Io sto con Israele e i suoi ebrei

Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 7:02 am

Io sto con Israele e i suoi ebrei che sonon tra gli uomini più umani e civili della terra

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2759

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5416849447


Se sei veneto e uomo libero e vuoi l'indipendenza del Veneto non puoi non amare gli ebrei e Israele, che sono un grande esempio per i veneti che aspirano e sognano l'indipendenza. Incomparabile esempio di popolo e di stato come nessun altro al mondo.
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 0303265716





Amare e rispettare gli ebrei e Israele è una gioia, una necessità, un dovere, fondamento di umanità, di civiltà e di libertà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 131&t=2785
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 1981597548

Io sono veneto, italiano, europeo ed ex cristiano e gli ebrei a me, alla mia famiglia, alla mia gente veneta, all'Italia e all'Europa non hanno mai fatto del male:
non ci hanno mai offesi, discriminati e perseguitati, non ci hanno mai invasi, depredati e truffati, nemmeno ricattati, non ci hanno mai minacciati, schiavizzati, uccisi e sterminati.
I nazi maomettani invece sì da sempre.
Gli ebrei e Israele sono uno dei popoli e dei paesi più umani e civili della terra. A me veneto, italiano ed europeo gli ebrei e Israele non hanno mai fatto del male, mai nei millenni, ma solo ed esclusivamente del bene.
Si pensi solo al loro regalo al Mondo costituito dall'ebreo Gesù Cristo, ai loro 10 Comandamenti e ai 2 Comandamenti sull'amore per Dio, per il prossimo e se stessi
Grazie ebrei e grazie Israele faro di civiltà e di umanità nell'inferno incivile e disumano nazi maomettano mediorientale!

Chi nega Israele e Gerusalemme agli ebrei difatto nega la loro umanità e il loro diritto alla vita.
Poi sono i nazi maomettani detti impropriamente palestinesi a sparare agli ebrei che naturalmente e giustamente si difendono e questi criminali nazi maomettani sparano e accoltellano sopratutto donne e bambini.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 7:05 am

Domani 18 aprile 2018, Israele inizia i festeggiamenti dei suoi 70 anni.
Giulio Meotti
17/04/2018

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 1528716259

Domani Israele inizia i festeggiamenti dei suoi 70 anni. Non esiste un altro paese così al mondo, che passa da 800 mila a 8 milioni di abitanti e che ne accoglie 3 milioni. Non esiste un altro paese in guerra ogni singolo giorno, 25mila giorni di minacce, stragi, conflitti, tensioni, e che intanto vive e vibra come se la guerra non esistesse. Non esiste un altro paese che perde l'1 per cento della sua popolazione nella guerra di indipendenza. Non esiste un altro paese che ha un simile melting pot di culture e di colori. Non esiste un'altra tale concentrazione di genio, fede, sacrificio. Non esiste un altro paese nato attorno a una idea e a un ideale. Non esiste un altro paese la cui scomparsa fa palpitare cosi tante persone al mondo. Non esiste un altro paese sorto dal niente e che ha accolto i superstiti della più grande strage di massa della storia dell'umanità, facendo vivere ciò che il mondo aveva deciso che dovesse morire. Non esiste un altro paese che ha piantato nel deserto le tende della democrazia, della libertà, dei diritti umani, della cultura, della scienza, della vita. Non esiste un altro paese tanto strategico per i destini nostri, di noi occidentali ingrati. Per questo ai 70 anni di Israele ho dedicato il mio nuovo libro che uscirà ai primi di maggio.

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 5527220503



Il 14 Maggio 1948 nasce lo Stato d’Israele
Nia Guaita

https://www.facebook.com/niaguaitaoffic ... 7313319488

Il 14 Maggio 1948 nasce lo Stato d’Israele. Nel 1947, l'Assemblea delle Nazioni Unite stabilì la creazione di uno Stato ebraico e di uno Stato arabo in Palestina, con la città di Gerusalemme sotto l'amministrazione diretta dell'ONU. La dichiarazione venne accolta con favore dagli ebrei, mentre gli Stati arabi proposero la creazione di uno Stato unico federato, con due governi. Tra il dicembre del '47 e la prima metà di maggio del '48 vi saranno cruente azioni di guerra civile da ambo le parti. Il 14 maggio del 1948, venne dichiarata dal leader David Ben Gurion, la nascita dello Stato di Israele, ufficialmente entrato in essere il 15, quando, alla mezzanotte, terminò il precedente mandato britannico. Lo stesso giorno gli eserciti di Egitto, Siria, Libano, Iraq e Transgiordania, attaccarono il neonato Stato di Israele ma l'offensiva venne bloccata dall’appena sorto esercito israeliano e le forze arabe vennero costrette ad arretrare. La guerra, che terminò con la sconfitta araba nel maggio del 1949, diede origine a quella che resterà la causa degli scontri successivi: più di 700.000 profughi arabi. In seguito all'armistizio ed al ritiro delle truppe israeliane, l'Egitto occupò la striscia di Gaza, mentre la Transgiordania occupò la Cisgiordania, assumendo il nome di Giordania. Negli anni immediatamente successivi, dopo l'approvazione nel 1950 della “Legge del Ritorno” da parte del governo israeliano, si potè assistere ad una forte immigrazione, che porterà al raddoppio della popolazione di Israele. Il sostegno emotivo e politico più importante venne per gli ebrei (dopo la nascita dello Stato nazionale) dagli Stati Uniti. Il Governo Britannico del dopoguerra, non aveva la forza necessaria per controllare la situazione o trovare una mediazione con la quale soddisfare sia ebrei che arabi. Capacità che purtroppo, non furono neppure degli Stati Uniti nè di altri. Era iniziata una delle più gravi questioni del novecento, quella degli arabi e degli ebrei della Palestina.




Discorso del Primo Ministro d'Israele

https://www.facebook.com/pagnogno.mosca ... 6948618083

Il Sr. Nethanyahu ha detto:

• 70 anni fa gli ebrei sono stati condotti al macello come pecore
•60 anni fa non avevamo né un paese né un esercito
• 7 paesi arabi hanno dichiarato guerra al nostro piccolo stato, poche ore dopo la sua creazione!
• Eravamo solo 650mila ebrei, contro il resto del mondo arabo! Senza IDF (Forze di difesa israeliane). Senza una forza area potente, ma solo persone coraggiose senza meta
• Il Libano, la Siria, l'Iraq, la Giordania, l'Egitto, la Libia e l'Arabia Saudita ci hanno attaccato allo stesso tempo
• Il paese che ci ha dato le Nazioni Unite equivaleva al 65% del deserto. Il paese si trovava in mezzo al nulla
• 35 anni fa abbiamo lottato contro i 3 eserciti piú potenti del Medio Oriente, e li abbiamo spazzati...sí...in soli 6 giorni
Abbiamo lottato contro varie coalizioni di paesi arabi che possedevano eserciti moderni e molte armi sovietiche, e li abbiamo sempre sconfitti!

Oggi abbiamo:
• Un paese
• Un esercito
• Una potente forza aerea
• Un'economia di stato che esporta milioni di dollari
• Intel - Microsoft - IBM commercializzano i propri prodotti all'interno del paese
• I nostri medici ricevono premi per la ricerca medica
Abbiamo fatto fiorire il deserto, venduto arance, fiori e vegetali in tutto il mondo
Israele ha inviato i suoi satelliti nello spazio! 3 satelliti allo stesso tempo!

Non l'abbiamo mai ammesso ufficialmente, ma tutti sanno, che 60 anni fa, siamo stati condotti, invergognati e senza speranza, a morire nel deserto!
Abbiamo estirpato le rovine fumeggianti dell'Europa, abbiamo vinto le nostre guerre qui, con meno di niente. Abbiamo costruito il nostro piccolo "Impero" dal nulla.

Siamo sopravvissuti al Faraone
Siamo sopravvissuti ai greci
Siamo sopravvissuti ai romani
Siamo sopravvissuti all'inquisizione spagnola
Siamo sopravvissuti ai pogroms in Russia
Siamo sopravvissuti a Hitler
Siamo sopravvissuti ai tedeschi
Siamo sopravvissuti all'Olocausto
Siamo sopravvissuti agli eserciti di sette paesi arabi
Siamo sopravvissuti a Saddam
Continueremo a sopravvivere ai nemici presenti oggi

Ricordati: tutte le nazioni o culture che una volta hanno provato a distruggerci, oggi non esistono piú - mentre noi, viviamo ancora!
• Gli Egizi?
• I Greci?
• Alessandro Magno?
• I romani? (Qualcuno parla ancora in latino oggi?)
• Il Terzo Reich?
Ora guarda noi:
La nazione della Bibbia
Gli schiavi dell'Egitto
Siamo ancora qui!
E parliamo lo stesso idioma. Prima e ora! Gli arabi non sanno ancora ma impareranno che c'é un Dio...mentre conserveremo la nostra identitá sopravviveremo.
Quindi, perdonateci:
*se non ci preoccupiamo
*se non piangiamo
*se non abbiamo paura
Le cose vanno bene da queste parti.
Certamente, potrebbero migliorare.
Nel frattempo: non credere ai media, loro non dicono che le nostre feste continuano ad essere festeggiate, che le persone continuano a vivere, che le persone continuano ad uscire, che le persone continuano a vedersi con gli amici.
Sí, la nostra morale é bassa. E quindi? Soltanto perché piangiamo le nostre morti, mentre gli altri si rallegrano nel versare il nostro sangue?
É per questo che alla fine, noi vinceremo.

Alberto Pento commenta:
Il Signor Nethanyahu si è dimenticato di citare anche l'invasione nazi maomettana con tutto ciò che ha comportato per gli ebrei e la terra di Sion.

Palestina: Le ragioni di Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2271

Gerusalemme capitale storica sacra e santa di Israele, terra degli ebrei da almeno 3 mila anni
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2472



Menahem Begin,sesto Primo Ministro israeliano

Il 22 giugno 1982, Joe Biden era il senatore del Delaware e affrontò il primo ministro israeliano Menachem Begin durante la sua testimonianza della commissione per le relazioni estere del Senato, minacciando di tagliare gli aiuti a Israele. Cominciò con forza a rispondere:

"Non minacciarci di interrompere il tuo aiuto. Non funzionerà. Non sono un ebreo con le ginocchia tremanti. Sono un ebreo orgoglioso con 3.700 anni di storia civilizzata.
Nessuno è venuto in nostro aiuto quando stavamo morendo nelle camere a gas e nei forni. Nessuno è venuto in nostro aiuto quando stavamo cercando di creare il nostro paese. Abbiamo pagato per questo, l'abbiamo comprato. Siamo morti per questo. Ci atteniamo ai nostri principi. Li difenderemo. E, se necessario, moriremo ancora per loro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 7:05 am

12000 ISRAELIANI CELEBRANO L’INDIPENDENZA CON UNA CANZONE MOLTO POPOLARE
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 8206846534


Cante e cantori ebrei
viewtopic.php?f=197&t=2068
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 7:06 am

ISRAELE COMPIE 70 ANNI: MAZAL TOV!!!
https://www.facebook.com/i24newsEN/vide ... 0018007001


YOM HAZIKARON AL MURO DEL PIANTO
Questa mattina al Kotel, il muro occidentale di Gerusalemme, è risuonata la sirena per Yom Hazikaron, il giorno in memoria dei soldati israeliani caduti in guerra e alle vittime del terrorismo.
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 4256680929


LA DICHIARAZIONE D'INDIPENDENZA DI ISRAELE
14 maggio 1948

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 5353245486

In ERETZ ISRAEL è nato il popolo ebraico, qui si è formata la sua identità spirituale, religiosa e politica, qui ha vissuto una vita indipendente, qui ha creato valori culturali con portata nazionale e universale e ha dato al mondo l’eterno Libro dei Libri. Dopo essere stato forzatamente esiliato dalla sua terra, il popolo le rimase fedele attraverso tutte le dispersioni e non cessò mai di pregare e di sperare nel ritorno alla sua terra e nel ripristino in essa della libertà politica. Spinti da questo attaccamento storico e tradizionale, gli ebrei aspirarono in ogni successiva generazione a tornare e stabilirsi nella loro antica patria; e nelle ultime generazioni ritornarono in massa. Pionieri, ma’apilim e difensori fecero fiorire i deserti, rivivere la loro lingua ebraica, costruirono villaggi e città e crearono una comunità in crescita, che controllava la propria economia e la propria cultura, amante della pace e in grado di difendersi, portando i vantaggi del progresso a tutti gli abitanti del paese e aspirando all’indipendenza nazionale.

Nell’anno 5657 (1897), alla chiamata del precursore della concezione d’uno Stato ebraico Theodor Herzl, fu indetto il primo congresso sionista che proclamò il diritto del popolo ebraico alla rinascita nazionale del suo paese. Questo diritto fu riconosciuto nella dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917 e riaffermato col Mandato della Società delle Nazioni che, in particolare, dava sanzione internazionale al legame storico tra il popolo ebraico ed Eretz Israel [Terra d’Israele] e al diritto del popolo ebraico di ricostruire il suo focolare nazionale. La Shoà [catastrofe] che si è abbattuta recentemente sul popolo ebraico, in cui milioni di ebrei in Europa sono stati massacrati, ha dimostrato concretamente la necessità di risolvere il problema del popolo ebraico privo di patria e di indipendenza, con la rinascita dello Stato ebraico in Eretz Israel che spalancherà le porte della patria a ogni ebreo e conferirà al popolo ebraico la posizione di membro a diritti uguali nella famiglia delle nazioni. I sopravvissuti all’Olocausto nazista in Europa, così come gli ebrei di altri paesi, non hanno cessato di emigrare in Eretz Israel, nonostante le difficoltà, gli impedimenti e i pericoli e non hanno smesso di rivendicare il loro diritto a una vita di dignità, libertà e onesto lavoro nella patria del loro popolo.

Durante la seconda guerra mondiale, la comunità ebraica di questo paese diede il suo pieno contributo alla lotta dei popoli amanti della libertà e della pace contro le forze della malvagità nazista e, col sangue dei suoi soldati e il suo sforzo bellico, si guadagnò il diritto di essere annoverata fra i popoli che fondarono le Nazioni Unite. Il 29 novembre 1947, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che esigeva la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel. L’Assemblea Generale chiedeva che gli abitanti di Eretz Israel compissero loro stessi i passi necessari da parte loro alla messa in atto della risoluzione. Questo riconoscimento delle Nazioni Unite del diritto del popolo ebraico a fondare il proprio Stato è irrevocabile. Questo diritto è il diritto naturale del popolo ebraico a essere, come tutti gli altri popoli, indipendente nel proprio Stato sovrano. Decidiamo che, con effetto dal momento della fine del Mandato, stanotte, giorno di sabato 6 di Iyar 5708, 15 maggio 1948, fino a quando saranno regolarmente stabilite le autorità dello Stato elette secondo la Costituzione che sarà adottata dall’Assemblea costituente eletta non più tardi del 1 ottobre 1948, il Consiglio del Popolo opererà come provvisorio Consiglio di Stato, e il suo organo esecutivo, l’Amministrazione del Popolo, sarà il Governo provvisorio dello Stato ebraico che sarà chiamato Israele.

Lo Stato d’Israele sarà aperto per l’immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace come predetto dai profeti d’Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite. Lo Stato d’Israele sarà pronto a collaborare con le agenzie e le rappresentanze delle Nazioni Unite per l’applicazione della risoluzione dell’Assemblea Generale del 29 novembre 1947 e compirà passi per realizzare l’unità economica di tutte le parti di Eretz Israel. Facciamo appello alle Nazioni Unite affinché assistano il popolo ebraico nella costruzione del suo Stato e accolgano lo Stato ebraico nella famiglia delle nazioni.

Facciamo appello – nel mezzo dell’attacco che ci viene sferrato contro da mesi – ai cittadini arabi dello Stato di Israele affinché mantengano la pace e partecipino alla costruzione dello Stato sulla base della piena e uguale cittadinanza e della rappresentanza appropriata in tutte le sue istituzioni provvisorie e permanenti. Tendiamo una mano di pace e di buon vicinato a tutti gli Stati vicini e ai loro popoli, e facciamo loro appello affinché stabiliscano legami di collaborazione e di aiuto reciproco col sovrano popolo ebraico stabilito nella sua terra. Lo Stato d’Israele è pronto a compiere la sua parte in uno sforzo comune per il progresso del Medio Oriente intero. Facciamo appello al popolo ebraico dovunque nella Diaspora affinché si raccolga intorno alla comunità ebraica di Eretz Israel e la sostenga nello sforzo dell’immigrazione e della costruzione e la assista nella grande impresa per la realizzazione dell’antica aspirazione: la redenzione di Israele.

Confidando nella Rocca di Israele, noi firmiamo questa Dichiarazione in questa sessione del Consiglio di Stato provvisorio, sul suolo della patria, nella città’ di Tel Aviv, oggi, vigilia di sabato 5 Iyar 5708, 14 maggio 1948.
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 7:06 am

Trump difenderà Israele da tutti i suoi nemici
https://www.facebook.com/arieldavidness ... 1489149637


Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo maomettano palestinese
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 7:07 am

Israele una buona democrazia e una grande civiltà:
viewtopic.php?f=197&t=2157


Israele un paradiso di libertà anche per arabi, musulmani, cristiani e gay
viewtopic.php?f=197&t=2208




Lo Stato d’Israele è l’espressione democratica dell’autodeterminazione del popolo ebraico
Fronteggiando vivaci contestazioni, Netanyahu ha difeso in parlamento il disegno di legge su "Israele, stato ebraico"
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu mercoledì alla Knesset
(Da: Times of Israel, 26.11.14)

http://www.israele.net/lo-stato-disrael ... lo-ebraico

Con un discorso più volte interrotto da vivaci contestazioni, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha difeso mercoledì alla Knesset il controverso disegno di legge su Israele come stato nazione del popolo ebraico, accusando i suoi avversari di volere uno stato d’Israele bi-nazionale (senza più nulla di ebraico e sionista) accanto a uno stato palestinese ripulito da ogni presenza ebraica.

Netanyahu ha detto che il disegno di legge è necessario per correggere uno squilibrio storico che ha visto i diritti civili acquisire supremazia sui diritti del popolo ebraico ad avere il proprio stato nazionale.

“Il disegno di legge che sottoporrò alla Knesset – ha detto – si fonda sul fatto che lo stato di Israele è uno stato ebraico e democratico. Questi principi sono intrecciati fra loro e l’uno non sostituisce l’altro. Israele garantisce uguali diritti a tutti i suoi cittadini, senza discriminazioni di religione, sesso o etnia”.
Il disegno di legge dovrebbe andare al voto della Knesset in prima lettura mercoledì prossimo e la sua sorte potrebbe influenzare il futuro della coalizione di governo dal momento che i ministri Yair Lapid (Yesh Atid) e Tzipi Livni (Hatnua) si sono schierati in vario grado contro di esso.

“Israele – ha detto Netanyahu – è lo stato nazionale del popolo ebraico e soltanto del popolo ebraico, pur nel rispetto di tutti i diritti per le minoranze non ebraiche”.

Delineando i principi generali del suo progetto di legge sullo “stato ebraico”, il primo ministro ha riecheggiato le parole della Dichiarazione d’Indipendenza d’Israele e delle sue Leggi Fondamentali: “La Terra d’Israele è la patria storica del popolo ebraico – ha ricordato – ed è il luogo dove esso ha stabilito lo stato di Israele. Lo stato d’Israele è la patria nazionale del popolo ebraico e in esso il popolo ebraico esercita il proprio diritto all’autodeterminazione. Il diritto di esercitare l’autodeterminazione dentro lo stato di Israele spetta al popolo ebraico. Lo stato d’Israele è uno stato democratico e garantisce i diritti a tutti i cittadini secondo la legge”.

Netanyahu ha ribadito d’essere determinato a portare avanti la proposta di legge per garantire la presenza e l’autodeterminazione del popolo ebraico in Terra di Israele. Quindi, rivolgendosi direttamente ai parlamentari dell’opposizione che lo contestavano rumorosamente, ha detto: “Spiegatemi cosa non condividete di questi principi. Vorrei capire”.

Netanyahu ha poi puntato il dito contro coloro, “dentro e fuori il paese, governi e organismi non governativi, che mirano a sabotare i diritti del popolo ebraico nello stato d’Israele, e che rifiutano di riconoscere il diritto del popolo ebraico ad un proprio stato. A tutto questo dobbiamo fare fronte”.

“Capisco bene come mai Hamas non vuole accettare Israele come stato nazionale del popolo ebraico – ha aggiunto – ma non capisco perché non lo vogliano anche alcuni dei miei migliori amici nella Knesset”.
Netanyahu ha anche criticato quegli oppositori che di tutta l’attività del governo vedono soltanto, ha detto, il rifiuto di ritirarsi unilateralmente dalla Cisgiordania: “Non importano le riforme economiche, i progetti di infrastrutture in Galilea e nel Negev, lo sviluppo del sistema difensivo Cupola di ferro, la ferma posizione contro il nucleare iraniano, i successi nella lotta contro il terrorismo: se non sgomberi gli insediamenti in Cisgiordania non hai fatto niente”.
Gli oppositori, ha detto Netanyahu, vorrebbero un irresponsabile ritiro territoriale nell’illusione di placare i palestinesi. “Ma sarebbe un salto nel buio, in fondo al quale ciò che aspetta Israele non è un atterraggio morbido, ma ISIS e Hamas”.
Netanyahu ha concluso ribadendo che il testo che sottoporrà alla Knesset metterà sullo stesso piano il carattere ebraico e il carattere democratico di Israele.
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 7:08 am

Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei
viewtopic.php?f=197&t=2662

Razzismo e razzisti contro gli ebrei e Israele
viewtopic.php?f=25&t=1413

Ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael
viewtopic.php?f=197&t=2178

Ixraełe ebrei e pałestinexi arabo musulmani
viewtopic.php?f=197&t=2163



Reut, 9 anni, la figlia di Elad Salomon, che è stata massacrato la scorsa estate da un terrorista palestinese nella casa a Halamish, ha letto una lettera a suo padre ieri sera ed è scoppiata in lacrime durante la cerimonia commemorativa alla Knesset.
https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 1073942615

La lettera che ha scritto :

Caro papà,
Sono orgogliosa e ti ammiro, hai combattuto il terrorista fino a che non hai potuto e noi abbiamo potuto nasconderci.
Papà, se non lo avessi trattenuto lì, sarebbe venuto da noi e dalla mamma, al piano di sopra e chissà cosa sarebbe successo allora.
So che eri orgoglioso di noi e della nostra mamma eroina, che ci ha tenuti, tutti e cinque, al piano di sopra senza che fiatassimo, anche se abbiamo sentito tutto quello che succedeva sotto.
Papà, sarai sempre con me. In classe, a casa, nel cuore, per tutta la vita mi mancherai tanto. Per tutta la vita aspetterò che la maniglia della porta si apra, e aspetterò te, papà.
Sogno di stare lì, e correre da te che mi stringi forte ...
Papà, eri, e sarai sempre il miglior padre del mondo.

Ringrazio D-O di avermi dato un tale padre e mi chiedo, perché mio padre, Elad, è stato portato via così in fretta.
Ti amo tanto e mi manchi.
Reut
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 8:06 pm

Rothschild un banchiere ebreo dal cuore grande e Sion la terra verde di Israele


Immagine
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ROTHSCHILD IL SIONISMO E LA NASCITA DI ISRAELE
Tel Aviv 19 04 18
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9871202295

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... jardin.jpg


Sir Benjamin James Rothschild riceveva capi di stato e capitani di industria nel suo piccolo studio nel centro città, per quasi 12 ore al giorno. Era un uomo molto impegnato ed iniziava a ricevere alle 7.45.

L'appuntamento di quella mattina di novembre era un appuntamento importantissimo e fu concesso alle 7.00 in punto ma non si presentarono principi o imprenditori bensì modesti contadini e qualche contabile; erano i sionisti, i pionieri che stavano bonificando Israele.

Saltarono i convenevoli e vennero al dunque.
Aaron Zuckerman il capo della delegazione aprì la cartina sulla scrivania di James Rothschild e, puntando il dito in una zona tra Tel Aviv e Haifa, disse semplicemente : "È qui".

Rotschild : “cosa?”
“Ho già dato tanti soldi per comprare Rishon !”
"Gli arabi ci vendono le terre a prezzi dieci volte maggiori ill loro valore perche sanno che a noi servono. Sono terre sabbiose, malariche ed incoltivabili, questa zona è assolutamente inutilizzabile; non butto altri soldi in imprese folli."

Aaron Zuckerman: " Signor Rothschild, le terre che gli Inglesi ci hanno date sono poche, non bastano. Dobbiamo continuare a comprare dagli Arabi, le bonificheremo, ci pianteremo gli eucalipti e poi piano piano..."

Rothschild:" Piano piano cosa? Gli eucalipti non si mangiano. Ci vorranno decenni; non avete macchinari né sementi né attrezzature né forza lavoro: é una impresa impossibile,. No no, la mia risposta é no."

Aaron Zuckerman rimase in piedi immobile come se non avesse sentito; no era una risposta che non poteva semplicemente accettare. Aveva negli occhi quella luce quella luce che hanno i sognatori che non si arrendono mai, che vedono quello che non c'è ma sanno che ci sarà.

Zuckerman : “ La prego Sir Rotschild, gli ebrei sono perseguitati in tutto il mondo e verrrano a rifugiarsi in Israele ma dobbiamo far trovare loro terre e campi coltivabili, per ora è solo deserto….non avranno di che nutrirsi…”

Rothschild: "E allora?, ho detto no; vi prego andate in pace; ho mille impegni, faccio tanta beneficenza ma questo progetto è folle e assurdo.
Andate in pace ora….., beazhlahà".
(Beazlaha=che abbiate successo -in ebraico).

Usciti i pionieri, Rothschild prese la sua tazza di te- la prima della giornata- e scostò la tenda per guardare la città da dietro la finestra. Vide il fumo delle ciminiere, la pioggia e la nebbia di novembre che sovrastava il tutto…il fango nella strada di una Parigi invernale e triste ... poggiò la tazzina di scatto sul tavolo ed urlò alla segretaria di fermare i Zionisti prima che uscissero dall'edificio.

Aaron Zuckerman si ripresentò immediatamente :" Eccoci signor Rothschild, che c'è?"

Rothschild: " Va bene …..va bene ; avrete i soldi…. comprerò i terreni dagli Arabi ai loro prezzi gonfiati, non importa ma voglio una cosa, anzi due".

Zuckerman:"prego".

Rotschild:" Voglio che costruiate una città; piccola ma bella bellissima, dovranno esserci giardini, piante, aiuole e tanti fiori… con tante panchine all'ombra che i vecchi possano riposare nei pomeriggi d'estate....dovrà sembrare un giardino....la dedicherete a mia moglie Chana.

I Sionisti si guardarono in faccia scettici: “ Vede Signor Rotschild non è così facile né sicuro che riusciremo a...."

Rotschild li interruppe : "Poi voglio un'altra cittadina, piccola ma con attorno boschi con animali selvatici liberi e anche dei vigneti per farne il nostro buon vino ebreo e ci metterete i cavi della elettricità, il telefono e tutte le cose moderne possibili. Sarà dedicata alla memoria di mio padre Yaaqov .

Aaron Zuckerman guardò il barone Rothschild senza riuscire a fermarlo...perché poi fermarlo ?

In fondo, ora, vedeva negli occhi del barone quella stessa luce; quella luce che avevano i Sionisti, i sognatori folli. Far crescere frutta e fiori nel deserto? Un sogno, una follia niente di più.

Rothschild: “ allora Signor Zuckerman; se non credete nemmeno voi ai vostri sogni come potrò mai fidarmi di lei? Qual’è la vostra risposta dunque?”

Zuckerman avrebbe voluto dire che sarebbero stati fortunati a coltivare qualcosa di commestibile ma senza grosse aspettative; che le richieste del suo interlocutore erano esagerate ed impossibili ma si trattenne dal farlo , sorrise e disse semplicemente:

“' Signor Rothschild …...avrete le vostre due città, ve lo giuro sulla testa dei miei cinque figli."
Che poi in fondo promettere non costa niente e tanto ci sarebbero voluti tanti di quegli anni, chissà se mai...chissà..

Pomodori e fiori nel deserto? Giardini?........Ma su andiamo, siamo seri.
Però....però....
Però , se venite in Israele - e veniteci perchè è un paese bellissimo-, da Tel Aviv prendete la strada per Haifa in direzione nord. La numero 4.

Dopo un’ora e mezzo circa incontrerete una città giardino, - Pardes Chana- (Il giardino di Chana come la moglie del Barone Rothschild) Con tanti fiori e case basse ad un piano immerse nel verde e le panchine nelle piazze all’ombra per dare refrigerio ai vecchi d’estate.

Andando avanti sulla stessa autostrada troverete una cittadina adagiata su due colline con un bel boschetto e delle vigne e con tanti bei viali alberati; ristorantini e boutique nelle stesse case coloniche utilizzate 100 anni fa per bonificare la zona….E i vigneti che ancora oggi producono il vino ebreo.
Ziqron Yaqov si chiama la città ( Ziqron= Ricordo-memoria di Yaqov il padre di Sir Rothschild.)

Ma aspettate, non è finita, in mezzo alle due cittadine ve ne è una terza: BENJAMINA, piccolina ma deliziosa….non era prevista e fu dedicata a Sir Benjamin James Rothschild che rese possibile tutto questo. Perchè in fondo quando ci vuole , ci vuole.

Giardini laddove c’era il deserto . Questo fu il Sionismo; il sogno impossibile di chi non ha mai smesso di sognare.
Buon compleanno Israele e che tutti sappiano come sei nata.

*( Rishon Le Zion , rishon=primo, il primo apezzamento di terra comprata dai Zionisti in Israele )
https://it.wikipedia.org/wiki/Rishon_LeZion
Fondata nel 1882 da ebrei provenienti dall'Impero russo, fu il secondo insediamento ebraico ad essere fondato nella Terra di Israele nel XIX secolo, dopo Petah Tikva.
https://it.wikipedia.org/wiki/Petah_Tiqwa
Petah Tiqwa o Petah Tikva (in ebraico: פֶּתַח תִּקְוָה‎?, letteralmente "Soglia verso la speranza", nota come Em Hamoshavot, ossia "Madre delle Colonie") è una città di 210 376 abitanti di Israele situata nel Distretto Centrale, a nord est di Tel Aviv. La sua giurisdizione comprende 39 000 dunam (39 km²) per una densità di 5 394 abitanti per km².



La verde terra di Israele - La favola del deserto verde
9 agosto 2017
Luigi Grassia

http://www.italiaisraeletoday.it/la-fav ... erto-verde

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 68x721.jpg

«Trasformare il deserto in giardino» era la sfida dei coloni israeliani nel Neghev mezzo secolo fa. Una sfida vinta creando l’irrigazione a goccia, idea poi replicata in altre zone aride del mondo, fino a farne un business. Tanto che nel 2011 il fondo britannico Permira aveva acquisito l’80% della società israeliana Netafim, specializzata nelle soluzioni di irrigazione innovative, soluzioni create e sviluppate nel kibbutz israeliano di Hatzerim che ha fondato la stessa Netafim.

Adesso Permira vende il suo 80% al gruppo chimico messicano Mexichem, però al prezzo di 1,895 miliardi di dollari (1,6 miliardi di euro) cioè il doppio di quello che la stessa Permira aveva pagato sei anni fa. Il restante 20% di Netafim resta in mano ai lavoratori del kibbutz di Hatzerim.

Il gruppo Netafim ha 4300 dipendenti, di cui mille in Israele e 3300 sparsi fra Asia, Africa e Americhe, e ha avuto un grande ruolo nello sviluppo dell’agricoltura a livello mondiale. Reinveste gran parte degli utili in continui miglioramenti dei prodotti e nella formazione dei lavoratori, anche se il 98% di questi agricoltori del deserto ha già una laurea.

Negli Anni 60 nel kibbutz di Hatzerim si scoprì che per ottimizzare l’irrigazione occorreva che minuscole quantità di acqua raggiungessero con precisione la base delle piante, alle loro radici, senza disperdersi. Dopo i primi tentativi di irrigazione a goccia con tubi forati (1965) ne seguirono altri in cui alle gocce di acqua furono aggiunti i fertilizzanti.

Poi si escogitò un sistema per non occludere i fori. Quindi si regolò la pressione del flusso dell’acqua per superare i dislivelli del terreno. In seguito molte funzioni furono affidate ai computer e i raccolti continuarono a crescere.

«Quando arrivammo in India nello Stato del Gujarat – ricorda Rafi Mehudar, uno dei progettisti di Netafim – gli agricoltori potevano a malapena coltivare insalata. Adesso esportano pomodori». Secondo Netafim, i sistemi israeliani di irrigazione riducono di decine di punti percentuali il consumo dell’acqua e moltiplicano la quantità dei raccolti. È anche questo che consente le coltivazioni in zone altrimenti ritenute proibitive.

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... -verde.jpg
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » ven apr 20, 2018 9:47 am

Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo maomettano palestinese
viewtopic.php?f=197&t=2756


PER LA PRIMA VOLTA IL PARLAMENTO EUROPEO DENUNCIA HAMAS PER L'USO DI SCUDI UMANI

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 1487062907

Per la prima volta il Parlamento Europeo ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione che denuncia Hamas come un gruppo terroristico che “usa scudi umani”, invoca la distruzione di Israele e “sembra mirare a intensificare le tensioni” al confine tra Gaza e Israele.
La mozione chiede inoltre il rilascio dei cittadini israeliani e dei corpi di soldati caduti trattenuti dal gruppo terroristico nella striscia di Gaza. Il testo accuratamente bilanciato, frutto di intensi negoziati tra le varie fazioni del parlamento (ma alla fine presentato congiuntamente da tutti i principali gruppi politici), appoggia anche la richiesta di indagini indipendenti sull’uso da parte di Israele di munizioni vere per respingere i manifestanti al confine (pur riconoscendo che Israele già svolge proprie inchieste), chiede a Israele di esercitare autocontrollo e sollecita “la fine immediata e incondizionata [sic] del blocco della striscia di Gaza”.
La risoluzione, approvata con 524 voti a favore, 30 contrari e 92 astensioni, era iniziata con un testo decisamente contro Israele che nelle prime bozze premeva persino per un embargo sulle armi allo stato ebraico. La mozione finale di tre pagine inizia invece osservando che, nel quadro dell’attuale “marcia del ritorno” ai confini fra Gaza e Israele, Hamas ha mandato suoi uomini a lanciare bombe incendiarie e pietre, che alcuni manifestanti hanno cercato di aprire brecce nella recinzione di confine per infiltrarsi in Israele, e ricorda che Hamas è considerata dall’Unione Europea un’organizzazione terroristica che invoca la distruzione di Israele e continua a lanciare razzi da Gaza sul territorio israeliano.
La risoluzione dice inoltre che Hamas “continua a tenere sotto controllo la popolazione nella striscia di Gaza, che resta un centro di organizzazioni terroristiche riconosciute a livello internazionale”, e limita fortemente “le libertà fondamentali, incluse le libertà di associazione e di espressione”. Dopo le raccomandazioni rivolte a Israele, la risoluzione riconosce “le sfide alla sicurezza di Israele e la sua necessità di proteggere il proprio territorio e le proprie frontiere usando mezzi proporzionati” e “condanna gli attacchi terroristici di Hamas e di altri gruppi militanti contro Israele dalla striscia di Gaza, compreso il lancio di razzi, le infiltrazioni nel territorio israeliano e la costruzione di tunnel”.
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Re: Io sto con Israele e i suoi ebrei

Messaggioda Berto » ven apr 20, 2018 7:06 pm

Poveri ebrei stupidamente critici o nemici di Israele


Festa nella "fortezza-Israele", forte dell'alleato Trump, ma con lo spettro Iran
2018/04/19

https://www.huffingtonpost.it/2018/04/1 ... a_23415335

Una Indipendenza blindata. Un Paese in trincea che guarda al futuro con la consapevolezza che una nuova guerra è alle porte. È Israele nel settantesimo anniversario della sua indipendenza. Una fortezza, non ancora una casa. Lo rimarca, toccando le corde più intime di una persona, di un padre che ha perso in guerra il figlio ventenne, David Grossman, il grande scrittore israeliano, nel discorso pronunciato martedì scorso alla cerimonia organizzata da Parents Circle-Families Forum, che riunisce i parenti israeliani e palestinesi di vittime delle guerre e degli attentati. "Io spero che potremo celebrare ancora questa ricorrenza per molti anni a venire, con le future generazioni di figli, nipoti e pronipoti che vivranno qui, a fianco di uno stato palestinese indipendente, in pace, sicurezza e creatività, ma soprattutto nel tranquillo trascorrere dei giorni, in buoni rapporti di vicinato".

È l'idea di un Paese normale, quella evocata da Grossman. Un'idea ancora irrealizzata. È la "fortezza-Israele" oggi a ricordare un cammino lungo settant'anni, irto di ostacoli, di tragedie, di guerre, di dolori e di speranze. E si scopre più forte militarmente, ma al tempo stesso più vulnerabile in quella che è la psicologia di una nazione. Israele, oggi, è un Paese che, sospinto dal vivacissimo settore dell'alta tecnologia, ha un Pil pro capite di circa 40mila dollari, che lo colloca a pieno titolo tra i paesi più avanzati economicamente, alla pari di Italia e Corea del Sud e non lontano da potenze economiche come Francia e Gran Bretagna. Ma soffre anche di uno dei più alti livelli di disuguaglianza nel mondo sviluppato La povertà è particolarmente diffusa tra i cittadini arabi-israeliani (1.050.000, oltre il 20% della popolazione residente) e gli ebrei ultra-ortodossi. Questi due gruppi rappresentano quasi un terzo della popolazione e sono quelli in crescita dal punto di vista demografico e dunque rischiano, in prospettiva, se le diseguaglianze non verranno affrontate, di rallentare l'economia.

Settant'anni dopo, Israele fa ancora i conti con la propria identità nazionale, con il suo senso nella storia e nel mondo. E più che risposte, questa ricerca genera interrogativi a cui, da sola, la politica non può offrire soluzioni. Quale sia lo stato d'animo prevalente, lo testimonia un curioso incidente. L'esercito israeliano ha inviato per errore un messaggio automatico telefonico di richiamo d'emergenza per i riservisti. Dopo alcuni minuti di tensione, anche perché l'attuale fase di tensione con Siria e Palestina poteva rendere credibile l'allarme, un secondo messaggio ha chiarito che il richiamo era partito accidentalmente. "È stato un malfunzionamento sul quale indagheremo", ha spiegato un portavoce di Tsahal, le Forze di difesa dello Stato ebraico.

Uno Stato che celebra se stesso e che, nell'agire dei suoi governanti, cancella gli spazi per edificarne uno ad esso vicino: lo Stato di Palestina. Nei circoli intellettuali progressisti è da tempo aperto un dibattito sullo Stato bi-nazionale. Così si era espresso, in una recente intervista a HuffPost, Zeev Sternhell, il più autorevole storico israeliano: "Integrazione o apartheid: tertium non datur. A Gerusalemme come nella West Bank, non devono esistere due leggi e due misure, una per i cittadini ebrei e l'altra, penalizzante, per i palestinesi. Ritengo peraltro che la prospettiva di uno Stato binazionale democratico possa essere un terreno d'incontro, di iniziativa comune, tra quanti, nei due campi, credono ancora nel dialogo e nella convivenza".

Israele è un sogno realizzato, anche se nel suo divenire si è scoperto meno idilliaco di quanto immaginato. Lo dice con orgoglio e amore , speranza e inquietudine, Amos Oz ad Elena Lowenthal per La Stampa, in un suggestivo ed emozionante confronto a tre, con David Grossman e Abraham Bet Yehoshua. "Ho paura per il futuro. Ho paura del fanatismo e della violenza. Ma sono contento di essere cittadino di uno Stato che conta otto milioni e mezzo di profeti, otto milioni e mezzo di primi ministri, otto milioni e mezzo di messia. Non ci si annoia, qui. Ci si arrabbia, ogni tanto arrivano frustrazione e collera, ma non di rado anche fascinazione ed entusiasmo. Questo è uno dei posti più interessanti del mondo". "Per me – dice Yehoshua - la conquista più importante di questi settant'anni è la legittimità dell'esistenza dello Stato ebraico sia nel contesto mondiale, compresa una parte del mondo arabo e islamico, sia all'interno dell'ebraismo: oggi Israele esiste perché deve esistere, perché è ovvio che esista. Questa legittimità ce la siamo conquistata non solo con la forza delle armi, ma anche nella capacità che questo Paese ha dimostrato di assorbire milioni di profughi. C'è ancora tanto da fare, sono ancora in molti a negare il suo diritto all'esistenza. Ma ci siamo e ci saremo".

Israele vorrebbe sentirsi "normale", ma i venti di guerra che spirano dalla Siria proiettano ombre inquietanti su un futuro che si fa presente. E' l'incubo-Iran che si materializza sempre più. "L'espansionismo di Teheran, che può essere visto come il riempimento del vuoto lasciato dal ritiro americano dalla regione sotto l'ex presidente Barack Obama, si è tradotto in una presenza militare iraniana ai confini settentrionali di Israele" scrive nell'editoriale di apertura il Jerusalem Post. "Amir Eshel, ex comandante dell'aviazione israeliana, ha recentemente rivelato che i raid compiuti da Israele in Siria a partire dal 2012 per impedire all'Iran di contrabbandare armi micidiali a Hezbollah in Libano, o per altri obiettivi difensivi, si avvicinano ad un numero a tre cifre. Martedì scorso il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto che i servizi di sicurezza israeliani sono mobilitati per sventare tentativi iraniani di colpire diplomatici israeliani all'estero. Mentre il presidente americano Donald Trump manifesta l'intenzione di ritirare le sue truppe dalla Siria e quello russo Vladimir Putin non può o non vuole tenere a freno l'Iran, uno scontro tra Israele e Repubblica islamica sembra quasi inevitabile...".

L'inevitabilità di una nuova guerra emerge dalle analisi degli strateghi militari, affiora dalle parole, e dai silenzi, dei leader politici. Secondo fonti israeliane la presenza militare di Teheran in Siria ammonta ad almeno 15mila militari e pasdaran cui si aggiungono 10 mila Hezbollah libanesi e circa 50 mila miliziani sciiti iracheni, afghani e pakistani. Non è solo questione di numeri, ma della loro dislocazione. I pasdaran sono presenti massicciamente nelle zone di Damasco (distante solo poche decine di chilometri dalle alture del Golan) e di Aleppo e questo è già di per sé motivo da allarme rosso per Israele. Quella mediorientale è una polveriera pronta a esplodere. Una polveriera nucleare, che, anche su questo versante, vede Israele versus Iran.

Ai media israeliani sono state diffuse questa mattina foto di ricognizione aerea che indicano, secondo la difesa, come Teheran abbia aumentato la sua alleanza militare con il regime di Assad sotto gli auspici del comandante della forza aerea dei Guardiani generale Amir Ali Hajizadeh. Le basi aree, indicate dalle foto, che incardinano questo incremento delle attività dei Guardiani sono cinque: la già colpita base T4 nella Siria centrale, l'aeroporto di Aleppo, lo scalo di Damasco, un altro campo di aviazione a sud della capitale, e la base di Deir ez-Zor. Quest'ultima ripresa lo scorso anno all'Isis. E potrebbero essere tutti possibili obiettivi israeliani - hanno aggiunto i media - se l'Iran dovesse mettere in pratica le sue minacce. Il sistema di difesa israeliano - secondo Times of Israel - crede che l'attacco possa essere condotto dai Guardiani della Rivoluzione iraniani attraverso missili terra terra o droni armati. Un inizio - ha aggiunto il sito - per successivi scontri tra Israele ed Iran condotti questa volta da fiancheggiatori di Teheran come gli Hezbollah. Ynet, il sito on line di Yediot Ahronot, il più diffuso giornale israeliano, nei giorni scorsi ha riportato che l'esercito ha rafforzato le sue difese aeree e terrestri per fronteggiare un potenziale attacco iraniano, anche in questo caso condotto dai Guardiani di Teheran. "Non c'è indicazione di quando uno di questi attacchi possa aver luogo, ma le feste dell'Indipendenza di giovedì - ha scritto Times of Israel - sono un obiettivo invitante per l'Iran". Il giorno dell'Indipendenza è trascorso senza attacchi, ma in Israele sono in tanti, la maggioranza, a credere che ormai sia solo questione di tempo.



Natalie Portman rifiuta il “Nobel ebraico” per la pace
Un suo portavoce ha spiegato che «recenti avvenimenti in Israele sono stati estremamente dolorosi per lei»
20/04/2018

http://www.lastampa.it/2018/04/20/ester ... agina.html

L’attrice e produttrice israelo-americana Natalie Portman ha fatto sapere che non andrà in Israele a giugno a ritirare il«Premio Genesis», definito il Nobel ebraico, a «causa di recenti avvenimenti» nel paese. La cerimonia è stata cancellata.

«I recenti avvenimenti in Israele sono stati estremamente dolorosi per lei e non si sente a proprio agio nel partecipare ad alcun evento pubblico in Israele. Non può partecipare alla cerimonia con la coscienza pulita», hanno fatto sapere dall’entourage di Portman. Il ministro della cultura Miri Regev ha commentato che l’attrice «ha ceduto alle pressioni del Bds», movimento boicottaggio di Israele.



Natalie sarebbe stata la prima donna ad essere insignita del Genesis, premio da 1 milione di dollari assegnato ogni anno a chi, per i risultati professionali e per la dedizione ai valori ebraici, può essere d’ispirazione alle nuove generazioni di ebrei.

L’annuncio era stato fatto lo scorso novembre: «Portman rappresenta i tratti salienti del carattere ebraico e i valori del nostro popolo con la sua tenacia, il duro lavoro, la ricerca dell’eccellenza, la curiosità intellettuale e il desiderio sincero di contribuire a rendere il mondo un posto migliore», aveva dichiarato il co-fondatore del premio, Stan Polovets.

La Fondazione Genesis ha mostrato massimo rispetto per la sua scelta: «Portman è un’attrice completa, un’attivista sociale impegnata e un meraviglioso essere umano. Il personale della Fondazione ha goduto del suo sapere negli ultimi sei mesi (dal momento dell’annuncio del premio), ammira la sua umanità e rispetta il suo diritto di dissentire pubblicamente con le politiche del governo di Israele», ha scritto la direzione della Fondazione in una nota. Non l’ha presa bene invece il ministro della Cultura di Tel Aviv, Miri Regev, che ha accusato Portman di aver «ceduto alle pressioni del Movimento di boicottaggio di Israele».

Il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni è un gruppo politico transnazionale mira a pressioni economiche su Israele perché concluda l’occupazione dei territori palestinesi. Natalie Portman, nata Natalie Hershlag, è Un’attrice, regista e produttrice cinematografica israeliana naturalizzata statunitense.




Giulio Meotti

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 7273705995

C'era già qualcosa di particolarmente penoso nell'articolo di David Grossman che ieri su tutti i giornali italiani accusava il proprio paese di "apartheid". Strana apartheid in effetti, considerando che il 20 percento della popolazione israeliana è composta da arabi, che 17 membri della Knesset sono arabi, che è arabo un giudice della Corte Suprema e che ci sono arabi nel corpo diplomatico e ai vertici dell'esercito.
Ma forse più penoso è che il giorno dopo una attrice che vive attorniata da guardie del corpo, che trascorre la vita come in un videogame, in una villa di Beverly Hills o in un attico di Central Park Avenue, di fronte al “Nobel ebraico” assegnato ogni anno in Israele, dica di no. È il caso di Natalie Portman, che cita a motivazione del boicottaggio i “recenti avvenimenti” a Gaza. In effetti è avvenuto piuttosto di recente che l'esercito israeliano dovesse difendere la vita di migliaia di propri concittadini sigillando un confine che Hamas tenta ogni venerdì di assaltare e abbattere. Ora, visto che Portman sembra piuttosto disinformata, ecco l'ultimo comunicato di Hamas.
Gli islamisti di Gaza hanno speso 75.000 dollari per rimborsare 350 palestinesi rimasti feriti. Le andrebbe ricordata anche un'altra cifra: 120 milioni di dollari spesi da Hamas in tunnel e armi dal 2014 e ogni tunnel che costa dai 3 ai 10 milioni di dollari.
L'apartheid del terrore. Adesso Natalie Portman, in tutta coscienza, deve boicottare anche la cerimonia degli Oscar a Hollywood visti i “recenti avvenimenti” in Siria, ovvero il bombardamento da parte del suo governo di un paese a 9mila chilometri di distanza. Visto che Israele, che a Natalie Portman sta così sulle palle, è l'unico paese costretto a dispiegare il proprio esercito sulla soglia di casa.



TOGLIERE IL "FEROCE" ASSEDIO SU GAZA? LA CONDIZIONE E' SEMPLICE : CHE NON CERCHINO DI UCCIDERCI
Caitlyn Martin
20/04/2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 0010384388

Come chiunque, anch’io adoro le storie toccanti. E adoro l’idealismo di alcuni miei amici pacifisti anche se, a volte, ho l’impressione che cozzi con la realtà. Ad ogni modo, stavo leggendo e godendomi un articolo commovente di una di queste amiche sui sudanesi richiedenti asilo in Israele quando, verso la fine, sono incappata in questa frase:

“Leggo molti bei blog e post di amici a me politicamente vicini che si domandano come possono festeggiare il 70esimo Giorno dell’Indipendenza mentre Israele tiene milioni di persone sotto un feroce assedio a Gaza”.

Un feroce assedio? Sul serio? Come quelli delle guerre civile arabe che tagliano acqua e medicinali, mentre da Israele a Gaza passano centinaia di camion di rifornimenti ogni giorno? E l’Egitto, che confina con Gaza, non ha niente a che fare con tutto questo? E Hamas? Di chi era la colpa quando, nell’agosto dello scorso anno, l’Autorità Palestinese ha dichiarato che Hamas bloccava la costruzione di un impianto di desalinizzazione a Gaza? E non è forse Israele che si era offerto, anni fa, di costruire l’impianto, per vederselo rifiutare da Hamas? Chi è che ha distrutto tutte le serre nella striscia di Gaza, quando le Forze di Difesa israeliane si sono ritirate portandosi via tutti i civili ebrei che vi abitavano? Quelle serre avevano fruttato milioni a Israele, in esportazioni agricole. Quanti abitanti di Gaza avrebbero potuto nutrire?

Cosa ne è stato delle centinaia di milioni di dollari in aiuti internazionali che confluiscono ogni anno a Gaza? Sarebbero stati sufficienti per costruire ospedali ben attrezzati, abitazioni moderne, infrastrutture di buon livello e altre forme di sostegno di cui la popolazione di Gaza ha realmente bisogno. Ma, evidentemente, dev’essere colpa di Israele se Hamas dirotta i fondi verso armi, terrorismo e tunnel per infiltrazioni. O per arricchire i capi di Hamas. A marzo 2014 si contavano circa 1.700 funzionari di Hamas milionari. Nel luglio dello stesso anno Globes parlava di funzionari di Hamas miliardari. Come si fa ad attribuire tutta e solo a Israele la responsabilità per la povertà e le sofferenze di Gaza?

Ho chiesto più volte ai miei agli amici idealisti e pacifisti: come pensate che si possa porre termine all’”assedio” di Gaza senza che ciò costi un incalcolabile numero di vite umane? Hamas non ha forse detto innumerevoli volte cosa succederebbe se i palestinesi di Gaza potessero attraversare liberamente il confine? Non ha forse messo perfettamente chiaro – a parole e coi fatti – che i suoi attivisti non esiterebbero a uccidere ogni possibile ebreo israeliano, comprese me e la mia famiglia, i pacifisti e le loro famiglie?

Israele deve essere pronto, come sempre, a fare la pace e a offrire tutto l’aiuto che occorre. L’unica condizione è molto semplice: che non cerchino di ucciderci. È chiedere troppo?

Quindi, sì, posso celebrare serenamente Yom Ha’Azmaut. E posso essere fiera del paese che mio padre ha contribuito a costruire e difendere, insieme a centinaia di migliaia di altri, 70 anni fa. Posso fare tutto questo senza incolpare il nostro popolo e la nostra nazione per ciò che sta accadendo a Gaza. I palestinesi stessi avrebbero la possibilità di rendere migliore la loro vita, e non ho dubbi che Israele li aiuterebbe, se solo le condizioni lo permettessero.

Nella foto il video messaggio di un attentatore suicida di Hamas: “Sappiamo che non esiste sangue migliore del sangue degli ebrei”

Alberto Pento
Ad essere assediato dai gazo-nazi-maomettani è Israele e non il contrario.
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