Catalogna, indipendenza e Islam in Catalogna

Re: Catalani

Messaggioda Berto » mar set 22, 2015 7:11 am

La Catalogna verso l’indipendenza. E la Spagna ora rischia l’esplosione

Il 27 settembre il voto decisivo e la Spagna rischia di saltare. Dopo Barcellona anche i baschi?
Il Nodo di Gordio - Gio, 17/09/2015

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cat ... 72302.html

Dopo aver sostituito la Birmania con Myanmar, forse dovremo cambiare la Catalogna in Catalunya.

Nell’indifferenza pressoché generale, Barcellona si avvia verso un voto che potrebbe rappresentare l’inizio del processo di indipendenza del territorio regionale. Trasformandolo in un nuovo Stato, nonostante l’opposizione di Madrid che ha negato il referendum sull’indipendenza, bollandolo come anticostituzionale.

Barcellona ha così dovuto rinunciare al voto esplicito sul proprio futuro ma il presidente catalano uscente, Artur Mas, ha aggirato l’ostacolo trasformando le elezioni regionali del 27 settembre in un pronunciamento sull’indipendenza. Un cartello dei partiti e movimenti che vogliono la secessione da Madrid contro i partiti che sostengono l’unità della Spagna. E se, come sostengono i sondaggi, Mas dovesse conquistare la maggioranza assoluta dei seggi, l’iter per abbandonare lo Stato spagnolo verrebbe avviato per concludersi nell’arco di 12-18 mesi.

Mariano Rajoy, premier spagnolo, però respinge anche questa ipotesi. Incassa il sostegno di Obama, incassa le preoccupazioni della finanza e di parte dell’imprenditoria spagnola e catalana. Ma non sa come affrontare il problema in modo concreto. Nei giorni scorsi oltre un milione di catalani sono scesi in piazza, a Barcellona, rivendicando il proprio diritto all’autodeterminazione. Un corteo interminabile, una prova di forza evidente. Rajoy è pronto a sfidare un intero popolo ed un’intera regione spedendo i carri armati in Catalogna per fermare l’eventuale esito del voto del 27 settembre?

Madrid ha già provato a minacciare i catalani di escluderli dall’Unione europea. Perché con la nascita di un nuovo Stato, l’adesione andrebbe ridiscussa partendo dall’inizio, così come accade per i Paesi balcanici che hanno chiesto di entrare nell’Ue. A Barcellona, però, tutti sono convinti che Bruxelles preferirebbe un ingresso automatico della Catalogna nell’Unione. Evitando ogni problema legato all’introduzione di una nuova moneta e di nuovi trattati commerciali. E se il voto premiasse in modo chiaro lo schieramento indipendentista, Rajoy – che ha rifiutato di seguire l’esempio del referendum scozzese – si troverebbe in grave difficoltà. Con il rischio che l’esempio catalano possa trovare molti imitatori, a partire dai baschi. La Spagna rischia, seriamente, di esplodere.

Alessandro Grandi
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Re: Catalani

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 10:49 am

ELEZIONI & INDIPENDENZA, OGGI SIAMO TUTTI CATALANI (BLOGROLL E DIRETTA)
27 settembre 2015
http://www.miglioverde.eu/elezioni-indi ... -e-diretta

Sulla carta sono solo elezioni regionali, ma sappiamo bene – ne parliamo da molto – che di fatto rischiano di sconvolgere il panorama politico spagnolo ed europeo. Oggi, 27 settembre, cinque milioni e mezzo di catalani sono chiamati alle urne per eleggere il parlamento di Barcellona, ma la consultazione è una sorta di “plebiscito” sull’indipendenza dalla Spagna.
Madrid, l’anno scorso, non ha permesso lo svolgimento di un referendum simile a quello tenutosi in Scozia? Ecco, che per la prima volta i partiti catalani pro-indipendenza si presentano uniti in una coalizione, “Junts pel sì\”, che va dai centristi del “governatore” dimissionario, Artur Mas, alla sinistra di Esquerra Republicana. CUP, anch’essi indipendentisti, si presentano soli, ma alla fine uniranno i loro seggi con gli altri separatisti se ve ne sarà bisogno.
In caso di vittoria degli indipendentisti, verrà avviato un processo politico-democratico, che durerà 18 mesi, per separarsi pacificamente da Madrid, anche se Madrid non ne vuole sapere. Mas ha dichiarato: “Se avremo la maggioranza dei deputati, andremo avanti. Se avremo la maggioranza dei deputati e del voto popolare, sarà come un referendum definitivo. Se avremo la maggioranza dei deputati e non del voto popolare, e il governo spagnolo, parlo in modo molto ipotetico e sono molto scettico su questo punto, ci offrisse un referendum sull’indipendenza dai risultati vincolanti, l’ascolteremo”.
La “road map” stilata dalla coalizione indipendentista, in caso di vittoria elettorale, comincerebbe un processo di separazione in nove fasi, inclusa la redazione di un progetto di costituzione per il nuovo stato da parte della società civile, la creazione di un governo di coalizione nazionale, una proclamazione di indipendenza e l’indizione di elezioni costituenti per la redazione della costituzione definitiva.
Accadrà? Vediamo. Occhi puntati sulla Catalogna, perchè chi è sinceramente indipendentista, oggi non può non sentirsi catalano.

BLOGROLL (DIRETTA DELLA GIORNATA ELETTORALE)

VOTO ALL’ESTERO, A ROMA CONSOLATO SPAGNOLO “INESISTENTE” – per i catalani che, a Roma, vogliono votare per le elezioni del loro paese, hanno ricevuto una busta, nella quale inserire il loro voto. C’è però un problema: L’indirizzo sulla busta, dove devono mandare al consolato spagnolo presente a Roma i loro voti, è inesistente. La denuncia è di Jordi Minguell Roselló, che ha postato l’immagine qui sotto sul suo profilo Facebook.

SEGGI APERTI – La votazione è iniziata alle 9:00 di questa mattina e continuerà senza interruzione fino alle ore 20.00. Dopo le 20.00, gli elettori che si troveranno all’interno del seggio potranno comunque votare. Alle 10 del mattino, nessun disagio si registra nei seggi.
SOLO 5 SCENARI POSSIBILI – Questa sera, quando il conteggio dei voti sarà ultimato, ci saranno 5 possibili scenari:
-Scenario definitivo
“Junts pel sì” da solo raggiunge la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi, a cui si aggiungerebbero anche quelli di CUP.
-Scenario ottimale
“Junts pel Sì” insieme a Cup ottengono comunque la maggioranza assoluta dei voti.
-Scenario buono
“Junts pel sì” e CUP ottengono comunque la maggioranza dei seggi, ma non la maggioranza assoluta dei voti.
-Scenario meno buono
“Junts pel sì” e CUP non ottengono la maggioranza dei seggi, ma riescono comunque a trovare una maggioranza di governo.
-Scenario Peggiore
Lo scenario peggiore sarebbe che il risultato finale permetta la formazione di un governo contrario all’indipendenza della catalogna.
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Re: Catalani

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 1:09 pm

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Re: Catalani

Messaggioda Berto » lun set 28, 2015 6:38 am

Elezioni in Catalogna, vittoria a metà per gli indipendentisti. Mas va avanti: "Indipendenza"
Junts pel sì e Cup ottengono maggioranza di seggi, ma non dei voti. Il leader: "Non cederemo, abbiamo grande legittimità". Il governo: "Maggioranza contraria a secessione" Affluenza altissima: +7% rispetto al 2012
di ALESSIO SGHERZA

http://www.repubblica.it/esteri/2015/09 ... -123808449

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lani-1.jpg


BARCELLONA - In Catalogna i partiti indipendentisti mettono a segno una vittoria a metà, un quasi trionfo che fa dire a Artur Mas che "ha vinto il sì all'indipendenza", anche se la maggioranza (scarna) dei catalani ha preferito votare partiti anti-secessione.

Il fronte pro-indipendenza (Junts pel Sì + Cup) ottiene una netta maggioranza di seggi, 72 su 135 (maggioranza 68) ma arriva solo al 47,8% dei voti, non ottenendo quindi quella maggioranza assoluta che sarebbe valsa la legittimità politica completa, quasi un'investitura plebiscitaria, per chiedere la secessione da Madrid.

LO SPOGLIO IN TEMPO REALE

Il fronte indipendentista puntava infatti alla doppia maggioranza, di seggi e di voti, per poter sostenere che la maggioranza dei catalani voleva dire addio alla Spagna unita. Ma questo non ferma al momento Artur Mas che, spinto dal risultato che è comunque più che positivo, commenta a caldo: "Nelle prossime settimane metteremo le basi per l'indipendenza dalla Spagna". E ancora: "Non cederemo: abbiamo vinto con quasi tutto contro, e questo ci dà una forza enorme e una grande legittimità per portare avanti questo progetto. Stiamo scrivendo la pagina più gloriosa della storia della Catalogna".

Il leader dei secessionisti radicali di sinistra del Cup, Antonio Banos, ha twittato: "Dedicato allo Stato spagnolo: senza rancore, adios!", accompagnando il messaggio con la canzone dei Los Ronaldos "Adios Papa".

Da Madrid, si rivendica invece come la maggioranza dei catalani abbia detto No all'indipendenza, votando per liste diverse da Junts pel Sì e Cup. E il Partido Popular del premier Mariano Rajoy ha twittato: "Continueremo a garantire l'unità del Paese".

Ciudadanos si attesta come seconda lista e scalza i due partiti 'classici' della politica spagnola, che ottengono percentuali basse, peggiori anche del voto del 2012. Il Partito socialista (Psc-Psoe) è sotto il 13%, e perde due punti in tre anni; il Partito popolare (Pp) di Mariano Rajoy, al governo a Madrid e maggioranza assoluta alla Camera, non tocca il 9%, perdendo quasi 5 punti.

A votare in maniera nettamente contraria alle ipotesi indipendentiste è stata soprattutto la provincia di Barcellona, dove JxSì si ferma intorno al 36%, contro il 41 di Tarragona e oltre il 50 sia a Girona che a Lleida.

Da sottolineare inoltre gli equilibri nella nuova coalizione indipendentista: la nuova sigla politica Junts pel sì, composta da Convergencia Democrática de Cataluña e Esquerra Republicana de Catalunya, correvano divise nel 2012. Tre anni fa Cdc era al voto con Unió Democràtica de Catalunya, che oggi è andata da sola (2,5%). Queste tre sigle, sommate, hanno perso poco più di 2 punti percentuali in tre anni, mentre a guadagnare nettamente è stato proprio il Cup, che ha più che raddoppiato i consensi, da 3,4% a 8,2%. Il Cup
ora dovrà negoziare con Mas la formazione di un governo indipendentista, e potrà farlo con più forza.
Catalogna, gli indipendentisti in piazza dopo la vittoria

I dati reali sono stati leggermente peggiori di quanto previsto dagli exit poll, pubblicati dalla tv locale TV3, secondo cui Junts pel Sì e Cup avrebbero ottenuto il 49,8% dei voti. La vittoria del fronte localista-indipendentista era fuori dubbio, la chiave del voto era capire se i partiti favorevoli a una secessione ottenessero o meno la maggioranza di seggi. Bisognerà vedere se Mas avrà o meno la volontà e la forza di innescare la richiesta di indipendenza, richiesta che avrebbe esiti incerti per la Spagna unita.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lani-2.jpg


IL CONFRONTO 2015-2012

Da Barcellona a Lleida, da Girona a Tarragona, oltre 4 milioni di catalani hanno votato per un'elezione regionale fondamentale per le aspirazioni indipendentiste dei partiti catalani. E hanno votato in massa: l'affluenza ai seggi è stata del 76,9%, oltre 7 punti percentuali in più rispetto alle ultime elezioni regionali. Davanti ai seggi elettorali si sono create lunghe code. "Non si è mai vista una tale affluenza", ha detto una scrutatrice in un seggio di Barcellona. Nella sede elettorale di Sant Marti, sempre a Barcellona, l'attesa è stata tanto lunga che un uomo è svenuto.

RIEPILOGHI PER PROVINCIA Barcellona / Girona / Lleida / Tarragona

"Sono le più importanti elezioni del periodo democratico" dalla morte di Francisco Franco, ha scritto il quotidiano El Mundo, mentre per il catalano La Vanguardia quello di oggi è un appuntamento " speciale". Nell'eventualità che il voto popolare spinga alla fine alla secessione, e la Catalogna si autoproclami indipendente, la Spagna perderebbe il 16% della propria popolazione (7,5 milioni di abitanti), un quarto delle esportazioni, un quinto dell'intera produzione economica iberica e centinaia di chilometri di coste strategiche sul Mediterraneo. Ma allo stesso tempo la Catalogna sarebbe automaticamente fuori dall'Ue, alla quale dovrebbe fare domanda di associazione, come sarebbe toccato alla Scozia lo scorso 18 settembre, in caso di vittoria del referendum sulla rottura con Londra.

Pecà!

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... talani.jpg
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Re: Catalani

Messaggioda Berto » lun set 28, 2015 6:44 am

Storia de ła Catałogna
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_Catalogna

Revolta o sołevasion Catałana
https://it.wikipedia.org/wiki/Sollevazi ... _Catalogna
La sollevazione della Catalogna (in catalano guerra dels Segadors, cioè guerra dei mietitori) fu una rivolta che coinvolse una larga parte della regione catalana fra il 1640 e il 1659. L'effetto più durevole della rivolta fu il trattato dei Pirenei che cedeva alla Francia la contea di Rossiglione e la parte nord della Cerdagna), di fatto spaccando in due il tradizionale territorio catalano.
La causa della sollevazione risale al generale malcontento della popolazione catalana causato dalla lunga presenza di truppe castigliane, stanziate sul territorio, al confine francese, a causa della guerra dei trent'anni. Il conte-duca di Olivares, primo ministro di Filippo IV, aveva saccheggiato a lungo le risorse della Catalogna per finanziare la guerra e i contadini catalani erano costretti a rifornire e alloggiare le truppe castigliane. Questa situazione di estrema tensione sfociò nel cosiddetto Corpus di sangue (in catalano Corpus de Sang), una rivolta contadina scoppiata nel giorno del Corpus Domini, nel maggio 1640. Contadini e mietitori in rivolta entrarono a Barcellona verso la fine dello stesso mese. I disordini causarono la morte di funzionari reali e giudici. Lo stesso viceré, il conte di Santa Coloma, fu assassinato, grazie anche all'appoggio che i rivoltosi trovarono nell'aristocrazia catalana che progettava di recuperare l'autonomia dalla Castiglia. Quello stesso anno, infatti, l'aristocratico Pau Claris i Casademunt proclamò la Repubblica Catalana.
...

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Re: Catalani

Messaggioda Berto » lun set 28, 2015 7:06 am

LA STORIA/ La valle che pensa alla secessione da Catalogna - Al confine con Francia, Val d'Aran rivendica autodeterminazione
Redazione ANSA MADRID (di Francesco Cerri)
27 settembre 201516:31

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 19dac.html


MADRID, 27 SET - Ha già una bandiera, con la croce occitana, un inno nazionale, 'Montanhes Aranaises', parla occitano, si sente monarchica e ospita ogni anno le prodezze sciistiche dei reali di Spagna: la prospettiva di fare parte di una Repubblica Catalana non incanta i 10mila abitanti della Valle d'Aran, che rivendicano ora il diritto all'autodeterminazione.
In questa splendida valle dei Pirenei dai paesaggi 'svizzeri' al confine fra Catalogna e Francia, un territorio di 633 km quadrati per ora in provincia di Lleida, il risultato del voto sull'indipendenza catalana non lascia spazio all'incertezza. La maggioranza è 'spagnolista', quanto meno per timore di finire divorata culturalmente dal catalanismo. "Potrebbe essere l'unico territorio nel quale vince l'opzione unionista", ha previsto nei giorni scorsi la Vanguardia. "Noi aranesi siamo sempre andati d'accordo con i re d'Aragona, con gli Asburgo e poi con i Borbone di Spagna", spiega lo storico Pepito Calbetò. I nazionalisti aranesi hanno saputo approfittare delle rivendicazioni nazionali catalane per ottenere dal parlamento di Barcellona il riconoscimento del loro statuto di 'nazione occitana' in seno alla Catalogna. All'inizio dell'anno Barcellona ha riconosciuto alla Valle, oltre ad una 'autonomia politica', anche la possibilità di decidere un giorno, a sua volta, del proprio futuro. Dentro la Catalogna, ma con un 'Patto di Libera Unione' fra due nazioni, esigono gli aranesi, "o con la Spagna, o ancora con la Francia", precisa la leader aranese del partito della sinistra radicale Cup, Mireia Boya. Come la Catalogna è la regione più ricca di Spagna, la Val d'Aran è la comarca con il reddito pro capite più alto di Catalogna. La stazione sciistica dei vip spagnoli di Baqueira Beret è dagli ultimi anni del franchismo quasi la seconda casa dei Borbone durante le vacanze invernali. Prima re Juan Carlos e la regina Sofia con principe e infante, ora re Felipe e donna Letizia con le principesse. Tendenzialmente gli aranesi si sentono più spagnoli che catalani, anche se nello stemma della Valle spicca una chiave d'oro, quella che simbolicamente deve poter aprire la porta sia della Spagna sia della Catalogna. Ma, tiene a precisare l'ex sindaco della capitale della Valle, Vielha, Alex Moga, "in Aran abbiamo una terza chiave di lettura: l'aranesimo".(ANSA).
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Re: Catalani

Messaggioda Berto » lun set 28, 2015 9:57 pm

Catalogna: Hanno Vinto i Separatisti e Hanno il 51,01% del Totale dei Voti Validi. Il Processo di Secessione può Legittimamente Iniziare

http://www.rischiocalcolato.it/2015/09/ ... ziare.html

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... a-2015.jpg

Ieri sera abbiamo scritto che i separatisti NON avevano il 50% dei voti.

Era un errore e ce ne scusiamo, non avevamo messo nel conto il terzo partito separatista che però NON fa parte della coalizione di governo ovvero, Unió Democràtica de Catalunya (UDC…ehm no, Casini non c’entra).

La realtà la vedete rappresentata qui sopra nel grafico ovvero:

I partiti separatisti hanno preso il 51.01% dei voti
La coalizione separatista di governo il 48,5% e governerà con 73 seggi su 135.

Quindi il dado è tratto, le precondizioni mandatorie per iniziare un processo di secessione (oppure l’ottenimento di una amplissima autonomia e un residuo fiscale nullo) ci sono.

Ovviamente non si è celebrato un referendum, e dunque non è affatto detto che TUTTI gli elettori dei partiti separatisti avrebbero votato per la secessione ma è ancora meno (molto meno) detto che tutti gli elettori degli altri partiti avrebbero votato per restare spagnoli.

Si apre adesso una fase veramente interessante della storia europea e spagnola.

Forza Catalogna, w i Catalani.
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Re: Catalani

Messaggioda Berto » lun set 28, 2015 10:04 pm

Catalogna, ecco cosa può succedere dopo la vittoria a metà dei separatisti

“Disconnessione”, destituzione, esercito: gli scenari possibili dopo il voto di domenica
di Francesco Battistini, inviato a Barcellona
28 settembre 2015

http://www.corriere.it/esteri/15_settem ... 68c3.shtml

BARCELLONA – Che cosa succede adesso? Pochi lo sanno, molti lo intuiscono. La secessione resta ancora un traguardo lontano, ma qualcuno già disegna scenari. Per prima cosa, la piattaforma degli indipendentisti deve mettersi d’accordo con se stessa: i leader nazionalista del Cdc e dell’estrema sinistra separatista Cup, Artur Mas e Antonio Baños, devono confermare che il processo indipendentista sarà davvero avviato da qui al marzo 2017. I seggi per farlo ci sono, ma i voti stanno al di sotto del 50% causa sistema proporzionale. La promessa elettorale del Cup era stata: secessione solo col mandato diretto del 50%+1 degli elettori. Ora la sinistra potrebbe chiedere a Mas, in cambio, d’avere la presidenza della Generalitat.

Superato questo primo scoglio, il Parlament catalano potrà dichiarare l’inizio del processo di “disconnessione”: un atto che il governo di Madrid ha già detto di voler impugnare davanti alla magistratura sia ordinaria che costituzionale, considerandolo contro la legge. Il premier spagnolo Mariano Rajoy può scegliere la politica muscolare, arrivando perfino a sospendere la storica autonomia della Catalogna, ma i rischi d’una simile mossa sono fin troppo evidenti.

Un’altra strada sarebbe la destituzione del nuovo presidente catalano, già minacciata nelle scorse settimane. Una terza via sarebbe un lungo e faticoso negoziato con Madrid: difficilmente realizzabile, se al governo dopo il voto di dicembre rimarrà Rajoy, che coi catalanisti ha cercato finora lo scontro frontale.

Questo naturalmente non fermerà la voglia di separarsi: il Parlamento regionale potrebbe chiedere, come già proposto da alcuni partiti, un vero referendum sulla secessione (quella di domenica era solo un’elezione amministrativa: a trasformarla in un plebiscito pro o contro l’indipendenza è stato Artur Mas, dopo che la Consulta aveva bocciato nel 2014 la possibilità d’una consultazione popolare sulla secessione). A questo punto, entro i 18 mesi, il leader nazionalista ha già prospettato una dichiarazione d’indipendenza fiscale e per cominciare la “restituzione” di 16 miliardi d’euro, l’istituzione d’un ministero del Tesoro e d’una Banca nazionale catalana, oltre che la nomina formale d’un ministro degli Esteri e d’un corpo diplomatico.

S’è parlato spesso anche dell’istituzione d’una Difesa propria, nonostante i costi eccessivi: le strutture militari spagnole presenti sul territorio catalano sono stimate in mezzo miliardo di euro, la formazione d’un esercito proprio richiederebbe solo per cominciare una spesa minima di tre miliardi. Senza parlare delle procedure, lunghe, per un ingresso nella Nato.

Tutti gli accordi con l’Ue s’intenderebbero azzerati e da rinegoziare, come stabilisce una normativa europea del 2004: dal Belgio alla Francia, dalla Gran Bretagna alla Romania, dalla Polonia alla Grecia, vari Paesi potrebbero però opporsi a un’adesione della Catalogna, temendo un effetto domino su possibili secessioni interne. Ancora più complicato, il riconoscimento dell’Onu, perché il precedente continentale del Kosovo, che peraltro molti Paesi non hanno mai riconosciuto, è considerato unico e difficilmente ripetibile. Per il piccolo e povero Stato balcanico, la Nato fece una guerra: per la ricca Catalogna, è verosimile che la strada dell’indipendenza passi attraverso lunghe battaglie con Madrid a colpi di ricorsi giudiziari e carte bollate.
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Re: Catalani

Messaggioda Berto » lun set 28, 2015 10:08 pm

Elezioni Catalogna, Podemos sconfitto: l’indipendentismo ‘indeciso’ tra gli errori di Iglesias
Per il leader del partito il voto catalano è stato "altamente deludente". A determinare il risultato negativo anche la scarsa attrattiva di Iglesias - più proiettato verso le politiche - e la competizione persa sui temi cari all’estrema sinistra
di Davide Tenconi | 28 settembre 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... as/2074037

“Il voto catalano disegnerà l’ordine di partenza verso le prossime elezioni nazionali”. Pablo Iglesias, leader di Podemos, usò una metafora automobilistica, durante gli ultimi giorni di campagna elettorale spesi tra Barcellona, Girona, Lleida e Tarragona, per analizzare il voto delle urne. Visti i risultati, la macchina Podemos non solo non si è avvicinata alla pole position ma si è classificata nelle retrovie per errori di scuderia.

Podemos, o meglio Catalunya Sí que es Pot, la formazione unitaria con ICV (Iniciativa per Catalunya Verds), Esquerra Unida ed Equo, è il grande sconfitto, dietro al Partito Popolare di Mariano Rajoy, delle urne catalane. Il leader con il codino, cupo in volto, ieri sera dalla sede centrale di Madrid non ha usato giri di parole per commentare il risultato: “È stato altamente deludente”. 11 seggi, 364.823 voti complessivi per un misero (8,93%), una manciata di voti in più del partito del premier Rajoy. Podemos non si aspettava certo di arrivare a governare la Regione ma nemmeno finire a pari merito con i Popolari. Per fare un confronto, in occasione delle elezioni per il sindaco di Barcellona – dove era riuscito a portare alla vittoria Ada Colau – il partito di Iglesias aveva raccolto il 25,21% dei consensi (176.337 voti), mentre domenica 27 settembre nella capitale della Catalogna è arrivato solo al 9,79% (85.853 preferenze)

Quali sono le cause della sconfitta? Tre i fattori principali: attrattiva nulla in Catalogna del leader professore, assenza di una posizione chiara a favore o contro l’indipendentismo, competizione persa sui temi cari all’estrema sinistra.

Pablo Iglesias è il leader politico nazionale che più si è speso nella campagna elettorale, partecipando a più di dieci atti pubblici a favore del suo candidato Lluís Rabell, soprattutto nelle ultime settimane dopo una trasferta ad Atene per gioire insieme ad Alexis Tsipras. La sua presenza in Catalogna (lui che è di Madrid) non ha fatto da traino alla proposta unitaria perché non esprimeva un valore aggiunto al programma di Catalunya Sí que es Pot ma solamente un appoggio a un candidato debole a livello mediatico.

La prima causa va a braccetto con la seconda, ovvero l’assenza di una scelta chiara sull’indipendentismo. È noto come più che un voto per il governo della Catalogna quello di ieri era un referendum mascherato sulla voglia di secessione da Madrid. Si può discutere se ha vinto o ha perso l’indipendentismo – a seconda di come si calcala la vittoria, per seggi o per numero complessivo di schede – ma era chiaro fin da subito quali erano i partiti pro o contro la separazione: da un lato Junts pel si del Presidente uscente Artur Mas e la Cup di estrema sinistra, dall’altro Ciudadanos, il Partito socialista e il Partito popolare.

Podemos è rimasto a metà del guado, forse per non sporcarsi troppo le mani in vista delle elezioni nazionali. Usare toni troppo forti a favore del separatismo avrebbe pagato dazio il prossimo dicembre, usare toni troppo deboli avrebbe avvicinato Iglesias ai leader dei partiti nazionali, come Pedro Sanchez del Psoe. E così Podemos ha puntato sui temi sociali, su una campagna di responsabilità e su una proposta di referendum non troppo convinta. Non schierarsi ha pagato caro, molto caro.

Ultimo punto, ma non meno preoccupante, è la battaglia persa contro la Cup. L’estrema sinistra di Antonio Baños sarà l’ago della bilancia del prossimo Parlamento. Senza i loro voti Artur Mas non potrà essere rieletto e non è nemmeno scontato che sarà lui il prossimo Presidente della Generalitat. La Cup ha preso quasi gli stessi voti di Podemos e un solo seggio in meno ma avrà un potere enorme di veto.

Dove ha trovato i voti? Soprattutto tra i militanti, abbracciando l’idea di una Repubblica catalana fondata su maggiori diritti e minori privatizzazioni, temi cari al partito di Iglesias. Un’idea che ha avvicinato molto le fasce più povere della popolazione.

A Barcellona, solo pochi mesi fa, la piattaforma Barcelona en Comù di Ada Colau, appoggiata da Podemos, vinse a sorpresa le elezioni amministrative con il 25% dei voti, un successo storico contro la CiU del Presidente Mas. La stessa formazione che si è presentata ieri e ha perso sonoramente. Errori di strategia, di comunicazione e di leadership hanno relegato Podemos nelle retrovie catalane. Per le nazionali c’è tempo fino a dicembre.
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Re: Catalani

Messaggioda Berto » ven ott 16, 2015 8:58 pm

Mas es declara "responsable únic" com a "promotor polític" del 9-N
El president en funcions només respon a les preguntes del jutge i assumeix tota la responsabilitat com a "promotor polític" del procés participatiu, però diu que l'execució va quedar en mans dels voluntaris
Redacció 16 Oct 2015


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /Max-1.jpg



https://www.facebook.com/324cat/videos/1061741397183304

http://www.ccma.cat/324/artur-mas-decla ... ia/2690818

El president de la Generalitat en funcions, Artur Mas, ha declarat ja com a imputat davant del Tribunal Superior de Justícia de Catalunya (TSJC) per la celebració del procés participatiu del 9-N. Ha estat una declaració molt breu, que no ha arribat a l'hora de durada.

Mas ha assumit tota la responsabilitat en l'organització del 9-N com a "promotor polític" de la consulta alternativa, però ha assegurat que finalment l'"execució" del procés de votació va quedar en mans dels voluntaris.

El president no ha respost a les preguntes de la fiscalia i l'acusació popular, i només ha parlat a instàncies del jutge, com ja va fer la consellera Rigau.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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