El falbo mito del dirito e de łe caouxe enternasionałi

Re: El falbo mito del dirito e de łe caouxe enternasionałi

Messaggioda Berto » mar giu 13, 2017 8:08 pm

???

Legge 881/77 e autodeterminazione: e se non fosse così?
12 giugno 2017
Daniele

http://www.life.it/1/legge-88177-e-auto ... fosse-cosi

Già Morosin negli anni ’90 sosteneva la tesi dell’autodeterminazione del Popolo Veneto, dal 2005 fino ad oggi ci ha provato LIFE-APV approdando fino a Strasburgo e ora ci sta riprovando il CLNV invocando il diritto all’autodeterminazione del Popolo Veneto sancito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici ratificato dall’Italia con legge 881/77.

Nessuno però, fino ad ora, ha mai rilevato che la Corte Internazionale di Giustizia ha messo dei paletti per limitare tale diritto soltanto ai popoli che si ritrovino in una di queste tre condizioni:

1) che il loro territorio sia occupato con forza militare da un altro Stato;

2) che si trovino soggiogati da un regime coloniale;

3) che subiscano discriminazione razziale.

Tutti gli indipendentisti veneti potrebbero giurare sul fatto che il Popolo Vento si trovi o si sia trovato in una di queste situazioni ma, perché la comunità internazionale degli Stati ne dia riconoscimento, bisogna produrre prove inconfutabili sull’occupazione militare, sullo stato di colonizzazione o sulla discriminazione …….. impresa quasi impossibile quando la Regione Veneto è amministrata da un partito politico “secessionista”, la Lega Nord al quale lo Stato italiano non pone alcun ostacolo a Governare la Regione e a perseguire “democraticamente” l’autonomia.

In queste condizioni è impossibile provare che lo Stato italiano stia occupando/colonizzando/discriminando il Popolo Veneto in violazione del diritto internazionale o della legge 881/77.

Esiste allora una soluzione indipendentista alle rivendicazioni del Popolo Veneto, che sia alternativa alla tesi 881/77 compromessa irrimediabilmente dagli eventi politici istituzionali?

Forse ……..
Daniele Quaglia



Adriano Zambon scrive:
12 giugno 2017 alle 17:06

Ciao Daniele, le 3 condizioni ci sono, per quanto riguarda la Regione Veneto sappiamo entrambi che è un ente amministrativo italiano e chiunque partecipi e amministri lo fa ovviamente per nome e per conto dell’italia, il che ci riporta al punto 1, 2 e 3 sopra elencati, sai anche che la lega è italiana e che secessione significa staccarsi dallo stato quando ne fai parte, non è il nostro caso, il Veneto non è mai stato italiano, lo sappiamo entrambi, anche l’autonomia non è praticabile, è sempre lo stato italiano che regola la questione e sai bene che il Veneto è una Regione erogatrice e sono in tanti a succhiarne il “sangue”, per me la via maestra è un altra, opporsi non pagando i vari balzelli dichiarandosi VENETI seguendo le indicazioni riportate nel nostro statuto, bisogna sentirsi Veneti ed avere il coraggio di comportarsi da Veneti, ovvio che lo stato italiano proverà a dissuaderti per mancato guadagno, però noi siamo ben equipaggiati per la bisogna, W.S.M. P.S. Gavaria volù scrivar in Veneto. ciao.


Giorgio da Casteo scrive:
13 giugno 2017 alle 11:31

Forse…esiste la soluzione per merito di Marco Polo e della Cina che sta ripristinando le secolari Vie della Seta. Una di queste raggiungera’ il golfo di Venezia attivando tutti i porti compresi fra Ravenna e Pola e le varie infrastrutture a questi connesse. Chi non ci crede veda di informarsi ! È arrivato il tempo di lasciar perdere la crisi, Roma, la Regione e le rancide Istituzioni comunitarie da sempre nemiche dei popoli continentali. I movimenti indipendentisti, tutti, devono guardare al di là dei confini regionali, in particolare a est, ed aprire dei contatti diplomatici ora del tutto mancanti. Va ricordato che la Repubblica Veneta sulle trattative fra stati e sulla diplomazia fondò il suo impero.
Non sono il primo ne l’unico che sostiene questa tesi, ossia la forza dirompente posseduta da una mcroregione europea che si qualifichera’ con il suo nuovo statuto e con la sua posizione geografica, fra le aree più avanzate del mondo.
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