Padania, ancora, basta, no grazie!

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Messaggioda Berto » lun set 17, 2018 9:29 pm

Padania, ancora, basta, no grazie!
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Re: Padania, ancora, basta, no grazie!

Messaggioda Berto » lun set 17, 2018 9:30 pm

Da Milano (ri)parte la fronda secessionista

M.V.
Milano, 15 settembre 2018

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/ ... -1.4178983

«Ho una malattia da cui non posso e non voglio guarire: il sogno della libertà del Nord». Per questo Roberto Bernardelli, presidente del movimento Grande Nord, sarà in mezzo al «popolo dei padani», come li chiama lui, oggi a Venezia, al Campo San Giacomo dall’Orio, teatro del «giorno della secessione della Padania, il 15 settembre 1996». Imprenditore del settore alberghiero (suo l’Hotel dei Cavalieri), ha alle spalle una storia di amore e odio con la Lega. Ora la distanza pare incolmabile. Lontani gli anni ’80 e ’90 (quando entrò in Parlamento), anche se «l’amicizia con Bossi resta, perché bisogna saper scindere rapporti umani e politica».

Senza mezzi termini si scaglia contro il governo gialloverde che definisce «la quintessenza del governo comunista. Basta solo considerare il reddito di cittadinanza: assistenzialismo fuori dalla storia. Si paga con questo chi non lavora, ma il Nord da solo ha il Pil pro capite più alto dell’area euro». E Salvini? «È passato dal sogno della libertà del Nord al “prima gli italiani”. Ma il Nord non ci sta a pagare per tutti. Lo urliamo forte e chiaro». Oggi, in piazza, a Venezia. E anche se non è lui a organizzare direttamente l’evento, che ha la firma della Lega Padania nazione, si sente un po’ l’anima. «Da Milano parte l’opposizione al governo», è convinto. Una partenza che questa mattina sarà reale, con due pullman che da Milano raggiungeranno la laguna. L’obiettivo è riaffermare il «sogno della libertà del Nord» e far emergere le «contraddizioni del governo», ad esempio il fatto che «le pensioni al Nord sono in attivo, ma occorre riformare la “Fornero”» o che «viene proposta la flat tax quando la Lombardia vanta un credito fiscale da Roma di 56 miliardi».

«Ma – accusa Bernardelli – stanno facendo di tutto per boicottare una manifestazione autorizzata». Chi? «Le istituzioni. Abbiamo avuto da tempo il placet di Comune e Questura, ma da giovedì c’è una tarantella. Ci vogliono negare la piazza, con mille scuse. Ma ci saremo. Vogliono mettermi in carcere? Lo facciano, ci sono già stato». Era il 2014, e con altri «indipendentisti» Bernardelli aveva costruito il tanko, finto carro armato per inscenare un atto dimostrativo. Al suo fianco Monica Rizzi, ex assessore regionale, ora coordinatrice di Grande Nord. «Vogliamo dare voce a cittadini, imprese e artigiani del Nord che hanno diritto all’autonomia dei territori. Grande Nord cresce, abbiamo consiglieri comunali in Veneto, Lombardia, Emilia, Piemonte, Friuli e Liguria. E non è finita».
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Re: Padania, ancora, basta, no grazie!

Messaggioda Berto » lun set 17, 2018 9:30 pm

25 ani de Lega e de Liga cosa ne gałi portà?
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Casta padana (de łi połedeganti tałego padani)
viewtopic.php?f=22&t=31


Dichiarazione d'indipendenza della Padania a Venezia, 1996
https://it.wikisource.org/wiki/Dichiara ... la_Padania
https://www.youtube.com/watch?v=WHnSa2buvmw

https://it.wikipedia.org/wiki/Indipendentismo_padano
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Re: Padania, ancora, basta, no grazie!

Messaggioda Berto » lun set 17, 2018 9:30 pm

La Padania, il giornale della Lega ha chiuso ma è costata allo Stato 61 milioni
di Primo Di Nicola e Francesco Giurato | 25 febbraio 2015

https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/0 ... ni/1453239

Ha chiuso i battenti per problemi finanziari lo scorso novembre. Eppure in 17 anni, da quando è stata mandata in edicola dalla Editoriale Nord scarl per volontà dell’allora padre padrone della Lega Umberto Bossi, “La Padania”, organo politico del Carroccio, ha incassato dallo Stato italiano oltre 60 milioni di euro. Niente male per un giornale che sotto la testata, tra i tanti motti che ha portato stampati, ne ha avuto uno che recitava “La Voce del Nord”. Voce del Nord, ma con i soldi di “Roma ladrona”.

Soldi erogati ogni anno, a partire dal 1997, in base alla legge sul finanziamento pubblico dei giornali organi di forze politiche e commisurati alle tirature e ai costi dichiarati. E con puntualità svizzera versati dal dipartimento per l’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri. Che, comprendendo gli ultimi dati disponibili per il 2013, risulta avere per la precisione versato al quotidiano leghista la bellezza di 61 milioni 226 mila 442 euro. Come dire, 3 milioni 600 mila euro all’anno, cioè 300 mila euro al mese, 10 mila euro al giorno. Performance davvero ragguardevole quella del quotidiano leghista, la cui tiratura media ufficiale nel periodo d’oro del leghismo si aggirava intorno alla 60mila copie. Quanto alle vendite, difficile fare cifre precise, anche per le incertezze che hanno sempre avvolto i dati reali di tutti gli organi di partito.

Correva l’anno 1997 quando, l’8 gennaio, la “Padania” sbarcò nelle edicole sotto la direzione di Gianluca Marchi e, con titoli in prima pagina che erano già tutto un programma (“Ministeri a delinquere”), cominciò a gettare le premesse per il primo, ricco contributo pubblico: 3 milioni 398 mila euro. Da allora, guidata da direttori come Giuseppe Baiocchi, Gigi Moncalvo, Gianluigi Paragone e Aurora Lussana, il giornale ha puntualmente incassato contributi che, nell’arco di un decennio e fino al 2007, hanno superato anche i 4 milioni di euro l’anno. Un bottino ricchissimo che ha consentito al giornale di seguire e sostenere l’intera parabola della politica leghista. Chi non ricorda i tempi in cui sparava bordate contro Berlusconi accusandolo, senza mezzi termini, di essere mafioso? Salvo poi tornare ad incensarlo quando Lega e Forza Italia decisero di tornare insieme al governo. E come dimenticare le campagne condotte all’insegna di titoli come “La favola di Finocchio”, dedicato alla svolta del premier spagnolo Zapatero sulle unioni omosessuali; oppure “Crolla Prodi Hussein”, con tanto di immagine in stile statua del rais, per salutare la caduta del governo ulivista? Per non parlare dei più prosaici e non meno inquietanti “Il Nord s’incazza” o “Facciamo presepi, non moschee”, pensati allo scopo di segnare il territorio contro l’arrivo degli immigrati.

Solo che i tempi delle vacche grasse elettorali hanno cominciato a sbiadire. E insieme al declino politico si sono assottigliati anche i contributi pubblici, passati dai 3 milioni 900 mila euro del 2008 al milione 300 mila del 2013. E i bilanci hanno cominciato presto a risentirne con perdite annuali di svariati milioni. Fino alla crisi finale dello scorso anno quando, stretta tra la scarsa redditività aziendale, gli scandali legati alla gestione economica del partito e il progressivo prosciugamento dei finanziamenti pubblici, anche “La Padania” ha chiuso i battenti. Accorato il requiem intonato dal segretario del Carroccio Matteo Salvini: “La Lega è al risparmio su tutto e quindi non ha rinnovato il proprio contributo all’editoriale”, ha spiegato: “Ma in questo caso si tratta anche dell’ennesimo bavaglio calato dal governo Renzi che riduce i contributi per l’editoria che esistevano da anni”. Vero, forse troppi anni.

FINANZIAMENTI PUBBLICI ALLA PADANIA
(1997-2013)

1997 3.398.684
1998 4.028.363
1999 4.028.363
2000 4.028.363
2001 4.028.363
2002 4.028.363
2003 4.028.363
2004 4.028.363
2005 4.028.363
2006 4.028.363
2007 4.028.363
2008 3.947.796
2009 3.896.339
2010 3.657.696
2011 2.682.304
2012 2.001.468
2013 1.358.494

TOT. 61.226.422
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