Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » sab feb 16, 2019 8:20 pm

Vittorio Feltri: «Gli ebrei rompono i cogl**ni da decenni con la Shoah. Ma basta!»
di Enzo Boldi | 15/02/2019

https://www.giornalettismo.com/archives ... choc-shoah

Un conto è la provocazione, un altro è il saper tenere a freno la lingua e non cadere in atteggiamenti sbagliati, verbalmente violenti e, oltretutto, irriguardosi nei confronti di una delle pagine più nere della storia dell’uomo. Eppure, ormai, ogni volta che Vittorio Feltri apre bocca – o scrive sul proprio giornale – il rischio di una catastrofe sembra non esser più neanche quotato ai botteghini. L’ultima frase choc? Quella sugli ebrei e l’Olocausto.

«Bevetelo sto champagne – ha detto Vittorio Feltri a La Zanzara, su Radio24, rispondendo a un’osservazione di David Parenzo sulle sue abitudini -, così sareste un po’ più allegri e non mi rompereste i coglioni con la Shoah. E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più». Frase incommentabile, ma ormai sembra non esser più una novità e quasi non fa più notizia.


Vittorio Feltri e la frase choc sugli ebrei e la Shoah

Poteva concludersi qui la serata telefonica di Vittorio Feltri? Ovviamente la risposta è un categorico no, con la polemica che si sposta sul Sud e le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: «Al Sud c’è una pigrizia organizzativa, non di tipo intellettuale. L’organizzazione ce l’ha solo la ndrangheta che è molto ben organizzata. Ed è il motivo per cui lo Stato non riesce a sconfiggerla – sostiene il direttore di Libero, come riporta Dagospia -. La ‘ndrangheta è meglio organizzata dello Stato italiano, non c’è dubbio, tant’è vero che lo Stato non riesce a sconfiggerla. Non ne faccio un problema morale o etico. So che la ‘ndrangheta funziona benissimo. Se lo Stato fosse organizzato come la ‘ndrangheta, sconfiggerebbe la ‘ndrangheta».


La polemica anche con i tatuati

Dopo aver parlato di Berlusconi, ci si è collegati anche al tema sport con il Cavaliere che non vuole avere nel suo Monza Calcio giocatori tatuati. E anche su questo tema Vittorio Feltri ha detto la sua, con i suoi modi: «Anche a me fanno schifo, ha ragione Berlusconi. Non mi farei mai un tatuaggio, non mi è neanche passato per la mente. C’è gente che si tatua addirittura la faccia, ne vedo tantissimi, c’è addirittura un giocatore dell’Inter, credo Nainggolan, che è un tatuaggio dalla testa ai piedi. Quella è una cosa che mi fa impressione, però sono affari suoi, non me ne frega niente. Sarebbero da curare, credo che abbiano dei problemi psichici o almeno psicologici».




Alberto Pento
Su varie questioni Feltri è condivisibile ma su questa proprio no, anche perché l'antisemitismo demenziale non è scomparso e ha ripreso vigore. Feltri vergognati!
Non capisco perché Feltri non se la prenda anche con i cristiani che da 2000 anni celebrano ogni domenica la morte dell'ebreo Gesù Cristo ucciso dai romani; almeno gli ebrei ricordano la Shoà una volta all'anno soltanto e non riguarda un ebreo solo ma milioni e milioni.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » ven mar 01, 2019 8:44 am

Sette anni fa si spegneva una stella. Vi riportiamo il pensiero del cantautore Lucio Dalla su Israele.
I marzo 2019

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 9702857081

"Israele è un Paese pieno di sogni,di amore, di desiderio di pace. Dopo l'incredibile persecuzione nazista esso ha trovato la forza di costruire e di vivere pienamente l'arte, la scienza, la medicina, l'agricoltura e purtroppo ha dovuto farlo sempre in condizioni di guerra. È tempo di smetterla di aggredirlo con bugie e mistificazioni che ce ne danno un'immagine completamente diversa dalla realtà. Israele, io sono con te dalla parte della verità della storia e della vita".
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » lun mar 18, 2019 7:34 pm

???


Berlino contro l’antisemitismo. Ecco il piano per lo “sviluppo della prevenzione”
di Daniel Mosseri
2019/03/17

https://www.ilfoglio.it/societa/2019/03 ... one-243280

Berlino. L’iniziativa è partita da due deputate berlinesi, la socialdemocratica Susanne Kitschun e la cristiano-democratica Cornelia Seibeld. L’idea è piaciuta a tutta la Abgeordnetenhaus, l’assemblea dei deputati della capitale, che con voto unanime ha incaricato il Senat (la giunta) di dare forma e sostanza al progetto. È nato così, sotto la guida del senatore alla Giustizia Dirk Behrendt, il Piano statale per l’ulteriore sviluppo della prevenzione dell’antisemitismo. “Ulteriore” perché le autorità berlinesi ci tengono a fare sapere al mondo che questa non è la prima delle loro azioni per combattere l’odio antiebraico. Basti ricordare che lo scorso settembre lo stesso Land-capitale ha designato il procuratore generale Claudia Vanoni quale commissario contro l’antisemitismo presso la procura di Berlino. Gesti e decisioni che la giunta rosso-rosso-verde del borgomastro Michael Müller non ha preso per vantare patenti di democraticità e progressismo ma per combattere la Judenhass: gli atti di ostilità antiebraica in Germania sono in netta crescita.

Rispondendo a un’interrogazione parlamentare, a metà febbraio il governo federale ha affermato che i reati a sfondo antisemita sono stati 1.646 nel 2018 in Germania contro i 1.504 del 2017. Poi ci sono gli atti di ostilità antiebraica: fra quelli denunciati alle autorità e quelli non riportati, la Recherche- und Infor ma tion sstelle An ti semitismus Berlin (Rias) ne ha contati 527 solo a Berlino nella prima metà del 2018. È qua che interviene il “piano ulteriore”, come ha spiegato Behrendt: “Il programma definisce obiettivi e misure per la prevenzione dell’antisemitismo nei settori ‘Istruzione e gioventù’, ‘Giustizia e sicurezza interna’, ‘Vita ebraica nella cultura urbana di Berlino’, ‘Scienza e ricerca’ e ‘Antidiscriminazione, protezione e prevenzione delle vittime’”. Tutti quei settori, cioè, di competenza statale e non federale dove la Judenhass si è manifestata.

Un approccio che piace molto a Sigmount Könisberg, commissario all’antisemitismo della comunità ebraica della capitale. “Mi piace soprattutto il cambio di paradigma: non si condanna ex post, ma si mette in piedi un piano d’azione là dove si educano le nuove generazioni”, dice al Foglio. Secondo i piani del ministro Behrendt, tutti gli studenti berlinesi avranno l’opportunità di informarsi sugli sviluppi storici e sull’attualità dell’antisemitismo anche nei luoghi di apprendimento extrascolastico. “D’altronde a scuola non si può solo imparare l’abc o a fare i calcoli: bisogna trasmettere anche i valori”, riprende Könisberg.

La sua osservazione non è per nulla scontata se si considera che nella Germania responsabile dello sterminio di sei milioni di ebrei “quattro studenti su dieci non sanno nulla di Auschwitz”, come denunciato al Tagesspiegiel da Sawsan Chebli la sottosegretaria di stato della giunta berlinese. Chebli, figlia di due profughi palestinesi accolti in Germania, ha anche ribadito che a Berlino l’antisemitismo non può essere di casa e che sta anche ai musulmani combattere per questa causa. Oltre all’approccio pragmatico, Köngisberg apprezza molto lo spirito trasversale con cui è nata l’iniziativa, votata da tutti i partiti democratici dell’Abgeordnetenhaus “e da AfD”.

E immagina già che il piano berlinese possa fare da apripista per un’azione analoga sul piano federale: “Non è la Bibbia, e non potrà fare miracoli contro l’antisemitismo. Ma potremo applicarlo e cambiarlo se e dove necessario”, conclude, confermando il suo appoggio. Entusiasta si dice anche Yehuda Teichtal, rabbino della comunità ebraica berlinese e leader della locale comunità Chabad. “Plaudo al Senato e al borgomastro Michael Müller, col quale mi sono incontrato due volte negli ultimi mesi”, dice al Foglio. Per Teichtal “essere il primo Land a sviluppare un piano del genere fa onore a Berlino”. Le buone intenzioni da sole però non bastano e il rabbino chiede la decisa applicazione del piano d’azione a cominciare dalla tolleranza zero contro ogni atto di antisemitismo. “Solo così si potrà garantire la vita ebraica: dobbiamo poter avere piena fiducia nel governo e nelle istituzioni”.



Pento Alberto
E contro l'antisionismo, gli ebrei di Israele e Israele?
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » dom apr 21, 2019 3:09 am

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Messaggioda Berto » dom apr 21, 2019 3:10 am

Israele
Munzur Uzun

https://www.facebook.com/10001191592740 ... 4930296033

Quanto è probabile che un solo uomo Abramo che non ha comandato alcun impero, che non abbia ordinato alcun esercito, non abbia compiuto alcun miracolo, non abbia consegnato alcuna profezia, dovrebbe oggi essere senza dubbio l'uomo più influente che sia mai vissuto?
Chi è affermato come antenato spirituale da 2,4 miliardi di cristiani, 1,6 miliardi di musulmani e tutti gli ebrei? Come è probabile che questo piccolo popolo, il popolo ebraico, che conta meno dell'1% della popolazione mondiale, sia sopravvissuto ai più grandi imperi del mondo, gli egiziani, gli assiri, i babilonesi, i greci, i romani, i maomettani, ogni impero che mai alzato in piedi per distruggerci sono stati consegnati alla storia?
Eppure rimaniamo in piedi e cantiamo Am Yisrael Chai! È probabile che dopo 2.000 anni di esilio la nostra gente sia tornata nella nostra terra e che essendosi fermato a guardare i bulbi oculari ad Auschwitz solo 3 anni prima con gli occhi del bulbo oculare con l'Angelo della Morte nel 1948, nonostante il peggior crimine dell'uomo contro l'uomo Lo Amud kiechya, non morirò ma vivrò ancora !.
Israele è la più grande affermazione collettiva della vita nell'intera storia ebraica.
L'ebraismo è la sconfitta della probabilità dal potere della possibilità, e non dove vedrai il potere della possibilità più che nello stato di Israele oggi.
Israele ha preso una terra sterile e l'ha fatta fiorire di nuovo.
Israele ha preso un'antica lingua, la lingua della Bibbia e l'ha fatta parlare di nuovo.
Israele ha preso la più antica fede dell'Occidente e l'ha resa di nuovo giovane.
Israele ha preso una nazione in frantumi e l'ha fatta rivivere.
Non riposiamoci finché la luce di Israele non brilla in tutto il mondo, il grande simbolo del mondo di Vita e Speranza.
Amen.
---- parafrasato dal rabbino Lord Jonathan Sacks

How probable is it that one man Abraham who commanded no empire, ordered no army, performed no miracle, delivered no prophecy should today be without doubt the most influential man who ever lived? Who is claimed as the spiritual ancestor by 2.4 billion Christians,1.6 billion Muslims and all Jews? How probable is it that this tiny people, the Jewish people, numbering less than 1 fifth of 1% of the world's population should have outlived the world's greatest empires the Egyptians, the Assyrians, the Babylonians, the Greeks, the Romans, every empire that ever stood up to destroy us they have been consigned to history? And still we stand and sing Am Yisrael Chai! How probable is it that after 2,000 years of exile our people should have come back to our land and there having stood eyeball to eyeball in Auschwitz merely 3 years earlier eyeball to eyeball with the Angel of Death in 1948 said, despite the worst crime of man against man Lo Amud kiechya, I will not die but I will yet live!.
Israel is the greatest collective affirmation of Life in the whole of Jewish history.
Judaism is the defeat of probability by the power of possibility, and no where will you see the power of possibility more than in the state of Israel today.
Israel has taken a barren land and made it bloom again.
Israel has taken an ancient language, the language of the Bible and made it speak again.
Israel has taken the West's oldest faith and made it young again.
Israel has taken a shattered nation and made it live again.
Let us not rest until Israel's light shines throughout the world, the world's great symbol of Life and Hope.
Amen.
----paraphrased from Rabbi Lord Jonathan Sacks
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » dom apr 21, 2019 3:10 am

Un veneto del Brasile

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 9031274174

Bolsonaro a Tel Aviv “Anì ohev Israele”, “Io amo Israele”
31 marzo 2019

http://www.italiaisraeletoday.it/bolson ... l9tuTeoGJ8

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha iniziato una visita di 4 giorni in Israele, durante la quale firmerà diversi accordi di cooperazione. Al suo arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dov’era ad attenderlo il premier Benyamin Netanyahu, Bolsonaro ha esordito con alcune parole in ebraico: “Anì ohev Israele”, ossia ‘Io amo Israele’.

Lo scorso dicembre Netanyahu si era recato in Brasile per partecipare al suo insediamento nella carica di presidente.
Bolsonaro restituisce la visita nell’imminenza delle politiche in cui Netanyahu cerca di ottenere una rielezione. “Facciamo la Storia assieme”, ha detto Netanyahu. “Lei è venuto qua per portare i rapporti bilaterali a nuovi record”. “Nei prossimi giorni firmeremo molti accordi. Visiteremo anche il Muro del Pianto a Gerusalemme, la nostra eterna capitale”.
Bolsonaro ha anche in programma una visita al Museo dell’Olocausto Yad Vashem e incontri con esponenti del high tech e con la comunità di ebrei originari del Brasile.


Jair Bolsonaro di origine veneta
https://it.wikipedia.org/wiki/Jair_Bolsonaro
Jair Bolsonaro è nato a Glicério, San Paolo, da Perci Geraldo Bolsonaro e Olinda Bonturi, entrambi di origine italiana. La famiglia di suo nonno paterno viene dal Veneto, più precisamente del comune di Anguillara Veneta, in provincia di Padova. Il bisnonno, Vittorio Bolzonaro (il cognome era originariamente scritto con una Z), nacque il 12 aprile 1878. I genitori di Vittorio emigrarono in Brasile quando aveva dieci anni, insieme alla sorella Giovanna e al fratellino Tranquillo. Da parte di padre, Bolsonaro ha anche origini tedesche e calabresi: il bisnonno Carl "Carlos" Hintze nacque ad Amburgo intorno al 1876 e immigrò in Brasile nel 1883, mentre Luzia Caliò era di origine calabrese. Guido Bonturi e Argentina Pardini, nonni materni di Jair Bolsonaro, erano toscani di Lucca, e immigrarono in Brasile negli anni novanta del XIX secolo.

Bolxon/Bolzon, Bolsonaro/Bolzonaro, Bolzoni, Bolzonella
viewtopic.php?f=41&t=2707
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » dom apr 21, 2019 3:11 am

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/04/2019, a pag.14 con il titolo "L'altro Netanyahu, Iddo 'vi racconto Israele nella vita dei miei fratelli il premier e il soldato"
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=74382

Opportune le domande di Aldo Cazzullo, hanno permesso a Iddo Netanyahu di rispondere pienamente sui temi più attuali che coinvolgono Israele. Una intervista che insegna come andrebbero fatte, libere da pregiudizi. Complimenti a Aldo Cazzullo!

Iddo, Yoni, Bibi da ragazzi

Iddo Netanyahu non è soltanto il fratello di Benjamin detto Bibi, un premier che ha vinto cinque elezioni, e di Jonathan detto Yoni, caduto alla testa del commando che liberò oltre cento ostaggi a Entebbe. E uno scrittore tradotto nel mondo, autore di commedie messe in scena a Mosca e a New York. Ed è una voce da ascoltare perché denuncia «un certo conformismo»: in Israele l'egemonia politica è della destra, ma nella percezione europea l'egemonia culturale è ancora della sinistra; e questo non aiuta a capire cosa accade. Netanyahu, com'era la vostra famiglia?
«Papà era uno storico. Ha studiato l'Inquisizione spagnola».

Le radici dell'antisemitismo.
«L'antisemitismo è molto più antico. Precede l'impero romano, è attestato nell'età ellenistica. Poi passò in Occidente e da qui in una parte dell'Islam. Non è certo finito con la sconfitta del nazismo. E un virus che ha contagiato ogni nazione, financo l'Australia». Perché?
«I motivi sono molti. Non è solo un fatto religioso: il nazismo era anticristiano. Purtroppo è esistito anche un antisemitismo cristiano, basato su una rilettura anti-giudaica dell'antico Testamento».

Non è un fenomeno sconfitto?
«Certo che no. Anzi, in tempi di crisi l'antisemitismo si fa più virulento. Si riaffaccia in Germania. In Francia, da cui molti ebrei se ne sono andati. Si manifesta anche a sinistra, ad esempio nel Labour di Corbyn».

Putin però coltiva buoni rapporti con Israele.
«Putin ha un atteggiamento amichevole. Non è certo antisemita. Ma proprio la Russia è esemplare di come l'antisemitismo possa mettere radici. Un tempo non esisteva. È sorto con l'idea degli ebrei che accumulano ricchezza e influenza finanziaria, editoriale, politica. È culminato in pogrom terribili. Ma oggi c'è Israele. Noi ebrei possiamo essere odiati; non sterminati».

Israele è ancora in pericolo?
«Certo. L'Iran vuole l'atomica per distruggerci. Ma anche i palestinesi non hanno mai rinunciato alla distruzione di Israele. E questo che i leader laburisti non avevano capito».

Per questo la sinistra in Israele e crollata?
«E crollata a causa degli arabi. Quando ci furono gli accordi di Oslo tra Rabin e Arafat, nel 1993, la maggioranza degli israeliani li approvava. Ma dall'altra parte non c'era un'autentica volontà di pace. Barak arrivò a offrire praticamente tutta la West Bank (Cisgiordania, nda) e Gerusalemme Est. La risposta furono violenze, bombe, attentati suicidi. Poi Sharon si ritirò da Gaza. E Gaza è diventata una base per attaccarci».

Tra Rabin e Sharon c'è il primo governo di Benjamin Netanyahu, dal 1996 a 1999. Suo fratello ha cercato davvero la pace?
«Certo che sì. Ma ha capito che non era possibile. E con lui l'ha capito il popolo. Gli intellettuali, no».

Abraham Yehoshua sostiene di non credere più alla soluzione «due popoli due Stati», ma a un unico Stato in cui ebrei e arabi convivano. È possibile?
«No. Tra vent'anni, forse. Oggi no. La gente non lo accetterebbe. Né la nostra, né la loro. Siamo radicalmente differenti. Israele è una jewish nation, una nazione ebraica».

Ma esistono gli arabi israeliani.
«Certo. Però sono minoranza. Dove gli ebrei sono maggioranza, garantiscono la sicurezza degli arabi. Ma nella West Bank ci sono luoghi dove gli arabi sono la netta maggioranza. Là oggi gli ebrei sopravvivono solo grazie alla protezione dell'esercito. Altrimenti sarebbero aggrediti».

Perché Israele non si ritira da quei territori?
«Sarebbe un suicidio. Finirebbe come a Gaza. Ci consegneremmo ai terroristi. Ma non dimentichi che i palestinesi hanno un'ampia autonomia. Un parlamento, una polizia, una scuola».

L'Iran è un pericolo?
«Certo che lo è. II khomeinismo è orribilmente antisemita. E vuole la Bomba. E una guerra che non possiamo permetterci di perdere».

Come combatterla? Anche bombardando gli impianti iraniani?
«Sono il fratello del primo ministro. Non ne abbiamo mai parlato, e in ogni caso non le risponderei».

Lo storico Benny Morris sostiene che Bibi cadrà entro un anno per via dei processi.
«Non lo so. Non si sa neppure se ci saranno i processi. So dirle questo: sono accuse ridicole».

Sono accuse imbarazzanti. I regali..
«i regali è una storia ormai caduta. La questione verte su presunte pressioni di mio fratello per avere una stampa favorevole; quando tutti sanno che la stampa israeliana è in prevalenza di orientamento liberal, e quindi molto critica con lui».

L'accusa è anche di aver favorito una società di telecomunicazioni che possiede un sito di notizie.
«Il sito Walla!, notoriamente anti-Likud. E un caso unico nella storia della giurisprudenza, frutto di una straordinaria creatività giuridica. Gli avvocati stranieri che se ne sono occupati non si raccapezzavano. Qual è il politico che non interagisce con la stampa? Se venisse usato lo stesso criterio negli altri Paesi, ci sarebbero retate di politici e primi ministri».

Lei ha scritto due libri su Entebbe. Come ricorda Yoni Netanyahu?
«Nostro padre si era trasferito in America, e noi l'avevamo seguito. Tutti e tre decidemmo di toenare in Israele per fare il servizio militare, tutti nella stessa unità speciale».

Ma a Entebbe c'era solo Yoni.
«Sono le nostre regole. Mai due fratelli in una missione ad alto rischio».
Ottomila chilometri di volo radente per sfuggire ai radar, un'operazione tuttora studiata dall'intelligence di tutto il mondo.
«La difficoltà è che in guerra, appena entri in una stanza, spari. Se devi liberare più di cento ostaggi, prima devi guardare, e solo dopo sparare. Questo dà al nemico un enorme vantaggio. Mio fratello disse ai suoi uomini: "Ricordatevi che voi siete soldati migliori di loro", dei terroristi arabi e tedeschi, degli ugandesi che li proteggevano. E i suoi uomini si sono dimostrati migliori»
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » gio apr 25, 2019 9:48 pm

SENZA AMBIGUITA'
Niram Ferretti
25 aprile 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Non si era mai sentito in modo così netto e chiaro quello che ha detto ieri il ministro dell'Interno Matteo Salvini, durante la conferenza stampa al Viminale. No, non si era mai sentito un ministro della Repubblica italiana prendere posizione contro i vari gruppi di estremisti filopalestinesi che travestiti da eredi dei partigiani fischiano e insultano chi sfila con le insegne della Brigata ebraica. Loro, gli eredi di Amin al Husseini, il Mufti di Gerusalemme che auspicava la soluzione finale per gli ebrei presenti in Palestina e a questo prò si attivava con Berlino nell'attesa che Rommel vincesse in Nord Africa. Le camere a gas mobili erano già pronte ad Atene.

Queste, testuali, le parole di Salvini in risposta alla domanda di una giornalista:

"L'unico auspicio che possa fare è che non ci siano i soliti squallidi, ipocriti, vigliacchi attacchi da parte di sedicenti eredi dei partigiani alle brigate ebraiche che sfileranno nelle piazze italiane. Scene tristi a cui abbiamo assistito a Milano, Roma e in altre città italiane. Spero che vengano rispettati tutti coloro che sfileranno domani, perchè con i partigiani rossi c'erano anche i partigiani bianchi, c'erano i partigiani verdi, c'erano i partigiani di ogni credo, cultura sociale e famigliare. Non è una esclusiva del colore rosso. È un patrimonio di tutti e spero che domani non ci siano fischi a chi sfila con la bandiera di Israele perché penso che sia totalmente legittimato a farlo".

Si tratta dell'uomo che secondo l'ammiraglia Repubblica e il suo guru Roberto Saviano, dovrebbe essere un pericolo per la democrazia perchè indossa ogni tanto giubbotti delle forze dell'ordine e a una fiera dei NOCS (Nucleo Centrale Operativo della Sicurezza), ispeziona un mitra.


Alberto Pento
Salvini ha sicuramente tanti ma tanti difetti ma veramente tanti, però di sicuro sta dalla parte di Israele e dei suoi ebrei semplicemente perché in fondo è un uomo inteligente, umanissimo e civile e sa riconoscere la brava e buona gente, gli uomini di valore che portano bene e non male ovunque essi siano e stiano. Salvini come me ama gli ebrei in Italia, in Europa e in Israele anche quelli che sparlano di lui e che lo vorrebbero morto come i tanti ebrei sinistri che odiano anche Israele e i suoi ebrei.



SCENARI RINNOVATI
Niram Ferretti
25 aprile 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Io che non ho votato Matteo Salvini alle ultime elezioni, non posso fare altro che consolidare la mia simpatia nei suoi confronti, soprattutto a fronte della pietosa grossolanità che anima gli attacchi contro di lui da parte di chi, soprattutto a sinistra, ma non solo, lo accusa di essere prossimo alla marcia su Roma, al colpo di Stato.

Roberto Saviano dovrebbe essere ringraziato ogni giorno dal ministro dell'Interno. Tutte le volte che apre bocca o scrive le sue frasi deliranti, non fa che aumentare il consenso nei suoi confronti.

Belli (si fa per dire), il vostro oleato meccanismo, la teleologia del Progresso incarnata dalla UE e dall'immigrazione senza se e senza ma, si è un tantino inceppata. Pensavate che le inesistenti leggi della storia fossero con voi, e che alla guida del cocchio potevate portare l'umanità verso la vostra Citera, l'isola felice dove troneggia la Chiesa del Santo Migrante e dell'Islam religione della Pace, dove chiunque osi dire che è esistita una civiltà superiore ad un'altra e che ci sono differenze culturali e valoriali tra gli esseri umani e che alcune sono superiori altre inferiori, è un razzista o un fascista. L'isola dove chi ha ancora l'idea di Stato come nazione forte coagulata intorno a valori aggreganti, come gli USA e Israele, è ormai fuori dalla storia, salvo poi simpatizzare e fare affari con chi nutre da 1400 anni l'idea che ogni uomo dovrebbe essere sottomesso a un'unica comunità che fonde insieme Stato e religione e le cui norme sono volute da un ente superiore.

Ma non tutti si lasciano portare lì dove volevate portarli. Salvini è ruspante ma schietto, e non sarà Metternich ma non è nemmeno lo yes man dello Zeitgeist. È odiato perchè si oppone a questo falso Spirito che alcuni paracliti d'occasione ritengono di incarnare.

La stessa cosa è accaduta e accade al grande babau della sinistra, Donald Trump. Nessun presidente americano è stato più odiato ed è più odiato da chi pensava che i giochi fossero già fatti dopo otto anni di finto messianesimo obamiano. Obama, l'impostore con la perfetta piega dei pantaloni che voleva regalare l'atomica all'Iran e passare lo scettro alla bulimica del potere e bugiarda compulsiva Hillary Clinton.

I Trump, i Salvini, i Netanyahu (altro demone) vi rovinano la partita, vi mostrano che no, les jeux ne sont pas faits, (attenzione a Marine Le Pen, peggio di Lilith...).

Bene ha fatto Matteo Salvini a dire che il 25 aprile non è in appalto solo a una narrazione che dal dopoguerra ha voluto e vuole essere quella egemone. Bene ha fatto a dire che le insegne della Brigata ebraica e la bandiera di Israele, unica democrazia mediorientale, hanno piena legittimità di sfilare nei cortei.

Per rinnovare bisogna rompere schemi consolidati, dire la verità. Come ha fatto fino ad ora magnificamente Donald Trump in Medio Oriente (altro che "cialtrone in chief", povero Ferrara...).

I vecchi potentati non ci stanno, e hanno ragione. Avvertono il pericolo e diventano aggressivi e isterici. Una ragione in più per andare avanti con determinazione.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » lun giu 03, 2019 5:07 pm

La Lega contro il Gay Pride di Torino “Chi ospita eventi contro Israele non avrà il patrocinio della Regione”
3 giugno 2019
Diego Longhin

http://www.italiaisraeletoday.it/la-leg ... tHphtp-pWA

La prima bordata contro il Gay Pride di Torino arriva dal leader della Lega, Fabrizio Ricca, probabile futuro presidente del Consiglio regionale. « Se ospitate eventi contro lo Stato di Israele non avrete più il patrocinio della Regione», dice Ricca. Il tutto alla vigilia della conferenza stampa di presentazione del corteo, domani alle 12 nella sede della Regione in piazza Castello. Evento a cui è stato invitato anche il futuro presidente Alberto Cirio, ma non ha dato conferma.

Ricca dà un avviso ai naviganti rispetto ad un tema, l’antisionismo, caro al capogruppo del Carroccio in Sala Rossa. Il 14 giugno, alla vigilia della manifestazione che sarà sabato 15 giugno, « il Coordinamento ha organizzato un incontro alla Tesoriera in collaborazione con il Progetto Palestina, un gruppo – secondo Ricca – che non perde mai occasioni di predicare antisionismo e inimicizia nei confronti di Israele » .

Il presidente del Consiglio in pectore sottolinea che « per noi, lo diciamo da subito, questa condotta è inaccettabile. Non è possibile chiedere il sostengo delle istituzioni e seminare discriminazione contro uno Stato amico del nostro Paese, aggredito dal terrorismo e i cui cittadini sono stati vittime di attacchi razzisti».

Non è la prima volta che Ricca polemizza su alcune iniziative organizzate su Israele in chiave antisionista. «Speriamo che il Pride prenda le distanze da certe posizioni e chieda scusa – sottolinea – come si fa a parlare di diritti organizzando incontri con chi boicotta uno dei pochi Paesi del Medio Oriente dove regnano democrazia e rispetto per tutti? Non è previsto contraddittorio e si parla di apartheid. Questi appuntamenti non avranno più il patrocini».

Il titolo dell’incontro è ” Voci dal movimento Lgbtq+ in Palestina: vivere e lottare tra eterosessismo, apartheid e pinkwashing” e si prevede un incontro con le attiviste del collettivo femminista queer palestinese Aswat. Il Pride smentisce che si tratti di un appuntamento antisionista: « Il Pride è l’occasione per presentare diversi punti di vista e, soprattutto, testimonianze dirette, come in questo caso. Ed è soprattutto un modo per accendere il dibattito in un senso o nell’altro, senza censure o preconcetti».


Gino Quarelo
Sarebbe il caso che anche Zaia e i vari sindaci leghisti del Veneto prendessero posizione in tal senso contro tutti gli antisemiti e gli antisionisti/antisraeliani specialmente quelli filo nazi maomettani.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » ven giu 21, 2019 2:29 am

La sagra degli antisemiti
Andrea Marcenaro
2019/06/20

https://www.ilfoglio.it/andrea-s-versio ... seDicK8nmw

Qualche dato. A leggere il recente rapporto del Pew Research Center, uno degli istituti di ricerca più autorevoli del mondo, si impara questo: lasciamo stare musulmani, indù, animisti eccetera, che quelli manco dipinti, ma gli italiani che non accetterebbero in alcun modo un ebreo in famiglia risultano il 25 per cento, un quarto del paese. In Francia, dove a quanto si legge l’antisemitismo deborda, sono il 17, il 13 in Spagna, il 5 in Svezia e in Olanda il 3. In Italia, il 52 per cento dei connazionali ritiene che il livello di immigrati debba diminuire. Pensano la stessa cosa il 30 per cento dei francesi e il 38 dei tedeschi. Non proprio la metà ma quasi. A considerare gli immigrati una risorsa è il 12 per cento dell’Italia, contro il 56 per cento della Francia e il 58 della Germania (paesi che hanno mille volte gli immigrati che abbiamo noi). Nelle tre classifiche appena citate, in Europa l’Italia è prima. Forza e onore. Basta a questo punto ricordare che il professor Ernesto Galli della Loggia, già elettore grillino e appoggiato tuttora da una serie impressionante di acculturatissime teste di minchia, insiste non già che la sinistra morente (liberale, oh, beninteso quella liberale) debba bonificare la pestilenza, bensì che non faccia la schifiltosa e si radichi ben bene nel territorio dove razzismo e antisemitismo, per intanto, si godono la sagra.
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