Stermegno de łi ebrei ouropei

Stermegno de łi ebrei ouropei

Messaggioda Berto » mar gen 14, 2014 12:14 pm

Stermegno de łi ebrei ouropei
viewtopic.php?f=110&t=374


Olocausto

http://it.wikipedia.org/wiki/Olocausto

...

Coeła contro łi ebrei ła me par ke ła sipia stà pì na goera de sterminio etnego/połedego ke on sterminio par coestion de edeołoja rasista.

Li todeski (łi nasisti todeski) łi odiava łi ebrei par motivi etno-economego-połedeghi e xe stà par sto odio ke łi łi ga persegoità e "stermenà" ma no xe stà parké łi consideràse łi ebrei na ràça sotana e bona da gnente da far sparir da sora ła grosta de la tera.

No xe stà el sprèso a movar łi nasisti todeski contro łi ebrei ma l'odio: on forte, profondo e cruo odio parké portadori de mal de tanto mal par i todeski!
Domè l'odio el pol far far a l'omo çerte robe!
L'odio e l'amor łi xe do sentimenti ke move el mondo e ke xenera montagne de ben e apsi (apsû/abzu, abisi) de mal.
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Re: Sterminio de li ebrei ouropei

Messaggioda Berto » sab gen 25, 2014 7:25 pm

Par far sù o fabregar o costruir na bona Ouropa par l'omo, li omani, i povoli, le comounedà, i çitadini a ghemo cogno de creansa e de veretà, co le menxogne e dandoghe contro a i altri no se fa sù gnente ma gnente de bon.

NORMAN FINKELSTEIN
http://www.fisicamente.net/ISR_PAL/index-1223.htm

L'industria dell'Olocausto
" I travisamenti e le menzogne dell'industria dell'Olocausto favoriscono la negazione dell'Olocausto"
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Re: Sterminio de li ebrei ouropei

Messaggioda Berto » lun feb 03, 2014 12:17 pm

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Re: Sterminio de li ebrei ouropei

Messaggioda Berto » dom giu 22, 2014 9:41 am

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Re: Sterminio de łi ebrei ouropei

Messaggioda Berto » gio gen 29, 2015 9:39 pm

Antonio Boldrin, de Strà, soravivesto al Sondercomando

https://www.youtube.com/watch?v=rJBvHOo ... e=youtu.be


https://www.facebook.com/john.l.rakas/p ... hare_reply

Alberto Pento
Ke belo e come ke me se xlarga el cor a sentir la lengoa veneta! La jornalista de la 7 la ga dito na bàla co la ga dà i nomari de 300mila taliani morti negà a Rodi (li morti militari taliani de tuta la II goera mondial li xe stà poco pì de 300mila e poco pì de 400mila contando i çevili). Ente la onta I goera mondial i morti li xe stà pì de 600mila e almanco 300mila li xe stà veneti, e par colpa de li taliani ke li ga agredio l'Aostria. Cusì la Xermagna e l'Aostria le ga perso e le xe sta ciapà pal colo, cusì par reasion xe nato Hitler e el nasixmo.

Tiziana Rinaldi
Nel 1995 ho fatto intervenire il sig. Boldrin nelle classi di terza media riunite per l'occasione e poco dopo anche durante una lezione di catechismo a San Pietro. Ciò che dice nel video io l'ho già sentito in quelle due occasioni ed è stata una esperienza, ascoltare la sua viva voce, terribile e inquietante. Mi ci sono voluti piu' giorni per riprendermi. Il suo racconto era ancora più ricco di particolari e dettagli quindi ancor più sconvolgente.

Alberto Pento
Ki sa parké Boldrin nol ga parlà dei forni cremadori e nol ga dito endoe ke łi portava i cadavari tolti fora e su da łe camare del gas (?).
Capiso parké nol ga mai vołesto contar gnente a so mojer e no capiso parké dapò tanti ani a ghe sipia vegnesto enamente de contarlo, forse ghe xe pasà ła vargogna par ver portà tanta xente a morir, taxendo senpre e sensa mai dirghe ła veretà, par el teror de morir lù memo ke a ghe paralixava la lengoa en boca.
No lè on pexo da gnente da portar so ła cosiensa.

Tiziana Rinaldi
L'ha detto chiaramente dove mettevano i cadaveri dopo averli trascinati fuori dalle camere a gas: venivano messi su dei carri e trasportati altrove (quasi sicuramente nella fabbrica vicina per farne saponette). In quanto ai 56 anni di silenzio sono dovuti ad una situazione familiare (di salute della moglie) che non gli hanno consentito di liberarsi pubblicamente. Appena ha potuto parlarne l'ha fatto.


Alberto Pento
Tiziana Rinaldi (ensegnante?) la ga scrito: "L'ha detto chiaramente dove mettevano i cadaveri dopo averli trascinati fuori dalle camere a gas: venivano messi su dei carri e trasportati altrove (quasi sicuramente nella fabbrica vicina per farne saponette)." ---- Sui cari e altrove, ma endove? Fabrega de saonete e lu gnanca el so saveva? Ghe xe altra xente, testimoni, ke dixe ke ente kel canpo a ghe jera na fabrega de saonete?

Cade una leggenda nera, quella degli ebrei ridotti a sapone.
http://archiviostorico.corriere.it/2005 ... 5082.shtml

E' una rivelazione recente che pone fine a una serie di credenze sulle atrocità dei lager nazisti, servite in parte anche a negare gli orrori commessi. Disinformazione di guerra, dunque. Anche se nella realtà del nazismo resta una macabra contabilità. Collezioni di scheletri e crani, corpi affidati agli istituti di anatomia delle facoltà di medicina tedesche per essere spolpati e studiati a fondo, e non solo per «conoscere», come richiedeva Himmler, il «sottotipo razziale ebreo e bolscevico», ma per redigere atlanti e manuali di medicina; capelli umani trasformati in feltro industriale «previo avvolgimento in bobine» (i capelli delle donne permettevano anche la fabbricazione di pantofole). Queste e altre simili atrocità realmente compiute sui corpi vivi e morti degli ebrei e dei deportati nei lager nazisti, sono stati all' origine della leggenda nera adesso messa in discussione. Con il grasso degli ebrei, assassinati nelle camere a gas, i nazisti avrebbero «fatto sapone» o addirittura carne in scatola, da servire agli stessi ebrei impiegati nelle industrie di guerra. Una leggenda di cui non si conosce bene l' origine, ma che circolò tra le fila della resistenza polacca e che sarebbe stata alimentata dagli ufficiali e dai commissari politici dell' Armata rossa, per dipingere con toni ancor più macabri e drammatici gli orrori del nazismo. Una leggenda fatta propria anche da taluni dei sopravvissuti (ne abbiamo sentito eco anche in Italia) che, per attirare l' attenzione dei molti indifferenti alla loro tragica storia, dichiaravano di avere assistito alla saponificazione di molti ebrei. Una storia tutta da sfatare, come ricorda l' Avvenire di ieri, e che qualcuno ha attribuito alla penna di Wiesenthal, il cacciatore di nazisti, che arrivò a ipotizzare la saponificazione di quasi un milione di corpi di ebrei assassinati da parte di un' industria tedesca nei pressi del lager di Belzec. Una storia che anche il direttore del Museo dell' Olocausto israeliano e lo storico Yeudha Bauer dell' università di Tel Aviv definiscono priva di fondamento. Tuttavia, le notizie delle atrocità compiute dai nazionalsocialisti erano così diffuse e, in parte, così incredibili, che non fu difficile confondere realtà e fantasia. Anzi, a volte si negava la verità dei fatti quando veniva raccontata da testimoni d' eccezione (come accadde a Jan Karski, una staffetta della resistenza polacca, che nel 1942 rischiò la vita per entrare di nascosto in un lager di sterminio nei pressi proprio di Belzec), e si credeva più facilmente alle falsità, capaci di colpire la fantasia popolare e che facevano parte di un noto e già sperimentato armamentario propagandistico di guerra psicologica contro il nemico. Per altro verso, gli ufficiali dell' Armata rossa, esagerando le atrocità dei nemici nazisti, riuscivano assai bene a nascondere i crimini commessi dal loro esercito liberatore sulle popolazioni e spesso anche sui loro stessi soldati, quando erano accusati di "tradimento". A tale proposito, alcune pagine del libro autobiografico di Margarete Buber-Neumann (Prigioniera di Stalin e Hitler), sono esemplari. Sopravvissuta al lager di Ravensbruck, fugge terrorizzata dalla fulminea avanzata dell' Armata rossa. Così, una leggenda nera che si trasforma in racconto (anche il regista Benigni che per il suo film La vita è bella, dichiara di essersi avvalso della consulenza di storici e sopravvissuti italiani, mette in bocca a Giosuè la frase «con noi ci fanno i bottoni e il sapone»), negli anni verrà usata da molti negazionisti per affermare che lo sterminio e le camere a gas non sono mai esistiti. Chi dice il falso una volta, chi esagera sulle cifre delle vittime (nel dopoguerra una commissione sovietica affermò che ad Auschwitz erano morti quattro milioni di persone e che con la cenere dei corpi si era fabbricato del fertilizzante), allora non è credibile nemmeno quando riporta la verità fattuale. Da tempo, gli storici si sono fatti più prudenti, hanno cercato di sfatare miti e leggende, di correggere eccessi nella descrizione di orrori e nel numero delle vittime, per offrire una verità sempre più vicina all' uomo, che accusi i carnefici, ammonisca gli spettatori indifferenti e renda giustizia alle vittime.
Frediano Sessi

Mama ke oror de ensegnanti!
https://www.facebook.com/tiziana.rinaldi.792?fref=ufi
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Re: Sterminio de łi ebrei ouropei

Messaggioda Berto » ven gen 30, 2015 10:21 pm

Il testamento di Erich Priebke

http://www.blogdln.it/2013/10/13/emerge ... mericana/#

??? Emerge Il testamento di Erich Priebke: i campi di concentramento non esistono, noi le vere vittime della propaganda americana. ???

Riportiamo l’intervista diffusa dall’avvocato di Erich Priebke, rilasciata dal Capitano in occasione del compimento del suo centesimo anno di etá, con l’intenzione lasciarci un testamento “umano e politico”.

D – Sig. Priebke, anni addietro Lei ha dichiarato che non rinnegava il suo passato. Con i suoi cento anni di età lo pensa ancora?

R – Sì.

D – Cosa intende esattamente con questo?

R – Che ho scelto di essere me stesso.

D – Quindi ancora oggi Lei si sente nazista.

R – La fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra questione. Il Nazionalsocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare.

D – Della visione del mondo di cui Lei parla fa parte anche I’antisemitismo.

R – Se le sue domande sono mirate a conoscere la verità è necessario abbandonare i luoghi comuni: criticare non vuol dire che si vuole distruggere qualcuno. In Germania sin dai primi del novecento si criticava apertamente il comportamento degli ebrei. Il fatto che gli ebrei avessero accumulato nelle loro mani un immenso potere economico e di conseguenza politico, pur rappresentando una parte in proporzione assolutamente esigua della popolazione mondiale era considerato ingiusto. È un fatto che ancora oggi, se prendiamo le mille persone più ricche e potenti del mondo, dobbiamo constatare che una notevole parte di loro sono ebrei, banchieri o azionisti di maggioranza di imprese multinazionali. In Germania poi, specialmente dopo la sconfitta della prima guerra mondiale e l’ingiustizia dei trattati di Versailles, immigrazioni ebraiche dall’est europeo avevano provocato dei veri disastri, con l’accumulo di immensi capitali da parte di questi immigrati in pochi anni, mentre con la repubblica di Weimar la grande maggioranza del popolo tedesco viveva in forte povertà. In quel clima gli usurai si arricchivano e il senso di frustrazione nei confronti degli ebrei cresceva.

D – Quella che gli ebrei abbiano praticato l’usura ammessa dalla loro religione, mentre veniva proibita ai cristiani, è una vecchia storia. Cosa c’è di vero secondo lei.

R – Infatti non è certo una mia idea. Basta leggere Shakespeare o Dostoevskij per capire che simili problemi con gli ebrei sono storicamente effettivamente esistiti, da Venezia a San Pietroburgo. Questo non vuole assolutamente dire che gli unici usurai all’epoca fossero gli ebrei. Ho fatto mia una frase del poeta Ezra Pound: “Tra uno strozzino ebreo e uno strozzino ariano non vedo nessuna differenza”.

D – Per tutto questo Lei giustifica I’antisemitismo?

R – No, guardi, questo non significa che tra gli ebrei non ci siano persone perbene. Ripeto, antisemitismo vuol dire odio, odio indiscriminato. Io anche in questi ultimi anni della mia persecuzione, da vecchio, privato della libertà, ho sempre rifiutato l’odio. Non ho mai voluto odiare nemmeno chi mi ha odiato. Parlo solo di diritto di critica e ne sto spiegando i motivi. E Le dirò di più: deve considerare che, per loro particolari motivi religiosi, una grossa parte di ebrei si considerava superiore a tutti gli altri esseri umani. Si immedesimava nel “Popolo Eletto da Dio” della Bibbia.

D – Anche Hitler parlava della razza ariana come superiore.

R – Si, Hitler è caduto anche lui nell’equivoco di rincorrere questa idea di superiorità. Questa è stata una delle cause di errori senza ritorno. Tenga conto comunque che un certo razzismo era la normalità in quegli anni, Non solo a livello di mentalità popolare ma anche a livello di governi e addirittura di ordinamenti giuridici.

Gli Americani, dopo aver deportato le popolazioni africane ed essere stati schiavisti, continuavano ad essere razzisti, e di fatto discriminavano i neri. Le prime leggi, definite razziali di Hitler, non limitavano i diritti degli ebrei più di quanto fossero limitati quelli dei neri in diversi stati USA. Stessa cosa per le popolazioni dell’India da parte degli Inglesi ed i Francesi, che non si sono comportati molto diversamente con i così detti sudditi delle loro colonie. Non parliamo poi del trattamento subìto all’epoca dalle minoranze etniche nell’ex URSS.

D – E quindi come sono andate peggiorando in Germania le cose secondo Lei?

R – Il conflitto si è radicalizzato, è andato crescendo. Gli ebrei tedeschi, americani, inglesi e l’ebraismo mondiale da un lato, contro la Germania che stava dall’altro. Naturalmente gli ebrei tedeschi si sono venuti a trovare in una posizione sempre più difficile. La successiva decisione di promulgare leggi molto dure resero in Germania la vita veramente difficile agli ebrei. Poi nel novembre del 1938 un ebreo, un certo Grynszpan, per protesta contro la Germania, uccise in Francia un consigliere della nostra ambasciata, Ernest von Rath. Ne seguì la famosa “Notte dei cristalli”. Gruppi di dimostranti ruppero in tutta il Reich le vetrine dei negozi di proprietà degli ebrei. Da allora gli ebrei furono considerati solo e soltanto come nemici. Hitler, dopo aver vinto le elezioni, li aveva in un primo tempo incoraggiati in tutti i modi a lasciare la Germania. Successivamente, nel clima di forte sospetto nei confronti degli ebrei tedeschi, causato dalla guerra e di boicottaggio e di aperto conflitto con le più importanti organizzazioni ebraiche mondiali, li rinchiuse nei lager, proprio come nemici. Certo per molte famiglie, spesso senza alcuna colpa, questo fu rovinoso.

D – La colpa quindi di ciò che gli ebrei hanno subìto secondo Lei sarebbe degli ebrei stessi?

R – La colpa è un po’ di tutte le parti. Anche degli alleati che scatenarono la seconda guerra mondiale contro la Germania, a seguito dell’invasione della Polonia, per rivendicare territori dove la forte presenza tedesca era sottoposta a continue vessazioni. Territori posti dal trattato di Versailles sotto il controllo del neonato stato polacco. Contro la Russia di Stalin e la sua invasione della restante parte della Polonia nessuno mosse un dito. Anzi a fine conflitto, ufficialmente nato per difendere proprio la indipendenza della Polonia dai tedeschi, fu regalato senza tanti complimenti tutto l’est europeo, Polonia compresa, a Stalin.

D – Quindi politica a parte Lei sposa le teorie storiche revisioniste.

R – Non capisco perfettamente cosa si intenda per revisionismo. Se parliamo del processo di Norimberga del 1945 allora posso dirle che fu una cosa incredibile, un grande palcoscenico creato apposta per disumanizzare di fronte all’opinione pubblica mondiale il popolo tedesco ed i suoi capi. Per infierire sullo sconfitto oramai impossibilitato a difendersi.

D – Su quali basi afferma questo?

R – Cosa si può dire di un autonominatosi tribunale che giudica solo i crimini degli sconfitti e non quelli dei vincitori; dove il vincitore è al tempo stesso pubblica accusa, giudice e parte lesa e dove gli articoli di reato erano stati appositamente creati successivamente ai fatti contestati, proprio per condannare in modo retroattivo? Lo stesso presidente americano Kennedy ha condannato quel processo definendolo una cosa “disgustosa” in quanto “si erano violati i principi della costituzione americana per punire un avversario sconfitto”.


D – Se intende dire che Il reato di crimini contro l’umanità con cui si è condannato a Norimberga non esisteva prima che fosse contestato proprio da quel tribunale internazionale, c’è da dire in ogni caso che le accuse riguardavano fatti comunque terribili.

R – A Norimberga i tedeschi furono accusati della strage di Katyn, poi nel 1990 Gorbaciov ammise che erano stati proprio loro stessi, Russi accusatori, ad uccidere i ventimila ufficiali polacchi con un colpo alla nuca nella foresta di Katyn. Nel 1992 il presidente russo Eltsin produsse anche il documento originale contenente l’ordine firmato da Stalin.

I Tedeschi furono anche accusati di aver fatto sapone con gli ebrei. Campioni di quel sapone finirono nei musei USA, in Israele e in altri paesi. Solo nel 1990 un professore della università di Gerusalemme studiò i campioni dovendo infine ammettere che si trattava di un imbroglio.

D – Sì, ma i campi di concentramento non sono una invenzione dei giudici di Norimberga.

R – In quegli anni terribili di guerra, rinchiudere nei lager (in italiano sono i campi di concentramento) popolazioni civili che rappresentavano un pericolo per la sicurezza nazionale era una cosa normale. Nell’ultimo conflitto mondiale lo hanno fatto sia i Russi che gli USA. Questi ultimi in particolare con i cittadini americani di origine orientale.

D – In America però, nei campi di concentramento per le popolazioni di etnia giapponese non c’erano le camere a gas.

R – Come Le ho detto, a Norimberga sono state inventate una infinità di accuse, Per quanto riguarda quella che nei campi di concentramento vi fossero camere a gas aspettiamo ancora le prove. Nei campi i detenuti lavoravano. Molti uscivano dal lager per il lavoro e vi facevano ritorno la sera. Il bisogno di forza lavoro durante la guerra è incompatibile con la possibilità che allo stesso tempo, in qualche punto del campo, vi fossero file di persone che andavano alla gasazione. L’attività di una camera a gas è invasiva nell’ambiente, terribilmente pericolosa anche al suo esterno, mortale. L’idea di mandare a morte milioni di persone in questo modo, nello stesso luogo dove altri vivono e lavorano senza che si accorgano di nulla è pazzesca, difficilmente realizzabile anche sul piano pratico.

D – Ma Lei quando ha sentito parlare perla prima volta del piano di sterminio degli ebrei e delle camere a gas?

R – La prima volta che ho sentito di cose simili la guerra era finita ed io mi trovavo in un campo di concentramento inglese, ero insieme a Walter Rauff. Rimanemmo entrambi allibiti. Non potevamo assolutamente credere a fatti così orribili: camere a gas per sterminare uomini, donne e bambini. Se ne parlò con il colonnello Rauff e con gli altri colleghi per giorni. Nonostante fossimo tutti SS, ognuno al nostro livello con una particolare posizione nell’apparato nazionalsocialista, mai a nessuno di noi erano giunte alle orecchie cose simili.

Pensi che anni e anni dopo venni ha sapere che il mio amico e superiore Walter Rauff, che aveva diviso con me anche qualche pezzo di pane duro nel campo di concentramento, veniva accusato di essere l’inventore di un fantomatico autocarro di gasazione. Cose di questo genere le può pensare solo chi non ha conosciuto Walter Rauff.

D – E tutte le testimonianze della esistenza delle camere a gas?

R – Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli Americani a Dachau. Testimonianze che si possono definire affidabili sul piano giudiziario o storico a proposito delle camere a gas non ce ne sono; a cominciare da quelle di alcuni degli ultimi comandanti e responsabili dei campi, come ad esempio quella del più noto dei comandanti di Auschwitz, Rudolf Höss. A parte le grandi contraddizioni della sua testimonianza, prima di deporre a Norimberga fu torturato e dopo la testimonianza per ordine dei Russi gli tapparono la bocca impiccandolo. Per questi testimoni, ritenuti preziosi dai vincitori, le violenze fisiche e morali in caso di mancanza di condiscendenza erano insopportabili; le minacce erano anche di rivalsa sui familiari. So per l’esperienza personale della mia prigionia e quella dei miei colleghi, come, dai parte dei vincitori, venivano estorte nei campi di concentramento le confessioni ai prigionieri, i quali spesso non conoscevano nemmeno la lingua inglese. Poi il trattamento riservato ai prigionieri nei campi russi della Siberia oramai è cosa nota, si doveva firmare qualunque tipo di confessione richiesta; e basta.

D – Quindi per Lei quei milioni di morti sono una invenzione.

R – Io ho conosciuto personalmente i lager. L’ultima volta sono stato a Mauthausen nel maggio del 1944 ad interrogare il figlio di Badoglio, Mario, per ordine di Himmler. Ho girato quel campo in lungo e in largo per due giorni. C’erano immense cucine in funzione per gli internati e all’interno anche un bordello per le loro esigenze. Niente camere a gas.
Purtroppo tanta gente è morta nei campi ma non per una volontà assassina. La guerra, le condizioni di vita dure, la fame, la mancanza di cure adeguate si sono risolti spesso in un disastro. Però queste tragedie dei civili, erano all’ordine del giorno non solo nei campi ma in tutta la Germania, soprattutto a causa dei bombardamenti indiscriminati delle città.

D – Quindi Lei minimizza la tragedia degli ebrei: l’Olocausto?

R – C’è poco da minimizzare: una tragedia è una tragedia. Si pone semmai un problema di verità storica.


I vincitori del secondo conflitto mondiale avevano interesse a che non si dovesse chiedere conto dei loro crimini. Avevano raso al suolo intere città tedesche, dove non vi era un solo soldato, solo per uccidere donne bambini e vecchi e così fiaccare la volontà di combattere del loro nemico. Questa sorte è toccata ad Amburgo, Lubecca, Berlino, Dresda e tante altre città. Approfittavano della superiorità dei loro bombardieri per uccidere i civili impunemente e con folle spietatezza. Poi è toccato alla popolazione di Tokyo ed infine con le atomiche ai civili di Nagasaki e Hiroshima.

Per questo era necessario inventare dei particolari crimini commessi dalla Germania e reclamizzarli tanto da presentare i tedeschi come creature del male e tutte le altre sciocchezze: soggetti da romanzo dell’orrore su cui Hollywood ha girato centinaia di film.

Del resto da allora il metodo dei vincitori della seconda guerra mondiale non è molto cambiato: a sentire loro esportano la democrazia con così dette missioni di pace contro le canaglie, descrivono terroristi che si sono macchiati di atti sempre mostruosi, inenarrabili. Ma in pratica attaccano soprattutto con l’aviazione chi non si sottomette. Massacrano militari e civili che non hanno i mezzi per difendersi. Alla fine tra un intervento umanitario e l’altro nei vari paesi, mettono sulle poltrone dei governi dei burattini che assecondano i loro interessi economici e politici.

D – Ma allora certe prove inoppugnabili come filmati e fotografie dei lager, come le spiega?

R – Quei filmati sono un’ulteriore prova della falsificazione: provengono quasi tutti dal campo di Bergen-Belsen. Era un campo dove le autorità tedesche inviavano da altri campi gli internati inabili al lavoro. Vi era all’interno anche un reparto per convalescenti. Già questo la dice lunga sulla volontà assassina dei Tedeschi.

Sembra strano che in tempo di guerra si sia messo in piedi una struttura per accogliere coloro che invece si volevano gasare. I bombardamenti alleati nel 1945 hanno lasciato quel campo senza viveri, acqua e medicinali. Si è diffusa un’epidemia di tifo petecchiale che ha causato migliaia di malati e morti. Quei filmati risalgono proprio a quei fatti, quando il campo di accoglienza di Bergen-Belsen devastato dall’epidemia, nell’aprile 1945, era oramai nelle mani degli alleati. Le riprese furono appositamente girate, per motivi propagandistici dal regista inglese Hitchcock, il maestro dell’horror. È spaventoso il cinismo, la mancanza di senso di umanità con cui ancora oggi si specula con quelle immagini. Proiettate per anni dagli schermi televisivi, con sottofondi musicali angoscianti, si è ingannato il pubblico associando, con spietata astuzia, quelle scene terribili alle camere a gas, con cui non avevano invece nulla a che fare. Un falso!

D – Il motivo di tutte queste mistificazioni secondo Lei sarebbe coprire i propri crimini da parte dei vincitori?

R – In un primo tempo fu cosi. Un copione uguale a Norimberga fu inventato anche dal Generale MacArthur in Giappone con il processo di Tokyo. In quel caso per impiccare si escogitarono altre storie e altri crimini. Per criminalizzare i Giapponesi che avevano subìto la bomba atomica si inventarono all’epoca persino accuse di cannibalismo.

D – Perché in un primo tempo?

R – Perche successivamente la letteratura sull’olocausto è servita soprattutto allo Stato di Israele per due motivi. Il primo è chiarito bene da uno scrittore ebreo figlio di deportati: Norman Finkelstein. Nel suo libro “l’industria dell’olocausto” spiega come questa industria abbia portato, attraverso una campagna di rivendicazioni, risarcimenti miliardari nelle casse di istituzioni ebraiche e in quelle dello Stato di Israele. Finkelstein parla di “un vero e proprio racket di estorsioni”. Per quanto riguarda il secondo punto, lo scrittore Sergio Romano, che non è certo un revisionista, spiega che dopo la “guerra del Libano” lo Stato di Israele ha capito che incrementare ed enfatizzare la drammaticità della “letteratura sull’Olocausto” gli avrebbe portato vantaggi nel suo contenzioso territoriale con gli arabi ed “una sorte di semi-immunità diplomatica”.


D – In tutto il mondo si parla del|’olocausto come sterminio; Lei ha dei dubbi o lo nega recisamente?

R – l mezzi di propaganda di chi oggi detiene il potere globale sono inarginabili. Attraverso una sottocultura storica appositamente creata e divulgata da televisione e cinematografia, si sono manipolate le coscienze lavorando sulle emozioni. In particolare le nuove generazioni, a cominciare dalla scuola, sono state sottoposte al lavaggio del cervello, ossessionate con storie macabre per assoggettarne la libertà di giudizio. Come Le ho detto, siamo da quasi 70 anni in attesa delle prove dei misfatti contestati al popolo tedesco. Gli storici non hanno trovato un solo documento che riguardasse le camere a gas. Non un ordine scritto, una relazione o un parere di una istituzione tedesca, un rapporto degli addetti. Nulla di nulla.

Nell’assenza di documenti i giudici di Norimberga hanno dato per scontato che il progetto che si intitolava “Soluzione finale del problema ebraico” allo studio nel Reich, che vagliava le possibilità territoriali di allontanamento degli ebrei dalla Germania e successivamente dai territori occupati, compreso il possibile trasferimento in Madagascar, fosse un codice segreto di copertura che significava il loro sterminio. È assurdo! In piena guerra, quando eravamo ancora vincitori sia in Africa che in Russia, gli ebrei, che erano stati in un primo tempo semplicemente incoraggiati, vennero poi fino al 1941 spinti in tutti i modi a lasciare autonomamente la Germania. Solo dopo due anni dall’inizio della guerra cominciarono i provvedimenti restrittivi della loro libertà.

D – Ammettiamo allora che le prove di cui Lei parla vengano fuori. Parlo di un documento firmato da Hitler o da un altro gerarca. Quale sarebbe la sua posizione.

R – La mia posizione è di condanna tassativa per fatti del genere. Tutti gli atti di violenza indiscriminata contro le comunità, senza che si tenga conto delle effettive responsabilità individuali, sono inaccettabili, assolutamente da condannare. Quello che è successo agli indiani d’America, ai kulaki in Russia, agli Italiani infoibati in Istria, agli Armeni in Turchia, ai prigionieri tedeschi nei campi di concentramento americani in Germania e in Francia così come in quelli russi, i primi lasciati morire di stenti volutamente dal presidente americano Eisenhower, i secondi da Stalin. Entrambi i capi di stato non rispettarono volutamente la convenzione di Ginevra per infierire fino alla tragedia. Tutti episodi ripeto da condannare senza mezzi termini, comprese le persecuzioni fatte dai tedeschi a danno degli ebrei, che indubbiamente ci sono state. Quelle reali però, non quelle inventate per propaganda.

D – Lei ammette quindi la possibilità che queste prove, sfuggite ad una eventuale distruzione fatta dai tedeschi alla fine del conflitto, potrebbero un giorno venir fuori?

R – Le ho già detto che certi fatti vanno condannati in assoluto. Quindi se poniamo anche solo per assurdo che un domani si dovessero trovare prove su queste camere a gas, la condanna di cose così orribili, di chi le ha volute e di chi le ha usate per uccidere, dovrebbe essere indiscussa e totale. Vede, in questo senso ho imparato che nella vita le sorprese possono non finire mai. In questo caso però credo di poterlo escludere con certezza perché per quasi sessanta anni i documenti tedeschi, sequestrati dai vincitori della guerra, sono stati esaminati e vagliati da centinaia e centinaia di studiosi, sicché, ciò che non è emerso finora difficilmente potrà emergere in futuro.

Per un altro motivo devo poi ritenerlo estremamente improbabile e Le spiego il perché: a guerra già avanzata i nostri avversari avevano cominciato ad insinuare sospetti su attività omicide nei Lager. Parlo della dichiarazione interalleata del dicembre 1942, in cui si diceva genericamente di barbari crimini della Germania contro gli ebrei e si prevedeva la punizione dei colpevoli. Poi, alla fine del 1943, ho saputo che non si trattava di generica propaganda di guerra, ma addirittura i nostri nemici pensavano di fabbricare false prove su questi crimini. La prima notizia la ebbi dal mio compagno di corso, grande amico, Capitano Paul Reinicke, che passava le sue giornate a contatto con il numero due del governo tedesco, il Reichsmarschall Goering: era il suo capo scorta. L’ultima volta che lo vidi mi riferì del progetto di vere e proprie falsificazioni. Goering era furibondo per il fatto che riteneva queste mistificazioni infamanti agli occhi del mondo intero. Proprio Goering, prima di suicidarsi, contestò violentemente di fronte al tribunale di Norimberga la produzione di prove falsificate.

Un altro accenno lo ebbi successivamente dal capo della polizia Ernst Kaltenbrunner, l’uomo che aveva sostituito Heydrich dopo la sua morte e che fu poi mandato alla forca a seguito del verdetto di Norimberga.

Lo vidi verso la fine della guerra per riferirgli le informazioni raccolte sul tradimento del Re Vittorio Emanuele. Mi accennò che i futuri vincitori, erano già all’opera per costruire false prove di crimini di guerra ed altre efferatezze che avrebbero inventato sui lager a riprova della crudeltà tedesca. Stavano già mettendosi d’accordo sui particolari di come inscenare uno speciale giudizio per i vinti.

Soprattutto però ho incontrato nell’agosto 1944 il diretto collaboratore del generale Kaltenbrunner, il capo della Gestapo, generale Heinrich Müller. Grazie a lui ero riuscito a frequentare il corso allievi ufficiali. A lui dovevo molto e lui era affezionato a me. Era venuto a Roma per risolvere un problema personale del mio comandante ten. colonnello Herbert Kappler. In quei giorni la quinta armata americana stava per sfondare a Cassino, i Russi avanzavano verso la Germania. La guerra era già inesorabilmente persa. Quella sera mi chiese di accompagnarlo in albergo. Essendoci un minimo di confidenza mi permisi di chiedergli maggiori dettagli sulla questione. Mi disse che tramite l’attività di spionaggio si aveva avuto conferma che il nemico, in attesa della vittoria finale, stava tentando di fabbricare le prove di nostri crimini per mettere in piedi un giudizio spettacolare di criminalizzazione della Germania una volta sconfitta. Aveva notizie precise ed era seriamente preoccupato. Sosteneva che di questa gente non c’era da fidarsi perché non avevano senso dell’onore né scrupoli. Allora ero giovane e non diedi il giusto peso alle sue parole ma le cose poi di fatto andarono proprio come il generale Müller mi aveva detto. Questi sono gli uomini, i gerarchi, che secondo quanto oggi si dice avrebbero dovuto pensare ed organizzare lo sterminio degli ebrei con le camere a gas! Lo considererei ridicolo se non si trattasse di fatti tragici.

Per questo quando gli americani nel 2003 hanno aggredito l’Iraq con la scusa che possedeva “armi di distruzione di massa”, con tanto di falso giuramento di fronte al consiglio di sicurezza dell’ONU del Segretario di stato Powel, proprio loro che quelle armi erano stati gli unici ad usarle in guerra, io mi sono detto: niente di nuovo!

D – Lei da cittadino tedesco sa che alcune leggi in Germania, Austria, Francia, Svizzera Puniscono con il carcere chi nega I’Olocausto?

R – Si, i poteri forti mondiali le hanno imposte e tra poco le imporranno anche in Italia. L’inganno sta proprio nel far credere alla gente che chi, ad esempio, si oppone al colonialismo israeliano e al sionismo in Palestina sia antisemita; che chi si permette di criticare gli ebrei sia sempre e comunque; che chi osa chiedere le prove dell’esistenza di queste camere a gas nei campi di concentramento, è come se approvasse una idea di sterminio degli ebrei. Si tratta di una falsificazione vergognosa. Proprio queste leggi dimostrano la paura che la verità venga a galla. Ovviamente si teme che dopo la campagna propagandistica fatta di emozioni, gli storici si interroghino sulle prove, gli studiosi si rendano conto delle mistificazioni.

Proprio queste leggi apriranno gli occhi a chi ancora crede nella libertà di pensiero e nella importanza della indipendenza nella ricerca storica.

Certo, per quello che ho detto posso essere incriminato, la mia situazione potrebbe addirittura ancora peggiorare ma dovevo raccontare le cose come sono realmente state; il coraggio della sincerità era un dovere nei confronti del mio paese, un contributo nel compimento dei miei cento anni per il riscatto e la dignità del mio popolo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sterminio de łi ebrei ouropei

Messaggioda Berto » gio feb 05, 2015 9:20 am

Gaswagen

http://it.wikipedia.org/wiki/Gaswagen

Questo tipo di autocarro fu originariamente inventato dai sovietici nel 1936 per l'eliminazione fisica di parte dei condannati nelle Grandi Purghe.
I Gaswagen furono anche usati dai sovietici durante le Grandi purghe staliniste negli anni trenta. Il capo della sezione moscovita del Narodnyj komissariat vnutrennich del (NKVD) Isai D. Berg voleva soffocare gruppi di prigionieri con fumi provenienti dal motore di un camioncino apparentemente adibito al trasporto di pane. I cadaveri gassati trovarono riposo nelle fosse comuni di Butovo, dove un totale di circa 20.000 condannati, per la gran parte fucilati, furono sepolti e successivamente bruciati.


Un Gaswagen (traducibile dal tedesco come "camion del gas", in russo душегубка, dushegubka) è un particolare tipo di autocarro rinominato dai prigionieri "camion della morte", utilizzato dai nazisti come arma di distruzione di massa mobile che ha anticipato le camere a gas per lo sterminio di un grande numero di ebrei durante la seconda guerra mondiale, per un totale di circa 700.000 persone gassate (???).

Nel campo di sterminio di Chełmno, nei pressi dell'omonima città polacca erano attivi tre (forse quattro) camion che venivano adoperati come camere a gas. Dei tre, uno poteva contenere fino a 150-175 persone ed era probabilmente un Magirus. Nel caso in cui si trasportassero bambini, il camion ne poteva contenere fino a 200. Gli altri due mezzi che erano in grado di trasportare 100 uomini erano un Opel Blitz e un Diamond Reo.

In un archivio delle SS fu trovato un documento che recita:
« [...] Nel giro di sei mesi, tre di questi camion hanno "trattato" 97.000 "pezzi" senza inconvenienti di sorta. » (???)
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