Uscire dalla legalità per entrare nella legittimità16 Aug 2016
di ENZO TRENTIN
http://www.lindipendenzanuova.com/uscir ... egittimitaLeo Zaquini è un ingegnere italiano che, trasferitosi in Svizzera quindici anni fa per insegnare in un Politecnico del Cantone di Neuchâtel, si è trovato coinvolto nelle pratiche partecipative e referendarie di un sistema politico di cui si è innamorato incominciando a pensare come la democrazia diretta moderna possa integrare quella rappresentativa. Il 1° Agosto di tutti gli anni è festa nazionale in Svizzera, ed il nostro manda in giro una lettera in ricorrenza dell’evento. Dato l’interesse generale ne riportiamo qui uno stralcio che ci servirà da premessa al prosieguo di questo articolo:
«La Svizzera non è un paese “perfetto”, intendiamoci, (non esiste la perfezione in campo sociale) ma tutti noi italiani che ci viviamo constatiamo che “funziona”. Come funziona?
Il tema è di particolare attualità oggi in Italia:
La Svizzera è una federazione di Cantoni indipendenti (ognuno ha la sua Costituzione), ma ovunque c’è un «tasso di democrazia» molto elevato:
Il sistema federale è bicamerale (io, straniero, posso votare per il “Senato”, che qui è chiamato “gli Stati”).
I Governi sono estremamente stabili, e sono organi collegiali, non “competitivi” e non egemonizzati da un partito.
I parlamentari sono votati in modo proporzionale. Gli elettori possono esprimere voti di preferenza a candidati di partiti diversi. Si possono anche dare voti di s-preferenza a candidati del proprio partito. In questo modo gli eletti sono (e si sentono): rappresentanti dei cittadini, non funzionari del partito.
Ma non solo:
esistono diversi strumenti di democrazia diretta, che affiancano e non sostituiscono la democrazia rappresentativa, e che comunque escludono l’esistenza di un ente o “Camera” che detenga il “Monopolio del potere legislativo” (tanto meno lo detiene l’esecutivo! o, meno ancora, un partito).
Tanto è vero che:
La “Governabilità” non solo non esiste ma nessuno nemmeno capisce il vocabolo (ho provato sia al bar che nel Consiglio comunale della città dove vivo), quando lo spieghi: «significa avere la maggioranza-sicura, vale a dire anche a prescindere dai contenuti», mi sono sentito dire: «…ma quella è una dittatura!»
In queste condizioni, che in Italia sarebbero giudicate di assoluta “Ingovernabilità”, il Parlamento federale promulga circa lo stesso numero di leggi di quello italiano (una sessantina) ma lo fa in un quarto del tempo (solo poche sessioni parlamentari ogni anno). In Parlamento qui si parlano 3 lingue. Vi domandate come sia possibile?
È la testimonianza del fatto che la democrazia rappresentativa è efficiente e può funzionare, a patto che la si preservi dalla degenerazione partitica: i rappresentanti devono essere liberi dal vincolo di mandato (anche partitico) ed allora una proposta di legge “passa” se raccoglie la maggioranza dei voti di persone indipendenti nel giudizio, altrimenti non passa. In caso contrario l’approvazione di una legge diventa un mercanteggiamento tra partiti, spesso realizzato fuori dal Parlamento, e questo produce cattive leggi (e fa perdere un mucchio di tempo).
Per finire aggiungo un dettaglio: in questo paese le leggi elettorali passano sempre alla ratifica popolare obbligatoria. Così si evita di perdere tempo e soldi pubblici per realizzare la “legge elettorale ad Partitum”, vale a dire: la “legge elettorale cangiante” secondo i sondaggi elettorali: o “porcata 1” che precede la “legge porcata 2”, e cosi via per decenni.»
Ma chi e come ha insegnato queste cose agli svizzeri? Per chi è interessato ad approfondire diamo due link: uno dove trovare una storia della Svizzera:
http://files.meetup.com/1274856/IlBasto ... t-2016.pdf ed un secondo sul suo assetto istituzionale:
https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniz ... zzera.htmlPer fare un raffronto con “l’altra faccia della luna” italiana, abbiamo raccolto la testimonianza di Cesare Mordegan, portavoce del «Comitato più democrazia» di Costabissara. Un Comune dell’hinterland vicentino, che il quotidiano “Il Sole 24ore” del 18 agosto 2014, pubblicando i risultati di un’indagine sul livello di benessere dei piccoli Comuni italiani così classificava: la qualità della vita a Costabissara risulta più elevata che altrove: condizioni di vita dei residenti, buona posizione nell’asse istruzione-cultura e una spiccata attenzione all’ambiente sono i principali fattori che pongono Costabissara al 1° posto fra i piccoli Comuni della provincia, al 4° posto fra quelli del Veneto e al 16° fra quelli d’Italia.
Domanda: Tutto bene allora signor Mordegan?
Risposta: Malgrado la Svizzera disti circa un paio d’ore d’auto da Vicenza, noi viviamo davvero in un paese agli antipodi della CH. Per cominciare abbiamo una parte del personale politico che sembra intramontabile. La legge prevede che il Sindaco dopo due mandati lasci l’incarico, tuttavia per aggirare l’ostacolo basta darsi la staffetta con un proprio sodale di partito ed assumere la carica di Vice, per continuare ad imperversare politicamente. Tant’è che alle ultime elezioni amministrative, i partiti d’opposizione dopo esserci mimetizzati da Liste civiche, nella primavera 2016 hanno addirittura rinunciato a candidarsi. Risultato? La vecchia amministrazione prosegue indisturbata il proprio cammino, nominando i propri sodali anche in quei posti che per Statuto sono riservati alle minoranze.
Ma se il Comune si classifica così bene, cosa c’è che non va?
È stata senz’altro una gratificazione per il Comune di Costabissara essere arrivati al 16° posto fra i migliori Comuni italiani; tuttavia non nascondiamoci che queste classifiche lasciano il tempo che trovano, infatti basta cambiare i parametri, ed ecco differire i risultati. In ogni caso i cittadini consapevoli delle potenzialità esistenti chiedono di più; vogliono scalare ulteriormente la classifica e per questo insistono che si può e si deve fare di più.
Per esempio?
Riteniamo contrario ai princìpi della democrazia che per la mancanza di partiti che vogliono impegnarsi nel ruolo dell’opposizione, chi vince le elezioni faccia l’asso pigliatutto. Noi cittadini che non ci riconosciamo in nessun partito dovremmo subire, e dichiararci sempre soddisfatti delle decisioni di un Sindaco coadiuvato da 12 Consiglieri comunali suoi sodali? Tra i molti argomenti che possiamo considerare ce ne sono almeno due che qui possiamo citare: 1) come sostiene Tucidide II, 37 «Si chiama democrazia perché il potere non è nelle mani di pochi, ma dei più.» e non bastasse, ci richiamiamo al dettato costituzionale, laddove all’Articolo 49 sancisce: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».sindaca Forte
Questo significa che i cittadini “hanno diritto”, ma non hanno l’obbligo organizzarsi in partiti. E poiché i partiti concorrono al metodo democratico, chi sono gli altri concorrenti se non i cittadini stessi? Se ci viene obiettato che noi non abbiamo concorso ad elezioni di sorta, non per questo ci siamo dimessi da cittadini, per lasciare che una dozzina di Consiglieri comunali (per quanto autorevoli) decidano sulla stessa vita e la salute di tutti i nostri concittadini.
Perché non vi riconoscete nel sistema dei partiti?
Non ci piace dare tutto il governo comunale (per la verità anche regionale e nazionale) alle solite persone, perché, come dice P.J. O’Rourke, un giornalista satirico statunitense, è come «dare le chiavi dell’auto e del whisky a dei ragazzi adolescenti.» Del resto a livello nazionale la politica partitocratica, e quindi giacobina o fascistoide, non seleziona i migliori, ma i più avidi, ambiziosi, infidi, cinici e talvolta anche criminali: nel confronto fraterno tra Caino e Abele è sempre Caino che ha la meglio. La gente, invece, deve capire che deve prendere il potere in proprio e che non lo deve delegare a nessuno se non sotto costante e rigoroso controllo, perché nessuno quanto il popolo può fare gli interessi del popolo stesso: della mamma ci si può fidare ciecamente, ma è da imbecilli credere che un perfetto estraneo eletto al potere possa essere così generoso e altruista da fare gli interessi degli estranei che lo hanno eletto, anziché i propri.
Ci sembrano constatazioni abbastanza drastiche. Su quali esempi poggiano?
Beh! Un insegnante o un altro professionista può fare una bella carriera, finché resta in vita, abbracciando una causa politica, lavorando per essa, scegliendo come professione di credere in essa, e se essa vince si sistemerà benissimo. La politica consiste sempre nel lavorare duro per un certo tempo senza compenso o con un salario di sussistenza, nella speranza di far bottino più avanti. Un uomo può essere fascista o comunista e se la sua parte vince può diventare Assessore o Sindaco o altro o ottenere qualcuna delle alte ricompense che sognano i ragazzi. Perché tutti i ragazzi rivoluzionari, settore politica, sono ambiziosi. Lo so perché ho vissuto per qualche tempo in luoghi dove le rivoluzioni hanno superato la fase del salotto, dei tè degli editori, o dei piccoli picchetti. Molti miei amici hanno avuto ottimi impieghi e qualcun altro, più sfortunato, è emigrato.
Ma per venire ad un singolo esempio, altrimenti mi dilungo troppo; guardiamo alla recente delibera riguardante la realizzazione della rotatoria di Via De Gasperi, per notare che nell’arco di circa 700 metri della trafficatissima SP 46 (o strada Pasubio), insistono ben tre regolatori di traffico: il semaforo all’altezza della chiesa di Motta, la costruenda rotatoria di Via de Gasperi, e l’istituenda rotatoria del Botteghino.
Quest’ultima è un’opera progettata da molto tempo, e dove la Regione Veneto si è assunta l’onere economico. I quel groviglio di strade che è il Bottegino, negli anni ci sono stati numerosissimi incidenti mortali. L’11 agosto è stato convocato il Consiglio comunale per la trattazione di alcuni oggetti. Ritengo che questi siano di ordinaria amministrazione, che potevano benissimo essere trattati anche tra un mese visto che non vi era alcuna urgenza, e tenendo presente che già altro Consiglio si era tenuto il 28 luglio. Alla faccia della tanto decantata spending review. Tanto paga sempre Pantalone. Ma vorrei soffermarmi sul punto 3) posto all’O.d.g. che così recitava: “Approvazione ordine del giorno: Proposta di legge per l’istituzione della giornata nazionale in memoria delle vittime della strada”.
Ottima iniziativa da parte di un’associazione a carattere nazionale che ha investito del problema tutti i Comuni italiani. Quello che più mi ha impressionato è che nessun Consigliere ha preso la parola e, quindi, la palla al balzo per discutere di viabilità cittadina e per presentare un ulteriore O.d.g., atto ad invitare la Regione Veneto che alla Provincia di Vicenza, ad erogare lo stanziamento di fondi vista la necessità e l’urgenza di mettere in cantiere la futura rotatoria del Botteghino che tanti morti ha prodotto. Non uno che abbia rilevato come la Regione Veneto si accinga a spendere 14 milioni per un inutile referendum consultivo per l’autonomia del Veneto. Ovvero un semplice sondaggio che con lo strumento deliberativo chiamato referendum non ha nulla a che fare, poiché chi lo voterà non deciderà nulla, ma darà solo un parere non vincolante. Ed invece nessuno dei Consiglieri che ritenga l’infrastruttura urgente ed indispensabile tanto da sollecitare la Regione a sborsare subito i 2 milioni di euro preventivati per la rotatoria del BottegHino. E pensare che in un volantino distribuito in occasione delle recenti elezioni. il predestinato Sindaco strombazzava: «Insisteremo con Regione e Provincia perché venga realizzata la rotatoria del Botteghino.» Inoltre proclamava nel medesimo volantino: «La nostra lista è composta da un gruppo coeso di persone che possono assicurare alla comunità: 1) professionalità e competenza in tutti i settori amministrativi; 2) profonda conoscenza della normativa comunale e della macchina amministrativa; 3) spirito di servizio.» Orbene, se questi sono i risultati…
È quanto meno ozioso notare che il pesante traffico insito in questa SP 46 non è affatto favorito dalla presenza di ben due rotatorie nella contermine località Maddalene del Comune di Vicenza. E che anzi, esse sono oggetto di rallentamenti più che di fluidificazione del traffico, nonché occasione per soventi ribaltamenti di autocarri.
Abbiamo appreso, attraverso un’intervista televisiva del Vice Sindaco, che il costruendo supermercato T…, ha versato oneri di urbanizzazione a parziale copertura dei costi della rotatoria di Via De Gasperi; tuttavia alcuni concittadini manifestano perplessità, e si chiedono quali altre compensazioni il Comune di Costabissara ha introitato dal predetto supermercato, poiché è evidente che di questa nuova struttura il territorio non aveva indispensabilità, insistendo nel nostro Comune (di circa 7.000 abitanti) già altri quattro supermercati. Quindi, ammesso e non concesso che la rotatoria di Via De Gasperi svolga il suo ruolo, è indubitabile che ci sarà un sensibile aumento di traffico diretto a questo supermercato con conseguente peggioramento dell’ambiente, dovuto ad ulteriore inquinamento. Molti concittadini non sono a conoscenza del fatto che, prima di iniziare i predetti lavori, sia in qualche modo intervenuta una pubblica discussione sull’argomento.
Il «Comitato più Democrazia» spontaneamente costituitosi a Costabissara desidera esprimere le preoccupazioni di numerosi cittadini al riguardo, perché come scriveva G.F. Miglio, ne “Il nerbo e le briglie del potere”, Ed. Il Sole 24 Ore, Milano, p. 286: «L’idea che le preferenze dei governati possano manifestarsi normalmente soltanto per il tramite dei rappresentanti, e che la volontà dei primi debba prendere necessariamente la forma di un’adesione (consenso) alle “verità” proposte dai candidati al potere, questa idea sta per uscire dalla storia. Perché si spezza il legame fra legittimazione del governante e ricognizione delle opinioni dei governati».
In altre parole. Noi siamo dell’opinione che i rappresentanti che legalmente siedono in Consiglio comunale debbano far fronte a quella che definiremmo ordinaria amministrazione; mentre la straordinaria amministrazione, (e una rotatoria che modifica sensibilmente la viabilità e la qualità della vita degli abitanti lo è) debba essere oggetto di deliberazione democraticamente partecipata. Ci piacerebbe che i nostri rappresentanti, (non esclusi quelli in: Regione e Provincia), fossero più vicini alle esigenze della collettività; invece troppo spesso si dimostrano molto disinvolti. Alcuni si distinguono per l’azione troppo spesso influenzata dalle proprie rendite politiche.
Ritornando alla questione; perché si è deciso di eseguire prima la rotatoria di Via De Gasperi? Perché prima non è stata consultata la popolazione attraverso pubblici dibattiti o promosso un referendum comunale, per dare la possibilità ai cittadini di condividere la decisione? La Svizzera, confederazione austera ma liberale, avrebbe agito così, con un referendum, il cui risultato sarebbe stato anche la decisione degli Amministratori. E smontiamo in anticipo l’obiezione che un referendum ha dei costi, poiché siamo in grado di dimostrare che un referendum comunale può essere espletato a costo zero.
Tra non molto tempo, con l’apertura del Supermercato si avrà un intasamento maggiore di quanto c’è ora. Il supermercato ha contribuito alla rotatoria in oggetto mediante un contributo ascrivibile alle opere di urbanizzazione. Bene! Tuttavia il Comune e la sua comunità non hanno ottenuto nient’altro che quanto la legge prevede. Ma ciò che la legge non può prevedere è il disagio della cittadinanza. Un disagio che l’Amministrazione avrebbe dovuto quantificare molto al di la’ del dettato di legge. È stato fatto? Se sì, con quali altre compensazioni? Di più: bastano delle compensazioni per giustificare il peggioramento della qualità ambientale? Con questa decisione unilaterale, l’Amministrazione non è forse intervenuta illegittimamente sulla vita stessa dei propri concittadini. È per questo che noi del comitato intendiamo sollecitare l’Amministrazione ad uscire dalla legalità per entrare nella legittimità.
Si consideri che la proprietà privata costituisce la base per una società libera, mentre la regola della maggioranza (vale a dire il sistema che permette il furto della proprietà privata; in questo caso la qualità della vita e della salute dei bissaresi) costituisce l’antitesi di una società libera. Ed un giorno la politica dovrà ricongiungersi con l’etica se vorremo vivere in un mondo migliore. Infatti, come diavolo possono difendersi i comuni cittadini contro un’Istituzione in cui chi è al potere ha accesso a tutte le loro linee deliberative e di comunicazione? Come potrebbero ribellarsi? In cosa una monarchia costituzionale è diversa da un sistema rappresentativo in cui la democrazia è confinata nel solo giorno della cerimonia delle elezioni? Questa Amministrazione (ma noi auspichiamo anche tutte le altre), ha il democratico interesse a far svolgere una funzione calmierante al nostro Comitato ed ai cittadini in genere.