Il pacco dei 5 Stelle, le scimmie dell'orango genovese

Re: Il pacco dei 5 Stelle, le scimmie dell'orango genovese

Messaggioda Berto » dom apr 25, 2021 8:00 am

Grillo il padre demenziale che difende il figlio stupratore, senza alcun rispetto per la donna, uomo di merda


"Mi hanno stuprata tutti". La notte choc a casa di Ciro Grillo
Luca Sablone
24 Aprile 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1619258845

"Mi hanno violentata. Tutti... Roberta... Tutti". Sarebbe stata questa la risposta di Silvia all'amica Roberta che, accarezzandole i capelli, le aveva chiesto: "Silvia, perché piangi?". Alle ore 14.45 di mercoledì 17 luglio 2019 c'è il risveglio di Roberta, ancora intontita nel soggiorno della villetta a Cala di Volpe. Si mette subito in piedi e inizia a cercare Silvia, trovata poi in una stanzetta senza porta di fronte al bagno. Ci vogliono alcune ore per ricordare i dettagli e ricostruire quanto accaduto in compagnia di Ciro Grillo e i suoi tre compagni. La domanda che ci si pone è ancora la stessa: si è trattato di un vero e poprio stupro oppure quel rapporto era consenziente, come urlato da Beppe Grillo su Facebook? Al momento per capire quanto accaduto bisogna basarsi sul fascicolo delle indagini, sviluppate in una ricostruzione dopo aver sentito decine di testimoni e aver intercettato i telefonini. Sono inoltre stati recuperati i messaggi e analizzati con grande scrupolo i video a disposizione per mettere insieme i frammenti di quella notte.

Le due giovani conoscono i quattro (Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Ciro Grillo) in occasione di una serata alla discoteca Billionaire. Balli, bevute e chiacchiere: la serata scivola via molto velocemente. Alle 5 del mattino la comitiva decide di uscire e le ragazze vengono invitate nella villa. Si fanno le 5.30 e inizia a far freddo: Corsiglia avrebbe accompagnato Silvia a prendere delle coperte nella camera matrimoniale e qui, stando all'accusa, l'avrebbe afferrata "sbattendola sul letto, mettendosi sopra, baciandola sulla bocca e provando un approccio sessuale". Per lui è una normale dinamica di corteggiamento. Dopo le 6 Roberta saluta tutti i presenti e va a sdraiarsi sul divano del soggiorno, addormentandosi velocemente. Silvia rimane con i quattro ragazzi ed è proprio in quel momento che tutto sarebbe degenerato.


"Costretta a bere e sbattuta nel box"

Corsiglia avrebbe accompagnato Silvia nella camera singola, dove lei poi si è sdraiata sotto le lenzuola. Ma il ragazzo non se ne sarebbe andato nonostante le richieste continue da parte della giovane. Tra commenti e risate in sottofondo dei suoi amici, Corsiglia si sarebbe avvicinato per un rapporto completo. Silvia riesce a divincolarsi e ad andare in bagno. Ma anche qui sarebbe stata raggiunta da Corsiglia che, come riporta La Stampa, l'avrebbe spinta "di spalle nel box doccia per un altro rapporto contro volontà". Silvia non ce la fa, crolla e scoppia a piangere. Prova a svegliare Roberta, che però in dormiveglia risponde di lasciarla tranquilla.

Alle 9 continua a versare lacrime. "Lo sapete benissimo, Francesco mi ha fatto male e voi non siete intervenuti", risponde ai ragazzi che le chiedono come mai stesse piangendo. La situazione si fa incandescente: "Grillo, Lauria e Capitta l'avrebbero costretta a bere della vodka, tenendola per i capelli". La giovane afferma di avere la mente offuscata, ma ricorda quando Lauria l'avrebbe invitata "a dormire in camera matrimoniale". "Gli altri la raggiugono, le vanno addosso sul letto ubriachi, la violentano a turno e insieme fino a quando perde conoscenza". Verso le 14.45 Roberta si sveglia e trova l'amica paralizzata dalla paura. Una situazione surreale: "C'era del mutismo da parte di tutti".


Gli sms nella chat

Silvia prende i vestiti e si copre. Due ragazzi accompagnano le due giovani ad Arzachena dove prenderanno un taxi alle 15 per rientrare al bed&breakfast. La testimonianza di Daniele, il titolare, è chiara: "Quel pomeriggio le ragazze non erano più le stesse. Poi sono rimaste, credo ancora una settimana ma non erano più le stesse. Erano educate, carine, una sembrava una 'timorata di Dio' tanto era riservata ma da quel pomeriggio erano distaccate, silenti. Silvia ci ha chiesto una bici in prestito per andare a Palau". Per andare in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo.

Poche ore dopo va alla lezione fissata di kite surfing a Porto Pollo, ma anche l'istruttore mette a verbale di aver trovato la ragazza chiusa, scostante, percependo che fosse accaduto qualcosa di brutto: "Ricordo che era molto turbata". Venerdì arrivano i genitori. Silvia inizialmente si vergogna, ma poi scoppia di nuovo a piangere e racconta: "Mamma, mi hanno violentato". Gli sms scambiati nel frattempo tra i quattro amici finiscono nell'inchiesta. "Ho paura che quella ci ha denunciato", avrebbe scritto Capitta. E poi uno di loro avrebbe inviato un altro messaggio: "3 vs 1". Come se si stesse parlando di un duello in un videogioco.




Grillo difende il figlio, Salvini: "Mi disgustano le sue parole"
VirgilioNotizie
22-04-2021

https://notizie.virgilio.it/grillo-figl ... ni-1477473

Matteo Salvini commenta in modo duro il video in cui Beppe Grillo ha difeso il figlio dall'accusa di stupro

Matteo Salvini non usa mezzi termini per commentare il video in cui Beppe Grillo, fondatore del M5s, ha difeso il figlio dalle accuse di stupro. “Mi disgustano le parole del padre, che mette sul banco degli imputati la ragazza che ha denunciato lo stupro e non il figlio, fermo restando che fino al giudizio tutti sono innocenti”, ha dichiarato il leader della Lega all’AdnKronos.

Poi sull’intervista alla sottosegretaria Anna Macina dice: “La Bongiorno mi avrebbe passato atti segreti e io avrei pruriti per i video… ma chi se ne frega, è incredibile”.

“In un paese normale Grillo avrebbe lasciato la carica e chiesto scusa”, ha proseguito Salvini che ha commentato anche le parole spese sul caso dall’ex premier Giuseppe Conte : “Ha bacchettato Grillo sul caso del video? Ha fatto bene. Non scherziamo, se c’è di mezzo una ragazza stuprata la politica non c’entra, ma il cinema l’ha messo su Grillo”.

Matteo Salvini: “Il governo è saldo, con Draghi rapporto franco e di amicizia”

Sempre all’AdnKronos Salvini ha commentato anche la mossa della Lega nell’ultimo Cdm. Il Carroccio si è astenuto continuando a chiedere che il coprifuoco venga procrastinato alle 23. “Il governo è saldo – ha spiegato -, stiamo già lavorando sul recovery. Ieri Draghi l’ho sentito sei volte, un rapporto leale, franco, direi di amicizia, oso dire, prevede che quando pensi che qualcuno sta sbagliando lo deve dire”.

“Secondo me continuare con il coprifuoco e con le chiusure fino a giugno non ha senso scientifico”, ha aggiunto.

Calendarizzata a mercoledì 28 aprile la mozione di sfiducia nei confronti di Roberto Speranza; mozione presentata in Senato da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. “Il voto di sfiducia a Speranza al Senato? Io sto lavorando al recovery, sono 200 miliardi, una cosa per volta”, la replica di Salvini.

“Le regioni fanno bene a lamentarsi, non sono state ascoltate su nulla”, ha dichiarato sempre il leader del Carroccio tornando alla questione coprifuoco.

“Il coprifuoco non ha senso, lo dice anche il Cts“, ha poi ribadito Salvini durante la segreteria politica della Lega, in corso alla Camera. “Quella di ieri – ha proseguito – è stata una scelta di lealtà: e nessuno di noi è imbarazzato, ve lo garantisco, la nostra è stata una scelta di fiducia nei confronti degli italiani. La Lega ha dato la sua fiducia al governo Draghi, non al governo Speranza o dei chiusuristi”.

“Noi siamo i più leali alleati di Draghi e siamo rispettosi dell’appello di Mattarella – ha aggiunto il leghista -, se qualcuno cerca chi vuole rompere chieda al Pd o pensi alla felpa che abbiamo visto pochi giorni fa”.

E ancora: “Siamo convintamente nel governo Draghi, non è il governo di altri. Alcuni ministri non hanno nemmeno dato le deleghe ai sottosegretari: siamo leali ma non fessi, questo non è il governo Orlando-Speranza”.

“Dobbiamo tenere duro. Siamo entrati in un governo strano ma abbiamo le spalle larghe. Pd e 5Stelle sperano che la Lega esca dal governo? Se lo scordino! Il nostro obiettivo è la libertà: senza supporto scientifico è folle pensare che dopo le 22 uno debba giustificare di essere per strada, nel Paese dove lavora e paga le tasse”, ha concluso il leader della Lega durante la segreteria politica.

Orlando (Pd): “Astensione Lega atto incomprensibile”

Andrea Orlando, ministro del lavoro e delle politiche sociali, in merito all’astensione della Lega in Cdm sul nuovo decreto Covid, ha parlato di “un atto incomprensibile e irresponsabile in questo momento. Poche ore prima condividi un accordo, poi dici che non ha senso, poi spari e poi ti astieni. Si tratta di una posizione che non è all’altezza di questo momento”.

Il ministro, intervenuto a Omnibus, ha aggiunto: “Questo continuo alternarsi, ultimatum e passi avanti e indietro, non aiuta l’Italia in questo passaggio delicato; è una contraddizione che esplode, ma non si può fare ogni giorno la forza di governo e di opposizione”. “La delegazione della Lega ieri mi è parsa in evidente difficoltà”, ha concluso Orlando.


Beppe Grillo difende il figlio Ciro e getta fango su una ragazzina violentata
Franco Bechis
20 aprile 2021

https://www.iltempo.it/attualita/2021/0 ... -26953177/

Ieri è esploso come una bomba un video di poco più di un minuto e mezzo pubblicato da un Beppe Grillo apparentemente fuori di sé a difesa del figlio Ciro, sotto accusa da quasi due anni per una presunta violenza sessuale di gruppo nei confronti di due ragazze con meno di venti anni avvenuto in Costa Smeralda nella villa del fondatore del M5s il 16 luglio 2019. “Mio figlio”, esordisce urlando come farà in tutto il video Grillo, “è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi...Io voglio chiedere chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel culo. Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato niente perché chi viene stuprato e fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano. Se non avete arrestato mio figlio arrestate me perché ci vado io in galera (...) E poi c'è tutto un video, passaggio per passaggio, in cui si vede che c'è un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello, così...perché sono quattro coglioni”.

Ho riportato le sue parole come erano perché non avrei trovate altre per fare capire cosa è uscito dalla bocca dell'uomo che da tre anni è al centro del potere in Italia sostenendo con il suo Movimento 5 stelle non uno, ma tre diversi governi con il gruppo di maggioranza relativa. Sono parole tremende quelle uscite dalla sua bocca, ancora di più se si pensa all'orrore della ipotesi di accusa che incombe sul capo del figlio di Grillo, identica addirittura in molti particolari a quella che ha originato il caso di Alberto Genovese e della sua terrazza milanese (ed effettivamente Genovese fu arrestato). Quel video certo è la difesa che un padre fa di un figlio, anche se nessun padre farebbe un video così, e proprio nessuno a due anni dai fatti. Ma è anche il linciaggio ignobile delle presunte vittime, che secondo Grillo mai sarebbero state stuprate perché lui ne ha la prova (che nessun altro ha) in un video girato da un telefonino dei presunti violentatori, dove sarebbe evidente che c'era consensualità. Secondo Grillo al massimo quattro ragazzi che compiono atti sessuali in serie su una ragazza riprendendosi in mutande con il pisello in mano al massimo sono un po' “coglioni”, ma è indubbio che la ragazza avesse voglia di quel rapporto non con uno, ma con quattro uno dopo l'altro perché sarebbe evidentemente il sogno di ogni ragazza potere giacere con il frutto dei lombi di Grillo e mentre quello fatto il suo dovere si fumava una sigaretta, avanti gli altri. Una bestialità che se fosse stata pronunciata da chiunque altra sarebbe seguita dal linciaggio, in primis per mano dei seguaci di Grillo. Non è bastata questa incivile colata di fango sulla ragazza che per la procura sembra essere la vittima della violenza. No, Grillo ha voluto aggiungere un altro carico di bestialità disumana: il dileggio per una ragazza che dopo la violenza sarebbe salita il giorno dopo su un kite surf e che ha aspettato otto giorni per presentare poi a Milano con il sostegno della sua famiglia la denuncia per violenza sessuale da cui è nato il procedimento.

Ricordo a Grillo che il movimento da lui fondato si è posto come medaglia sul petto l'approvazione subito dopo quella presunta violenza sessuale (agosto 2019) della legge contro la violenza sulle donne conosciuta come “codice rosso”. Fu l'attuale grillina vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, a presentare un emendamento che fu approvato ed oggi è legge per allungare da 6 a 12 mesi il tempo massimo entro cui una vittima poteva presentare denuncia per una violenza sessuale subita. Altro che otto giorni! Avrei voluto sentire ieri l'indignazione della Spadoni per quelle parole di Grillo, ma non ne ha avuto il coraggio. Lo hanno avuto solo due esponenti del M5s in tutta Italia: la deputata Federica Daga (che subì violenza sessuale) e la consigliera grillina al comune di Oristano, Patrizia Cadau, che ha definito quel video “imbarazzante”. I pochi altri del Movimento intervenuti hanno dato “solidarietà umana” a un padre che difende un figlio, una barriera di fronte alla quale si sono ritirati anche avversari politici di sempre.

Quel video di Grillo di ieri non può essere banalizzato e tanto meno perdonato come lo sfogo di un padre. Sarebbe stato umanamente comprensibile due anni fa, quando Grillo seppe della presunta violenza. O magari due mesi dopo i fatti, quando divennero pubblici con un riserbo lodevole ma assai raro. Si seppe di quella presunta violenza infatti solo il 6 settembre 2019, esattamente il giorno dopo l'entrata in carica con tutti i poteri del secondo governo di Giuseppe Conte, basato sul patto fra M5s e Pd. Dopo due anni e tanto silenzio come non si è osservato in nessun altro caso paragonabile, non esiste sfogo di padre e non me la sento di essere comprensivo per questo.

Sono padre di tre figli, una femmina e due maschi. Fossi stato io il padre in quel luglio 2019 certo mi sarei sentito smarrito, sconfitto, dilaniato per il mio fallimento prima ancora di quello di mio figlio. Sarei stato disperato, ma se mio figlio mi avesse detto che la ragazza ci stava e fatto vedere un video in cui lui e tre suoi amici si divertivano con il pisello di fuori davanti a una ragazzina ubriaca e ubriacata per poi fare i loro comodi su di lei, la rabbia mi avrebbe reso cieco e sarebbe partito di istinto uno sganassone che il figlio avrebbe ricordato forse più di qualsiasi cosa sarebbe potuta accadere dopo. Poi certo sarei restato padre e avrei vissuto con vergogna e silenzio tutto quel che sarebbe accaduto dopo. A fianco di mio figlio, anche abbracciandolo. Nè io - ma credo nessun altro padre - avrebbe mai registrato un video come quello di ieri. Che ha protagonista un leader politico, non un padre.

Su una cosa però Grillo ha ragione: due anni per non essere arrivati a stabilire ipotesi di colpevolezza o di archiviazione sono una enormità in un caso così dove tutti gli elementi furono raccolti in poche settimane. Non è accettabile per nessuno un sistema giudiziario così. Per qualsiasi reato, figurarsi poi per una ipotesi di violenza sessuale. Anche perché questo dilatarsi inspiegabile dell'indagine giustifica ogni sospetto. Una vicenda giudiziaria che ha accompagnato e ritmato i tempi della politica. Restando sotto traccia e riemergendo in momenti cruciali. Tutto taceva quando M5s dovette passare dalle invettive contro il “partito di Bibbiano” al matrimonio con lo stesso. Riesplosa ora quando quel partito che tanto ha perso per strada è importante ma non più decisivo per le sorti del paese.


Ciro Grillo, la rabbia dei genitori della ragazza: "Farsa ripugnante"
Roma, 19 aprile 2021

https://www.quotidiano.net/cronaca/gril ... -1.6264711

"Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante". Lo dicono, in esclusiva all'Adnkronos, attraverso il loro legale Giulia Bongiorno, i genitori della ragazza italo-svedese che ha denunciato di essere stata stuprata, nel luglio del 2019, da Ciro Grillo, figlio del garante del M5S, e tre suoi amici, tutti indagati dalla Procura di Tempio Pausania per violenza sessuale di gruppo. I genitori hanno visto il video mandato in rete da Beppe Grillo in cui difende il figlio dichiarandolo "innocente" e in cui parla di "divertimento". "Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati - dicono i genitori della ragazza -, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore, la disperazione e l'angoscia della vittima e dei suoi cari sono strategie misere e già viste, che non hanno nemmeno il pregio dell'''inedito'''.

Grillo, Boschi: "Fa torto a tutte le donne vittime di violenza"

"Mio figlio è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi... - ha dichiarato il comico e fondatore del Movimento 5 Stelle nel video diffuso in rete -. Io voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel culo". E ha continuato: "Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato niente perché chi viene stuprato fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano". Un minuto e 40 di video in Beppe Grillo conclude che "è strano. E poi c'è tutto un video, passaggio per passaggio, in cui si vede che c'è un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello, così...perché sono quattro c...oni".

Lo sfogo che imbarazza M5s e Pd - di De Robertis

Le accuse della Procura di Tempio Pausania (Sassari) al figlio di Grillo e agli tre ragazzi sono gravi. "Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno", "afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka" e "costretta ad avere rapporti di gruppo" dai quattro giovani indagati che hanno "approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica" di quel momento. Pagine di orrori, come apprende l'Adnkronos, raccontati dalla giovane studentessa italo-svedese, di appena 19 anni. La ragazza ha denunciato di aver subito, nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019, una violenza di gruppo nella villa in Costa Smeralda di proprietà di Grillo. Come si legge nelle carte della Procura "il residence è stato individuato grazie a un selfie scattato" dalla giovane ragazza ed "è riconducibile a Beppe Grillo".



"3 vs 1". L'sms di compiacimento dopo la notte choc a casa Grillo
Luca Sablone
24 Aprile 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1619265979

Un messaggio quasi di gloria, come se fosse la gara di un videogioco. L'incubo della ragazza in lacrime: "Mamma, mi hanno violentata tutti"

"3 vs 1". L'sms di compiacimento dopo la notte choc a casa Grillo

È stato uno stupro o il rapporto era consenziente? Su quella notte passata nella villetta a Cala di Volpe bisogna ancora far luce. Allo stato attuale si può solamente far affidamento al fascicolo delle indagini, sviluppate in una ricostruzione dopo testimonianze, analisi e intercettazioni. Il racconto fornito dalla ragazza coinvolta è da brividi: quei momenti passati con Ciro Grillo e i suo amici l'hanno segnata, tanto da farla piangere in diverse occasioni e turbarla nei giorni successivi. Così come ha raccontato Daniele, il titolare del bed&breakfast (in località Barrabisa a Palau) dove Silvia era ospite: "Quel pomeriggio le ragazze non erano più le stesse. Poi sono rimaste, credo ancora una settimana, ma non erano più le stesse. Erano educate, carine. Ma da quel pomeriggio erano distaccate, silenti".

Lo stesso presentimento lo aveva avuto l'istruttore di kite surfing a Porto Pollo, che a verbale ha messo di aver trovato la ragazza strana, chiusa, percependo che fosse accaduto qualcosa di brutto: "Ricordo che era molto turbata". Eppure c'è chi sembra aver colto l'occasione per pavoneggiarsi dopo quanto accaduto. Tanto che, come scrive Gianluigi Nuzzi su La Stampa, uno della comitiva avrebbe inviato questo messaggi agli amici: "3 vs 1". Tre contro una, come se fosse la gara in un videogioco. Evidentemente senza sapere che dietro quella vicenda ci fosse una ragazza in uno stato tutt'altro che agiato.

"Ho paura che ci ha denunciato"

Silvia, che in più occasioni è scoppiata in lacrime, inizialmente provava vergogna. Ma alla fine, accompagnata sempre dal pianto, ha rivelato tutto: "Mamma, mi hanno violentato". La stessa confessione che aveva fatto a Roberta mercoledì 17 luglio 2019. "Silvia, perché piangi?", le aveva chiesto l'amica accarezzandole i capelli. E la risposta di Silvia, trovata paralizzata dalla paura, è stata diretta: "Mi hanno violentata. Tutti... Roberta... Tutti". Una situazione surreale che poche ore dopo ha visto tutti in silenzio: "C'era del mutismo da parte di tutti". Ma nelle chat del gruppetto, finite nell'inchiesta, qualcuno già iniziava ad avere qualche timore: "Ho paura che quella ci ha denunciato".

Il racconto fornito dalla giovane è agghiacciante: secondo l'accusa, in una camera matrimoniale sarebbe stata afferrata "sbattendola sul letto, mettendosi sopra, baciandola sulla bocca e provando un approccio sessuale". E poi ancora, dopo essere riuscita a divincolarsi, sarebbe riuscita ad andare in bagno. Ma anche qui sarebbe stata spinta "di spalle nel box doccia per un altro rapporto contro volontà". Una situazione che progressivamente avrebbe preso pieghe incandescenti: "Grillo, Lauria e Capitta l'avrebbero costretta a bere della vodka, tenendola per i capelli". Poi le lacrime. Tante lacrime. A Silvia sono servite alcune ore per ricordare i dettagli e ricostruire quanto accaduto quella maledetta notte.
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Re: Il pacco dei 5 Stelle, le scimmie dell'orango genovese

Messaggioda Berto » mar giu 22, 2021 10:45 pm

La Trenta abbandona Di Maio: "Me ne vado"
Federico Garau
2 giugno 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1622672538

Sparita dai radar da tempo, Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa nel governo Giuseppi I, torna nuovamente a parlare per dare l'addio al Movimento 5Stelle. Una notizia bomba, affidata alle pagine social della parlamentare pentastellata, così a lungo criticata a fine mandato.

Sembrano ormai lontani i tempi in cui oscure nubi si addensavano sulla figura della Trenta, finita al centro delle polemiche per quell'appartamento in centro a Roma che avrebbe dovuto restituire al termine del proprio incarico da ministro. E così, proprio come alla fine l'ex titolare del dicastero della Difesa aveva dovuto lasciare il bell'alloggio di servizio sito nel cuore della Capitale, adesso pare apprestarsi ad abbandonare la nave grillina.


L'addio al Movimento

Un commiato doloroso quello dai 5Stelle, spiega su Facebook Elisabetta Trenta, che tuttavia afferma di non avere rimpianti. Ma perché questa decisione?"Questa non è più la casa della trasparenza, della democrazia dal basso, della partecipazione e della coerenza con valori che sono e resteranno comunque miei", dichiara l'ex ministro, che lancia pesanti accuse: "Lascio perché il coraggio di andare contro, quando è necessario, è stato messo in secondo piano dai personalismi, perché i troppi compromessi e le retromarce sono la negazione dei sogni di chi ha creduto in noi".

In effetti i testacoda compiuti dai grillini sono stati proprio tanti ed Elisabetta Trenta sembra essersene accorta. Ormai pronta a lasciarsi il Movimento alle spalle, la parlamentare passa quindi direttamente a rivolgersi all'ex leader grillino Luigi Di Maio, oggi ministro degli Esteri. "Caro Luigi, ti sarò sempre riconoscente per avermi voluto come ministro della Difesa, dandomi una grande e unica opportunità. Mi sono sentita orgogliosamente parte della tua squadra. Dovevamo e volevamo cambiare il Paese e invece, tra troppe paure, é cambiato il Movimento", ammette Trenta.

"Da parte mia, e lo sai bene, non ho mai ceduto sui nostri valori imprescindibili anche quando alcuni si sono messi contro di me cercando di infamarmi", continua la ormai ex grillina. "Agli Stati Generali era stata promessa una svolta, una grande riflessione partecipata per ripartire e invece, per non ammettere che la base é altrove, tutto é finito velocemente in un cassetto", aggiunge in tono drammatico.

Ovviamente Trenta dichiara di voler lasciare il Movimento, ma non certo la politica. Una storia già sentita, un percorso già scritto. Dopo i dovuti ringraziamenti ("a coloro che mi hanno seguita, che mi hanno difesa, che hanno creduto in me"), la promessa: "Io ci sarò sempre per tutti, non importa il partito e sarò sempre pronta a lavorare con chi crede nei valori di un'Italia giovane, dinamica e innovatrice, giusta, forte, pienamente inserita nel contesto europeo, Nato e internazionale, ponte di dialogo con il Mediterraneo e con l'Africa, terra di poeti, artisti, eroi, santi, navigatori, e inventori, luogo di bellezza dove ogni cittadino del mondo amerebbe vivere, studiare e lavorare!".

E saranno questi i valori dell'ex ministro, valori tramandati proprio dal vecchio Movimento 5Stelle, e che ora spingono la Trenta a lasciare per "rendere il nostro Paese e il nostro mondo un posto migliore per i nostri figli".
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Re: Il pacco dei 5 Stelle, le scimmie dell'orango genovese

Messaggioda Berto » mar giu 22, 2021 10:46 pm

Lo statuto M5s in alto mare. E ora Grillo vuole licenziarsi
Domenico Di Sanzo
22 Giugno 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1624379214

Guerra con Conte, rinviata la presentazione di giovedì. Casaleggio all'angolo, l'ex socio lo molla

Come ampiamente prevedibile, qualche giorno fa a Pietro Dettori è arrivato l'aut-aut definitivo. «Doveva scegliere se stare o di qua o di là ed è chiaro che ha scelto di stare nel Movimento, che doveva fare con Casaleggio?», dice al Giornale una fonte grillina che conosce Dettori e lo ha sentito nelle ultime ore.

L'ex ghostwriter di Beppe Grillo annuncia con un post su Facebook l'addio all'Associazione Rousseau, di cui era socio dal febbraio 2018. «È stata un'esperienza durata cinque anni, di cui due da dipendente a Milano e gli ultimi tre da socio mentre continuavo la mia attività professionale a Roma», scrive il social media manager cagliaritano. Nella Capitale era sbarcato dopo le elezioni politiche di tre anni fa per occuparsi di comunicazione a Palazzo Chigi, nell'ufficio di Luigi Di Maio, allora vicepremier del governo gialloverde. Considerato l'eminenza grigia della Casaleggio Associati nei Palazzi romani, il suo divorzio dall'erede di Gianroberto certifica l'isolamento del guru dalla politica che conta.

Un passaggio epocale, perché Dettori è una figura simbolo del grillismo e ha scelto di abbandonare il vascello di Via Morone per imbarcarsi nella rifondazione di Giuseppe Conte. L'esperto di comunicazione, ora alla Farnesina come consulente di Luigi Di Maio, ricorda gli anni di lavoro «alla Casaleggio Associati, a supporto di Gianroberto e Beppe, tra il computer alla scrivania e l'Ipad sul camper, tra l'ufficio e i palchi». Poi Roma. Sempre in prima linea ma lontano dai riflettori, riservato e influente. Nessuna burrasca dietro la separazione da Rousseau. Semplicemente una scelta obbligata, una strada a senso unico per chiunque abbia l'ambizione di proseguire la carriera nelle stanze del potere. Di Davide Casaleggio dice: «Gli sono sempre stato e gli sarò sempre riconoscente. La stima e l'affetto nei suoi confronti sono immutati».

Il percorso di Dettori sarà diverso da quello del presidente di Rousseau. «Io nel Movimento ci credo ancora - scrive - ci credo innanzitutto perché mi fido di Beppe Grillo, Beppe è il nostro garante e nei momenti più critici della nostra storia è sempre stato lucido». Il peso di Grillo nel M5s è sicuramente un tema attuale, dopo che il fondatore ha reagito con sdegno al tentativo di Conte di ridimensionare il suo ruolo nel nuovo Statuto. E l'opinione di Dettori conta. Proprio nell'appartamento romano dello spin doctor sardo, a fine agosto 2019, si era riunito lo stato maggiore del M5s prima di ufficializzare il via libera al governo con il Pd. Sempre lui ha provato a mediare con Casaleggio per arrivare a un accordo con Rousseau. Fallito il tentativo, l'addio alla casa madre e forse un futuro incarico politico. «Tocca capire se ora Dettori farà anche qualcosa per il Movimento», dicono dai Cinque Stelle.

In un momento che viene definito da diverse fonti come quello di «massimo caos nella storia del M5s». La nuova fase a guida Conte procede di rinvio in rinvio. Lo Statuto avrebbe dovuto vedere la luce giovedì a Roma e lo staff dell'ex premier aveva già prenotato una sala per la presentazione. Ma bisognerà attendere ancora. Grillo è descritto come «molto deluso e irritato dal progetto di Conte di costruire un partito personale». Il comico ha preferito non presentarsi nella Capitale per il giro di incontri che era stato annunciato per il weekend. La verità è che non c'è nessun accordo sul ruolo del Garante nel nuovo Statuto. Conte è disposto a cedere sul simbolo, ma non vorrebbe interferenze sulla linea politica. L'avvocato comunque sta trattando. E Grillo? «Beppe vuole che sia messo nero su bianco che il M5s non sarà mai un partito personale e vuole l'ultima parola sulle scelte politiche, a cominciare dai nomi della nuova segreteria», spiega una fonte pentastellata di primo piano. È siderale la distanza tra il fondatore e il rifondatore, mentre deputati e senatori sono estenuati da un progetto - quello contiano - continuamente abortito. «Qua ogni giorno che passa perdiamo un punto percentuale», si sfoga un parlamentare con Il Giornale.




Colpo di scena: Conte pronto al ritiro
Federico Garau
25 Giugno 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1624628003

Per l'avvocato del popolo è impensabile guidare in due il Movimento. Scoppia il panico fra i grillini, alcuni tentano disperatamente di convincerlo a restare

Colpo di scena: Conte pronto al ritiro

La concordia che ritorna in casa CinqueStelle? Una condizione passeggera (se non apparente) a quanto pare, dal momento che da ieri ha cominciato a circolare la notizia secondo la quale l'avvocato Giuseppe Conte sarebbe già pronto a lasciare.

Le stoccate di Grillo

Bruciano, evidentemente, le parole pronunciate dal garante Beppe Grillo, che nel corso della riunione con i parlamentari pentastellati non le ha mandate a dire all'ex presidente del Consiglio. Pesanti le dichiarazioni del comico genovese che, dopo aver ribadito il proprio ruolo ("Io sono il garante, non sono un coglione"), ha voluto rimettere al proprio posto il povero Giuseppi. "Conte è un avvocato, io un ragioniere... Non ha girato con noi nelle piazze, non sa cos'è veramente il Movimento", ha affermato, e ancora: "Deve assimilare le nostre cose, io visionario lui no". Pur essendo "una gran brava persona", Giuseppe Conte deve capire che è Grillo ad essere utile al partito.


Il passo indietro?

Non ci possono essere due protagonisti all'interno del Movimento 5Stelle, questo ormai è chiaro. Dopo l'inizio cordiale di questo inverno, quando i due si erano incontrati nella villa del comico di Marina di Bibbona per trovare nuove idee, tra Grillo e Conte sono cominciati i primi scontri. Come due prime donne, entrambi desiderano la luce dei riflettori.

Stando a quanto riferito da alcune fonti grilline, già ieri, dopo il discorso del padre putativo dei 5Stelle, un risentito Giuseppi avrebbe manifestato il desiderio di abbandonare la nave, cosa che ha letteralmente scatenato il panico fra i pentastellati.

Che cosa ne sarà di loro se l'ex avvocato del popolo dovesse lasciare il ruolo di frontman del Movimento? E dire che già in molti vedevano l'ex premier come futuro leader dei grillini. Chi potrebbero mai proporre al suo posto, adesso? In tanti si sarebbero spesi per far ragionare il Giuseppi oltraggiato, persino Luigi di Maio, che ieri ha incassato l'approvazione di Grillo ("Uno dei ministri degli Esteri più bravi della storia").

Per ora di certo si sa solo che Conte non parteciperà al webinar previsto nel pomeriggio proprio con Di Maio. Annullata anche l'intervista a Sky. Al momento l'ex presidente del Consiglio si è chiuso in un inquietante (almeno per i grillini) silenzio. Secondo AdnKronos, tuttavia, potrebbe essere imminente una sua conferenza stampa. Chi ha parlato con lui afferma che per Giuseppe Conte una diarchia è impensabile. Insomma, non ha intenzione di giudare il Movimento in coppia con Grillo. L'addio pare inevitabile. Nessun incontro con il padre putativo dei pentastellati, che ha lasciato Roma senza vedere Conte.


Tensione fra i grillini

Nelle chat pentastellate, intanto, è scoppiato il caos. Conte resta? Se ne va? C'è chi parla di un suo passo indietro già oggi. Intervenuto ad un evento a Pozzuoli (Napoli), il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico ha commentato con un prudente: "Non dico nulla per ora". Più sicuro Davide Casaleggio: "Penso che ci siano visioni diverse del Movimento che stanno emergendo", ha dichiarato a Radio Capital.



"Così Beppe ci distrugge". Il M5S pronto a esplodere

Federico Garau
29 giugno 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1624990969

Ed alla fine la risposta di Beppe Grillo alle ultime dichiarazioni di Giuseppe Conte è arrivata: fra i due personaggi di spicco del Movimento 5Stelle è guerra aperta. Lo strappo era imminente, si attendeva solo la replica del padre putativo dei grillini alle bordate dell'ex presidente del Consiglio, che nel suo intervento di ieri aveva invitato il comico genovese a comportarsi da genitore generoso ed a lasciar crescere la sua creatura in autonomia. Parole che non sono affatto piaciute a Grillo, il cui video-risposta era ormai attesissimo.

Il consiglio di mantenere la calma e di sbollire la rabbia da parte di alcuni uomini del suo entourage è servito a poco, dato che già oggi il garante del Movimento ha deciso di fare la propria mossa ed apparire sul proprio Blog. Dopo aver rimesso a posto Giuseppi ("Non ha né visione politica, né capacità manageriali"), Beppe Grillo ha lanciato la sua proposta: "Indìco la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau". E nel Movimento si è scatenato il caos.


Panico grillino

"Non possiamo lasciare che un Movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco", scrive Beppe Grillo sul suo Blog, più che mai deciso a chiudere il capitolo Conte. L'idea del comico genovese di fare ritorno alla piattaforma Rousseau ha però spiazzato tutti. C'è addirittura chi teme per la tenuta dello stesso governo, che potrebbe vacillare in caso di improvvise scissioni.

In questi ultimi mesi in tanti, infatti, si sono avvicinati a Giuseppe Conte ed alcuni sarebbero anche pronti a seguirlo, se solo lui decidesse di fondare un proprio partito. A quel punto, però, che cosa resterà del Movimento, già fiaccato da molte defezioni? Giuseppi avrebbe escluso la possibilità di creare un nuovo gruppo politico ("Chi mi conosce sa che non ho doppie agende"), ma mai dire mai.

Dopo lunghe ore di silenzio, le chat grilline questa sera stanno andando a fuoco. In preda alla confusione, i pentastellati si scambiano il link del post di Beppe Grillo, indecisi sul da farsi. Stando a quanto riferito da LaPresse, c'è già chi parla di autentica catastrofe. In tanti volevano Giuseppi come leader e di certo non si apettavano la rottura con il garante. "Questa è la morte del Movimento, Grillo ci sta distruggendo", annuncia mestamente qualcuno.

Poca la voglia di tornare su Rousseau. "Ma anche no", sarebbe il pensiero di alcuni, "io così non ci sto, mi disiscrivo". Qualcuno, inoltre, pensa che la decisione del garante di tornare al voto sulla piattaforma abbia in qualche modo fatto "vincere" Casaleggio.


Le reazioni

"Non so se trovo più folle le valutazioni su Conte, che ha guidato due governi tra crisi economica e pandemica, o il fatto di rimetterci nella gabbia Rousseau", è stato il commento a caldo all'AdnKronos di Roberta Lombardi, membro del Comitato di garanzia M5s. Lombardi ha poi preso categoricamente le distanze dal post di Grillo.

"Sei mesi fa ho detto: votiamo il Comitato direttivo, che deciderà come inserire Giuseppe Conte. Pensavo fosse la cosa più giusta da fare. Adesso, prendetemi per utopista, ma mi auguro che si possa comunque salvare il Movimento e il suo rapporto con Giuseppe Conte. Forse se questa elezione l'avessimo fatta allora sarebbe stato meglio", ha invece affermato l'europarlamentare Dino Giarrusso, che ha poi invitato tutti a mantenere la lucidità ed a restare uniti perché "i nostri avversari storici non vedono l'ora che noi ci distruggiamo da soli".

"Mi sento trattata come un pacco. Non è la prima volta che accade", si è sfogata la senatrice Alessandra Maiorino. "Che Conte fosse la persona giusta lo pensavano milioni di italiani e lo stesso Beppe fino a poco tempo fa. Questo suo repentino cambio di idea e di umore lascia attoniti non solo noi ma quella parte di Paese che ha creduto e crede ancora in Conte. In questo modo Grillo si assume una responsabilità enorme".

Nella discussione c'è anche chi si chiera a favore del garante. "Ha fatto un errore a marzo, quando ha deciso di dare in mano tutto a una sola persona, ora è rinsavito", ha infatti dichiarato l'ex pentastellato Alessio Villarosa. "Beppe non conosceva Conte, si saranno sentiti 10 volte in tre anni. Ora sarà interessante capire quanti andranno con Grillo e quanti con Conte", ha aggiunto.




Al via l'offensiva legale contro il voto che lo ha eletto presidente del Movimento: "Sono sette gli articolati motivi di illegittimità"
"Non era iscritto al M5S". Partono i ricorsi che fanno tremare Conte
Luca Sablone
6 Settembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1630931167

Si aggiunge altra carne al fuoco che complica la nuova avventura di Giuseppe Conte alla guida del Movimento 5 Stelle. Questa volta a mettere i bastoni tra le ruote al progetto di rifondazione non è né il braccio di ferro con Davide Casaleggio né il diverbio a distanza con Beppe Grillo, ma una serie di malumori della base grillina che intende denunciare il percorso che ha portato l'ex premier al vertice del M5S. Da Napoli sta infatti per partire la prima offensiva legale contro il voto che ha eletto Conte presidente del Movimento: è in dirittura d'arrivo la notifica del ricorso giudiziario per l'annullamento del nuovo statuto redatto dall'ex presidente del Consiglio. "Facciano le iniziative che ritengono", è la replica dell'avvocato.


Un'altra grana per Conte

Azioni di questo tipo erano nell'aria, con i pentastellati storici che hanno da sempre sostenuto come Conte non fosse iscritto al M5S. Un gruppo di attivisti della prima ora ha impugnato non solo il nuovo statuto, ma anche la consultazione attraverso cui l'avvocato è stato incoronato al primo posto della galassia gialla. I promotori del ricorso hanno fatto sapere all'Adnkronos che "sono sette gli articolati motivi di illegittimità, non solo procedurali, che verranno illustrati nei prossimi giorni in conferenza stampa".

L'iniziativa è stata partorita alla luce della "deriva verticistica" che con il passare del tempo "ha portato ad accantonare le regole e i principi fondanti del M5S". In sostanza si lamenta la sospensione della democrazia interna. Il ricorso sarà presentato a Napoli e vede come promotori alcuni attivisti storici che si sono rivolti all'avvocato Lorenzo Borrè, ma coinvolge anche militanti provenienti da diverse parti d'Italia. I ricorrenti denunciano - tra le altre cose - la "non iscrizione di Conte" al Movimento 5 Stelle, il "mancato raggiungimento del quorum della 'metà degli iscritti' per l'approvazione del nuovo statuto" e la "pubblicazione della convocazione su una piattaforma ignota alla maggioranza degli iscritti".


L'incubo Amministrative

Una notizia che di certo non facilita le prossime mosse del leader grillino, che in questi giorni si sta muovendo in prima persona in vista delle elezioni Amministrative di ottobre. Un appuntamento cruciale che inevitabilmente rappresenterà il primo vero banco di prova del nuovo M5S targato Conte.

L'ex premier teme un'umiliazione elettorale: iniziare con risultati pessimi nelle città sarebbe un passo falso disastroso. Ecco perché l'avvocato ha messo le mani avanti fin da subito, come se sentisse già puzza di flop elettorale: "Il risultato di questo voto non potrà essere significativo per il Movimento, visto che il nuovo corso non ha ancora potuto dispiegare i suoi effetti. Quindi non potrà essere questo un banco di prova".
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Re: Il pacco dei 5 Stelle, le scimmie dell'orango genovese

Messaggioda Berto » mar ott 19, 2021 6:37 am

Il Movimento 5 Stelle adesso è sparito: ecco perché
Daniele Dell'Orco
18 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1634579831

La tornata di ammnistrative ha sancito il fallimento amministrativo dei grillini, bocciati alle urne in tutti i Comuni che guidavano. Ora sono condannati a fare la stampella al Pd

È un tonfo rumoroso perché venuto davvero dall'alto. Da quel picco di elettori (il 32%) delle politiche del 2018. Da quel momento in avanti, il Movimento 5 Stelle ha dilapidato un patrimonio facendo null'altro che la normalità: amministrare.

Dal governo nazionale fino agli enti locali, ovunque i cittadini abbiano avuto prova della straordinaria inefficacia dell'ideologia del M5S hanno risposto con una pernacchia sonora. Anticamera di una depressione politica che si è convertita in parte in assenteismo. O per meglio dire ri-convertita. Perché se è vero che l'avvento dei grillini è riuscito a dare la sensazione a centinaia di migliaia di italiani disillusi che per una volta dopo tanto tempo ci sarebbe potuta essere la possibilità di incidere col timbro sulla propria tessera elettorale, il (comunque prevedibile) bluff pentastellato degli ultimi 3 anni ha spinto tutti quegli elettori, e molti altri, lontani dai seggi.

Soprattutto, si taglierebbero le mani piuttosto che rivotare M5S. Lo dimostra anche l'ultima tornata di amministrative, con l'ultimo Comune a targa pentastellata in Emilia-Romagna perso al ballottaggio: Mariano Gennari, sindaco uscente di Cattolica (Rimini) è infatti stato sconfitto dalla candidata del Pd Franca Foronchi, che ha vinto con il 63,5%.

Ma il tonfo grillino negli enti locali era iniziato già nel 2019, un anno dopo le politiche, con i tracollo in città amministrate dai grillini come Livorno, Avellino (esperienza durata cinque mesi con ben 23 voti espressi per sfiduciare il sindaco Vincenzo Ciampi), Civitavecchia e Nettuno.

Un altro dato significativo di questa tornata lo aveva già offerto il primo turno in una città per nulla come le altre: Napoli. La lista grillina, caricata dalle discese in Campania di Giuseppe Conte e alleata col centrosinistra, aveva riscosso il 12,8%, un quarto rispetto all'impressionante 51% ottenuto del 2018 nella città col più alto tasso di beneficiari del Reddito di cittadinanza di tutta Italia.

Persino i percettori del RdC, dunque (a Napoli e provincia ne beneficia mezzo milione di persone, 170mila nuclei familiari), nella roccaforte di Luigi Di Maio hanno voltato le spalle al grillismo. Sia i provvedimenti politici ad ampio spettro, sia le gestioni degli enti locali, sia l'appiattimento sul nazionale (con l'alleanza prima con la Lega "nemica del Sud" poi col Pd "partito di Bibbiano"), sono le tre fonti di fuoco incrociato che stanno condannando il M5S all'estinzione. O, in alternativa, alla fusione col Partito Democratico, in teoria alleato, in pratica cannibale.
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Re: Il pacco dei 5 Stelle, le scimmie dell'orango genovese

Messaggioda Berto » sab gen 08, 2022 10:32 pm

Declino social di Grillo. Da blog più letto d'Italia al rischio liquidazione
Conti in rosso per la società che gestisce il sito. Senza nuovi introiti finirà sul mercato
Domenico Di Sanzo
25 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1635138973

«Si conta nel corso del biennio 2021/2022 di stipulare nuovi contratti pubblicitari. Diversamente e tempestivamente, la società sarà messa in liquidazione». Questo è il passaggio più allarmante della nota integrativa all'ultimo bilancio - visionato dall'Adnkronos - della Beppegrillo Srl, il contenitore societario attraverso cui il Garante e fondatore del M5s gestisce anche il suo Blog. Dopo il divorzio dalla Casaleggio Associati a inizio 2018, il sito del comico genovese è gestito in proprio da una società con sede a Genova, la città di Grillo. Solo che la Srl, stando al rendiconto, non se la passa troppo bene. E senza un aumento dei ricavi pubblicitari rischia la liquidazione. Secondo il documento, la crisi del Blog sarebbe dovuta alle conseguenze negative della pandemia da Coronavirus. Quindi il passivo di 12.457 registrato nel 2020, a fronte di un attivo di 65.753 euro dell'anno precedente, «è stato fortemente influenzato dall'emergenza epidemiologica Covid-19», si legge. Un crollo dovuto dal calo della domanda di pubblicità sul web. «Una drastica riduzione dei fruitori e clienti» di spazi pubblicitari, che ha penalizzato tutto il settore, compreso il Blog di Beppe Grillo, che, rispetto ai suoi anni d'oro, sconta una perdita di influenza politica e di capacità di dettare i temi dell'agenda. E pensare che lo spazio web del comico è stato per anni uno dei più letti al mondo. Nel 2008 - un anno prima della fondazione dei Cinque Stelle - il settimanale britannico The Observer posizionava Grillo al nono posto in una classifica dei blogger più potenti a livello globale. Ora il declino progressivo, dovuto alle trasformazioni del Movimento e alla posizione più defilata assunta dal fondatore negli ultimi anni. Nel testo della nota integrativa, però, la cattiva performance finanziaria è attribuita esclusivamente al virus. «A causa della pandemia Covid-19 le imprese commerciali in genere hanno ridotto drasticamente i costi per la pubblicità», è spiegato nella relazione. Dunque l'avvertimento: o si inverte il trend con nuovi contratti oppure la Beppegrillo Srl è destinata alla liquidazione.

Da qui l'importante segno negativo sui «ricavi delle vendite e delle prestazioni», che passano dai 240.538 euro del 2019 agli attuali 57.939 euro. Con la liquidità disponibile che scende da 54.464 euro a 27.436 euro e un patrimonio netto di 126.544 euro rispetto ai 139.001 del bilancio precedente. Nel documento c'è un capitolo che fa riecheggiare le notizie di dicembre 2019 su un'ipotesi di indagine dell'antiriciclaggio della Banca d'Italia su alcuni bonifici della società di trasporto marittimo Moby Spa destinati alla Casaleggio Associati e proprio al Blog di Grillo per l'acquisto di spazi pubblicitari. L'azienda di Vincenzo Onorato, che finanziava anche la fondazione Open di Matteo Renzi, ora versa in una grave crisi economica e a febbraio ha chiesto alla Srl del comico genovese un accordo per la ristrutturazione di un debito di 73.200 euro. A luglio il tribunale di Milano ha aperto la procedura di concordato preventivo della Moby Spa. Qualunque sarà la cifra frutto del patto, Grillo spera in una boccata d'ossigeno per i conti della sua società. Altrimenti c'è lo spettro della liquidazione.
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Re: Il pacco dei 5 Stelle, le scimmie dell'orango genovese

Messaggioda Berto » sab gen 08, 2022 10:32 pm

Giuseppe Conte e i 5 Stelle: un amore già al capolinea?
Atlantico Quotidiano
Jacopo Ugolini
8 Gen 2022

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... capolinea/

“Sembra che nessuno voglia perdonare a Conte la sua levatura… Ha reso possibili delle riforme che questo Paese aspettava dai tempi dell’Antica Roma”, così il fondatore del Movimento 5 Stelle, il comico Beppe Grillo, si esprimeva nell’agosto 2019 sull’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un post sul suo blog, annunciando l’entrata di Giuseppi tra gli Elevati. Potreste pensare che da un comico sia più che normale attendersi della comicità, ma Grillo non fu l’unico a raccontare l’avvocato di Volturara Appula come il miglior statista dei nostri tempi. Infatti, il clamore intorno all’allora premier era veramente a livelli imbarazzanti per lo spessore politico che ha poi rivelato l’avvocato del popolo.

Luigi Di Maio, ad esempio, che da tempo i giornali raccontano come l’altro leader dei 5 Stelle, il lungotenente di circa un centinaio di parlamentari grillini, nel novembre dell’anno appena passato, spiegava a Bianca Berlinguer, conduttrice di Cartabianca, che Conte “è il futuro di questa forza politica”, cioè dei 5 Stelle. Ma i complimenti arrivavano anche da altri leader politici, come dall’ex leader del Partito democratico, e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera a fine 2019, diceva che “Conte si è dimostrato un buon capo di governo”, dimostrandosi “oggettivamente un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste”.

Sembrano le parole che ricorrono oggi sui giornali italiani riguardo l’operato del premier Draghi. Complimenti a non finire, come dei cani di guardia del potere. Non voglio, ora, discutere dell’operato dell’attuale governo, ma rievocare le gesta che hanno condotto Conte a divenire un grande bluff della politica italiana. Come ben sappiamo, dopo che nel febbraio 2021 uno dei politici italiani più astuti, vale a dire l’ex premier Matteo Renzi, decise che la delegazione del suo partitino Italia Viva si ritirasse dal governo Conte 2, l’allora premier comprese che, se non voleva tornare alla vita da professore universitario all’Università di Firenze, l’unico ruolo che avrebbe potuto assumere era quello di capo politico della forza che l’aveva, malauguratamente, presentato al Paese. A quel tempo, il campo progressista (meglio identificato come un “tutti contro il centrodestra”) accoglieva a braccia aperte i 5 Stelle e l’incoronazione di Conte alla guida del Movimento. E anche tra i grillini, nonostante alcune voci contrarie, sembrava Conte l’unica via per riconquistare i tanti voti persi rispetto al 2018. Ma dopo la sua imbarazzante elezione via web del 6 agosto 2021 a presidente del Movimento, si rivelò velocemente la debolezza dell’Elevato.

La prima promessa dopo essere stato eletto, anche se sarebbe più corretto dire auto-eletto visto i contorni dell’elezione, non è ancora stata realizzata: Conte allora parlò della creazione del “più partecipato e importante programma di governo che sia mai stato elaborato”. L’unica cosa che riuscì a costituire sono i cosiddetti “Comitati tematici”, poco meno di una ventina, per la precisazione 17, che dovranno “contribuire all’azione politica del Movimento 5 Stelle attraverso la formulazione di proposte e l’espressione di pareri”.

Ma i problemi per Conte sorgono immediatamente tra le aule del Senato e della Camera dei deputati, dove, com’è normale per un capo politico, Giuseppi voleva far eleggere a capogruppo due persone a lui vicine. I prescelti furono Ettore Licheri al Senato e, prima Bonafede (ma troppo contiano), poi Angelo Tofalo alla Camera, dove come capogruppo era (ed è) insediato Davide Crippa, molto vicino al fondatore Grillo. Dopo il pareggio, al Senato, tra i due sfidanti, da una parte il contiano Licheri e dall’altra la dimaiana Castellone, Conte decide di fare due passi indietro per accontentare gli scontenti del nuovo corso politico, facendo ritirare dalla sfida Licheri e dando il via libera alla Camera al capogruppo Crippa.

Su altre due questioni Conte ha evidenziato la sua inesperienza come leader politico: terzo mandato e 2×1000. Il divieto di terzo mandato è una delle battaglie storiche dei grillini, ma ora vorrebbero eliminarlo per mantenere nei ranghi politici le figure interne più importanti, come il ministro Di Maio, e farsi rieleggere (i pochi che vi riusciranno). Su questo, nulla è stato ancora deciso. Mentre sulla seconda questione, a fine novembre gli iscritti votarono per l’istituzione del 2×1000 da devolvere al partito, ma la Commissione di garanzia ha respinto la richiesta, così da scontentare i grillini più ortodossi, contrari ai contributi, ma anche i contiani.

Arrivando ai nostri giorni, ora la questione più scottante è l’elezione del presidente della Repubblica, che si terrà a partire dal 24 gennaio, questione che come le altre sta spaccando il Movimento. Sembra quasi un film ciò che sta avvenendo tra le file grilline. Da disperati quali sono i grillini provano a giocare la carta del Mattarella Bis, in barba alla Costituzione e alla volontà dichiarata dell’attuale presidente, che in più di un’occasione ha lasciato intendere di non aspirare alla rielezione. Ma il nome di Mattarella è uscito da una riunione tenutasi in Senato, pur non rispecchiando la volontà di Conte. Infatti, il giorno stesso, il 4 gennaio, l’ex premier fece trapelare di non aver alcun pregiudizio nei confronti di Mario Draghi come presidente, mentre sempre nella stessa mattinata il ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli, considerato molto vicino a Conte, in un’intervista al giornale triestino Il Piccolo dichiarò che è giunto il momento di un profilo femminile. Quindi, nel medesimo giorno i 5 Stelle esprimono tre volontà diametralmente opposte tra di loro. Cose da Democrazia Cristiana… si potrebbe pensare. Sbagliando di grosso però, perché la DC, pur imbevuta di diversi correnti, spesso in lotta tra loro, quando parlava, parlava con una voce sola. Come tutti i forti partiti guidati da forti leader.

Secondo molti opinionisti, e anche umilmente secondo il sottoscritto, la figura politica di Giuseppe Conte è destinata a finire gradualmente nel dimenticatoio, pur avendo guidato – ahinoi, povera Italia! – ben due governi, di cui uno nel periodo più difficile del Dopoguerra.
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