Sołedansa e fradełansa veneta

Sołedansa e fradełansa veneta

Messaggioda Berto » ven feb 07, 2014 10:17 pm

Sołedansa e fradełansa veneta
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Nel Patto del Grütli si dice: «(..) gli uomini della valle di Uri, la comunità della valle di Svitto e quella degli uomini in Untervaldo, considerando la malizia dei tempi ed allo scopo di meglio difendere e integralmente conservare sé ed i loro beni, hanno fatto leale promessa di prestarsi reciproco aiuto, consiglio e appoggio, a salvaguardia così delle persone come delle cose, dentro le loro valli e fuori, con tutti i mezzi in loro potere, con tutte le loro forze, contro tutti coloro e contro ciascuno di coloro che ad essi o ad uno d’essi facesse violenza, molestia od ingiuria con il proposito di nuocere alle persone od alle cose».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sołedaretà e fradełansa veneta

Messaggioda Berto » sab feb 08, 2014 8:02 am

La L.I.F.E. si ritrova e lancia la “fratellanza veneta”
Sabato 12 ottobre

http://www.lindipendenza.com/la-l-i-f-e ... nza-veneta


di PATRIZIA BADII*

Sabato 12 ottobre scorso, all’Hotel Venice di Grisignano (Vicenza), si e’ tenuto il convegno della L.I.F.E. intitolata “SOLIDARIETA’ VENETA”. Hanno preso parte quasi 200 persone, tra imprenditori, piccoli artigiani e molta gente comune.

Il Presidente Lucio Chiavegato ha aperto la giornata spiegando ai presenti cosa è la L.I.F.E. (Liberi Imprenditori federalisti Europei), e che cosa, da ora in avanti, avrebbe fatto questa organizzazione storica: da oggi parte una battaglia a muso duro contro tutti i soprusi e tutte le vessazioni compiute dallo stato italiano a spese del popolo veneto. Una battaglia che va condotta “facendo fratellanza”. Come si fa fratellanza? “Fratellanza la si fa, stando attenti a ciò che accade al nostro vicino, all’imprenditore che abbiamo accanto al nostro capannone, all’artigiano. Fratellanza la fa l’imprenditore con i suoi operai, perché bisogna capire che l’azienda dove lavoriamo è una famiglia e solo se si rimane uniti si vince”, ha sostenuto Chiavegato.

Hanno preso la parola anche Daniele Quaglia, presidente L.I.F.E. Treviso e Geremia Agnoletti, ma gli stessi veneti presenti in sala hanno chiesto la parola e dal palco hanno voluto raccontare le loro storie di ordinaria tragedia, della solitudine e delle loro azienda chiuse, degli imbrogli e del ladrocinio subito dalle banche e dagli enti di Stato italiani che governano il territorio. Alcuni operai hanno raccontato della loro vergogna (che vergogna non è) nel non riuscire più a mantenere la famiglia e di come con disperazione, tutte le volte aprono la cassetta della posta, temono qualche cartella da pagare, di come si sentono oramai fuori, esclusi dall’ambiente del lavoro.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 2/1113.jpg

Alla fine della giornata, tutti i presenti hanno voluto aderire al patto di fratellanza, lasciando i loro nominativi al fine di far parte dei gruppi d’azione che si stanno organizzando per intervenire al grido di “aiutiamoci a vicenda”. Gruppi d’azione che non si comporteranno certo come delle” dame della carità”. Anzi, saranno gruppi attivi e determinati a bloccare qualsiasi attacco da parte degli enti statali e dello Stato stesso ai danni dei veneti.

La mission, ora, è quella che di fare in modo che altri veneti aderiscano all’iniziativa, affinché vengano organizzati gruppi in ogni provincia, così da costitutire lo zoccolo duro della fratellanza,che “non permetterà più a nessuno di estirpare sangue dalle nostre vene e che più nessun imprenditore veneto e nessun operaio debba suicidarsi. La giornata s’è proprio chiusa con un appello forte: “Non suicidatevi, ma venite a combattere. Vinceremo, perché uniti si vince sempre”.

*Responsabile L.I.F.E. VERONA

LIFE e fradelansa veneta a Viçensa
https://www.facebook.com/pages/LIFE-Sol ... 73?fref=ts

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 00x245.jpg

IFE e fradelansa veneta a Verona
https://www.facebook.com/pages/LIFE-Ven ... 41?fref=ts

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rona1-.jpg



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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /02/27.jpg
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Re: Sołedaretà e fradełansa veneta

Messaggioda Sixara » dom feb 09, 2014 11:22 am

Elora : lùvi o simiòti? :D
Tuti 2 - te dixi.. mi sarìa pa la Republica de i Gàti eh.. :D
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Re: Sołedaretà e fradełansa veneta

Messaggioda Berto » dom feb 09, 2014 12:27 pm

Si si mejo i łovi, i makaki, i can e i gati ke sta fradełànsa de sasini kive:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... talega.jpg

Basta sti pecà mortali kì!
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Re: Sołedaretà e fradełansa veneta

Messaggioda Berto » mar apr 22, 2014 10:53 pm

Gnanca on veneto a ghe jera a darghe conforto, ke mexeria omana!


http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.9034290

Sparò al bancario, condannato a 16 anni
Pena più pesante rispetto alla richiesta del pm. Franceschi presente in aula con addosso la divisa delle guardie venete

di Cristina Genesin
CAMPODARSEGO. Sempre solo, con addosso una lustra divisa da guardia veneta. Intorno a lui agenti di polizia penitenziaria, carabinieri e poliziotti della Digos. Nessun sostenitore, né dentro né fuori del Palazzo di giustizia. Presente il figlio che ha regalato un sorriso triste al padre, prima del suo ennesimo e, stavolta, definitivo trasferimento in carcere. Perché in carcere ci starà parecchio: 16 anni e 15 giorni almeno. Ecco la condanna decisa ieri dal tribunale di Padova per Luciano Franceschi, 54 anni, il commerciante indipendentista veneto di Borgoricco che, la mattina dell’11 febbraio 2013, sparò contro il direttore generale della Banca di credito cooperativo (Bcc) dell’Alta Padovana, Pier Luigi Gambarotto, riducendolo in fin di vita. Fu un tentato omicidio premeditato secondo il collegio giudicante (presieduto da Nicoletta De Nardus, a latere Beatrice Bergamasco e Tecla Cesaro) che ha letto la sentenza con contestuale motivazione ieri alle 19.25, dopo quasi sette ore di camera di consiglio. Franceschi doveva pure rispondere di porto abusivo di una pistola calibro 7,65 e delle munizioni.
Più mite la richiesta di condanna del pm Marco Peraro (12 anni e mezzo) che aveva escluso l’aggravante della premeditazione. Inoltre il tribunale ha condannato l’imputato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale durante l’espiazione della pena; al pagamento delle spese processuali, delle spese legali alle parti civili (8 mila 500 euro), delle spese di mantenimento in custodia cautelare; infine al versamento di una provvisionale (anticipo del risarcimento) di 60 mila euro alla vittima (tutelato dall’avvocato Carlo Augenti) e di 15 mila alla banca (assistita dall’avvocato Umberto Pauro), mentre l’integrale quantificazione dei danni è stata rimessa al giudice civile.
L’avvocato Carlo Mursia ha svolto fino in fondo il suo compito di difensore nonostante la ricusazione dell’imputato, sostenendo la tesi che i colpi di pistola sarebbero stati esplosi accidentalmente durante una colluttazione.
Poi Franceschi ha preso la parola. Ha ringraziato il presidente De Nardus per averlo «fatto arrivare in aula in modo decoroso» (in mattinata aveva minacciato di presentarsi in mutande se gli fosse stata negata la “divisa” veneta); ha ricusato il tribunale e la corte d’appello oltre al terzo legale d’ufficio; ha ribadito di aver voluto compiere un gesto di protesta, insistendo sul “corpo a corpo” con il direttore e sull’esplosione del tutto accidentale dei colpi; ha accusato di essere stato rinchiuso per un periodo in una cella con due africani pazzi che lo avrebbero aggredito a sangue.

Infine ha concluso: «La sentenza l’avete già scritta... Io me ne starò in cella in attesa della pasqua veneta che, per me, è la liberazione... Mi verranno a liberare quelli di San Marco».
12 aprile 2014

Scuxame Françeski par no esarghe stà, speravo ke ki te jera pì arente el ne enformase, anvençe gnente!
Saria vegnesto volentiera a darte on sorixo, pecà!


Me faso skifo|


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https://www.youtube.com/watch?v=7ZBKSnMAKzQ

Parké no ne ghè enformà del dibatemento.
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Re: Sołedaretà e fradełansa veneta

Messaggioda Berto » mer apr 23, 2014 6:17 pm

Oggi a Brescia si decide la scarcerazione di Badii

http://www.larena.it/stories/Home/70917 ... e_di_badii

I sessanta giorni del Leone al Presidio di Soave.
Se lo contendono i tanti gruppi indipendentisti veneti, e lui, che placidamente sta spaparanzato sul vessillo rosso di San Marco, nell'apprestarsi ad esser festeggiato il 25 aprile - il giorno del santo, appunto -, non dimentica i suoi sessanta giorni al Presidio «9 dicembre» a Soave. Presidio forte e compatto fino a fine gennaio, con quei due mesi a tutta adrenalina a cui concorsero Lucio Chiavegato e Patrizia Badii (presidente e vice dei Liberi imprenditori federalisti europei, il Life) prima di divorziare.

Lo notarono tutti, da subito, che l'unico vessillo sul Presidio, che giusto da tre giorni ha smobilitato in zona commerciale a Soave, era quello di San Marco.

Alle richieste di spiegazioni, però, seguivano generici accenni alle identità dei tanti popoli italiani. Popoli, termine che Chiavegato il 26 gennaio, durante una conferenza stampa col presidio tutto, associò all'aggettivo liberi.

Dieci giorni dopo Chiavegato andava per conto suo col gruppo C9D-Popoli liberi, Badii faceva rinascere il presidio col nome di «Risveglio» e rimpiazzando il leone col tricolore.

Sono stati una coppia di ferro per più di dieci anni su temi centrali quali «liberismo e federalismo», come si legge sul sito istituzionale. Si sono ritrovati nello stesso luogo, alla Casa circondariale di Montorio, lo scorso 2 aprile, arrestati entrambi assieme ad altri 22 presunti secessionisti veneti nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Brescia. Chiavegato è in libertà da venerdì scorso. Questa mattina a Brescia il tribunale affronta invece l'istanza di riesame relativa a Patrizia Badii e a Luca Vangelista, suo marito, pure lui ancora detenuto.P.D.C.


http://www.larena.it/stories/Home/70173 ... _ingannata

Patrizia Badii, la pasionaria veronese di origine fiorentina arrestata nel blitz contro i secessionisti accusati di terrorismo, scrive dal carcere dove è rinchiusa in isolamento, si scaglia contro la trasmissione di Rai3 Report. La Badii, che in trasmissione ha raccontato alcuni episodi legati a vicende leghiste negli enti come il Quadrante Europa, sostiene attraverso i suoi legali Stefano Marchesini e Paola Ziviani che il filmato è stato girato senza che lei fosse informata. «Non si trattava di un'intervista bensì di un colloquio», dicono gli avvocati, «che le era stato richiesto e non era assolutamente stata informata che ciò fosse ripreso, non accorgendosi nemmeno della presenza di eventuali telecamere».
Insomma, la consueta tecnica della telecamera nascosta. «Ciò è confermato anche dal fatto che le immagini ritraenti la figura della Badii», sostengono i suoi avvocati, «fossero tutte dal basso verso l'alto. In ogni caso non le è stato mai richiesto alcun consenso all'utilizzazione dell'immagine e del colloquio medesimo trasmesso come se fosse stata un'intervista».
E quindi? Quindi la Badii intende procedere penalmente contro gli autori della trasmissione. Dicono infatti i legali: «Stante la palese violazione della normativa in materia di privacy la nostra assistita ha incaricato di procedere in merito».
Ma questo è solo uno degli aspetti della vicenda che vede protagonista la veronese-fiorentina, ex segretaria di sezione della Lega, e già leader dei Forconi. I legali, preannunciando la discussione al Riesame di Brescia, spiegano che nel loro ultimo accesso in carcere hanno trovato i loro assistiti Luca Vangelista e Patrizia Badii fisicamente provati. Entrambi sono rinchiusi in isolamento con la porta blindata sempre chiusa e munita solamente di un piccolo spioncino di ispezione. «Mentre Luca Vangelista si trova in cella assieme a Tiziano Lanza e Lucio Chiavegato, Patrizia Badii è sola nella propria cella. Dal giorno dell'arresto - è sofferente di ipertensione - non riusciva ad alimentarsi ed ha iniziato a mangiare qualche cosa solo da lunedì 7 aprile».
Inoltre, continuano i legali, «rifiuta di assumere farmaci calmanti e nonostante lamenti episodi di vertigine e parestesia alla mano destra non viene sottoposta ad accertamenti medici anzi, riferisce la nostra assistita, ha anche dovuto attendere circa sei ore dalla richiesta per avere un farmaco per il mal di testa».
Quello che la Badii non accetta e non sopporta è di «essere ritenuta o classificata quale ”terrorista" e men che meno violenta o di essere accusata di aver svolto attività di eversione all'ordine democratico». Il giorno prima dell'arresto, avvenuto il 2 aprile, era nell'aula della Commissione Agricoltura del Senato per discutere i problemi delle quote latte in rappresentanza dei cosiddetti Forconi e da dicembre fino all'arresto ha vissuto nel presidio di Soave.
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Re: Sołedaretà e fradełansa veneta

Messaggioda Berto » lun mag 26, 2014 6:32 pm

Nel Patto del Grütli si dice: «(..) gli uomini della valle di Uri, la comunità della valle di Svitto e quella degli uomini in Untervaldo, considerando la malizia dei tempi ed allo scopo di meglio difendere e integralmente conservare sé ed i loro beni, hanno fatto leale promessa di prestarsi reciproco aiuto, consiglio e appoggio, a salvaguardia così delle persone come delle cose, dentro le loro valli e fuori, con tutti i mezzi in loro potere, con tutte le loro forze, contro tutti coloro e contro ciascuno di coloro che ad essi o ad uno d’essi facesse violenza, molestia od ingiuria con il proposito di nuocere alle persone od alle cose».


En Veneto endove xela la fradelansa veneta?
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Re: Sołedaretà e fradełansa veneta

Messaggioda Berto » mer feb 01, 2017 10:06 pm

CLNV, Plebiscito. eu, LIFE, Gandhi, ła dexobediensa fiscal e łe tàse
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Re: Sołedansa e fradełansa veneta

Messaggioda Berto » dom lug 08, 2018 9:11 pm

LIFE: La bandiera della solidarietà
6 luglio 2018
Da daniele

http://www.life.it/1/life-la-bandiera-della-solidarieta


Davanti ai Tribunali non può mancare la bandiera della solidarietà LIFE: nel 2018, il 15 giugno a Rovigo, il 5 luglio a Vicenza, nel 2017 in dicembre a Padova, in ottobre a Brescia, in settembre a Treviso ……

La solidarietà è far si che gli altri non si sentano soli e a volte basta la presenza, una stretta di mano, uno sguardo o una parola di incoraggiamento anche quando, non si condividono appieno le idee o i metodi.

Il minimo da spendere è il tempo.

Chi si è trovato almeno una volta in situazioni complicate conosce il valore immenso della solidarietà.

Chi si è trovato a rischiare il carcere, o a provarlo, per questioni ideologiche e politiche legate al sogno di un Veneto indipendente lo sa ancora meglio: chiedetelo ai Serenissimi quando erano trasportati dai cellulari della Polizia penitenziaria all’aula bunker di Mestre e vedevano le nostre bandiere marciane sventolare o quando dall’interno del carcere sentivano al di fuori inneggiare a San Marco e al Veneto Libero.

Tra quelle bandiere c’erano anche quelle LIFE e tra chi inneggiava fuori dal carcere c’erano tanti uomini LIFE: non siamo mai mancati quando c’era da manifestare la nostra solidarietà, sia nei confronti degli imprenditori che continuano a chiamare per questioni legate al rapporto con lo Stato ed i suoi Enti, sia nei confronti di indipendentisti che incadono nelle azioni repressive dello stato italiano.

Non siamo mai mancati e non mancheremo mai perché manifestare solidarietà davanti e dentro i tribunali dell’okkupante , nei confronti di chi lo osteggia è per questi un corroborante e un micidiale esautorante nei confronti del Palazzo.

Ai Tribunali di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza, e anche Brescia, lo sanno già da molti anni.

Daniele Quaglia




Alberto Pento
Io non posso più essere solidale con tutti sempre, comunque e a prescindere, tanto meno a presenziare ovunque, sempre, comunque e a prescindere, laddove si compiono atti che non condivido.
Mi dispiace, ma io non posso più stare con chiunque basta che abbia in mano la bandiera veneta, si dica veneto e dica di agire per i veneti e in nome di veneti.
Per me è finito il periodo dell'incoscienza e dell'irresponsabilità. Non ho più nemmeno un minuto e un grammo di energia da perdere, da buttare, da sprecare.
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Torna a 9 deçenbare, a se scuminsia (?) (ła rivolta dei maltratà)

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