Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:21 pm

Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22 non saprei proprio se votare e chi votare.

viewtopic.php?f=129&t=3011
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7534104846
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:22 pm

Draghi alla Camera
https://www.facebook.com/watch?v=744104593375420


Chi e cosa mai potrebbe essere il male minore tra tutti i partiti, i loro programmi e i loro politici/politicanti?
Come poter scegliere tra chi sta dalla parte del criminale nazifascismo russo e chi dalla parte del demenziale nazifascismo politicamente corretto?




CRISI DI GOVERNO: DISCORSO DI DRAGHI AL SENATO
( TESTO INTEGRALE)
Walter Luvisotto

https://www.facebook.com/walter.luvisot ... 9418200702

«Signor Presidente, Onorevoli Senatrici e Senatori, Giovedì scorso ho rassegnato le mie dimissioni mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato questo Governo sin dalla sua nascita. Il Presidente della Repubblica ha respinto le mie dimissioni e mi ha chiesto di informare il Parlamento di quanto accaduto – una decisione che ho condiviso» inizia così il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi. «Le Comunicazioni di oggi mi permettono di spiegare a voi e a tutti gli italiani le ragioni di una scelta tanto sofferta, quanto dovuta. Lo scorso febbraio, il ️Presidente della Repubblica mi affidò l’incarico di formare un Governo per affrontare le tre emergenze che l’Italia aveva davanti: pandemica, economica, sociale. ‘Un Governo” – furono queste le sue parole – “di alto profilo, che ☝non debba identificarsi con alcuna formula politica’. ‘Un Governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili’».
«Tutti i principali partiti – con una sola eccezione – decisero di rispondere positivamente a quell’appello. Nel discorso di insediamento che tenni in quest’aula, feci esplicitamente riferimento allo “spirito repubblicano” del Governo, che si sarebbe poggiato sul presupposto dell’unità nazionale. In questi mesi, l’unità nazionale è stata la miglior garanzia della legittimità democratica di questo esecutivo e della sua efficacia. Ritengo che ️un Presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile. Questo presupposto è ancora più importante in un contesto di emergenza, in cui il Governo deve prendere decisioni che incidono profondamente sulla vita degli italiani. L’amplissimo consenso di cui il Governo ha goduto in Parlamento ha permesso di avere quella “tempestività” nelle decisioni che il Presidente della Repubblica aveva richiesto. A lungo le forze della maggioranza hanno saputo mettere da parte le divisioni e convergere con senso dello Stato e generosità verso interventi rapidi ed efficaci, per il bene di tutti i cittadini. Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese, siamo riusciti a superare la fase più acuta della pandemia, a dare slancio alla ripresa economica».
«La spinta agli investimenti e la protezione dei redditi delle famiglie ci ha consentito di uscire più rapidamente di altri Paesi dalla recessione provocata dalla pandemia. Lo scorso anno l’economia è cresciuta del 6,6% e il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo è sceso di 4,5 punti percentuali. La stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato a larghissima maggioranza da questo Parlamento, ha avviato un percorso di riforme e investimenti che non ha precedenti nella storia recente. Le riforme della giustizia, della concorrenza, del fisco, degli appalti – oltre alla corposa agenda di semplificazioni – sono un passo in avanti essenziale per modernizzare l’Italia. A oggi, tutti gli obiettivi dei primi due semestri del PNRR sono stati raggiunti. Abbiamo già ricevuto dalla Commissione Europea 45,9 miliardi di euro, a cui si aggiungeranno nelle prossime settimane ulteriori 21 miliardi – per un totale di quasi 67 miliardi».
«Con il forte appoggio parlamentare della maggioranza e dell’opposizione, abbiamo reagito con assoluta fermezza all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. La condanna delle atrocità russe e il pieno sostegno all’Ucraina hanno mostrato come l’Italia possa e debba avere un ruolo guida all’interno dell’Unione Europea e del G7. Allo stesso tempo, non abbiamo mai cessato la nostra ricerca della pace – una pace che deve essere accettabile per l’Ucraina, sostenibile, duratura. Siamo stati tra i primi a impegnarci perché Russia e Ucraina potessero lavorare insieme per evitare una catastrofe alimentare, e allo stesso tempo aprire uno spiraglio negoziale. I progressi che si sono registrati la settimana scorsa in Turchia sono incoraggianti, e auspichiamo possano essere consolidati. Ci siamo mossi con grande celerità per superare l’inaccettabile dipendenza energetica dalla Russia – conseguenza di decenni di scelte miopi e pericolose. In pochi mesi, abbiamo ridotto le nostre importazioni di gas russo dal 40% a meno del 25% del totale e intendiamo azzerarle entro un anno e mezzo. È un risultato che sembrava impensabile, che dà tranquillità per il futuro all’industria e alle famiglie, rafforza la nostra sicurezza nazionale, la nostra credibilità nel mondo».
«Abbiamo accelerato, con semplificazioni profonde e massicci investimenti, sul fronte delle energie rinnovabili, per difendere l’ambiente, aumentare la nostra indipendenza energetica. E siamo intervenuti con determinazione per proteggere cittadini e imprese dalle conseguenze della crisi energetica, con particolare attenzione ai più deboli. Abbiamo stanziato 33 miliardi in poco più di un anno, quasi due punti percentuali di PIL, nonostante i nostri margini di finanza pubblica fossero ristretti.Lo abbiamo potuto fare grazie a una ritrovata credibilità collettiva, che ha contenuto l’aumento del costo del debito anche in una fase di rialzo dei tassi d’interessi. Il merito di questi risultati è stato vostro – della vostra disponibilità a mettere da parte le differenze e lavorare per il bene del Paese, con pari dignità, nel rispetto reciproco. La vostra è stata la migliore risposta all’appello dello scorso febbraio del Presidente della Repubblica e alla richiesta di serietà, al bisogno di protezione, alle preoccupazioni per il futuro che arrivano dai cittadini. Gli italiani hanno sostenuto a loro volta questo miracolo civile, e sono diventati i veri protagonisti delle politiche che di volta in volta mettevamo in campo. Penso al rispetto paziente delle restrizioni per frenare la pandemia, alla straordinaria partecipazione alla campagna di vaccinazione. Penso all’accoglienza spontanea offerta ai profughi ucraini, accolti nelle case e nelle scuole con affetto e solidarietà. Penso al coinvolgimento delle comunità locali al PNRR, che lo ha reso il più grande progetto di trasformazione dal basso della storia recente».
«Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano. L’Italia è forte quando sa essere unita. Purtroppo, con il passare dei mesi, a questa domanda di coesione che arrivava dai cittadini le forze politiche hanno opposto un crescente desiderio di distinguo e divisione. Le riforme del Consiglio Superiore della Magistratura, del catasto, delle concessioni balneari hanno mostrato un progressivo sfarinamento della maggioranza sull’agenda di modernizzazione del Paese. In politica estera, abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno del Governo verso l’Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del Presidente Putin. Le richieste di ulteriore indebitamento si sono fatte più forti proprio quando maggiore era il bisogno di attenzione alla sostenibilità del debito».
«Il desiderio di andare avanti insieme si è progressivamente esaurito e con esso la capacità di agire con efficacia, con “tempestività”, nell’interesse del Paese. Come ho detto in Consiglio dei Ministri,
il voto di giovedì scorso ha certificato la fine del patto di fiducia che ha tenuto insieme questa maggioranza.✅ Non votare la fiducia a un governo di cui si fa parte è un gesto politico chiaro, che ha un significato evidente. Non è possibile ignorarlo, perché equivarrebbe a ignorare il Parlamento. Non è possibile contenerlo, perché vorrebbe dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo, perché viene dopo mesi di strappi ed ultimatum.
L’unica strada, se vogliamo ancora restare insieme, è ricostruire da capo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità. A chiederlo sono soprattutto gli italiani. La mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni, territori a favore della prosecuzione del Governo è senza precedenti e impossibile da ignorare. Ha coinvolto il terzo settore, la scuola e l’università, il mondo dell’economia, delle professioni e dell’imprenditoria, lo sport. Si tratta di un sostegno immeritato, ma per il quale sono enormemente grato. Il secondo è quello del personale sanitario, gli eroi della pandemia, verso cui la nostra gratitudine collettiva è immensa».
«Questa domanda di stabilità impone a noi tutti di decidere se sia possibile ricreare le condizioni con cui il Governo può davvero governare. È questo il cuore della nostra discussione di oggi. È questo il senso dell’impegno su cui dobbiamo confrontarci davanti ai cittadini.
L’Italia ha bisogno di un governo capace di muoversi con efficacia e tempestività su almeno quattro fronti. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un’occasione unica per migliorare la nostra crescita di lungo periodo, creare opportunità per i giovani e le donne, sanare le diseguaglianze a partire da quelle tra Nord e Sud. Entro la fine di quest’anno, dobbiamo raggiungere 55 obiettivi, che ci permetteranno di ricevere una nuova rata da 19 miliardi di euro. Gli obiettivi riguardano temi fondamentali come le infrastrutture digitali, il sostegno al turismo, la creazione di alloggi universitari e borse di ricerca, la lotta al lavoro sommerso. Completare il PNRR è una questione di serietà verso i nostri cittadini e verso i partner europei. Se non mostriamo di saper spendere questi soldi con efficienza e onestà, sarà impossibile chiedere nuovi strumenti comuni di gestione delle crisi».
«L’avanzamento del PNRR richiede la realizzazione dei tanti investimenti che lo compongono. Dalle ferrovie alla banda larga, dagli asili nido alle case di comunità, dobbiamo impegnarci per realizzare tutti i progetti che abbiamo disegnato con il contributo decisivo delle comunità locali. Dobbiamo essere uniti contro la burocrazia inutile, quella che troppo spesso ritarda lo sviluppo del Paese. E dobbiamo assicurarci che gli enti territoriali – a partire dai Comuni – abbiano tutti gli strumenti necessari per superare eventuali problemi di attuazione. Allo stesso tempo, dobbiamo procedere spediti con le riforme che, insieme agli investimenti, sono il cuore del PNRR. La riforma del codice degli appalti pubblici intende assicurare la realizzazione in tempi rapidi delle opere pubbliche e il rafforzamento degli strumenti di lotta alla corruzione. Dobbiamo tenere le mafie lontane dal PNRR. È il modo migliore per onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli uomini e donne delle loro scorte, a trent’anni dalla loro barbara uccisione. La riforma del codice degli appalti è stata approvata, ed è in corso il lavoro di predisposizione degli schemi di decreti delegati. Questi devono essere licenziati entro marzo del prossimo anno. La riforma della concorrenza serve a promuovere la crescita, ridurre le rendite, favorire investimenti e occupazione».
«Con questo spirito abbiamo approvato norme per rimuovere gli ostacoli all’apertura dei mercati, alla tutela dei consumatori. La riforma tocca i servizi pubblici locali, inclusi i taxi, e le concessioni di beni e servizi, comprese le concessioni balneari. Il disegno di legge deve essere approvato prima della pausa estiva, per consentire entro la fine dell’anno l’ulteriore approvazione dei decreti delegati, come previsto dal PNRR. Ora c’è bisogno di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo – non di un sostegno a proteste non autorizzate, e talvolta violente, contro la maggioranza di governo. Per quanto riguarda la giustizia, abbiamo approvato la riforma del processo penale, del processo civile e delle procedure fallimentari e portato in Parlamento la riforma della giustizia tributaria. Queste riforme sono essenziali per avere processi giusti e rapidi, come ci chiedono gli italiani. È una questione di libertà, democrazia, prosperità. Le scadenze segnate dal PNRR sono molto precise. Dobbiamo ultimare entro fine anno la procedura prevista per i decreti di attuazione della legge delega civile e penale. La legge di riforma della giustizia tributaria è in discussione al Senato, e deve essere approvata entro fine anno».
«Infine, l’autunno scorso il Governo ha dato il via al disegno di legge delega per la revisione del fisco. Siamo consapevoli che in Italia il fisco è complesso e spesso iniquo. Per questo non abbiamo mai aumentato le tasse sui cittadini. Tuttavia per questo occorre procedere con uno sforzo di trasparenza. Intendiamo ridurre le aliquote Irpef a partire dai redditi medio-bassi; superare l’Irap; razionalizzare l’Iva. I primi passi sono stati compiuti con l’ultima legge di bilancio, che ha avviato la revisione dell’Irpef e la riforma del sistema della riscossione. In Italia l’Agenzia delle Entrate-Riscossione conta 1.100 miliardi di euro di crediti residui, pari a oltre il 60% del prodotto interno lordo nazionale, una cifra impressionante. Dobbiamo quindi approvare al più presto la riforma fiscale, che include il completamento della riforma della riscossione, e varare subito dopo i decreti attuativi. Accanto al PNRR, c’è bisogno di una vera agenda sociale, che parta dai più deboli, come i disabili e gli anziani non autosufficienti».
«L’aumento dei costi dell’energia e il ritorno dell’inflazione hanno causato nuove diseguaglianze, che aggravano quelle prodotte dalla pandemia. Fin dall’avvio del governo abbiamo condiviso con i sindacati e le associazioni delle imprese un metodo di lavoro che prevede incontri regolari e tavoli di lavoro. Questo metodo è già servito per gestire alcune emergenze del Paese: dalla ripresa delle attività produttive nella fase pandemica fino alla sicurezza del lavoro, su cui molto è stato fatto e molto resta ancora da fare. Oggi è essenziale proseguire in questo confronto e definire in una prospettiva condivisa gli interventi da realizzare nella prossima legge di bilancio. Quest’anno, l’andamento della finanza pubblica è migliore delle attese e ci permette di intervenire, come abbiamo fatto finora, senza nuovi scostamenti di bilancio. Bisogna adottare entro i primi giorni di agosto un provvedimento corposo per attenuare l’impatto su cittadini e imprese dell’aumento dei costi dell’energia, e poi per rafforzare il potere d’acquisto, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. Ridurre il carico fiscale sui lavoratori, a partire dai salari più bassi, è un obiettivo di medio termine. Questo è un punto su cui concordano sindacati e imprenditori».
«Con la scorsa legge di bilancio abbiamo adottato un primo e temporaneo intervento. Dobbiamo aggiungerne un altro in tempi brevi, nei limiti consentiti dalle nostre disponibilità finanziarie. Occorre anche spingere il rinnovo dei contratti collettivi. Molti, tra cui quelli del commercio e dei servizi, sono scaduti da troppi anni. La contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, per l’estensione e la qualità delle tutele, ma non raggiunge ancora tutti i lavoratori. A livello europeo è in via di approvazione definitiva una direttiva sul salario minimo, ed è in questa direzione che dobbiamo muoverci, insieme alle parti sociali, assicurando livelli salariali dignitosi alle fasce di lavoratori più in sofferenza. Il reddito di cittadinanza è una misura importante per ridurre la povertà, ma può essere migliorato per favorire chi ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro. C’è bisogno di una riforma delle pensioni che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita in un impianto sostenibile, ancorato al sistema contributivo».
«L’Italia deve continuare a ridisegnare la sua politica energetica, come fatto in questi mesi. Il Vertice di questa settimana ad Algeri conferma la nostra assoluta determinazione a diversificare i fornitori, spingere in modo convinto sull’energia rinnovabile. Per farlo, c’è bisogno delle necessarie infrastrutture. Dobbiamo accelerare l’installazione dei rigassificatori – a Piombino e a Ravenna. Non è possibile affermare di volere la sicurezza energetica degli italiani e poi, allo stesso tempo, protestare contro queste infrastrutture. Si tratta di impianti sicuri, essenziali per il nostro fabbisogno energetico, per la tenuta del nostro tessuto produttivo. In particolare, dobbiamo ultimare l’installazione del rigassificatore di Piombino entro la prossima primavera. È una questione di sicurezza nazionale. Allo stesso tempo, dobbiamo portare avanti con la massima urgenza la transizione energetica verso fonti pulite. Entro il 2030 dobbiamo installare circa 70 GW di impianti di energia rinnovabile. La siccità e le ondate di calore anomalo che hanno investito l’Europa nelle ultime settimane ci ricordano l’urgenza di affrontare con serietà la crisi climatica nel suo complesso. Penso anche agli interventi per migliorare la gestione delle risorse idriche, la cui manutenzione è stata spesso gravemente deficitaria».
«Il PNRR stanzia più di 4 miliardi per questi investimenti, a cui va affiancato un “piano acqua” più urgente. Per quanto riguarda le misure per l’efficientamento energetico e più in generale i bonus per l’edilizia, intendiamo affrontare le criticità nella cessione dei crediti fiscali, ma al contempo ridurre la generosità dei contributi. Come promesso nel mio discorso di insediamento, e da voi sostenuto in quest’aula, questo governo si identifica pienamente nell’Unione Europea, nel legame transatlantico.
L’Italia deve continuare ad essere protagonista in politica estera. La nostra posizione è chiara e forte: nel cuore dell’Unione Europea, nel legame transatlantico. La nostra posizione è chiara e forte nel cuore dell’Ue, del G7, della NATO. Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina in ogni modo, come questo Parlamento ha impegnato il Governo a fare con una risoluzione parlamentare. Come mi ha ripetuto ieri al telefono il Presidente Zelensky, armare l’Ucraina è il solo modo per permettere agli ucraini di difendersi. Allo stesso tempo, occorre continuare a impegnarci per cercare soluzioni negoziali, a partire dalla crisi del grano. E dobbiamo aumentare gli sforzi per combattere le interferenze da parte della Russia e delle altre autocrazie nella nostra politica, nella nostra società. L’Italia è un Paese libero e democratico. Davanti a chi vuole provare a sedurci con il suo modello autoritario, dobbiamo rispondere con la forza dei valori europei»
«L’Unione Europea è la nostra casa e al suo interno dobbiamo portare avanti sfide ambiziose. Dobbiamo continuare a batterci per ottenere un tetto al prezzo del gas russo, che beneficerebbe tutti, e per la riforma del mercato elettrico, che può cominciare da quello domestico anche prima di accordi europei. Queste misure sono essenziali per difendere il potere d’acquisto delle famiglie, per tutelare i livelli di produzione delle imprese. In Europa si discuterà presto anche della riforma delle regole di bilancio e di difesa comune, del superamento del principio dell’unanimità. In tutti questi campi, l’Italia ha molto da dire, con credibilità, spirito costruttivo, e senza alcuna subalternità. Ci sono altri impegni che l’esecutivo vuole assumere che riguardano, ad esempio, la riforma del sistema dei medici di base e la discussione per il riconoscimento di forme di autonomia differenziata.
Tutto questo richiede un Governo che sia davvero forte e coeso e un Parlamento che lo accompagni con convinzione, nel reciproco rispetto dei ruoli. All’Italia non serve una fiducia di facciata, che svanisca davanti ai provvedimenti scomodi. Serve un nuovo patto di fiducia, sincero e concreto, come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il Paese. I partiti e voi parlamentari – siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi, e che poi si è affievolito? Siamo qui, in quest’aula, oggi, a questo punto della discussione, perché e solo perché gli italiani lo hanno chiesto. Questa risposta a queste domande non la dovete dare a me, ma la dovete dare a tutti gli italiani»
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:23 pm

Indice:

1)
Mi dispiace se Draghi dovesse lasciare. Ritorneremo in balia dei politicanti, un orrore!
Crisi di governo, se si andasse al voto anticipato non saprei proprio se votare e chi votare.

2)
Le demenzialità dei nazifascisti italiani, sovranisti monetari e novax, contro Draghi schierati con il criminale del Cremlino e contro l'Ucraina, anti USA, anti NATO e anti UE.

3)
Certamente non voterò chi sta dalla parte del criminale del Cremlino Putin e la sua Russia nazifascista, suprematista, imperialista, guerrafondaia, genocida ed etnocida.

4)
Crisi nel Centro destra, speriamo che FI e la Lega si spacchino.

5)
I programmi e i politici della politica politicante

6)
Difesa dell'Ucraina

7)
Destra (e centro destra) e sinistra (e centro sinistra)

8)
Centro destra unito ma per fare cosa, con quale programma?

9)
I venetisti demenziali sostenitori del nazifascismo russo non andranno a votare.

10)
Il demenziale grillismo - I 5 stelle e il loro capo Grillo amico del nazifascista Putin, dell'Iran nazi maomettano, della Cina, antiamericano, antisemita e antisraeliano.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:25 pm

1)
Mi dispiace se Draghi dovesse lasciare. Ritorneremo in balia dei politicanti, un orrore!

Crisi di governo, se si andasse al voto anticipato non saprei proprio se votare e chi votare.
Alle ultime tre elezioni, italiane, europee e venete ho votato Lega ma oggi con una Lega filo Putin, anti USA, anti NATO, anti EU, anti UCRAINA non potrei più votarla nemmeno turandomi il naso.
Le ultime tre volte ho votato Lega come il male minore ma oggi votare la Lega di Salvini sarebbe come votare per il criminale del Cremlino, mi ripugnerebbe nel profondo, avrei vergogna di me stesso.


https://tg24.sky.it/politica/2022/07/20 ... me-notizie



CRISI
Giovanni Bernardini
20 luglio 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 3398547189
La maggioranza che sosteneva Draghi era da tempo sempre più sfilacciata ed in crisi.
Letta ha tentato in ogni modo di introdurre nel dibattito politico temi divisivi col fine fin troppo chiaro di mettere in crisi il centro destra.
Il M5S, dopo aver accettato tutto ed il contrario di tutto, ha cercato disperatamente di raccattare qualche consenso negando la fiducia a Draghi.
Il centro destra di governo, probabilmente preoccupato per il crescere dei consensi della Meloni, ha approfittato della situazione, si è inserito nella spaccatura provocata da Conte ed ha dato il colpo definitivo al governo. Ha sbagliato, a mio modesto avviso, anche se va detto che Draghi ha fatto poco per evitare una simile conclusione di questa brutta vicenda.
Francamente trovo abbastanza incredibile una crisi che si apre sulla costruzione di un termovalorizzatore, o sul superbonus o sulle licenze balneari. E questo mentre a poche ore d’aereo da noi è un corso una guerra ed un paese amico sta lottando per la propria indipendenza.
In ogni caso, ormai il voto è l’unica via percorribile. Inventarsi nuove alchimie porterebbe solo ad un aggravarsi della situazione e ad un distacco ancora più netto fra il paese e la sua classe politica.
Sbaglia chi guarda al voto come ad una catastrofe. In tutti i paesi normali ci sono spesso elezioni anticipate, ci sono anche in paesi quasi in guerra, come Israele. È vero che un voto in autunno è abbastanza anomalo ed è vero che stiamo attraversando un momento drammatico, ma… qualcuno pensa davvero che la situazione sarà molto diversa fra otto o dieci mesi? I casi sono due: o si accetta la democrazia, ed allora NON si può considerare una tragedia il voto anticipato, o si considera una tragedia il voto anticipato ed allora si deve coerentemente proporre la ABOLIZIONE della democrazia. Per inciso fare questa scelta vorrebbe dire imboccare una strada che può portare alla guerra civile, con tanti saluti alla "stabilità".
Lasciamo perdere la fantapolitica ed i catastrofismi. Resta solo da dire che fra un centro sinistra che mira al “campo largo” con grillini, finti pacifisti e sostenitori della immigrazione clandestina ed un centro destra in cui ci sono, oltre a pattuglie di no vax, numerosi amici di Putin non c’è da stare allegri.


ANDIAMO MALE
Giovanni Bernardini
21 luglio 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 4881788374

Ho molto apprezzato ieri la parte del discorso di Draghi relativa alla guerra in Ucraina. Tuttavia posso capire che altri non siano stati d’accordo con lui. Non mi sarei stupito se SU QUESTO il governo a suo tempo fosse caduto. Se è in corso una guerra e se c’è su questa un disaccordo politico su QUESTO si rompe. Non sul super bonus e le concessioni balneari o sull’interpretazione di una mozione di una riga ed i sospetti sulla rinascita del “campo largo”, stronzate lontane anni luce dai problemi delle persone normali.
In ogni caso, ormai l’unica soluzione è IL VOTO, basta con le alchimie che dai problemi degli esseri umani in carne ed ossa sono ancora più lontane delle stronzate di cui dicevo.
Il problema è che il quadro politico italiano è desolante.
Il centro sinistra italico deve decidere se essere una moderna forza riformista, liberale e socialdemocratica (non sono incompatibili i due termini) o il contenitore di tutte le ideologie nichiliste sorte dopo il crollo del comunismo: dal gretismo alla cancel culture, dall’immigrazionismo alla pseudo filosofia gender .
Il centro destra dal canto suo deve decidere. Vuole essere una forza conservatrice liberale, europea, atlantica, in una parola, occidentale o il punto di riferimento di tutti i No, tutte le proteste che agitano la società, pronta a strizzar l’occhio a chi dell’occidente è fiero nemico? Detto brutalmente, il punto di riferimento teorico del centro destra è John Locke o Diego Fusaro?
Lo so, un simile accostamento è ridicolo prima che blasfemo, ma… la situazione culturale del nostro paese è tanto deteriorata da renderlo possibile.
Le cose NON vanno bene...



Di Maio: «Draghi buttato giù da chi strizza l'occhio a Putin. Alle prossime elezioni non starò con i sovranisti»
Giovedì 21 Luglio 2022

https://www.ilmessaggero.it/politica/di ... 26615.html

Si è spostato l'asse: si è allontanato dall'alleanza atlantica e si è avvicinato alla Russia, avverte il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Non è un caso che il governo sia stato buttato giù da due forze politiche che strizzano l'occhiolino a Vladimir Putin». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, leader di Ipf.

Questo il senso della sua sintesi politica all'indomani dell'affondamento del governo Draghi. «Ci saranno tante persone di buona volontà che porteranno avanti l'agenda riformatrice di Draghi - dice Di Maio - Dovevamo fare un decreto da 10 miliardi di euro per abbassare le bollette, volevamo fare un percorso con i sindati per la riduzione del cuneo fiscale. Quando Conte e Salvini verranno a dirvi in campagna elettorale che vogliono fare il decreto ditegli che hanno loro hanno buttato giù governo che voleva farlo». Non starò con i sovranisti, dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio proiettandosi in campagna elettorale e parlando con i giornalisti. «Non vado con chi ha fatto cadere questo governo, non vado con gli estremismi, mi auguro che si possa essere in tanti dalla parte dell'agenda riformatrice di Mario Draghi», ha messo in chiaro Di Maio.

«Era un governo che aveva una chiara posizione internazionale», scandisce Di Maio che parla di quando era nel Movimento 5 stelle e di come abbia provato a riallineare il partito fondato da Grillo su posizioni più filo Nato. «Quando non ci sono riuscito me ne sono andato», ha detto. «Io ho fatto una battaglia interna al movimento per il collocamento internazionale nella parte giusta: la Nato e l'Unione europea. Io non posso stare con quelli che hanno buttato giu draghi e il governo, sono quelli che faranno salire i costi della benzina e dei beni alimentari», ha detto.

«Prima si va a a votare e meglio è, prima si fanno le elezioni e meglio è, almeno cerchiamo di salvare la legge di bilancio e evitare l'esercizio provvisorio, non credo che salveremo il Pnrr perché le riforme non si potranno fare», ha spiegato il leader di Ipf.



LA CRISI E IL "NO" POPULISTA
di Massimo Franco, Il Corriere della Sera
21 luglio 2022

https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 4404042335

La nemesi di un populismo in declino sta portando alla caduta del governo di Mario Draghi. E, in assenza di novità, a elezioni anticipate probabilmente a fine settembre. Apripista di una crisi surreale è stato il M5S, con il no di sei giorni fa alla fiducia sugli aiuti alle famiglie. Ma a dare il colpo di grazia è stato l’altro populismo, che pure è parte della maggioranza: quello del centrodestra. l capo della Lega, Matteo Salvini e, di rincalzo, quello di FI, Silvio Berlusconi hanno reagito al discorso fermo pronunciato ieri mattina dal premier al Senato, ponendo condizioni apparse subito irricevibili.
A un Draghi che chiedeva alla propria coalizione se si sentisse pronta a proseguire le riforme iniziate nel febbraio del 2021, la risposta è stata un «no». Un rifiuto affidato dal M5S ai fantomatici «nove punti» di Giuseppe Conte; e dal centrodestra, alla richiesta di un governo Draghi bis, avanzata sapendo che non poteva passare per mancanza di tempo e di condizioni politiche. Perfino la non partecipazione di Lega e FI al voto di fiducia di ieri fa il paio con quella grillina. Ma tutto il dibattito sembrava un rinculo nel passato.
A un Draghi che chiedeva alla propria coalizione se si sentisse pronta a proseguire le riforme iniziate nel febbraio del 2021, la risposta è stata un «no». Un rifiuto affidato dal M5S ai fantomatici «nove punti» di Giuseppe Conte; e dal centrodestra, alla richiesta di un governo Draghi bis, avanzata sapendo che non poteva passare per mancanza di tempo e di condizioni politiche. Perfino la non partecipazione di Lega e FI al voto di fiducia di ieri fa il paio con quella grillina. Ma tutto il dibattito sembrava un rinculo nel passato.
La «legislatura populista» nata nel 2018 con Conte e Salvini alleati, finisce accomunandoli nel tentativo di recuperare i consensi perduti assecondando gli istinti più irresponsabili. Perché a volere la crisi sono partiti in seria difficoltà: M5S, Lega e FI. Del primo, da mesi si è costretti a seguire contorsioni e scissioni, riflessi di un declino forse irreversibile. Quanto a Salvini e a Berlusconi, mai così subalterno, non è chiaro se la decisione di affossare Draghi nasca dalla paura di rafforzare la sua «anomalia», o da quella di veder lievitare la destra d’opposizione di Giorgia Meloni.
Probabilmente, sono entrambe le cose. Ma hanno poco a che fare con l’interesse nazionale, e molto con la convinzione di incassare a breve una vittoria alle urne. Eppure, è difficile pensare che il loro elettorato approvi la defenestrazione dell’ex presidente della Bce. L’idea che la fine del governo non abbia ripercussioni può rivelarsi illusoria. Già ieri si è dimessa da FI la ministra Maria Stella Gelmini, in dissenso con Berlusconi. E poi basta pensare ai sindaci, alle associazioni, ai sindacati, agli esponenti religiosi che si sono espressi a favore di Draghi, inascoltati.
A oggi, probabilmente a sinistra non esiste una coalizione con l’ambizione di vincere. Ma lo stesso centrodestra ha un profilo gonfio di contraddizioni. Può prevalere, ma non è chiaro se potrà davvero governare. Non è solo un problema di leadership tra Meloni e Salvini. Si ripropone il tema della classe dirigente. E, fondamentale, quello di una collocazione internazionale che vede la Lega schierata su una linea ritenuta a dir poco indulgente verso la Russia; con Vladimir Putin pronto a festeggiare perché esce di scena l’odiato atlantista Draghi.
Quanto a Meloni, chiede da mesi il voto, ma è schierata nettamente con l’Occidente per l’aggressione russa all’Ucraina. In parallelo, però, non risparmia attacchi continui all’Unione europea. Certo, rispetto a quattro anni fa le parole d’ordine contro la moneta unica e l’Europa, e il neutralismo filorusso e filocinese che ha accomunato a lungo leghisti e grillini, oggi appaiono lunari. Chiunque governerà dovrà rispettare gli obblighi che l’appartenenza alla comunità occidentale impone: anche perché al Quirinale rimane, come garante, Sergio Mattarella.
Ma il colpo di coda populista dice che certe pulsioni represse per mesi sono pronte a riaffiorare. Inutile nascondersi che le conseguenze per l’Italia possono essere pesanti. Bisognerà vedere quanto, senza lo scudo di Draghi, il Paese potrà godere del credito delle cancellerie europee e delle istituzioni finanziarie. Sono aspetti che l’impazienza elettorale di FdI e del centrodestra «di governo» hanno fatto passare in secondo piano. Potrebbero rispuntare presto, tuttavia, e c’è da sperare che non avvenga in modo traumatico.
Quanto ai Cinque Stelle, si confermano espressione di un malessere reale usato per andare al potere, e poi strumentalizzato. Si sono ridotti a apripista di una destabilizzazione che Conte ha innescato, senza averne il controllo: strumento in mano agli ex alleati leghisti. Rimane da capire come i protagonisti di questa pericolosa farsa spiegheranno all’opinione pubblica l’accelerazione e una campagna elettorale agostana: con l’urgenza di votare prima di ottobre, per evitare una legge di bilancio fuori tempo massimo e un ulteriore discredito internazionale.

Alberto Pento
Un certo populismo di destra come il sovranismo monetario con la libertà di stampa della carta moneta e il filo nazi fascismo russo è un male come lo è il populismo altrettanto demenziale del Politicamente Corretto di sinistra.



Salvini e la spinta dei social: «Al voto, al voto». Ma i sondaggi dicono altro
di Cesare Zapperi
19 lug 2022

https://www.facebook.com/groups/1913650 ... 989578693/

Il segretario su Facebook raccoglie un plebiscito di follower che vogliono le elezioni anticipate. Ma i sondaggi dicono che le vuole solo il 30 per cento degli italiani che vota Lega [..]
E anche stavolta, come nelle precedenti occasioni, la risposta che arriva dal popolo della rete è assolutamente univoca. Tutti invocano il ritorno alle urne, i «governisti» (cioè favorevoli ad una prosecuzione dell’esperienza Draghi) si contano sulle dita di una mano. I sondaggi dicono che tra gli elettori della Lega i favorevoli al ritorno subito alle urne sono tra il 35 e il 40 per cento, quindi non la maggioranza. E tantomeno fanno il plebiscito che pure appare dai social, dove evidentemente si sfoga la componente più «arrabbiata» dei cittadini. [..]
I commenti sono a senso unico, quindi. Eppure, Salvini sbaglierebbe se li prendesse come rappresentativi dei veri umori degli italiani (o quantomeno dei suoi elettori). I sondaggi degli ultimi giorni dicono cose in buona parte diverse. Secondo la rilevazione condotta da Swg per il telegiornale de La7 di Enrico Mentana solo il 26 per cento degli italiani vuole andare al voto subito (il 42 per cento dei leghisti e «solo» il 44 dei votanti per Fratelli d’Italia), mentre il 50 vuole che il governo Draghi rimanga in carica. Ma risultati non dissimili emergono dal sondaggio di Euromedia Research per La Stampa. In questo caso gli italiani che vogliono le elezioni anticipate sono il 30 per cento, mentre quelli che vogliono un governo che vada avanti (con M5S o senza) sono poco più del 52 per cento. «Gli italiani sono spaventati da quello che potrebbe succedere in assenza di un governo — spiega Alessandra Ghisleri — Siamo alle prese in contemporanea con: crisi energetica, pandemia, guerra, inflazione e siccità. In questa situazione, la figura di un non politico come Draghi infonde ancora una certa fiducia».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:26 pm

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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:26 pm

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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:27 pm

2)
Le demenzialità dei nazifascisti italiani, sovranisti monetari e novax, contro Draghi schierati con il criminale del Cremlino e contro l'Ucraina, anti USA, anti NATO e anti UE.




Draghi: "Siamo in quest'aula perché gli italiani lo hanno chiesto."
Matteo Brandi
21 luglio 2022
https://www.facebook.com/norberto.fratt ... 8280257859

No, dittatoruncolo da strapazzo, gli italiani non ti hanno chiesto un bel niente. Certo, tu sei abituato agli applausi nelle conferenze stampa, alle riverenze negli studi televisivi, al fiume di bava nelle aule di Montecitorio, ma quello non è il paese reale.
Il paese reale è formato da migliaia di famiglie che, a stento, arrivano a fine mese e verranno travolte dall'aumento delle bollette e dalle cartelle esattoriali. Il paese reale è composto da tutte quelle piccole e medie imprese che hai contribuito a far fuori, in ottemperanza a quella "creative destruction" di cui parlasti al G30. Il paese reale è quello che, da anni, vede alternarsi governi che non corrispondono minimamente al volere popolare.
Avevi un compito, vile affarista, e finora l'hai eseguito alla grande. Ci hai legato al PNRR (Piano Nazionale Razionamenti e Rovina), condannandoci a seguire tassativamente una lista di suicidi economici per avere in cambio una manciata di denaro a rate. E in prestito, per giunta. Un'umiliazione a cui solo un anti-italiano come te poteva sottoporci.
Hai diviso la popolazione alimentando un terrorismo vergognoso sulla pandemia, subordinando il diritto al lavoro ad un QrCode, imponendo a milioni di cittadini limitazioni demenziali e mentendo a reti unificate sull'efficacia di tali disposizioni. Che statista, davvero.
Ci hai gettati in prima linea nella guerra suicida alla Federazione Russa, promettendo che avremmo fatto facilmente a meno del gas di Mosca. Bene: lo vedranno, gli italiani, quanto costerà il gas algerino e quanto bene andranno avanti le nostre aziende a furia di sanzioni masochiste. E nel frattempo continui ad armare Kiev, come ordina lo Zio Sam. Tanto qualora partisse qualche missile saremo noi e non i tuoi padroni a farne subito le spese.
Hai spacciato il rimbalzo del gatto morto per ripresa economica e la totale subalternità dell'Italia ai tavoli europei come protagonismo. La Turchia ci sta cacciando a pedate dalle nostre storiche zone d'influenza, nel Mediterraneo siamo assenti e il tuo Ministro degli Esteri conosce la geopolitica meno della lingua italiana.
Insomma, caro Super Mario, puoi mentire a te stesso e alla tua claque quanto vuoi. La verità è che devi ringraziare di avere dinanzi a te una classe politica talmente infima e traditrice da averti permesso di fare i tuoi porci comodi indisturbato.
Perché tu, i patrioti, non li hai mai affrontati. Per ora.


Alberto Pento
E questi demenziali nazifascisti si ritengono patrioti italiani!


CHI BRINDA
Niram Ferretti
21 luglio 2022

https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 2164057559

Sarà che a Putin bisognerà concedergli qualcosa, diceva qualche tempo fa Berlusconi dopo mesi di silenzio sull’invasione dell’Ucraina, ricordando forse i bei tempi in cui lui e Vladimir sedevano sorridenti con copricapi di pelliccia all’esterno della dacia del boss russo. Sarà che dopo avere indossato una maglietta con la sua effige costatogli ai confini con la Polonia una figura degna del miglior Fantozzi, Matteo Salvini trasformatosi in gandhiano, affermava che lui è uomo di pace, pace e pace sempre anche con chi ti punta alla tempia una pistola carica. Sarà questo e altro a far pensare che la caduta del governo Draghi non porterà nulla di buono in politica internazionale. Ci penserà a riequilibrare l’asse Giorgia Meloni che nel 2018, non venti anni, fa si congratulava con la rielezione di Putin, scrivendo sulla sua pagina Facebook: “Complimenti a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a presidente della Federazione russa. La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivocabile”. “Inequivocabile”, sì, come tutto ciò che sa di libertà e di trasparenza.
L’argine si è rotto, l’argine che Draghi ha costruito saldamente in senso atlantista in questi diciassette mesi di governo. Si è rotto contro le pulsioni di chi ha sopportato con fatica la sua supplenza tecnica che lo ha costretto ad avere tenuto a bada con fatica gli istinti bassi di politicanti di cabotaggio minimo. Pensare che esulti un Di Battista, insieme a Travaglio e la sua ciurma, dà la misura di chi siano gli anti-Draghi, quelli che stappano champagne ora che l’uomo che garantiva all’Italia considerazione a livello internazionale è stato disarcionato grazie all’avvocato di Volturara Appula. Ma va detto subito che da solo, Giuseppi non ce l’avrebbe fatta. Per portare a compimento il draghicidio è stato necessario il concorso di ciò che resta del partito azienda (e chapeau a Mariastella Gelmini che a causa della non fiducia a Draghi da parte di Forza Italia in cui ha militato per venticinque anni, ha deciso di andarsene) e di quello che, fino a poco tempo, fa organizzava a livello locale incontri “culturali” con Alexander Dugin.



PER UN DRAGHI CHE SE NE VA...

Tornerà, non tornerà? Nell'afa estiva romana l'interrogativo è assillante.
Niram Ferretti
24 luglio 2022

https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 7520504690

Ma tornerà chi? No, non Draghi, mettetevi il cuore in pace, ma Di Battista. Sì, l'honesto, il puro, l'irriducibile battagliero Di Battista, il cuore gettato oltre l'ostacolo, oltre la realtà, quello per cui con l'Isis bisogna dialogare e se si armano gli ucraini bisogna anche armare i palestinesi contro "l'oppressione" israeliana.
Dalla Russia dovrebbe tornare, con amore ovviamente, per mettersi alla guida degli ultimi descamisados del M5S, il più scissionista dei partiti politici italiani (una scissione al mese, una alla settimana, una al giorno, nemmeno al CERN si era mai vista una cosa simile).
Porterà freschezza Di Battista, freschezza di pensiero, un po' come Franco Cardini e Moni Ovadia, due suoi riferimenti. Prenderà in mano gli atomi originari del Movimento, le particelle elementari e ricostruirà tutto.
Per un Draghi che se ne va, c'è sempre un Di Battista che ritorna.
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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:27 pm

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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:27 pm

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Re: Crisi politica, nuove elezioni il 25/9/22

Messaggioda Berto » gio lug 28, 2022 3:27 pm

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