Catalogna, indipendenza e Islam in Catalogna

Re: Catalogna, indipendenza e Islam in Catalogna

Messaggioda Berto » sab nov 16, 2019 8:00 pm

SONDAGGIO CATALANO, GLI INDIPENDENTISTI NON HANNO LA MAGGIORANZA
16 novembre 2019

https://www.itagnol.com/2019/11/catalog ... sondaggio/

https://www.miglioverde.eu/sondaggio-ca ... SLOYXZb-kA

In Catalogna, i catalani favorevoli all’indipendenza della regione dal resto della Spagna stanno diminuendo. Lo rivela un sondaggio commissionato dalla Generalitat, governo catalano, ed eseguito dal Centre d’Estudis d’Opiniò (CEO) prima della sentenza del 14 ottobre ai leader politici catalani.
L’appoggio alla secessione è ancora elevato, 41,9%, ma è caduto ai minimi storici da quando è iniziato il “procés” indipendentista. I contrari all’indipendenza in Catalogna sono ora la maggioranza, il 48,8%. Fino a due anni fa, erano maggioranza gli indipendentisti.
Rispetto all’ultimo sondaggio, effettuato a luglio, il numero di catalani favorevoli all’indipendenza è diminuito. La diminuzione rispetto a due anni fa, quando avvenne il tentativo di “strappo” da parte del governo di Puigdemont, è importante. Nell’ottobre del 2017 infatti, i catalani favorevoli all’indipendenza – sempre secondo un sondaggio del CEO – erano il 48,7% ed i contrari erano il 43,6%. Ora la situazione si è invertita.
Le cose cambiano ulteriormente se la domanda viene articolata con maggiori possibilità. Se invece di far scegliere l’intervistato fra indipendenza e non, si offre come soluzione anche “uno stato di Catalogna dentro uno stato spagnolo federato”, i favorevoli ad uno stato indipendente cadono al 33,6%.
Infine, sempre il sondaggio mostra una forte disaffezione dei catalani per l’istituzione monarchica. Il 72,9% degli intervistati giudica negativamente la monarchia spagnola. Solo il 25,1% dà un voto positivo. (Fonte)




Gino Quarelo
Le maggioranze contano ovunque in democrazia, negli stati nazionali, in Europa e internazionalmente.
È proprio con le maggioranze che debbono fare i conti le minoranze, e più minimali sono le minoranze meglio debbono saper fare i conti per non sprecare risorse, tempo, voti, uomini e credibilità.
Non è certo demonizzando le maggioranze e contrapponendosi frontalmente negando loro il diritto proprio della maggioranza che si riesce ad ottenere qualche risultato per la propria causa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Catalogna, indipendenza e Islam in Catalogna

Messaggioda Berto » ven gen 03, 2020 8:34 pm

Belgio, sospesa estradizione per Puigdemont
3 gennaio 2020

http://www.lindipendenzanuova.com/belgi ... uigdemont/

In Belgio, un tribunale del riesame ha sospeso l’estradizione dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont e dell’ex ministro della sanità catalano Toni Comin, perchè coperti dall’immunità parlamentare in qualità di eurodeputati.

Entrambi i politici risiedono in Belgio e sono ricercati dalla Spagna con l’accusa di sedizione, per aver organizzato nel 2017 il referendum sull’indipendenza della Catalogna, vietato da Madrid.

Il leader indipendentista lo ha annunciato trionfalmente su Twitter: “La giustizia belga riconosce la nostra immunità e decide di sospendere il mandato d’arresto e l’estradizione” ha scritto Puigdemont. “La Spagna deve agire come il Belgio e rispettare la legge”.

La prossima udienza in Belgio sarà all’inizio di febbraio, ma il tribunale dovrebbe tener conto del parere espresso oggi.

Dietro la decisione, il fatto che a dicembre la Corte di giustizia europea aveva stabilito che Puigdemont e Comin possono sedere nell’Europarlamento, dove sono stati eletti a maggio. E secondo la Corte Ue è protetto dall’immunità in quanto europarlamentare anche Oriol Junqueras, altro leader indipendentista attualmente in carcere in Spagna. A ottobre la Corte suprema spagnola aveva condannato Junqueras a 13 anni di carcere per sedizione.

Un quarto politico catalano, l’ex ministro regionale per la cultura Luis Puig, si trova in Belgio, e non è stato eletto all’europarlamento; per lui il rischio dell’estradizione è ancora presente.



Spagna. L'astensione della sinistra indipendentista catalana dà il via libera al governo Sanchez
3 gennaio 2020

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... f35da.html

La Spagna avrà presto un governo: lo guiderà Pedro Sanchez e sarà formato dall'alleanza fra i suoi socialisti e la sinistra antisistema di Podemos di Pablo Iglesias, più i nazionalisti baschi del Pnv. La fumata bianca, attesa dopo mesi di impasse e quattro elezioni anticipate in quattro anni, è stata permessa dalla sinistra indipendentista catalana dell'Erc, il cui Consiglio nazionale ieri sera ha approvato a stragrande maggioranza il voto di astensione dei suoi 13 deputati. E che consentirà a Sanchez di avere la maggioranza al voto di fiducia (che in Spagna si chiama "investitura"), calendarizzato il 7 gennaio.

Ma l'astensione avrà un prezzo politico: il riconoscimento del "conflitto catalano" come "politico", e non più solo come crimine istituzionale. Conflitto che andrà quindi risolto con un "tavolo negoziale bilaterale", che non preveda "veti" su alcuna proposta, come è scritto nero su bianco nell'accordo Erc-Psoe, di cui il quotidiano El Pais ha anticipato il testo. Quindi, si presume, neanche un'eventuale riproposta del "referendum sull'autodeterminazione" della Catalogna, dopo quello unilateralmente convocato dalla Generalitat di Barcellona e finito con una sequela di arresti e condanne, tra cui quella del leader dell'Erc, Oriol Junqueras. I repubblicani catalani hanno chiesto che il tavolo abbia come condizioni che il negoziato sia fra 'governi', non abbia preclusioni o argomenti tabù e abbia invece un calendario di lavori.

Concessioni non da poco strappate ai socialisti di Sanchez, che nella campagna per le elezioni politiche di novembre avevano ostentato intransigenza nei confronti dell'indipendentismo catalano, che diventò il maggiore ostacolo a un accordo preelettorale con Podemos, favorevole ad una apertura politica. Un prezzo del quale Sanchez sarà chiamato a rispondere politicamente dall'opposizione: dal Partido popular (Pp), fautore dell'intransigenza 'giustizialista', dai centristi di Ciudadanos, per non parlare dell'ultradestra di Vox, che deve gran parte dei suoi 52 seggi in Congresso, la Camera bassa del parlamento spagnolo, alla sua totale opposizione a qualsiasi disunità della Spagna.

Il Paese ora si avvia ad avere, per la prima volta nell'era democratica del dopo-Franco, un governo decisamente spostato a sinistra, per formare il quale non bastavano da soli i seggi dei socialisti e di Podemos, che assommano a 155 su 350 deputati. I 13 astenuti dell'Erc e i 7 del Pnv non bastano ancora per la maggioranza di 176 richiesta per passare il primo voto di fiducia, in programma nel fine settimana. Ma è previsto che passi il secondo, il giorno dopo l'Epifania, in cui sarà richiesta la maggioranza semplice.
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Re: Catalogna, indipendenza e Islam in Catalogna

Messaggioda Berto » ven mag 21, 2021 7:47 am

Catalogna: lezioni di Islam nelle scuole pubbliche
https://www.youtube.com/watch?v=DRpynEM ... ture=share

https://it.euronews.com/2021/03/04/cata ... -pubbliche

Jaime Velasquez
04/03/2021

Per la prima volta dei bambini in Catalogna, la regione spagnola con più musulmani, hanno l’opportunità di assistere a lezioni sull’islam nelle scuole pubbliche. Se ritenuto di successo dal governo regionale, questo progetto pilota, attualmente in corso in sei istituti, potrebbe essere esteso a più scuole il prossimo anno.

"L’esperienza - secondo Mayte Aymerich, direttore generale Dipartimento Educazione di Catalogna - è stata molto positiva e ha contribuito a scardinare alcuni pregiudizi; ha permesso di comprendere meglio l’islam affrontando il tema in modo più naturale”.
Il dibattito sulla laicità o meno della scuola è vivo in Cataloga e secondo alcuni la religione dovrebbe uscire dale scuole pubbliche. La comunità musulmana invece sostiene di volere solo la parità di trattamento.
Il governo auspica che l'insegnamento dell'Islam nelle scuole contribuisca a migliorare la comprensione e la convivenza all'interno della variegata società catalana.



La Catalogna non merita il mio sostegno alla causa della sua indipendenza.
viewtopic.php?f=117&t=2952

Non lo merita assolutamente perché gli indipendentisti catalani in maggioranza sono:

1) internazi comunisti,
2) antisemiti e antiisraeliani, filo palestinesi,
3) atei anticristiani,
4) pro invasione dei clandestini,
5) filo nazi maomettani.
Non merita l'indipendenza, se fosse indipendente farebbe ancor più del male ad Israele, all'Europa ed anche a me che sono veneto ed italiano!
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Re: Catalogna, indipendenza e Islam in Catalogna

Messaggioda Berto » ven mag 21, 2021 7:49 am

I due principali partiti indipendentisti catalani si sono accordati per formare un governo, dopo mesi di negoziati 18 maggio 2021

https://www.ilpost.it/2021/05/18/accord ... catalogna/


Tre mesi dopo le ultime elezioni in Catalogna (Spagna), i due principali partiti indipendentisti della regione hanno annunciato un accordo preliminare per formare un nuovo governo: Esquerra Republicana (ERC), di sinistra, e Junts per Catalunya (JuntsxCat), di centrodestra, si sono accordati per sostenere un governo guidato da Pere Aragonès (ERC) evitando così di andare a nuove elezioni. Aragonès è già presidente ad interim: aveva assunto l’incarico nel settembre 2020, quando l’allora presidente Quim Torra era stato costretto a lasciare il suo posto a seguito di una condanna per disobbedienza pronunciata dal Tribunale supremo spagnolo. Secondo l’accordo raggiunto, i due partiti guideranno sette ministeri ciascuno: il voto di fiducia del parlamento si terrà probabilmente entro la fine della settimana.

Le elezioni si erano tenute a metà febbraio. Il partito più votato era stato il Partito socialista catalano (PSC), contrario all’indipendenza e formazione locale del Partito socialista attualmente al potere al governo centrale di Madrid, ma le formazioni indipendentiste avevano superato insieme il 50 per cento dei consensi, per la prima volta. ERC aveva ottenuto il 21,3 per cento dei voti, JuntsxCat il 20 per cento, la Candidatura popolare unita (CUP), di estrema sinistra, il 6,6 per cento. In totale i tre partiti avevano ottenuto 74 seggi, superando abbondantemente la maggioranza assoluta di 68.

Nonostante la vittoria degli indipendentisti, i negoziati per la formazione di un governo sono stati molto complicati, soprattutto per le tensioni presenti da tempo tra ERC e JuntsxCat, che hanno sviluppato due strategie diverse per ottenere il raggiungimento dell’indipendenza della Catalogna: JuntsxCat ha più volte accusato ERC di avere abbandonato la lotta per l’indipendenza a favore di un approccio più pragmatico, mentre ERC ha accusato JuntsxCat di voler perseguire il suo obiettivo senza avere sufficiente appoggio popolare (quindi di essere troppo radicale).

Nell’accordo raggiunto lunedì è previsto anche un ruolo rilevante nel nuovo governo del Consell de la República, cioè quell’organo guidato da Waterloo, in Belgio, da Carles Puigdemont (JuntsxCat), l’ex presidente catalano che pronunciò la dichiarazione di indipendenza della Catalogna al parlamento regionale nel 2017, prima di lasciare la Spagna per evitare di essere processato dai tribunali del suo paese. L’influenza del Consell de la República nel nuovo governo era uno dei principali motivi di scontro durante i negoziati, perché ERC voleva limitare al massimo i poteri dell’organo sulla presidenza di Aragonès: le due parti hanno infine trovato un compromesso, riconoscendo un ruolo a Puigdemont, ma non così importante come sperava JuntsxCat.



Spagna: Il nuovo presidente della Catalogna è Pere Aragonès (Erc)
Pietro Lazzeri
8 giugno 2021

https://www.electiondaynews.it/nuovo-go ... residente/

Lo scorso mese è sorto, a distanza di tre mesi dalle elezioni, un nuovo governo indipendentista in Catalogna. Il 21 maggio, il parlamento regionale ha eletto presidente, con 74 voti a favore su 135, Pere Aragonès. Egli è membro del partito di sinistra indipendentista Esquerra Repubblicana de Catalunya (Erc) che, grazie a lui, dopo novant’anni, è tornato a guidare l’esecutivo regionale. Per la sua elezione è stato necessario un accordo con altre due formazioni indipendentiste: Junts per Catalunya (JuntsxCat), di centro-destra, e Candidatura d’Unitat Popular (Cup), di sinistra radicale. I tre partiti che formano la maggioranza sono sì tutti indipendentisti, ma molto eterogenei. A spingerli a trovare un accordo hanno contribuito vari fattori. Tra questi, il rischio di tornare al voto, dimostrando l’incapacità di accordarsi, e la crescente forza delle destre nel resto del Paese.


Vittoria elettorale indipendentista

Le elezioni si sono svolte a febbraio e il partito più votato, con il 23,3%, è stato il Partito socialista catalano (Psc), contrario all’indipendenza ed espressione locale del Partito socialista operaio spagnolo. Le tre formazioni indipendentiste, invece, hanno ottenuto rispettivamente: Erc il 21,3%, JuntsxCat il 20% e Cup il 6,6%. L’Erc ha, per la prima volta, superato JuntsxCat. Questi partiti coalizzati raggiungono quota 74 seggi, ben oltre la maggioranza assoluta di 68. Degno di nota il fatto che nonostante l’Erc abbia preso il 2% in meno del Psc, i due partiti hanno ottenuto lo stesso numero di seggi. Ciò si spiega poiché il Psc è più forte a Barcellona dove il rapporto tra seggi e popolazione è più basso che altrove.
Contrasti interni al fronte indipendentista

Le posizioni dei partiti che formano la maggioranza sono, in molti ambiti, assai distanti. A dimostrazione di ciò il fatto che JuntsxCat che negli scorsi mesi ha bloccato per due volte l’investitura di Aragonès. Quest’ultimo, infatti, era già presidente ad interim da quando il suo predecessore, Joaquim Torra, di Juntsxcat, fu inabilitato dal Tribunale Supremo di Madrid per “disobbedienza”. Erc e JuntsxCat hanno, anche, sviluppato due modi diversi di porsi nei confronti dell’indipendenza della Catalogna. Al punto che JuntsxCat ha, in precedenza, accusato l’Erc di avere abbandonato la lotta per l’indipendenza. Al contrario, Erc ha criticato JuntsxCat per il fatto di voler perseguire il suo obbiettivo senza un sufficiente appoggio popolare. Inoltre, di segno diametralmente opposto alle idee neoliberiste, con, talvolta, derive etniciste e identitarie, di JuntsxCat, è il programma di estrema sinistra della Cup.

Pere Aragonès (Erc) e Jordi Sanchez (JuntsxCat)
Formazione del governo indipendentista

Comunque, dopo tre mesi, l’accordo è stato raggiunto. I seggi governativi sono stati equamente suddivisi tra Erc e JuntsxCat, mentre il Cup si limita ad un appoggio esterno. Il prezzo che ha dovuto pagare Aragonès per ottenere la presidenza è stato comunque molto alto visto che gli assessorati di maggior peso in una fase come quella pandemica – Economia, Finanze, Sanità – vanno a JuntsxCat, così come la presidenza del Parlamento. Sarà JuntsxCat, quindi, a controllare in buona misura i fondi europei che toccheranno alla Catalogna. Il fatto che sia stato trovato un’accordo non è, però, di per sé garanzia di stabilità. Anzi, Aragonès dovrà usare tutte le sue abilità di mediatore per cercare di mantenere coesa la maggioranza.

Carles Puigdemont
Il Consell de la República

I partiti della maggioranza hanno riconosciuto un ruolo rilevante nel nuovo governo al Consell de la República. Esso consiste in un organo guidato da Waterloo, in Belgio, da Carles Puigdemont (JuntsxCat), rappresentante dell’anima più radicale della compagine indipendentista. Puigdemont è l’ex presidente catalano che pronunciò la dichiarazione d’indipendenza della Catalogna al parlamento regionale nel 2017, prima di dover lasciare la Spagna per evitare di essere processato dai tribunali del suo Paese. L’influenza del Consell de la República nel nuovo governo era uno dei principali motivi di scontro durante i negoziati. Infine, comunque, Erc e JuntsxCat hanno trovato un compromesso, riconoscendo un ruolo a Puigdemont, sebbene non così importante come JuntsxCat avrebbe voluto.

Il più giovane presidente della Generalitat

Pere Aragonès, nato a Pineda de Mar, con i suoi 38 anni è il più giovane presidente della Generalitat da quando è stato ricostituito il “Parlament” catalano. Suo nonno è stato sindaco della città natale in epoca franchista, mentre il padre consigliere comunale per il partito indipendentista Convergència Democràtica de Catalunya(Cdc), scioltosi nel 2016. Ha una formazione sia giuridica che economica e negli ultimi anni si è costruito la fama di uomo d’ordine e instancabile negoziatore. Dimostrazione di ciò il fatto che si deve a lui l’approvazione della legge di bilancio del 2020, l’unica approvata dal Parlament in tre anni. Merito suo l’allargamento dell’alleanza indipendentista, anche a livello locale, al Cup, che lo ha ricambiato sostenendolo nello scontro con JuntsxCat per la guida della Generalitat.

Il governo indipendentista non ha come priorità l’indipendenza?

Sembra una contraddizione, ma è proprio così. L’Erc ha costruito il suo successo elettorale puntando maggiormente sulla ripresa economica e sulla lotta alla pandemia. Gli elettori, stanchi dello scontro con Madrid, hanno premiato questa linea. Aragonès è, oltre a ciò, consapevole che la sua maggioranza, pur essendo solida come numero di seggi, corrisponde, in realtà, ad appena il 25% degli aventi diritto. Ciò è frutto dell’altissima astensione (maggiore del 46%) registratasi alle elezioni di febbraio. Per di più, i sondaggi danno i catalani favorevoli all’indipendenza scendere al 40%. Il governo indipendentista non ha, di conseguenza, un mandato popolare per un nuovo tentativo di divorzio da Madrid. Sebbene, al momento, l’indipendenza non sia la priorità del nuovo governo, Aragonès ha delineato la strategia da perseguire per raggiungerla. Si seguirà il modello scozzese del 2014, puntando a un referendum “accordato con lo Stato”.

Oriol Junqueras

Quali sono, quindi, gli obbiettivi del governo indipendentista?

Rimanendo nell’orbita delle questioni indipendentiste, l’obbiettivo è l’amnistia dei politici incarcerati. Tra questi bisogna menzionare Oriol Junqueras, presidente dell’Erc, attualmente agli arresti per il fallito tentativo di secessione del 2017. Cambiando ambito, invece, la principale sfida che il governo indipendentista deve affrontare consiste nella ripartenza economica post pandemia. Difatti, in una regione in cui 1/3 degli occupati lavora nel settore del turismo la situazione è molto seria.

Quali saranno i rapporti del governo indipendentista catalano con Madrid ?

Innanzitutto, si deve ricordare che a Madrid il socialista Pedro Sanchez guida un governo di minoranza. Nei confronti del governo nazionale, JuntsxCat ed Erc hanno due posizioni diverse. I primi vorrebbero far cadere il governo socialista secondo la logica del “tanto peggio tanto meglio”, mentre i secondi hanno garantito che continueranno ad appoggiare Sanchez. A sua volta, nei confronti del nuovo governo indipendentista catalano, Sanchez ha auspicato un dialogo costruttivo. Concretamente, come strumento di persuasione, può usare la cooperazione finanziaria, tema molto sentito dalla grande finanza e dall’economia catalana. Egli ha sempre difeso la distensione con la Catalogna e sta preparando anche un indulto per i politici catalani detenuti. Questo atteggiamento positivo nei confronti della Catalogna da parte del Partito socialista operaio spagnolo, di Sanchez, è stato confermato anche dal Psc. Infatti, Salvador Lilla, candidato alla presidenza della Catalogna per il Psc, ha promesso un’opposizione leale.


Le destre contro la Catalogna

A questo punto, il grande interrogativo consiste nel verificare se Sanchez riuscirà a non farsi intimorire da una destra sempre più forte, ancora di più dopo la vittoria alle regionali di Madrid, che vede il dialogo con l’indipendentismo come una sorta di tradimento. Destra che alle elezioni catalane, di febbraio, ha avuto un exploit, non previsto dai sondaggi, con il partito Vox, neofranchista di estrema destra, che ha ottenuto il 7,6%. Al contrario la formazione di centro-destra Ciudadanos ha preso il 5,5% passando da 30 a 6 seggi. Anche i popolari, vittoriosi a Madrid, hanno ottenuto solo il 3,8%.
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Re: Catalogna, indipendenza e Islam in Catalogna

Messaggioda Berto » lun giu 21, 2021 9:03 pm

Catalogna: Sanchez, indulto per 9 indipendentisti
21.06.2021

https://tg.la7.it/esteri/catalogna-sanc ... 021-162024

Lo annuncia il premier spagnolo durante una cerimonia a Barcellona. I nove erano stati condannati a pene tra i nove e i 13 anni per il tentativo di secessione del 2017

Il governo spagnolo perdonerà domani i nove leader separatisti catalani incarcerati per il tentativo di secessione del 2017. Lo ha annunciato il premier, Pedro Sanchez, durante una cerimonia a Barcellona. 'Domani, nello spirito di concordia costituzionale, proporrò al consiglio dei ministri di concedere l'indulto ai nove condannati' con pene tra i nove e i 13 anni di carcere nell'ottobre 2019, ha affermato Sanchez
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