El gheto de Rovigo
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Roba ke ghevo scrito sol Gheto de Rovigo, tenpo fa:
Un luoco separato
La segregazione degli ebrei a Rovigo. Un luogo separato in 'forma di ghetto'. S.Zaggia
L autor de sto sajo so la istitusion de l gheto de Rovigo el fa na premésa :
"(...) va subito avvertito che l'istituzione del ghetto non è che uno dei momenti salienti, certamente capitale, della storia della presenza ebraica a Rovigo, della quale tuttavia, manca ancora una ricostruzione complessiva e uno scavo sistematico delle fonti. Chiunque si accinga a scrivere su questo argomento, pertanto non può non tener conto della lacunosità e della unilateralità delle fonti documentarie".
Par unilateralità de la documentasion l autor l intende ke i àti a dispoxision i è tuti publici e " quindi di parte cristiana". So la lacunosità a gh è da dire ke on arkivio de la comunità ebraica de Rovigo " è sicuramente esistito ma al momento risulta perduto".
Eco, mi me lo sogno anca de note kel arkivio lì , ke a scumitsio de l 900 se podea consultarlo e po dopo, no se sa come, co i gà portà la comunità da Ruigo a Pàdoa i se lo ga perso pa la strada. PERDUTO. On arkivio intiero, zà inventarià, pièn de documenti presioxisimi so la storia de la comunità.. i se lo ga perso.
"Il 4 novembre 1612 il Consiglio Cittadino decideva di chiedere l'autorizzazione alla Signoria per poter 'ridurre' gli ebrei in un 'luoco separato'. Non sappiamo quali fossero le motivazioni alla base di questa decisione.. E ' stato ... notato come l'intenzione di segregare gli ebrei maturi nel clima di rigido zelo religioso introdotto dalla Controriforma... non vanno però esclusi atteggiamenti d'intolleranza scaturiti da contrasti di ordine economico : il decreto del Consiglio ... giungeva al termine di un conflitto fra la città e i prestatori ebrei... in vista della riorganizzazione del Monte di Pietà. Ad aggravare la situazione fu forse l'immigrazione di nuove famiglie di ebrei, provenienti dai territori limitrofi sotto lo Stato della Chiesa.La storiografia ha spesso oscillato, indicando la data di istituzione della clausura, tra il 1617 e il 1627, riferendosi ora alla data del documento istitutivo 'amministrativo'... ora alla data ... della realizzazione dell'insediamento chiuso nel 1627.
Il 10 maggio 1627 ... i Presidenti al ghetto alla presenza dei rappresentanti dell'Università ebraica, fecero rogare un atto con il quale intendevano avviare la realizzazione del 'ghetto formale'. La 'scritura' con la ratifica del Podestà Marino Zane, assunse validità di decreto ed entro due mesi dalla data di protocollo, tutte le famiglie dovevano essere entrate nel ghetto.
La comunità ebraica si vide pertanto definitivamente assegnata l'area confinante la chiesa e il convento di S.Antonio Abate, comprendente case e terreni di proprietà delle famiglie Cezza, Redetti, Montecchi, oltre che le abitazioni dei banchieri."
Ke i bankieri ebrei, ma anca i mercanti zà i ghe stava inte kea zona lì o i ghea la botéga, ke el portego de la via Cavour lì visin, ncora dèso i lo ciama 'el portego de i ebrei'.
"Il decreto... costituiva un vero e proprio 'piano' di adeguamento edilizio: alla perentoria indicazione dei confini e degli immobili segue un puntiglioso elenco dei lavori da eseguire."
( tuto a spexe de la comunità ebraica, naturalmente!)
"Si precisava così che tutti gli spazi non edificati dell'area fossero separati dall'esterno con un muro alto nove piedi; che tutte le finestre degli immobili prospettanti fuori dal recinto fossero chiuse da grate in ferro; particolare attenzione era dedicata alla zona confinante con il convento delle Zitelle : si doveva costruire un alto muro con 'barbacani' e in perpetuo fu interdetta la piantagione di alberi di alto fusto. Al recinto furono assegnati 4 accessi ( aperti e chiusi ad ore prestabilite dai due custodi, uno cristiano e uno ebreo) : tre porte, tutte sul lato della contrada di San Bartolomeo, più precisamente che guardino sopra la 'piazzetta' , tra le quali una doveva essere realizzata ' con quegli abbellimenti di marmo che gli sarà prescritto' nella casa dei banchieri; la quarta apertura era un portone destinato al transito dei carri, ubicato dalla parte del 'terraglio', prospiciente le mura. (...) al centro del quartiere era prevista la realizzazione di una piazzetta , servita da un pozzo.
Non un luogo qualsiasi dunque, né un pezzo di città ritagliata dal tessuto circostante : il ghetto doveva essere uno spazio organizzato, secondo lo schema che sembra riferirsi all'originaria articolazione spaziale del ghetto veneziano, la 'corte di case', come definito nel 1516.
L'erezione del ghetto si concluse entro i mesi successivi : l'11 giugno i Provveditori dell'Università degli Ebrei si accordarono con Giacomo Gardesani per la fattura del portale in marmo da collocare nell'ingresso dell'abitazione dei banchieri, e di una lapide che doveva, come imposto dalle autorità cittadine, suggellare il compimento dell'opera."
Ma parké i ghea méso cusì tanto ( scuaxi diexe àni) a sararli tuti dentro tel recinto?
"A Rovigo... come a Verona, come a Padova, le lentezze e le resistenze all'attuazione del ghetto, provenivano dal governo locale, il che non stupisce se si pensa come la sua realizzazione, fosse un'operazione complessa, non solo sul piano logistico ma anche per ciò che atteneva i rapporti fra le componenti sociali. (...) Il governo locale era certamente conscio che, la presenza degli ebrei a Rovigo era ormai un fatto acquisito e che le loro attività erano intrecciate irrevocabilmente al complesso degli scambi cittadini."
I jèra deventà inportanti i ebrei a Rovigo, parte de la comunità , no se voéa pistarghe i piè a nisùn. Ma Venèsia l à dito : Gheto e gheto sia.