Oggi a Brescia si decide la scarcerazione di Badiihttp://www.larena.it/stories/Home/70917 ... e_di_badiiI sessanta giorni del Leone al Presidio di Soave.
Se lo contendono i tanti gruppi indipendentisti veneti, e lui, che placidamente sta spaparanzato sul vessillo rosso di San Marco, nell'apprestarsi ad esser festeggiato il 25 aprile - il giorno del santo, appunto -, non dimentica i suoi sessanta giorni al Presidio «9 dicembre» a Soave. Presidio forte e compatto fino a fine gennaio, con quei due mesi a tutta adrenalina a cui concorsero Lucio Chiavegato e Patrizia Badii (presidente e vice dei Liberi imprenditori federalisti europei, il Life) prima di divorziare.
Lo notarono tutti, da subito, che l'unico vessillo sul Presidio, che giusto da tre giorni ha smobilitato in zona commerciale a Soave, era quello di San Marco.
Alle richieste di spiegazioni, però, seguivano generici accenni alle identità dei tanti popoli italiani. Popoli, termine che Chiavegato il 26 gennaio, durante una conferenza stampa col presidio tutto, associò all'aggettivo liberi.
Dieci giorni dopo Chiavegato andava per conto suo col gruppo C9D-Popoli liberi, Badii faceva rinascere il presidio col nome di «Risveglio» e rimpiazzando il leone col tricolore.
Sono stati una coppia di ferro per più di dieci anni su temi centrali quali «liberismo e federalismo», come si legge sul sito istituzionale. Si sono ritrovati nello stesso luogo, alla Casa circondariale di Montorio, lo scorso 2 aprile, arrestati entrambi assieme ad altri 22 presunti secessionisti veneti nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Brescia. Chiavegato è in libertà da venerdì scorso. Questa mattina a Brescia il tribunale affronta invece l'istanza di riesame relativa a Patrizia Badii e a Luca Vangelista, suo marito, pure lui ancora detenuto.P.D.C.
http://www.larena.it/stories/Home/70173 ... _ingannataPatrizia Badii, la pasionaria veronese di origine fiorentina arrestata nel blitz contro i secessionisti accusati di terrorismo, scrive dal carcere dove è rinchiusa in isolamento, si scaglia contro la trasmissione di Rai3 Report. La Badii, che in trasmissione ha raccontato alcuni episodi legati a vicende leghiste negli enti come il Quadrante Europa, sostiene attraverso i suoi legali Stefano Marchesini e Paola Ziviani che il filmato è stato girato senza che lei fosse informata. «Non si trattava di un'intervista bensì di un colloquio», dicono gli avvocati, «che le era stato richiesto e non era assolutamente stata informata che ciò fosse ripreso, non accorgendosi nemmeno della presenza di eventuali telecamere».
Insomma, la consueta tecnica della telecamera nascosta. «Ciò è confermato anche dal fatto che le immagini ritraenti la figura della Badii», sostengono i suoi avvocati, «fossero tutte dal basso verso l'alto. In ogni caso non le è stato mai richiesto alcun consenso all'utilizzazione dell'immagine e del colloquio medesimo trasmesso come se fosse stata un'intervista».
E quindi? Quindi la Badii intende procedere penalmente contro gli autori della trasmissione. Dicono infatti i legali: «Stante la palese violazione della normativa in materia di privacy la nostra assistita ha incaricato di procedere in merito».
Ma questo è solo uno degli aspetti della vicenda che vede protagonista la veronese-fiorentina, ex segretaria di sezione della Lega, e già leader dei Forconi. I legali, preannunciando la discussione al Riesame di Brescia, spiegano che nel loro ultimo accesso in carcere hanno trovato i loro assistiti Luca Vangelista e Patrizia Badii fisicamente provati. Entrambi sono rinchiusi in isolamento con la porta blindata sempre chiusa e munita solamente di un piccolo spioncino di ispezione. «Mentre Luca Vangelista si trova in cella assieme a Tiziano Lanza e Lucio Chiavegato, Patrizia Badii è sola nella propria cella. Dal giorno dell'arresto - è sofferente di ipertensione - non riusciva ad alimentarsi ed ha iniziato a mangiare qualche cosa solo da lunedì 7 aprile».
Inoltre, continuano i legali, «rifiuta di assumere farmaci calmanti e nonostante lamenti episodi di vertigine e parestesia alla mano destra non viene sottoposta ad accertamenti medici anzi, riferisce la nostra assistita, ha anche dovuto attendere circa sei ore dalla richiesta per avere un farmaco per il mal di testa».
Quello che la Badii non accetta e non sopporta è di «essere ritenuta o classificata quale ”terrorista" e men che meno violenta o di essere accusata di aver svolto attività di eversione all'ordine democratico». Il giorno prima dell'arresto, avvenuto il 2 aprile, era nell'aula della Commissione Agricoltura del Senato per discutere i problemi delle quote latte in rappresentanza dei cosiddetti Forconi e da dicembre fino all'arresto ha vissuto nel presidio di Soave.