Le terme e l'ipocausto no łe xe envension dei romani

Le terme e l'ipocausto no łe xe envension dei romani

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2015 9:07 am

Le terme e l'ipocausto no łe xe envension dei romani
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Le terme no łe xe na envension dei romani

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2015 9:10 am

Le terme de l'Indo miłe e pàsa ani vanti de coełe romane

Mohenjo-daro (3300–1300 a.C.)

http://it.wikipedia.org/wiki/Mohenjo-daro

Mohenjo-daro (Urdu: موئن جودڑو, Sindhi: موئن جو دڙو) è un'antichissima città risalente all'Età del bronzo, situata sulla riva destra del fiume Indo, nell'attuale regione pakistana del Sindh, a 300 km a nord-nord-est di Karachi. Insieme ad Harappa, è una delle più grandi città della civiltà della valle dell'Indo (3300–1300 a.C.).
Mohenjo-daro significa letteralmente il monte dei morti, nome che condivide con Lothal.
Si estende per circa 100 ettari. È divisa in due settori: una cittadella e una città bassa. Sulla cittadella si trova una struttura in mattoni cotti a forma di vasca, soprannominata il Grande Bagno, un enorme granaio e uno stupa, nonché un tempio buddista più tardo.
Avendo sofferto poche degradazioni nell'età moderna, il suo stato di conservazione è migliore di quello di Harappa, ed è, di conseguenza, un'importante fonte di informazioni sulla civiltà cui apparteneva.
La città è stata costruita nel corso del III millennio a.C. ed è stata abbandonata alla fine del XVIII secolo a.C., verosimilmente a causa della variazione del corso di un fiume.
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Le costruzioni sono fatte di legno indurito col fuoco, di mattoni seccati al sole, comuni in Mesopotamia o cotti al forno, una caratteristica dell'Indo che assicurava una maggiore longevità agli edifici. Questi ultimi seguivano le regole dimensionali standardizzate nella civiltà dell'Indo, con la larghezza doppia dell'altezza, la lunghezza doppia della larghezza.
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La popolazione della città è stimata in circa 70.000 persone.

Gli scavi hanno rivelato, oltre al fatto che le case di abitazione erano spesso munite di una sala da bagno, un sistema di drenaggio delle acque sporche, comfort probabilmente inventato da questa civiltà, così come i granai.

La cittadella possiede un Grande bagno, l'antenato dei bâoli o dei serbatoi che si ritrovano in tutta l'India e nello Sri Lanka, di 14 m di lunghezza e 9 m di larghezza, con una profondità di 2,40 m. Questo serbatoio è circondato da piccole lastre una delle quali protegge un pozzo. La cittadella è dotata anche di enormi granai di m 50 x 20, una grande struttura residenziale. La scoperta forse più inattesa è quella di un edificio con un ipocausto, probabilmente per riscaldare l'acqua del bagno.
http://it.wikipedia.org/wiki/Pozzo_a_gradini

Ad est della città alta, si trova la città bassa, molto estesa, in cui si trova lo schema a griglia delle strade. Queste sono dritte, affiancate dai sistemi di scolo. Le strade formano dei blocchi di edifici di 390 x 260 m. Le costruzioni hanno un tetto a terrazza, presente anche nel mondo indiano contemporaneo, sostenuto da travi ed al quale si accede solitamente con una scala. Alcune erano probabilmente di due piani e la maggior parte usufruivano di una piccola sala da bagno. Le case sono di dimensioni diverse, alcune piccole, altre più ampie che presentano un cortile interno, senza aperture sulla strada e che si aprono su un vicolo, per meglio isolarsi dalla agitazione presente nelle strade principali.
Sono stati scoperti forni di vasai, vasche per tintura, officine per lavorare i metalli, per la produzione di perle e lavori di ceramica stranamente vetrificati. Gli abitanti della città sapevano padroneggiare l'irrigazione e controllavano le piene del fiume. Nel corso degli scavi sono stati ritrovati numerosi sigilli con iscrizioni, così come anche opere più rare, in pietra come la statuetta di steatite (alta 17,7 cm) detta, in modo sicuramente inappropriato, il Re-sacerdote o quella in bronzo nota col nome di Ballerina.
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I manufatti e gli altri oggetti indicatori scoperti nel sito, permettono agli archeologi di farsi un'idea su questa civiltà della quale non abbiamo ancora potuto decifrare la scrittura. Le somiglianze nella pianta e nelle costruzioni tra Mohenjo-Daro e Harappa indicano che entrambe facevano parte della stessa area culturale e che forse condividevano lo stesso governo. Le due città sono state costituite con mattoni di forma e dimensione standardizzate, appartenevano forse allo stesso periodo e la loro dimensione suggerisce che si trattasse di capitali regionali. Al contrario di altre civiltà, le sepolture sono molto semplici, senza oggetti funebri notevoli per ricchezza. Da ciò si è potuto dedurre che questa società ignorava la divisione in classi sociali. Nelle città dell'Indo in generale, e a Mohenjo-Daro in particolare, non è stata trovata alcuna struttura chiaramente identificabile come un palazzo o un tempio. Popolo agricolo probabilmente tranquillo, non si trovano tracce di alcuna attività militare, anche se è stato accertato l'impiego di coltelli, di lance e di punte di freccia di rame e di bronzo. Le città erano, peraltro, munite di fortificazione.

La città è stata distrutta e ricostruita almeno sette volte. Ogni volta la nuova città veniva ricostruita sopra la vecchia. La causa dell'ultima e definitiva distruzione non è stata ancora identificata. La scoperta dei resti di 24 scheletri (gli unici trovati in tutta la città) con tracce di calcinazione e carbonizzazione, e di campioni di roccia, vasi, mattoni e vari suppellettili vetrificati, lascia supporre che la città sia stata rasa al suolo da una repentina devastazione con presenza di elevate temperature.


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 685-sw.jpg
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Re: Le terme no łe xe na envension dei romani

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2015 9:10 am

Le terme de łi etruski

Etruski: etimołoja, xenetega e storia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... =drive_web
Immagine

http://it.wikipedia.org/wiki/Etruschi
A Castelnuovo di Val di Cecina (località Il Bagno), al centro di un territorio ricco di sorgenti naturali normalmente sfruttato per la geotermia, è stato costruito dagli Etruschi, nell'epoca tardo-ellenica, il complesso di Sasso Pisano, che rappresenta l'unico esempio di terme etrusche giunte fino a noi.

Alla fase più antica (III secolo a.C.) risalgono i resti di un portico quadrangolare costituito da grandi blocchi regolari di calcare del posto e, un secolo dopo, vennero aggiunti due impianti termali ricoperti da un tetto in tegole.
C'erano anche alcuni vani quadrangolari, forse destinati ai visitatori.
Molto importante è anche il sistema idraulico, costruito per sfruttare l'acqua calda delle sorgenti vicine: avevano costruito dei piccoli canali per condurre l'acqua calda alle vasche e per alimentare la fontana aperta che era posta di lato.
Abbandonato per quasi un secolo per i danni provocati da un terremoto dopo il 50 a.C., il complesso, in parte ristrutturato, rimase in uso fino alla fine del III secolo d.C., come confermano le 64 monete di bronzo di quell'epoca, recuperate in una delle vasche.
Il bollo con l'iscrizione etrusca SPURAL (letteralmente "della città") HUFLUNAS rinvenuto sulle tegole del tetto dovrebbe testimoniare la destinazione pubblica delle terme: il complesso è forse da identificare con le AQUAE VOLATERRAE o le AQUAE POPULONIAE rappresentate nella TABULA PEUTINGERIANA, copia del Medioevo di una carta dell'età romana conservata presso la Biblioteca Nazionale di Vienna.
È attualmente in corso un progetto rivolto alla costruzione, nell'area di ritrovamento, di un parco archeologico aperto ai visitatori, ai pellegrini e ai turisti.
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Re: Le terme no łe xe na envension dei romani

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2015 9:11 am

Le terme dei venetici

Abano e Montegroto (etimoloja e storia)
viewtopic.php?f=43&t=97

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... h4d0E/edit

Immagine


El łagheto de acoa calda col santoaro de łi ani del bronxo a San Piero al Montagnon:

Spertoałetà de łi nostri avi veneteghi
viewtopic.php?f=24&t=21

Santoaro de San Piero Montagnon (Montegroto Terme):
https://picasaweb.google.com/pilpotis/S ... grotoTerme

Immagine

Immagine

Arkeoloja veneta de łi ani diti romani e fata pasar par romana
https://picasaweb.google.com/pilpotis/A ... rParRomana

Arkeoloja a Montegroto – da ła pristoria al medhoevo
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... QwRkk/edit
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Re: Le terme no łe xe na envension dei romani

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2015 9:11 am

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Re: Le terme no łe xe na envension dei romani

Messaggioda Berto » gio mar 12, 2015 10:38 am

FAI, łiçeo Tito L. de Pava come l'ISIS
viewtopic.php?f=43&t=1489
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Re: Le terme e l'ipocausto no łe xe envension dei romani

Messaggioda Berto » ven gen 08, 2016 8:26 am

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Re: Le terme e l'ipocausto no łe xe envension dei romani

Messaggioda Berto » ven gen 08, 2016 8:27 am

Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato , ...
viewtopic.php?f=44&t=303
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