Demograsia bona a Boxen

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Messaggioda Berto » lun feb 03, 2014 7:51 am

Demograsia bona a Boxen
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On cine:

http://www.youtube.com/watch?v=1SSZFjDi ... r_embedded

http://altoadige.gelocal.it

http://altoadige.gelocal.it/infografica ... -1.8531365

Democrazia diretta in Alto Adige: la nostra guida al referendum
Domenica 9 febbraio, gli altoatesini tornano alle urne per il referendum confermativo della nuova legge sulla democrazia diretta (votata in solitaria dalla Volkspartei nella passata legislatura) che disciplina in modo nuovo, rispetto alla normativa in vigore, la possibilità di consultare direttamente la popolazione sui grandi temi d'interesse provinciale. In questo nostro speciale, un'ampia panoramica non solo sul voto di febbraio, ma anche sulla "democrazia partecipativa": istruzioni, documenti, interviste e video per saperne di più. - Un progetto di Paolo Cagnan
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Re: Demograsia bona a Boxen

Messaggioda Berto » lun feb 03, 2014 8:12 am

Bolzano, pochi giorni al referendum sulla democrazia diretta

http://www.lindipendenza.com/bolzano-po ... ia-diretta

di ENZO TRENTIN

Anche in quell’isola relativamente felice (in rapporto alla vivibilità in Italia) che è Bolzano e la sua provincia, non si può dire che la democrazia risulti un facile esercizio. Infatti, è del 31/12/2013 la sentenza del Tribunale di Bolzano che ha dichiarato valide le circa 18.000 firme raccolte dall’associazione «Initiative für mehr Demokratie – Iniziativa per più democrazia».

Il prossimo 9 febbraio ci sarà, dunque, un voto referendario che è un esempio lampante di come dovrebbe funzionare la democrazia diretta in Italia.

La storia è nota, poiché anche questo quotidiano ne ha dato notizia.
È la solita storia di un conflitto d’interessi che frapponeva i cittadini “sovrani” ad un Comitato di esperti nominato dal Consiglio provinciale.
Gli esperti “nominati” avevano deliberato che migliaia di firme di cittadini che chiedevano l’indizione di un contro referendum in alternativa ad una legge provinciale elaborata ed approvata dalla Südtiroler Volkspartei (Il Partito popolare del Sud Tirolo o SVP) erano da considerarsi nulle malgrado la loro raccolta fosse stata eseguita a norma di legge.

La Commissione per i procedimenti dei referendum presieduta dalla dott.ssa. Margit Falk Ebner il giorno 25/10/2013 aveva dichiarato inammissibile la richiesta referendaria presentata da ben 17.665 cittadine e cittadini che avevano firmato tale richiesta nell’estate scorsa.
Questa decisione era stata motivata con la mancanza di: “certezza che gli elettori che hanno apposto la loro firma sui moduli abbiano avuto la consapevolezza e quindi la volontà di firmare per la richiesta di referendum confermativo“. Questa certezza non sarebbe stata data dal fatto che i fogli sui quali sono state apposte le firme potevano essere estratti dal foglio esterno sul quale figuravano tutti i dati relativi alla richiesta referendaria e che la segreteria del Consiglio provinciale avesse dimenticato di apporre un timbro di congiunzione tra i diversi fogli.
Cavilli, come si noterà. Ma il potere dei partiti politici si attacca anche a questo pur di rimanere in sella.
E in tutto ciò noi ravvediamo, per l’ennesima volta, la riprova che non resta altra possibilità che quella di una vita pubblica senza partiti.

Il Tribunale di Bolzano ha correttamente sentenziato:
«In contrasto con la decisione della Commissione per i procedimenti dei referendum del 25/10/2013, con procedimento urgente e con tutte le conseguenze che ne risultano vengono riconosciute valide le firme apposte sui moduli vidimati dal segretario generale del Consiglio provinciale.».

Non bastasse, la SVP continua con le sue attività illegittime, tanto che è di questi giorni l’ennesima protesta di «Initiative für mehr Demokratie», materializzata con la richiesta di rispettare l’art. 9 della legge sulla par condicio del 22 febbraio 2000, n. 28 e l’articolo 98 del Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 astenendosi totalmente in vista del voto referendario del 9 febbraio da ogni comunicazione tendente a voler incidere sull’opinione pubblica.
Infatti l’estratto di tale articolo recita: “in tale periodo (dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto) vige dunque il divieto per tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione istituzionale, con la sola eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabile per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni.”. In passato si è dovuto fare ripetutamente l’esperienza della violazione di quanto disposto dalla predetta legge. Questo è avvenuto soprattutto e in modo pesante in concomitanza del voto referendario del 25/10/2009 ma anche in occasione di diversi appuntamenti referendari a livello comunale.

Il presidente di «Iniziativa per più democrazia», il Dr. Erwin Demichiel, ha ricordato con una lettera a tutte le autorità come esse debbano comportarsi, a norma dell’articolo 98 del Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 e successive modifiche che testualmente recita: “Il pubblico ufficiale, l’incaricato di un pubblico servizio, l’esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all’astensione, è punito… etc.”.

Mancano pochi giorni al referendum, il primo di questo genere a livello provinciale che è un esempio lampante di come dovrebbe funzionare la democrazia diretta, e «Initiative für mehr Demokratie» ricorda:

Abbiamo da distribuire 50.000 pieghevoli bilingui. Possono essere ritirati presso le persone di contatto nei circondari nonché nel nostro ufficio a Bolzano, via Argentieri 15; il nostro gruppo della Val Pusteria ha creato un proprio volantino molto sintetico che può essere stampato e divulgato via e-mail.
Siamo presenti su facebook e twitter. I contenuti possono essere condivisi con altri utenti. Eventualmente si potrebbe prendere fino alla data del referendum come immagine di profilo una a sostegno della nostra posizione di voto (immagini utili si trovano su http://www.referendum2014.org/?page_id=364);
Scrivere lettere ai giornali è sempre utile per fare opinione così come parlare con amici e conoscenti del appuntamento referendario!
E ovviamente ci aiuta molto ricevere donazioni per coprire le spese nonché il pagamento della quota sociale;

Le informazioni più importanti si trovano sul sito http://www.referendum2014.org;
informazioni più dettagliate su http://www.dirdemdi.org;
in modo veramente impegnato il quotidiano «Alto Adige» ha raccolto un sacco di informazioni sul tema, vedi qui.
I nostri manifesti sono presenti, o stanno per essere affissi, in tutti i Comuni dell’Alto Adige per mezzo dei nostri attivisti. I testi dei manifesti sono il risultato di una ricerca presso la popolazione, sugli slogan più efficaci, avvenuta in dicembre via mail.
Da tutta questa determinazione e attività gli indipendentisti dello stivale non hanno che da imparare.
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Re: Demograsia bona a Boxen

Messaggioda Berto » lun feb 10, 2014 10:58 am

Alto Adige, no a legge democrazia diretta

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 44574.html

(ANSA) - BOLZANO, 10 FEB - La legge sulla democrazia diretta in Alto Adige, varata lo scorso giugno dal consiglio provinciale con i soli voti della Svp, è stata bocciata.
Al referendum di ieri il 66,7% ha votato infatti no e solo il 33,3% sì.
E' il risultato provvisorio dopo 98,2% di sezioni scrutinate.

Bassissima l'affluenza alle urne, infatti solo il 26% degli aventi diritto sono andati a votare.

Ke tristesa sta dixinformasia talega de l'ANSA, ke farabuti, ke ladri de veretà, ke oror sti onti taliani!
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Re: Demograsia bona a Boxen

Messaggioda Berto » gio feb 13, 2014 8:53 am

Referendum a Bolzano, i cittadini han detto no alla legge della SVP

http://www.lindipendenza.com/bolzano-i- ... -della-svp

Immagine


di ENZO TRENTIN

Domenica 9 febbraio non c’è stato solo il referendum svizzero attraverso il quale i cittadini hanno dato una chiara indicazione ai politici in merito all’immigrazione. A Bolzano s’è votato per la democrazia in Alto Adige, e diciamo subito che la sovranità dei cittadini ha prevalso sull’egemonia dei partiti politici; sul Südtiroler Volkspartei (SVP) in particolare.

Il referendum era stato indetto per bloccare la legge della SVP che, di fatto, limitava drasticamente la possibilità di partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, ovvero alla “partecipazione diretta”.

Infatti Il Consiglio provinciale, lo scorso 6 giugno 2013, con i soli 18 voti della SVP (contrari tutti gli altri partiti e astenuto il PD), era stato votato ed approvato il disegno di legge provinciale sulla partecipazione dei cittadini.
Una legge fondamentale che stabilisce in modo determinante le regole del funzionamento della democrazia, modificando in molti punti quella precedente del 2005, dal referendum alla cosiddetta iniziativa popolare.

Lo Statuto di autonomia, limitatamente alle leggi fondamentali (è il caso della legge “partecipazione civica in Alto Adige” varata dal Consiglio provinciale il 6 giugno 2013) prevedeva la possibilità di chiedere un referendum attraverso la raccolta, a sostegno, di 8.000 firme. Questo consentiva ai cittadini, in ultima istanza, di decidere se una tale legge provinciale dovesse entrare in vigore o meno. Questo tipo di referendum non prevede un quorum di partecipazione. Decidono coloro che partecipano al voto!

«Initiative für mehr Demokratie – Iniziative per più democrazia», l’associazione che da circa 20 anni si batte per ottenere strumenti di democrazia diretta con cui contrastare l’egemonia dei partiti politici, aveva messo in piedi un’organizzazione capillare, ordinata e disciplinata (teutonica, potremmo dire), che è riuscita a non far passare quanto voluto dalla SVP.

La legge della SVP, di fatto, eliminava il diritto referendario nella provincia di Bolzano. Non perché siano vietati ma perché dava ai governanti la possibilità di impedire che si giungesse a un voto referendario, ha ottenuto questi risultati alle urne:

SEZIONI SCRUTINATE: 100%

SÌ: 34.8%
NO: 65.2%


Dati forniti dalla Centrale Elettorale: vedi qui: http://elezioni.provincia.bz.it/

In termini assoluti la partecipazione al voto è stata bassa. Ma considerando le condizioni in cui il referendum è avvenuto non è poi male. Certo non è un buon segno se questo risultato è valutato negativamente, per la bassa partecipazione, proprio da coloro che ne sono i principali responsabili: responsabili di aver reso necessario il referendum, responsabili per il momento sfavorevole, per la mancanza di un dibattito pubblico sul tema, e infine anche per la carente informazione istituzionale. Se quel che si voleva era una bassa affluenza, per averla si è fatto tutto il possibile.

In ogni caso la media internazionale per la partecipazione ai referendum oscilla fra il 30 e il 40%. Dunque col 26,4% siamo solo poco al di sotto. Ed è stata sufficientemente diffusa l’informazione che questa volta avrebbe deciso chi avrebbe votato, senza quorum. Perciò ha votato solo il 26,4%, ma ha deciso il 100% degli aventi diritto. Il restante 73,6% ha deciso di astenersi: cioè essi hanno deciso che i propri concittadini e concittadine dovessero decidere anche per loro.

Nessuno vuole sventolare la bandiera della vittoria per aver raggiunto la maggioranza del NO al referendum. Il referendum è stata una mossa di legittima difesa cui la dirigenza della SVP ha costretto i cittadini più responsabili. Il treno di quelli che lottano per più democrazia, e che la legge della SVP avrebbe condotto in un vicolo cieco, ha fatto una fermata. Ora bisogna condurlo sul binario giusto, verso diritti di partecipazione civica effettivi e ben applicabili. Negli ultimi anni la SVP ha sempre parlato di dialogo con tutte le forze politiche, ma senza praticarlo. Ora si punta su colloqui corretti e fruttuosi.

A «Initiative für mehr Demokratie – Iniziative per più democrazia», sostengono che il popolo ha bocciato la legge della SVP sulla partecipazione civica. Certamente non per le disposizioni positive che contiene, come la rinuncia al quorum e la possibilità di tenere referendum su delibere della Giunta provinciale. Il motivo è la fatica di Sisifo, gli ostacoli immensi che avrebbe imposto ai cittadini per arrivare al voto; e il fatto che se anche i “cittadini sovrani” avessero provato a superare quegli ostacoli, la legge avrebbe permesso alla maggioranza politica d’impedire i referendum. Tutto quel che la legge aveva di buono, e che la dirigenza della SVP nella propria propaganda ha sempre richiamato, i cittadini lo hanno ottenuto in molti anni di duro impegno e col referendum del 2009. Su questo non si torna indietro. D’altra parte, tutto quello con cui si è finora cercato d’ostacolare e d’impedire la partecipazione civica non è più proponibile.

Sui banchi del Consiglio provinciale, l’iniziativa popolare per una legge migliore per la democrazia diretta, elaborata e promossa da «Initiative für mehr Demokratie – Iniziative per più democrazia», aspetta la trattazione. L’associazione l’ha ripresentata in Consiglio provinciale con quasi 18.000 firme, e ora crede di essersi guadagnata una legittimità sufficiente a fare del suo disegno di legge la base della nuova regolamentazione.
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Re: Demograsia bona a Boxen

Messaggioda Berto » mar apr 29, 2014 12:59 pm

A Bolzano ci si esercita con la sovranità popolare

http://www.lindipendenza.com/a-bolzano- ... a-popolare

di ENZO TRENTIN

Nel capoluogo alto atesino è attiva da circa vent’anni l’associazione Initiative für mehr Demokratie – iniziativa per più democrazia che, in questi giorni, nell’ambito dello Statuto speciale nel quale opera l’area, sta completando l’estensione di una proposta di legge provinciale tesa a rivoluzionare il modo nel quale è stata eletta finora la rappresentanza politica della Provincia. In seguito ad un seminario svoltosi il 21 marzo assieme ad un esperto svizzero di diritto elettorale, un giurista amministrativo del Trentino, la direttrice di un ufficio elettorale comunale ed un Sindaco è stata elaborata una bozza della proposta di legge elettorale provinciale che, entro l’estate, in una forma adeguata all’ordinamento giuridico italiano e compatibile con lo Statuto di Autonomia sarà fatta conoscere nel modo più diffuso possibile in tutta la provincia per creare un dibattito e decidere su alcuni punti fondamentali quali:

La possibilità di nomina di candidati anche da parte degli elettori.
L’elezione diretta della Giunta provinciale (qui si cercherà di chiarire prima i dubbi riguardanti la compatibilità con lo Statuto di Autonomia)?
La distribuzione dei seggi alle liste elettorali in base ai voti percepiti dai loro candidati o in base ai voti che sono stati espressi a favore delle liste (come avviene ora)?
La legge dovrà prevedere la possibilità per i cittadini di stabilire al momento del voto l’entità di remunerazione dei politici?
Quali limiti i cittadini vogliono prevedere per la rielezione?
Sta anche facendo i primi passi – dopo il referendum del 9 febbraio 2014 - nella direzione di un maggior esercizio della sovranità popolare una regolamentazione della democrazia diretta. È stato deciso di cercare il consenso con tutti i partiti al di fuori del Consiglio provinciale (dominato dalla Südtiroler Volkspartei – SVP) dove sarà trattata la proposta di legge d’iniziativa popolare, promossa da Initiative für mehr Demokratie.

È nata così l’idea di una pubblica tavola rotonda, libera dalle ristrettezze istituzionali, alla quale potranno partecipare tutti in modo equiparato, ognuno con un voto, atta ad impegnarsi per trovare un denominatore comune sulla base del proprio disegno di legge. Nei colloqui coi partiti si è manifestata la disponibilità di tentare questa strada per cui nei prossimi giorni in una riunione congiunta sarà presentata ai gruppi consiliari una proposta dettagliata su tale progetto. Il luogo auspicabile per questa tavolo rotonda è l’Università di Bolzano.

Nella prima riunione della commissione legislativa del Consiglio provinciale che avrebbe dovuto iniziare a trattare il disegno di legge di Initiative für mehr Demokratie il 10 aprile, è stato chiesto ed ottenuto unanimemente il rinvio dei lavori. Se si farà la tavola rotonda la Commissione quasi certamente non si occuperà più del disegno di legge in quanto il termine di trattazione scadrebbe entro agosto. In tal caso la proposta di legge di Initiative für mehr Demokratie passerà d’obbligo come primo argomento all’ordine del giorno dell’aula del Consiglio. È lì dove potrà poi essere recepito l’esito della tavola rotonda in forma di emendamenti o, se necessario, potrà essere presentata anche una proposta più ampiamente rielaborata.

Un tale tentativo lo si può leggere sotto l’insegna: Un’altra politica è possibile! Sarebbe l’esempio di uno stile politico nuovo, e per un modo di lavorare al di sopra della logica di partito. A Bolzano molti hanno la sensazione che è giunto finalmente il momento per trovare congiuntamente un accordo che possa convincere tutti. E a rafforzamento delle loro convinzioni citano la Neue Zürcher Zeitung che nel 25° anniversario del riuscito tentativo storico di risolvere grosse problematiche politiche con il metodo del consenso scrisse: «I colloqui alla tavola rotonda in Polonia nel febbraio 1989, i primi di questo genere nell’Europa dell’Est, furono l’avvio della caduta del totalitarismo comunista. Allora però era ancora molto incerto dove avrebbe portato questo viaggio.»

A Initiative für mehr Demokratie si chiedono speranzosi e con entusiasmo: «Chi se non noi, quando se non ora?» e proseguono «È venuto il momento per realizzare qualcosa di più importante: la riforma radicale della nostra democrazia per renderla finalmente integrale e per poter così esercitare pienamente e in modo reale la nostra sovranità come cittadini esercitando la possibilità di poter controllare direttamente le decisioni della rappresentanza politica e di poter decidere con votazioni referendarie in modo indipendente su proposte d’iniziativa dei cittadini stessi.»

Paiono così concretizzarsi le profetiche parole di Gianfranco Miglio (Il nerbo e le briglie del potere, Ed. Il Sole 24 Ore, Milano, 1988, p. 286.):
«L’idea che le preferenze dei governati possano manifestarsi normalmente soltanto per il tramite dei rappresentanti, e che la volontà dei primi debba prendere necessariamente la forma di un’adesione (consenso) alle “verità” proposte dai candidati al potere, questa idea sta per uscire dalla storia. Perché si spezza il legame fra legittimazione del governante e ricognizione delle opinioni dei governati.»
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Re: Demograsia bona a Boxen

Messaggioda Berto » dom feb 15, 2015 10:22 am

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