Catalogna: Corte Suprema avrebbe condannato indipendentisti per sedizione
12 ottobre 2019
http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... lil-JyvoL4
La Corte suprema spagnola avrebbe condannato all'unanimità per sedizione i leader indipendentisti catalani: è quanto anticipa la stampa spagnola, in attesa della storica sentenza.
l Tribunale Supremo probabilmente renderà pubblica lunedì la sentenza del 'proces', il processo per le vicende legate al referendum indipendentista dell'ottobre 2017. Ma in attesa che la sentenza divenga pubblica, è filtrata questa indiscrezione.
Dopo quattro mesi di deliberazioni, i sette magistrati della Seconda Sezione del Tribunale avrebbero deciso di condannare nove dei 12 accusati per il reato di sedizione, ovvero attacco all'ordine pubblico. I magistrati, che scaglioneranno le pene in relazione della partecipazione di ciascuno ai fatti, avrebbero escluso dunque il reato più grave, quella di attentato alla Costituzione, che era chiesto dalla Procura.
Per quest'ultima infatti, il piano indipendentista fu equivalente a 'un colpo di Stato' che cercò di liquidare la Costituzione. I giudici avrebbero anche deciso di condannare l'ex vicepresidente Oriol Junqueras e gli ex consiglieri in carcere (Joaquim Forn, Josep Rull, Jordi Turull e Raul Romeva) per malversazione di fondi pubblici.
CATALOGNA, CONDANNE PESANTI AGLI INDIPENDENTISTI IN GALERA
14 ottobre 2019
https://www.miglioverde.eu/catalogna-co ... p7YiBCZ5rk
Stillicidio di condanne per gli indipendentisti catalani! Ha festeggiato così il proprio orgoglio nazinale la Spagna democratica, quella che si schiera con Erdogan, anziché coi Curdi:
Oriol Junqueras 13 anni di prigione
Raül Romeva 12 anni di prigione
Jordi Turull 12 anni di prigione
Dolors Bassa 12 anni di prigione
Carme Forcadell 11.6 anni di prigione
Joaquim Forn 10.5 anni di prigione
Josep Rull 10.5 anni di prigione
Jordi Sànchez 9 anni di prigione
Jordi Cuixart 9 anni di prigione
“Torneremo più forti, più convinti e fermi che mai”, ha commentato Junqueras, La sentenza pone fine a due anni di un processo iniziato il 16 ottobre 2017 con l’arresto preventivo dei leader dell’Assemblea nazionale catalana e Òmnium Cultura, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Due settimane dopo, l’ufficio del procuratore generale presentò una denuncia contro l’intero governo di Carles Puigdemont e i membri dell’Ufficio di presidenza del Parlamento che avevano autorizzato il voto per la dichiarazione unilaterale di indipendenza il 27 ottobre. L’allora presidente e cinque consiglieri fuggirono dalla Spagna, mentre le autorità spagnole arrestarono Junqueras e altri sei membri del governo.
Puigdemont: “Le condanne sono barbarie, occorre reagire” – Sulla vicenda è intervenuto l’ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont: “Cento anni di carcere in totale. Una barbarie. Ora più che mai, al vostro fianco e al fianco delle vostre famiglie. Bisogna per reagire, come mai prima d’ora per il futuro dei nostri figli, per la democrazia, per l’Europa, per la Catalogna”.
Gli altri leader coinvolti sono gli ex consiglieri Dolors Bassa, Joaquim Forn, Raül Romeva, Jordi Turull e Josep Rull, oltre all’ex presidente del Parlamento Carme Forcadell. Ogni giorno sono stati trasferiti alla Corte Suprema dalle carceri di Soto del Real (gli uomini) e Alcalá Meco (le donne) e sono tornati nelle loro celle a fine giornata. La Corte ha respinto tutte le richieste di messa in libertà avanzate dai legali della difesa prima e durante il processo, ma anche quelle presentate in chiusura di procedimento in attesa della sentenza.
Il processo è durato 52 sessioni mattutine e pomeridiane, si è protratto per quattro mesi ed è stato completamente trasmesso online attraverso il sito web del Consiglio generale della Magistratura. Lo streaming del sito web del Consiglio ha registrato oltre un milione di accessi. La sessione più seguita è stata quella che ha visto protagonista l’ex capo del Mossos, Josep Lluís Trapero, che dovrà rispondree all’accusa di ribellione a gennaio 2020, davanti l’Audiencia National.
Le difese degli imputati hanno già annunciato che faranno ricorso contro la sentenza della Corte, percorrendo le uniche due strade possibili: l’appello alla Corte costituzionale per violazione dei diritti fondamentali e la richiesta di intervento della Corte europea dei diritti Umani, con sede a Strasburgo. (Agenzia)