Io sto con Israele e i suoi ebrei

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 26, 2018 7:09 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 26, 2018 7:10 pm

Il 25 aprile italiano, nazi comunista e nazi maomettano contro la brigata ebraica, gli ebrei e Israele; una vergogna. Oltretutto per noi veneti ancora non è arrivata la vera liberazione.


OGGI A TRISTE IL RABBINO HA LASCIATO LA CERIMONIA PER IL #25APRILE
https://www.facebook.com/IsraelAkshav/v ... 1500056627
"È con rammarico e tristezza - così il rabbino Alexander Meloni - che non festeggerò nessun 25 aprile. Perché il 25 aprile è il giorno che commemora la vittoria sul fascismo e la vittoria della Resistenza. È un giorno che deve essere ricordato per tutti gli italiani. Come italiano, ebreo e rabbino, non posso accettare che vengano sventolate bandiere che non sono italiane (il riferimento è alle bandiere palestinesi, ndr) che riguardano un conflitto che non è il luogo nè il tempo per ricordare, soprattutto quando il primo leader politico e religioso di questo movimento ( il mufti Amin al-Hussein, ndr) fu non solo un collaboratore ma un alleato oggettivo del nazismo che inneggava alla distruzione degli ebrei. È inaccettabile e pertanto me ne andrò con i membri (della comunità ebraica, ndr) che mi seguiranno, e spero che non accada più questa cosa".
[Ci appelliamo al governo italiano affinché i filo-palestinesi non siano più invitati alla celebrazione di una festa che non li riguarda perché a quel tempo gli arabi palestinesi furono dalla parte dei nemici dell’Italia.]


Giulio Meotti
https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 7947771704
La vergogna antiebraica dilaga anche in Italia. Il rabbino di Trieste, Alexander Meloni, è stato contestato stamani alla Risiera di San Sabba. Quando sono comparse le bandiere palestinesi, la comunità ebraica ha abbandonato la cerimonia del 25 aprile. Dove sono gli antifascisti e i sinceri democratici di professione? Perchè non levano la loro voce contro questi vandali fascisti filopalestinesi che attaccano un rabbino che parla nell'unico lager nazista italiano? Il ventre molle del corpaccione italiano è malato di antisemitismo.

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 5732166309
Ma è normale che ieri, per le strade di Milano, alle spalle e alle orecchie della polizia e dei funzionari della questura, si gridassero slogan come "assassini" e inneggianti a Hezbollah alla comunità ebraica che sfilava, e che si sventolassero le bandiere del Fronte di liberazione della Palestina, una organizzazione terroristica per l'Unione europea? Cosí, mi domando. Quand'è che le autorità italiane si muoveranno? Attendo ancora aggiornamenti sulla denuncia dei fatti di Milano dello scorso dicembre, quando a decine cantarono Khaybar, il grido di "morte agli ebrei". Di tanto in tanto tornerò a ricordarglielo. Cosí, non pensino che passa tutto in cavalleria.


Alta tensione a Roma, Milano e Trieste
26/04/2018
http://www.progettodreyfus.com/25-aprile-corteo

25 aprile nel segno della disunità. Anche quest’anno la festa della Liberazione d’Italia dal nazifascimo è stata celebrata in maniera diametralmente opposta agli auspici.
Alcuni politici dell’area di destra e di estrema destra hanno affermato che non ci fosse nulla da festeggiare, come se la libertà fosse un valore su cui sindacare.
I cortei e le manifestazioni a Roma, Milano e Trieste hanno portato con sé forti tensioni.
Roma. Al corteo della capitale non ha partecipato la Comunità ebraica, come annunciato nei giorni scorsi. La presidentessa Ruth Dureghello ha risposto a Bassam Saleh, rappresentante della comunità palestinese, sorpreso dell’assenza della Cer:
“Io sono stupita dello stupore perché quando dieci mesi fa la sindaca ci ha convocati chiedendoci un impegno a una partecipazione unitaria noi abbiamo posto fin dall’inizio, noi e la sindaca per prima, alcune condizioni chiare. Le regole vanno rispettate, le regole d’ingaggio dovevano essere condivise e non dovevano essere ammesse provocazioni”.
Milano. Grosse contestazioni sono andate in scena all’altezza di piazza San Babila, dove la presenza della Brigata ebraica è stata salutata dal coro “Israele fascista, stato terrorista”. Brigata ebraica che ha preferito non reagire davanti alla provocazione di coloro che continuano a “denazionalizzare” la libertà italiana dopo la seconda guerra mondiale. Insulti vergognosi che poi sono stati rivolti anche nella parte del corteo dove erano le associazioni degli ex deportati nei lager nazisti: come calpestare la memoria senza alcun rispetto e senso storico.
Trieste. Il sindaco, Roberto Dipiazza, e il rabbino della città, Alexander Meloni, sono stati contestati nel corso della cerimonia tenutasi alla Risiera di San Sabba, unico lager nazista in Italia. La Comunità ebraica locale ha abbandonato la manifestazione quando sono spuntate bandiere palestinesi.
Roma, Milano e Trieste. I cortei e le manifestazioni delle tre città sono stati strumentalizzati per attaccare Israele e la presenza ebraica.
Cosa c’è dietro alle accuse allo Stato ebraico?
Cosa hanno a che fare le bandiere palestinesi con la Liberazione d’Italia?





Il 25 aprile e l'ospite sbagliato: la questione palestinese
(di David Rossi)
26/04/2018

http://www.difesaonline.it/evidenza/pun ... alestinese

Il 25 aprile di ogni anno gli antifascisti - non da ieri - costringono i discendenti di religione giudaica di quelli che davvero combatterono le forze della Germania hitleriana e dell’alleata Repubblica Sociale a sfilare quasi di nascosto, per non essere oggetto di contestazione, quando non di violenza, da parte di gruppi e gruppuscoli palestinesi e dei loro accoliti della sinistra (e persino dell’estrema destra) in Italia. Mi si perdoni la battuta: avrebbero maggior titolo di manifestare i partigiani antifascisti tedeschi (che oggi non hanno discendenti in quanto furono tutti annientati dai nazisti nei primi anni della Seconda guerra mondiale1, salvo il cardinale Clemens August Von Galen, vero pungolo nelle carni dei nazisti2, che il regime hitleriano non poté mai mettere a tacere3), piuttosto che i nipotini di quel Amin al-Husseini, cugino di secondo grado di Yasser Arafat, che mai nascose la collaborazione4, oltre che la simpatia, col nazifascismo5.
Già, la domanda nasce spontanea: che c’azzeccano i Palestinesi con le celebrazioni della disfatta del potere hitleriano in Italia? Che cosa ha in comune la causa, pur rispettabilissima, dell’indipendenza dei Palestinesi con la liberazione dell’Europa dal nazismo e dal fascismo? E in definitiva, il nostro Paese non ha già immolato abbastanza sangue ed energie sull’altare dei problemi -pur seri- di questo popolo? Dalle stragi nell’aeroporto di Fiumicino al delitto Moro, dalla strage dell’Italicum forse fino ai delitti più oscuri degli anni settanta e ottanta, financo le Brigate Rosse: non siamo ancora sazi di delitti vigliacchi e di morti ammazzati inutilmente? La sinistra non ha ancora capito che se c’è un Paese costruito sul modello socialista quello è Israele? La destra non ha l’intelligenza per intendere che la causa sionista è figlia della stessa cultura da cui originò il Risorgimento italiano? Persino i simpatizzanti dell’estrema destra, non vedono come la partecipazione ebraica al fascismo degli esordi, almeno fino al fidanzamento col pittorucolo tedesco e alla scoperta dell’ideologia razzista, fu seria e numerosa?
Per favore, restituite alla questione palestinese la sua dimensione: fuori dalle celebrazioni per la sconfitta dei loro antichi alleati.
P.S. Chi scrive ritiene che i Palestinesi abbiano diritto ad avere un loro territorio - sicuro ed economicamente produttivo - e una loro capitale politica all’interno del territorio di Gerusalemme, che può essere capitale di due Stati pur restando indivisa, come è successo a Roma.
1 Il più Famoso, la Rosa bianca, fu sterminato tra il febbraio e l’aprile del 1943.
2 Ricordiamo, tra le sue omelie più famose, queste parole: “Si ammette il principio, ora applicato, che l'uomo improduttivo possa essere ucciso, allora guai a tutti noi, quando saremo vecchi e decrepiti. Se si possono uccidere esseri improduttivi, allora guai agli invalidi, che nel processo produttivo hanno impegnato le loro forze, le loro ossa sane, le hanno sacrificate e perdute. Guai ai nostri soldati, che tornano in patria gravemente mutilati, invalidi. Nessuno è più sicuro della propria vita”.
3 “Se ora si procedesse contro il vescovo, tutta la Vestfalia andrebbe persa per l'impegno bellico” ebbe a dire Joseph Goebbels.
4 “Molti interessi comuni esistono tra il mondo islamico e la Grande Germania e questo rende la nostra collaborazione un fatto naturale. Il Corano dice: Voi vi accorgerete che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani. Vi sono considerevoli punti in comune tra i principi islamici e quelli del nazionalsocialismo, vale a dire nei concetti di lotta, di cameratismo, nell'idea di comando e in quella di ordine. Tutto ciò porta le nostre ideologie a incontrarsi e facilita la cooperazione. Io sono lieto di vedere in questa Divisione una chiara e concreta espressione di entrambe le ideologie”.
5 “I musulmani dentro e fuori la Palestina danno il benvenuto al nuovo regime tedesco e si augurano che il sistema di governo fascista ed antidemocratico si affermi in altri Paesi”.





Nazi SS commander wished Grand Mufti success in fight 'against the Jewish invaders'
Heinrich Himmler's message, made public this week by Israel National Library, was sent to mark the 'wretched' Balfour Declaration and noted a shared recognition of 'the enemy,' world Jewry.
By Ofer Aderet Mar 30, 2017

Immagine


http://www.haaretz.com/israel-news/1.78 ... DD0A4F1C0B

A year and half ago, Prime Minister Benjamin Netanyahu sparked controversy with comments about the ties between the Nazi regime and the Grand Mufti of Jerusalem during World War II. Netanyahu claimed that it was Mufti Haj Amin al-Husseini himself who convinced Nazi leader Adolf Hitler to exterminate Europe's Jews, before backpedalling on his remarks.

But a new discovery by the National Library of Israel has brought the ties between the mufti and the Nazis back into focus. The archive found a 1943 telegram from Nazi SS leader Heinrich Himmler to Husseini, written in German. The timing of the telegram is significant: It was sent on November 2, 1943 and marked 26 years since the British government issued the Balfour Declaration expressing its support for the establishment of a Jewish homeland in Palestine. (This November will mark the declaration's 100th anniversary.)

The Himmler telegram reads: “To Grand Mufti Amin al-Husseini: From the outset, the National Socialist [Nazi] movement of Greater Germany has been a standard-bearer in the battle against world Jewry. For this reason, it is closely following the battle of freedom-seeking Arabs, particularly in Palestine, against the Jewish invaders. The shared recognition of the enemy and the joint fight against it are creating the strong base [uniting] Germany and freedom-seeking Arabs around the world. In this spirit, I am pleased to wish you, on the anniversary of the wretched Balfour Declaration, warm wishes on your continued fight until the great victory.”

It was signed by Himmler as SS commander of the entire Third Reich.

The telegram from S.S. head Heinrich Himmler to Mufti Haj Amin al-Husseini, sent to mark the 26th anniversary of the Balfour Declaration in 1943. Israel National Library
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 68x525.jpg


The back side of the telegram from S.S. head Heinrich Himmler to Mufti Haj Amin al-Husseini, sent to mark the 26th anniversary of the Balfour Declaration in 1943. Israel National Library
Immagine



Chen Malul of the National Library’s content department said the telegram took a circuitous route before ending up at the archive in Jerusalem. With the defeat of Nazi Germany, where the mufti had lived during World War II, the document was confiscated by the American army. It then came into the possession of a member of the pre-state Haganah underground army in Palestine, who in turn donated it to the National Library.

Several months ago, as part of ongoing work in the archives, the file was recategorized as pertaining to the Balfour Declaration due to its mention in the telegram.

The file came to the library's attention after staff was asked to look for materials connected to the 1917 declaration. The telegram was made public this week on Chen’s blog on the National Library’s website.

Ultimately, Himmler’s promise of a “strong base” uniting Nazis and Muslims didn’t stand the test of time. “The mufti failed to achieve most of his goals. Nazi Germany did not declare its support for the idea of Arab independence,” said Dr. Esther Webman, a senior research at Tel Aviv University's Dayan Center for Middle Eastern and African Studies. She noted that efforts to incite the Arabs of the Middle East against the colonial powers in World War II also failed.

The telegram supplements what historians already knew: At a particular time, an ideological partnership existed between part of the Nazi leadership and the mufti. Nevertheless, it does not serve to confirm Netanyahu’s initial reference to an imaginary conversation between the mufti and Hitler that purportedly took place in November 1941, two years before Himmler sent his telegram.

The Israeli prime minister had initially claimed: “Haj Amin al-Husseini went to Hitler and said to him: ‘If you expel them [the Jews], they will all come here [to Palestine].’” According to Netanyahu’s account, Hitler then asked, "So what am I supposed to do with them?" and the mufti replied: "Burn them.”

When Netanyahu made the remarks in 2015, they sparked major criticism from leading Holocaust historians because the comments implied that Husseini had pushed Hitler to begin the extermination of the Jews. In backtracking, Netanyahu acknowledged that it was the Nazis, and not Husseini, who had decided to exterminate European Jewry. He said that he had never attempted to “absolve Hitler of his responsibility for the Holocaust.”

“All of the facts show that at the meeting between Hitler and the mufti, the Final Solution had long been around and that they had long been killing Jews and had abandoned a solution involving force emigration and expulsion,” said Prof. Dina Porat, the chief historian at the Yad Vashem Holocaust museum and research center. Husseini had asked Hitler to carry out the Final Solution in the Middle East, Porat said, but was certainly not the person to steer the plan itself.




Pantomima spudorata
aprile 27, 2018
Niram Ferretti

http://caratteriliberi.eu/2018/04/27/cu ... -spudorata

Da tempo Moni Ovadia si è costruito addosso con furbizia l’immagine dell’ebreo cosmopolita e “colto”, anche se dovrebbe saperlo un uomo colto che captatio benevolentiae si scrive senza zeta pur pronunciando la parola come se ci fosse. Tuttavia nel suo ultimo bercio sul Manifesto l’espressione appare stampata con la z di Zorro. I tipografi non se ne sono accorti. Anche a loro occorre dare lezioni di latino.

Impresario di se stesso, l’attore, si presenta sul palco della vita, estensione diretta di quello del teatro, come l’esempio più fulgido dell’ebreo della diaspora, multiculturale e multietnico, una sorta di sintesi vivente di ciò che essa condensa in sé, perché in lui convive ogni anima ebraica, ogni tradizione.

Moni Ovadia non è solo questo, sarebbe troppo poco, egli è anche e soprattutto il paradigma di ciò che la kultur televisiva e da salotto vuole che i gentili credono sia o debba essere un ebreo. Poiché i salotti televisivi che lo ospitano e i palcoscenici teatrali su i quali si esibisce sono i luoghi deputati della rappresentazione, e lui, essendo un attore incarna un’idea, anzi l’idea platonica dell’ebreo in quanto tale, e il primo a crederci è lui, se no come farebbe ad autoconvincersi e a convincere gli altri?

Di questo cabotin c’è poi un altro aspetto che va evidenziato, si tratta di un ideologo di estrema sinistra, e in quanto tale, come tutti gli ideologi è parlato, null’altro è se non il portavoce di un dispositivo linguistico incistato nella mente. Una volta attivato, il dispositivo ha una vita propria. Gli Ovadia di questo mondo, come i Willi Muzenberg, sono solo strumentali alla sua sopravvivenza.

In un suo pezzo di qualche tempo fa, Deborah Fait scrisse di lui “Ehhh sì, avevo fatto i conti senza l’oste, eccolo là, al varco, il solito menestrello dei palestinisti, eccolo il Moni Ovadia così pieno di fiele che mi meraviglio non ci si soffochi. È arrivato puntuale lavandosi la bocca con parole spregevoli e indegne di qualsiasi essere umano “Oggi l’olocausto è nella fossa comune in fondo al Mediterraneo….l’ebreo è divenuto il totem ma l’ebreo di oggi è il rom, è il musulmano, il palestinese…”.

Come si fa a essere così in sintonia con lo Zeitgeist? Semplice, bisogna non avere idee proprie ma avere trasformato la propria mente nel guardaroba in cui si accetta solo ciò che è più di moda. Ovadia è talmente demagogico che al suo confronto l’eloquio di un Vauro qualunque diventa aulico, assume i contorni di quello funambolico di Nietzsche. Ascoltiamolo di nuovo. “L’ebreo di oggi è il rom, è il musulmano, il palestinese”. Toccare così basso il basso non è da tutti, ci vuole un talento radicato o forse più di un talento, una tara radicata. Sono vertici che appartengono all’Essere, e contro l’ontologia è difficile combattere.

Certo gli è sfuggito lo yazida, il royinga, il curdo, il siriano, e il cristiano. Ma sarà per una prossima puntata, durante un altro spettacolo con musica klezmer e kippah a spicchi colorati come un carretto siciliano. Intanto dalla tribuna rossa fuoco del kompagni del Manifesto, per il 25 aprile ci regala altre parole. Lui, il pantomimo più sfrontato se la prende con “La pantomima delle comunità ebraiche (di Roma e non solo) che non partecipano alla Manifestazione unitaria del 25 aprile, giorno della liberazione dal nazifascismo, si ripete mestamente. Uguale il gesto sdegnato, uguale la delirante motivazione”.

E quale sarebbe la “delirante motivazione”? “Che «nella manifestazione sfilano le bandiere di coloro che settanta anni fa furono alleati dei carnefici nazisti». Quali? Quelle dei risorgenti partiti neonazisti est europei polacchi, ungheresi, ucraini?”
E qui occorre soffermarsi. Ovadia vede il neonazismo alle porte in Est Europa. In Polonia poi, vanno fortissimo i neonazisti, non parliamo dell’Ungheria. Peccato si sia dimenticato dell’Austria e della Germania. Infondo sono paesi che alla causa hanno pur dato qualcosa. Sarà per un’altra volta. Féerie pour une autre fois, tanto per citare Céline, che se ne intendeva. Ma torniamo al sacro testo.

“No, quelle dei palestinesi, che secondo la pagliaccesca propaganda di Benjamin Netanyahu avrebbero convinto il «mansueto» Führer Adolf Hitler, contro la sua volontà e disponibilità verso gli ebrei, a sterminarne invece sei milioni”.

Ovadia storico è meno abile dell’attore che si esibisce sulla scena. La storia non è la sua materia. Sì capisce che la colpa sia del Cavaliere Nero Netanyahu. No, non fu il Mufti di Gerusalemme a convincere Adolf Hitler della Soluzione Finale nel 1941 quando lo incontrò a Berlino. Netanyahu fu troppo zelante nell’attribuire al leader religioso musulmano questa responsabilità.

Il Mufti si offri solo come manodopera per la Soluzione Finale in Palestina. Qualora Rommel avesse vinto in Nord Africa, il Mufti era pronto ad occuparsi degli ebrei palestinesi. Sì, si chiamavano così. Forse il pantomimo non lo sa, lui è troppo affezionato al pueblo “autoctono” che sorse nel 1967 creato a Mosca in combutta con l’OLP e in funzione anti-israeliana.

E poi? E poi si scatena la frenesia della demagogia.

“Anche 500.000 Rom e Sinti, tre milioni di slavi, decine di migliaia di disabili (inferiori rispetto alla «razza pura»), di antifascisti, migliaia di omosessuali, testimoni di Geova e di socialmente emarginati, senza dimenticare milioni e milioni di civili sovietici. Ma costoro poco interessano ai dirigenti delle comunità ebraiche. Che accetterebbero volentieri i vessilli di ogni altro popolo oppresso che volesse sfilare nelle manifestazioni del 25 aprile per rivendicare i propri diritti. Ma i palestinesi no! E perché no? Per pedissequo ossequio allo scellerato progetto segregazionista e razzista del premier israeliano Netanyahu”.

Netanyahu il segregazionista e il razzista, lettore di Houston Stewart Chamberlain e di de Gobineau, estimatore di Cecil Rhodes. La segregazione palestinese. Quella delle Area A e B della Giudea e Samaria, dove, dal 1993 le due porzioni del minuscolo territorio sono sotto sovraintendenza e amministrazione palestinese. Ex feudo del boss Arafat e poi del suo successore Abu Mazen. Oppure l’altra segregazione, quella di Gaza, dove dal 2007, Hamas, applicando il rigorismo salafita del compianto sceicco Ahmed Yassin, tiene in ostaggio la popolazione. Ma Ovadia, non può raccontare la realtà. E’ impedito dalla forma mentis, rigida, sclerotizzata.

“Un governo antifascista non opprimerebbe mai un altro popolo, non lo deprederebbe delle sue legittime risorse, non ruberebbe il futuro ai suoi figli, non colonizzerebbe le terre assegnategli dalla legalità internazionale come sistematicamente e perversamente fa il governo Netanyahu sorretto dal presidente americano Trump che si appresta all’affronto a est di spostare l’ambasciata Usa a Gerusalemme (occupata a Est)”.

È troppo. Ancora il basso che tocca il fondo. Siamo all’orgasmo dell’apparatčik, ci troviamo al cospetto della voluttà della menzogna. “Governo antifascista”. Ovadia ha un debole per i governi “antifascisti”, da quelli sovietici, cubani e venezuelani a quelli di Hamas e dell’Autorità Palestinese.

Quanto al resto, non sa nulla di diritto internazionale, di trattati, non sa che nessuno ha mai assegnato al pueblo della sua immaginazione alcuna terra, che Giudea e Samaria o Cisgiordania sono, dal 1923, in virtù del Mandato Britannico per la Palestina mai abrogato, nella disponibilità ebraica, poiché esso stabiliva che gli ebrei potessero dimorare ovunque ad occidente del Giordano. Finge di non sapere che i territori in Cisgiordania sono contesi, e che non hanno alcun legittimo detentore sovrano. Non sa che la Risoluzione 242 del 22 novembre 1967 stabilisce che Israele debba lasciare i territori conquistati dopo la Guerra dei Sei Giorni, ma non tutti i territori. Finge di non sapere che Israele ha restituito il Sinai all’Egitto nel 1979 e Gaza ai palestinesi nel 2005.

Non ci dice che Gerusalemme Est, per 19 anni fu sotto dominio giordano completamente illegale e che il Muro Occidentale, il luogo più santo per gli ebrei, venne loro inibito così come furono distrutte le sinagoghe e le scuole ebraiche e che solo oggi essa è accessibile a ebrei, musulmani e cristiani. Parla di depredazione di “legittime risorse”, quando in Cisgiordania, all’interno delle aree A e B, Abu Mazen fa il bello e il cattivo tempo, lì e a Gaza, dove è il rais palestinese di Fatah che rifiutandosi di pagare l’elettricità a Hamas ha causato il suo razionamento. Ma nell’epos coloniale stile Via Col Vento, che tanto piace ai palestinisti come Ovadia i “negri” palestinesi sono stabilmente gli umiliati e offesi.

La realtà, i fatti, si disintegrano sul tavolo del palcoscenico perenne dove viene recitata sempre la stessa pièce teatrale di questo paladino a intermittenza dei Diritti Umani, di questo impersonatore di un ebraismo da operetta: quella in cui i terroristi di Hamas che discendono dai Fratelli Musulmani che fecero tradurre in Medioriente il Mein Kamp e I Protocolli, e che ornano la bandiera palestinese con la svastica come è successo in questi giorni a Gaza, discendenti degli stessi che negli anni ’30 e ’40 erano dalla parte di Adolf Hitler, sono i buoni mentre Israele è la Morte Nera.

Ma, secondo il paladino, fa male la Comunità Ebraica a prendere le distanze da chi porta in piazza il giorno della liberazione dal nazifascismo le bandiere palestinesi, le sue ragioni sono “deliranti”…Fa male…mentre il nazismo sta risorgendo in Polonia e in Ungheria…
Per fede o per interesse o per tutte e due accorpate, l’intelligenza non ha più dimora quando è svenduta così spudoratamente all’ideologia.




Falso storico
26/04/2018
Daniele Regard

http://moked.it/blog/2018/04/26/falso-storico

Ho letto con attenzione l’ultimo articolo pubblicato su Il Manifesto di Moni Ovadia a proposito della polemica sul 25 aprile. Bè devo dire che il primo giudizio che mi sento di esprimere è che Moni Ovadia rappresenti la prova che essere ebreo non è un’etichetta. Essere ebreo significa amare il proprio popolo, tutelare la storia e ricordare le sofferenze che quel popolo ha dovuto passare per ritrovarsi dopo più di duemila anni ancora a testa alta. Moni Ovadia è l’esempio di quanto non basti nascere ebreo, ma dell’importanza della responsabilità che ogni ebreo ha nel proteggere ogni altro ebreo se attaccato per il solo fatto di esserlo. Moni Ovadia ogni volta che ne ha avuto occasione, è riuscito ad andare ben oltre la critica al governo israeliano (del tutto legittima), lui vive per mettere in difficoltà l’ebraismo raccontando falsi storici al pari di chi per antisemitismo ci sputa addosso mentre sfiliamo il 25 aprile con le bandiere della Brigata Ebraica. Perché Moni Ovadia il 25 aprile, non scende in strada con chi ha liberato l’Italia dal nazifascismo, Moni Ovadia, da casa, si mette a difendere chi chiama “assassini” dei ragazzi che a Milano sfilano pacificamente, o chi ha insultato e fischiato un rabbino alla Risiera di San Sabba. Questo dovrebbe condannare Moni Ovadia, ma non lo fa. Non lo fa perché è troppo ossessionato dal governo israeliano o dalle dirigenze comunitarie nostrane. Io ieri a Porta San Paolo c’ero e quando un partigiano di 92 anni della Brigata Ebraica ha portato la sua testimonianza, sono state sollevate dal pubblico una trentina di bandiere palestinesi. La storia è stata mortificata e violentata da dei cretini antisemiti e questo non è ammissibile. Perché io ieri a Porta San Paolo ho parlato con donne partigiane che hanno visto con i loro occhi i membri della Brigata Ebraica, hanno sofferto e sono morti fianco a fianco; e quando vedono le bandiere palestinesi non solo si incazzano ma andrebbero personalmente, se ne avessero la forza, a toglierle una a una.
Sono arrivato alla conclusione che a Moni Ovadia, come a questi mistificatori della storia, del popolo palestinese non gliene importi nulla, altrimenti le loro battaglie le farebbero contro chi da anni, come Hamas, da anni affama il proprio popolo; parlerebbero di pace e non di apartheid o di popolo oppressore; criticherebbero il governo israeliano ma darebbero la vita per garantire a Israele di vivere in sicurezza. Moni Ovadia grida “restiamo umani” ma non ricorda che Vittorio Arrigoni non è stato rapito e massacrato dagli israeliani; Moni Ovadia è un falso storico vivente che non rappresenta in nessun modo l’ebraismo e la forza della sua storia. Non può essere considerata una critica costruttiva quella di chi parla di una sola ragione e sto scrivendo queste righe non per dargli troppa importanza, ma per ricordare a chi la pensa come me e a chi la pensa come lui che nessuno mai ci tapperà la bocca per difendere la verità e i diritti del popolo ebraico.


Geremia Karmeli
Niram ho notato pian piano nel corso del tempo, che gente come Ovadia o Lerner non sono casi a parte… solo nella comunità ebraica italiana in generale e quella milanese in particolare ci sono tanti che la pensano allo stesso modo, e non lo fanno per spettacolo o interesse, ma credono nella loro mantra ciecamente!!!
È un dolore vedere tuoi correligionari esprimersi ciecamente contro il sionismo!

Niram Ferretti
Hai ragione Geremia. Ovadia è uno dei pinnacoli ma è anche il più ignobilmente e abissalmente menzognero. Sono così spudorate le balle che racconta da essere caricaturali.

Miriam Mariana Horvath
Il comento di Jacopa e esatto sfrutta come anche Gad il ebraismo e Moni anche la lingua yiddish per fare i suoi monologhi e avere udiens la così detta sinistra intellettuale e preti e francescani che sono i suoi amici.Ho un dubbio sul suo ebraismo,sarà da parte del padre così non è ebreo.

Dragor Alphandar
Gli ebrei antisemiti fanno soldi a palate. I razzisti del mondo intero li pagano a peso d'oro.

Marina Herman Moritz Petrozzi
Sono come tarli. Erodono il mobile dall interno. Solo che oggi esiste il prodotto contro i tarli... state in campana crapuloni!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » sab apr 28, 2018 6:52 am

Gli imbecilli del 25 aprile
Giuseppe Crimaldi
Vicepresidente nazionale della Federazione delle associazioni Italia-Israele
25 aprile 2018

http://www.italiaisraeletoday.it/gli-im ... -25-aprile

Ci risiamo. Arieccoli, i prodigiosi “democratici”. Quelli che da tempo hanno staccato la spina al cervello e si divertono a sguazzare nel merdaio dell’antisemitismo, in cui ci si ritrovano benissimo. Ritornano sempre, il 25 aprile. Riemergono dal guano in cui sono immersi e che non abbandonano nemmeno se si tratta di manifestare contro i crimini commessi da Assad, dall’Isis, da Boko Aram e via cantando.

Tornano a galla come escrementi in mare aperto: e trasformano un appuntamento dedicato al ricordo di chi ha combattuto (ed è anche morto) per liberarci dal nazifascismo e dal giogo delle tirannie in un happening contro Israele. Quanto fiele, e che veleno hanno in corpo. Finché avremo voce (e cuore) non smetteremo di denunciare il vergognoso, incommentabile atteggiamento di quanti hanno fischiato il passaggio dei rappresentanti della Brigata Ebraica o dei rabbini presenti all’appuntamento istituzionale.

È vero, si dirà: in fondo sono solo quattro sciamannati, un manipolo di poveracci, imbecilli di sola andata. Irrecuperabili. La si potrebbe liquidare così, la questione. Invece no. Perché – al di là dei soliti idioti scesi in piazza a Roma, a Milano, a Trieste e in molte altre città d’Italia non con il tricolore, e nemmeno con la bandiera degli Stati Uniti e della Gran Bretagna (nazioni senza le quali mai Hitler, Mussolini e compagnia bella sarebbero stati neutraizzati) il perpetuarsi di azioni ostili e dichiaratamente antisemite e anti-israeliane a noi fa paura. Tanta paura.
La libertà è un gran privilegio, ma per poterlo esercitare e per goderne occorrono almeno due condizioni: un cervelletto minimamente connesso a vita cerebrale e un cuore puro. Ragione e onestà: quella che manca a chi – anche oggi, ma non è certo una novità – ha saputo trasformare un appuntamento sacro in una ignobile barzelletta.
Perché innalzare le bandiere palestinesi non serve, almeno il 25 aprile. Non furono i palestinesi a liberarci (semmai qualcuno torni a studiare la storia: cominciando dal ruolo che ebbe durante la Seconda Guerra Mondiale il gran muftì di Gerusalemme, che fece lingua in bocca con il Fuhrer). Perché insultare la bandiera con la stella di David equivale a bestemmiare, a ignorare la verità, a dimenticare il sangue e le vite che soldati ebrei sacrificarono sull’altare della nostra libertà: la stessa malcelata libertà che ha consentito ancora una volta, ieri, di macchiarsi con quegli insulti e quelle sguaiate contestazioni di macchiarsi del crimine più grave e assurdo, quello contro la Memoria.

Leggo che a Trieste, nella civilissima Trieste, c’è chi ieri se l’è presa persino con il rabbino capo, Alexander Meloni: mentre prendeva la parola per il rito religioso ebraico, dalla folla si sono levati fischi e bandiere palestinesi. La comunità ebraica ha abbandonato la cerimonia (e forse la scelta non è del tutto condivisibile: non si può cedere a quattro sciamannati). . «Il 25 aprile – ha poi commentato Meloni all’Ansa – è un anniversario italiano, è l’anniversario della Liberazione, della vittoria dell’Italia contro il fascismo. La presenza di bandiere come quella palestinese non ha ragione d’essere», è «insultante» per la memoria delle vittime della Risiera ed è «una manipolazione semantica» considerare «la resistenza palestinese identica alla resistenza italiana contro il fascismo».
Se l’imbecillità si vendesse un tanto al chilo, quei fischiatori e gli sbandieratori di una nazione che non c’è – la Palestina dei terroristi di Hamas – sarebbero miliardari. Ma, a questo punto, è forse arrivato il momento di chiedresi che senso abbia continuare a celebrare il 25 aprile concedendo spazio a chi contesta in un giorno di festa, a chi strumentalizza persino la Liberazione e chi addirittura non riconosce a un rabbino di poter anche recitare la sua preghiera per i morti. Forse è arrivato il momento di tenere fuori questi codardi dal 25 aprile: lasciarli al di là dei cordoni di sicurezza, allontanandoli dai palchi e dalle telecamere, è in fondo un atto di democrazia, non di tirannide. Oltre al diritto di manifestare, esiste il diritto a non infangare la memoria. Proviamoci, almeno l’anno prossimo.
Aveva ragione Alexandre Dumas figlio quando diceva di preferire i mascalzoni agli imbecilli: perché a volte i primi, almeno, si concedono una pausa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » lun apr 30, 2018 7:53 pm

Israele si difende e attacca



LA NUOVA FORMA DELLE COSE
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

E ora il messaggio a Putin e a Rouhani è arrivato forte e chiaro. Di che cosa si tratta? Tra ieri e oggi, una serie di esplosioni si sono avvertite in Siria. Missili di Hezbollah nascosti sottoterra sarebbero esplosi causando un sommovimento tellurico del grado 2,6 della scala Richter.
I missili sotterranei esplosi si trovavano in una base di Hama che appartiene alla 47esima brigata dell'armata siriana del presidente Bashar Assad. Sarebbero morte 26 persone tra cui diversi iraniani.
Come da abitudine, Israele non ha rivendicato l'attacco, ma è evidente che è lo Stato ebraico ad essersi mosso come ha già fatto precedentemente questo mese quando ha (anche in questo caso non ufficialmente) attaccato la base aerea T-4 da cui era partito a febbraio il drone iraniano abbattuto dalla contraerea israeliana.
L'attacco, avvenuto mentre il nuovo Segretario di Stato, Mike Pompeo si trovava a Gerusalemme e dopo la visita in Israele circa una settimana fa del Generale Joseph Votel, a capo del CENTCOM, lascia intendere che l'operazione è avvenuta attraverso una intesa con Washington.
Il messaggio a Mosca e a Teheran non può essere più esplicito. Washington e Gerusalemme non permetteranno che l'Iran si insedi stabilmente in Siria mettendo a repentaglio la sicurezza di Israele.
Tutto questo avviene a meno di due settimane dalla decisione che Trump prenderà riguardo all'accordo sul nucleare iraniano dal quale uscirà quasi sicuramente, e dopo il discorso di Mike Pompeo, in cui il nuovo Segretario di Stato, ha ribadito il pieno appoggio americano a Israele relativamente alla sua posizione di contrasto e confronto riguardo a Teheran.
Ora anche la Russia sa che i tempi delle concessioni in Siria sono terminati. La consegna della Siria all'Iran, alla Russia e alla Turchia, non è all'ordine del giorno.
Si è innalzato il livello dello scontro. Al di là dell'abituale rodomontismo iraniano, (se Trump uscirà dall'accordo provvederanno ad accellerare l'arricchimento dell'uranio...), non ci sono dichiarazioni ufficiali.
La realtà è che siamo entrati in una nuova fase. Pompeo lo aveva annunciato qualche settimana fa. Il tempo del soft power americano è finito. Israele può contare più che mai ora dopo l'ultimo rassemblement voluto da Trump ai vertici, sulla presenza di uomini fortemente vicini a Israele come John R. Bolton e lo stesso Pompeo.
Non è azzardato ipotizzare che il contingente americano in Siria aspetterà a lungo prima di tornare a casa.



Netanyahu ha presentato l'imponente materiale del programma nucleare iraniano, il progetto Amad raccolto dal Mossad.
100.000 files dell'archivo atomico decrittati e disponibili che rivelano le menzogne iraniane.
Oggi l'accordo sul nucleare iraniano siglato dagli USA è morto.
Live: Netanyahu says Iran ‘lied big time’ about nuclear program
https://www.timesofisrael.com/liveblog-april-30-2018


L'IRAN HA MENTITO, CONTINUA A MENTIRE E ISRAELE HA LE PROVE
Di Benjamin Netanyahu

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 3002591422

Stasera vi mostreremo i file segreti nucleari dell’Iran. Come sapete, i leader iraniani hanno ripetutamente negato di aver mai perseguito armi nucleari. Potete ascoltare la Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei: “[Khamenei] Sottolineo che la Repubblica Islamica non ha mai cercato armi nucleari”. Potete ascoltare il presidente iraniano Hassan Rouhani: “[Rouhani] Armi nucleari e altre armi di distruzione di massa non hanno posto nella dottrina di difesa e di sicurezza dell’Iran e sono in contraddizione con le nostre fondamentali convinzioni religiose ed etiche”. La stessa cosa è stata ripetuta dal ministro degli esteri iraniano Javad Zarif: “[Zarif] Non abbiamo nessun programma di sviluppo di armi nucleari. In ogni caso, consideriamo le armi nucleari sia irrazionali che immorali”. Ebbene, stasera sono qui per dirvi una cosa: l’Iran ha mentito. E alla grande.

Dopo aver firmato l’accordo sul nucleare nel 2015, l’Iran ha intensificato gli sforzi per nascondere i suoi dossier nucleari segreti. Nel 2017 l’Iran ha trasferito i suoi dossier sulle armi nucleari in un luogo altamente segreto a Teheran. Questo [foto satellitare] è il distretto Shorabad, nella Teheran sud, e qui [nel cerchio rosso] è dove tenevano gli archivi atomici. Pochi iraniani sapevano dove fossero, molto pochi. E anche pochi israeliani. Ora, dall’esterno questo appariva come un innocente capannone, sembra un magazzino in rovina. Ma all’interno conteneva gli archivi atomici segreti iraniani chiusi in massicci schedari, più grandi di quanto appaiano [nella foto]. Alcune settimane fa, con una grande impresa di intelligence, Israele ha ottenuto mezza tonnellata di materiale dall’interno di questo seminterrato. Ed ecco cosa abbiamo in mano: 55mila pagine e altri 55mila file su 183 CD. Tutto quello che state per vedere è una copia esatta del materiale iraniano originale. Magari vorreste sapere dove sono gli originali. Beh, posso dire che ora sono in posto molto sicuro. I dossier comprendevano documenti incriminanti, grafici incriminanti, presentazioni incriminanti, progetti incriminanti, foto incriminanti, video incriminanti e altro ancora. Abbiamo condiviso questo materiale con gli Stati Uniti, e gli Stati Uniti possono garantire della sua autenticità. L’abbiamo condiviso anche con altri paesi e lo condivideremo con l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA).

Vediamo dunque la storia di questo materiale. Sappiamo da anni che l’Iran aveva un programma nucleare segreto chiamato Progetto Amad. Ora possiamo provare che il Progetto Amad era un programma completo per progettare, costruire e testare armi nucleari. Possiamo anche provare che l’Iran sta segretamente immagazzinando materiali del Progetto Amad per usarli in un momento di sua scelta per sviluppare armi nucleari. Ecco qual era l’obiettivo esplicito del Progetto Amad: creare armi nucleari. Questa [sullo schermo] è una presentazione originale iraniana da quei file e questa è l’enunciazione della missione: “Progettare, produrre e testare … cinque testate, ciascuna con una resa da 10 chilotoni TNT da montare su un missile”. Non occorre saper leggere il farsi per vedere qui “10 chilotoni”. Questo è l’obiettivo specifico del Progetto Amad. L’equivalente di cinque bombe di Hiroshima da montare su missili balistici. Quest’altro è un foglio elettronico originale iraniano dai loro archivi sul Progetto Amad. Guardate cosa c’è qui: produzione di yellowcake [prodotto finale dei processi di concentrazione e purificazione dell’uranio], processo di arricchimento con centrifughe, progetto testate, progetto simulazione, e test. E in effetti, quando analizziamo quello che c’è in questi archivi troviamo che il progetto Amad aveva tutti i cinque elementi chiave di un programma per armi nucleari. Vediamoli uno per uno. Primo elemento: progettare un’arma nucleare. Questa è un’illustrazione originale iraniana di un’arma. Di nuovo, non c’è bisogno di saper leggere il farsi per capire questo [nell’ovale rosso]: “U-235”, cioè uranio arricchito, esattamente qui nel core [nucleo]. E’ il solo posto dove si trova uranio arricchito nel core. E quest’altra è una simulazione originale iraniana che mette insieme tutti questi componenti. Secondo elemento: sviluppare i core. Questa è una foto che mostra il processo di fusione e un core di metallo colato, sempre dai loro archivi. E in quest’altra foto, la struttura sotterranea che gli iraniani stavano costruendo per produrre core. Abbiamo centinaia di documenti per ciascuno di questo componenti. Terzo elemento: costruire un sistema di implosione nucleare. Questa è una foto originale iraniana di uno strumento per la misurazione di implosioni, e questa è una simulazione di un’implosione nucleare. Quarto elemento: allestire test nucleari. Questa è una mappa di cinque potenziali siti per test nucleari nell’Iran orientale. Abbiamo moltissimi altri documenti come questo. Quinto: montare armi nucleari su missili. Questo è il progetto per una carica nucleare su un missile Shahab 3, sempre dai loro archivi. Quest’altra è la testata, e qui dentro la bomba. E non occorre che vi ricordi che l’Iran sta continuamente ampliando la gittata dei suoi missili balistici capaci di portare testate nucleari. Sono partiti da 1000 km fino a circa 2.000: possono raggiungere Riad, Tel Aviv, Mosca. Ma stanno lavorando per gittate molto molto più lunghe. Stanno progettando missili con gittate molto più lunghe per portare armi nucleari. Dunque questi file dimostrano in modo conclusivo che l’Iran mente spudoratamente quando dice di non aver mai avuto un programma per armi nucleari. I file lo dimostrano.

Ma ecco cosa è successo dopo. L’Iran ha dovuto fronteggiare crescenti pressioni nel 2003. Ve lo ricordate, fu dopo la guerra nel Golfo. Così fu costretto ad abbandonare il Progetto Amad, ma non abbandonò le sue ambizioni nucleari. L’Iran congegnò un piano per fare due cose. Primo, preservare il know-how nucleare del Progetto Amad. Secondo, sviluppare ulteriormente le sue capacità relative alle armi nucleari. Questo piano arrivò direttamente dalla massima dirigenza iraniana. Ecco un altro documento dai loro archivi: “Facendo seguito alle nuove direttive del ministro della difesa (Shamkhani)”… Oggi è il Direttore del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Dunque: “Facendo seguito alle nuove direttive del ministro della difesa … il lavoro verrà diviso in due parti: coperta e aperta”. Una parte cruciale del piano era quella di cerare nuove organizzazioni per continuare il lavoro. Ecco come la spiegò il dottor Mohsen Fakhrizadeh, capo del Progetto Amad. Prendete nota di questo nome: Mohsen Fakhrizadeh. Dunque, ecco le sue direttive. Dice: “Il proposito generale è annunciare la chiusura del Progetto Amad”. Ma poi aggiunge: “Attività speciali…”, voi sapete di che si tratta. “Attività speciali saranno condotte all’insegna dello sviluppo di know-how scientifico”. E infatti questo è esattamente ciò che l’Iran si mise a fare. Continuò questo lavoro in una serie di organizzazioni nel corso degli anni e oggi, nel 2018, questo lavoro viene svolto dalla SPND: un’organizzazione all’interno del Ministero della difesa iraniano. E non vi stupirà sentire che l’SPND è guidata dalla stessa persona che guidava il Progetto Amad: il dottor Mohsen Fakhrizadeh. E che, non per caso, molto del personale chiave della SPND ha lavorato sotto Mohsen Fakhrizadeh nel Progetto Amad. Sicché questi archivi atomici mostrano chiaramente che l’Iran ha pianificato ai livelli più alti di continuare il lavoro relativo alle armi nucleari sotto diverse vesti e usando lo stesso personale. Voglio darvi un altro esempio delle attività iraniane relative alle armi nucleari che sono proseguite dopo il Progetto Amad. Tutti ricordate l’impianto di Fordow per l’arricchimento dell’uranio. Era un impianto segreto sotterraneo per l’arricchimento, che gli iraniani costruirono sotto una montagna. Non si mettono migliaia di centrifughe sotto una montagna per produrre isotopi a scopo medico. Si mettono là sotto per una sola ragione: l’arricchimento per armi nucleari. Ma i file mostrano che Fordow venne progettato fin dall’inizio per armi nucleari nell’ambito del Progetto Amad. Ecco un progetto originale iraniano di Fordow. E cosa è successo? Che l’Iran ha continuato a costruire segretamente Fordow per anni dopo la fine del Progetto Amad. Ecco [in una foto] come si presenta: quella è l’entrata e poi va sotto la montagna. Non vi sorprenderà nemmeno che l’Iran insistette per mantenere Fordow e fondamentalmente l’accordo sul nucleare [del 2015] gli ha permesso di farlo.

Gli ha permesso di farlo, ma con un intoppo: l’Iran era tenuto dall’accordo sul nucleare a presentarsi all’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA) ripulito dal suo programma nucleare. Questa era una condizione esplicita per l’attuazione dell’accordo sul nucleare. L’Iran deve presentarsi pulito. Così, nel dicembre 2015 la AIEA pubblicò la sua valutazione finale di quelli che definiva gli aspetti militari del programma nucleare iraniano. Ecco il rapporto. Era l’occasione per l’Iran di presentarsi completamente ripulito all’AIEA. Avrebbero potuto dire la verità, potevano dire: avevamo questo programma segreto, ora è finito, l’abbiamo abbandonato, non esiste più, abbiamo distrutto il materiale. Ecco cosa disse in realtà l’Iran all’AIEA. “L’Iran … ha negato l’esistenza di un programma coordinato mirante allo sviluppo di un ordigno esplosivo nucleare, e in modo specifico ha negato…”. Badate bene: “…in modo specifico ha negato l’esistenza del Piano Amad”. Il materiale [del loro archivio] prova il contrario. I file provano invece che “l’Iran ha autorizzato, avviato e finanziato il Progetto Amad, un programma coordinato mirante allo sviluppo di un ordigno esplosivo nucleare”. E qui c’è un altro documento dai loro archivi: questo è un piano generale del progetto Amad. L’Iran disse all’AIEA: “Non è stato condotto nessun lavoro con tecnologia MPI…” Dovete scusare questo gergo, è terminologia scientifica, qualcosa che è necessario capire per la produzione di armi nucleari. Ma ecco cosa dice: “Non è stato condotto nessun lavoro con tecnologia MPI in geometria emisferica”. Ma, di nuovo, gli archivi mostrano che è un falso completo. “L’Iran ha condotto ampi lavori con tecnologia MPI in geometria emisferica”. E qui [nella foto] c’è un esempio. Centinaia di altri documenti lo dimostrano. L’Iran disse all’Agenzia che “non aveva condotto lavori metallurgici specificamente progettati per un ordigno nucleare”. Ma i file, di nuovo, dimostrano che è una bugia. “L’Iran ha condotto ampi lavori metallurgici specificamente progettati per un ordigno nucleare”. E qui c’è una foto originale iraniana. Ce n’è una quantità di altre nei loro archivi.

Quella che vi ho mostrato stasera è solo una frazione di tutto il materiale in nostro possesso. Ma anche solo da questo campione, si possono trarre quattro conclusioni principali. Primo, l’Iran ha mentito sul fatto di non aver mai avuto un programma per armi nucleari. Centomila file segreti dimostrano che hanno mentito. Secondo, anche dopo l’accordo [del 2015], l’Iran ha continuato a preservare ed espandere il suo know-how delle armi nucleari per un uso futuro. Perché mai un regime terrorista nasconde e archivia meticolosamente i suoi file segreti nucleari se non per usarli in una data successiva? Terzo, l’Iran ha di nuovo mentito quando non si è presentato all’AIEA ripulito, come richiesto dall’accordo sul nucleare. Infine, quarto: l’accordo sul nucleare iraniano è basato sulle menzogne: è basato sulle menzogne iraniane e sull’inganno iraniano. I centomila file che abbiamo qui dimostrano che hanno mentito. Questo è il punto: l’Iran continua a mentire. Proprio la settimana scorsa Zarif ha detto: “[Zarif] Non abbiamo mai voluto produrre la bomba”. Sentiamolo di nuovo: “[Zarif] Non abbiamo mai voluto produrre la bomba”. Sì che lo volevate. Sì che lo volete. E i vostri archivi atomici lo dimostrano.

L’accordo sul nucleare apre all’Iran la strada verso un arsenale atomico. Lo fa perché dà loro i tre componenti che sono necessari per produrre questo arsenale. Primo, arricchimento senza limiti fra pochi anni. E loro progettano di farlo. Progettano di avere svariate centinaia di migliaia di centrifughe avanzate che possono arricchire montagne di uranio per quel core che vi ho mostrato prima, per moltissimi di quei core. Secondo, [l’accordo] non si occupa minimamente del continuo sviluppo iraniano di missili balistici. Terzo, non si occupa minimamente del programma segreto iraniano per la bomba nucleare e della sua avanzata opera di armamento. Dunque si tratta di un accordo terribile. Non lo si sarebbe mai dovuto sottoscrivere. Tra pochi giorni, il presidente Trump prenderà una decisione su cosa fare con l’accordo sul nucleare. Sono certo che farà la cosa giusta. La cosa giusta per gli Stati Uniti, la cosa giusta per Israele e la cosa giusta per la pace nel mondo.

(Da: Israel PM office, 30.4.18)




Nucleare iraniano, i documenti rubati dal Mossad a Teheran lo scorso gennaio
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la conferenza stampa nella quale ha presentato parte delle provesterie che gli 007 israeliani hanno raccolto sul programma nucleare di Teheran
01/05/2018
giordano stabile

http://www.lastampa.it/2018/05/01/ester ... agina.html

I servizi segreti israeliani hanno rubato i 55 mila documenti sul programma nucleare iraniano, mostrati ieri dal premier Benjamin Netanyahu, in un blitz in un deposito a Teheran, lo scorso gennaio, e li hanno poi portati in Israele. Tutta l’operazione si è svolta in una sola notte. Il deposito dove erano custoditi i file, poi immagazzinati in 183 cd, era stato individuato nel febbraio 2016 e posto sotto sorveglianza.

Il capo del Mossad Yossi Cohen ha poi informato il presidente americano Donald Trump, durante una visita a Washington lo scorso gennaio. In questi mesi i documenti, quasi tutti in farsi, sono stati analizzati, fino alla conferenza stampa di Netanyahu di ieri sera. La Casa Bianca ha definito i documenti «nuovi» e una prova che i dubbi di Trump sull’accordo nucleare erano fondati.

Dubbi europei

Già ieri sera l’Alto rappresentante della Ue Federica Mogherini, però, ha replicato che i nuovi documenti, la maggior parte risalenti al periodo 1999-2003, non mettono in questione «il rispetto da parte dell’Iran dell’accordo» del 2015. Questa mattina i ministeri degli Esteri francesi e tedesco hanno ribadito che i nuovi elementi rafforzano la validità dell’accordo firmato da Onu, Usa, Russia, Ue e Paesi europei, perché ha posto l’Iran «sotto stretta sorveglianza».

«È chiaro che la comunità internazionale aveva dubbi sul fatto che l’Iran avesse un programma nucleare soltanto pacifico – ha detto un portavoce del governo tedesco -. Per questa ragione è stato firmato l’accordo del 2015, che include un sistema di sorveglianza senza precedenti, robusto e dettagliato, da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica».



Mogherini: 'Netanyahu non ha messo in dubbio l'accordo' - Mondo
2018/04/30

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... 354c3.html

"Da quello che abbiamo visto dalla sua esposizione, il primo ministro (Israeliano) Netanyahu non ha messo in dubbio l'adempimento dell'Iran" all'accordo sul nucleare,che "non è basato su buona fede o fiducia, ma su impegni concreti, meccanismi di verifica e una rigido monitoraggio dei fatti", che certificano come "l'Iran rispetti pienamente i patti". Lo scrive in una nota l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini.
"Prima di tutto - scrive -, la reazione può essere solo preliminare, perché, com'è ovvio, dobbiamo fare una verifica nei dettagli" di quanto esposto da Netanyahu, "vedere i documenti e ottenere il parere dell'Aiea (l'agenzia dell'Onu per l'energia atomica, ndr)", perché quest'ultima "è l'unica organizzazione imparziale, internazionale che ha il mandato di verificare gli impegni dell'Iran". "Non ho visto da parte di Netanyahu argomenti che provino una violazione da parte dell'Iran" di un accordo che "fu creato proprio perché fra le parti non c'era la fiducia".

Alberto Pento
Che essere immondo




POSTILLA NUMERATA SUL SIGNIFICATO DELL'ARCHIVIO NUCLEARE DELL'IRAN TRAFUGATO DAL MOSSAD
Niram Ferretti
02/05/2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Ci sono alune cose che vanno puntualizzate relativamente all'archivio sul programma nucleare iraniano che il Mossad ha trafugato a Teheran e che ieri Netanyahu ha esposto al mondo.

1) Non si tratta di materiale post 2015. Tutto quello che è stato mostrato è relativo al programma Amad, di cui, in parte l'AIEA aveva dato conto in un documento tecnico di 25 pagine del 2011.

2) Lo scopo di Netanyahu non era di esibire una pistola fumante ma di rivelare pienamente come il regime iraniano avesse portato avanti un programma nucleare pur continuando a negare di averlo fatto e l'estensione di questo programma.

3) Il materiale raccolto dal Mossad è imponente. Nessuno degli ispettori AIEA che compilarono il rapporto del 2011 ha avuto accesso a una simile mole di informazioni che dovrà essere esaminata con cura da esperti del settore.

4) E' sorprendente quello che si è sentito dire da Federica Mogherini e che in sostanza suona, "Sì, sapevamo che l'Iran mentiva, per questo abbiamo fatto l'accordo". In altre parole si è fatto un accordo con un paese che si sapeva che aveva mentito su una questione di tale rilevanza, contando sul fatto che abbia smesso di farlo in virtù di un accordo i cui meccanismi di verifica e controllo sono limitati e unicamente a suo vantaggio.

5) All'epoca dell'accordo, nel 2015 all'Iran non venne richiesto di rivelare le dimensioni effettive del suo programma nucleare così come non gli venne richiesto di dimostrare di non avere violato i parametri di non proliferazione. All'Iran non venne richiesto di fermare l'arricchimento dell'uranio. Non gli venne chiesto di chiudere e smantellare la centrale per l'arricchimento dell'uranio a Fordo. Gli venne chiesto di convertirla. Non gli venne chiesto di porre un freno al suo programma missilistico. Non gli venne chiesto di fermare la ricerca e lo sviluppo delle centrifughe più veloci che potrebbero condurre all'atomica con un ritmo accelerato. Non gli venne chiesto di sottoporsi in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo a ispezioni in centri dove si può sospettare che venga continuata una attività nucleare clandestina. Anzi. Le ispezioni dovranno essere concordate e annunciate in anticipo.

6) In aggiunta non gli venne chiesto di fermare il suo armamento e finanziamento di Hezbollah. Si può concordare un accordo sul nucleare e al contempo consentire che venga finanziata e armata fino ai denti una organizzazione terroristica. Non gli venne chiesto di chiudere i suoi 80 "centri culturali" in Sud America che gli USA considerano luoghi che alimentano network terroristici. Certo anche questa non è una questione legata al nucleare, ma legata al terrorismo e connessa quindi alla persuasione che un paese come l'Iran è meglio che non sia dotato di testate atomiche. Non gli venne chiesto nulla in merito alla continua violazione dei diritti umani. Si possono violare impunenente i diritti umani e poi dotarsi dell'atomica.

7) Lo scopo di Israele nell'avere trafugato il materiale sul programma nucleare è quello di mostrare agli Stati Uniti, la sua estensione, il suo livello di avanzamento, la sua pericolosità e di collegarlo a un accordo pieno di falle e fortemente vantaggioso per l'Iran. Lo scopo di Israele è evidenziare l'assoluta mancanza di credibilità dell'Iran, la sua duplicità e al contempo di rendergli noto, attraverso una operazione sensazionale, che gli sta addosso con ferrea continuità.

8) Quello che Benjamin Netanyahu ha voluto mostrare ieri, soprattutto a Donald Trump, il suo interlocutore principale è che di un negoziatore come l'Iran è impossibile fidarsi, che il deal, così com'è non è null'altro che una trappola.

L'Europa finge di non capire. L'accordo funziona, è il mantra. Ora la palla passa a Donald Trump.


Coomenti

Biagio Capetta
Mi sfugge il perche' Israele puo' avere un suo programma nucleare e 'Iran no.

Niram Ferretti
Biagio Capretta, è presto spiegato. Basterebbe conoscere la storia del Medioriente, ma sarebbe lungo riassumerla in un commento. Israele dalla sua esistenza è sempre stato minacciato di distruzione dagli stati arabi circostanti a cui dal 1979 si è aggiunto anche l'Iran. Forse le è sfuggito, come le deve essere sfuggito anche che l'Iran minaccia da allora Israele di distruzione e non ha mai mancato di farlo. Le risulta che Israele abbia mai invaso a scopi aggressivi uno stato limitrofo? Le risulta che Israele abbia cercato e cerchi come l'Iran di espandersi regionalmente in Libano, Iraq, Siria e Yemen? Le risulta che Israele esporti una dottrina ebraica millenarista a obbiettivo egemonico? Le risulta che Israele sia una teocrazia con ambizioni imperiali?Capisco che le sfugga perchè Israele possa avere un suo arsenale nucleare con cui non ha mai minacciato nessuno dei suoi vicini mentre la democraticissima Repubblica Islamica dell'Iran non debba averlo, ma insieme a questo le sfugge molto altro...

Biagio Capetta
Certo :
Mi sfugge il Golan ancora occupato nonostante le risoluzioni abbiano intimato ad Israele di sgombrare. Mi sfugge che se non fosse per i "terroristi" di hezbollah , Israele sarebbe qncora comodamente istallato in Libano .
Mi sfugge come Israele violi costantemente i diriti umani e la sovranità degli stati limitrofi perché gode di totale impunità . Mi sfugge come Israele se ne infischi altamente di tutte le risoluzioni e le condanne della comunità internazionale.
Se vuole , continuo a fare mente locale....

Biagio Capetta
Ma io mi riferivo ad altro :
Non è legittimo che una nazione che possiede un arsenale nucleare abbia il diritto di vietare ad un altra di possederne uno.
Sic et sempliciter.

Riccardo Giuliana
Un bel ragionamento. Come dire che dato che la polizia è armata, anche i criminali hanno il diritto di armarsi.
Complimenti

Gianluigi Fabiano
Le risoluzioni delle Nazioni Unite non sono in quanto tali giuridicamente impeccabili perché quasi sempre sono politicamente viziate.
Israele ha conquistato le alture del Golan combattendo una guerra difensiva e questo gli dà il buon diritto di tenerle secondo i principi di diritto internazionale.
Per fare un esempio l'Italia fu privata dell'Istria e della Dalmazia perché perse una guerra in cui fu paese aggressore.
Non si capisce perché questo principio applicato in tanti conflitti europei non debba valere per Israele.
Le alture del Golan hanno un'importanza strategica fondamentale per la difesa di Israele.Risoluzioni Onu che dicano ad Israele di abbandonarle sono palesemente mirate a favorire i suoi nemici.
Bisogna infine ricordare che tutte le guerre che Israele ha combattuto sono guerre di difesa che in quanto tali rientrano nell'accezione di "guerra giusta".

Biagio Capetta
sarebbe più giusto : visto che i criminali sono armati , la polizia lo deve essere di più.
Sono io a complimentarmi con lei.

Biagio Capetta
L'Onu che favorisce la Siria a svantaggio di Israele .

Alberto Levy
Capetta, lei non è informato su queste cose. Le uniche cose che sa sono le solite mezze verità anti israeliane. Le risoluzioni ONU ? Chi c'è nell'ONU?
53 paesi islamici di cui molti produttori di petrolio. Se lei fosse informato saprebbe che l'ONU si comporta con Israele come gli antisemiti di un tempo si comportavano con gli ebrei in Europa. Tutti contro uno. Giustizia ? Non se ne parla all'ONU, è una organizzazione con maggioranze automatiche non democratiche, cioè di paesi dittatoriali. Che valore hanno queste maggioranze ? Un valore morale pari a zero. Per il Golan hanno già risposto bene prima di me. Per quanto riguarda l'Iran ci sarebbero dei libri da scrivere. I media italiani fanno finta che sia un paese tranquillo e pacifico. Non lo è Basta informarsi un po' per scoprire cosa sia oggi l'Iran. È un paese con grandi tratti di similitudine con la Germania dei tempi del nazismo.

Nayana Derigo
Prisi Biagio lei ci è mai stata sul Golan? Be io si... se lei ci fosse stata capireste perché è così importante.... se va a cercare sul web per capire la geografia e le distanza in km. capirebbe... la prego vada a cercarle prima di sparare dei slogan scontate.. dritte e ritritte..fino alla noia

Gianluigi Fabiano
Biagio Capetta se è per questo l'Unesco ha avuto il coraggio di riscrivere la storia asserendo che il muro del pianto non ha niente a che vedere con la storia degli ebrei.
E questo la dice lunga sulla credibilità di questi organismi internazionali.
Ma se lei è contento a dare credito ad un paese come l'Iran dove i diritti umani non sanno nemmeno che cosa siano e disprezza un paese come Israele che in fatto di diritti può dare punti anche a molti paesi europei non ha alcun senso discutere.

Infine riguardo all'arma nucleare .. Israele ha il know how e la tecnologia per realizzarla .. l'Iran non ha né l'uno né l'altra.
Ha bisogno che qualcuno glieli dia.
Israele non può permetterlo perché ne va della sua esistenza.
Israele pur avendo un'organizzazione militare di prim'ordine e all'avanguardia è un piccolo paese circondato da nemici.
Perciò ha realizzato un arsenale nucleare .. per avere una supremazia in escalation che funziona da deterrente per attacchi su larga scala contro il proprio territorio.
Se l'Iran si dotasse di armi nucleari Israele si troverebbe in inferiorità in una situazione di escalation.
Perciò se l'Iran continuerà nel suo programma per avere le bombe nucleari sarà la guerra.
E tutto molto semplice.


Biagio Capetta
sarebbero gli stessi arabi paesi che unitamente ad Israele foraggiano e aiutano i tagliagole in Siria?
Il " tutti contro uno " mi pare un tantino romantico
Però lei è informato , signor Levy.

Biagio Capetta
mi auguro ne abbia apprezzato le piste.
Che il Golan sia importantissimo per Israele è cosa nota.
Altrettanto noto è che è territorio siriano.
Occupato abusivamente.

Emanuele Di Segni
Con varie guerre vinte... Non abusivamente

Biagio Capetta
Israele può dare punti in fatto di rispetto dei diritti umani???

Emanuele Di Segni
Che ci fa un fascista in questa pagina?

Biagio Capetta
Già , è semplice.
Semplice : dialoga.

Alberto Levy
Biagio Capetta sono informato sia perché la storia della mia famiglia fa parte della storia di Israele e in parte dell'Italia, sia perché mi interesso di questi argomenti da 50 anni, e sia perché sono un israeliano bene informato su queste cose.

Emanuele Di Segni
Hezbollah..è tanto caro ai camerati..

Stefano Cattaneo
Semplice: Io posso avere una pistola nel cassetto per difendermi in caso di pericolo. Non potrei averla se continuamente strillassi: Appena mi procuro una rivoltella lo ammazzo!

Biagio Capetta
lei è un genio, ehhh?

Emanuele Di Segni
I fascisti intendo

Biagio Capetta
Signor Di Segni mi dia un suo parere sul Golan:
C'è o non c'è questo benedetto petrolio?

Emanuele Di Segni
È pieno

Biagio Capetta
Sicuro?

Biagio Capetta
Stefano Cattaneo : il problema è l'uso preventivo a scopo intimidatorio della rivoltella.
1

Emanuele Di Segni
È Dio

Biagio Capetta
Emanuele Di Segni amen

Guido Guastalla
Perché Israele non minaccia di distruzione i suoi vicini e l’Iran si. Ti basta!

Guido Guastalla
Biagio Capetta le sfugge anche che finché le alture del Golan erano siriane bombardavano continuamente la piana di TIberiade. Si vede che non è mai stato in Israele, Libano e Siria. È inutile discutere con persone che usano la ragione in modo capzioso.
Ps: le risoluzioni Onu a cui accenna sono dell’Assemblea generale a maggioranza islamica e non del Consiglio di sicurezza: se lo queste ultime sono vincolanti!

Guido Guastalla Biagio Capetta c’è il vino che è molto buono.

Biagio Capetta Guido Guastalla : sarebbe gentile da parte sua , farmene avere qualche bottiglia.

Niram Ferretti
Biagio Capetta lei non so di cosa si occupi nella vita. La storia non è però il suo forte. L'Israele della sua fantasia che viola i diritti umani, puro parto propagandistico, no ha alcuna corrispondenza con l'Israele reale dove lei, evidentemente, non ha mai messo piede. Non ho intenzione di discutere con un troll analfabeta funzionale che pone tra virgolette il termine "terroristi" riferito a Hezbollah. Lei non vale neanche cinque minuti del mio tempo. Personaggi come lei hanno in Facebook uno sfogatoio per la loro ignoranza e le idiozie che profferiscono a tutto spiano. Di personaggi come lei parlò tempo fa Umberto Eco, quando scrisse che i sociali hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino.

Guido Guastalla Biagio Capetta e lei è uno stronzio filo islamista

Biagio Capetta Niram Ferretti : le ci è voluta tutta la notte per partorire questa perla?

Niram Ferretti Biagio Capetta la salutiamo. Torni a giocare a flipper.




Lo vedete questo missile iraniano nella foto? In farsi ci hanno scritto sopra: "Israele deve essere cancellato".
Giulio Meotti
02/05/2018

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 9400857999

L'Iran lo dice ogni giorno, “morte a Israele”, ma non c'è scandalo in Occidente, soltanto acquiescenza e sordità. Così le incredibile rivelazioni fatte al mondo da Bibi Netanyahu sul programma nucleare dell'Iran sono accolte con sarcasmo nelle cancellerie europee. Dopo l’Olocausto, mai prima dell’Iran un paese così potente aveva negato l’Olocausto e promesso di farne un altro. Dalle moschee ai talk show, in Iran si sbeffegiano le camere a gas, “il sionismo internazionale” e “I Protocolli dei savi anziani di Sion” con la prefazione di Goebbels sono tradotti in farsi. E’ iraniana l’idea di colpire le comunità ebraiche nel mondo. Nel 1992 e nel 1994 cellule iraniane attaccano il centro ebraico e l’ambasciata israeliana di Buenos Aires: 100 morti. È l’Iran ad aver esportato in Israele le bombe umane con Hamas e Jihad Islamico. È l'Iran ad aver inondato il territorio d'Israele di migliaia di missili: dal Libano (2006) e da Gaza (2009, 2012, 2014). Traduco qui la lettera scritta da una iraniana, Farideh Goldin, che esprime bene quanto sto spiegando:

“Ho visitato l'Iran per l'ultima volta nell'estate del 1976 e avevo giurato che non sarei ritornata. Ma negli ultimi anni, la tentazione è cresciuta dentro di me, come una dipendenza da lungo tempo abbandonata ... E mio marito non aveva mai visitato il mio paese … Ho preso la decisione di andare con molta trepidazione. Era il 21 ottobre 2005. Una settimana dopo, Mahmoud Ahmadinejad chiese la distruzione di Israele: ogni uomo, donna e bambino; ogni artista, scienziato, contadino e droghiere; la ragazza i cui genitori venivano dallo Yemen; il mio amico portato fuori dalla Siria tra le braccia di suo padre; il giovane dall'Etiopia che aveva lasciato tutto alle spalle; e sì, anche mia madre, mio padre e mia sorella. Cosa sono per questo capo fanatico se non un piccolo prezzo da pagare sulla strada della redenzione celeste? Le mani del male sono forti e lunghe, ma non hanno più pugnali, come quando i miei genitori e i miei nonni vivevano nell'oscurità dei ghetti dell'Iran e gli odiatori degli ebrei, incoraggiati dai fanatici mullah, imperversavano fra le loro proprietà, adesso hanno missili e bombe atomiche”.

Negli anni Trenta solo una piccola minoranza in Europa apprezzò quanto disse Stefan Zweig prima di suicidarsi: “La più terribile mostruosità diventerà materia di un corso di studi”. Oggi, non domani, dobbiamo lavorare perché un giorno non si debba dire lo stesso sull'Iran e Israele.



QUELLO CHE HA DETTO NETANYAHU SPIEGATO A FEDERICA MOGHERINI
Di Franco Londei
02/05/2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 4609091928

Il Mossad non è l’AIEA così come Benjamin Netanyahu non è Federica Mogherini. Il Mossad le prove delle bugie iraniane le ha trovate, le è andate a prendere a Teheran e le ha portate a Gerusalemme. Netanyahu le ha messe in fila e le ha spiegate al mondo come si fa con i bambini, in maniera semplice e diretta.

Ma la regola che vale per i bambini evidentemente non vale per gli europei e in particolare non vale per quella che è stata, insieme a Barack Obama, la principale sostenitrice dell’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA), Federica Mogherini, che dell’Europa è l’Alto rappresentante della politica estera.

Alle rivelazioni del Premier israeliano Federica Mogherini si è arroccata dietro al fatto che, secondo lei, gli iraniani non hanno violato l’accordo fatto con la comunità internazionale e Netanyahu non ha dimostrato niente.

A parte che sul fatto che gli iraniani non abbiano violato quel bruttissimo accordo ci sarebbe parecchio da ridire, se non altro sarebbe il caso di essere prudenti, ma la reazione di Federica Mogherini è stata la stessa del bambino che, preso con le mani nella marmellata, cerca di negare l’evidenza succiandosi le dita.

«Quello che ho visto dai primi rapporti è che Netanyahu non ha portato prove del fatto che l’Iran non abbia rispettato il JCPOA» ha detto una frastornata Federica Mogherini. E ci mancherebbe altro (aggiungo io), sarebbe il colmo che gli iraniani violino un accordo che in sostanza gli permette di fare tutto quello che vogliono.

Vede, cara Mogherini, il Primo Ministro israeliano non ha detto che gli iraniani stanno violando il JCPOA, con tutte le concessioni che gli avete fatto non ne hanno bisogno, ha dimostrato però che sul loro programma nucleare hanno mentito e che quindi quell’accordo è basato su presupposti completamente sbagliati. Il cane nasconde l’osso sotto terra per andarselo a riprendere al momento opportuno. Ed è quello che hanno fatto gli iraniani.

Netanyahu ha spiegato che gli iraniani avevano un programma nucleare militare che prevedeva la costruzione di cinque ordigni della stessa potenza di quelli di Hiroshima da posizionare su missili balistici e che quel progetto non è stato affatto accantonato. Anzi, con il programma balistico ancora attivo (perché VOI glielo avete permesso) quel progetto è più vivo che mai pronto a saltare fuori al momento opportuno.

Netanyahu ha dimostrato che gli ispettori della AIEA non sono attendibili se non hanno trovato questi documenti o, peggio ancora, che sono in malafede almeno quanto gli iraniani nel caso lo sapessero e hanno taciuto.

Netanyahu ha dimostrato che gli iraniani non hanno alcuna intenzione di accantonare il loro programma nucleare militare e che, con molta probabilità, lo stanno ancora implementando in segreto in una delle tantissime basi dove gli ispettori della AIEA non possono entrare perché VOI nell’accordo che avete firmato avete fatto in modo che ciò non avvenga.

Quindi, cara Federica Mogherini, può stare tranquilla che il Premier Netanyahu non ha voluto dimostrare che l’Iran viola il JCPOA, al contrario, ha voluto dimostrare che non ne ha alcun bisogno perché quell’accordo gli permette di fare tutto ciò che vuole e che quindi non solo è pessimo, è disastroso.

Diceva EliSaby che il silenzio è la forma più alta della parola. Ecco cara Federica Mogherini, sarebbe stato molto più dignitoso per lei e per gli europei che la sostengono rimanere in silenzio e lasciare che fosse proprio quel silenzio a parlare.

Con il JCPOA avete fatto una porcata inenarrabile e siete stati scoperti, ci sono tonnellate e tonnellate di documenti che lo provano. E invece che fare un passo indietro e magari ringraziare Israele che ancora una volta ha scoperto un regime islamico che cerca di dotarsi di armi nucleari, difendete l’indifendibile con la mera speranza che tutto ciò nasconda le vostre porcate. Resta solo da stabilire se sia ingenuità o malafede.



LO SCHIAFFO DEL MOSSAD A TEHERAN DIMOSTRA LA VULNERABILITA' IRANIANA
Di Lila C. Ashuryan
03/05/2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 5319020857

Se il Mossad riesce a organizzare e portare a termine una operazione come quella della sottrazione di tonnellate di documenti segreti riguardanti il programma nucleare iraniano e a portarli a casa nonostante le migliaia di Km che dividono Israele dall’Iran, a Teheran non devono stare tanto tranquilli.

A parte l’importanza di quei documenti che, sebbene non dimostrino che l’Iran stia ancora portando avanti il proprio programma nucleare dimostrano però che ha mentito alla comunità internazionale e che potrebbe ancora farlo, l’operazione del Mossad è stata un capolavoro da storia della intelligence, qualcosa di impensabile fino a pochi giorni fa.

Non c’è al mondo un servizio di intelligence che non si stia chiedendo come diavolo ha fatto il Mossad a trafugare una mole di documenti così imponente senza essere scoperto, a caricarli da qualche parte e a trasferirli in Israele, cioè a oltre mille Km di distanza, il tutto senza che gli iraniani se ne accorgessero.

E sicuramente se lo staranno chiedendo anche a Teheran dove voci non confermate parlano di dirigenti del Vevak, il servizio segreto iraniano, messi letteralmente sulla graticola per non aver scoperto l’operazione del Mossad in terra persiana.

E si perché fino ad oggi si è parlato solo dei documenti trafugati e della loro valenza, ma non di come siano stati sottratti agli iraniani o di come una simile operazione dimostri l’estrema vulnerabilità del sistema di sicurezza iraniano.

Non esistono, e non potrebbe essere altrimenti, dettagli sulla operazione del Mossad. Forse tra qualche decennio un qualche Edward Snowden qualsiasi ci renderà edotti di come il servizio segreto israeliano sia riuscito a portare avanti una simile operazione, ma per il momento rimane un mistero inspiegabile.

E probabilmente non se lo spiegano nemmeno gli iraniani che non potranno non essere preoccupati dall’enorme falla nella loro sicurezza evidenziata da questa operazione del Mossad.

Se gli israeliani sono riusciti a entrare in un deposito segreto in Iran, caricare tonnellate di documenti segreti e trasferirli in Israele senza essere scoperti, chi si cura della sicurezza interna all’Iran non deve dormire sonni tranquilli.

E non dormiranno sonni tranquilli nemmeno quelli che un giorno si e l’altro pure minacciano Israele. Sapere che il Mossad può portare a termine una simile operazione significa sapere anche che potrebbero arrivare a loro in qualsiasi momento. Non deve essere un bel vivere.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » lun apr 30, 2018 8:13 pm

AVANTI, MARCH!
Niram Ferretti
30/04/2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Veloce e senza tentennamenti procede la linea di azione americana in Medioriente. Il sole è tramontato sulla dottrina di Barack Obama che abbracciava il mondo musulmano riservando una particolare cura per gli estremisti (ammansire il più possibile i coccodrilli regionali era la cifra preferita dell'amministrazione precedente), e ponendo tra se e Israele una distanza infastidita.

La riscossa, per così dire, la annunciò Trump tweetando appena dopo che Barack Obama aveva assestato a Israele la pugnalata peggiore datogli dagli Stati Uniti, nella forma della Risoluzione 2334, in cui si ribadiva l'illegalità non solo della presenza israeliana in Cisgiordania ma anche a Gerusalemme Est. Fu la porcata finale di un presidente infido come un serpente, ancora tale solo per pochi mesi prima di passare la consegna al neo eletto Trump.

Trump annunciò che le cose sarebbero cambiate presto. Ha mantenuto fede alla promessa.

Il 6 dicembre dell'anno scorso, Gerusalemme viene finalmente dichiarata dagli Stati Uniti, capitale di Israele, cosa che è sempre stata sin dal 1948. Si è trattato del trionfo del realismo, della certificazione dell'empiria sull'ipocrisie e l'inganno.

In Europa aedi di sventura annunciavano già la Terza Intifada. Wishful thinking destinato presto a naufragare. Qualche tumulto, poca cosa. Indignazione araba rituale, ma assai smorzata. E si capisce. La decisione di Trump, preparata con cura, godeva della sponda araba, specialmente a Riad dove il giovane e rampante futuro re del regno custode della Mecca, nutre scarso interesse per la "causa palestinese". Questa non è proprio una novità, a dire il vero, da almeno un quindicennio essa ha stancato il mondo arabo, continua ad appassionare soprattutto la sinistra occidentale.

Sono recenti le esternazioni infastidite del principe Mohammed Bin Salman riguardo ai palestinesi: "Farebbero meglio a firmare un trattato di pace avendo perso tuttte le occasioni possibili negli ultimi quaranta anni". No, non è uno scherzo. Nonostante i buffoni "antifascisti" italiani aggrappati alle parole d'ordine coniate a Mosca alla fine degli anni Sessanta, per cui Israele sarebbe "colonialista" e "imperialista", e che durante il 25 aprile si presentano abitualmente con bandiere "resistenziliste" palestinesi. Riad non ne tiene molto conto.

È esilarante guardare questa patetica genia prigioniera dell'ideologia mentre la storia, di lor non ragiona, ma guarda e passa.

Il passo di Trump è veloce. Dopo Gerusalemme proclamata capitale è il turno dello spostamento dell'ambasciata. "Ci vorranno anni, non avverrà durante il suo mandato", dicevano gli "esperti". Infatti. Il 14 maggio verrà spostata. Nel frattempo sono stati tagliati i fondi all'UNRWA, l'ente ONU che ha lo scopo di perpetuare ad eternum la discendenza dei rifugiati arabi-palestinesi del 1948, e pure i fondi che gli USA versano nelle casse dell'Autorità Palestinese usati in parte per remunerare i terroristi e le loro famiglie.

Abu Mazen ha strepitato, sul palcoscenico ormai privo dei fondali tenuti in piedi per anni e anni dalle precedenti amministrazioni americane. Abbandonato dal mondo arabo già da molto tempo, il satrapo di Ramallh è per anagrafe e irrilevanza politica costretto a chiudere i battenti. Nel mentre, Hamas ha inscenato a Gaza la cosiddetta "Marcia del Ritorno", una pantomima atta a provocare le solite vittime tra i propri miliziani da presentare al mondo come pacifici manifestanti e così conquistare l'abituale consenso dei massmedia, soprattutto quelli europei.

Gli USA non hanno battuto ciglio, hanno ribadito che Israele ha il pieno diritto di difendere i propri confini, come li ha ogni stato sovrano. Incredibile.

L'arrivo ieri a Gerusalemme del nuovo Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ex direttore della CIA, ha mostrato ulteriormente dove si dirige il passo.

Adequatio rei et intellectus.

La realtà si presenta alla mente nella forma della corrispondenza della cosa al pensiero e dunque al linguaggio. L'Iran è la minaccia, è il problema. Non un conflitto periferico, che ormai ha perso ogni rilievo a livello mondiale e viene tenuto in piedi solo dalla propaganda. Il centro della scena è Teheran con le sue mire espansionistiche e milizie foraggiate in Libano, Iraq, Siria, Yemen.

Non avranno il nucleare. Questo è quello che Trump ha promesso e Pompeo ribadisce a Netanyahu. Trump è uomo di parola. L'accordo sul nucleare voluto da Barack Obama ha già l'encefalogramma piatto. Si finge che Trump non abbia ancora deciso se ne uscirà o meno. Si tratta giusto di un po' di scena, non vede l'ora di disfarsene.

L'Iran è disastrato economicamente a causa di due fattori: l'enorme spesa militare estera per finanziare la dottrina del fanatico Khomeyni, e la corruzione dilagante. La cassa, privata dei soldi americani, una volta che l'accordo salterà, da cosa verrà riempita? Chi potrà, in Europa, fare affari con Teheran quando gli USA lo avranno ricollocato dove gli compete, tra le principali minacce a livello mondiale?

Resta l'incognita del piano per la pace che l'amministrazione Trump ha predisposto per israeliani e palestinesi. "È la tua ultima spiaggia", ha detto Mohammed Bin Salman rivolto ad Abu Mazen, di fatto già spiaggiato. Intanto, per la prima volta, il Dipartimento di Stato, in un documento ufficiale, non definisce più la Giudea e la Samaria, territori "occupati".

Epocale? Sì. La parola è enfatica, ma si addice. Altre cose si aggiungeranno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » dom mag 06, 2018 7:43 pm

Come il Mossad ha trovato i file ed ha raggirato le Guardie rivoluzionarie
3 maggio 2018
Giordano Stabile

http://www.italiaisraeletoday.it/come-i ... luzionarie

Mezza tonnellata di documenti e fotografie, una montagna di materiale cartaceo da trasportare dall’Iran a Israele, due Paesi a un passo dalla guerra, con i Guardiani della rivoluzione che avevano fiutato l’operazione ed erano alla calcagna degli agenti del Mossad. È questo l’aspetto più spettacolare, da film di spionaggio della Guerra fredda, del colpo che ha permesso ai servizi israeliani di mettere le mani sull’archivio segreto del programma nucleare iraniano. Una mole di dati che dimostrano, secondo il premier Benjamin Netanyahu, come l’Iran abbia mentito alla comunità internazionale e quindi non possa essere creduto neppure ora.

Fin dal 2015, dalla firma dell’accordo sul nucleare che ha portato alla fine della maggior parte delle sanzioni occidentali, il Mossad era in azione a Teheran per trovare qualcosa che gli ispettori dell’Aiea non avevamo mai trovato. La «pistola fumante» delle ambizioni atomiche degli ayatollah. Netanyahu l’ha mostrata al pubblico lunedì, in una presentazione ad alto impatto mediatico. Ma le decine di slide che scorrevano sui teleschermi di tutto il mondo erano il frutto di una missione al limite che si è conclusa in una notte ad altissima tensione.

Nel febbraio del 2016 le spie israeliane individuano un magazzino nel sobborgo di Shorabad, a Sud di Teheran, una zona industriale con file di capannoni una accanto all’altro. Il magazzino è dimesso, sembra abbandonato, ma dentro c’è un tesoro. I «55 mila file» che documentato la storia del programma nucleare iraniano.

L’edificio viene posto sotto sorveglianza continua e il Mossad deve chiedere rinforzi ed espandere la sua rete di agenti. Gli iraniani hanno già spostato l’archivio più volte, possono farlo di nuovo, non lo si deve perdere d’occhio neppure un minuto.

Nel gennaio di quest’anno un fonte interna rivela che nel magazzino ci sono alcune «casseforti speciali». È il momento di agire. La squadra del Mossad fa irruzione, in piena notte, prende tutti i documenti dalle casseforti e li trasferisce in un edificio sicuro. Sono decine di migliaia di file cartacei che pesano «più di mezza tonnellata», molto ingombranti. Bisogna farli uscire dall’Iran senza dare nell’occhio e già questa è un’operazione complessa. Nei piani doveva svolgersi in più fasi, ma appena arrivati nell’edificio sicuro gli 007 si rendono conto che i Servizi dei Pasdaran, un corpo d’élite fondato da Ali Khamenei nel 2009, si sono insospettiti e li stanno seguendo.

Si tratta di scappare portandosi via una carico che occupa almeno un furgoncino, a giudicare dai file mostrati da Netanyahu in tv, con gli agenti segreti braccati dalle Guardie rivoluzionarie come nel film «Argo». «Li avevamo alle calcagna», ha rivelato una delle spie alla tv Hadashot.

Non ha spiegato come sono riusciti a seminarli, ma il ministro dell’Intelligence Israel Katz ha precisato che si è trattato di un’operazione «senza precedenti nella storia di Israele», un Paese che, a cominciare da Entebbe, ha vissuto molti momenti di questo tipo: «Quando ho conosciuto i dettagli non potevo credere che avessero potuto farcela», ha commentato.
A non poterci credere sono anche gli iraniani. Tutto il corpo dei Servizi dei Pasdaran è sotto inchiesta. Secondo media del Golfo, come Channel 10, è già scattata un’ondata di arresti e i responsabili delle sorveglianza del magazzino «rischiano la fucilazione».

I documenti rubati e lo show di Netanyahu hanno convinto in maniera definitiva, salvo sorprese, il presidente americano Trump a ritirarsi dall’accordo sul nucleare. Ma l’Intelligence israeliana punta ora a convincere un altro attore fondamentale, l’Aiea.

Se anche l’Onu concluderà che l’Iran ha barato allora l’intesa sarà seppellita del tutto. E lo scontro fra Israele e la Repubblica islamica andrà al calor bianco.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » ven mag 11, 2018 3:58 am

MOSCHE IN MANO
Niram Ferretti
07/05/2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Una cosa dovrebbe essere chiara a proposito dell'accordo sul nucleare iraniano fortissimamente voluto da Barack Obama e avversato fin dal principio da Benjamin Netanyahu. Netanyahu quando ha mostrato al mondo l'archivio completo del programma nucleare dell'Iran non ha accusato Teheran di avere violato l'accordo.

I corifei e flabelliferi dell'accordo, tra cui, in testa a tutti, Federica Mogherini, hanno dichiarato che non c'era nulla di nuovo in ciò che Netanyahu ha rivelato. Ma Netanyahu non aveva questo scopo (a parte che, ovviamente, c'è una grande novità, è la prima volta che l'intero programma nucleare viene acquisito a livello informativo), il suo scopo era mostrare che l'accordo raggiunto da Obama è così debole che l'Iran non ha nessun interesse a infrangerlo. Anzi, ha tutto l'interesse a che sia lasciato esattamente così com'è, visto che gli consente di contnuare ad arricchire l'uranio e a sviluppare missili di lunga gettata su i quali è possibile montare testate nucleari.

L'archivio in mano a Israele, che molti utili idioti e molti idioti nè utili nè inutili, hanno liquidato come poco significativo, 100,000 pagine di documenti riservati, offre un livello di comprensione del programma e della sua estensione molto superiore a quel poco che si sapeva precedentemente.

La buona novella è che ormai l'accordo del 2015, così com'è, è morto. L'Iran ha una sola alternativa. O torna al tavolo delle trattative affinchè il deal venga rinegoziato secondo i desiderata dell'amministrazione Trump (cosa che non farà), oppure Trump, come ha annunciato, il 12 maggio uscirà dall'accordo e le precedenti sanzioni economiche applicate all'Iran scatteranno di nuovo come una tagliola. A questo punto, nessun paese europeo, Italia compresa, se la sentirà di fare affari con un paese sul quale penderanno tutte le rigorose limitazioni pre accordo 2015. Resteranno tutti con un pugno di mosche, ma soprattutto resterà con un pugno di mosche l'Iran.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » ven mag 11, 2018 4:02 am

Portato al massimo livello il grado di allarme nel nord di Israele
7 maggio 2018

https://breaking.rightsreporter.org/por ... di-israele

Massimo grado di allarme nel nord di Israele dopo che nei giorni scorsi l’intelligence israeliana aveva lanciato l’allarme per possibili imminenti attacchi di ritorsione da parte degli iraniani, attacchi che avverrebbero con un massiccio lancio di missili sul nord di Israele.

Secondo fonti di intelligence israeliana il comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana, Qasem Soleimani, avrebbe avuto il via libera per un attacco su Israele direttamente dalla Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei. La data scelta per l’attacco sarebbe stata individuata immediatamente dopo le elezioni libanesi che sono avvenute ieri, per di più concluse con la vittoria di Hezbollah.

Per questi motivi, con la massima serenità, in tutto il settore nord di Israele è stato elevato al massimo grado il livello di allarme.


Vergogna d'Eurabia!
Giulio Meotti
09/05/2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 8098374579

Il giorno dopo che gli Stati Uniti sono usciti dall'accordo nucleare con l'Iran cercando di costruire una alleanza occidentale che freni l'espansionismo iraniano, il presidente francese Macron ha telefonato al presidente iraniano Rouhani. "Abbiamo accettato di portare avanti sforzi congiunti con tutte le nazioni coinvolte, con l'obiettivo di continuare a implementare l'accordo nucleare e mantenere la stabilità regionale” recita la nota appena diffusa. È immenso il tradimento francese ai danni dell'Occidente e di Israele: nel 1967, quando De Gaulle fece la scelta filoaraba e applicò l'embargo a Israele; in piena Intifada, quando gli israeliani venivano macellati sui bus e l’ambasciatore francese a Londra Daniel Bernard definì Israele “quel piccolo paese di m...a”; con Saddam Hussein, quando la Francia corse a vendergli missili e tecnologia nucleare; con Arafat, trattato come un re da Mitterrand e morto a Parigi; con Valéry Giscard d’Estaing che concesse l'asilo a Khomeini e lo riportò a Teheran; con gli ebrei uccisi a Parigi e nelle banlieue e le autorità francesi incapaci di proteggerli. Jules Renard, un repubblicano di sinistra e un dreyfusardo, una volta disse dei francesi: “Noi siamo tutti anti-semiti, alcuni di noi hanno l'eleganza o il timore di non ostentarlo”. A me pare che sempre meno fra di loro se ne vergognino.


Iran, missili contro Israele dalla Siria
Davide Frattini
10 maggio 2018

https://www.corriere.it/esteri/18_maggi ... a69d.shtml

GERUSALEMME – Le sirene antimissile che risuonano sulle alture del Golan, gli israeliani che scappano dentro ai rifugi. Il raid è arrivato nella notte, venti missili sparati dalla Siria, dall’altra parte di quella che è ancora una linea d’armistizio: è dalla guerra di 44 anni fa che le montagne a nord non subivano un attacco così pesante. Tsahal accusa i Pasdaran, che avevano minacciato la rappresaglia dopo il bombardamento di aprile contro una base iraniana nel deserto tra Homs e Palmira. Nei giorni scorsi lo Stato Maggiore israeliano ha posizionato le batterie Iron Dome sul confine, è lo scudo che ha intercettato la maggior parte dei missili. I jet dell’aviazione hanno risposto colpendo due aeroporti militari nell’area di Damasco, una caserma della Quarta Divisione (le truppe scelte di Bashar Assad) e altri bersagli sulla mappa che – spiegano i portavoce dell’esercito – sono considerati «iraniani», basi messe a disposizione dal dittatore alle forze che gli hanno permesso di sopravvivere. L’Esercito israeliano ha annunciato di avere colpito decine di obiettivi militari iraniani in Siria durante la notte. «Quella della scorsa notte è stata la nostra operazione aerea maggiore negli ultimi anni», ha confermato in una conferenza stampa il portavoce militare israeliano Jonathan Conricus riferendosi alle «decine» di obiettivi militari iraniani colpiti in Siria. «Il nostro intento non era di provocare vittime, ma di colpire infrastrutture». Secondo Conricus i danni inflitti «sono molto significativi» e all’Iran occorreranno mesi per ripararli. Gli israeliani considerano Teheran responsabile, anche se dalla capitale siriana un parlamentare del regime twitta in diretta la rivendicazione dell’attacco sul Golan: «Il nostro esercito ha sparato 50 (non 20) missili contro bersagli militari israeliani».

La reazione

Lo scontro è avvenuto a un giorno dall’annuncio di Donald Trump, il presidente americano, che ha annullato l’accordo sul nucleare con l’Iran e a poche ore dalla visita a Mosca di Benjamin Netanyahu. Il premier israeliano ha – ancora una volta – chiesto a Vladimir Putin di avere libertà d’azione nei cieli attorno alla Siria per impedire agli ayatollah di arroccarsi. Questa volta sembra essere lo Zar ad avere il peso sufficiente per cercare di fermare lo scontro: ha investito per salvare Assad e non può permettere che una guerra allargata lo spazzi via, come ha già minacciato Yuval Steinitz, ministro




COMUNICATO IDF
10/05/2018

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 9200921101

Aerei a combattimento israeliani hanno colpito dozzine di obiettivi delle forze Quds iraniane in territorio siriano.

Sono stati colpiti, in un ampio attacco contro obiettivi militari iraniani in Siria:
Siti di intelligence affiliati all’Iran e all’Asse Radicale.
Basi logistiche delle forze Quds.
Una base logistica ad Al-Kiswah
Una base militare iraniana a nord di Damasco
Depositi di armi delle forze Quds nell’aeroporto internazionale di Damasco
Sistemi di intelligence e siti associati alle forze Quds.
Siti militari e di osservazione nella zona di cuscinetto.
In più è stato distrutto il lanciamissili usato per lanciare missili contro Israele.
Gli attacchi dell’aeronautica militare israeliana sono stati condotti sotto lattacco aereo siriano, che continuato a sparare nonostante L avvertimento israeliano. In risposta, l’aeronautica israeliana ha colpito diversi sistemi di intercettazione aerea (SA5, SA2, SA22, SA17) delle forze armate siriane.
Gli attacchi di questa notte sono stati in risposta ai missili che sono stati lanciati dalle forze Quds iraniane verso gli avamposti IDF nelle Alture del Golan. Non sono stati riportati feriti o danni in conseguenza all’attacco iraniano.
L’aggressione iraniana è un’ulteriore prova delle intenzioni che si celano dietro il consolidamento del regime iraniano in Siria e la minaccia che rappresenta per Israele e la stabilità regionale.
L’esercito israeliano ha deciso di mantenere la normale vita civile, mantenendo aperte le scuole e il lavoro agricolo. Il raduno di più di 1.000 persone sarà permesso solo in aree aperte nelle alture del Golan e a Katzrin.
La popolazione deve comunque rimanere allerta e mantenersi agli ordini dell’esercito.
L’IDF non permetterà alla minaccia iraniana di stabilirsi in Siria. Il regime siriano sarà responsabile di ogni accadimento sul proprio territorio. L’IDF è preparato a un’ampia barriera di scenari possibili. Finché questa aggressione continuerà ad esser una minaccia per la sovranità e per la popolazione israeliane L’IDF risponderà con forza e determinazione.



E adesso l’Europa condanni l’attacco iraniano a Israele
10/o5/2018

https://www.rightsreporter.org/e-adesso ... -a-israele

Ora basta, l’Europa deve uscire dall’ambiguità dei suoi rapporti con gli Ayatollah iraniani e condannare con estrema fermezza l’attacco missilistico iraniano contro Israele. Che l’Iran usi il territorio siriano per attaccare Israele è un fatto inconcepibile che non può passare sotto silenzio.

Altro che indignazione per l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano. La notte scorsa gli iraniani hanno dimostrato tutta la loro pericolosità lanciando dal territorio siriano una salva di 20 missili contro lo Stato Ebraico.

Gli iraniani usano il martoriato territorio siriano per lanciare attacchi contro Israele

Voglio sottolineare “dal territorio siriano” perché è un dato importantissimo e dimostra come la presenza iraniana in Siria non sia finalizzata a distruggere ISIS come ci vorrebbero far credere gli Ayatollah iraniani, ma è unicamente finalizzata a creare una piattaforma d’attacco contro Israele.

L’Europa deve scegliere se essere complice degli assassini iraniani oppure se sostenere il Diritto alla difesa di una democrazia come quella israeliana minacciata continuamente di estinzione da parte dell’Iran.

Non ci sono giustificazioni all’attacco iraniano di questa notte e sinceramente non vorremmo che, come sempre succede, la risposta difensiva israeliana venga messa alla berlina e che a passare da “cattivi” siano gli israeliani.

L’Europa la deve smettere di chiudere gli occhi davanti all’evidenza del fatto che la presenza iraniana in Siria non solo mette a rischio una terra già martoriata da una guerra civile che dura ormai da otto anni, ma che essendo finalizzata esclusivamente ad attaccare Israele contribuisce a destabilizzare ulteriormente una regione già instabile di suo.

Ora ci aspettiamo una dura condanna nei confronti di Teheran da parte di Federica Mogherini, una condanna senza condizioni, senza se e senza ma, senza scusanti o attenuanti, senza accenni alla giusta risposta israeliana, una condanna che affermi senza ambiguità il Diritto dello Stato Ebraico a difendersi dalla minaccia iraniana. Ogni altra formula dimostrerà solo la contiguità tra Unione Europea e assassini iraniani.



Quando è necessario fare la voce grossa
11 maggio 2018

https://www.israele.net/quando-e-necess ... oce-grossa

“Qual è il problema se centinaia di migliaia di persone daranno l’assalto a questa recinzione, che non è un confine di uno stato? Qual è il problema?”. Lo ha detto giovedì, parlando con i giornalisti, il capo di Hamas nella striscia di Gaza, Yehiyeh Sinwar, sottolineando che – a suo dire – quelli di Israele non sono confini internazionali e non c’è l’obbligo di rispettarli. Israele ha ribadito che difenderà i propri confini e ha accusato Hamas di sfruttare i civili.

11 maggio 2018

L’ambasciatore israeliano all’Onu Danny Danon ha esortato il Segretario Generale Antonio Guterres e il Consiglio di Sicurezza a condannare il fallito attacco iraniano al territorio israeliano. In una lettera inviata giovedì sera a Guterres, Danon dice che “Israele ritiene il governo dell’Iran, insieme al regime siriano, direttamente responsabile di questo attacco e continuerà a difendere con vigore i propri cittadini da ogni atto di aggressione. Israele non è interessato all’escalation, ma in nessuna circostanza consentiremo all’Iran di stabilire una presenza militare in Siria il cui scopo è attaccare Israele e deteriorare la situazione già fragile della regione. Questo spudorato attacco alla nostra sovranità non nasce dal niente – continua Danon – Abbiamo ripetutamente ammonito sull’allarmante radicamento militare iraniano in Siria e questo atto di aggressione è purtroppo il risultato di quello sviluppo. Chiediamo al Consiglio di Sicurezza di condannare l’attacco iraniano ed esigere che l’Iran rimuova la sua presenza militare dalla Siria, che non minaccia solo Israele ma anche la stabilità dell’intera regione. La comunità internazionale non può restare a guardare mentre un regime tirannico attacca una nazione sovrana e continua a minacciare l’esistenza stessa di uno stato membro delle Nazioni Unite”.

11 maggio 2018

Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane ha diffuso giovedì sera le immagini di uno dei bersagli colpiti mercoledì notte, dopo l’attacco di razzi iraniani dalla Siria. Si vede il momento in cui un missile israeliano colpisce una batteria S-22 dell’anti-aerea siriana che stava per sparare missili contro jet israeliani. Vedi il video su Times of Israel Un alto ufficiale dell’aviazione israeliana ha tenuto a precisare, giovedì, che la Forza Quds iraniana è ancora in grado di lanciare missili dalla Siria e che l’operazione, denominata “Operation House of Cards”, è stata un “pieno successo” ma non è stata semplice. Nell’arco di due ore prima dell’alba, in condizioni climatiche sfavorevoli i caccia F-15 ed F-16 israeliani hanno eluso “decine di missili” dell’anti-aerea e hanno sganciato “molte decine” di ordigni su più di 50 obiettivi iraniani in tutta la Siria. Le forze israeliane non hanno subito perdite, né a terra né in cielo, e nessun missile sparato dalla Siria si è abbattuto in territorio israeliano. L’ufficiale ha detto che le sue forze hanno colpito “ogni batteria che ha sparato” contro i jet israeliani.
11 maggio 2018

Gli attacchi israeliani contro obiettivi iraniani in Siria servono da monito per il regime del presidente Bashar Assad. Lo ha detto giovedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu chiarendo che le Forze di Difesa israeliane agiranno contro le forze siriane se esse aiuteranno militarmente l’Iran contro lo stato ebraico. Netanyahu ha aggiunto: “Chiunque ci colpisce verrà colpito sette volte tanto e chiunque si appresta a colpirci, noi lo colpiremo per primi. Questo è ciò che abbiamo fatto e questo è ciò che continueremo a fare”. “La comunità internazionale deve impedire il trinceramento della Forza Al Quds in Siria – ha concluso Netanyahu – Dobbiamo unirci per tagliare quei tentacoli che si espandono in Siria e ovunque”.

11 maggio 2018

“Fino a quando l’Iran continua a mantenere l’attuale status quo delle sue forze e dei suoi missili che operano nella regione, qualsiasi paese, compreso Israele, ha il diritto di difendersi eliminando la fonte del pericolo”. Lo ha scritto giovedì in arabo su Twitter il ministro degli esteri del Bahrain, Khalid bin Ahmed Al Khalifa, con una presa di posizione senza precedenti sul diritto all’autodifesa di Israele.

11 maggio 2018

Il ministro israeliano delle finanze Moshe Kahlon ha invitato gli iraniani giovedì mattina a “tornarsene a casa” dicendo: “Non avete niente da fare in Siria”. In un’intervista a YnetNews, Kahlon ha detto che la decisione del Gabinetto di sicurezza di impedire il radicamento militare iraniano in Siria è assolutamente corretta. Dal canto suo, la parlamentare dell’opposizione Tzipi Livni (Unione Sionista) ha detto giovedì alla Conferenza annuale di Herzliya: “Abbiamo la nostra quota di divergenze con il primo ministro Benjamin Netanyahu su questioni essenziali e importanti riguardo al futuro dello stato di Israele, ma oggi sosteniamo pienamente le Forze di Difesa israeliane”.

11 maggio 2018

Hamas ha condannato l’attacco notturno “dell’entità israeliana” sulle “fraterne terre siriane” (dopo che l’Iran aveva lanciato razzi dalla Siria contro Israele). In un comunicato, Hamas afferma che i raid della notte dimostrano che “questa entità (israeliana) è il principale nemico della nazione islamica e la più grande minaccia contro di essa”.

11 maggio 2018

“L’Iran ha cercato di colpire Israele, ma nessun missile si è abbattuto in territorio israeliano. Quelli che non sono caduti all’interno della Siria sono stati intercettati dal sistema anti-missilistico Cupola di ferro”. Lo ha detto giovedì il ministro della difesa israeliano Avigdor Lieberman, intervenendo alla annuale conferenza di Herzliya. “Le Forze di Difesa israeliane – ha detto Lieberman – hanno colpito quasi tutte le strutture iraniane in Siria: devono mettersi in testa che, se piove in Israele, in Siria diluvia”. Lieberman ha comunque aggiunto che la distruzione delle strutture iraniane in Siria non significa “una vittoria definitiva”. “Mi auguro – ha detto – che questo capitolo sia chiuso e che tutti abbiano recepito il messaggio. A differenza degli iraniani, noi non cerchiamo di espanderci né di stabilire nuovi confini. Non abbiamo alcun conflitto con il popolo iraniano. Noi non cerchiamo di piazzare sistemi d’arma al confine iraniano. E’ l’Iran che sta cercando di stabilire un confine militare con noi, ma noi non permetteremo che la Siria venga trasformata in un avamposto iraniano contro Israele. E’ l’Iran il paese che incarna questa ideologia estremista animata dalla volontà di sacrificare i suoi stessi cittadini e il loro futuro in nome di una teologia estrema. L’Iran ha investito miliardi nelle sue attività sovversive in Siria e altrove, con i finanziamenti che garantisce a Hezbollah, Hamas, Jihad Islamica, Houthi, e questa folle avventura va tutta a scapito dei cittadini che soffrono in Iran”.

11 maggio 2018

Fonti militari siriane hanno sostenuto giovedì che i raid aerei israeliani della notte hanno causato tre morti e due feriti e danneggiato un certo numero di unità della difesa aerea, radar e deposti di munizioni. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha invece affermato che gli attacchi israeliani su diversi siti militari in Siria hanno ucciso 23 combattenti, tra cui cinque soldati siriani e 18 membri forze armate straniere. L’Osservatorio non ha precisato se si trattasse di iraniani.

11 maggio 2018

Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che gli attacchi israeliani in Siria hanno visto la partecipazione di 28 aerei con il lancio in totale di circa 70 missili.



Israele vs Iran, le incognite di un confronto prolungato
Niram Ferretti
11/05/2018

http://www.linformale.eu/israele-vs-ira ... prolungato

La notte del 10 di maggio, con l’operazione denominata House of Cards, Israele ha pesantemente contrattaccato l’Iran in Siria. Si è trattato dell’operazione più intensa su territorio siriano dalla Guerra di Yom Kippur del 1973. Lo scopo dell’intervento israeliano è stato quello di colpire precisi obbiettivi miltari riconducibili all’Iran a seguito del lancio di venti missili partiti dal sud della Siria e indirizzati sul territorio di Israele a nord. Quattro missili sono stati intercettati da Iron Dome mentre gli altri non sono andati oltre confine.

Ventotto aerei F-15 e F-16 hanno lanciato circa sessanta missili terra-aria coadiuvati da più di dieci missili terra-terra. I raid controffensivi israeliani sono stati circa cinquanta e hanno colpito centri di intelligence, depositi di armi, magazzini, posti di osservazione e centri logistici, localizzati tra Aleppo e Damasco, infliggendo alle infrastrutture militari iraniane il danno più massiccio ricevuto fino ad ora.

Si tratta dell’ultima tappa del confronto che è in corso dal 2013 tra Israele e Iran e finalizzato inizialmente da parte dello Stato ebraico a impedire l’approvvigionamento di armi da parte di Teheran a Hezbollah. In seguito ha poi assunto l’obbiettivo di cercare di impedire il consolidamento iraniano in Siria.

Non è un mistero per nessuno che Benjamin Netanyahu abbia più volte ribadito, soprattutto al principale alleato dell’Iran in Siria, la Russia, che Israele non permetterà mai all’Iran di insediarsi militarmente al confine con le alture del Golan in modo da potere usare la Siria come piattaforma per futuri attacchi nei confronti di Israele. Ed è stato proprio con Putin che Netanyahu si è intrattenuto il nove maggio a Mosca, dove ha partecipato alla commemorazione per il settantatreesimo della vittoria sovietica sulla Germania nazista.

Finora, tra Russia e Israele c’è stata una convergenza funzionale. Israele non è stato mai ostacolato da Mosca nei suoi interventi in Siria contro l’Iran, e anche in questa occasione, come nelle altre, la Russia era stata preventivamente avvisata dell’attacco. Tuttavia, la situazione presenta un forte margine di instabilità. L’Iran non rinuncerà al proprio programma di consolidamento in Siria, dove ha dato un alto contributo in termini di uomini e risorse a sostegno di Bashar Al Assad e, assai improbabilmente, la Russia potrà contenere un alleato che persegue interessi espansionistici molto risoluti. Fino a quando Israele e Russia potranno evitare di entrare in contrasto tra di loro? L’attrito è solo rimandato a fronte dell’intenzione iraniana di proseguire nei propri programmi.

Va comunque evidenziato che l’Iran si trova oggi oggettivamente in un momento di grave difficoltà dovuto a una sommatoria di fattori. L’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare, una economia interna sofferente che ha beneficiato poco o niente dal grande flusso di denaro sbloccato dall’Amministrazione Obama (sostanzialmente impiegato per mantenere le varie campagne militari all’estero, in Siria, Iraq, Yemen, e naturalmente a sostegno di Hezbollah in Libano), e i continui copi inferti da Israele in Siria.

Uno scontro diretto con Israele è improbabile, l’Iran non è militarmente attrezzato per una tale eventualità che metterebbe seriamente a rischio la sopravvivenza stessa del regime, ma la situazione resta comunque molto problematica. L’unica certezza è sul fatto che Israele abbia mostrato una determinazione inflessibile nel continuare a difendere la propria sicurezza.



Il “Rommel iraniano” che cerca il martirio con la brigata Gerusalemme – Italia Israele Today
11 maggio 2018
di Fausto Biloslavo

http://www.italiaisraeletoday.it/il-rom ... erusalemme

Il generale Qassem Soleimani è il «Rommel iraniano» stratega della guerra in Iraq, Siria e Yemen, che ha portato i corpi speciali dei Pasdaran di fronte alle postazioni israeliane sulle alture del Golan. Mai gli iraniani erano stati così vicini ad Israele e per la prima volta hanno colpito direttamente. Ieri l’esercito ebraico ha accusato il generale Soleimani «di avere ordinato e comandato l’attacco» con razzi e missili sulle alture del Golan nella notte fra mercoledì e giovedì.

Il «Rommel» iraniano, classe 1957, non sorride mai, anche se ama farsi fotografare in prima linea fra i miliziani sciiti in Iraq e Siria.

Barba e capelli bianchi, sempre ben curati, Soleimani è da un ventennio il responsabile delle operazioni clandestine all’estero della brigata Al Qods. Una forza d’elite composta da 15mila uomini, che fa parte dei Guardiani della rivoluzione iraniana.

Basso di statura è amico personale della guida suprema, il grande ayatollah Alì Khamenei. Figlio di una famiglia povera e numerosa è sempre stato molto religioso. Non parla quasi mai, ma ha fatto sapere che «il martirio è quello che cerco fra valli e montagne, ma non è ancora arrivato».

Gli israeliani avrebbero avuto il via libera dagli Usa per eliminarlo considerandolo il generale iraniano più pericoloso per le sue doti tattiche e strategiche. Eroe fin dai tempi della guerra fra Iran e Iraq negli anni Ottanta, la stella di Soleimani è cresciuta con la lotta allo Stato islamico in Iraq e l’appoggio al regime di Damasco in Siria. A Tikrit, una delle prime roccaforti irachene del Califfato a cadere, i suoi consiglieri non hanno disdegnato l’appoggio aereo americano, come nella battaglia finale a Mosul. In Siria ha convinto i russi ad intervenire «salvando» Bashar al Assad, ma fin dall’inizio della guerra civile aveva organizzato il dispiegamento dei miliziani sciiti libanesi Hezbollah e volontari dall’Iraq e dall’Afghanistan.

Carne da cannone schierata al fianco dell’esercito siriano. Soleimani ha guidato le operazioni per riconquistare Aleppo, la Milano siriana, cambiando le sorti del conflitto. Nella battaglia la sua unità preferita era la 4a divisione meccanizzata siriana rafforzata da miliziani sciiti e specialisti della forza Al Qods. Soleimani ha messo le mani anche nella guerra dello Yemen impegnando i sauditi, nemici storici, con i missili Scud lanciati su Riad. Lo scorso febbraio il Rommel iraniano ha pubblicamente dichiarato che «vuole spazzare via l’entità sionista» ovvero Israele. Operativi iraniani si sono posizionati attorno a Quneitra e Daara vicino al Golan e hanno impiantato almeno una decina di basi in Siria.

Soleimani, come Rommel, spunta a sorpresa in prima linea e sarebbe capace di scatenare un attacco allo Stato ebraico ben peggiore della punzecchiatura con i razzi di due notti fa. Il suo obiettivo, mai conclamato, è lo stesso nome delle brigata speciale che comanda: Al Qods, che significa «Gerusalemme».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » ven mag 11, 2018 7:10 pm

La vergogna dei veneti antisemiti e antisraeliani


REPUBBLICA VENETA: CHI HA INVESTITO SUL FUOCO IN SIRIA ORA RISCHIA DI BRUCIARSI!
https://www.facebook.com/venezia.capita ... 0565698657

La guerra Siriana, con l'intervento scoperto dello Stato "Israele", mette finalmente in luce i veri protagonisti.
Fin qui lo Stato “Israele" soffiava sul fuoco o colpiva l'esercito siriano, ma nascondeva la mano.
Ora, però, di fronte al consolidamento di un'alleanza militare tra Siria, Iraq, Iran e Libano, lo Stato Israele, temendo la perdita della sua superiorità militare, esce allo scoperto attaccando l'organizzazione dello Stato siriano.
Quella che si è appena aperta, sarà una guerra durissima, che metterà alla prova il giovane Stato "Israle", forte sì finanziariamente e tecnologicamente, ma con troppi nemici coltivati e cresciuti intorno a sé.
Una guerra che non si limiterà al fronte siriano ma che ne aprirà molti altri e in tutti i continenti.
Le vittorie tecnologiche di Israele si riveleranno presto delle "vittorie" di Pirro. "Israele" paga per la politica aggressiva che ha tenuto fin qui e per la mancanza di una politica di pace, di amicizia, di distensione con i paesi lo circondano.
La guerra aperta sarà durissima ma ancora una volta, come ci insegna la storia romana, non basterà l'impiego degli "elefanti" per vincere una guerra che si annuncia interminabile!
La Repubblica Veneta, ancora occupata, ritiene che gli equilibri internazionali non possano basarsi solo sulla prepotenza, ma sull'affermazione di una civiltà mondiale basata sul diritto. Anche noi Veneti abbiamo subito le vittorie criminali dei nostri occupanti, ma il prezzo della loro sopraffazione non potrà essere eluso!
Insomma, chi ha acceso il conflitto siriano rischia ora di bruciarsi!
Venezia 11.5.2018
Albert Gardin


Alberto Pento
Gardin anche antisemita e antisraeliano e filo nazimaomettano sei diventato.




Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani e nazisti maomettani
viewtopic.php?f=205&t=2690

Io veneto sto con Israele e i suoi ebrei che sono tra gli uomini più umani e civili della terra
viewtopic.php?f=197&t=2759

Israele da 70 anni stato indipendente, con Gerusalemme la sua capitale
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1773238259


Nel conflitto tra Israele e il mondo nazimaomettano (sciita) chi sta contro Israele e i suoi ebrei sta con i nazisti maomettani.
Solo dei fanatici e idolatri cristiani possono solidarizzare con le teocrazie nazi maomettane.
Co questi veneti io non ha nulla da spartire.
Chi non rispetta e non ama gli ebrei e Israele non merita il mio rispetto e il mio amore ed è mio nemico.
Con veneti di questa pasta immonda, illiberale, teocratica e antisemita, non si può costruire alcuna fratellanza indipendentista, alcun futuro condiviso e comune.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » sab mag 12, 2018 1:13 pm

Trent'anni dopo, ecco la rivincita di Netanyahu
L'ambasciata Usa a Gerusalemme s'inaugura con il premier all'apice del successo politico
Fiamma Nirenstein - Sab, 12/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 25547.html

G erusalemme vibra di gioia in queste ore, e anche Netanyahu.

Si preparano fuochi d'artificio sulla città di David, le strade sono ornate di fiori, il consolato americano si sta trasformando in ambasciata. Benjamin Netanyahu oltre al fragore della solita battaglia che lo accompagna da quando nel 1967 tornò dagli Stati Uniti a 18 anni per arruolarsi nelle unità speciali in una guerra di difesa da cui non si è mai più, in un modo o nell'altro, riposato, sente però adesso anche il respiro dell'apprezzamento, del pensiero positivo, del sorriso che il mondo nega al suo Paese anche quando ha ragione da vendere nella difesa dei suoi cittadini. Adesso non è così: persino l'Ue, dopo che Israele ha risposto all'incursione iraniana, ha riconosciuto il suo diritto a difendersi. Trump ha strappato il patto con l'Iran contro cui Netanyahu si è battuto solo contro tutti per trent'anni; l'Europa non vuole, ma dà molti segni nei discorsi di Macron e Merkel di cominciare a capire che non bastano i proventi degli affari per renderlo potabile. Il viaggio di Netanyahu a Mosca lo ha visto accanto a Putin mentre l'orchestra dell'Armata rossa suonava Ha tikva, l'inno nazionale israeliano. Il fatto che la stessa notte di martedì, al ritorno, Bibi abbia colpito 50 postazioni militari iraniane sul territorio di Assad protetto dai russi, significa che le ragioni di Israele non vengono ignorate, e che Putin forse capisce che il suo alleato iraniano in questa fase porta più problemi che vantaggi.

Netanyahu in questi mesi è stato addentato dai giudici e dalla polizia fino a trovare tre «testimoni di giustizia» nel suo stesso ufficio, sua moglie Sara è a sua volte interrogata per supposte malefatte. Bibi certamente è un personaggio assertivo, anche brusco. La sua fantasia è colorata, molto espressiva, e nutrita di letture. Il ministro degli Esteri della Tanzania Augustine Philip Mahiga dice che l'intelligente lettura dell'Africa post-ideologica che esce dalla Guerra Fredda ha portato Bibi nei primi posti dell'interesse africano. Così con l'India e con la Cina, col Sud America: Netanyahu ha stretto buoni rapporti col mondo, tanto che una delle solite mozioni presentate all'Unesco con la sicurezza che una votazione automatica avrebbe di nuovo sottratto Gerusalemme al retaggio ebraico, è stata bloccata. Netanyahu ha spostato l'accento da un'affannosa ricerca di accordo coi palestinesi che dicono sempre «no» alla ricerca di comuni interessi con i Paesi arabi sunniti moderati. E così i sauditi hanno aperto i cieli agli aerei israeliani che ora possono volare in India dalla via breve; l'Egitto condivide la lotta contro il terrorismo, il Bahrain dichiara che Israele fa bene a difendersi. I voti per Bibi e il suo Likud toccano ora i 42 seggi. L'economia va forte, Netanyahu ha vinto anche la sua battaglia economica (è un economista laureato) per il libero mercato e ha portato il Pil a essere più alto di quelli europei.

È logico che un primo ministro eletto quattro volte sia coperto d'accuse: la più sbagliata è che odi i palestinesi. Il suo atteggiamento non è guerrafondaio. C'è da aspettarsi che cerchi l'occasione di lasciare anche qui un segno positivo. A Bibi è stato riconosciuto di aver capito, come Churchill con Hitler, il vero pericolo mentre tutti lo negavano. Una scelta che può salvare il mondo. È la festa dell'ambasciata a Gerusalemme, la festa di Netanyahu.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Veneti e ebrei

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron