9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » gio mar 13, 2014 8:27 am

Sovranità popolare, scontro fra Stato moderno e Stato federale

http://www.lindipendenza.com/sovranita- ... o-federale

di ENZO TRENTIN

L’indipendentismo odierno non può che basare le proprie rivendicazioni sul potere del popolo che per rivendicare i propri diritti, deve avere il potere di privare le istituzioni di determinate funzioni o addirittura di cambiare le istituzioni stesse, poiché i diritti dei cittadini equivalgono a quelli che noi oggi diremmo indisponibili, inalienabili, come riteniamo sia la sovranità. Infatti, se attraverso le elezioni i cittadini delegano la propria sovranità ai “rappresentanti” sia pure eletti, ma pur sempre dei semplici delegati; che sovrani sarebbero?

Le ragioni dell’indipendentismo dall’Italia risiedono nel fatto che il “contratto” tra lo Stato italiano ed i suoi cittadini, non è mai stato stipulato, e ancor quando lo fosse stato, esso non è mai stato rispettato dalle istituzioni e dai loro reggitori. Quindi gli indipendentisti non hanno necessità di eleggere rappresentanti presso le istituzioni dello Stato Italiano. Si veda il “giochino” dei Consiglieri alla Regione Veneto: Tesserin e Toniolo, che all’apparire della della proposta di legge 342/2013 per un referendum consultivo per l’indipendenza, ne hanno immediatamente proposto uno di analogo, ma per l’autonomia. Che Carlo Alberto Tesserin, ora rappresentante del Ncd, abbia recentemente dichiarato: «Al di là di quelle che possono essere le posizioni di ognuno, è giusto che venga garantita l’espressione della volontà da parte dei veneti su questo importante argomento, perché questa è l’essenza della democrazia» nulla toglie alla manovre partitocratiche. Con queste modalità non si approderà a nulla d’innovativo. Gli indipendentisti hanno, al contrario, la necessità imprescindibile di trovare amici e alleati all’estero.

Ci sono un’infinità di popoli che aspirano ad affrancarsi dagli Stati ottocenteschi che li inglobano, come dall’attuale Unione europea. È lì che deve operare l’indipendentismo più avveduto ed avanzato. Tuttavia anche nella ricerca degli amici esterni, gli indipendentisti dal “Bel Paese”, debbono dotarsi di un progetto istituzionale spendibile. Infatti, a chi interesserebbe uscire dall’UERSS (Unione Europea delle Repubbliche Socialiste Sovietiche o UE) per entrare – per esempio - in un nuovo paese retto da un sistema comunista?

L’idea che «Il popolo non è un qualsiasi agglomerato di uomini riuniti in un modo qualsiasi, ma una riunione di gente associata per accordo nell’osservare la giustizia e per comunanza di interessi.» è di Marco Tullio Cicerone (???) che visse decenni prima della nascita di Cristo. Più recentemente Edward N. Luttwak, un economista, politologo e saggista rumeno naturalizzato statunitense, conosciuto per le sue pubblicazioni sulla strategia militare e politica estera; ha scritto: «Questa concezione romana è all’origine del contrattualismo per il quale lo Stato è il risultato di un patto, di un “contratto” tra gli individui. Quindi l’unità e i poteri dello Stato non precedono, ma conseguono da questo accordo stipulato tra i cittadini. Lo Stato inteso come prodotto di un “contratto” è la giustificazione teorica dello stato moderno; essa è strettamente legata al concetto di sovranità e più precisamente di sovranità popolare, ossia l’emanazione umana del Potere.» Per comprendere come si sia arrivati, nel tempo, al consolidamento di queste idee, citeremo qui solo alcuni personaggi autorevoli.

La teoria del contratto sociale e successivamente politico trova le sue origini nella disputa storica fra sostenitori del più insigne dei maremmani del Medioevo, papa Gregorio VII (Gregoriani), e quelli dell’Imperatore (Antigregoriani), verso l’anno 1075. I Gregoriani sostengono che l’imperatore Enrico IV non governa i sudditi per diritto divino illimitato, ma per un contratto tacito esistente fra lui e gli individui che si impegna a governare, rispettando alcuni principi e regole morali e religiose, violando le quali rimane privo del suo diritto davanti al popolo. Gregorio VII, con un piccolo gruppo di uomini colti ed onesti a lui fedeli, si pone contro lo stato di cose consolidato nei secoli per chiarire alle autorità politiche i limiti delle loro attribuzioni. Gli effetti della sua “Riforma” furono di tale importanza che andarono oltre quello che gli stessi protagonisti potevano immaginare. Essi avviarono la formazione di una nuova società europea, lo sviluppo di forze sociali popolari (i Comuni) e la fioritura di una spiritualità diversa rispetto al passato.

Per S. Tommaso d’Aquino il “diritto” è «la proporzione tra il profitto che il mio atto produce ad un altro e la prestazione che questi mi deve in cambio», (definizione di “contratto”). Per lui la legge umana ha come fondamento sia la legge divina sia quella naturale. «…il re non è il tiranno, ma colui al quale il popolo ha delegato la propria libertà e sovranità in nome della pace, dell’unità e del buon governo (ovvero il bene comune).» San Tommaso è considerato il primo ad enunciare il principio di sussidiarietà. Questi concetti sono propri del “contratto politico o di federazione”, e saranno introdotti nei secoli successivi nella teoria dello Stato contrattuale o federale dai grandi teorici del federalismo.

Marsilio da Padova nel Defensor Pacis, (“difensore della pace”. La sua opera più conosciuta), scritto nel 1324, dove tratta, fra l’altro, dell’origine della legge, sostiene che è la volontà dei cittadini che attribuisce al Governo, Pars Principans, il potere di comandare su tutte le altre parti, potere che sempre, e comunque, è un potere delegato, esercitato in nome della volontà popolare. La conseguenza di questo principio era che l’autorità politica non discendeva da Dio o dal papa, ma dal popolo, inteso come sanior et melior pars.

Thomas Hobbes, nel suo trattato più conosciuto, il Leviatano, afferma che nello stato di natura gli uomini nascono nell’eguaglianza, ma non possono restarci, dunque è la ricerca dell’eguaglianza che provoca e mantiene lo stato di guerra fra gli uomini. Dall’ineguaglianza – scrive – procede la diffidenza e dalla diffidenza la guerra. Considera lo Stato come il risultato di un “contratto” fra il sovrano ed i cittadini, inteso a salvaguardare la pace ed a conservare la vita degli individui.

Alexis de Tocqueville scrisse: «Se la democrazia è solo una vuota affermazione di uguaglianza e non funziona perché esclude la viva partecipazione, il suo contravveleno è il federalismo come l’ha conosciuto in America. [...] Eliminando l’accentramento all’interno della struttura dello stato, il Federalismo moltiplica le occasioni di partecipazione, mentre il Centralismo tende a soffocarle.» È nelle istituzioni comunali che si impara la Democrazia.

Giuseppe Ferrari, grande amico di Pierre Joseph Proudhon con cui condivideva l’idea del carattere contrattuale dello Stato, aveva la visione politica di un’Italia costituita come Federazione dei suoi popoli. Per lui l’opinione pubblica doveva essere preparata alla Rivoluzione Federalista (che doveva avvenire spontaneamente) per la nascita di un partito di stampo popolare, democratico e repubblicano. La questione sociale era infatti per Ferrari inscindibile da quella istituzionale. Il futuro stato federale italiano sarebbe stato gestito da una assemblea democraticamente eletta e da tante assemblee regionali.

Mentre in Europa imperversa la seconda guerra mondiale, Adriano Olivetti si rifugia in Svizzera dove completa la stesura del libro: L’ordine politico delle comunità. Nella sua critica ai partiti ed al parlamentarismo integrale, partendo dagli studi di Ferdinand Tönnies derivava l’idea di comunità come spazio naturale dell’uomo. I termini comunità e società indicano per Olivetti due modi diversi di concepire le associazioni di individui e generano due differenti tipi di rapporti sociali: umani e virtuali. Così supera l’idea della contrapposizione fra comunità e società di Tönnies e pone la prima come la nuova misura dell’ordine politico fondata sul federalismo, punto di convergenza fra la persona e lo stato e fra la necessità della dimensione limitata della comunità in rapporto alla grande babele della società moderna e delle sue metropoli. Questo assunto gli serve a dimostrare che non ci può essere democrazia senza quella base di esperienza umana ed affettiva dei rapporti interpersonali che è possibile alimentare e conservare solo a livello di una comunità naturale, federale e di dimensioni limitate.

Il pensiero di Gianfranco Miglio, grande scienziato della politica e del federalismo, è vastissimo ed articolato. Crediamo che si possa riassumere in queste poche, profetiche parole circa le radici del federalismo: «…la sua vittoria è la vittoria del “contratto” sul “patto politico”, nell’Europa statalista. […] Con il consenso della gente si può fare di tutto: cambiare il governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo».

Concludendo, affinché il Contratto politico o di Federazione sia vantaggioso ed utile per tutti, occorre che il cittadino, entrando nella associazione tra sé e lo Stato:
abbia tanto da ricevere dallo Stato, quanto ad esso sacrifica;
conservi tutta la propria libertà, sovranità e iniziativa, meno ciò che è la parte relativa all’oggetto speciale e limitato per il quale il contratto è stipulato e per la quale si chiede la garanzia allo Stato;
3. che la quantità di “sovranità” che gli aventi diritto al voto cedono ai loro “rappresentanti” sia sempre inferiore a quella che riservano per sé.
Così regolato ed inteso, il “contratto politico” è una federazione. La grande battaglia politica (che potrebbe decidere le sorti della nostra specie) si svolgerà tra due diverse concezioni della forma di Stato e di governo:

Lo Stato moderno, unitario, indivisibile ed accentrato, in cui “sovrano” è lo Stato;
Lo Stato federale o contrattuale in cui “sovrano” è il Cittadino, la persona.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » gio mar 13, 2014 5:07 pm

El presidio de Monselexe-Rovigo kel fa cao a coelo de Soave (Patrisia e Rigodanso); no li ga gnanca na bandera veneta:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Soave.jpg

El presidio de Monselexe kel fa cao a Chiavegato e Perin C9D, co le scrite de i çentri soçali i rasisti-fasisti rosi:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... xe-C9D.jpg
(par ke i se la entenda co Forsa Nova ? e no se capise come ke i fasa a conbinar l'endependensa veneta col stado talian)
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » dom mar 16, 2014 9:14 pm

?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

Dietro la crisi c'è un complotto di Germania e Francia per distruggere ... el Made in Italy

https://www.youtube.com/watch?v=2mBPNbHx-hc

??? Talia de ki e Talia de lì ???

Lucio, Lucio !!!

=========================================================================================================================
?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

https://www.facebook.com/lucio.chiavegato

Lucio scrive:

Plebiscito, referendum, proteste, politica....qualunque percorso purchè si arrivi alla meta. INDIPENDENZA DEL VENETO.
credo SIA ORA di trovare l'unità del Veneti, in tutte le forme, dalla piazza alla politica dai comuni alla regione. E' ora di capire chi lavora in un senso e chi va contro. Ormai i tempi sono maturi.
E poi diciamocela francamente, questo 9.12 ha risvegliato molte persone dal sonnifero itagliano, ha svegliato molti Veneti che prima se ne stavano in letargo. Ora si deve UNIRE.
Per questo io e molti altri appoggeremo qualsiasi iniziativa volta a liberarci dall'occupante itagliano.
Questa è l'unica battaglia che i Veneti devono combattere.

Vi siete mai trovati nella situazione che per spiegare a qualcuno fatti passati dovreste rinnegare persone fino a poco tempo fa a considerati amici?
Poi ci pensi e ti dici, se non mi hanno capito fino ad ora vuol dire che non sono poi così importanti e quindi te ne freghi e vai avanti.
Salvi dal linciaggio gli ex e cerchi persone vere che ti capiscano.
Il tempo è un gran signore, sistema tutto.
Vado per la mia strada e non mi volto a guardare.
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » lun mar 17, 2014 10:42 am

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stori ... pio_corteo

Il “9 dicembre” si divide In arrivo il doppio corteo
15/03/2014

Doppio appuntamento targato Movimento 9 dicembre oggi e domani in città.
Il primo è previsto questo pomeriggio alle 14,30, con ritrovo al piazzale della stazione ferroviaria. Sono attese duecento persone che, secondo quanto annunciato, risaliranno viale Roma per arrivare e presidiare poi piazzale De Gasperi. Il secondo, invece, è domani, con partenza in viale San Lazzaro alle 15,30: una «marcia silenziosa» che si concluderà ai piedi del santuario di Monte Berico. Una ripresa in grande stile delle azioni di protesta che tre mesi fa bloccarono la città? Niente affatto, perché la prima manifestazione annunciata da Ivano Bono, portavoce del “Coordinamento regionale 9 dicembre” riconducibile al leader nazionale Danilo Calvani, è sonoramente disconosciuta dal presidio del 9 dicembre berico, più marcatamente venetista.
«Del corteo organizzato da Ivano Bono non sappiamo nulla e, di sicuro, non vi aderiamo», assicura Alessandro Rossi, neo coordinatore del movimento in città.
Tant'è. Bono, che un mese fa occupò (...)

A la stasion ghe jera dexine de polisioti e lomè do manifestanti CR9D de Calvani.
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » sab mar 22, 2014 10:12 am

El novo look veneto del C9D:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lebari.jpg

No se capise se sto C9D lè pal Veneto par la Talia;
no se capise come ke li posa esar anseme e per l'onedà del stado talian e par l'endependensa veneta.

Immagine
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » ven mar 28, 2014 12:12 pm

Chiavegato: “Il 9 dicembre è morto. Ora, si pensi solo al Veneto”

http://www.lindipendenza.com/chiavegato ... -al-veneto

di LUCIO CHIAVEGATO

Il movimento 9 DICEMBRE inizialmente è partito per la volontà di poche persone che hanno avuto l’idea, poi spontaneamente molte altre hanno avuto il merito attraverso la partecipazione personale di risvegliare molta altra gente in tutta la penisola italica. Chi per un motivo e chi per un altro ha colto il messaggio iniziale del 9 DICEMBRE.

Persone ormai rassegnate hanno alzato la testa verso i loro stessi aguzzini quali lo stato, la burocrazia, il fisco ecc. Persone schifate da questo modo di far politica si sono ribellate alla casta partitica che regna illegittimamente da decenni attraverso il voto di scambio, corruzione e raccomandazioni. Imprenditori prima rassegnati a chiudere le proprie attività e magari a morire con una corda al collo nella propria azienda hanno trovato il coraggio di combattere. Questo è il merito di noi che abbiamo dato vita a ciò ed il merito di chi spontaneamente ha partecipato a questo evento si portata storica per la monotona vita politica di questo paese.

Sinceramente non ho mai visto la minima possibilità che il 9 DICEMBRE servisse a costruire l’amor perduto di patria e verso il tricolore, ma anzi per me è stata l’occasione per mettere alla prova il mio Popolo Veneto e tutti i Popoli della penisola. Posso dire che l’operazione sia riuscita. Infatti si è manifestato il fatto che i veri Popoli si sono alzati in piedi, mentre quello tricolorito si è dimostrato per le sue qualità migliori: tradimenti, inganni, doppo giochi, falsità ed incoerenza. Cose viste e toccate con mano con discussioni interminabili con persone povere di spirito e senza alcuna conoscenza storica del loro passato, autonominati capitani coraggiosi, incapaci di mantenere in riga la truppa. Una vera armata brancaleone.

Signore e Signori il 9 DICEMBRE ITALIANO è finito rovinosamente in baruffe e litigi da bar stadio per conquistare questo o quel presidio, per autonominarsi portavoce o responsabili di un messaggio vuoto senza la pur minima coerenza, mentre il 9 DICEMBRE DEI POPOLI ha invece risorto gli spiriti addormentati da anni di servitù verso l’occupante italiota.

Da domani non mi occuperò più di cercare di mettere insieme i cocci di questo vaso già rotto, tenuto insieme da colla italica di qualità molto scadente. Da domani chi vuole restare ancora nei presidi per mangiare anche la colomba o i ghiaccioli a litigare o ad issare una bandiera diversa al mese, faccia pure. Mi ricorda molto Hiroo Onoda, l’ultimo Giapponese che si arrese dopo 30 anni, ignaro che la guerra fosse finita da un pezzo. Da domani noi ci occuperemo solo ed esclusivamente di VENETO.

Salvo pochi casi, anzi credo di aver visto solo un caso contrario, da sottoporre a studio universitario, chi si riteneva italiano ha riscoperto l’amore per le proprie origini e ha capito che mettere uniti gli italiani era impresa impossibile in quanto mancavano proprio loro all’appello! Guardate che di persone he ho incontrate molte, e di italiani fieri di esserlo erano uno sparuto numero tenuti insieme da ideologie passate ormai tramontate. Molti che prima riconoscevano il tricolore ora lo hanno definitivamente abbandonato, solo una persona ha avuto l’effetto contrario, ma la capisco, d’altronde era li solo per farsi un po’ di notorietà.
L’ha trovata ed ora rinnega pure ciò che prima diceva.

Il Veneto è il mio Popolo e sono fiero di appartenervi storicamente e politicamente. Il Veneto è solo ciò che mi interessa attualmente. Rispetto ed auspico che tutti coloro i quali si sentono appartenenti ai loro rispettivi Popoli trovino le forze per rivendicare la propria storia, cultura e vita soffocata da questi occupanti imbroglioni. Per questo ci sarò, pronto a dare una mano, ma non chiamatemi per cose da sagra tipo Fardelli di Taglia, Forza Idaglia, Siamo tutti italioti, Rinnovo Itagghiano, Itaglia Unita, Risvegli Italici, Donne ed od uomini per o pro-itaglia. QUESTE COSE NON – MI –INTERESSANO – E – NON – MI – APPARTENGONO. Chiaro?

Da domani lavoreremo per costruire un movimento popolare Veneto che abbia i principi storici e che metta come unico scopo la nostra libertà e sviluppo della nostra Madre Terra Veneta, per salvare il salvabile prima dell’impatto imminente, mascherato dal nuovo giullare mandato sul palco del teatro della menzogna italiota. Non ci faremo prendere in giro ancora una volta!

Il nostro movimento si confronterà con tutti i gruppi, movimenti e partiti Veneti che abbiano la volontà di costituire un vero fronte di liberazione. Saremo uniti per l’obbiettivo finale dell’indipendenza meritata del Veneto.

Eviteremo sterili polemiche ed inutili discussioni ma ripeto appoggeremo ogni iniziativa che sia diretta allo smantellamento dell’accampamento italico sul suolo Veneto. Se un gruppo fuori dal nostro troverà una via migliore e più rapida per il raggiungimento della meta, noi lo seguiremo e applaudiremo a tale iniziativa, ma lo scopo principale del movimento sarà la presenza sul territorio di persone pronte a dare sostegno e supporto a chi oggi è in gravi difficoltà a causa di questo stato maledetto.

Quindi saluto tutti i vari personaggi tricoloriti che ho incontrato in questi mesi, saluto definitivamente chi è orgoglioso di essere itagliano, e vado con molte altre fantastiche persone conosciute in questi mesi a creare questo movimento libero da preconcetti e libero nel pensiero. Per far parte di questo movimento sono richieste poche cose: fede nel gruppo, evitare discussioni feisbukiane, e soprattutto credere nella libertà del Veneto. Ce la meritiamo, ora andiamo a prendercela. WSM

Comento================================================================================================================================

omio Michele Moro
28 Marzo 2014 at 2:53 pm #
Spett. Sig. Lucio,

La seguo da diverso tempo con le sue battaglie in Life, e partiti vari. Quello che lei descrive, non sono solo divisioni italiane, ma anche divisioni venete. Da veneto a veneto, le dico che se ne accorgerà molto presto, delle serpi che si è messo in casa.

Della sua carriera politica e non, sono note le battaglie contro la lega e contro i suoi esponenti corrotti della bassa veronese, del suo impegno prima nel PNV, poi in Veneto Stato, e i risultati ( non per causa sua), sono stati tutti fallimenti. Ora, dopo la buffonata del plebiscito ( sostenuta per altro anche dalla life), tutti sono pronti di nuovo a salire sul carro dell’indipendenza, dove i personaggi sono gli stessi che abbiamo imparato a conoscere, denigrare, biasimare e compatire in questi anni, per loro scelte finalizzate alla conquista di cadreghe e finanziamenti politici.

Mi creda, la stimo !!! Ma i personaggi ambigui di cui si sta attorniando, non hanno in loro nessun seme veneto da far germogliare anzi, per dirla con un motto della Serenissima: “In justi punientur semem impiorum peribit”.

In alcune fasi, della sua vita politica mi giunse eco della sua candidatura a sindaco del suo comune, poi smentita sembra per influenze familiari. Successivamente ha svolto un ottimo lavoro in Veneto Stato, per poi togliere il disturbo dimostrando che non era interessato alla cadrega, come altri venetisti. Coma mai questo ritorno improvviso alla politica venetista ? Mi creda, non comprendo chi sta dietro a questa sua scelta, però mi creda, che tutti i tentativi di unire i veneti, venetisti, movimenti e partiti, sono finiti in miserabili flop.

Se lei, pensa di essere l’uomo del destino per la politica veneta, si accomodi, non aspettiamo altro che un leader che ci tolga e liberi da ventenni ( fascisti, comunisti, leghisti ecc….). Giudicheremo e osserveremo i fatti.
Se invece pensa, che la politica sia un modo per realizzare qualcosa per le sue tasche e non solo, mi creda, che avrà molto più successo e cadrega sicura se apre un club di Silvio.

Cordialità, Tomio un suo fans deluso !!!

I leoni senza ali
29 Marzo 2014 at 12:40 am #
Mi sembra, che continui la diaspora e l’esodo dei leoni in veneto, e la sindrome del “Salvatore” delle cause perse sta mietendo ancora vittime (forse è la sindrome della crocerossina). Basta leggere il seguente articolo, infarcito tuttavia di numerose dichiarazioni autoreferenziali, mai veramente verificate.

http://www.lindipendenza.com/tutti-i-pa ... ppi-leoni/
L’articolo, andrebbe sicuramente un pò aggiornato aggiungendo le nuove sigle, partiti, movimenti, ma il risultato non cambia: ” Tutti divisi alla meta.” Alla faccia del far squadra su modello rugby veneto ( mi sa che il calcio, resta ancora la vera distrazione dei veneti).
Profondamente schifato da tutto e da tutti, e dal modo di intendere la politica come scopo di rivalsa su gli altri.
E questo nuovo partito, quali personaggi nasconde nelle retrovie, che vogliono cavalcare l’onda ?
Spero, non ci siano i soliti personaggi che in questi anni hanno accumulato denunce e fatto di tutto per sedersi su una cadrega per sentirsi arrivati e appagati. Se proprio uno vuole perdere la faccia con la politica, dopo proclami e accuse varie, almeno che prenda il meglio di quanto si possa trovare in circolazione. Ma dubito, si possa trovare qualcosa di veramente buono e decente nel panorama veneto-italiano.

Silvio Zanon
28 Marzo 2014 at 11:08 pm #
dopo aver mentito e fallito miseramente sia sui contenuti che sulla scelta del suo quartier maggiore farebbe meglio a chiedere scusa invece di fare proclami, questo gli ridarebbe un minimo di dignità invece che rendersi ulteriormente ridicolo!!

corrado
28 Marzo 2014 at 9:55 pm #
hahahahaha!!
chiavegato, una risata ti ha già seppellito!
verrai ricordato per essere andato a Roma avvolto nel tricolore, o per i comizi tra uno sventolio di bandiere della repubblica delle banane e gente che canta a squarciagola l inno italiota.
il tuo patetico tentativo di rientrare nelle fila indipendentiste è molto ITALIAN STYLE
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 7:22 am

Al presidio de Soave a xe restà łi tałiani; tuti i veneti agrigołi, łi xlevadori de bestie, i cobas de ła late ke łi se sente pì tałiani ke veneti.
Łi ga ła bandera tałiana sora de tuto, n'oror.
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 7:23 am

Anca al presidio de Thiene łi ga ła bandera tałiana sora coeła veneta.
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 7:25 am

A Monsełexe el presidio łè en man ai veneti tałiani fasisti de Forsa Nova, n’oror!
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Re: 9 deçenbare, a se scuminsia (?)

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 8:24 pm

Caro Lucio come gheto fato a metarte co ste marudene:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... iere_2.jpg
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