Corusion tałiana e romana

Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » ven feb 07, 2014 9:20 pm

Metropolitana, a Roma c’è il cantiere più caro di tutta Europa

http://www.lindipendenza.com/metropolit ... tta-europa

“I lavori della Linea C stanno andando avanti. Entro il 2012 pensiamo di ultimare e aprire al pubblico la tratta Montecompatri-Centocelle. Da qui a fine consiliatura incrementeremo del 50 percento l’attuale rete metropolitana”. Così parlò Antonello Aurigemma, assessore alla Mobilità di Roma Capitale durante l’amministrazione di Gianni Alemanno. Parole che oggi, dopo due anni esatti, rimangono tali.

La Linea C della metropolitana di Roma, il più grande e costoso cantiere pubblico d’Europa, rimane ancora un mistero. Tra escavatori e trivelle, a progredire, più delle gallerie, sono i costi.

Nel 2004 il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) sblocca i fondi necessari e definisce la previsione di spesa in 3 miliardi e 47 milioni di euro. Cifra di per sé già considerevole, se non fosse che una relazione della Corte dei Conti, nel dicembre 2011, parla di spese ormai divenute ingestibili, che sfiorano i 6 miliardi di euro. La terza linea della Capitale diventa un pozzo senza fondo, dove i soldi spariscono e i lavori si allungano per tempi ancora oggi indefiniti, fra cantieri interminabili e indagini della magistratura.

Sono ben tre le inchieste aperte dai giudici contabili: una riguardante l’individuazione delle varianti in corso d’opera che hanno provocato ritardi su ritardi; un’altra sui possibili danni che gli scavi potrebbero arrecare ai beni archeologici; l’ultima sui finanziamenti erogati al consorzio Metro C, responsabile dei lavori e formato dalle società Ansaldo, Astaldi, le cooperative Cmb e Ccc, e Vianini, azienda di proprietà del gruppo Caltagirone.

“La Linea C è un’opera pensata male e realizzata peggio – taglia corto il procuratore regionale della Corte dei Conti Raffaele De Dominicis – arriverà, forse, a San Giovanni, non di più. Il ritardo accumulato è dovuto al fatto che se i lavori durano di più, le opere costano di più. Le responsabilità sono di tutti, ma bisogna dire che, in un certo senso, la politica è vittima di questo sistema subdolo, atto a favorire l’interesse privato su quello pubblico attraverso una serie enorme di varianti in corso d’opera”.

Nel 2012 tali varianti risultano addirittura 39, “più di due per chilometro ad oggi cantierizzato”, ci spiega l’ingegner Antonio Alei, esperto in sistemi di mobilità, progettista di sistemi di trasporto su ferro in città come Roma, Firenze, Bologna e Lima, Capitale del Perù: “Che possa esserci qualche sorpresa in fase progettuale, può sempre accadere. Ma queste varianti erano davvero tutte necessarie o imprevedibili?”.

Vediamone sinteticamente qualcuna, come riportato dal già citato documento stilato dalla Corte dei Conti: Perizia di Variante numero 1/DL, relativa all’adeguamento della sede stradale per passaggio autobus: 2 milioni 648mila 267 euro; Perizia di Variante numero 7/DL, relativa a rilievi e indagini per le tratte T2 e T3: 4 milioni 752mila 332 euro; Perizia di Variante numero 14/DL, relativa alla realizzazione di diaframmi in alcune stazioni: 21 milioni 473mila 188 euro. Questo giochetto è continuato all’infinito per circa dieci anni, e ora ci ritroviamo con stazioni ancora incomplete e cantieri che hanno sventrato persino il centro storico di Roma, protetto da innumerevoli vincoli di carattere urbanistico, ambientale e archeologico. Ma quello delle varianti in corso d’opera è solo un aspetto del problema, il più noto. Una questione da molti sottaciuta è quella dei subappalti. Le ditte sopranominate sono le principali componenti del consorzio Metro C, affidatario dei lavori da parte di Roma Metropolitane, municipalizzata del Campidoglio. Ma le società in gioco sono molte di più: ben 2.400, che hanno ricevuto in subappalto la realizzazione dei lavori lungo l’intera tratta da Montecompatri fino a Colosseo.

“Gestire così tante ditte non è cosa da poco – sottolinea l’ingegnere Alei – si rende difficile la gestione dell’appalto e si può dare spazio a false spese o a ribassi anomali sui lavori, così da favorire la ditta affidataria a discapito della qualità dell’opera. A Madrid – prosegue Alei – i lavori sulle nuove linee della metro sono proseguiti spediti perché l’opera è stata frazionata in lotti funzionali indipendenti, ciascuno col proprio appaltatore e responsabile dei lavori. Il controllo della stazione appaltante è così più facile e semplificato rispetto a un megacontratto con una singola entità che, a sua volta, si trova a dover gestire una pletora di subappaltatori e fornitori, su cui un controllo centralizzato diventa inefficace e aleatorio”.

E mentre i subappalti si moltiplicano, i costi lievitano. Un confronto svolto dall’ingegner Alei con altre realtà internazionali non lascia spazio a molti dubbi: i costi della Metro C di Roma hanno raggiunto livelli assolutamente ingiustificabili. Solo due esempi: a Torino, per realizzare la metropolitana leggera durante i giochi Olimpici Invernali, si è speso 6,20 milioni di euro a chilometro per scavo e rivestimento gallerie; nella stessa Roma, nel 2008, per la realizzazione della tratta B1 da piazza Bologna a Conca d’Oro, i fondi sborsati sono pari a 6,35 milioni di euro per chilometro. “Per la Metro C si possono ipotizzare 40 milioni di euro al chilometro per entrambe le gallerie a binario semplice – precisa l’ingegnere Alei – l’attrezzaggio ferroviario e impiantistico inciderebbe per altri 15 milioni. Arriviamo a 100 milioni con i costi di deposito officina. Con le difficoltà di scavo, i ritrovamenti archeologici, consolidamenti vari, si potrebbe arrivare a 200 milioni di euro per chilometro. Ogni altra spesa sarebbe ingiustificabile”.

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Ed è proprio ciò che è accaduto con la Metro C, visto che, facendo due calcoli, si giunge alla bella cifra di 300 milioni di euro per chilometro qualora la previsione di spesa stilata dalla Corte dei Conti (5 miliardi e 72 milioni di euro) risulti corretta. Previsione sempre più vicina alla realtà dei fatti, soprattutto nella tratta T3, quella che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) collegare piazza San Giovanni al Colosseo, per la quale il Cipe ha stanziato 800 milioni di euro: “Tutti mutui trentennali che scaricheremo sulle spalle dei nostri figli – afferma l’architetto Paolo Gelsomini, presidente dell’associazione Progetto Celio – Basti pensare che il Ponte sullo Stretto di Messina doveva costare 4 miliardi e mezzo. Qui si sfiorano i 6. E scordatevi che la Linea possa arrivare a Piazza Venezia, dove pure hanno già impiantato il cantiere: ci sono ragioni archeologiche e geologiche che non lo permettono”.

Ma intanto, come rilevato dall’architetto, i cantieri sono già aperti, il panorama di via dei Fori Imperiali e piazza Venezia, nel pieno centro storico della Capitale, è costellato da paratie e cancellate gialle, con impressa la scritta “Lavori Linea C”, con tanto di cartelli che annunciano “indagini archeologiche”. E proprio quello dei beni archeologici è l’ennesimo pomo della discordia. Le denunce e le diffide non si contano più, in particolare da parte dei cittadini dell’associazione “Progetto Celio”.

Fare ordine in questo caos non è semplice, la Linea C di Roma subisce continue modifiche, la più importante delle quali è sicuramente quella che interviene sui chilometri di linea: dai 43 iniziali ai circa 25 attuali. Come dire: torniamo a più miti consigli, i soldi non ci sono. Ma proprio questo costituisce un assist alle associazioni che si oppongono ai lavori perché si rivedano le caratteristiche del progetto, in particolare per quanto concerne il centro storico. La nuova proposta cambia radicalmente le carte sul tavolo, eliminando le stazioni di Argentina e Risorgimento. Perché, si domandano le associazioni, sventrare il centro storico capitolino per appena tre stazioni (San Giovanni, Colosseo, Venezia) quando già piazza San Giovanni e Colosseo sono servite tutt’oggi da altrettante linee di metropolitana? Non è tutto, c’è un altro aspetto tecnico tenuto sotto silenzio almeno quanto quello dei subappalti: la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), eseguita nel 2004.

L’associazione Italia Nostra propone, in quegli anni, un’alternativa basata sulla metropolitana “leggera” (alla stregua di quella di Torino), costruita poco sotto la sede stradale, così da evitare scavi troppo profondi che avrebbero sicuramente messo in pericolo l’ingente patrimonio archeologico e artistico di cui l’area dei Fori Imperiali è strapiena. Niente da fare: la proposta viene bocciata per motivi tecnici: «Bisogna adeguare la nuova tecnologia con quella già esistente per le Linee A e B», è la risposta ufficiale. L’Ufficio VIA non dà alcun riscontro e così si procede con le trivelle: nel 2006 vengono appaltati i lavori e si comincia a scavare nella tratta che porta da Pantano a Lodi, nel quartiere del Pigneto. «Ma il progetto definitivo ha stravolto totalmente quello iniziale», denunciano dall’associazione Progetto Celio: “ubicazione e profondità delle stazioni, tipologia dei tunnel, tecniche di esecuzione degli scavi, tempi e modi nella cantierizzazione”. L’associazione chiede dal 2010 di riaprire la procedura VIA, ma le risposte continuano a latitare. Eppure il problema non è solo di carattere archeologico, ma anche di incolumità fisica: «Col nuovo progetto si invadono pezzi di territorio non previsti nel 2004 – dichiara l’architetto Gelsomini – si vanno a toccare falde acquifere mai considerate. Il Tevere è a due passi, l’acqua potrebbe invadere le cantine delle abitazioni presenti. La Regione Lazio ha il dovere istituzionale di riaprire la procedura VIA con il concorso attivo e partecipativo dei cittadini”.

“L’area dei Fori Imperiali è sottoposta a vincolo di inedificabilità dal 2007 – dichiara l’architetto Paola Giannone, fra i più attivi oppositori del progetto Linea C soprattutto per quanto riguarda la tratta che attraversa il centro storico – C’è il vincolo di tutela dei Beni Culturali, in vincolo di interesse archeologico e paleontologico previsto dal Decreto 490/1999, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico prevista dalla Costituzione. Quella VIA è del tutto illegittima: risulta retrodatata rispetto al parere espresso dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici di Roma, rilasciata nel giugno 2003, e rispetto alle leggi intanto approvate: la 42 del 2004 e il Vincolo di Inedificabilità Assoluta su via dei Fori Imperiali. Tutti gli organismi coinvolti dovevano esprimere il loro parere, ma nei fatti, all’interno del testo della VIA, non si fa cenno alcuno ai vincoli citati”.

Insomma, in sintesi, il consorzio Metro C, secondo l’architetto, sta operando con una Valutazione di Impatto Ambientale ormai obsoleta. “La giunta di Ignazio Marino è stata la prima a puntare i piedi e a cercare di capire cosa sta succedendo nella Metro C – ci dice il segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini – è vero, sono stati sbloccati altri 166 milioni per la tratta T3, quella del centro storico. Mal’assessorato al Bilancio ha messo alcuni punti fermi, vuole certezze per evitare ulteriori sperperi”. Ex consigliere municipale di Roma, nel 2005 Staderini fu l’unico a dichiarare pubblicamente che l’opera approvata dal Cipe non si sarebbe mai fatta: “Ma non perché io abbia capacità profetiche: semplicemente avevo letto le carte, avevo contattato alcuni esperti indipendenti e non avevo politicanti e capibastone che mi richiamavano all’ordine nel caso sgarrassi. La Metro C è un mistero per tutti. A Roma nessuno può parlarne, men che meno i mezzi di informazione. Vorrei pubblicamente chiedere ai responsabili dei lavori e al consorzio Metro C: esiste un progetto? Perché noi non lo abbiamo ancora capito. I cantieri sono stati aperti, ma le stazioni non si sa quando si vedranno complete. Roma Metropolitane dice che nel 2016 sarà operativa la tratta San Giovanni-Colosseo? Io scommetto quello che volete che quelle stazioni non le vedremo nemmeno nel 2018”. Parole confermate dagli ultimi sviluppi riguardo l’ormai infinita telenovela Metro C.

Il consigliere comunale Riccardo Magi, eletto anch’egli nelle liste dei Radicali, pubblica dei documenti inediti che mostrano lo stallo in cui è precipitato il più grande cantiere del Paese: miliardi di euro spesi per un progetto inesistente e condotto con metodi che potremmo definire “poco ortodossi”.

Sì, perché come dimostrano i documenti pubblicati dal consigliere, l’accordo stipulato fra Roma Metropolitane e consorzio Metro C il 9 settembre 2013 per la ridefinizione del contratto di esercizio, è stato firmato senza il parere preventivo degli enti cofinanziatori (vale a dire lo Stato e la Regione Lazio). Si parla di 203 milioni 918mila 949,64 euro erogati come compenso alle imprese affidatarie dell’appalto e sbloccati per favorire il prosieguo dei lavori. Piccolo particolare: il Dipartimento Mobilità e Trasporti del Campidoglio evidenzia, il 25 ottobre 2013, che l’accordo è stato preso senza il suo diretto coinvolgimento. Gli sviluppi più recenti, come racconta il documento pubblicato su opencampidoglio.it, sottolineano come le decisioni prese da Roma Metropolitane potrebbero produrre debiti fuori bilancio nelle già disastrate casse dell’amministrazione Marino, in quanto manca la preventiva autorizzazione e la relativa copertura finanziaria assicurata dal Campidoglio e dall’assessorato al Bilancio. Un pastrocchio senza capo né coda dove gli uffici dello stesso ente non comunicano fra loro; un caos ormai decennale ha prodotto debiti su debiti nella pubblica amministrazione, a vantaggio delle imprese costruttrici riunite nel consorzio. La pedonalizzazione del centro storico e la mobilità sostenibile, vagheggiate da molte giunte a questa parte, risultano una chimera impossibile da realizzare, nel Paese in cui le opere pubbliche sviluppano solo guadagni privati.

FONTE ORIGINALE: http://www.paralleloquarantuno.it/ – di Enrico Nocera
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » lun feb 17, 2014 8:45 pm

Fondi Ue, Italia paese delle frodi. La maggior parte al Sud

http://www.lindipendenza.com/fondi-ue-i ... rte-al-sud

Italia, il paese della truffa. The “Italian job” è un must, un’etichetta che hanno affibbiato al “belpaese” un po’ tutti gli altri paesi.
Il fenomeno delle irregolarità e delle frodi nell’utilizzazione dei Fondi comunitari “continua a destare allarme, anche in considerazione del fatto che, tra i sistemi utilizzati, e’ frequente la mancata realizzazione delle attivita’ finanziate”.
E’ quanto emerge dalla relazione annuale della Corte dei Conti su “I rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi comunitari”, che e’ stata inviata al Parlamento.

La Corte sottolinea che, “anche nell’anno 2012, si e’ registrato un incremento complessivo degli importi da recuperare, in gran parte ascrivibili ai fondi strutturali. I programmi maggiormente interessati da irregolarita’ e da frodi sono quelli regionali, con gli importi piu’ rilevanti riferibili a regioni del Mezzogiorno inserite nell’Obiettivo Convergenza”.
Per la magistratura contabile “tale condotta, oltre a essere strumentale all’illecita distrazione dei fondi concessi, danneggia le finalità specifiche dei contributi, che attengono alla riqualificazione professionale dei lavoratori e allo sviluppo delle attività imprenditoriali, e vanifica l’obiettivo di incentivare la crescita nei settori e nelle aree interessate”.
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » gio feb 27, 2014 9:16 pm

L’Iceberg dei Saraceni.
Pubblicato 20 febbraio 2014 | Da daniele

http://www.life.it/liceberg-dei-saraceni/#more-4533

L’elenco qui sotto, che si riferisce a Pubblici Ufficiali arrestati per corruzione e concussione, fa riferimento ai primi 50 giorni del 2014 ed è stato redatto con l’intento di offrire l’idea di come funziona gran parte questo Paese. C’è da tenere in debito conto che questo fenomeno è la sola punta dell’Iceberg saraceno: quello che sta sommerso e mai verrà a galla è solo da immaginare perché è impossibile quantificare.

Le orde italo-saracene si abbattono sull’economia e sui cittadini con il solo intento di predare e fare quanto più bottino, stipate nel ventre della nave Italia attendono l’occasione propizia per l’abbordaggio affamate da un’avidità irrefrenabile.

Si trova di tutto fra questi pirati saraceni: Giudici, ufficiali dell’Esercito, della Marina, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, Ispettori di Polizia, generali, colonnelli, ufficiali, sott’ufficiali e non graduati, Vigili urbani, Ispettori e funzionari delle Agenzie delle Entrate o delle ASL, funzionari di ogni tipo, Onorevoli, Ministri, Presidenti di Regione, di Provincia, sindaci, vice sindaci, assessori, consiglieri e persino il più insospettabile impiegato dell’ufficio anagrafe.

Vedere per credere! Una rappresentanza completa della Pubblica Amministrazione, senza distinzione o preferenza geografica, da Nord a Sud, da Est ad Ovest, dal mare ai monti saraceni sempre pronti all’assalto, pronti a non farsi scappare una buona mazzetta offerta, in corruzione, dall’imprenditore di turno o, i più temerari, pronti a richiedere esplicite tangenti, in concussione. Tanto a pagare siamo sempre noi.

Sadicamente, buon divertimento.

Daniele Quaglia



19 febbraio 2014 Raffaele Lombardo ex Governatore della Sicilia è condannato a 6 anni e 8 mesi per concorso esterno a Cosa Nostra http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/02/ ... vo/266742/

19 febbraio 2014 maresciallo della GdiF di Cattolica(Rimini) arrestato per concussione http://www.romagnaoggi.it/cronaca/catto ... ziere.html

19 febbraio 2014 Antonio Ragusa, generale dei Carabinieri viene arrestato con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -72164.htm

18 febbraio 2014, Raffaele Cantalupo vice sindaco e Maurizio Diaco, assessore all’edilizia amministratori entrambi del comune di Cologno Monzese sono stati arrestati per tangenti inerenti l’appalto per lo smaltimento dei rifiuti http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02 ... re/884912/

17 febbraio 2014 la Procura di Roma chiede per Maurizio Gasparri il rinvio a giudizio per peculato avendo contratto una polizza vita con 600.000 € destinati al suo partito http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... -78838895/

17 febbraio 2014 Vito Giacino vicesindaco di Verona dimessosi a novembre 2013 viene arrestato con l’accusa di corruzione ed abuso d’ufficio http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 93175.html

14 febbraio 2014 Matteo Visani vice sindaco di Fontanelice (BO) arrestato per concussione mentre intasca una mazzetta da 50.000€ http://www.romagnanoi.it/news/imola/120 ... i-per.html

14 febbraio 2014 Giancarlo Giusti ex Gip del Tribunale di Palmi arrestato per corruzione in atti giudiziari a favore della ‘ndrangheta. Era già sospeso dall’attività di Giudice dal 2011 con simile accusa http://www.affaritaliani.it/cronache/nd ... 40214.html

10 febbraio 2014 Salvatore Cirignotta ex magistrato nominato ai vertici de3ll’azienda sanitaria di Palermo è arrestato per turbativa d’asta http://bastacasta.altervista.org/p9844/

6 febbraio 2014 Ferdinando Zara sindaco di Battipaglia (SA) arrestato per concussione .. http://www.titolidigiornali.com/e-di-al ... ncussione/

6 febbraio 2014 Nicolò Ferrara sindaco do Calatafimi-Segesta presidente del Consorzio Trapanese “Legalità e sviluppo” è arrestato per tangenti per l’aggiudicazione di un’asta pubblica http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 17491.html

4 febbraio 2014 Federico Scarcella funzionario Agenzia delle Entrate di Pagani (SA) arrestato per concussione http://www.ilmattino.it/salerno/concuss ... 7947.shtml

4 febbraio 2014 Pietro Volpe magistrato onorario coordinatore dei giudici di Pace di Udine arrestato con l’accusa di corruzione, in atti giudiziari, falsità…abuso… http://messaggeroveneto.gelocal.it/cron ... -1.8606814

3 febbraio 2014 Antonio Parrotta ispettore del lavoro della ASL di Cosenza arrestato per concussione perché chiedeva somme di denaro http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 06413.html

29 gennaio 2014 Francesco del Gaudio funzionario del comune di Castellamare arrestato per concussione http://www.metropolisweb.it/Notizie/Sta ... omune.aspx

25 gennaio 2014 un’impiegata comunale di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) arrestata per concussione e truffa http://www.retesei.com/2014/52064.html

24 gennaio 2014 un alto funzionario della Marina Militare di Augusta arrestato in flagranza di reato di concussione. Chiedeva il 10% sugli appalti http://www.informaresicilia.it/11187/au ... militare/#

22 gennaio 2014 Luigi Pelaggi, funzionario del ministero dell’ambiente arrestato a Milano per truffa, corruzione … http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 41547.html

17 gennaio 2014 Antonio Pacilletti maresciallo della Guardia di Finanza di Schio (VI) arrestato per concussione http://www.vicenzatoday.it/cronaca/schi ... sione.html

16 gennaio 2014 il comandante della Polizia Locale del comune di Pieve Emanuele (MI) arrestato perché si intratteneva i soldi delle multe http://www.grnet.it/sicurezza/forze-del ... dei-vigili

15 gennaio 2014 Rosario Puglisi funzionario Ag.Entrate arrestato per concussione avendo chiesto 10.000 € ad un’azienda per evitare controlli fiscali http://www.riviera24.it/articoli/2014/0 ... o-dimperia

10 gennaio 2014 Giancarlo Pellegrino e Alessandro Del Vecchio marescialli della Guardia di Finanza umbra condannati per concussione http://www.umbria24.it/mazzette-per-con ... 52077.html

8 gennaio 2014 Rosario Lo Conte funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Erba arrestato perché in cambio di tangenti avrebbe ridotto sanzioni http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/C ... 0088.shtml

8 gennaio 2014 Roberto Riga attuale vicesindaco de l’Aquila arrestato per tangenti su appalti del post terremoto del2009 http://it.euronews.com/2014/01/08/mazze ... cesindaco/

3 gennaio 2014 Angelo Balsamo sindaco di Licata (AG) arrestato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, truffa e falsa testimonianza http://www.siciliainformazioni.com/6677 ... co-balsamo
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » ven feb 28, 2014 11:44 am

Atac, il record dell'assenteismo - ogni giorno a casa 1.400 persone

http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca ... 1923.shtml

Dipendenti Atac troppo cagionevoli di salute. Mediamente ogni giorno 1.400 persone, tra impiegati, autisti, operai e macchinisti, legittimamente presentano certificati medici e di altro tipo, come quelli per l’assistenza al familiare disabile, permessi vari, restando a casa.
Assenti giustificati. Un turnover che decurta la forza lavoro di una percentuale che va da una media giornaliera del 15 per cento, con un picco del 22 per cento registrato lo scorso agosto, mese in cui c’è stata una vera e propria epidemia. Ma non è tutto perché a questi numeri si aggiungono gli autisti che chiedono l’inabilità alla guida, schizzati verso l’alto negli ultimi tre anni e i cosiddetti «liberi con paga», ovvero gli autisti che sono di turno, ma per i quali non c’è un mezzo da guidare. E così, meglio lasciarli a casa, liberi dal servizio.

Un paradosso previsto dal contratto, innescato, per esempio, dall’eccesso di mezzi che sono in manutenzione nelle officine. Il risultato finale è che l’Atac, pur disponendo di una forza lavoro eccezionale, non riesce a programmare a dovere attività come il potenziamento delle corse, o l’aumento dei controllori sui mezzi, o l’impiego di personale alle stazioni.

GLI AUTISTI
Dei 6.500 autisti assunti dall’azienda, quindi circa 970 restano a casa ogni giorno. A questi si aggiungono gli amministrativi poco più di un centinaio giornalieri (su 1300), i circa 300 operai (su 3.000) e i macchinisti, qualche unità su 450 dipendenti. Di questa ultima categoria pochi restano a casa, probabilmente in virtù del fatto che il loro contratto è legato in qualche modo anche alle presenze.
Sempre all’Atac, uno dei dati più eclatanti degli ultimi anni riguarda il numero di autisti che chiede l’inidoneità alla guida, ovvero il diritto a non guidare più un bus per problemi fisici, come per esempio, la sciatica, il mal di schiena, o altro. Esistono due tipi di inidoneità, quella temporanea e quella definitiva. L’autista in entrambi i casi deve seguire l’iter presentando un primo certificato medico, seguito da altri esami e visite.

VISITE MEDICHE
Una delle curiosità puramente numeriche riguarda le visite mediche per l’abilitazione alla guida. Fino al 2010 venivano eseguite dall’Asl attraverso l’ospedale San Giovanni (struttura pubblica): mediamente c’erano una cinquantina di autisti l’anno con inidoneità alla guida (ci fu solamente un picco di richieste nel 2005). Poi la gestione è passata al centro diagnostico Pigafetta (struttura privata, partecipata da Ferrovie dello Stato). Negli ultimi tre anni il numero di inidonei è salito da 50 a 607, di cui 387 temporanei e 220 definitivi, circa il 10 per cento complessivo di tutti gli autisti, che passano quindi ad altri incarichi compatibili con la malattia. Anche il sistema delle visite d’idoneità obbligatorie per gli autisti è cambiato. Prima la visita era semestrale. Oggi la visita è quadrimestrale. E a pagare, ovviamente, è Atac.

NUOVE ASSUNZIONI
Intanto l’azienda ha raggiunto recentemente un accordo con le organizzazioni sindacali confederali per dare attuazione al sacrosanto patto rilancio Atac, «un’intesa finalizzata al riassetto organizzativo e finanziario dell’azienda che coniuga economicità, efficienza, tutela dei diritti dei lavoratori e dei clienti», dicono dalla dirigenza. Tra gli interventi previsti è stato programmato l’avvio di una selezione per «350 nuove assunzioni di autisti per la copertura, con eventuali contratti a tempo determinato, di altrettanti posti di lavoro». Per contro, una sigla sindacale autonoma, non compresa in questo patto di sindacato, avrebbe girato all’azienda altre 200 richieste di inidoneità alla guida. Ma proprio qui sta un altro nodo da sciogliere. Perché, a parte gli inidonei, i malati e quelli in permesso, ogni weekend il 6-7 per cento degli autisti assunti in Atac usufruisce del cosiddetto istituto del «libero con paga», autisti che vengono impiegati ma senza lavorare.

LA STRANA PROGRAMMAZIONE
Sarebbe a dire che la domenica, o nei giorni infrasettimanali, l’autista (per vari motivi di organizzazione del lavoro) viene «liberato», ma risulta come se fosse al lavoro. Si tratta di un istituto contrattuale previsto in molte aziende, che in Atac raggiunge percentuali altissime. «Frutto dell’inefficienza organizzativa - dicono i sindacati - non certo colpa dei lavoratori». Un cuscinetto che dovrebbe garantire un numero sufficiente di lavoratori all’azienda per gestire gli imprevisti e per garantire l’attività nei picchi, che, invece, spreca risorse preziose visti i conti di Atac. A rosicchiare una percentuale di questi «lavoratori liberi», infatti, non sono le esigenze di servizio, ma i mezzi in manutenzione per i quali mancano i pezzi di ricambio, che restano settimane in officina lasciando appiedati gli autisti, e presumibilmente pure i clienti. Una percentuale che si è accentuata nelle ultime settimane, con i conti in rosso dell’azienda: 519 milioni di euro da pagare ai fornitori (qualcuno ha sospeso il servizio e ricambi).
Il futuro: il 31 marzo c’è la scadenza del contratto di servizio firmato dal Campidoglio. La bozza del nuovo contratto che gira per i corridoi di Atac, parla di un rinnovo fino al 2017, con qualche «penale» per gli stipendi. Non solo per i dirigenti.

Mercoledì 26 Febbraio 2014 - 10:21
Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Febbraio - 11:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Asenteixmo ente ła piovega 'ministrasion tałiana
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... JOOUk/edit


Roma ha sperperato per decenni! Eccerto, noi lo sapevamo
http://www.lindipendenza.com/roma-ha-sp ... o-sapevamo

Immagine

“Roma ha sperperato per decenni. Io non voglio più spendere neanche un euro che non sia messo a bilancio…”: davanti a questa dichiarazione io che son Tontolo, ma non tontolon, sono sobbalzato, ma non perché non la sapessi questa verità (noi padani, lo sappiamo da sempre), bensì per il fatto che chi l’ha pronunciata, in virtù del suo ruolo, ha certificato quello che certa politica non ha mai voluto ammettere, che la Capitale è sempre stata un buco nero. A pronunciare quelle parole è stato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, il cardiochirurgo prestato alla politica.
Ora lui si trova nella cacca: per l’ostruzionismo dei grillini e dei leghisti il governo ha ritirato il decreto “salvaroma” che destinava al Campidoglio quasi 500 milioni di euro per tappare i buchi, che sono di oltre 800 milioni (senza contare che i debiti del Comune di Roma ammontano a oltre 20 miliardi di euro).
Così il sindaco democrats è stato costretto oggi a minacciare il blocco di tutti i servizi, mettendo a rischio anche la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

Marino non può che battere cassa e arriva a dire che a Roma vanno restituiti i soldi pagati dai romani con le tasse. Mortacci sua… e noi padani cosa dovremmo fare allora? Quantomeno assalire Bankitalia e svuotare i forzieri pieni di oro. E il sindaco chirurgo aggiunge che Roma deve avere di più rispetto agli altri perchè ogni anno deve sopportare almeno 500 manifestazioni che creano disagi, “altrimenti – chiosa – che questi raduni si facessero a Varese…”.

Il fatto è che, ancora una volta, i soldi arriveranno e noi poveri pirla a fare la guardia ai soldi congelati dei nostri Comuni virtuosi per tenere in piedi l’Italia. Più pirla di così non si può essere…
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » gio mar 06, 2014 9:39 am

Il Sud di Stella e Rizzo: montagne di schifezze, ma la colpa è di altri

http://www.lindipendenza.com/il-sud-di- ... e-di-altri

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di GILBERTO ONETO

A molti comprensibilmente ripugna dare soldi a Stella e Rizzo, o – peggio ancora – alla Feltrinelli, ma questo è un libro che non si può non leggere. Si può farlo facendoselo prestare, andando in biblioteca o piratando fotocopie o pdf.

Ma vale davvero la pena di leggerlo per due ragioni principali.

La prima è rappresentata dalla grande quantità di notizie e di informazioni: nessuna è originale e forse neppure inedita ma è importante che qualcuno le abbia raccolte e messe tutte assieme. È difficile pensare che gli autori si siano ispirati alla “Rubrica Silenziosa” dei Quaderni Padani: l’avessero anche fatto non lo ammetterebbero neppure sotto tortura. Ma sta di fatto che forniscono un bel quadretto di cifre, dati e notizie da cui viene fuori un ulteriore quadro catastrofico del Meridione. Anche qui niente di nuovo ma fa sempre una certa impressione sapere che la descrizione sia opera di gente sinistra e patriottica che tutto vorrebbe fare tranne che scrivere roba del genere e che se lo fa è solo perché la cosa è così macroscopica da non poter essere nascosta o ridimensionata, e perciò tanto vale farci qualche soldino di diritti d’autore. Non sono i primi a percorrere tale strada: parecchi anni fa Giorgio Bocca aveva prodotto materiale analogo. Erano allora momenti di grande espansione del leghismo e il Bocca era stato accusato di colpevole collateralismo: non può capitare a Stella e Rizzo perché il padanesimo sta vivendo un momento di fiacca e perché hanno disseminato di parecchi antidoti la loro narrazione.

E proprio questo costituisce il secondo elemento di interesse del libro: la straordinaria abilità di due professionisti dell’equilibrismo sugli specchi nel dire certe cose puzzolenti e contemporaneamente coprirle con annaffiate di deodorante di regime. Così con una faccia di palta quasi simpatica per eccesso di improntitudine, i due chiudono ogni drammatica descrizione con qualche esempio dis-edificante di malefatta nordista o inventandosi un concorso di colpa trovato rovistando un paio di paralleli più a nord. Qualche esempio: la “giusta diffidenza” che occorre mostrare nei confronti dell’Alta Italia per le malversazioni seguite al terremoto dell’Irpinia; le “troppe incursioni settentrionali interessate solo al saccheggio di contributi” per il Sud. Insomma ci sono sempre degli “assatanati corsari del Nord”, o c’è il “peggior doppiopesismo della Lega” dietro a tante magagne: la colpa è sempre di qualcun altro, preferibilmente padano, meglio se anche un po’ leghista. Gli autori fanno finta di criticare il vecchio piagnisteo meridionale ma poi fanno lo stesso: inventano la lamentazione post-moderna bene irrorata di relativismo patriottico riassunto nell’espressione “Non solo nel Mezzogiorno” con cui concludono certe loro terrificanti descrizioni. “Il marciume nella sanità non è affatto un’esclusiva meridionale. Anzi”. Sublime!

La colpa dell’inquinamento in Campania è di chi ha prodotto le schifezze e non di chi le ha sparse e interrate per soldi. La mimesi della verità raggiunge punte davvero esilaranti quando, per cercare colpe sopra la Linea Gotica, si dice che Colaninno è mantovano, Speranza piemontese e Bernabé niente di meno che altoatesino.

Insomma descrivono montagne di schifezze perché non possono farne a meno ma si inventano straordinari funambolismi per dare la colpa a qualcun altro e – soprattutto – per allontanare il sospetto che tutte queste rogne siano figlie di una avventatezza storica come l’unità d’Italia. Bisogna leggere questo genere di libri per conoscere gli strumenti del nemico (e questi sono nemici intelligenti) e per attrezzarsi a combatterli meglio e a difendersi dal neocentralismo tricolore che si sta insinuando un po’ dappertutto.

La narrazione si ricopre nei punti cruciali di retorica e di prossenetismo di regime. Ad un certo punto si trova scritto: “Giorgio Napolitano, eletto a simbolo della migliore classe politica meridionale e prova vivente di come il Mezzogiorno sia in grado di offrire all’Italia uomini di altissimo profilo politico e istituzionale”. “Contro i ghetti profumano i giardini, sul mondo batte il cuor di Mussolini”. Eterna Italia: non è mai cambiato niente.

Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Se muore il Sud. Milano: Feltrinelli, 2013.

318 pagine, 19,00 €
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » gio mar 06, 2014 8:46 pm

Rimborsopoli in Regione Lombardia, spese assurde da destra a sinistra

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http://www.lindipendenza.com/rimborsopo ... ente-tutti

di CARLO CAGLIANI

Aldilà della vicenda penale, che verrà sicuramente discussa con gli eventuali rinvii a giudizio che chiederà la procura, fa gridare vendetta il comportamento degli “eletti del popolo” in Regione Lombardia. Nella richiesta di archiviazione per una ventina di ex Assessori del Pirellone, la Procura osserva che le leggi non consentono di attribuire alle spese da loro effettuate “un disvalore penale”. Infatti, argomentano, “alcune spese, pur caratterizzate da inopportunità, sproporzione o incongruenza contabile, sono astrattamente riconducibili alle tipologie e causali di spesa consentite dalle regole vigenti”. Capito? Come dire, spese assurde ma loro si erano fatti una norma per sfangarla. In questi casi i pm spiegano che potrebbe configurarsi una responsabilità contabile davanti alla Corte dei Conti, ma non “una condotta consapevolmente appropriativa, finalizzata esclusivamente al soddisfacimento di un interesse personale”.

Nel documento, i pm segnalano alcune di queste spese “connotate da circostanze anomale, singolari o che rendono quantomeno inopportuna la spesa”, “ad esempio documenti fiscali, rilasciati nella maggior parte dei casi da ristoratori, riportanti dati corretti a penna, numero di coperti non coerenti rispetto ai commensali dichiarati, pasti consumati in localita’ estranee al territorio regionale o in giornate festive”. Uguali considerazioni si possono fare per l’acquisto “di beni destinati a essere donati agli ospiti come forma di ospitalita’ e cortesia in occasione di incontri istituzionali o ragionevolmente consegnati, considerata la data d’acquisto, in occasione delle festivita’ natalizie a personalita’ esterne all’Amministrazione”.

Ma di cosa stiamo parlando? Caramelle, patatine Fonzies, focacce, spazzolini, i – pad: c’e’ un po’ di tutto nella ‘lista della spesa’ da 15.757,21 euro di Renzo Bossi, soprannominato ‘il Trota’, uno degli ex consiglieri regionali lombardi ai quali oggi la Procura di Milano ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Nell’elenco spuntano anche pacchetti di sigarette, bibite varie e 1740 euro spesi all’Apple Store il 20 settembre 2011. A Nicole Minetti vengono contestate spese compessive per 19.651 euro per oggettisca varia, diversi coperti, tra cui molti pasti in ristoranti giapponesi, l’acquisto del libro ‘Mignottocrazia’.

A Luca Gaffuri, ex capogruppo del Pd al Pirellone, e’ contestata l’appropriazione di 10.360 euro per cene, pranzi, un soggiorno a Sondrio, bottiglie di vino. Agli ex consiglieri Pdl Giorgio Pozzi e Giorgio Puricelli sono imputate rispettivamente spese per 5855 euro e 9037 euro, all’ex pidiellino Gianluca Rinaldin per oltre 81mila euro. L’accusa per la maggior parte degli indagati e’ peculato, solo in due casi viene contestata anche la truffa aggravata ai danni dello Stato.

“Ho sempre detto che chi sbaglia paghera’”. Cosi’ Matteo Salvini commenta la chiusura delle indagini sui rimborsi di consiglieri e assessori regionali lombardi della passata legislatura. “Detto questo, il Consiglio della Lombardia e’ quello che costa e spende meno in Italia. Tra l’altro alcuni nostri consiglieri hanno gia’ spontaneamente restituito i rimborsi prima del giudizio finale”, ha aggiunto il segretario federale della Lega Nord, conversando coi giornalisti durante un sopralluogo in uno stabile abbandonato a Milano.

La Procura di Milano ha chiesto di archiviare la posizione di 20 indagati ex assessori della Giunta lombarda, tra cui Raffaele Cattaneo (Infrastrutture e mobilita’), Romano La Russa (Industria, piccola e media impresa), Stefano Maullu (Protezione Civile e Polizia Locale), ritenendo che “le spese” da loro sostenute fossero “da un punto di vista formale sostenute da giustificazioni adeguate fornite dall’amministratore prima della presentazione di richiesta del rimborso”. La Procura di Milano ha chiuso le indagini su 65 persone, tra consiglieri ed ex assessori del Consiglio della Giunta della Regione Lombardia, che avrebbero utilizzato illecitamente i rimborsi pubblici. Complessivamente gli investigatori hanno stimato che la somma dei rimborsi illeciti si aggira sui 3 milioni e mezzo. Tra gli indagati figurano anche Renzo Bossi, Nicole Minetti e Davide Boni. Gli indagati appartengono alle forze politiche sia di centrodestra che di centrosinistra.

Solo qualche giorno fa, per la cronaca, è stato rinviato a giudizio anche l’ex presidente Formigoni, per la vicenda relativa ai regalini che avrebbe ricevuto da Daccò in cambio di favori nella Sanità.
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » ven mar 07, 2014 10:29 pm

NAPOLI, 2075 VIGILI E TUTTI INABILI AL LAVORO

http://www.lindipendenza.com/vigili-napoli

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NAPOLI – Le cose stanno così: un vigile su quattro è un dirigente sindacale, 700 sono ultra cinquantacinquenni, 590 inidonei, circa un migliaio per vari motivi – tutti codificati, blindati e protetti da leggi – possono chiedere di essere esentati totalmente o parzialmente dal lavoro. Ne esce fuori un’alchimia matematica fuori dalla realtà. Tanto che in un corpo che conta sulla carta 2075 agenti potrebbero chiedere in 2187 di non lavorare! Roba da cabala.

Napoli, via De Giaxa, comando dei vigili urbani, un solo uomo al comando, Luigi Sementa, un manipolo di fedelissimi che tutte le mattine per compilare i turni fanno partite di risiko. Sementa per forzare – si fa per dire – la mano e ordinare i servizi necessari per la città qualche mese fa ha chiesto anche ai vigili investiti da mandato sindacale di spostarsi da un ufficio all’altro, da una strada all’altra, all’interno della città per coniugare la legittima esigenza sindacale con la prestazione del servizio. La cosa finisce davanti al ai magistrati del Tribunale del lavoro che dà ragione a Sementa.

«Apprendiamo dal quotidiano Il Mattino che a Napoli ci sono in organico 2075 vigili urbani di cui un quarto è dirigente sindacale, mille a vario titolo possono chiedere di essere esentati parzialmente o totalmente dal lavoro e che, a conti fatti, i detentori di qualche legittimo impedimento al lavoro normale sono 2187, ossia un numero superiore rispetto all’organico che è di 2075. È una situazione scandalosa di cui potremmo anche infischiarcene se non fosse che poi, per risolvere le tante inefficienze della classe politica napoletana, si chiedono i soldi dei cittadini padani. Che i meridionali si diano una regolata perché la Padania non intende sprofondare con loro».

Lo afferma il deputato della Lega Nord Gianni Fava, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla contraffazione commerciale. «Non capiamo perchè – continua Fava – a Napoli si facciano concessioni che non esistono in altre parti del Paese. Nel capoluogo campano alcune leggi, come quella sul casco obbligatorio o la cintura di sicurezza, non sono mai entrate in vigore pienamente, così come è consentito vendere per strada e alla luce del sole merce contraffatta senza che le autorità intervengano. E c’è qualcuno che continua a parlare di unità d’Italia: facciano meno retorica e più controlli».

FONTE ORIGINALE: http://www.ilmattino.it/articolo.php?id ... sez=NAPOLI
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » ven mar 14, 2014 7:42 am

Palermo, coi soldi dei disoccupati andavano a puttane
http://www.lindipendenza.com/palermo-co ... -a-puttane

di MARIETTO CERNEAZ

Sapete cosa diceva Woody Allen? “La moralità di un politico sta un gradino sotto quella di un pedofilo”. Leggete la notizia e valutate. Viaggi ed escort elargiti ai politici invece di investire i finanziamenti emessi dalla Regione per la Formazione, ma anche fatture inesistenti e appalti pilotati. C’è tutto questo nell’operazione della Guardia di Finanza di Palermo che all’alba di oggi ha portato all’arresto di 17 persone, tra cui il manager Faustino Giacchetto.

Le indagini hanno messo fine a un vero e proprio ‘Comitato d’affari’ che per anni, anche corrompendo politici e dirigenti pubblici e ricorrendo a fatture per operazioni inesistenti, ha pilotato gli appalti dei grandi eventi in Sicilia e si è appropriato di rilevanti fondi comunitari destinati ai principali progetti per la formazione professionale. Delle 17 persone arrestate dodici sono in carcere e 5 agli arresti domiciliari. L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo che ha accolto le richieste formulate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica Leonardo Agueci e dai Sostituti Procuratori Calogero Gaetano Paci, Pierangelo Padova, Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Alessandro Picchi. Contestualmente le Fiamme Gialle stanno eseguendo il provvedimento, emesso dal G.I.P. di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica, di sequestro del capitale sociale e dei beni aziendali di 5 società, nonché delle disponibilità patrimoniali e finanziarie riconducibili agli indagati, per un valore complessivo di oltre 28 milioni di euro.

In corso inoltre circa 50 perquisizioni locali, fra abitazioni ed uffici. Le accuse vanno, a vario titolo da associazione a delinquere, corruzione, truffa e false fatturazioni. In manette sono finiti pure due ex assessori e alcuni burocrati regionali. Sono una quarantina gli indagati, tra cui molti politici. I particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa, prevista per oggi, alle ore 10,30, presso la Sala Riunioni della Palazzina M della Procura della Repubblica di Palermo, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo e del Procuratore aggiunto, Leonardo Agueci.
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » gio mag 08, 2014 9:45 pm

Expo, arrivano i primi arresti clamorosi. In manette anche il “Compagno G”

http://www.lindipendenza.com/expo-arriv ... compagno-g

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Terremoto sull’Expo 2015. Angelo Paris, manager di Infrastrutture Lombarde, e Primo Greganti, già coinvolto nell’inchiesta Mani Pulite, sono stati arrestati assieme ad altre cinque persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano che vede al centro episodi di turbativa d’asta e corruzione. Gli arresti sono stati eseguiti nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini e dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio e condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano. Sono state emesse dal gip Fabio Antezza 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari. In carcere è finito Angelo Paris, direttore della pianificazione acquisti della Expo 2015.

Ordinanze di custodia in carcere anche per l’ex parlamentare della Democrazia Cristiana Gianstefano Frigerio, per l’ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo, per Primo Greganti, storico esponente del Pci coinvolto in Mani Pulite, per l’intermediario Sergio Catozzo e per l’imprenditore Enrico Maltauro. E’ stato raggiunto, invece, da un’ordinanza di arresti domiciliari Antonio Rognoni, ex Dg di Infrastrutture Lombarde, già arrestato nelle scorse settimane nell’ambito di un’altra inchiesta con al centro una serie di irregolarità negli appalti delle più importanti opere pubbliche in Lombardia, tra cui anche alcune gare relative all’Expo.

Nelle carte compaiono i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che però non risultano indagati. In Lombardia dunque sarebbe esistita una vera e propria ”cupola per condizionare gli appalti”, alcuni dei quali relativi ad Expo. La ‘cupola’ prometteva ”avanzamenti di carriera” grazie a ”protezioni politiche” a manager e pubblici ufficiali. ”Io vi do tutti gli appalti che volete se favorite la mia carriera”, avrebbe detto Angelo Paris, il direttore pianificazione e acquisti di Expo 201, in un’intercettazione agli atti.

L’inchiesta vedrebbe al centro una serie di fatti di turbativa d’asta e di corruzione relativi all’Expo e al processo ‘Città della salute’. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione. L’indagine è una di quelle citate dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, a capo del pool ‘Pubblica Amministrazione’, nell’esposto da lui presentato al Csm contro il procuratore Edmondo Bruti Liberati per lamentare una serie di irregolarità nell’assegnazione dei fascicoli.

Primo Greganti ”copriva e proteggeva le cooperative”. Lo hanno spiegato i pm, sottolineando anche che la ”saldatura” tra Greganti e Gianstefano Frigerio, ex parlamentare Dc, ”proteggeva le imprese riconducibili a tutti gli schieramenti politici” L’Ad di Expo 2015, Giuseppe Sala, non è coinvolto . Lo ha sottolineato il pm di Milano Claudio Gittardi, il quale ha chiarito inoltre che non sono stati sequestrati ”atti dei procedimenti amministrativi in corso e quindi Expo può tranquillamente procedere ed operare”. ”Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire ad Expo di ripartire al più presto, con un lavoro di indagine che è stato accelerato negli ultimi mesi”, ha detto il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati.

“La politica non metta becco sulle indagini”, ha detto il premier Matteo Renzi. ”Sono convinto dell’assoluta necessità di assicurare assoluta pulizia”: lo afferma il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, dopo gli arresti per Expo. ”Per quanto mi senta addolorato da quanto successo, spero si possa procedere rapidamente nella realizzazione del crono-programma previsto” per Expo, aggiunge Maroni. ”Su Expo vogliamo assoluta pulizia, spiace che certe facce del vecchio mondo siano ancora in giro”. Lo dice il segretario della lega Matteo Salvini in una dichiarazione in cui sottolinea di avere “assoluta fiducia nell’intransigenza e nella correttezza di Maroni”.

Questo giornale lo ha sempre detto: l’Expo, oltreché inutile, sarà un ricettacolo di mazzette, corruzione e mafiosità. E’ l’Italia…
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Re: Corusion tałiana e romana

Messaggioda Berto » lun mag 12, 2014 1:39 pm

La “cupola” degli affari a Milano: la rete di Maltauro e i rapporti con Tosi

http://www.lindipendenza.com/la-cupola- ... i-con-tosi

PADOVA. È ben navigato Enrico Maltauro, forte di una sfilza di condanne a conferma della sua capacità di muoversi nel magmatico, a volte insidioso, mondo tra affari e politica. Affari grossi che non si fanno mai da soli. Lui lo sa bene, ed è il più ecumenico di tutti, tanto che l’inchiesta milanese «Tangentopoli vent’anni dopo» è costruita intorno al ruolo da protagonista dell’imprenditore vicentino con il portafoglio pieno per pagare gli intermediari politici o i dirigenti pubblici destinati a garantirgli appalti milionari (dai lavori a Saluggia per 98 milioni di euro a quelli della Cittadella della Sanità, valore 323 milioni), coperture politiche e non solo (c’è anche un ufficiale della Finanza che spiffera sviluppi giudiziari). Tuttavia è lui, Maltauro (al quale il gruppo omonimo ha revocato tutte le cariche e i poteri) a tenere i rapporti con i vertici della Lega, forte del saldo legame con il sindaco di Verona Flavio Tosi, non indagato, citato decine di volte nelle 606 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare. «C’è da chiedersi come mai un magistrato diffonda intercettazioni penalmente irrilevanti che tirano in ballo a sproposito… un candidato alle elezioni europee in piena campagna elettorale…» ha protestato ieri Tosi, ritenuto dalla procura milanese il referente di Maltauro.

Il 14 ottobre 2013 gli intermediari Gianstefano Frigerio (ex parlamentare Dc) e Sergio Cattozzo vengono intercettati con Maltauro mentre studiano le strategie per nuove spartizioni. I due stanno per incassare una tranche di tangente («Sta arrivando il suo impiegato (di Maltauro) con il “pensierino”» nota Cattozzo). Obiettivo: avere coperture a destra, sinistra e in qualsiasi altra direzione. Frigerio è chiaro: «Vedrò Claudio Levorato (il veneziano ad di Manutencoop)… perché voglio concordare con lui i collegamenti che possono fare loro di tipo politico e quelli che posso fare io… Levorato e Manutencoop hanno in Lombardia degli… mica da ridere… Voglio capire bene il legame che loro hanno perché parlando con Levorato, lui è un vecchio comunista, io un vecchio democristiano… quindi sappiamo come si parla tra noi, no?». Frigerio poi avverte che c’è il problema Lega. Superabile in Veneto: «Quello che fa Maltauro in Veneto è ben fatto… e Tosi…».

Il 20 gennaio 2014 nuove emergenze. Frigerio incontra Cattozzo. È preoccupato: dopo la pubblicazione sulla stampa di un articolo sulle spese pazze della società, sta per dimettersi il direttore di Infrastrutture Lombarde (potente holding che decide gli appalti in regione) Antonio Rognoni, legato a Formigoni e Cl. I due concordano, c’è da piazzare in quel posto Angelo Paris (responsabile contratti Expo 2015, arrestato). Cattozzo spiega: «C’è una fila di lavori… e chi li decide tutti è il direttore generale… Pensavo di fare un accerchiamento a Maroni: tu hai rapporti con Berlusconi… Dall’altra parte dire a Enrico (Maltauro)… che lui parli con Tosi e dica ah di non rompere i coglioni perché lui ha Besozzi». E Frigerio: «La Lega ha il presidente, oltre tutto, è un cretino… In Infrastrutture i leghisti hanno messo il più cretino che avevano… Besozzi… Un giorno vado a pranzo con il mio amico leghista che è uno di buon senso… che è Bonomi, presidente della Sea, e gli dico: “Ma chi è quello lì (Besozzi)?” E lui: “È una persona di cui non ti puoi fidare, è pericolosissima, stacci lontano… È il più cretino, è disinvolto, non ha cautele».

Il 14 ottobre 2013 Frigerio evidenzia l’opportunità di rafforzare le protezioni politiche a “sinistra” attraverso un incontro Levorato, e su fronte leghista. Il 4 febbraio scorso Frigerio e Cattozzo fanno il punto sulla squadra che gestirà i lavori della Città della salute. Frigerio dice di aver incontrato Levorato: «È stato lui che m’ha detto “sì noi con la Lega abbiamo buoni rapporti…” M’ha spiegato di Tosi, io gli ho detto “curate i lombardi”, ci-elle li curan loro». C’è la preoccupazione di non incassare le tangenti. Frigerio avverte: «Tu a Enrico gli dici a noi, quattro (400 mila euro)». Incalza Cattozzo: «Al limite Manutencoop fa contenta la Lega e lui a noi».

da: mattinopadova.gelocal.it
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