Palmerini e altri: referendi,contrasti,cauxe enternasionali

Re: Palmerini: referendi, contrasti e cauxe enternasionali

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:44 am

La regione Veneto non puo’ rappresentare il popolo veneto senza la regione Friuli-Venezia-Giulia
http://www.palmerini.net/blog/la-region ... zia-giulia

13 apr 2013

Nel 1866 il "Veneto" venne lasciato all'Italia, che si trovò di fatto ad occuparlo senza che la popolazione potesse decidere il proprio destino. Il Veneto venne militarmente occupato e ceduto prima ancora che il plebiscito fasullo fosse inscenato. Si dovette fare il plebiscito perché dovuto per i trattati, i quali tuttavia parlavano non del solo Veneto, ma del Regno Lombardo-Veneto.

L'Italia negò invece alla Lombardia la dignità del plebiscito truffa, perché già la occupava militarmente del 1859 .

La Lombardia infatti era parte insieme al Veneto dello stato sovrano Lombardo-Veneto, ma nel 1859 la Lombardia venne invece semplicemente invasa in violazione del trattato di Zurigo di quell'anno, e non ebbe mai nemmeno la dignità di un plebiscito fasullo.

Per questo nel 1866 per il trattato internazionale doveva votare tutto il Lombardo-Veneto, non solo il Veneto.

Entrambi i casi di invasione (o annessione militare) furono violazioni del diritto internazionale, questione che fatto portare nei tribunali già dal 2006, ottenendo già la storica sentenza di "difetto assoluto di giurisdizione" dello Stato sulla questione dell'annessione del Lombardo-Veneto. E per altro, forse non a caso, l'annessione del Lombardo-Veneto è stata annullata nel 2010 e definitivamente dal 2013.

Ora torniamo a schiarirci la questione sui veneti e guardiamo una cartina per capire di cosa parliamo.

Cartina della Venezia Euganea.

venezia-euganeaR
Il Veneto invaso dall'Italia nel 1866 è quello che fino agli anni '50 venne chiamata "Venezia Euganea" di cui ho fotografato una cartina.

L'Italia, appunto fino al genocidio Istriano e Dalmata del 1945, ha conservato la divisione amministrativa austriaca (che era a sua volta divisione della ex-repubblica Veneta).

L'Italia mantenne l'ente "Lombardia" che in realtà è un territorio ancora oggi composto dalla componente etnica lombarda (risalente al dominio dei Visconti) , e dalle popolazioni venete di Bergamo, Brescia, Crema ecc, (rimaste unite a Venezia non meno di Padova, Vicenza ecc).

L'Italia mantenne anche la divisione amministrativa Austriaca del Veneto, semplicemente la chiama Venezia-Euganea, integrato come era della costa veneta di Grado e dei veneti di lingua Friulana.

L'Italia poi ottenne ance la Venezia d'oltre mare, ossia la costa istriana e dalmata ( unita anch'essa a Venezia per molti secoli, ancora più a lungo di Padova, Vicenza ecc.) e la chiamò Venezia-Giulia.

Solo con la fine della II guerra mondiale la Venezia Giulia venne lasciata al genocidio Jugoslavo, ossia l'Istria e la Dalamatia vennero loro lasciate, ancora una volta senza plebiscito o referendum in violazione del diritto dei popoli.

Occorre ricordare che "Venezia Euganea" e "Venezia Giulia" sono nomi di fantasia dati dal Fascismo. Ma questi territori sono in realtà stai sempre uniti storicamente , perfino lo erano prima dell'Impero Romano, e tutto il territorio si chiamava Venetia et Histria
( vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Regio_X_Venetia_et_Histria , con cartina errata)

Torniamo alla fine della II guerra mondiale. Per mascherare la perdita innaturale dell'Istria e della Dalmazia (perché il Rinascimento ebbe grandi sviluppi anche lì) l'Italia creò la fittizia regione del Friuli Venezia Giulia nel 1953, territorio che oggi si trova a fare i conti con coloro che perseguono la sovranità internazionale dello Stato Libero di Trieste riconosciuto da un trattato internazionale anche esso violato dall'Italia.

Ora la questione diventa. Chi sono dunque i veneti ? Chi è il popolo veneto che ha diritto di autodeterminazione?

LA QUESTIONE NON E' DI POCO CONTO, perché come ho spiegato fin dal 1997, il "popolo veneto" ha diritto di autodeterminazione, dunque può scavalcare la Costituzione e pretendere un nuovo stato veneto per sé.

E questo nuovo stato veneto sarebbe l'idea che vorrebbero realizzare i "referendari" , i quali tuttavia hanno frainteso malamente la questione.

Il diritto internazionale infatti, prevede il diritto di autodeterminazione e autogoverno dei popoli, per cui il popolo veneto "può" scavalcare la costituzione, ma la domanda da farsi è : il "popolo veneto" esiste solo nella regione veneto ?

Se guardiamo al criterio etnico e linguistico, non c'è ragione di non considerare veneti i residenti della Venezia nella regione FVG, così come non c'è giustificazione legale per negare a Rovereto ed altri territori ex-veneti di essere riconosciuti come minoranze venete.

Dato che ci passiamo, se queste popolazioni invocassero il loro essere venete, potrebbero ottenere il bilinguismo e l'autonomia anche fiscale come previsto dalla L.n.302/1997, che alle minoranze nazionali riconosce forti "diritti umani" . Invece i politicanti non capiscono nulla, non sanno.

Ma tornando alla questione del popolo veneto, come sopra ricordato l'attuale regione Friuli VENEZIA Giulia è una recente costruzione amministrativa dello stato italiano, ma storicamente è sempre stata veneta fin da PRIMA DEI ROMANI, è veneta di lingua, cultura, storia. Detto in altra maniera, il confine interno amministrativo italiano, non definisce il confine esterno internazionale del popolo veneto.

Può il confine amministrativo italiano definire che i veneti lì presenti non sono veneti?

Un esempio storico può spiegare il tutto. Durante la colonizzazione inglese dell' India, gli inglesi avevano creato numerosi confini interni, dei piccoli statiti con tanto di frontiera presidiata. Questi confini impedivano il normale passaggio delle popolazioni, come oggi ancora succede in Istria, per esempio. Un giorno un indiano fece per passare il confine e il poliziotto inglese gli chiese il documento.
L'indiano chiese perché mai necessitasse del documento. L'inglese disse che era necessario per passare il confine. L'indiano disse che quel confine non c'era mai stato prima, e che pensava l'avessero fatto per gli inglesi.

E' finita come sappiamo, e possiamo tranquillamente considerare il confine amministrativo fra Veneto, Venezia e Friuli un confine coloniale.

E' una violazione della identità veneta dare valore a quel confine, una violazione del diritto internazionale che riconosce al popolo veneto il diritto di autodeterminarsi !

Se guardiamo anche da un punto di vista giuridico, il popolo veneto è già esistito come Stato, gli stessi referendari (e la risoluzione 44/2012) e il governo italiano fingono che nel 1866 l'annessione trattasse del solo "Veneto" .

Insomma anche chi erroneamente conchiude il popolo veneto nella regione veneto , riconosce come ultimo passaggio storico e giuridico il 1866. Dunque ancora una volta il popolo veneto che avrebbe diritto di essere costituito in nuovo stato,nel diritto internazionale, sarebbe come minimo non solo quello della regione Veneto, ma anche quello della regione Friuli Venezia Giulia, ossia del territorio che ebbe un plebiscito nel 1866.

Chi sostiene,come fanno gli avvocati Morosin e Cantarutti, che la regione Veneto rappresenta il popolo veneto, fa dunque una serie di errori logici gravi sul piano storico e giuridico internazionale, tutti errori presenti già nella risoluzione 42 del 1998 e nella sua versione peggiorata risoluzione 44 del 2012 del Consiglio regionale veneto.

Anche se fui proprio io nel 1998 a spiegare a Morosin che il popolo veneto ha diritto di "scavalcamento" della costituzione italiana, non me ne sento colpevole perché evidentemente ha capito "regione" al posto di "popolo". Cantarutti sembra non capire ugualmente, e d'altra parte sono avvocati penalisti, non costituzionalisti o internazionalisti. Lo dimostra il fatto che queste questioni non furono mai portate nel processo ai serenissimi.

Il problema non sta solo nel fatto che qualcuno pretende di stabilire chi sono i veneti oggi, ancora una volta senza consultarlo, in violazione del suo diritto internazionale, della sua storia, della sua identità e della logica.

Anche sul piano del diritto interno italiano , sostenere che la "regione veneto" rappresenti il "popolo veneto" è una scemenza da studente del primo anno di diritto, tanto è vero che questo concetto è stato perfino dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale nel 2007 .

Basta leggere la Costituzione italiana per capire che la funzione esteri è riservato allo stato, come è ovvio. Per cui la regione è un ente territoriale senza indipendenza internazionale, un ente periferico dello Stato con "autonomia" solo nelle proprie materie, fra le quali non ci sono le relazioni estere. Certamente l'Italia non è una confederazione di Stati, né mai lo sarà, perché nasce appunto dalla annessione militare e illegale di stati sovrani fatta dal Regno del Piemonte.

Nalla Costituzione è previsto quello che una regione fa, quello che non fa, e quando essa abbia competenza su una certa materia . Si tratta delle competenze esclusive, escluse e condivise, e se è previsto che gli esteri spettano allo stato, così è. Punto.

E' una cosa talmente elementare che si studia già al primo anno di università, ai primordi.

Ma non bastasse, già Galan aveva provato nel 2000 e in seguito a scavalcare questo limite, venendo sistematicamente bacchettato.
Poi per finire ci ha provato la regione Sardegna, che ha tentato, proprio in questo modo, di fare una "costituente del popolo sardo".

Il Governo l'ha trascinata in corte Costituzionale, la quale, pur non escludendo che il "popolo sardo" esista, e nemmeno affermando che il popolo sardo non possa fare una costituente, la Corte ha escluso decisamente che un ente regione possa creare e rappresentare una costituente di popolo ponendosi su un piano di diritto internazionale. Questo io lo dico fin dal 1998, tant'è che nel 1999 il popolo veneto ha fatto la propria costituente senza passare per la regione!

Questo principio vale anche nel caso del "popolo sardo", perché lì l'ente regionale potrebbe identificarsi con il popolo in quanto ne comprende tutto il territorio etnico, ma la Corte Costituzionale ha ribadito che l'ente regione non può rappresentare un popolo internazionalmente, sarebbe una violazione della Costituzione.

In poche parole , se la regione veneto o quella sarda si azzardassero a dichiarare un referendum, o ad esercitare funzioni internazionali, essendo una violazione della costituzione, molto facilmente verrebbero sciolte e commissariate, con l'applauso della popolazione plagiata dalla cancellazione della propria storia. Ho già detto, al limite, che c'è il Commissario del Governo alla Regione.

Allora per concludere la sent. 365-2007 della corte costituzionale ha chiarito che è esclusa la rappresentanza di un popolo da parte di una regione dello Stato Italiano.

Quindi è vero che il popolo veneto ha DIRITTO INTERNAZIONALE ALL'INDIPENDENZA, ma ce l'ha tutto il popolo veneto, che etnicamente va da Bergamo a Udine.

Anche giuridicamente l'ultima volta il popolo veneto è stato riconosciuto composto dai territori delle attuali regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Quindi l'Autodeterminazione e l'Autogoverno non si può fare attraverso gli enti dello stato italiano, men che meno la sola regione Veneto.

Solamente gli enti di autogoverno creati dal popolo veneto stesso nel 1999 ( vedi www.statoveneto.net) possono rappresentare il popolo veneto internazionalmente, salvo il fatto che il trattato internazionale del 1866 parlava semmai di Lombardo-Veneto.

Se ancora ripeto che il popolo Veneto ha diritto di decidere e di rappresentarsi da sé, sottolineo che certo non sarà un burocrate italiano o straniero a determinare il confine attuale e i diritti legali dei veneti. Decidere che oggi i Veneti della regione FVG non sono veneti, non solo è una soppressione etnica e una negazione della storia (basti pensare che il primo Doge fu fatto a Grado) , ma è pure una violazione legale proprio del principio di Autogoverno e Autodeterminazione che costoro richiamano come fondamento della presunta via referendaria.

Ma anche sul piano del diritto, se si vuole "richiamare" i veneti all'autodeterminazione, allora lo si deve fare almeno su tutto il territorio che teoricamente ha deciso l'ultima volta, ossia nel 1866, ossia tutto il territorio che oggi costituiscono le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia. Diversamente, ancora una volta, si deciderebbe per conto dei veneti stessi, violando il diritto internazionale.

Dunque ? Dunque fischiate i referendari e dite loro di smettere di fare gli interessi italiani.

Leggi anche Perché combatto il referendum per l’Indipendenza del Veneto
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Palmerini: referendi, contrasti e cauxe enternasionali

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:44 am

Mocellin fa alcune ipotesi per salvare il referendum, ma non funzionano.
http://www.palmerini.net/blog/mocellin- ... funzionano

16 set 2013

mocelln-alessandroCommento velocemente il pdf di Alessandro Mocellin sulla fattibilità del referendum consultivo per l'indipendenza del Veneto, apparso qui

Prima però mi tocca porre un concetto elementare, il concetto di popolo.

Un popolo è identificato da vari fattori, come lingua, storia, territorio, in alcuni casi religione, e oramai raramente possono essere tratti distintivi la discendenza genetica (criterio tuttora usato per la classificazione e il riconoscimento dei crimini di genocidio).

Non tutti questi "caratteri" di un popolo sono necessari per la definizione e l'esistenza di un popolo.
Ad esempio gli svizzeri sono un popolo ma non hanno una sola lingua.
Gli stati uniti si definiscono nazione, ed hanno molte razze, religioni, e pure lingue

Lascio da parte l'aspetto genetico, e quello religioso.

Per il diritto internazionale popolo e nazione sono la stessa cosa, e generalmente si attribuisce ad uno "stato" una stessa "nazione".

Tuttavia ci sono in molti stati le "minoranze" della nazione, che non sono le minoranze linguistiche, ma sono le "minoranze nazionali".

Allora guardiamo un po' in giro. Chi sono i Sud Tirolesi ?

Sono una popolazione di origine tedesca che parla tedesco, e nel loro territorio condividono la sovranità con la popolazione italiana portata o arrivata nel corso degli ultimi 70 anni.

Certo non sono Sud Tirolesi gli immigrati regolarmente residenti. E gli italiani hanno parità di diritti rispetto ai tirolesi.

Allora chiediamoci: ad un eventuale referendum internazionale dei Sud Tirolesi, chi si dovrebbe far votare ? Ovviamente i sud tirolesi stessi! e gli altri? Discutibile, dovrebbero dichiararsi Tirolesi .

Implicito c'è il principio che la sovranità appartiene agli abitanti originari del territorio. Questo è un concetto fatto salvo anche dalle leggi sui "popoli indigeni". Chi nega questi principi va contro i diritti dell'uomo.

Ancora, alcuni stati baltici, quando tornarono alla sovranità dopo l'occupazione russa si trovarono ad affrontare il problema dei nuovi cittadini di origine russa .

Semplicemente il governo diede la possibilità anche agli immigrati russi di cambiare cittadinanza e dichiararsi autoctoni. Molti russi però rifiutarono questa omologazione, e questo era un loro diritto, perché è vietato imporre la "nazionalità" agli allogeni come fece il fascismo in Albania, Abissinia ecc.

Negli stati baltici si diede l'opzione, e chi no optò semplicemente non acquisì la cittadinanza, quindi il voto "nazionale".

D'altra parte, perché degli stranieri invasori dovrebbero poter votare "al posto" dei cittadini originari?

Questo è quello che fece l'Italia nel 1866 quando al referendum fece votare anche i propri soldati in grande quantità, ma violando il diritto internazionale.

Se guardiamo ad altri popoli, nessuno si sognerebbe di dire che i Curdi del Iraq non sono Curdi mentre lo sono quelli della Turchia, e viceversa.

Arrivando ai veneti , incredibilmente si vuole imporre ai veneti di dividersi, non in base alla divisione determinata da confini di stato (come nel caso Curdo o Basco) , ma addirittura di una semplice regione amministrativa!

Per quale ragione non sono veneti i veneti della Regione Friuli Venezia Giulia ? I Veneti (e Friulani) che stanno in quella regione sono sempre stati veneti, parlano lingua veneta o friulana e hanno la stessa storia dei veneti della regione veneto.

Lo stesso discorso vale per i veneti che stanno nei territori della regione Lombardia nel Trentino.

Semplificando, per quale ragione sono venete Padova o Verona e non lo sono anche Bergamo e Brescia, che sono appartenute alla repubblica veneta per circa lo stesso tempo ?

Perché si escludono dall'essere veneti ai cittadini di Brescia e del Nord Mantovano ? Chi ha il diritto di escludere questi veneti dal loro diritto "nazionale".

I referendari confondono il concetto elementare di popolo, e definiscono "veneti" solo quelli residenti nella regione veneto, un confine artificiale creato dallo Stato Italiano nel dopoguerra a causa della perdita della Venezia Giulia di Istria e Dalmazia. Nulla rispetto ai circa 2500 anni che le terre della "Venetia et Histria" hanno in comune !

Negare ad un popolo la propria storia e la propria lingua è la prima e più grave violazione dei suoi diritti, e sono scelte politiche fatte solamente da chi non conosce la storia, o vuole cancellarla.

E' questo che invece si vuole realizzare con il referendum.

Peggio ancora. Così come è illegale dichiarare non veneti coloro che sono veneti fuori dal confine della regione amministrativa, allo stesso modo è illegale e razzista obbligare i residenti della regione veneto a dichiararsi veneti quando si sentono italiani, e lo sono, e lo vogliono restare, anche linguisticamente e culturalmente.

Tornando a Mocellin, egli confonde il diritto di Autodeterminazione di un popolo (soggetto di diritto internazionale) con il diritto della Regione Veneto: la regione non ha affatto un diritto di autodeterminazione internazionale, ma solo di governo amministrativo (e pure vagamente autonomo).

Del tutto infondato quindi richiamare il diritto di autodeterminazione applicandolo alla regione, cosa già chiarita come incostituzionale dalla Corte Costituzionale con la sentenza 365 del 2007 . La Corte ha chiarito che la regione non ha rappresentanza internazionale di un popolo. Punto. Insistere è solo inutile e perditempo, oltre che gravemente lesivo del diritto dei veneti.

La regione per altro non può deliberare che sulle proprie materie, che sia legge, regolamento o risoluzione.

Occorre dire che la Risoluzione non è una legge, solo un auspicio privo di efficacia legale. Comunque censurabile se contrastante con i valori imposti dalla Costituzione.

D'altra parte lo stesso statuto lo dice chiaramente "Art. 19 - Autonomia legislativa e regolamentare.
1. Il Consiglio regionale esercita la potestà legislativa nel rispetto della Costituzione, dei vincoli derivanti dall’ordinamento europeo e dagli obblighi internazionali."

Sarebbe rispettoso della Costituzione dichiarare la sovranità del Veneto ? Ovvio che no! Allora perché cercare l'atto di forza che non può portare a nulla se non al commissariamento, anche preventivo (spiego dopo)

Chiediamoci se la regione possa chiedere il parere dei propri residenti con referendum consultivo . Può ? Dipende dallo Statuto e dalle materie.

Lo Statuto della Regione Veneto permette i referendum consultivi solo su materie di stretta pertinenza (competenza ) della Regione, escludendo tutto il resto, compreso la materia internazionale. Dice "Art. 27 - Referendum consultivo.
1. Il Consiglio regionale può deliberare l’indizione di referendum consultivi delle popolazioni interessate su provvedimenti o proposte di provvedimenti di competenza del Consiglio [ .. ] secondo quanto previsto dalla legge regionale."

Non ripeto quanto ho esposto in TV e nel mio sito negli ultimi giorni, e rinvio alla spiegazione qui

http://www.palmerini.net/blog/lo-statut ... ipendenza/

Mocellin nel suo PDF continua dando per scontato che il l'ente amministrativo "Regione Veneto" rappresenti il popolo veneto, cosa negata perfino dal suo stesso statuto che dice "La Regione salvaguarda e promuove l’identità storica del popolo e della civiltà
veneta" la quale è storia che va ben oltre i confini regionali. Basti dire che il primo Doge era di Grado (oggi provincia di Gorizia) e l'ultimo Doge era di Pordenone (sempre Regione Veneto).

Non solo , la regione non ha alcuna autonomia oltre la Costituzione, come ribadito dall'art.3 dello Statuto "Art. 3 - Autonomia della Regione del Veneto e degli enti locali.
1. L’autonomia della Regione si esprime nell’esercizio della potestà legislativa, regolamentare e amministrativa e nella piena attuazione della autonomia finanziaria riconosciuta dalla Costituzione."

Tutta l'azione della Regione deve svolgersi solo nelle materie di propria competenza, e in queste orientarsi al rispetto delle leggi secondo la gerarchia delle fonti.

Per la Costituzione " Art. 117 [..] Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;"

ossia non sono materia della Regione le questioni di politica internazionale e l'indipendenza, perché riservate allo Stato . PUNTO!

O si crede di poter aggirare la Costituzione da dentro un ente regionale ?

La lettera i) dell'art 117 riserva allo Stato la definizione di cittadinanza e anagrafi. Quindi la regione non può definire "veneti" i residenti della regione, sarebbe una violazione delle competenze, oltre che del diritto del popolo veneto di definirsi da sé in autogoverno.

Anche nella legislazione concorrente la Costituzione dice che "Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà
legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato."

Certamente la legislazione dello Stato non ammette che la Regione faccia di testa sua, e le norme quadro, tagliate sulla Costituzione, impediscono ogni fantasia alla Regione.
D'altra parte la Costituzione mette a fondamento ed impone i valori di "unità nazionale", "interesse nazionale".

D'altra parte la fantasia che la regione possa dichiararsi Stato sovrano e creare confini è espressamente vietata dall'art. 120 della Costituzione:

" Art. 120
La Regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, né limitare l'esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale."

Per altro pare di leggere l'altra metà dell'anello di catena che è lo statuto regionale "Art. 19 - Autonomia legislativa e regolamentare.
1. Il Consiglio regionale esercita la potestà legislativa nel rispetto della Costituzione, dei vincoli derivanti dall’ordinamento europeo e dagli obblighi internazionali."

Continuiamo a seguire Mocellin ugualmente che si inoltra poi nell'ipotesi che il Consiglio Regionale "indica" un referendum non con una legge (facilmente censurabile come lui stesso dice), non con un regolamento (che sarebbe per cose già definite prima da una legge) ma da un atto atipico, tipo una "risoluzione". Quindi purtroppo non sarebbe una legge, ma un auspicio.

Comunque è lo statuto stesso che nega questa possibilità dicendo che "Art. 25 - Referendum.
1. La legge regionale disciplina i limiti di ammissibilità, il procedimento, le modalità attuative e gli effetti del referendum."

Ossia la regione deve fare una legge regionale per indire un referendum del tipo auspicato da Mocellin, ma tale legge non potrebbe permettere di un referendum fuori dai casi previsti dallo statuto. Siamo a livello di confusione ?

Mocellin continua poi con L'ipotesi che la regione possa relazionarsi con l'ONU o con gli stati dell'ONU , ma questo è negato dalla costituzione, art.17 , che riserva la politica estera allo Stato.

Occorre insomma accettare quello che è evidente ad studioso del diritto costituzionale: la regione non è altro che un ente periferico dello Stato. Comunque, come detto, a riaffermarlo senza fantasia è stata la sentenza n.365/2007 della Corte Costituzionale .

Riguardo al diritto di Autogoverno del Popolo Veneto, Mocellin confondere di nuovo anche a pag.3 il diritto internazionale di un popolo come il veneto (che va da Bergamo a Udine almeno), con il diritto di un ente periferico dello stato come l'ente regione.

Per assurdo, se il ragionamento di Mocellin fosse corretto si dovrebbe riconoscere che anche la Regione Friuli Venezia Giulia potrebbe dichiarare uno stato Veneto ! E il povero popolo veneto da Bergamo a Udine, non ha diritto alla sua integrità ? Certo che ce l'ha, è imposto dal diritto internazionale !

Mocellin riconosce che un referendum-sondaggio come quello da lui stesso ipotizzato non sarebbe un referendum, e non vincolerebbe la regione.

Ne deriva che l'atto non giustificherebbe la regione ad alcuna azione contrastante con la Costituzione. Ma anche se fosse un referendum !

Occorre ricordare che il reato di attentato alla Costituzione, che prevede l'ergastolo, è un reato di intenzione, che si configura per mezzi e opportunità disponibili in un progetto di cambiamento dell'ordinamento costituzionale secondo modalità non previste dalla legge.

La legge e la Costituzione non prevede assolutamente che la Regione possa cambiare la sua dimensione o il suo status giuridico, e il Consiglio o la Giunta potrebbero venire sciolte o commissariate qualora solo si mettesse in delibera una dichiarazione di sovranità unilaterale. D'altra parte di queste pagliacciate se ne sono fatte tante per il mondo. In Catalunia ne hanno fatte 16 e non sono servite. La Presidente del Parlamento Catalano ha pure dichiarato di recente che sono tutte illegali!

Chi può modificare la Costituzione non è la regione.

Giova sapere che la Corte Internazionale di Giustizia e l'Assemblea dell'ONU non hanno riconosciuto sovranità al Cossovo proprio perché la dichiarazione di sovranità fu fatta dai dipendenti dello Stato Serbo a capo della regione del Cossovo.

Cioè se Zaia dichiarasse la sovranità, o il Consiglio, non verrebero riconosciuti internazionalmente ma certamente per l'arresto.

Eppure il Popolo Veneto per il diritto internazionale di cui L.n.881/1977, ha diritto alla modifica della Costituzione, questo però solo attraverso un proprio autogoverno costituito a questo scopo.

E' solo un ente "Autogoverno del Popolo Veneto" ad avere tale diritto , solo però se costituito dai veneti, che abbia propri enti autodeterminati secondo legislazione internazionale, e compatibile con il diritto internazionale, cioè con Governo, Parlamento, magistratura, elezioni ecc . Non occorre ripetere che il Popolo Veneto non è fatto di soli residenti in regione veneto, né tutti i residenti in veneto sono veneti. La Costituzione di un tale ente di Autogoverno del Popolo Veneto compatibile con il diritto internazionale è un altro discorso, comunque rinvio al sito www.statoveneto.net

Mocellin conclude il suo "scavo" che un miglior quesito referendario sarebbe "Volete che il Veneto eserciti la propria sovranità sul piano internazionale?"

Si rilegga lo statuto regionale "Art. 27 - Referendum consultivo.
1. Il Consiglio regionale può deliberare l’indizione di referendum consultivi delle popolazioni interessate su provvedimenti o proposte di provvedimenti di competenza del Consiglio [ .. ] secondo quanto previsto dalla legge regionale."

Il referendum proposto da Mocellin sarebbe su materia internazionale e di politica estera, cioè non è competenza (o materia) della regione perché riservata allo stato dalla Costituzione (vedi sopra).

Mocellin propone inoltre il quesito "Volete voi che siano avviate le trattative internazionali con tutti gli Stati per il riconoscimento dell'autogoverno del popolo Veneto?".

Questo quesito mi sarebbe simpatico se non fosse che è ancora più illegale.

Per lo statuto l'autogoverno del Popolo Veneto in senso internazionale non è materia di competenza della Regione, perché la regione non ha politica estera ed internazionale.

Ma questo quesito sarebbe illegale anche per il diritto internazionale. Infatti che cosa succederebbe se i residenti che votano di nazionalità italiana arrivassero a far perdere il referendum ? Tale referendum potrebbe negare al popolo veneto il proprio diritto di autogoverno e autodeterminazione in senso internazionale ? Ovviamente NO, sarebbe una violazione di diritti umani sovrani, internazionali e precostituzionali. Quindi non è nemmeno un referendum, ma una violazione di diritti umani !

Tutte queste ipotesi non aiutano a chiarire il quadro, anzi, creano inutili discussioni .

Tutto questo purtroppo deriva dalla confusione fra "popolo veneto" e "residenti del veneto", seminata fin dal 1998 con la Risoluzione 42.

Manca alla base una definizione logica di "popolo veneto" che sia legale per il diritto internazionale e che nel contempo riconosca della lingua, della storia e del territorio del popolo veneto. Si vede che il suo estensore non sapeva chi sono i veneti né la loro storia o non ne ha tenuto conto violando il loro diritto.

La definizione dei caratteri del popolo veneto non la può un ente diverso dal popolo veneto, pur compatibilmente al diritto internazionale.

Se partiamo dal fatto che i residenti nel territorio da almeno 3 generazioni sono veneti, allora essi sono certamente veneti titolati ad autodeterminarsi, ma in conformità al diritto internazionale, ossia senza escludere gli altri veneti.

Nel 1999, attraverso una autodeterminazione "autopoietica", si è creato tale autogoverno autogoverno che ha salvaguardato il diritto di tutti i veneti all'autogoverno. Fondamentale per il riconoscimento internazionale è la coerenza fra intenzioni e azioni.

Un presidente di regione amministrativa che dichiarasse la sovranità è per definizione contrario alla coerenza, così come il Consiglio Regionale. Occorre non confondere l'autodeterminazione (che non è reato come hanno dimostrato le inchieste su di me) con l'eversione, che è quella che compie chi ha giurato fedeltà allo stato. E questo vale anche per il consiglio regionale.

Passata questo "sballo" da referendum (che è solo una fantasia), potremo discutere di cosa potrebbe fare il Consiglio regionale e/o la giunta per rendere effettivi alcuni diritti dei veneti all'Autogoverno, in sinergia con le altre regioni naturalmente.

Solo l'Autogoverno del Popolo Veneto può raggiungere la piena sovranità e l'indipendenza internazionale, e prima lo si capisce meglio è per tutti i veneti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Palmerini: referendi, contrasti e cauxe enternasionali

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:44 am

Udine e Pordenone votarono nel 1866 come parte del popolo veneto.
30 ott 2013

http://www.palmerini.net/blog/udine-e-p ... olo-veneto

a1866Nel plebiscito del 1866 per l'annessione del Lombardo-Veneto al Regno d'Italia, l'Italia stessa organizzò un voto fraudelento in queste città Venete: Venezia, Padova,Treviso, Vicenza, Rovigo, Verona, Belluno, Udine (con Pordenone)

Chi dice che Udine e Pordenone non sono venete, ignora 3000 anni di storia comune, ignora la storia della Repubblica Veneta, ignora il recente destino comune anche nel 1866. Questa la spiegazione del nome Friuli-Venezia-Giulia della regione.

Chi ignora questo quindi non solo non è veneto, è anche ignorante.

Con l'occasione l'Italia fece la falsa votazione anche a Mantova, tutte appena invase nonostante le sconfitta militare.

Allo stesso tempo nel 1866 l'Italia non fece votare le città venete di Brescia, Bergamo, Crema e Parte di Lodi, e non fece votare le città Insubri , Milano, Brianza, parte di Cremona e Lodi, Pavia, Sondrio, Varese, Como, Lecco, Sondrio, perché riteneva di arrogarsi il diritto di possesso militare pur senza aver mai fatto un plebiscito.

Nella parte Veneta e di Mantova il Regno d'Italia diede ai propri soldati il diritto di voto senza averne diritto e senza sovranità.

Nella Lombardia (parte insubra e parte veneta) il Regno d'Italia impedì alle popolazioni di votare violando il trattato di Vienna del 3 ottobre,

Dato che le votazioni furono organizzate dal Regno d'Italia in violazione della sovranità Lombardo-Veneto, l'annessione del Lombardo-Veneto è nulla e l'Italia è da sempre senza legalità.

Abbiamo portato queste cose in tribunale nel 2008.

Solo un referendum organizzato dall'Autogoverno delle popolazioni (in piena sovranità dunque) potrebbe dare legittimità allo Stato Italiano.

Ogni referendum "regionale" o comunque controllato dall'Italia è illegale per il diritto internazionale.
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Re: Palmerini: referendi, contrasti e cauxe enternasionali

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:45 am

l Referendum per l’indipendenza veneta serve a fare UNA NUOVA ANNESSIONE
11 dic 2013

http://www.palmerini.net/blog/il-refere ... annessione

Nella proposta di legge di INDIZIONE DEL REFERENDUM CONSULTIVO SULL’INDIPENDENZA DEL VENETO, proposta da Indipendenza Veneta, si legge:

"Il referendum si rende anche necessario per verificare l’adesione all’Italia repubblicana da parte del Popolo veneto, dal momento che il plebiscito - plebiscito e non dunque referendum - del 1866, effettuato con ogni sorta di pressione e in un regime di legalità affatto diverso da quello garantito all’inizio del terzo millennio dalle Istituzioni internazionali e dalla democrazia maturata dall’esperienza di guerre mondiali, si riferiva ad una situazione politico-istituzionale affatto differente, dal momento che si trattava del Regno di Italia nato nel marzo del 1861 e non della Repubblica italiana come è definita e posta in essere dalla Costituzione entrata in vigore nel 1948."

Il testo originario si trova qui http://www.consiglioveneto.it/crvportal ... entato.pdf , leggere pagina 3 , quinto capoverso.

Vediamo gli elementi principali:
1) il plebiscito del 1866 non era un referendum
2) il plebiscito del 1866 non fu libero ma "effettuato con ogni sorta di pressione"
3) il plebiscito del 1866 non ha legalità analoga a quello delle attuali Istituzioni internazionali (cioè non è valido!)
4) il plebiscito del 1866 era per l'annessione al Regno di Italia e non alla Repubblica italiana (sono 2 stati diversi !)
5) Il referendum è necessario per "verificare" l’adesione del Popolo veneto alla repubblica italiana

E' già chiaro che il testo mette in discussione il possesso legale del Veneto da parte della Repubblica Italiano.
In realtà il trattato del 1866 parla del Lombardo-Veneto .

Si aggiunga che con il DECRETO LEGISLATIVO 13 dicembre 2010, n. 212, entrato in vigore il 16 dicembre 2010, lo Stato Italiano ha abrogate molte norme fra le quali il Regio Decreto n.3300 del 4 novembre 1866 che affermava all Art. 1.”Le provincie della Venezia e quella di Mantova fanno parte integrante del Regno d'Italia.” . La legge n.3841 del 18 luglio 1867 di conversione del Reg.Decr.n.3330/1866 è anche essa decaduta in quanto norma antecedente al 1 gennaio 1970 come disposto dalla legge n. 246 del 28 novembre 2005.

Per cui la domanda diventa : quale titolo legale di possesso del Lombardo-Veneto possiede la Repubblica Italiana?

Risposta: NESSUNO , tanto più se si evidenza la frase " plebiscito del 1866, effettuato con ogni sorta di pressione", cioè invalido.

Ecco dunque che il referendum per l'indipendenza del Veneto (che probabilmente perderebbe con nuovi brogli difficili da dimostrare) porterebbe al risultato esattamente contrario a quello che credono gli indipendentisti: UNA NUOVA ANNESSIONE DEL VENETO

Non sarebbe nemmeno il primo caso. In Italia abbiamo già un caso eclatante di referendum fatto per ottenere il contrario di quello che credono i sostenitori. Nel 2011 ho denunciato che il referendum cosiddetto sull'acqua (con lo slogan "acqua bene comune") era una truffa, che in realtà, qualora avesse vinto, in realtà avrebbe fatto il contrario di quello che diceva. Infatti tutti i comitati dell'acqua bene comune erano convinti che se vinceva il Sì l'acqua (i tubi dell'acqua) non sarebbe stata privatizzata.

Leggendo il quesito del referendum sull'acqua scoprii che il referendum cancellava la proprietà pubblica dei tubi prevista dalla norma precedente, e allo stesso tempo non impediva le privatizzazioni del solo servizio (non della proprietà) che sarebbero rimaste in vigore ugualmente perché norme europee. A distanza di 2 anni, molti comuni fra cui Padova, Parma ecc STANNO VENDENDO ALLE MULTINAZIONALI LE PROPRIE PARTECIPAZIONI ALLE SOCIETA' PUBBLICHE DELL'ACQUA, realizzando la privatizzazione dei tubi.

ECCO CHE NON E' STRANO CHE IL REFERENDUM PER L'INDIPENDENZA DEL VENETO SERVA A FARE UNA NUOVA ANNESSIONE.

È UNA TRUFFA ORGANIZZATA PROBABILMENTE DA OCCULTE MASSONERIE CHE NON SANNO PIU' COME MANTENER SCHIAVI I VENETI. (Io sono disponibile ad un dibattito pubblico, ma quelli di Indipendenza Veneta e Veneto Stato non vogliono)

La realtà legale è che il Lombardo-Veneto è già sovrano, ma è uno stato occupato.

POSSIAMO ESERCITARE LA NOSTRA SOVRANITA' NELLE ISTITUZIONI DI AUTOGOVERNO IN MODO PACIFICO SENZA REFERENDUM.
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Re: Palmerini: referendi, contrasti e cauxe enternasionali

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:45 am

Il referendum del veneto non è come il catalano nè come il Kossovo
06 apr 2013

http://www.palmerini.net/blog/il-refere ... il-kossovo

Leone di San Marco andanteDopo aver parlato della Catalogna nella parte precedente, ora veniamo al caso Veneto perché incredibilmente anche la regione veneto ha dichiarato la sovranità, e lo ha fatto nel 1998, con la risoluzione 42 ed il popolo veneto è riconosciuto come tale fin dal 1971.

In quella dichiarazione, come nella 44 del 2012, si legge che il popolo veneto è sovrano, che la regione lo rappresenta, e quindi si chiedeva il referendum nel 1998, e si tenta di spingere all'autodeterminazione i vertici regionali nel 2012.

In queste risoluzione c'è il principio che essendo il popolo veneto riconosciuto nella legge costituzionale del 1971, il diritto di autodeterminazione si applica alla regione veneto. Ed inoltre poiché il popolo veneto si è unito all'Italia come stato sovrano nel 1866, possa tornare sovrano ancora.

Perché allora tanta sorpresa per la dichiarazione della Catalogna e un corposo silenzio sul caso veneto ?

Intanto occorre sottolineare che come ho spiegato nel mio libro, il Popolo Veneto non corrisponde alla regione. A differenza dei sardi, il popolo veneto è presente in più regioni, basti ricordare che esiste la regione Friuli VENEZIA Giulia, che da sempre è stata parte del Veneto, fin da prima dei romani. Non solo, anche nel 1866 ad unirsi all'Italia non è stato il “veneto” di oggi, ente amministrativo dello Stato Italiano, ma il Lombardo-veneto. Quindi semmai a poter tornare sovrani sono tutti i veneti (presenti in Lombardia, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia) oppure l'intero stato Lombardo-Veneto . Questo ultimo è il percorso che propongo io , dopo aver studiato i trattati e i passaggi di carte.

La risoluzione 42 del 1998 e e 44 del 2012 hanno dunque degli errori fondamentali nel suo interno. Identificano nella regione veneto il popolo veneto, e questo non solo non è vero, ma viola il principio di autodeterminazione del popolo veneto nella sua reale esistenza! E' cioè illegale.

E non bastasse questa stessa illegalità è già stata sancita, come detto, dalla sentenza 365 del 2007 della Corte Costituzionale.

Insomma il silenzio è facilmente spiegabile, il caso veneto non esiste.

Roma ha già rodato tutti i meccanismi per cui il referendum resterà sempre una chimera. Ha già rodato il meccanismo, ha già creato i paletti. Roma per il momento lascia “ciacolare” i veneti , ma all'occorrenza userà il Commissario del Governo per bloccare tutto.

Detto per inciso, qualora la Giunta o il Consiglio regionale dichiarassero l'indipendenza per davvero, o l'indizione del referendum per l'indipendenza, dato che ogni norma passa prima per le mani del commissario del Governo alla regione, semplicemente egli non visterebbe la legge, non verrebbe stampata, e verrebbe sciolto il consiglio, magari per mafia o per tangenti (non è in questione se le denunce sarebbero per fatti veri o inventati).

In Italia oltre al Commissario del Governo alla Regione che può all'occorrenza sciogliere consiglio e giunta, la Corte Costituzionale potrebbe annullare l'atto regionale su semplice richiesta (ricorso) del governo dello Stato per violazione dell'interesse nazionale, che è in costituzione.

Al peggio, in caso di mancato rispetto, eventualmente per Roma ci sono pure la polizia, i carabinieri e la guardia di finanza, tutte legate allo stato, non alla regione. E infine l'esercito.

Il paradosso è che i veneti sono riconosciuti come popolo, e nessuno dice nulla sulla loro oppressione a livello internazionale, e questo già dimostra che le cose sono ben diverse da quello che si aspira. Forse i diritti umani e la autodeterminazione sono una bugia con la quale colonizzare in forma più occulta i popoli dell'Africa, ma non credano gli europei di potersene avvalere: non sembra si possa.

Dopo aver fondato l'Autogoverno del Popolo Veneto, ora propongo però un percorso integrato, ossia il ritorno alla sovranità del Lombardo-Veneto , in quanto ho dimostrato che la cessione del 1866 non è legalmente valida nel piano internazionale.

Questo ritorno alla sovranità originaria è un percorso che né l'ONU né l'Europa possono bloccare, perché rientra nel diritto degli Stati.

Insomma , di solito con un referendum si arriva sempre ad un punto in cui occorre un atto rivoluzionario, illegale, che spesso porta alla guerra. Passare per la guerra non è necessario in molti casi.
Nel caso dei Veneti, la buona notizia è che hanno già la sovranità giuridicamente, l'abbiamo ripristinata, e devono solo riorganizzare il proprio stato senza usare le armi seguendo il percorso che abbiamo iniziati .
Ai veneti non serve combattere con le armi per essere riconosciuti, lo sono già nel diritto internazionale. Richiedere il riconoscimento con un referendum è un assurdo in quanto non possono far altro che rischiare di fari fregare di nuovo con un voto truccato come nel 1866.

Inoltre possiamo liberarci senza arrivare all'inevitabile atto di forza. Possiamo farlo perché nel nostro diritto di Stato occupato. E abbiamo già raccolto diverse pronunce in nostro favore:
la costituzione del Governo nel 1999 non è stato giudicato reato
l'indizione di elezioni indipendenti non è stato giudicato reato
nel 2008 il giudice italiano ha riconosciuto il “difetto assoluto di giurisdizione” proprio in base ai miei studi
nel 2013 già ci sono persone che LEGALMENTE non pagano le tasse allo stato italiano

La domanda diventa : cosa vuole ottenere chi propone il referendum ? Forse mettere i cervelli a sperare l'irrealizzabile ? Di fatto è così.
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Re: Palmerini: referendi, contrasti e cauxe enternasionali

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:45 am

21 domande a cui non risponde chi propone un referendum regionale per l’indipendenza
21 giu 2013

http://www.palmerini.net/blog/10-domand ... del-veneto

moeca3a10 domande (diventate oltre 21) ai proponenti referendum regionali per dell'indipendenza :fatele e non risponderanno

1) E' vero che nella Costituzione Italiana la "politica estera" è riservata allo Stato per cui le regioni e i loro presidenti sono esclusi dall' agire internazionalmente in nome di un "popolo" ?
2) E' vero che le regioni possono agire solo sulle materie loro assegnate e quindi non sull'indipendenza ? E' vero che la regione veneto non può indire un referendum consultivo per l'indipendenza (art.27 statuto)?
3) E' vero che la Corte Costituzionale con sentenza 365/2007 ha espressamente dichiarato che una regione (in quel caso la Sardegna) non può rappresentare un popolo ?
4) E' vero che i punti 1 e 2 sono stati erroneamente affermati da diverse risoluzioni regionali come la 44 del 2012 in regione Veneto ?
5) E' vero che le "risoluzioni" regionali non sono leggi e non valgono nulla ?
6) E' vero che per il trattato di Lisbona l'unione Europea deve garantire l'integrità degli stati come l'Italia , ossia la UE non potrà mai riconoscere referendum autogestiti delle regioni ?
7) E' vero che la UE e l'ONU non hanno dato alcun supporto ai Catalani?
8) E' vero che la UE non ha nemmeno risposto a chi chiedeva sull'indipendenza del Veneto ?
9) E' vero che nella legge internazionale i "popoli" sono quelli che si definiscono in base a lingua, storia e annessioni e non in base all'appartenenza ad una regione amministrativa ?
10) E' vero che il "Veneto" quando venne passato all'Italia nel 1866 e fino al 1947 comprendeva anche l'attuale Friuli Venezia Giulia e quindi sono Veneti per la legge internazionale ?
11) E' vero che nell'attuale regione Friuli Venezia Giulia sono talmente tanti i veneti che la regione FVG ha riconosciuto l'esistenza della lingua veneta ?
12) E' vero che il primo Doge Veneto era di Grado (regione FVG) e l'ultimo Doge era di origine friulana ?
13) E' vero che per il diritto internazionale tutti i territorio della Repubblica Veneta da Bergamo a Udine hanno diritto di far parte di un futuro Stato veneto ?
14) E' vero che quando nasce uno stato da referendum non può più chiedere la restituzione dei territori storici e dei beni trafugati attualmente esposti al Louvre ? E' vero che anche ammesso nascesse un nuovo "stato veneto" da referendum regionale (ipotesi impraticabile), lo staterello veneto resterebbe per sempre tale?
15) E' vero che anche ammesso che nascesse un nuovo "stato veneto" da referendum, esso dovrebbe assumersi la quota di debito pubblico italiano ( centinaia di miliardi) anziché chiedere il danno da occupazione illegale ?
16) E' vero che uno stato veneto così piccolo e indebitato collasserebbe economicamente come sta succedendo alla Slovenia?
17) E' vero che l'annessione del Lombardo-Veneto del 1866 era illegale, ed è stata annullata anche dall'Italia nel 2010, e quindi dal gennaio 2013 il lombardo-veneto non è più legalmente italiano ? Siamo obbligati a fare referendum o siamo già sovrani? Perché si spinge tanto per questo referendum? Serve a ripristinare la sovranità perduta dall'Italia?
18) E' vero che la sentenza sul Kossovo afferma che a dichiarare la sovranità non devono essere i rappresentanti di un ente di Stato o di regione da cui ci si stacca ma degli organismi indipendenti di Autogoverno?
19) E' vero che l'ONU non riconoscerà mai i veneti perché nel consiglio di Sicurezza ci sono Francia, Inghilterra e USA che hanno interessi contrari e diritto di veto ?
21) E' vero che il referendum per l'indipendenza del Veneto non può essere diretto dalla regione veneto, e nemmeno da un agglomerato di partiti, ma deve essere gestito da una autorità di autogoverno ?
22) E' vero che un sondaggio-referendum autogestito dai partiti, non avrebbe valore legale internazionale ?
23) E' vero che l'unico precedente di Stato nato da Referendum è quello del Sud Sudan che aveva l'autorizzazione del Governo centrale?

Quasi tutte queste cose sono già spiegate nel mio libro "Non si può fare" del 2009, e tutte si sono confermate .

Chi vuole il dettaglio ha una bella serie di spiegazioni qui http://www.palmerini.net/blog/sovranita ... -friulana/

Perché insistere in progetto suicida e illegale ? Chi vuole uno staterello veneto pieno di debiti italiani e quindi schiavo delle banche anziché un Veneto grande con tutto lo Stato Lombardo-Veneto ?

Loris Palmerini
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Re: Palmerini: referendi, contrasti e cauxe enternasionali

Messaggioda Berto » ven ott 23, 2015 7:46 am

???

Indice sovranità ed indipendenza Veneta (e Friulana), Lombarda e Mantovana
19 feb 2013

http://www.palmerini.net/blog/sovranita ... a-friulana

Quelle che seguono sono pagine sulla questione referendum regionale per l'indipendenza di una regione, sua illegalità, e lo studio specializzato sulla questione veneta e Lombardo-Veneta.

L’idea balzana dell’indipendenza attraverso l’ente regione (21 pagine)(clicca)
lo Stato Lombardo-Veneto pronto alla causa internazionale per la restituzione dell’indipendenza(clicca)

Bocciata la possibilita’ di referendum legale: vale come un sondaggio e costa una montagna.(clicca)
compendio sul referendum per lindipendenza del veneto (un sondaggio senza valore legale che non vale nemmeno come plebiscito2013.eu )
Perché combatto il referendum per l’Indipendenza del Veneto(clicca)

L’impossibilità di un referendum per l’indipendenza del Veneto(clicca)

10 domande a cui non risponde chi propone il referendum per l’indipendenza del Veneto(clicca)

La regione Veneto non puo’ rappresentare il popolo veneto senza la regione Friuli-Venezia-Giulia(clicca)

L’Unione Europea nega la possibilità di Referendum del Veneto(clicca)

sentenza : “popolo veneto” solo residenti senza sovranità, “autogoverno” solo elezioni amministrative(clicca)

Il superamento delle secessione e del referendum per l’indipendenza(clicca)

Ecco come la Repubblica Veneta divenne il Regno Lombardo-Veneto(clicca)

lo Stato Lombardo-Veneto pronto alla causa internazionale per la restituzione dell’indipendenza(clicca)

Piccola storia di annessione del Lombardo Veneto(clicca)

Svelata l’occupazione militare italiana nel Lombardo-Veneto dal 1866(clicca)

La Rivoluzione di Velluto – sovranità ed indipendenza veneta(clicca)

Affermata la sovranita’ del Lombardo-Veneto: ora e’ un problema europeo e internazionale(clicca)

Venetie e Lombardo esenti da IVA: ecco perché(clicca)

La prova che lo Stato Veneto esiste ed è sovrano (Venetie, Lombardia e Mantova)(clicca)

L’ Italia è occupante abusivo del Lombardo-Veneto(clicca)

Il cittadini del popolo veneto si rivolgono a Strasburgo: liberateci dall’Italia razzista.(clicca)

Ban Ki Moon (segretario ONU) a favore dell’indipendenza catalana?Non lo ha detto!(clicca)

La Catalogna ha dichiarato la sovranità giuridica? E’ uno Stato ?(clicca)

Il referendum del veneto non è come il catalano nè come il Kossovo(clicca)

Occhio agli improvvisati della liberazione nazionale e della Costituzione(clicca)

I restauratori della Repubblica Veneta non siano femmine.(clicca)

Tosi conferma che il referendum per l’indipendenza, non si può fare, nemmeno consultivo.(clicca)

Info Autogoverno(clicca)

Il metodo dell’autogoverno del Popolo Veneto emulato anche da Trieste Libera.(clicca)

NON E’ PIU’ SICURO CHE IL LOMBARDO-VENETO SIA ITALIANO !!!(clicca)

Ecco come si sta esercitando l’indipendenza veneta(clicca)

La regione lombardia si dichiara autonoma, ma la corte costituzionale va in senso contrario.(clicca)
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Re: Palmerini: referendi, contrasti e cauxe enternasionali

Messaggioda Berto » lun gen 11, 2016 5:59 pm

Quegli indipendentisti che ricorrono alla Corte dei diritti dell’uomo, col giudice italiano. Senza cavare un ragno dal buco
11 Jan 2016
ENZO TRENTIN

http://www.lindipendenzanuova.com/quegl ... o-dal-buco

«Ci sarà pure un giudice a Berlino» o «allora esiste un giudice a Berlino» è una battuta teatrale presa da un opera di Bertold Brecht (in cui si narrano le vicende di un povero ma tenace mugnaio che si batte contro un imperatore per via di un torto subito), divenuta col tempo così famosa che viene spesso utilizzata come frase fatta, anche fuori dal contesto e con piccole modifiche, per ricordare che prima o poi la giustizia compie il suo corso. Alcuni sostengono che l’episodio sia accaduto veramente: nel Regno di Federico di Prussia, detto il Grande, che trattò la causa del mugnaio Arnold, e ciò perché un pensiero costante di Federico, era la buona amministrazione della giustizia, che aveva mantenuto fino dal 1747 il Codex Fridericianus. Mentre a cercare tra tutte le opere di Brecht questa citazione non si trova neppure… che strano!

Ad ogni modo, i fatti narrati sono i seguenti. A Potsdam, non lontano da Berlino, il potente imperatore Federico II di Prussia voleva espropriare ingiustamente il mulino di un mugnaio per abbatterlo, solo perché, secondo lui, rovinava il panorama del suo nuovo castello di Sans Souci (una sorta di reggia di Versailles, ancora oggi splendidamente intatto e ben conservato). Pur di non ammettere il torto e rinunciare, il prepotente imperatore corruppe tutti i giudici e gli avvocati presso cui il mugnaio si rivolgeva. Il tenace pover’uomo non volle mollare e dopo tante ricerche trovò infine a Berlino un bravo giudice che decise di aiutarlo, finché davvero vinsero la causa. Insomma l’imperatore, malgrado tutto, fu vittima delle leggi e dei codici da lui promulgati. Alla figura di questo “mitico” giudice si ispira anche la “Corte di Strasburgo”, un tribunale equo per poveri, diseredati, lontani dal potere che rivendica il diritto di tutti a ottenere giustizia.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (abbreviata in CEDU o Corte EDU) è un organo giurisdizionale internazionale, istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950, per assicurarne l’applicazione ed il rispetto. Vi aderiscono quindi tutti i 47 membri del Consiglio d’Europa.

Sebbene abbia sede a Strasburgo, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo non è un’istituzione che fa parte dell’Unione europea; non dev’essere confusa con la Corte di giustizia dell’Unione europea con sede in Lussemburgo, istituzione effettiva dell’Unione europea.

Nel corso degli anni alcuni federalisti, prima, ed indipendentisti, oggi, sono ricorsi al giudizio della CEDU, ma sempre con esito sfavorevole. Si veda qui un esempio.

Poi sembra loro sfuggire la sostanza delle esperienze altrui.

Per esempio, fu solo dopo la seconda guerra mondiale che il movimento separatista del Jura diventò un problema serio per il Cantone di Berna, e in definitiva per tutta la Svizzera. L’ultimo movimento di protesta del Jura prese vita a seguito della vicenda di Moeckli nel 1947. Georges Moeckli era un politico del Jura, la cui nomina a uno dei ministeri fu bloccata dal Parlamento bernese esclusivamente perchè la sua lingua materna era francese. Si veda qui [http://docplayer.it/6314839-Accademia-degli-uniti.html ] la questione trattata in modo più ampio.

Ora una tale discriminazione, in Veneto, non è mai esistita. Anzi i “rappresentanti” veneti nelle istituzioni dello Stato italiano si contano a centinaia. E gli stessi personaggi che ora ricorrono o sono ricorsi alla CEDU, si sono scapicollati per farsi eleggere di qua e di là: in Parlamento, in Regione, in vari Comuni. Ma spesso è mancato loro il soddisfacimento delle norme burocratiche attraverso le quali il potere costituito limita l’accesso ai concorrenti.

lettera cedu

Ritornando alla CEDU, la prima cosa che salta agli occhi è che tra il collegio giudicante c’è un giudice italiano. All’epoca – nel documento qui esposto – era il torinese Vladimiro Zagrebelsky. Oggi, invece, ad essere italiano è il napoletano Guido Raimondi, che addirittura a partire da novembre 2015 ricopre (per nove anni) il ruolo di presidente della Corte europea dei diritti umani.

Preso atto di ciò, le prime perplessità che tormentano l’uomo qualunque sono relative alla terzietà del giudizio. E noi, che non siamo esperti di diritto, siamo assaliti dal pensiero di Bartolo di Sassoferrato. Una celebrità solo per i cultori della storia del diritto, del quale tuttavia tutti dovrebbero conoscere questa coraggiosa confessione (citiamo a memoria): «Ogni volta che mi si propone un problema giuridico, prima sento quale deve essere la soluzione, poi cerco le ragioni tecniche per sostenerla.»

E se questo era vero per un simile luminare, figurarsi per un magistrato qualunque. Dunque aspettarsi dal giudice un giudizio asettico, pressoché meccanico, come una macchina in cui si infila il fatto e viene sputata fuori la sentenza, è del tutto fuori luogo. Il diritto cerca di mettere ordine e razionalità nelle vicende, tipizzandole in quadri astratti, ma poi in concreto quel diritto viene maneggiato da un essere umano, con la sua cultura (o incultura), la sua affettività, i suoi principi e, perché no? i suoi pregiudizi. Si spiega così che la parola “sentenza” si ricolleghi a “sentire”, cioè alla stessa radice di “sentimento”, non a “sapere”.

L’uomo della strada allora si dirà: «poco importa, in caso di conflitto d’interessi un giudice può essere ricusato»; ma la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali
[http://www.echr.coe.int/Pages/home.aspx?p=basictexts/rules&c=#n1347875693676_pointer], firmata a Roma, 4.XI.1950, All’articolo 23 – Durata del mandato e revoca – stabilisce:

I giudici sono eletti per un periodo di nove anni. Essi non sono rieleggibili.

Omissis

Un giudice non può essere sollevato dalle sue funzioni a meno che gli altri giudici decidano, a maggioranza dei due terzi, che egli non soddisfa più i requisiti richiesti.


Ed allora la persona semplice si chiederà: «Davvero i giudici ricuseranno uno di loro? O non si porranno invece la domanda: se un giudice inglese mette il naso sull’aspirazione all’autodeterminazione dei catalani, un giudice francese non farà lo stesso a proposito del desiderio dei tirolesi, ed uno italiano non farà come Bartolo da Sassoferrato per la voglia di autogovernarsi del bretoni o fiamminghi o altri?». Eppoi non dimentichiamo: il giudice è nominato singolarmente ed in rappresentanza di ognuno dei 47 Stati aderenti alla CEDU.

C’è poi la questione prevista dall’articolo 35 – Condizioni di ricevibilità:

La Corte non può essere adita se non dopo l’esaurimento delle vie di ricorso interne, come inteso secondo i principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti ed entro un periodo di sei mesi a partire dalla data della decisione interna definitiva.

Omissis

La Corte dichiara irricevibile ogni ricorso individuale presentato ai sensi dell’articolo 34 se ritiene che:

(a) il ricorso è incompatibile con le disposizioni della Convenzione o dei suoi Protocolli, manifestamente infondato o abusivo; o

(b) il ricorrente non ha subito alcun pregiudizio importante, salvo che il rispetto dei diritti dell’uomo garantiti dalla Convenzione e dai suoi Protocolli esiga un esame del ricorso nel merito e a condizione di non rigettare per questo motivo alcun caso che non sia stato debitamente esaminato da un tribunale interno.

E qui qualcuno potrebbe osservare che alcuni indipendentisti veneti sono giunti sino alla Corte costituzionale italiana, vedendosi rigettare per l’ennesima volta ogni istanza.

Ma ancora: l’Articolo 53 – Salvaguardia dei diritti dell’uomo riconosciuti – dice: “Nessuna delle disposizioni della presente Convenzione può essere interpretata in modo da limitare o pregiudicare i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali che possano essere riconosciuti in base alle leggi di ogni Parte contraente o in base a ogni altro accordo al quale essa partecipi.”

Laddove le parole chiave sembrano essere: “in base alle leggi di ogni Parte contraente”, e noi tutti sappiamo come la Costituzione italiana sia, al riguardo, contraddittoria e sibillina.

Insomma, possiamo credere che organi di Stato deliberino contro la “fratellanza” altri Stati , ben sapendo che si potrebbero innestare processi di reciprocità? Ed in caso di delibera favorevole agli indipendentisti, quindi l’esecuzione dell’Articolo 46 – Forza vincolante ed esecuzione delle sentenze – quante sono le sentenze di condanna inflitte, con relative multe pecuniarie, allo Stato italiano perché il medesimo non ha ottemperato?

Concludendo, le vie dell’indipendentismo sono svariate (ce ne occuperemo in futuro), e probabilmente differenti per ogni singolo popolo o territorio, ma quella giudiziale – attualmente – non sembra la più promettente. Anche se tempi, come gli uomini cambiano. E noi ci auguriamo che cambino presto, e nel senso auspicato da tutti gli uomini liberi.

ILTESTO DELLA CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO:

http://www.echr.coe.int/Documents/Convention_ITA.pdf
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Messaggioda Berto » lun gen 11, 2016 6:19 pm

El falbo mito del dirito e de łe caouxe enternasionałi
viewtopic.php?f=122&t=1591
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Messaggioda Berto » lun mar 14, 2016 1:53 pm

???

I veneti entel Veneto come megnoransa nasional (veneta o tałiana)?


Carissime Cittadine e Cittadini Veneti,

http://www.raixevenete.com/veneti-nazio ... o-di-legge

Il 28 gennaio scorso è stato depositato in Consiglio Regionale del Veneto un progetto di legge che potrebbe rendere il Veneto come il Sud Tirolo senza dover passare per Roma.

Il progetto di legge regionale di iniziativa degli enti locali è stato redatto dall’attuale presidente dell’Istituto Lingua Veneta Loris Palmerini, ha come primo firmatario il Sindaco di Resana Loris Mazzorato ed è stato votato, per ora, dai Comuni di (nell’ordine) Resana, Segusino, Grantorto, Santa Lucia di Piave, San Martino di Lupari.

Con questo iter l’assemblea regionale è obbligata a discutere il testo di legge entro 6 mesi dal deposito, e il presidente Zaia si è detto favorevole all’iniziativa, che ha promesso di calendarizzare prima possibile.

Con questa legge regionale verrebbe riconosciuta l’esistenza della “minoranza nazionale veneta“, alla quale si dovranno riconoscere i diritti enunciati nella “Convenzione Quadro per le Minoranze Nazionali” del Consiglio d’Europa: autonomia amministrativa e trattenimento diretto del gettito fiscale, gestione dei flussi migratori, bilinguismo, seggi riservati, e molti altri diritti delle minoranze.

La novità giuridica sta nel fatto che, a differenza delle minoranze linguistiche che sono presenti in Costituzione e sono espressamente di competenza statale, il riconoscimento delle minoranze nazionali spetta solo alle regioni in quanto materia non espressa in Costituzione secondo l’Art.117.

Quindi l’approvazione in Regione sarebbe sufficiente a rendere effettivo questo cambiamento, senza possibilità di interferenza da parte di Roma.

È utile sottolineare che questa non è una iniziativa politica, ma una semplice applicazione delle leggi esistenti e mai attuate. Dare attuazione alla legge vigente non può essere considerato né a favore né contrario a nessun soggetto o pensiero politico: i diritti delle minoranze, in quanto diritti umani, non hanno alcun colore politico e devono essere difesi e sostenuti da tutte le forze della società civile.

La notizia è di dominio pubblico ed è già stata inviata alle testate giornalistiche da circa un mese ma al momento nessuno dei media sembra considerare il tema di rilevanza giornalistica e nessuno ci ha ancora contattato per approfondire il tema, o per proporre un’inchiesta.
Vi chiediamo quindi di dare massima diffusione a questo progetto di legge inoltrando questo messaggio ai Vostri conoscenti, e di scrivere ai Vostri sindaci e rappresentanti eletti in Assemblea Regionale affinché lo sostengano e lo approvino.

Ecco un volantino in lingua italiana del Consiglio d’Europa che spiega la Convenzione Quadro sulle Minoranze Nazionali: https://www.coe.int/t/dghl/monitoring/m ... talian.pdf

È possibile ottenere il testo del progetto di legge (la stessa versione è stata approvata in tutti i Comuni) qui: DC 33-2015

Per ulteriori informazioni sentiteVi liberi di contattarci:

Loris Palmerini tel. 3471416187

Andrea Lunardon tel. 3497121656
Sperando di farVi cosa gradita, Vi ringraziamo per l’attenzione e Vi auguriamo un Serenissimo futuro.

Comitato Direttivo Istituto Lingua Veneta

Michele Corso, Alessandro Galante, Andrea Lunardon, Loris Palmerini




Par el stado tałian entel so teritoro no ghè megnoranse nasionałi ma lomè megnoranse łengoesteghe ke łe vien da altri stati o nasion; ma i veneti no łi vien da n'altra nasion o n'altro stato difarente da coeło tałian parké el Veneto par ła costitusion tałiana no lè n'altra nasion o n'altro stato difarente da coeło talian:

https://it.wikipedia.org/wiki/Minoranze ... e_d'Italia



???

Articolo 117

https://www.senato.it/1025?sezione=136& ... ticolo=117


La potestà legislativa è esercitata dallo Stato [70 e segg.] e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.

Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
n) norme generali sull'istruzione;
o) previdenza sociale;
p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;
r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno;
s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali.

Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.

Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza.

La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni.

La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia.

I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.

Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive [3].

La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni.

Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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