Triestini TLT ?

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Messaggioda Berto » mar gen 14, 2014 5:42 pm

Triestini TLT ?
viewtopic.php?f=117&t=389


Trieste, per il Territorio Libero l’onda monta e non si ferma (Video)

http://www.lindipendenza.com/trieste-pe ... n-si-ferma

http://www.youtube.com/watch?v=7lWU1E89c3g#t=246

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Re: Triestini

Messaggioda Berto » sab gen 18, 2014 7:31 am

Tratà de Oxemo
http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Osimo

Il trattato di Osimo, firmato il 10 novembre 1975, sancì lo stato di fatto di separazione territoriale venutosi a creare nel Territorio Libero di Trieste a seguito del Memorandum di Londra (1954), rendendo definitive le frontiere fra l'Italia e l'allora Jugoslavia. Esso concluse la fase storica iniziata nel 1947 con il trattato di pace, quando si decise la cessione alla Jugoslavia di gran parte della Venezia Giulia (Fiume e le isole del Quarnaro, la quasi totalità dell'Istria e gli altopiani carsici a est e nord-est di Gorizia) e la creazione del Territorio Libero di Trieste comprendente l'attuale provincia di Trieste e i territori costieri istriani da Ancarano (oggi in Slovenia) fino a Cittanova (oggi in Croazia).
La mancata attivazione delle procedure per la costituzione degli organi costituzionali del TLT impedì di fatto a quest'ultimo di nascere.
La successiva cessione del potere di amministrazione civile del TLT rispettivamente all'Italia (zona A) e Jugoslavia (zona B) creò le condizioni per gli sviluppi successivi che portarono al trattato di Osimo.

Memorando de Londra
http://it.wikipedia.org/wiki/Memorandum_di_Londra

Teritoro lebaro de Trieste
http://it.wikipedia.org/wiki/Territorio ... di_Trieste

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Re: Triestini

Messaggioda Berto » gio mar 13, 2014 10:40 pm

Trieste come Gerusalemme, attesa la sentenza sul memorandum di Londra

http://www.lindipendenza.com/trieste-co ... -di-londra

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di ROBERTO GIURASTANTE

Meno sette. Ancora sette giorni e finalmente il Tribunale di Trieste dovrà esprimersi sulla attuale validità del Memorandum di Intesa di Londra del 1954. E così chiarire i termini di una contesa a dir poco singolare. Da una parte i cittadini di Trieste che chiedono il rispetto del Trattato di Pace del 1947, mai modificato, che stabilisce l’indipendenza di Trieste e del suo territorio (l’attuale provincia) dall’Italia, dall’altra l’autorità giudiziaria dello Stato italiano che in violazione dei trattati internazionali si è di fatto annesso la Zona A del Territorio Libero.

Lo spartiacque è rappresentato proprio da quel Memorandum di Intesa di Londra con cui i Governi degli Stati Uniti (USA) e del Regno Unito (UK) hanno trasmesso nell’ottobre del 1954 l’amministrazione civile provvisoria della Zona A del Territorio Libero al Governo (non allo Stato) italiano. Da quel momento la Presidenza del Consiglio dei ministri italiana avrebbe dovuto nominare un commissario ad acta per l’amministrazione di Trieste e del suo Porto Internazionale, nel rispetto del mandato fiduciario ottenuto.

Ma così non fu. Dopo un periodo di nove anni a regime semi legale, nel corso del quale il Commissario Generale di Governo preparò la strada all’annessione di fatto di Trieste, l’amministrazione venne definitivamente eliminata incorporando la Zona A del Territorio Libero nella costituenda Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Accadeva nel 1963. Da allora l’Italia considera Trieste territorio nazionale. E reprime i cittadini che brutalmente sono stati privati di ogni loro diritto garantito dal Trattato di Pace del 1947. Quel Trattato di Pace che, secondo la parte italiana, è troppo vecchio e desueto. Vecchio non lo è di sicuro, desueto ancor meno, scomodo certamente. Perché ricorda all’Italia la sconfitta della seconda guerra mondiale con la quale Trieste ritornò “libera” dopo l’annessione al Regno d’Italia del 1920.

Non stiamo infatti parlando di una città italiana da sempre come viene fatto credere. Ma di uno dei frutti dell’espansionismo coloniale italiano. Un territorio multietnico per secoli pacificamente integrato con il suo porto nell’impero asburgico di cui era lo scalo principale. Una città poi violentata dall’occupatore italiano che in venti anni l’aveva trasformata nell’icona del proprio becero nazionalismo.

Col Memorandum di Londra del 5 ottobre 1954 il Governo italiano si impegnava ad “amministrare” la Zona A del TLT assicurando ai cittadini i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali senza distinzione di razza, di sesso, di lingua e di religione. Così recita l’articolo 1 dell’Allegato II: “Nell’amministrazione delle rispettive zone le autorità italiane e jugoslave si conformeranno ai principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, in maniera che tutti gli abitanti delle due zone possano, senza discriminazione, avere il pieno godimento dei diritti e delle libertà fondamentali stabiliti nella predetta Dichiarazione”.

Belle dichiarazioni di principio, subito disattese. Basterebbe pensare alle decine di migliaia di triestini “senza difesa” dei loro diritti umani obbligati ad arruolarsi nelle Forze Armate Italiane. Neanche la Germania nazista lo aveva fatto. Carabinieri, manette e carcere a chi si opponeva dichiarandosi cittadino del Territorio Libero. Cittadino di uno Stato costituito ai sensi dell’articolo 21 del Trattato di Pace e che il Governo italiano avrebbe dovuto tutelare dalle indebite intromissioni di Paesi terzi, quali quelle della Repubblica italiana.

Ora un giudice italiano (Piero Leanza) dovrà decidere se il Memorandum di Londra è ancora valido per l’Italia, oppure no. Sarà probabilmente una delle ultime volte in cui questo potrà accadere. Se per l’autorità giudiziaria italiana il Trattato di Pace ed ogni accordo conseguente non avranno più alcun valore, ogni discussione di diritto dovrà essere considerata terminata. E i cittadini della di Trieste dovranno allora essere tutelati secondo la Convezione di Ginevra per i territori occupati. Trieste = Gerusalemme.

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Re: Triestini

Messaggioda Berto » ven mar 21, 2014 7:57 am

Il giudice: l’Italia non aveva alcuna sovranità su Trieste

http://www.lindipendenza.com/il-giudice ... su-trieste

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di ROBERTO GIURASTANTE

Quanto accaduto nel tribunale di Trieste ha segnato un punto di svolta nella battaglia legale per il riconoscimento dei diritti dei cittadini del Territorio Libero. Per la prima volta da quando la questione è stata sollevata e portata davanti all’autorità giudiziaria italiana un giudice ha riconosciuto che il Territorio Libero di Trieste è stato amministrato fino al 1975, non avendo su di esso lo Stato italiano alcuna sovranità.

Ci sono voluti ventisette mesi. Ventisette mesi in cui ogni legittima richiesta dei cittadini di Trieste per ottenere il rispetto dei propri diritti garantiti dal Trattato di Pace del 1947 è stata inesorabilmente respinta con la stessa formula: inammissibile e infondata. Sempre con ordinanza, e non con sentenza. Almeno per quanto riguarda il campo penale. Quello che in questo contesto conta di più. Perché condannare, magari a pene detentive, persone che si dichiarano cittadini di un altro Stato con le leggi inapplicabili della Repubblica italiana, può portare a più di qualche problema. Questo naturalmente per uno Stato democratico dell’Unione Europea che si riconosca nella validità dei trattati internazionali.

Anche il giudice Piero Leanza si è espresso con un’ordinanza, ma questa è una di quelle decisioni che lasciano il segno, che spazzano decenni di teorie di diritto capovolte con le quali si è semplicemente voluto affermare l’impossibile, ovvero che Trieste è sempre stata italiana non essendo mai effettivamente cessata quella sovranità acquisita con la forza nel 1918.
Questo giudice ha dichiarato che il Memorandum di Intesa di Londra ha trasmesso all’Italia la sola amministrazione civile provvisoria della Zona A del Territorio Libero di Trieste.

Questo fino al 1975, quando con il Trattato di Osimo l’Italia avrebbe riottenuto la sovranità sul territorio di Trieste.

Non si può essere d’accordo su quest’ultimo punto.
Il trattato di Osimo è un semplice accordo bilaterale tra Italia ed ex Jugoslavia, e non poteva certamente modificare il Trattato di pace fonte di diritto superiore e quindi prevalente. Trattato di Pace con il quale l’Italia Paese sconfitto subiva la perdita di Trieste e del suo porto.
E quando mai al Paese sconfitto è concesso il diritto di non rispettarlo quel Trattato? Norme speciali non scritte che valgono solo per l’Italia, oppure modifica di fatto dell’ordinamento internazionale da codificare nei trattati internazionali? Ma rimane comunque indiscutibile che, secondo lo stesso giudice, dal 1954 al 1975 l’Italia non aveva la sovranità su Trieste amministrata provvisoriamente con mandato fiduciario stabilito dal Memorandum di Londra.
Non avendo la sovranità l’Italia non poteva imporre le proprie leggi e il proprio ordinamento.

E allora come è possibile che nel 1963 Trieste sia stata incorporata con la Zona A del Territorio Libero di Trieste nella costituenda Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia? E che i cittadini di Trieste si siano visti attribuire la cittadinanza italiana non richiesta e non imponibile da un Paese terzo? E che abbiano dovuto prestare servizio militare nelle Forze Armate della Repubblica italiana e pagare le tasse allo Stato italiano?

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Re: Triestini

Messaggioda Berto » ven giu 26, 2015 6:02 am

Trieste entra nella lista delle nazioni “senza voce”

Oggi a Ginevra un delegato di Triest Ngo interverrà alla sessione sui diritti umani dell’organizzazione internazionale cui aderiscono Paesi come il Tibet e il Kosovo di Fabio Dorigo

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cro ... 1.11672604

24 giugno 2015

Kosovo, Taiwan, Kurdistan, Tibet, Savoia, Zanzibar e Trieste. Territorio Libero di Trieste. Cosa lega queste “espressioni geografiche”? Sono tutti membri a pieno titolo dell’Unpo (acronimo inglese dell’Organizzazione delle nazioni e dei popoli non rappresentati) che ha sede all’Aia e che è attualmente presieduta dal triestino Marino Busdachin. L’Unpo è un’organizzazione non governativa internazionale democratica i cui membri sono popoli indigeni, nazioni occupate, minoranze e Stati o territori indipendenti a cui manca una rappresentazione diplomatica internazionale. Trieste è entrata a farvi parte dal 28 novembre 2014 (assieme a Sulu e ad Amazigh) grazie all’azione diplomatica internazionale di Triest Ngo, l’associazione non governativa con sede a Londra che fa riferimento al movimento indipendentista Territtorio Libero3 presieduto da Vito Potenza. Un riconoscimento non ovvio. Tra gli ex membri dell’Unpo entrati a far parte dell’Onu ci sono quattro ex repubbliche sovietiche (Estonia, Lettonia, Armenia e Georgia), l’ex colonia portoghese di Timor Este e Palau.

Così oggi, a Ginevra, sede europea dell’Onu, si tornerà a parlare di Tlt per la seconda volta, dopo sessant’anni dalla nascita. Il 25 novembre fu Arlon Stok, direttore esecutivo della Triest Ngo, a intervenire nel corso della settima sessione del Forum delle minoranze dell’Unpo. Un intervento sulla cittadinanza negata a cui seguì l’accreditamente all’Unpo del Tlt. E oggi, sarà, Alessandro Gombac, esponente di Triest Ngo oltre che primo presidente di Trieste Libera, a prendere la parola alla 29ma sessione sui diritti umani (in atto dal 15 giugno al 3 luglio).

Non ci sarà invece la manfiestazione a sostegno delle istanze del Tlt a Ginevra inizialmente prevista per il 26 giugno. I continui cambi di data e orario della sessione dell’Onu hanno convinto gli organizzatori di Triest Ngo e Territorio Libero ad annullare l’evento “storico”. «Non era possibile ottenere i permessi in tempo. E quindi era complicato organizzare la trasferta di un numero consistente di militanti» spiega Gombac. Ma ci saranno comunque il discorso e una delegazioni di Triest Ngo di cui fanno parte Stefano Ferluga, Arlon Stok, Adriano Ciacchi, Roberto Umek (Trieste impresa) e Vito Potenza (Territorio Libero3). «Un altro importante passo verso l’applicazione delle leggi vigenti per il Territorio di Trieste. Solo qualche anno fa - sostiene Gombac - sarebbe sembrato impossibile che i nostri diritti potessero avere ascolto a Ginevra, presso l’Onu, alla “29th regular session of the Human Rights Council”. Oggi questo è realtà. Ora, dopo una prima relazione conoscitiva lo scorso novembre, ciò è una realtà acquisita, e in questi mesi sono stati ulteriormente messi a punto gli aspetti tecnici e la comunicazione». Ma qual è lo scopo di questa tribuna internazionale ottenuta di diritto dalle associazioni del Territorio Libero di Trieste? «Ci sarà la presentazione della denuncia verso determinati atteggiamenti della magistratura italiana che continua a reprimere i diritti dei cittadini del Ttlt (si fa riferimento a 37 cittadini indagati per eversione per aver partecipato a una manifestazione in Porto Vecchio, ndr) e la presentazione della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il cosiddetto “Port Inquiry”, ovvero la questione legata all’applicazione dell’Allegato VIII, a cominciare dal Porto Internazionale e dalla drammatica condizione di miseria e depressione in cui è stata condotta dalle incapaci amministrazioni italiane, comprese quella comunale». Ma non basta. «Oggi - fa sapere il rappresentante di Triest Ngo - saremo accolti per la seconda volta da un Human Rights Officer dell’Ohchr, il quale ha già avuto modo di esprimere il suo favore riguardo il superamento della prima fase di ammissibilità della richiesta per il diritto
alla cittadinanza del Tlt».

Diritti umani, l’applicazione dell’allegato VIII per il Porto di Trieste e, infine, il diritto alla cittadinanza. Un tris del Ttl da portare sul tavolo dell’Onu. Un debutto non male di un popolo e di una nazione non rappresentati.


Ginevra, ONU: verso il riconoscimento del Territorio Libero di Trieste
June 22, 2015
https://www.facebook.com/TRIEST.ngo
http://www.triest-ngo.org/it/ginevra-on ... di-trieste

Mercoledì 24 giugno 2015 i rappresentanti di TRIEST NGO compiono un ulteriore impegnativo passo a difesa del nostro territorio.

Un altro importante step verso l’applicazione delle leggi vigenti per il Territorio di Trieste.

Solo qualche anno fa sarebbe sembrato impossibile che i nostri diritti potessero avere ascolto a Ginevra, presso l’ONU, alla 29th regular session of the Human Rights Council. Oggi, questo è realtà.

Ora, dopo una prima relazione conoscitiva lo scorso novembre, cio’ è una realtà acquisita, e in questi mesi sono stati ulteriormente messi a punto gli aspetti tecnici e la comunicazione.

Ma qual è lo scopo e il senso di questo importante spazio di ascolto internazionale che, di diritto, le associazioni del Territorio Libero di Trieste hanno ottenuto?

Gli aspetti principali sono tre:

1 – la presentazione della denuncia verso determinati atteggiamenti della magistratura italiana, che continua a disconoscere ed a reprimere i diritti dei cittadini del TLT, anche con espliciti, aggressivi atti di violazione dei diritti internazionali. [per maggiori informazioni clicca qui: http://www.triest-ngo.org/it/violazione ... e-reazioni]

2 – la presentazione della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia presentata da Triest NGO (il cosiddetto “Port Inquiry”). A cosa si riferisce il Port Inquiry? È uno dei documenti storicamente più importanti per la questione legata all’applicazione dell’Allegato VIII e, in altri termini, alla possibilità che Trieste – a cominciare dal Porto Internazionale – esca dalla drammatica condizione di miseria e depressione in cui è stata condotta dalle incapaci amministrazioni italiane, comprese quella comunale.

Questa è la prima e unica procedura internazionale per le violazioni inerenti la mancata applicazione dell’Allegato VIII. [i particolari del documento saranno spiegati in un prossimo articolo]

Per comprendere la portata dell’evento è importante considerare che non si tratta di una richiesta avanzata inoltrando documenti “a caso” per posta o con atti di protesta destinati ad esaurirsi a Trieste, bensì il Port Inquiry è stato realizzato perseguendo il preciso iter burocratico previsto, che garantisce l’accesso al Palazzo dell’ONU stessa, ovvero dopo che sono state argomentate e rese valide le richieste poste in essere al Comitato competente. È lo stesso “Palais des Nations” a considerare queste argomentazioni fondate e degne di essere prese in considerazione, e ad interporsi con il Consiglio di Sicurezza.

Non sarebbe stato possibile dar vita all’inchiesta sulle inadempienze italiane nei confronti dell’allegato VIII al Trattato di Pace senza un corretto instradamento da Ginevra, anche se, nel tempo, l’aver divulgato costantemente queste conoscenze, ha permesso a molte persone a Trieste e non solo, di comprendere i contenuti ed il valore dell’Allegato VIII. Peraltro sono stati proprio l’ignoranza, il voluto occultamento e il silenzio a rendere impossibile per oltre mezzo secolo l’applicazione dei diritti per Trieste decretati – nei fatti – da solide basi legali.

A breve verrà fissato un appuntamento fra TRIEST NGO ed il vice chairman della Commissione competente, costituita da 20 autorevoli figure super partes competenti in Diritto Internazionale (Public International Law) e nel campo dei Diritti Umani; i Commissari hanno facoltà di effettuare un’ispezione in loco a Trieste. Allo scopo di evitare interferenze in questa fase, non solo da parte delle autorità italiane, ma anche da parte di incompetenti personaggi locali che fingono di agire negli interessi del FTT, rimandiamo la pubblicazione di ulteriori particolari in tal senso ad un prossimo comunicato, entro quest’estate.

Il port inquiry è, ad oggi, l’unica azione in grado di fare davvero la differenza per il Porto Libero e le Free Zones di Trieste.

3 – Il lavoro prodotto da Triest NGO ha portato un ulteriore importante frutto: sempre nella giornata del 24 giugno, i rappresentanti saranno accolti per la seconda volta da un Human Rights Officer dell’OHCHR, il quale ha già avuto modo di esprimere il suo favore riguardo il superamento della prima fase di ammissibilità della richiesta per il diritto alla Cittadinanza del Territorio Libero di Trieste. La campagna per il riconoscimento al diritto alla cittadinanza mirerà, dopo questo incontro, a raggiungere il maggior numero di sottoscrittori possibile: i numeri fanno la differenza.

Diritti umani, riconoscimento degli sviluppi inerenti l’applicazione dell’allegato VIII per il Porto di Trieste, fondamentali per la salvezza della nostra città e, infine, il diritto alla cittadinanza. Il carnet di incontri e di attività non potrebbe proporre di più nella Sede del diritto internazionale, fortunatamente lontana dalla mediocrità degli amministratori locali.

Sono questi gli aspetti che rendono, per Trieste, tale evento importante e degno di nota.

In attesa di comunicare come procederà lo svolgimento delle attività presso Ginevra, salutiamo i nostri concittadini, nella concreta speranza di un futuro degno di questo nome per tutti i cittadini del nostro Territorio.



Violazione palese dei diritti umani nei confronti di 37 triestini: le reazioni
September 4, 2014
http://www.triest-ngo.org/it/violazione ... e-reazioni

Lettere inviate al responsabile per i Diritti Umani di TRIEST sulla persecutoria indagine e richiesta di pena del Pubblico Ministero Federico Frezza, in nome della Repubblica italiana, contro decine di pacifici cittadini del Territorio Libero di Trieste.

E’ trascorso un mese da quando un pubblico ministero italiano ha sostenuto che 37 cittadini, scelti a caso (?) fra migliaia di partecipanti ad una manifestazione legittima ed autorizzata dalla Questura, fossero responsabili di “ribellione”, di aver partecipato ad una manifestazione “intrinsecamente eversiva”, e di altri reati penali. La parte finale e descrittiva della chiusura delle indagini può essere consultata cliccando sull’immagine a destra.

Appena letto questo documento ci siamo resi conto di essere davanti ad una violazione palese e considerevole dei diritti umani, civili e politici di decine di cittadini.
E, fortunatamente, non siamo i soli.

2014_Busdachin_photoIl Segretario Generale dell’UNPO (Organizzazione dei Popoli e delle Nazioni Non Rappresentate),
Marino Busdachin, sostiene infatti che ci si trova davanti ad una “piena violazione dei diritti di opinione e di manifestazione”. Secondo Busdachin, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, il Trattato sull’Unione Europea, la Carta di Nizza e perfino la costituzione italiana (Art. 21) “impegnano il Governo italiano a garantire i fondamentali diritti umani, civili e politici”.
Successivamente Busdachin esprime pieno supporto ai 37 cittadini inquisiti, oltre che alle azioni a tutela della libera espressione e della libertà di manifestare.
Il componente M5S della Camera dei Deputati italiana Aris Prodani e il componente M5S del Senato italiano Lorenzo Battista, entrambi di Trieste, hanno inviato due lettere di supporto ai cittadini coinvolti.
In questo caso non ci troviamo solamente di fronte alla descrizione di una serie di violazioni dei diritti dei singoli, ma anche alla disponibilità, da parte di Battista e di Prodani, a “tutelare coloro i quali, in pieno diritto, hanno ritenuto di manifestare liberamente il proprio pensiero”.
Un dettaglio importante, in queste lettere, consiste nel fatto che la disponibilità si estende anche ai consulenti dei due parlamentari.
Per la prima volta in 60 anni è quindi possibile agire a supporto dei triestini, sia in ambito italiano che in altre sedi internazionali, grazie all’impegno di sempre più soggetti disposti a far rispettare i diritti fondamentali di chi vive nel Territorio Libero di Trieste, in modo che questo tipo di violazioni e/o persecuzioni non si possano più ripetere.
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Re: Triestini

Messaggioda Berto » ven giu 26, 2015 6:07 am

UNPO

https://it.wikipedia.org/wiki/Organizza ... presentati

L'Organizzazione delle nazioni e dei popoli non rappresentati, in acronimo UNPO (dall'inglese Unrepresented Nations and Peoples Organization), è un'organizzazione non governativa internazionale democratica. I suoi membri sono popoli indigeni, nazioni occupate, minoranze e Stati o territori indipendenti a cui manca una rappresentazione diplomatica internazionale. Nel 2005 ha organizzato la Coppa UNPO.

L'UNPO si prefigge di proteggere i diritti umani e culturali dei propri membri, conservare i loro ambienti naturali, e di raggiungere soluzioni non violente ai conflitti che li vedono coinvolti. L'UNPO fornisce un forum per gli aspiranti membri e aiuta i suoi membri a partecipare a un livello internazionale.

I membri dell'UNPO generalmente non sono rappresentati diplomaticamente (o solo con uno status minori, come ad esempio osservatori) nelle maggiori istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite. Come risultato, la loro abilità di partecipare nella comunità internazionale e di veder presi in considerazione i propri interessi presso gli organismi preposti a difendere i diritti umani è limitata.

L'UNPO si dedica ai cinque princìpi illustrati nella sua convenzione:

ugual diritto per tutti all'autodeterminazione;
rispetto dei diritti umani universalmente accettati come dichiarati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo;
rispetto dei principi del pluralismo democratico e rifiuto dei totalitarismi e dell'intolleranza religiosa;
promozione della nonviolenza e rifiuto del terrorismo come strumento di trattativa;
protezione dell'ambiente naturale.

L'UNPO non è collegata alle Nazioni Unite.

A tutti i membri è richiesto di firmare e di attenersi alla convenzione dell'UNPO. Devono affermare di supportare il principio della nonviolenza nella lotta della loro gente per una soluzione pacifica e di applicare la metodologia democratica come principio guida.
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Re: Triestini TLT ?

Messaggioda Berto » ven giu 26, 2015 8:11 am

Mah! Stemo a vedar ma mi credo ke sti toxati no łi portarà caxa gnente. Tuta ła so costrusion teorega ła ga al fondo on tratà provixorio tra łi stati paroni del teritoro ke no lè mai stà aplegà e kel se ga desfà e perso ente ła realtà storega ke ła xe vegnesta dopo e ke ła se ga consołedà dal tuto entel tratà de Oximo.
Sti toxati no łi raprexenta na entetà omana real ma na entetà juredega ke no ła ghè pì romai da ani. Cfr. co i caxi tirołexe e istrian. Stemo a vedar!

https://it.wikipedia.org/wiki/Territori ... di_Trieste

Il 5 ottobre 1954 venne firmato a Londra un memorandum d'intesa in cui Italia e Jugoslavia si spartivano provvisoriamente il Territorio (testo), con il passaggio della Zona A all'amministrazione civile italiana (con alcune correzioni territoriali a favore della Jugoslavia nel comune di Muggia) e la Zona B a quella jugoslava; il passaggio dei poteri dall'amministrazione alleata a quella italiana avvenne il 26 ottobre 1954.
Nel 1975 un nuovo trattato firmato a Osimo dava copertura giuridica allo status quo tra Italia e Jugoslavia. L'ordine del giorno dell'ONU per la nomina del Governatore del T.L.T. venne quindi rimosso il 9 gennaio 1978, a seguito di esplicita richiesta dei rappresentanti italiano e jugoslavo.


https://www.facebook.com/alessandro.cia ... ment_reply

Alberto Pento
Scuxè se me entrometo so coestion ke no le xe mie: se si ben organixà tra de valtri e a si convinti, parlarghene no fa mal e gnanca dovaria tocarve le creteghe e i pareri contrari. Dapò a sarà cole ke sarà, mi a ve faso i mejo auguri ma no credo ke a conbinarè da portar caxa dei boni fruti, anca se a ghè stà l'ordenansa del judiçe de Trieste (ghè on ricorso en ato?). Stemo a vedar. Parlarghene no fa mal, la veretà la fa lomè del ben. Pol darsi ke se vien recognosesti dei visi de forma li posa ver coalke pexo su eventuali ricorsi a le condane penali ma no credo ke li posa portarghe la lebertà a Trieste.
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Re: Triestini TLT ?

Messaggioda Berto » ven giu 26, 2015 9:01 pm

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Re: Triestini TLT ?

Messaggioda Berto » sab lug 04, 2015 7:38 pm

Triest NGO all'ONU: richiesta la nomina del Governatore del Territorio Libero di Trieste

Il discorso di TRIEST NGO al XXIX regular session Human Rights Council UN/ONU, Genève, Suisse.

I temi trattati includono l’intercettazione delle persone residenti sul Territorio Libero di Trieste, la violazione del diritto di espressione, l’incriminazione di cittadini con l’utilizzo di leggi fasciste, l’abbandono forzato delle aree portuali ed il declino colposo di aree internazionali.

Il relatore conclude chiedendo l’applicazione dell ALLEGATO VIII, la rimessa all’Ordine del Giorno della “Questione di Trieste” al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e la nomina del Governatore per il Territorio Libero di Trieste.

Il documento che qui di seguito vi proponiamo, tradotto in Italiano, è depositato agli atti.

http://territoriolibero.net/2015/06/tri ... re-del-tlt

Egregio presidente, spettabili partecipanti.

Come deciso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 1947, il Territorio Libero di Trieste dovrebbe essere demilitarizzato. Eppure nella città di Trieste, dal 1 ° luglio 2009 e il 30 giugno 2010 (*1), l’esercito italiano ha intercettato oltre 2.200 soggetti privati, con una violazione della privacy che riguarda direttamente anche il diritto alla libertà di espressione. In termini di risorse, durante il suddetto periodo, l’Italia ha speso per questo oltre 6 milioni di euro, vale a dire 5 volte in più rispetto alla media italiana per tali attività. E tutto questo accade in quello che dovrebbe essere considerato un territorio libero internazionale.

In seguito a due manifestazioni nonviolente a difesa del Porto Libero di Trieste, svoltesi l’ 8 dicembre 2013 ed il 10 febbraio 2014, il pubblico ministero ha incriminato 57 cittadini, scelti a caso tra migliaia di manifestanti. Tra le accuse, emerge particolarmente l’’accusa di “adunata sediziosa”; per la prima volta dal 1943 viene così applicato un articolo di epoca fascista. Di conseguenza, il prossimo 9 novembre 2015, i cittadini dovranno rispondere d’avanti ad un tribunale penale solo per aver pacificamente espresso la loro opinione. La prima dimostrazione nella quale migliaia di triestini hanno protestato contro la devastante crisi occupazionale causata dalla cattiva amministrazione del Porto Libero di Trieste, era tra l’’altro correttamente autorizzata dalle stesse autorità italiane, la seconda dimostrazione invece consisteva in un lungo e pacifico sit-in di 10 ore all’interno del Porto Vecchio di Trieste. Questa Free Zone Internazionale, che legalmente parlando non dovrebbe essere soggetta alla sovranità italiana come chiaramente dichiarato dalla comunità internazionale per mezzo dell’allegato VIII del Trattato di Pace con l’Italia del 1947 (*2) attualmente in vigore, è stata lasciata cadere in rovina.

Il governo italiano dovrebbe fare tutto il possibile per rispettare le delibere del Consiglio di Sicurezza.

I cittadini del Territorio Libero di Trieste, al fine di porre fine alla situazione tragica e illegale, causata dall’Italia, che ha prepotentemente trascurato il Porto Internazionale – la principale zona di libero scambio dell’Europa centrale, ora chiedono agli Stati membri delle Nazioni Unite, che per legge possono vantare diritti su Trieste, e quindi la Federazione Russa, gli Stati Uniti d’America, la Repubblica di Serbia (*3), l’’Ungheria, l’’Austria, la Svizzera, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, il Regno Unito e la Francia, nonché tutti i membri del Consiglio di sicurezza, di stabilire con urgenza una Commissione internazionale. Il tutto può essere facilmente ottenuto, da subito, con l’applicazione della normativa internazionale attualmente in vigore su Trieste, in primis con l’’applicazione dell’allegato VIII del Trattato di Pace.

In ambito della situazione internazionale, al fine di ridefinire il ruolo sovranazionale e l’’emporialità di Trieste, e nell’interesse dei popoli dell’Europa centrale e oltre, chiediamo al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite di portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza quanto descritto in questa dichiarazione e mettere all’ordine del giorno la nomina del Governatore del Territorio Libero di Trieste.

*1 Ultimi dati disponibili, fonte della Corte dei conti – Roma
*2 Il Trattato di Pace fu firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 ed ha confermato in tutte le sentenze e ordinanze della giustizia italiana, da ultimo la sentenza TAR 530/2013.
*3 Prendendo in considerazione l’accordo sulle questioni relative alla successione (AGREEMENT ON SUCCESSION ISSUES - firmato a Vienna il 29 giugno 2001 da parte della Repubblica di Macedonia, Bosnia-Erzegovina, Repubblica di Croazia, Repubblica di Slovenia e Repubblica federale di Jugoslavia- ora Serbia e Montenegro) e considerando che l’articolo 9 della accordo stabilisce: QUESTO ACCORDO dovrà essere attuato dallo STATO SUCCESSORE ,IN BUONA FEDE ed IN CONFORMITA’ CON LA CARTA DELLE NAZIONI UNITE E SECONDO IL DIRITTO INTERNAZIONALE.
Tutti gli stati successori dovrebbero condividere le responsabilità per quanto riguarda la cosiddetta ZONA B del TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE, che fu amministrata dalla Jugoslavia. Attualmente, la cosiddetta ZONA B del TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE è amministrata da Slovenia e Croazia. Entrambi stati firmatari dell’accordo di questioni relative alla successione. Il MEMORANDUM D’INTESA è stato firmato dagli Stati Uniti d’America, dal Regno Unito, dall ITALIA e dalla JUGOSLAVIA, e per le ragioni sopra esposte i membri SUCCESSORI dovrebbero riconoscere il MEMORANDUM D’INTESA.

Per la trascrizione integrale del discorso della TRIEST NGO (in inglese), clicca QUI;

Per il trascrizione integrale dell’intervento all’ONU dello scorso novembre 2014 (in inglese), clicca QUI;


Trieste, 30 giugno 2015
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