Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » lun lug 08, 2019 8:22 pm

Salvini, Zaia e la comunità ebraica “Chi tocca un ebreo tocca uno di noi”
8 luglio 2019

http://www.italiaisraeletoday.it/salvin ... e1ompg97VI

“I dibattiti sul passato storico non mi appassionavano quando li faceva Renzi, non mi appassionano se li fa Di Maio. Non torneranno più né fascismo, né comunismo, né nazismo fortunatamente. Siamo nel 2019: parliamo di lavoro, parliamo di immigrazione, di ponti da ricostruire, di ferrovie, di tunnel, strade e autostrade, di porti e aeroporti. Chi dibatte su orrori storici di 70 anni fa, secondo me non è al passo coi tempi”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini commentando le affermazioni di Luigi Di Maio sugli alleati della Lega.

“Tirare fuori questa cosa è di cattivo gusto – ha aggiunto Zaia, governatore del Veneto-. Chi tocca un ebreo è come toccasse uno di noi”.

“Anche Matteo Salvini ha visitato Israele e affronta questi temi” e “io ho un ottimo rapporto con la comunità ebraica: sono uno di quelli che fa attività e iniziative ad esempio rispetto al fatto che c’è una corrente negazionista sulla rete”. “Quindi no al negazionismo e sì alla tutela delle comunità ebraiche e alla loro protezione”, ha concluso.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » mer lug 24, 2019 7:11 pm

USA. CAMERA DEPUTATI CONDANNA BOICOTTAGGIO ANTI ISRAELE
24 luglio 2019

https://www.shalom.it/blog/mondo/usa-ca ... S4LcYGnyms

Con una maggioranza schiacciante di 398 voti favorevoli e 17 contrari, i deputati americani hanno approvato una misura che condanna le iniziative di boicottaggio economico d'Israele. Il voto arriva dopo mesi di tensioni attorno alle due giovani neo deputate democratiche musulmane Ilhan Omar e Rashida Tlaib, accusate di antisemitismo e prese particolarmente di mira dal presidente americano Donald Trump. Entrambe si sono espresse pubblicamente contro il provvedimento, dichiarando che viola il principio di libertà di parola e il diritto di partecipare a boicottaggi per la difesa dei diritti umani e civili. Il presidente della Commissione Esteri, il deputato democratico di New York Eliot Engel, ha difeso in aula il provvedimento, accusando il movimento internazionale di boicottaggio anti israeliano Bds di andare oltre il legittimo diritto di critica.
"Volete criticare quel governo? - ha detto - È vostro diritto. Volete smettere di compare prodotti di un certo paese? anche questo è vostro diritto. Ma partecipare ad uno sforzo internazionale che mina la legittimità di Israele e affossa la possibilità di una soluzione con due stati non è la stessa cosa che esercitare i diritti del Primo emendamento. È una frode. È odio contro Israele e gli ebrei".

Intervenuta in aula, Tlaib, che è di origine palestinese, ha parlato di "attacco alla libertà di parola e al diritto di boicottare le politiche razziste del governo e dello stato d'Israele". Tlaib e Omar, assieme con il deputato democratico John Lewis, figura di primo piano nel movimento per i diritti civili, hanno presentato un'altra mozione che, senza citare il movimento Bds, sottolinea come gli americani abbiano "il diritto di partecipare ai boicottaggi in sostegno dei diritti civili sia in patria che all'estero". Ma il testo ha ottenuto pochi altri sostenitori e per e per il momento non è prevista una sua messa ai voti.




Anche il Senatore Rand Paul si schiera con Donald Trump tra i critici della dep. Ilhan Omar
2019/07/22

https://osservatorerepubblicano.com/201 ... RVm--3tJvs

Dopo il tweet di fuoco del Presidente Donal Trump, che ha scatenato un mediastorm in tutto il mondo per il suo “sessismo” e “razzismo”, anche il Senatore del Kentucky, Rand Paul, ha espresso la sua opinione dando ragione al Presidente durante una dichiarazione rilasciata a Wave 3 News.

Il Senatore repubblicano ha dichiarato che la deputata Ilhan Omar merita un rimprovero per le sue dichiarazioni piene di odio per il paese che la ha accolta quando era rifugiata.

Penso meriti un rimprovero per aver provato a dire che questa nazione sia marcia

ha aggiunto

Dice [Ilhan Omar] che questo è un posto terribile, un paese senza giustizia ed altro. È un membro del Congresso, è arrivata qui 20 anni fa da rifugiata. È stata eletta al Congresso. Non posso immaginare nazione migliore, la elegge e lei la disprezza e la insulta!

Difficile contestare i commenti di Rand Paul.

Nemmeno noi possiamo pensare ad un paese migliore, dove in 20 anni si passa dall’essere un rifugiato a diventare rappresentante eletto al Congresso. Difficile trovare uno Stato in cui una “scalata” simile sia possibile.

Ci sono stati casi simili anche in Italia, si pensi al Senatore Toni Iwobi, nato in Nigeria, eletto al Senato con la Lega di Salvini, ma il tutto non si è certo concretizzato in 20 anni. E la grande differenza tra il nostro Senatore Iwobi e la rappresentante Omar è una e non di poco conto: il Senatore Iwobi non insulta lo Stato che lo ha accolto e poi eletto, ne disprezza le sue istituzioni. Invece, la deputata dem Ilhan Omar non fa altro che vomitare odio verso gli Stati Uniti, la loro cultura e le sue istituzioni. Una vergogna.



Anche il Senatore Rand Paul si schiera con Donald Trump tra i critici della dep. Ilhan Omar
2019/07/22

https://osservatorerepubblicano.com/201 ... RVm--3tJvs

Dopo il tweet di fuoco del Presidente Donal Trump, che ha scatenato un mediastorm in tutto il mondo per il suo “sessismo” e “razzismo”, anche il Senatore del Kentucky, Rand Paul, ha espresso la sua opinione dando ragione al Presidente durante una dichiarazione rilasciata a Wave 3 News.

Il Senatore repubblicano ha dichiarato che la deputata Ilhan Omar merita un rimprovero per le sue dichiarazioni piene di odio per il paese che la ha accolta quando era rifugiata.

Penso meriti un rimprovero per aver provato a dire che questa nazione sia marcia

ha aggiunto

Dice [Ilhan Omar] che questo è un posto terribile, un paese senza giustizia ed altro. È un membro del Congresso, è arrivata qui 20 anni fa da rifugiata. È stata eletta al Congresso. Non posso immaginare nazione migliore, la elegge e lei la disprezza e la insulta!

Difficile contestare i commenti di Rand Paul.

Nemmeno noi possiamo pensare ad un paese migliore, dove in 20 anni si passa dall’essere un rifugiato a diventare rappresentante eletto al Congresso. Difficile trovare uno Stato in cui una “scalata” simile sia possibile.

Ci sono stati casi simili anche in Italia, si pensi al Senatore Toni Iwobi, nato in Nigeria, eletto al Senato con la Lega di Salvini, ma il tutto non si è certo concretizzato in 20 anni. E la grande differenza tra il nostro Senatore Iwobi e la rappresentante Omar è una e non di poco conto: il Senatore Iwobi non insulta lo Stato che lo ha accolto e poi eletto, ne disprezza le sue istituzioni. Invece, la deputata dem Ilhan Omar non fa altro che vomitare odio verso gli Stati Uniti, la loro cultura e le sue istituzioni. Una vergogna.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » gio ago 08, 2019 10:45 pm

Sopravvissuta all’Olocausto riunisce i suoi 400 discendenti per il compleanno
2019/08/08

https://www.lastampa.it/esteri/2019/08/ ... xZe80KUwpM

GERUSALEMME. Quattrocento sorrisi sullo sfondo del Muro Occidentale nella Città Vecchia di Gerusalemme. Il più raggiante è quello di Shoshana Ovitz, 104 anni, sopravvissuta ad Auschwitz. Per il suo compleanno, celebrato mercoledì scorso sul luogo più santo per l’ebraismo, aveva espresso il desiderio di riunire i suoi discendenti in una foto di gruppo che è molto più di un iperbolico ritratto famigliare.

È il trionfo della vita sull’orrore della Shoah. Figli, nipoti e pronipoti sono arrivati in Israele da tutto il mondo per augurare all’eroica matriarca “ad meah veesrim” (la formula idiomatica che in ebraico significa “possa tu vivere fino a 120 anni”). Le loro foto al Kotel stanno facendo il giro del mondo attraverso i social media. Lo scatto più emozionante è quello dell’anziana signora, sorridente e con lo sguardo vivace, che tiene per mano un pronipote, un bambino con l’aria altrettanto vispa.

Shoshana era una giovane donna quando, ad Auschwitz, vide con i suoi occhi Josef Mengele, il medico nazista che usava i deportati come cavie umane, prelevare sua madre. È questo l’ultimo ricordo che ha di lei. Dopo la guerra, Shoshana incontrò l'uomo che sarebbe poi diventato suo marito, Dov Ovitz. Lui aveva perso la moglie e quattro figlie nella Shoah. Insieme cercarono i parenti sopravvissuti e dopo aver vissuto in Austria per un po’, decisero di stabilirsi ad Haifa, sulla costa nel nord di Israele. Nella nuova patria condussero una vita semplice: Shoshana lavorò come sarta e aiutò Dov nella gestione di un negozio di polli. Dalla loro unione, un incontro tra indicibili sofferenze, potente amore per la vita e incrollabile fede, nacquero quattro figli. Oggi i loro discendenti sono quattrocento.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » lun ago 12, 2019 7:47 pm

Un confronto con demenziali venetisti venezianisti antisemiti

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... up_comment



Gino Quarelo
Piero Pazzi si dice non antisemita, ma lo è al 100%, infatti trabocca di pregiudizi antisemiti, guardate cosa scrive:

Piero Pazzi
i venetisti non sono contro gli ebrei ci mancherebbe... Pochi sanno però che è per opera degli ebrei che Napoleone distrusse la Repubblica Veneta, infatti il delinquente corso aveva bisogno di fiumi di denaro che gli furono prestati .... A parte questo non si può adossare sugli ebrei attuali la colpa dei loro avi così come sarebbe surreale colpevolizzare tutti gli ebrei perchè i loro avi hanno costruito la croce con la quale fu crocefisso Cristo e scelsero tra lui e Barabba. Tutti possono, attraverso della storia, sincerarsi di come gli ebrei furono protetti dalle Leggi della Repubblica Veneta, negare questo è puro "negazionismo" per usare un termine capibile a rutti.

Gino Quarelo scrive:

A riguardo occorre qualche precisazione.
Ai tempi di Napoleone ogni stato europeo, da secoli, aveva i suoi banchieri che lo finanziavano e gran parte di questi erano cristiani più che ebrei.
Così è stato anche in Francia, i banchieri (cristiani ed ebrei) hanno finanziato lo Stato francese rivoluzionario; chi invece ha finanziato direttamente Napoleone durante la sua campagna d'Italia (e l'invasione delle terre venete) è stata l'aristocrazia veneziana con milioni di ducati nella speranza di tenersi buono Napoleone.

A condannare e a crocifiggere l'ebreo Gesù Cristo furono i romani e non gli ebrei, mi pare che non si sappia chi abbia fornito il legno per fare la croce, però si sa che ad erigerla furono i soldati romani, come pure a piantare i chiodi sugli arti del condannato a morte.
Poi sulla scelta di salvare il patriota Barabba anziché l'eretico e blasfemo Gesù Cristo, avrei salvato anch'io Barabba; agli ebrei il giorno di Pasqua era consentito come regalo dei romani di salvare uno solo dei condannati a morte dai romani; il fatto di aver scelto di salvare Barabba non significa che siano stati gli ebrei a uccidere Cristo (è come se io mi tuffassi in acqua dove sono cadute due persone e dopo averne salvata una venissi accusato della morte dell'altra per non averla salvata, mi pare non sensato).

Che gli ebrei siano stati tutelati nel ghetto dalla Serenissima, nessuno lo mette in discussione, infatti sono i veneti venezianisti indipendentisti di oggi perlopiù cristiani ad essere ferocemente e demenzialmente antisemiti e antisraeliani.


https://cronologia.leonardo.it/storia/a1797b.htm

Se la repubblica veneta (meno isolazionista) avesse dato ascolto ai consigli dell'Austria e si fosse unita agli imperiali, il Bonaparte (forse) si sarebbe trovato a malpartito; invece la Serenissima non ebbe il coraggio di agire con energia e l'accortezza di sfruttare i disagi delle popolazioni e non solo lasciò senza aiuti alcuni abitanti della terraferma che si erano levati in suo favore, ma, impaurita dalle furiose proteste del generalissimo francese (si chiuse a riccio, come da un po' di tempo era avvezza) acconsentì a somministrargli un milione al mese per la durata di un semestre.



Gino Quarelo
Infatti io amo gli ebrei, primo perché non mi hanno mai fatto del male e poi perché mi hanno fatto solo del bene e tanto, con la loro storia e la loro intelligenza, con la loro umanità e la loro civiltà.
Al contrario dei nazi maomettani.


Piero Pazzi
Gino Quarelo concorderai che non tutti la vedono così proprio per questo dovrebbero farsi amare di più, come sono stati perdonati per aver fatto la croce su cui hanno crocefisso Cristo (direbbe Papa Francesco innamorato dei musulmani). Comunque indipendentemente dalle beghe e dai vari dissapori tra i popoli sarebbe ora che tutti rispettassero tutti.


Gino Quarelo
A uccidere l'ebreo eretico Gesù Cristo furono i romani e non gli ebrei, i soldati romani eressero la croce, piantarono i chiodi e poi lo trafissero con la lancia.
Gli ebrei ortodossi invece uccisero l'ebreo eretico cristiano Santo Stefano lapidandolo, ed è considerato il primo martire cristiano.


Piero Pazzi
non è proprio così .... la folla (non romana) lo condannò scegliendo la libertà per Barabba (atto che condanna la Democrazia di Deicidio) e la croce non fu certo costruita da falegnami romani ..... Comunque queste sono cose del passato, oggi bisognerebbe rispettarci tutti .... Poi non dovresti aditare Cristo come eretico, un buon gesuita direbbe che eretico fu semmai il popolo ebraico che non seppe ricoscere il Messia.

Gino Quarelo
No no gli ebrei il giorno di Pasqua come era tradizione romana, tra i due condannati scelsero di salvare il patriota Barabba, ma non furono loro a decretare la morte di Cristo, furono i romani.
Cristo era un ebreo eretico e blasfemo per gli ebrei ortodossi e anche per me che non sono ebreo.
Uno che si crede il Messia, l'unto del Signore, figlio di Dio e Dio stesso e Salvatore del mondo è solo un esaltato blasfemo.

Piero Pazzi
Gino Quarelo non appigliarti a cavilli formali .... Cristo fu la vittima più illustre della Democrazia, e fu il popolo (ebraico) a mandarlo al patibolo scegliendo Barabba..... Comunque loro sono stati perdonati di questa condotta già dai tempi della defunta Santità di Giovanni XXIII e dovrebbero anche loro cominciare a perdonare coloro che hanno fatto dei crimini nei loro riguardi sempre che questi si siano pentiti ....


Gino Quarelo
No no mi dispiace gli ebrei salvarono Barabba potevano salvare solo uno dei condannati, ma non uccisero Cristo, furono i romani a farlo, la croce è un sistema di uccisione dei romani non degli ebrei che usavano la lapidazione.

Maurizio Bedin
Piero Pazzi piu sopra, in qualche intervento, ho detto a Gino che non si può conversare o dialogare con lui.
È un assolutista!
Nel senso che lui ha l'assoluta verità della SUA versione di ogni cosa. Dissente anche sui particolari e virgole.
Fai tu.

Roberto Poli
Un esaltato convinto. Popolo "eletto", ma da chi? Da un dio che NULLA HA ACHE FARE col Padre proclamato da Cristo! Altro che "eretico"! E vergogati Gino Quarelo perche se parli come parli evidentemente le cose (e la STORIA) la conosci, e al pari dei tuoi amati, la deformi a tuo piacimento!
Pussa via dal Veneto! Va in Israele e taci!

Gino Quarelo
Blasfemi idolatri presuntuosi e arroganti.


Roberto Poli
Essere Veneto e non riconoscersi in San Marco e nella politica d'ispirazione evangelica. Dare a Cristo dell"eretico". Per me è sufficiente per esiliarti a vita. Te e i tuoi discendenti.

Gino Quarelo
Per fortuna gli idolatri blasfemi, teocratici e assolutisti come te non possono esiliare più nessuno.
A me interessano esclusivamente i valori, i doveri e i diritti umani naturali e universali e civili tra cui la libertà religiosa e dalle religioni.
Tu puoi ispirarti a chi vuoi a me basta che rispetti gli altri che non sono cristiani come me che sono aidolo e come gli ebrei; se non li rispetti sarai tu ad essere esiliato e magari messo in prigione.

Io sono veneto e non sono marciano e nemmeno serenissimo, il mio ideale socio-politico statuale è la Svizzera e non la Serenissima.

Roberto Poli
S'è per questo uno dei tuoi cari amici mi ha già augurato una pallottola in mezzo agli occhi. Vedi te come tremo.. I sostenitori del demonio!


Gino Quarelo
Il demonio è sempre nella testa e nel cuore degli idolatri che demonizzano gli altri.
Da come parli dovresti essere anche un criminale antisemita.


Roberto Poli

E finiamola con questa pantomima degli ebrei perseguitati.. Chiediti perché! Ah, ma la sottomissione degli "altri Popoli" al Popolo eletto è scritta e garantita dall'Antico Testamento.. E Israele? Una terra rubata alla terra, ma va bene, Gaza rasa al suolo, e va bene...
Eh, fortuna che esistono gli atei come te a dire le cose come stanno.


Gino Quarelo
Io non sono ateo sono aidolo, somaro.

Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e occupato alcuna terra altrui
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2825
Gli ebrei d'Israele non hanno rubato e non hanno occupato nessuna terra altrui, nessuna terra palestinese poiché tutta Israele è la loro terra da 3mila anni e la Palestina è Israele e i veri palestinesi sono gli ebrei più che quel miscuglio di etnie legate dalla matrice nazi maomettana abusivamente definito "palestinesi" e tenute insieme dall'odio per gli ebrei e dai finanziamenti internazionali.


Roberto Poli
1 - Intanto somaro dillo ai tuoi amici e/o parenti.
2 - Venerare e inchinarsi davanti a dei rotoli di pergamena.. Noooo non è mica idolatria. Pietosi.


Gino Quarelo
Somaro lo dico a te e mi scuso tanto con i somari per averti paragonato a loro.
Io non mi inchino a nessun idolo, ma solo a baciare la terra e per bere l'acqua dalle sorgive dei monti.
Gli ebrei sono liberi di venerare i loro rotoli di storia e di saggezza, a me non fanno alcun male e in Israele vivono liberamente e sono rispettati i religiosi e i non religiosi, gli atei e gli aidoli.

Roberto Poli
Certo! E che continuino a farne la loro Legge. In Israele.
Che lascino IMMEDIATAMENTE tutti i ruoli di potere e controllo che hanno ottenuto con l'inganno in tutti i paesi sotto il loro controllo monetario. Anche se essere usurai è un sostentamento garantito dai loro rotoli.

Gino Quarelo
Controllo monetario, imbecille antisemita.
La Veneto Banca e la Banca Popolare Vicentina erano gestite da cristiani e non da ebrei.
Nel medioevo i banchieri più usurai erano cristiani come i Medici di Firenze
https://it.wikipedia.org/wiki/Medici


Il venetismo venezianista è diventato un covo di fanatici nazi venezianisti demenzialmente antisemiti antigiudei e antisraeliani.
viewtopic.php?f=153&t=2880
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3848977870
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » mar ago 13, 2019 7:35 am

Non si può fare la pace con chi ti vuole uccidere
12 agosto 2019
Ugo Volli

http://www.italiaisraeletoday.it/non-si ... GdEKqs87aI

Accade spesso a ogni ebreo di sentirsi chiedere, spesso con ostilità e disprezzo che si spiegano solo con un sentimento antisemita profondo, ma talvolta anche in buona fede: Basta! Perché non la smettete, perché non fate finalmente la pace coi palestinesi?

Le risposte sono tante da riempire libri di storia e di antropologia, ma tre episodi accaduti negli ultimi giorni possono aiutare. Il primo è l’omicidio di un ragazzo di diciannove anni, Dvir Sorek, che frequentava una scuola religiosa che prepara anche al servizio militare e per questo è stato definito da tutti i media “soldato israeliano”.

Dvir Sorek, 19 anni, è stato trovato pugnalato a morte fuori Migdal Oz in Giudea

Senza uniforme, come normalmente stanno questi ragazzi, era andato dalla sede del suo collegio a Gerusalemme a comprare dei libri. Percorrendo a piedi l’ultimo tratto del ritorno, è stato preso da alcuni terroristi, forse tre o quattro, accoltellato a morte e lasciato in un campo. Aveva in mano un libro dell’autore pacifista David Grossman.

La commevente partecipazione di folla per l’ultimo saluto a Dvir

Il punto non è solo un omicidio a freddo, di una persona qualunque, scelta a caso perché aveva l’aspetto di un ebreo. Vi sono stati anche i festeggiamenti, i dolcetti distribuiti ai passanti: non solo a Gaza, ma anche all’università di Bir Zait. Durante il funerale, nel paese arabo accanto a quello dove viveva, vi è stato uno spettacolo di fuochi artificiali per marcare la gioia.

L’ermamento con il quale i quattro terroristi palestinesi hanno tentato di entrare in Israele

L’altro episodio è più semplice ancora. Da Gaza l’altra sera un commando terrorista fortemente armato è entrato in Israele per compiere un attentato contro uno dei villaggi ebraici di confine ed è stato distrutto da quei soldati che facendo la guardia al confine e cercando di contenere i tentativi di sfondamento sono accusati delle peggiori crudeltà.

La bomba con tre chili di esplosivo che aveva preparato la cellula di Hamas

Il terzo episodio è ancora più semplice: i servizi di sicurezza israeliani hanno sgominato una settimana fa una cellula che aveva pronta una bomba da un quintale da piazzare a Gerusalemme per fare una strage. Di ebrei naturalmente.

Che cosa dicono questi episodi? Che se è vero che la pace si fa coi nemici, è impossibile farla con nemici che cercano continuamente di ucciderti solo perché sei ebreo. Il vero nemico della pace non è la difesa di Israele, ma il terrorismo.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » sab nov 16, 2019 8:46 pm

Decine di migliaia di cristiani provenienti da 50 paesi hanno sfilato a Gerusalemme oggi per mostrare il loro sostegno a Israele.
https://www.facebook.com/watch/?v=379471549627088
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » sab nov 16, 2019 8:46 pm

Un coro sardo canta in lingua sarda Hallelujah di Leonard Cohen, che bello se qualche veneto che sa cantare lo cantasse anche in lingua veneta.
https://www.youtg.net/canali/storie/208 ... QHADdmLC1w
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » ven dic 13, 2019 6:08 pm

ISRAELE
Niram Ferretti
12 dicembre 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

L'ebreo vittima va sempre bene. Si può piangere e commemorarlo, ma guai se si dimostra vincitore e forte, allora no, è intollerabile.

La forza di Israele sta oltre all'indole ebraica che sa sempre rimettersi in gioco e non soggiacere al disfattismo, in quel gioiello che è l'IDF. In un apparato militare difensivo di straordinaria perizia e coesione sostenuto dal popolo, sua espressione vera e non demagogica.

Yonatahan Netanyahu scriveva in una delle sue lettere, "...Quanto forte e quanto grande diventa la nazione nei momenti di crisi. Non puoi immaginare come le dita si stringano in un pugno di ferro quando la minaccia dei giorni violenti si avvicina. L'intero popolo, dai giovani soldati ai medici, agli avvocati, agli impegati, agli operai, tutti si trasformano in carristi e fanteria, in piloti d'aereo e marinai. Non sono riservisti venuti da 'un altro mondo' ma parte di un esercito forte e unito. Incredibile come siamo riusciti a fare questo, rendere un intero popolo un esercito".

Dall'esterno, paesi e popoli che non hanno mai avuto o non hanno saputo mantenere questo legame fondamentale con un tale senso di unità e di patria, credono che Israele sia un paese militarista, vocato alla guerra. Nulla è più lontano dalla verità. Israele è un paese che si basa ancora, malgrado le molteplici tensioni interne, su un fondamentale senso di solidarietà. Quando è in pericolo, quando è a rischio la sua incolumità, lo si vede chiaramente.

Il mestiere delle armi è per Israele non una vocazione guerriera, Israele non è Sparta, ma una necessità vitale, totalmente difensiva, nella regione più tumultuosa del pianeta, dove è circondato da forze ostili tra cui un nemico dichiarato, l'Iran, che vuole il suo annichilimento.

Ogni ebreo dovrebbe guardare a Israele con devozione e con rispetto. Con profondo devoto rispetto. Ogni non ebreo che ama Israele allo stesso modo, perchè Israele è lì a salvaguardia di tutto ciò che l'intelligenza, l'impegno, e l'amore per la vita hanno saputo edificare. E questo non è un patrimonio a beneficio solo degli ebrei ma dell'umanità tutt'intera.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » sab gen 18, 2020 1:14 pm

ODIO EUROPEO VERO ISRAELE: ADESSO VOGLIONO IMPORRE LA SOLUZIONE A DUE STATI
Maurizia De Groot Vos

https://www.facebook.com/marco.dicori/p ... 0595912059

Cambiano i protagonsti della politica estera della UE, ma quello che non cambia è l’odio europeo verso Israele.

Anzi, come già detto in passato, passando da Federica Mogherini a Josep Borrell si è passati dalla padella alla brace.

Ed è proprio Borrell che, appena preso possesso della politica estera della UE, invece di interessarsi delle gravissimi crisi ai confini dell’Unione Europea, a partire da quella libica fino alle rivolte in atto in Libano, Iran e Iraq, cosa fa? Dimostra la sua ossessione per Israele e mette in agenda il riconoscimento della Palestina da parte della UE basato sui cofini pre-1967 con Gerusalemme come capitale condivisa.

In apparenza a tirare le fila di questo vero e proprio atto ostile verso Israele sono Irlanda e Lussemburgo che guidano un gruppo di Paesi i quali vogliono mettere il riconoscimento della Palestina all’ordine del giorno in modo da imporre la soluzione a due stati a prescindere dalla situazione sul terreno, ampiamente cambiata dal 1967 ad oggi. In realtà tutta l’operazione parte proprio da Borrell.

Tutto ha origine dalla dichiarazione americana del mese scorso secondo la quale gli insediamenti israeliani in Giudea e Samaria non possono essere considerati illegali, dichiarazione fortemente osteggiata sia dalla Mogherini che da Borrell.

Dopo il riconoscimento da parte di Washington di Gerusalemme come capitale di Israele e l’annessione del Golan da parte di Gerusalemme, l’accettazzione degli insediamenti in Giudea e Samaria è per l’Europa il colpo decisivo alla soluzione a due Stati, un fatto che alla UE non possono accettare.

E così mettono in piedi questo teatrino del riconoscimento da parte della UE dello Stato di Palestina con i confini basati sulla situazione pre-1967 che, secondo Bruxelles, dovrebbe imporre una soluzione a due stati.

Ma Borrell non ha il coraggio di metterci la faccia, così manda avanti Irlanda e Lussemburgo. In una lettera a Borrell resa nota ieri e chiaramente concordata, il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn ha affermato che le speranze di una soluzione a due stati vengono “smantellate pezzo per pezzo, giorno dopo giorno” e che è tempo di considerare il riconoscimento della Palestina come uno stato.

«La politica di insediamento e demolizione rischia di sostituire la soluzione a due stati con una realtà a uno stato, caratterizzata da conflitti perpetui, occupazione e diritti disuguali», ha scritto Asselborn nella sua lettera.

Ma non sarà così facile per Josep Borrell convincere tutti gli europei della necessità di riconoscere la Palestina. Alcuni Paesi non ne sono affatto convinti e quando il prossimo mese i 28 membri si riuniranno proprio per parlare di politica in Medio Oriente, c’è da sperare che qualcuno dei Paesi contrari alzi la voce e se possibile metta il veto. La domanda è: come si comporterà l’Italia del Ministro degli Esteri Di Maio e del suo sodale Manlio di Stefano notoriamente anti-israeliani?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare e rispettare gli ebrei e Israele è fonte di gioia

Messaggioda Berto » sab gen 18, 2020 1:15 pm

Non smetteremo di danzare
Caratteri Liberi
Davide Cavaliere
17 gennaio 2020

http://caratteriliberi.eu/2020/01/17/re ... 0BadbyiKbo

Giulio Meotti può essere definito «muckraker» come i giornalisti dell’era progressista americana, ma a differenza loro non «scava nel fango» della corruzione, ma nella terra impastata di sangue dal terrorismo palestinese.

Meotti, col suo bellissimo Non smetteremo di danzare, vuole fare scandalo nel senso greco della parola, σκάνδαλον, cioè turbare la coscienza appassita e la serenità ebete di un’Europa che ha abbandonato Israele e riposto la memoria e il coraggio in fondo a un cassetto. Il libro non è una mera raccolta di fatti, un semplice elenco di vittime, bensì un mosaico di Israele composto coi tasselli dei suoi martiri.

L’edizione americana del libro porta come titolo «A new Shoah» e di una nuova Shoah si tratta, il terrorismo islamico è per fini e mezzi non dissimile dal sadismo nazista. Le bombe umane sono forni crematori ambulanti, bruciano i corpi degli ebrei, li fanno a brani e ne cancellano l’identità corporea. L’autore ci trasmette lo sforzo, la fatica e la pietà con cui gli israeliani ricompongono i corpi, mettono insieme i frammenti di una composizione umana, cercano di dare a brandelli sanguinolenti una forma e un nome. Un atto umano che ricalca quello divino: «Darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato». I cadaveri devono essere integri, il più possibile, come vuole la tradizione ebraica.

Israele è il luogo della memoria, nessuno può e deve essere dimenticato, nemmeno l’attentatore, lo stragista, il nazista con la kefiah e la cintura esplosiva. Meotti riporta le parole del capo di stato maggiore Gabi Ashkenazi: «In Israele non ci saranno più numeri al posto dei nomi, non ci saranno più ceneri e fumo al posto di un corpo e un’anima». Non ci saranno più nuovi Elie Wiesel che vedranno i familiari trasformarsi in soffici volute di fumo nero.

Leggendo il libro non si può non pensare al Monte degli ulivi, il monumentale cimitero a gradoni, con le tombe che sembrano emergere dalla terra, i cipressi assetati e il cielo basso. Il cielo di Yerushalayim, Gerusalemme, che copre le lapidi e le culle dei figli di Israele. Come recita un verso di T.S. Eliot, «noi nasciamo con i morti» e ogni nuovo ebreo nato porta con sé la mancanza e la compagnia di un defunto, di una vittima del terrorismo.

Gli uomini e le donne che emergono dal libro sembrano usciti dai romanzi di Israel J. Singer o Amos Oz ma è vero il contrario, sono gli ebrei e gli israeliani in carne e ossa, di amore e dolore che ispirano i personaggi, primari e secondari, dei due scrittori. Singolarità che sono diverse e irripetibili espressioni di quell’unica «Nefesh Yehudi», l’Anima Ebraica dolente, felice, sensuale, nostalgica, leggera come i dipinti di Chagall, severa come gli scritti di Gershom Scholem e misteriosa come le leggende del suo popolo. Unica. C’è un sentimento che emerge dalla parole degli ebrei riportate da Meotti e anche dalla produzione letteraria israeliana: l’amore.

L’amore come elemento vivificante, come collante delle famiglie e delle generazioni, un amore più forte del tempo, della morte, delle gambe amputate e degli occhi accecati per sempre. Israele celebra la vita, la porta ovunque, anche nel Negev ma come recita un verso del poeta Beit Halachmi: «La vita fa rima con la morte» e con la presenza della morte Israele convive, dall’alba al crepuscolo, con la sua irragionevolezza e la sua ineluttabilità.

L’autore ci racconta i monumenti, i memoriali, le targhe coi nomi delle vittime del terrorismo. Non sono dei memento mori o celebrazioni dell’assenza bensì della presenza assoluta.

La permanenza dei loro nomi è luce strappata all’oblio, all’abisso della dimenticanza, alla notte che calò sugli uomini quando si chiusero i portelloni dei treni piombati. Il libro ci conficca nelle carni verità amare e tragiche, gli sbrindellati dalle bombe e i lacerati dalle pallottole sono in maggioranza israeliani poveri.

Gli israeliani dei quartieri periferici e popolari, come settant’anni fa furono gli ebrei poveri dell’est Europa a venir inghiottiti in massa dal mare nero della Shoah. Le quasi trecento pagine del testo capovolgono l’immagine che dagli anni Settanta ci arriva di Israele, non il Paese colonialista, non lo Stato militarista, non il Golia oppressore, non la Sparta ebraica ma una Nazione di sopravvissuti ai campi, di scampati ai pogrom di oggi e di ieri, una terra di madri e di padri che seppelliscono i figli e sussurrano il Kaddish e i loro occhi si fanno piccoli e lontani fino a sembrare mosche nere ferme sul fondo di un’orbita vuota.

Meotti ci restituisce il vero volto di Israele e non quello sfigurato e abbruttito da una propaganda da avvelenatori di pozzi. La tragedia, certo, ma anche l’eroismo di chi rimane, di chi pianta i piedi, la vanga e le radici perché lì è la sua Patria e poi l’abnegazione di Ro’i Klein, che da uomo si muta in scudo di pelle e muore recitando lo Shema’ Yisrael. Ascolta, Israele. Ma anche Ascolta, Europa. Ascolta le voci solitarie di chi ti mette in guardia da questo abbandono degli ebrei e della ragione. Ascolta le voci che giungono da Israele, le storie, osserva le fotografie sgranate, perché l’antisemitismo non è finito quando si sono spenti i forni di Buchenwald e l’immensa graticola di Treblinka.

Eppure, oltre la tragedia, Israele rimane per molti un’Arcadia, la Terra promessa, col suo tessuto urbano costellato di nomi e cippi in memoria dei suoi morti. Una popolo che celebra la vita non nell’edonismo etilico, ma nella devozione al prossimo, alla bandiera, alla memoria.

Arrivati alla fine del libro di Meotti vi verrà spontaneo pensare che scrutando l’orizzonte di Israele e tendendo per bene l’orecchio, sarà impossibile non sentire lontano, flebile, un sussurro che si propaga nel vento e poi lo udirete chiaro, distinto, forte, quell’inno cantato da milioni di bocche, Hatikva, Speranza: «L’hiyot am chofshi beartzeinu Eretz Tzion v’Yerushalayim», «popolo libero nella nostra terra, la terra di Sion e Gerusalemme».
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