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Referendum Sud Tirolo: su 61 mila votanti, il 92,17% per via dall’Italia
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di REDAZIONE
Su un totale di 61.189 votanti (circa 402mila gli aventi diritto) il 92,17% si è espresso a favore dell’autodeterminazione del Sud Tirolo, in sostanza per il distacco dall’Italia. Sono i risultati del referendum autogestito organizzato dalla Pasionaria Eva Klotz, col suo partito, Suedtiroler Freiheit, che vede in Consiglio provinciale a Bolzano tre rappresentanti: la stessa Klotz, Sven Knoll e Bernhard Zimmerhofer.
Si tratta, come hanno spiegato in una conferenza stampa oggi a Bolzano, alla presenza di rappresentanti dei movimenti indipendentisti di Catalogna e Veneto, del primo referendum del genere. Un risultato, è stato detto con soddisfazione dal partito, che «dà un mandato politico chiaro sul futuro del Sud Tirolo». Il partito aveva spedito le schede elettorali autogestite a tutti i sudtirolesi, creando anche polemiche nella politica locale per queste buste giunte nelle case con la dicitura ‘documenti elettoralì’.
Comenti===============================================================================================================================
Eco el comento de on talian antixerman: on nasionalista roso, orbo de odio e falbo:
Ulderico Tazzoli
14 Gennaio 2014 at 1:47 am #
Egregi Signori Piva e Heinrich, il sostantivo “camerata” è roba vostra. Sia nell’accezione militare che in quella politica (fascista) “Kamerad” è chi apprezza le nostalgie neonaziste della Klotz , che vuole spacciare i folli “ideali” etnico-razziali suoi e del defunto padre criminale con progetti pseudo-democratici-indipendentisti. Chiarita l’attribuzione di questo appellativo, rispondo ora alle vostre critiche.
1) I soldati dell’esercito italiano, mandati a morire in Russia da quell’imbecille di Mussolini, camicie nere incluse, non sono stati mai accusati di feroci eccidi contro la popolazione civile. Quelli tedeschi, al contrario, hanno mostrato al mondo la loro bestiale attitudine alla violenza immotivata, genocida. Wehrmacht inclusa. Gli Italiani dovettero partecipare a questa incomprensibile campagna militare in quanto vincolati dalla vergognosa alleanza con i tedeschi voluta dal dittatore romagnolo. I tedeschi scatenarono a tradiimento l’attacco contro gli alleati russi (patto Ribbentrop-Molotov) con l’obiettivo razzista di schiavizzare gli “Slavi subumani” e di annientare le pacifiche comunità ebraiche residenti in quegli immensi territori. E mentre la Wehrmacht aggrediva di sorpresa le impreparate truppe russe, gli Einsatzkommando delle SS,nelle retrovie, orientate dalla stessa Wehrmacht ( che indicava ai futuri assassini l’ubicazione di municipi, luoghi pubblici atti alla raccolta degli arrestati, gli elenchi dei nativi ebrei, ecc..) procedevano all’arresto ed alla fucilazione di masse di prigionieri ebrei od esponenti del partito comunista. Non risulta in nessun documento che le truppe italiane in Russia, camicie nere incluse, procedessero a massacri di civili o di ebrei. Nonostante Mussolini avesse varato, nel 1938, le leggi razziali antiebraiche. In Jugoslavia ci furono azioni italiane contro civili ; perchè questi aiutavano ovviamente i loro partigiani contro le truppe occupanti. Ma mai azioni violente, per motivi razziali, contro Ebrei. Al contrario, tra gli alleati uncinati, persino migliaia di donne tedesche , inserite sia nelle forze armate che in quelle di polizia, parteciparono convinte ai massacri di intere comunità ebraiche. La storica statunitense, professoressa WENDY LOWER(insegna in California ed a Monaco di Baviera) ha studiato migliaia di documenti (ormai dimenticati) contenenti testimonianze dei sopravvissuti (russi, polacchi, ucraini,ebrei, ecc) convocati nei processi contro criminali nazisti.Processi celebrati negli scorsi decenni in tanti Paesi europei. Sconvolta da abituali comportamenti criminali di migliaia di giovani tedesche in servizio nei territori occupati dell’Est Europa, ha pubblicato un volume intitolato “Le furie di Hitler”-Rizzoli 2013-. Cito le testimonianze sulle azioni della signorina Johanna Altvater, distintasi per le sue “attitudini umanitarie” : “Vladimir-Volynskij (città al confine ucraino-polacco), 16 settembre 1942. La Altvater entrò nel ghetto e avvicinò due bambini ebrei, uno di 6 anni ed uno ai primi passi, che abitavano vicino al muro del ghetto. Fece loro un cenno, come se volesse offrirgli qualcosa. il più piccolo le andò incontro. Lei lo sollevò tra le braccia ..afferrandolo per le gambe, lo capovolse e gli sbattè la testa contro il muro, come se fosse un tappetino impolverato. Poi gettò il corpicino senza vita ai piedi del padre ecc..”. E ancora :”Il comandante tedesco del vicino campo per prigionieri di guerra vide Johanna, nei suoi pantaloni da cavallerizza, mentre sospingeva uomini, donne e bambini ebrei su un camion. Si aggirava per il ghetto facendo schioccare il frustino, cercando di mettere ordine nel caos come un mandriano..”(pag. 161). “la specialità di Johanna Altvater ..era uccidere i bambini..era solita attirarli con una caramella. Quando le si avvicinavano aprivano la bocca , lei gli sparava in gola con la piccola pistola color argento che teneva sul fianco”(pag.162). Ma chi era la Altvater prima della guerra ? Proveniva da Minden (città del Nord Reno-Westfalia); il padre era caporeparto di una fonderia. Dal 1935 al 1938 , fece pratica come segretaria d’azienda in una fabbrica, ... stanca di quel lavoro sedentario, dopo lo scoppio della guerra, divenne irrequieta, ... fece domanda di trasferimento nei territori occupati dell’Ucraina, .. il suo datore di lavoro provò a dissuaderla, ... il suo supervisore l’aveva valutata come MOLTO PUNTUALE, SOLERTE, ONESTA ED ENTUSIASTA DI LAVORARE ” (PAG 78). Accipicchia, mica una terrona , direbbe il raffinato Borghezio. Per motivi di spazio e tempo non cito altri allucinanti esempi femminili di “onestà germanica” elencati nel libro, Nel lager di Buchenwald(56.000 assassinati !), Ilse Koch, moglie del comandante del lager, Karl Koch, faceva preparare paralumi con la pelle tatuata e scorticata dei deportati assassinati. “Oggetti” filmati dai fanti statunitensi dell’85 divisione, liberatori del campo. Secondo degli antropologi occidentali, studiosi delle tribù primitive del Borneo e della Nuova Guinea, pare che nessun “manufatto” comparabile a questi di Buchenwald, richiesti dalla gentile Frau Koch, sia mai stato prodotto da quegli indigeni .
2) Ai giudizi negativi sulle guerre imperialiste dei Romani si contrappongono descrizioni altrettanto orripilanti sulla barbarie dei Germani invasori. Basta ricordare l’abitudine di staccare le teste dai cadaveri dei vinti , e di usare i crani scarnificati come coppe da riempire col vino, per celebrare le vittorie militari (Bevi Rosmunda..). Basta leggere Paolo Diacono (nefandissima langobardorum gens), o Procopio. Inoltre, il teutonico Heinrich, che cita i crimini dell’imperialismo romano effettivamente avvenuti, fa finta di dimenticare il periodo storico in cui accaddero . 2.000 ANNI or sono ! Quando lo schiavismo era legge in quasi tutto il mondo ; quando non c’era nessuna Convenzione di Ginevra per la protezione dei prigionieri ; quando il Cristianesimo, con il suo sublime messaggio di pace, era ancora agli albori. Invece i terrificanti crimini razziali degli Austro-Tedeschi sono stati commessi appena 69 anni addietro !
3) Se ad Affile è stato eretto un monumento al fascista Graziani, i responsabili sono i politici dei locali consigli comunali. Aderenti ad un partito da tempo alleato , a livello nazionale, con la lega “padana.
4)Se in Austria non hanno ancora eretto monumenti ad Hitler o al criminale triestino Globocnik, non significa che manifestino sdegno o pentimento per i loro immensi crimini. Visto che in recenti sondaggi, il 60% non condanna ma continua ancora oggi ad apprezzare l’ordinata società nazista.
Paolo Diacono cusì el scriveva:
http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Longobardi
(Latino)
«Erat hoc mirabile in regno Langobardorum: nulla erat violentia, nullae struebantur insidiae; nemo aliquem iniuste angariabat, nemo spoliabat; non erant furta, non latrocinia; unusquisque quo libebat securus sine timore»
(Italiano)
« C'era questo di meraviglioso nel regno dei Longobardi: non c'erano violenze, non si tramavano insidie; nessuno opprimeva gli altri ingiustamente, nessuno depredava; non c'erano furti, non c'erano rapine; oguno andava dove voleva, sicuro e senza alcun timore »
(Veneto)
Tradusion da scrivar
(Paolo Diacono, Historia Langobardorum, III, 16)
http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Diacono
Historia Langobardorum:
http://it.wikipedia.org/wiki/Historia_Langobardorum