30 gennaio 2014
C9D - PROPOSTA A LUCIO CHIAVEGATO
Caro Lucio,
non sappiamo cosa vada capitando ma il freddo preso nei presidi credo che abbia comminato qualche appannamento.
Improvvisamente ci troviamo dinanzi a prese di posizione che ritenevamo essere state superate nel senso della chiarezza ancor prima di iniziare il 9 dicembre.
Ora ci ritroviamo dinanzi ad una strada che non è, e non deve, essere la nostra : la sponsorizzazione dei politici con tentativi di inserirsi come candidati alle prossime elezioni.
Quando siamo partiti noi e i nostri compagni di lotta abbiamo preso la via del superamento non delle Idee, ma della prospettazione di esse attraverso forme e prassi rinnovate, convinti della necessità di andare avanti ed oltre, senza la castratura degli attuali partiti e dei loro rappresentanti.
Ora una certa “ dirigenza “, che dice di stare nel C9D, sta cercando di vendere, nel senso più pieno della parola, un patrimonio di Idee ed usare i partecipanti dei presidi che, credendo nella concezione del 9 dicembre, continuano ad andare a lottare: è una palude che emana uno squallido gracidio.
Ed ora rischiamo di porre termine all'avventura del C9D in nome di sponsorizzazioni a politici e per promesse di candidature ?
Per carità di Patria!
Per molto tempo abbiamo elaborato ed operato per dare un senso ad un progetto che consentisse di uscire dalla pania delle solite espressioni illusionistiche e dalla incapacità di essere noi a divenire attori della storia. Andando all’analisi dei documenti in cui ci presentammo come C9D, dopo l’individuazione del Nemico, indicammo le vie e le mete.
Abbiamo parlato di comunicazione e di estetica, di marketing politico inteso alla individuazione dei target. Abbiamo, insomma, fornito degli indirizzi di lotta che ci consentissero di uscir fuori dal pressappochismo inutile e dannoso portato avanti dai partiti e loro camerieri .
Abbiamo detto di Comunità di Popolo e di Confederazione delle Comunità. E delle Comunità “aperte” indicando le strutture organizzative per la riconquista del Territorio ( i presidi ).
E giungemmo a parlare del perché noi guardiamo ad una “strategia rovesciata” (o capovolta) per evitare di ripercorrere antichi errori.
Nelle loro differenze riconosciute, tutti devono lavorare per e nel C9D che elabora il Progetto (e che cosa vogliamo noi proporre e non sul piano delle parole ma della costruzione alternativa e propositiva del nostro Stato) .
Si progetta anche attraverso il fare. Il fare del C9D consiste nello studiare e rendere operative lasciando l’iniziativa - autonoma ancorché concordata – alle realtà che si riconoscono in questa lotta e che attraverso i rappresentanti territoriali vivono la Comunità “aperta”.
Per questo, caro Lucio, considerando che 2 dei tre soci fondatori , Perin e Zanon, del C9D prendono le distanze, in maniera netta ed inequivocabile, dal presidio di Soave e da quelli che lo rappresentano e, soprattutto, da certa “ dirigenza “ di detto presidio e che ti circonda annebbiandoti la vista, ti chiediamo di farci sapere se intendi continuare, ma solo tu, e questo sia ben chiaro,la comune battaglia con noi oppure se, con nostro grande dispiacere, intendi seguire i tuoi attuali compagni di cordata che non ti stanno salvando, ma ti stanno portando, a tappe forzate, verso il precipizio.
Non vogliamo insegnare nulla a nessuno però vorremmo ricordarti
che stanno iniziando azioni di “ disturbo” verso i presidi e questo a causa della nostra impostazione rivoluzionaria e pacifica, e al tempo stesso, lontana da partiti politici e loro rappresentanti, e quindi inaccettabile e pericolosa per il sistema stesso.
Questa nostra decisione è stata presa perché non possiamo gettare al vento 2 mesi di sacrifici, di persone coinvolte, in nome della carriera politicante di qualcuno: abbiamo detto, fin dall’inizio, di volere una Italia migliore e non candidature in questo o quel partito.
Caro Lucio, le Idee non si uccidono.
Con o senza di te, e questo ce lo devi dire tu,noi andremo avanti per la strada segnata dal C9D.
Quello che importa è la vittoria finale e non la sistemazione politica di qualche personaggio in cerca d’autore, per dirla con Pirandello.
Questo è quanto avevamo da dirti, ancora una volta, ripetiamo a te e solo a te, lasciamo una porta aperta ma questa sarà l’ultima, dopo ognuno andrà incontro al destino che si è scelto.
Attendiamo tue notizie.
Con affetto
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La Life si spacca e Badii guida da sola il presidioChiavegato, il suo ex compagno di viaggio, lunedì manifesta a Roma «Scendiamo in piazza per il nostro futuro, e il potere deve vederci»http://www.larena.it/stories/Provincia/ ... l_presidioChiavegato va a Roma, Badii resta al presidio con allevatori e agricoltori: dal conto alla rovescia «9 dicembre, l'inizio della fine», alla caccia al «traditore».
Si spacca il Life (Liberi imprenditori federalisti europei), una delle sigle che reggono il presidio di Soave del «Coordinamento 9 dicembre»: il presidente Lucio Chiavegato sarà a Roma lunedì 10 febbraio, la sua vice Patrizia Badii resta sotto il tendone all'uscita del casello A4 e ribadisce di esserne la responsabile.
Quel che è successo davvero domenica al presidio lo raccontano i tanti post su Facebook visto che l'annunciata conferenza stampa non c'è stata.
E si capisce che il fronte è così costitutito:
Badii sta con Mariano Ferro (I Forconi) e dice lei stessa di stare «dalla parte degli agricoltori e dei mungitori».
In altre parole sodalizio con i Cobas del latte di Eugenio Rigodanzo e Azione rurale di Giorgio Bissoli.
Trecento persone presenti domenica, toni forti, insulti a Ferro.
E adesso? Chiavegato guarda avanti: «Si va a Roma il 10 febbraio.
Ognuno provveda alla trasferta, quella dei pullman gratis è una bufala». Esauriti in pochi giorni i posti al Flaminio Village, ieri la nuova «base» del presidio capitolino è stato indicato nel Camping village Roma, sull'Aurelia.
Chiavegato, due settimane fa invitava alla calma per costruire la «massa» che avrebbe evitato di fare la rivoluzione con quattro gatti: «La tensione è altissima, la gente vuole che si faccia qualcosa e a fermarla non può essere la burocrazia interna al direttivo.
Sono 40 giorni che mi scontro con decisioni interne, costruttive ma non capite dalla gente, sto vivendo una pressione altissima.
In questa esasperazione, è molto più pericoloso non fare nulla: scendere a Roma significa portare la sofferenza degli italiani nelle strade del potere e costringerlo a vederci».Insomma, Roma è «la base che spinge».
E le altre sigle? «Non ci sono più le sigle, non funzionano più. Oggi ci sono tanti singoli uniti solo dalle difficoltà».
E i leader del presidio di Soave? «Scende chi vuole scendere, sono stati tutti compagni di viaggio, non criticherò».
Lunedì Chiavegato, domani la protesta dell'espulso Danilo Calvani: «E chi se ne frega?», replica il veronese.
Roma: che farete? «Si deciderà insieme, che si sia in dieci, in cento o in mille. Adesso stiamo preparando il programma dell'accoglienza. Ognuno arriva come vuole e fa capo al Camping village Roma. Lì decideremo, costringeremo la politica a vederci». Quanti sarete? «Non lo so, in tanti si stanno muovendo. Basta nascondersi dietro una tastiera», conclude Chiavegato ribadendo il suo invito ad ogni cittadino, «scendiamo in piazza per il nostro futuro». Info sulla pagina Facebook di Chiavegato.
Dall'altra parte della barricata, Badii chiarisce:
«
Il presidio di Soave non è in linea con l'andare a Roma, non viene organizzato alcun pullman. Il responsabile del presidio è Patrizia Badii non come qualcuno sta divulgando: mai il presidio andrà in mano a gentaglia come quella di domenica».Sospeso l'incontro coi mobilieri di Cerea in programma venerdì, giovedì erano in massa in Friuli a manifestare contro lo scandalo delle quote latte, scandalo «di Stato» che ha dato ragione agli allevatori 17 anni (e tanti suicidi) dopo i fatti.
Lunedì scorso, invece, a Bovolone a contestare Coldiretti che non avrebbe fatto gli interessi degli agricoltori.
Esempi concreti? Quote latte, contraffazione alimentare, riforma del settore bieticolo «con la svendita del comparto», acquisto di mangimi esteri Ogm.
Paola Dalli Cani