuea de l ebreo Salomone Finzi, bankiere de provenienza ferarexe ke l ghea caxa-botega-schola a porta SanBortolo.
Po dopo, col pasare de i secoli, i la ga tirà su na sinagoga ca se vedea anca par fòra ke la jèra cuea e a la fine, propio cuàn ke i jèra drio a butarlo zo el gheto i ghe n à costruia anca una nòva, bèla ma i la ga doparà ben poco. La ghe xe ncora ma l è de na fameja ca se la ga conprà co i ga sarà tuto e portà la comunità a Padoa.
Pa la via de portare tuto a Pàdoa i se ga anca perso l arkivio co tuta la documentasion storica de la comunità.
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Re: El gheto de Rovigo : on viajo fotografico e altro

Messaggioda Sixara » mar feb 11, 2014 11:00 am

Un viaggio fotografico alla scoperta del Ghetto di Rovigo
http://www.youtube.com/watch?v=B0whDlNKnoo

l articolo de Roberto Costa sol Gheto de Rovigo
http://www.ventaglio90.it/articolo.php?id=206

S. La Paglia : Il ghetto di Rovigo : un monumento architettonico scomparso
http://www.concordi.it/accademia/pdf/Acta2007-3.pdf
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Re: El gheto de Rovigo : el caldemach de zudei

Messaggioda Sixara » mer feb 12, 2014 8:52 pm

Còsa xelo el caldemach de zudei? :?
Elora ndemo co ordine :
a Lendinara dal 1461 a xe atestà la prexenza de on cimitero ebraico te la contrà de S.Biagio (ASRo, Notarile, Francesco Bonvillani,b 173, reg 1461-1462, 24 gennaio 1461 : atto di livello di un immobile posto dalla parte di S.Biagio, confinante fra l'altro con cemeterium hebreourum).
A partir dal 1471 el cemeterium hebr. el vien ciamà co n " termine del tutto inusuale acheldemach ... che venne utilizzato in più contratti stesi in latino, ma che compare anche in un atto steso in due copie, una delle quali in volgare: el caldemach de zudei. ( ASRo, Notarile, Gabriele Cattaneo, b 313, reg 1471, 6 febbraio 1471 : Lo stesso livello venne rescisso, la parola cemeterium che designava uno dei confini della proprietà in oggetto fu tagliata e corretta sopra il rigo in achaldemach, seguita dalla specificazione hebreorum, ivi, reg. 1498 il cimitero è detto dechardemath sive hortus sepulture hebreorum e (...) acheldemach sive hortus hebreorum pro eorum sepulchris)."

Acheldemach - caldemach .. " per quanto storpiata, la parola sembra dunque aver raggiunto anche il linguaggio parlato; non risulta tuttavia ricorrere come denominazione cimiteriale in alcun altra città italiana."
( La dixe la Traniello ke sta parola cuà no la conpare so i dizionari e glosàri del latin medievale - o mejo, la ghe sarìa anca tel Thesaurus ma senza definizion..)

"La parola acheldemach significa in aramaico 'campo di sangue' e si trova negli scritti biblici cristiani, dove viene utilizzata per indicare il campo del vasaio acquistato dal Sinedrio con i trenta denari che Giuda aveva gettato ai loro piedi prima di impiccarsi e che non entrarono a far parte del tesoro del Tempio di Gerusalemme proprio perché contaminati dal sangue."
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Re: El gheto de Rovigo

Messaggioda Berto » mer feb 12, 2014 9:19 pm

S. La Paglia : Il ghetto di Rovigo : un monumento architettonico scomparso
http://www.concordi.it/accademia/pdf/Acta2007-3.pdf

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