Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » lun ago 28, 2017 1:31 pm

"Via il crocifisso. Le europee? Idiote"
Roberto Derta
Londra, 28 ago 2017

http://www.ilprimatonazionale.it/primo- ... iote-71782

Una bambina inglese, bianca, battezzata, affidata a una coppia di immigrati, musulmani osservanti. È scandalo, nel Regno Unito, dopo l’articolo del Times che ha reso noto il dramma della piccola. Accade a Londra, dove i servizi sociali del distretto di Tower Hamlets (dove solo il 31% della popolazione è bianco) hanno affidato una bambina cristiana di 5 anni a due famiglie di musulmani osservanti nonostante l’opposizione dei genitori. Un cambio repentino di abitudini, per la bambina: via la collanina con il crocifisso, niente più spaghetti alla carbonara, il suo piatto preferito, perché il bacon è alimento proibito. Un supervisore dei servizi sociali, che ha chiesto l’anonimato, ha raccontato che la bambina piange perché nella famiglia affidataria “non parlano inglese”.

Eppure la legge richiede che, nella scelta dell’affido, si tengano presenti “la religione, il background linguistico e culturale, la razza”. Sarebbe peraltro la seconda famiglia musulmana ad aver ricevuto la tutela della piccola: nella prima la madre indossava il niqab, in questa le donne si mettono il burqa per uscire di casa. I racconti che trapelano circa la nuova vita della piccola sono drammatici: sembra che alla bambina venga raccontato che “Pasqua e Natale sono feste stupide” e che “le donne europee sono alcolizzate e idiote”. “Questa è una bambina bianca, inglese, che ama il calcio ed è stata battezzata in una chiesa. Ha già subito il trauma di essere separata dai genitori e ha bisogno di essere circondata da una cultura che conosce e ama. Invece è intrappolata in un mondo che non conosce e la spaventa”, ha riferito un amico di famiglia.


Londra Caso bambina affidata a famiglia musulmana
agosto 28, 2017
Le hanno tolto la collanina con il crocefisso, l’hanno incoraggiata a studiare l’arabo e le hanno proibito di mangiare la carbonara

http://www.tempi.it/inghilterra-il-caso ... aQKdzbOPqB


Una bambina di cinque anni, bianca, inglese, è stata affidata dai servizi sociali, per due volte negli ultimi sei mesi, a famiglie musulmane osservanti, nonostante l’opposizione dei genitori. Nella prima famiglia le donne indossano il niqab, l’indumento che lascia scoperti solamente gli occhi, mentre nella seconda mettono il burqa quando escono di casa. Il caso, riportato in esclusiva dal quotidiano britannico Times, ha suscitato scalpore nella capitale. Un supervisore dei servizi sociali ha raccontato che la bambina ha chiesto in lacrime di non tornare alla famiglia affidataria perché «non parlano inglese». La piccola ha raccontato che le è stata tolta la collanina con il crocefisso, è stata incoraggiata a studiare l’arabo e le è stato proibito di mangiare la carbonara, il suo piatto preferito preparatole dalla madre, perché contiene la pancetta. Inoltre, sembra che la bambina abbia detto a sua madre che «il Natale e la Pasqua sono feste stupide» e che «le donne europee sono stupide e alcolizzate».

TRAUMA. La madre della bambina, parlando con un amico, ha detto di essere sconvolta dall’ambiente totalmente estraneo in cui la figlia ha vissuto negli ultimi sei mesi. «Ha cinque anni, è nata in questo paese, parla inglese come prima lingua, ama il calcio, ha il passaporto inglese ed è stata battezzata in chiesa. Ha sofferto un terribile trauma per essere stata separata dalla sua famiglia. Ha bisogno di sentirsi al sicuro e amata. Invece, è stata intrappolata in un mondo dove tutto le appare alieno e la spaventa».

AFFIDAMENTO. Il distretto di Tower Hamlets, a cui fanno riferimento i servizi sociali che si occupano della bambina, hanno rifiutato di fornire spiegazioni al Times. In effetti, le legge prevede che nella scelta dell’affido si tenga conto del «background religioso, culturale, linguistico e di razza». In alcune aree del paese però, a causa della carenza di famiglie affidatarie appartenenti a etnie di minoranza, capita che bambini non bianchi vengano affidati a famiglie inglesi, mentre è assai raro che avvenga il contrario. Secondo le statistiche inglesi, l’anno scorso sono stati dati in affidamento 51.800 bambini, di cui il 77 per cento (cioè 39.900) sono bianchi. Dal censimento nazionale del 2011 risulta che l’80 per cento della popolazione è composta da bianchi inglesi, percentuale che scende al 45 per centro a Londra e al 31 per cento nel quartiere di Tower Hamlets. L’anno scorso, a Londra, il 39 per cento dei bambini dati in affidamento era bianco, mentre a Tower Hamlets solo il 24 per cento. Non ci sono però percentuali che indichino quanti bambini vengano affidati a famiglie dall’etnia diversa rispetto a quella del bambino.

IL CASO. I dirigenti del municipio di Tower Hamltes, citando gli obblighi di riservatezza, non hanno voluto rivelare quanti affidi inter-culturali ci sono stati e se ci sia una carenza di famiglie affidatarie inglesi. Dieci anni fa un documento del consiglio dichiarava che le famiglie affidatarie venivano scelte in base al loro background, così da rispettare la cultura di provenienza del bambino. Nel 2008 si dichiarava che le comunità sottorappresentate erano quelle caraibiche, africane, vietnamite, bianche e del Bangladesh. Nell’aprile di quest’anno gli ispettori dell’Osfted (un sistema di valutazione esterno nell’ambito dell’educazione) hanno classificato come «inadeguati» i servizi di assistenza forniti dal consiglio a questi bambini. Il Dipartimento dell’Educazione ha dichiarato che non è possibile esprimersi sui singoli casi, ma che «il background di un bambino necessita una considerazione importante nella decisione dell’affidamento».



Gran Bretagna, polemica per bambina cristiana affidata a famiglie musulmane osservanti
La vicenda riportata dal Times: la piccola, cinque anni, costretta a togliersi il crocifisso dal collo e a imparare l'arabo
GIAMPAOLO CADALANU
28 agosto 2017

http://www.repubblica.it/esteri/2017/08 ... P3-S1.4-T1

LONDRA - Costretta ad abbandonare la famiglia, a vivere con genitori adottivi che non parlano inglese, a lasciare la sua catenina con la croce e persino a rinunciare all'amata carbonara, perché contiene carne di maiale: è successo a una bambina inglese di cinque anni, scrive il Times, per una discutibile decisione della circoscrizione di Tower Hamlets, nella parte ovest di Londra.

Il giornale ovviamente tiene riservata l'identità della piccola, ed evita di divulgare anche le circostanze "molto particolari" che hanno spinto le autorità a toglierla ai veri genitori. Ma se evidentemente nella famiglia di origine c'erano problemi seri, ce ne sono altri nelle due diverse case dove la bambina è stata accolta negli ultimi sei mesi nonostante il parere contrario dei genitori naturali. Durante gli incontri con la madre naturale, la bambina disperata ha rivelato che nella sua nuova casa le donne portavano il velo e i nuovi familiari non parlavano inglese, anzi la incoraggiavano a imparare l'arabo. Alla madre la piccola ha riferito che "Pasqua e Natale sono feste stupide" e che "le donne europee sono sciocche e alcolizzate". Secondo il quotidiano, l'attuale madre adottiva indossa abitualmente un burqa: questo indica l'adesione a una lettura molto conservatrice dell'islam, di ispirazione salafita.

Le regole inglesi prevedono che le autorità "diano il giusto peso alle convinzioni religiose, alle origini razziali e allo sfondo culturale e linguistico". In genere è più frequente che bambini di minoranze vengano messi in famiglie cristiane, per mancanza di possibili alternative: il caso contrario invece sarebbe molto raro. La circoscrizione ha preso invece una decisione molto controversa. Il consiglio di Tower Hamlets ha rifiutato di rispondere alle domande di chiarimento poste dal Times, sostenendo che ci sono esigenze di privacy molto nette per tutelare l'equilibrio psicologico dei minori.

Non è la prima volta che in quella circoscrizione sorgono problemi di conflitti culturali: nel 2011, scrive il Daily Mail, una donna di 31 anni di origini asiatiche, che non era una musulmana praticante, ha ricevuto minacce perché non indossava
il velo durante il suo lavoro nella locale farmacia. E nel 2014, secondo un documento riservato filtrato alla stampa, il sindaco Luftur Rahman era stato accusato di avere collegamenti con gruppi islamisti radicali, compreso uno che voleva creare in Europa uno Stato regolato dalla Sha'ria.



Londra, bimba cristiana di 5 anni affidata a famiglia musulmana
Monica Ricci Sargentini
Milano, 28 agosto 2017

http://www.corriere.it/esteri/17_agosto ... resh_ce-cp

La piccola ha raccontato che le è stata tolta la collanina con il crocifisso e le è stato chiesto di imparare l’arabo. La decisione dei servizi sociali presa contro il volere della famiglia. L’esclusiva del Times

Quando è arrivata nella casa della famiglia affidataria ha raccontato che le hanno subito tolto la collanina con il crocifisso e che poi le hanno impedito di mangiare il suo piatto italiano preferito, gli spaghetti alla carbonara, un regalo della sua mamma prima che la portassero via. «Qui è vietato usare la pancetta perché c’è il maiale» le hanno spiegato. È polemica a Londra per la decisione dei servizi sociali del distretto di Tower Hamlets, una delle zone più multiculturali del Paese, di affidare una bambina cristiana di 5 anni a due famiglie di musulmani osservanti nonostante l’opposizione dei genitori.


In lacrime

La notizia è stata data in esclusiva dal quotidiano The Times che ha visto documenti riservati del municipio. Un supervisore dei servizi sociali, che ha chiesto l’anonimato, ha raccontato che la bambina piange, è molto provata e chiede di non tornare nella casa della famiglia affidataria «perché non parlano inglese». Eppure la legge richiede che, nella scelta dell’affido, si tengano presenti «la religione, il background linguistico e culturale, la razza». Negli ultimi sei mesi la piccola, la cui identità non viene rivelata per tutelarne la privacy, ha vissuto in due diverse famiglie, entrambe musulmane. Nella prima la madre indossava il niqab, la lunga tunica nera che copre le donne dalla testa ai piedi. Mentre nella casa attuale le donne si mettono il burqa per uscire di casa.


«Natale, una festa stupida»

La mamma ha raccontato di essere sconcertata dalla situazione alienante in cui si trova la figlia che ultimamente le avrebbe detto: «Pasqua e Natale sono feste stupide», «Le donne europee sono alcolizzate e idiote». «Questa è una bambina bianca, inglese, che ama il calcio ed è stata battezzata in una chiesa — ha riferito un amico di famiglia —. Ha già subito il trauma di essere separata dai genitori e ha bisogno di essere circondata da una cultura che conosce e ama. Invece è intrappolata in un mondo che non conosce e la spaventa».


La difesa

I dirigenti del municipio preferiscono non commentare la notizia: «Non possiamo parlare dei casi singoli» dicono. «I nostri servizi sociali — aggiungono — forniscono una casa e una famiglia amorevole a centinaia di bambini ogni anno e in ogni caso teniamo in alta considerazione la provenienza culturale e l’identità dei minori».


Le statistiche

In Inghilterra, lo scorso anno, sono stati 51,800 i bambini messi in case famiglia, il 77% degli affidatari era bianco. Secondo il censimento del 2011 l’80% della popolazione in Inghilterra è bianco e britannico, una percentuale che scende al 45% a Londra e al 31% nel quartiere di Tower Hamlets, nella parte Est della città. Di solito il problema del cambio di abitudini e cultura si pone per i bambini appartenenti alle minoranze etniche data la scarsità di famiglie affidatarie non bianche e cristiane.


Questo è un crimine contro l'umanità


Bambina cristiana tolta alla famiglia affidataria musulmana
Lucio Di Marzo - Mer, 30/08/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/bam ... 35469.html


Dopo la polemica per la decisione dei servizi sociali, il giudice ribalta la sentenza

Un ribaltone che arriva dopo un articolo del Times che aveva dato il là alla polemica, raccontando la storia di una bambina cristiana britannica data in affido a una famiglia musulmana, e secondo quanto raccontato dal quotidiano costretta a parlare l'arabo e sottostare alle norme alimentari previste dall'Islam.

La sentenza di un giudice ha stabilito ora che dovrà vivere con alcuni membri della sua famiglia. Non senza che l'amministrazione locale di Tower Hamlets si facesse sentire, contestando quando scritto dalla stampa inglese e sostenendo che la famiglia a cui era stata affidata parlava inglese e anche che era "di razza mista", ma non aggiungendo altri dettagli per via dei limiti legali che impongono prima di tutto di non rivelare l'identità dei minori coinvolti.

Tower Hamlets ha anche detto di avere sempre voluto una soluzione definitiva, a casa di parenti, per la bimba di cinque anni. Ci si aspetta ora che Khatun Sapnara, giudice del Tribunale di famiglia che ha pronunciato la sentenza, emetta anche un ordine esecutivo.
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » ven set 01, 2017 9:29 pm

Ecco come i mussulmani trattano i cristiani in Egitto e il Papa non dice nulla.

Egitto, polizia a cristiani: «Non potete pregare»
agosto 31, 2017 Leone Grotti

http://www.tempi.it/egitto-la-polizia-b ... am0atFLejJ

Nella provincia di Minya i copti raggiungono oltre il 30% della popolazione e la polizia, su pressione dei musulmani, chiude case di preghiera e chiese. Vescovo: «Così si aiutano gli estremisti»

I 400 cristiani copti del villaggio di al-Furn, nella provincia egiziana di Minya, si sono recati il 20 agosto come ogni domenica alla casa utilizzata come chiesa per la Messa. Questa volta però, invece del sacerdote, hanno trovato la polizia ad attenderli e a impedirgli di entrare. Anche al prete, padre Boutros Aziz, è stato vietato l’ingresso perché, secondo le forze di sicurezza, i cristiani non avevano «il permesso di pregare».

DISCRIMINAZIONE E TERRORISMO.
Il villaggio di al-Furn, come tutti nella provincia di Minya, è a maggioranza islamica ma ai cristiani, la cui presenza è significativa (35-40%), è sempre stato permesso di pregare in case private visto che la costruzione di chiese viene ostacolata con ogni mezzo. La provincia non è nuova a casi di quotidiana discriminazione: a gennaio, nel villaggio di Alkarm, i cristiani sono stati attaccati per futili motivi dai musulmani e una donna di 70 anni è stato spogliata nuda e gettata per le strade. Nelle città lo Stato è quasi assente e comandano i Fratelli Musulmani, che nel 2013 bruciarono decine di chiese per vendicarsi dei membri dell’organizzazione uccisi dall’esercito in seguito alla deposizione di Mohamed Morsi. A Minya, infine, anche i terroristi islamici agiscono indisturbati e a maggio l’Isis ha compiuto un attentato uccidendo 29 cristiani diretti in pellegrinaggio al monastero Anba Samuel.

KYRIE ELEISON.
Quando ad al-Furn la polizia ha bloccato l’ingresso alla chiesa i cristiani hanno cominciato a cantare il “Kyrie Eleison”, prima di essere dispersi dagli agenti con la forza. I leader della comunità hanno protestato, spiegando che secondo la legge nessuna autorizzazione è necessaria per pregare. La polizia ha ricevuto le lamentele di molti musulmani ma, continuano i cristiani, nel quartiere è sempre stata recitata la Messa e nessuno si è mai lamentato.

«AIUTATE GLI ESTREMISTI».
Il caso non è isolato. In tutta la provincia i cristiani subiscono attacchi e si vedono chiudere le chiese o le case usate per la preghiera. In altri casi invece non ottengono il permesso di riparare le chiese esistenti. Come denunciato dal vescovo di Minya, Anba Macarius, solo la parrocchia di Minya, che copre la capitale e pochi altri territori, ospita 15 chiese chiuse e mai riaperte dalla polizia. Solo attorno alla capitale, sono presenti 70 villaggi dove i cristiani non hanno un luogo dove potere riunirsi. «Le autorità», ha scritto Macarius in una lettera aperta, «non riaprono le chiese perché i musulmani si oppongono e anche se non hanno motivi legali per farlo, le forze di sicurezza danno ragione a loro invece di applicare la legge. Così però non si fa che aiutare gli estremisti».
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » sab set 02, 2017 8:47 pm

Quindicenne cristiano non abbraccia l'islam»: ucciso a scuola
2 settembre 2017

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/pa ... ano-ucciso

Sharon Masih frequentava la scuola superiore pubblica a Burewala, nel Punjab. Era oggetto di bullismo per la sua fede. «È morto durante l'ultima violenza da parte dei compagni islamici»

Ancora sangue, ancora discriminazioni in Pakistan. E ancora una volta un cristiano nel mirino dei fanatismi islamici. Un altro grave caso di violenza scuote la comunità cristiana del Punjab pachistano: secondo informazioni raccolte dall'agenzia Fides, Sharon Masih, adolescente cristiano che frequentava la scuola superiore pubblica a Burewala (nei pressi della città di Multan), nel Sud del Punjab, è stato ucciso dai suoi compagni di classe musulmani che lo hanno malmenato fino alla morte il 30 agosto scorso nei locali della stessa scuola. Come conferma a Fides l'avvocato cristiano Mushtaq Gill, che sta seguendo il caso, Sharon Masih, 15enne cristiano residente del villaggio Chak-461, è stato fermato e sequestrato dai compagni che, con atti di bullismo, hanno iniziato a compiere violenze sempre più pesanti, fino a colpirlo con pugni e calci. Il ragazzo è crollato a terra esanime. Trasportato all'ospedale di Burewala, ne è stato accertato il decesso.

La polizia ha registrato un caso di omicidio ai danni di Ahmed Raza e di altri studenti musulmani, consegnando il corpo ai parenti del ragazzo, affranti. Secondo le prime indagini della polizia, sembra che il ragazzo fosse vittima di bullismo, di molestie e insulti anche a causa della sua fede cristiana e che i compagni avessero tentato di far convertire Sharon all'islam. Il ragazzo ha resistito anche nell'ultimo episodio di violenza, rivelatosi fatale. Date le minacce e le violenze già subite, Sharon aveva manifestato l'intenzione di cambiare scuola.

L'episodio mette in luce la discriminazione e la violenza ai danni delle minoranze religiose non musulmane, come indù e cristiani, diffusa nella società pachistana.

«La violenza inizia tra i banchi di scuola perché i libri di testo usati fin dalle scuole primarie e instillano negli allievi odio e intolleranza verso i non musulmani», spiega sempre all'agenzia Fides Anjum James Paul, professore cristiano pachistano e presidente della Pakistan Minorities Teachers’ Association” (Pmta) . Il presidente conferma che «da un lato i libri di testo adottati nelle scuole pubbliche promuovono l'islam, i musulmani, la cultura e la civiltà islamica; dall'altro non esitano a promuovere disprezzo e odio contro le religioni non islamiche, i non musulmani, le culture e le civiltà non islamiche. Questo ha evidenti conseguenza dannose sulle menti dei bambini e dei ragazzi, incita alla violenza e nuoce alla pacifica convivenza».

Anjum James Paul prosegue: «Dopo le segnalazioni inviate al governo da molte organizzazioni come la Pmta, vi sono stati alcuni cambiamenti positivi nei libri di testo, ma bisogna fare ancora molta strada per rendere il Pakistan uno stato moderato, dove vige il rispetto dei diritti umani, della dignità umana, della diversità, della convivenza pacifica, delle minoranze religiose. Lo Stato dovrebbe agire per rendere le scuole pubbliche luoghi dove si costruisce la pacifica convivenza sociale e religiosa. In Pakistan le minoranze religiose come i cristiani sono ancora vittime dell'estremismo e della violazione dei diritti umani».
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » dom set 10, 2017 11:01 am

SUDAN: PICCOLI PROFUGHI CRISTIANI COSTRETTI A RECITARE LE PREGHIERE ISLAMICHE PER POTER MANGIARE
8 Set 2017

http://www.lindipendenzanuova.com/sudan ... r-mangiare

«I bambini cristiani nei campi profughi sudanesi sono costretti a recitare le preghiere islamiche per ricevere il cibo». È quanto denuncia ad Aiuto alla Chiesa che Soffre una fonte in loco che per motivi di sicurezza preferisce rimanere anonima.

Attualmente si stima che vi siano 700mila cristiani sudsudanesi rifugiati in Sudan, la maggior parte dei quali alloggia nei campi profughi. «Sono confinati in quei luoghi – continua la fonte – perché il governo non permette loro di andare più a nord e raggiungere le città». All’interno dei campi le condizioni sono invivibili e il cibo offerto dal governo insufficiente. La quantità fornita mensilmente alle famiglie dura a malapena per due settimane, perché, secondo la fonte di ACS, gli aiuti delle Nazioni Unite vengono in larga parte trafugati e poi venduti al mercato, spesso con ancora ben visibile il logo dell’agenzia Onu che li ha donati.

Il governo impedisce alle organizzazioni umanitarie di vigilare sulla distribuzione degli aiuti e non permette alle associazioni legate alla Chiesa di offrire alcun sostegno ai rifugiati.

All’interno dei campi i rifugiati cristiani, bambini inclusi, si trovano ad affrontare non soltanto la miseria, ma anche la discriminazione e la persecuzione. «Una piaga purtroppo diffusa in tutto il Paese – afferma il direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro – Nel Sudan guidato dal regime islamista di Omar al Bashir, in cui vige la sharia islamica, la persecuzione anticristiana ha raggiunto livelli gravissimi». Oltre a doversi conformare ai costumi islamici – continuano i casi di donne cristiane arrestate per “abbigliamento indecente” – negli ultimi mesi i cristiani hanno dovuto sopportare anche la demolizione di alcune chiese. «E molte altre rischiano di essere abbattute – continua Monteduro – La motivazione addotta da Khartoum è violazione dei piani regolatori, ma è ben noto l’intento di al-Bashir di eliminare la presenza cristiana dal Paese».
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » mar ott 10, 2017 6:08 am

Libia. Ritrovati i resti dei 21 martiri cristiani
ottobre 9, 2017

http://www.tempi.it/libia-ritrovati-i-r ... dxG1jBx2jI

Il ritrovamento delle spoglie mortali conferma che sono stati tutti decapitati dai jihadisti con le mani legate dietro la schiena

Sono state ritrovate in Libia le spoglie mortali dei 21 martiri copti uccisi dallo Stato islamico nel 2015 dopo che avevano rifiutato di convertirsi all’islam. I resti sono stati rinvenuti in una fossa comune situata nei pressi della città di Sirte, ex roccaforte dei jihadisti, e inviati a Misurata per ulteriori esami.

TUTTI DECAPITATI. La fossa comune è stata scoperta il 6 ottobre e, come riporta un comunicato del governo di unità nazionale libico, contiene i corpi di «20 uomini di nazionalità egiziana e un uomo che potrebbe essere di nazionalità africana. Sono stati ritrovati grazie alle confessioni dei jihadisti e dei membri dell’Isis fatti prigionieri durante la cattura di Sirte». I resti confermano le prime versioni dell’eccidio, documentato in un filmato diffuso dall’Isis nel 2015: i 21 uomini proclamati martiri dalla Chiesa ortodossa copta sono stati tutti decapitati con le mani legate dietro la schiena.

«PIÙ GRANDE CASO DI MARTIRIO». Come dichiarato a tempi.it dal vescovo copto-ortodosso di Minya Anba Macarius, «è il più grande caso di martirio cristiano del nostro tempo». Nel villaggio di Al Awar, vicino a Minya, i fedeli con fondi devoluti dal governo di Al-Sisi stanno costruendo una chiesa intitolata ai “Martiri di Libia”. Alla cerimonia di posatura della prima pietra hanno partecipato anche esponenti di tutte le comunità islamiche locali.
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » mer ott 11, 2017 8:28 pm

Cristiani nel mirino: un incontro per difenderli
Gian Micalessin - Lun, 09/10/

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 50124.html

L'evento si terrà venerdì 13 ottobre alle ore 17 presso la sede de "il Giornale". L’incontro è libero ed è aperto fino ad esaurimento posti.
Per info scrivere a info@gliocchidellaguerra.it o telefonare allo 02 8566445

Lui si chiama Ibrahim Isaac Sidrak. Il suo nome probabilmente non vi dice niente.
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E già questo dovrebbe suggerirvi qualcosa. Il fatto che qui in Italia il nome del Patriarca dei copti cattolici d’Egitto sia praticamente sconosciuto è la misura di quanto la sensibilità di noi cristiani europei sia lontana dalle sofferenze e dalle pene di una delle comunità cristiane più perseguitate e colpite del Medio Oriente.

Sofferenze reali, sofferenze intrise del sangue di centinaia di martiri di un Egitto dove, come ricorda sempre il Patriarca “la Passione di Cristo continua oggi nel suo popolo”. Una passione drammaticamente presente come ci ricordano in cadaveri dei 28 pellegrini cristiani massacrati lo scorso maggio mentre attraversavano in pullman la regione di Minya e i 45 fedeli dilaniati dalle bombe esplose la Domenica delle Palme nelle chiese di Tanta e di Alessandria

Ma non è solo l’orrore di quelle – e tante altre - stragi a doverci turbarci. Non è solo la loro crudeltà a dover farci indignare. Quel che più ci deve far sussultare e aprire gli occhi è il disegno complessivo. Dietro quegli eccidi, dietro quelle carneficine, si nasconde il tentativo di espellere dall’Egitto e dal Medioriente i Cristiani Copti. Ma attenzione, quei cristiani a noi così sconosciuti, non sono una curiosità etnografica. Non sono soltanto il dieci per cento su 92 milioni egiziani. Quei cristiani, presenti in Egitto sei secoli prima dell’arrivo dell’Islam, sono i nostri fratelli nella fede, sono un pezzo della nostra storia e della nostra tradizione. Se colpiscono loro non possiamo voltar la testa dall’altra parte perché l’obbiettivo, alla fine, siamo sempre noi. Costringendo alla fuga i Cristiani d’Oriente il terrore islamista non dà solo libero sfogo al proprio odio, ma persegue l’obbiettivo di spingere verso un’omogeneità religiosa e culturale un Egitto e un Medio Oriente piegati alla violenza e all’odio delle Bandiere Nere.

A subirne le conseguenze, però, saremo sempre noi. Perché se non sapremo difendere i nostri fratelli d’Egitto, di Siria e Iraq non sapremo neppure difendere noi stessi. E allor gli assassini che in Medioriente attaccano le chiese e in Europa seminano il terrore si sentiranno autorizzati al passo successivo. E noi dovremo lottare per non veder cancellata la nostra civiltà. Per questo venerdì 13 ottobre vi aspettiamo all’appuntamento con il Patriarca Ibrahim Isaac Sidrak organizzato nella sede de “Il Giornale” a Milano. Solo ascoltando le sue parole, solo prestando attenzione alla sua testimonianza capiremo che chi odia lui e i suoi fedeli minaccia anche noi.

Venerdì 13 ottobre ore 17
Via Gaetano Negri
L’incontro è libero ed è aperto fino ad esaurimento posti.
Per info scrivere a info@gliocchidellaguerra.it o telefonare allo 02 8566445.



Eritrea. Ruth e la fede vissuta di nascosto
ottobre 11, 2017 Leone Grotti

http://www.tempi.it/eritrea-storia-di-r ... d5cajBx2jI

In Eritrea non esiste libertà religiosa e i cristiani non riconosciuti vivono nel terrore. Come Ruth: «La nostra vita di tutti i giorni è un incubo»

Ruth è cristiana ma non può dirlo a nessuno. Abitando in Eritrea e non appartenendo a nessuna delle quattro religioni riconosciute dal regime africano, verrebbe subito arrestata. Suo marito, pastore di una chiesa protestante, è stato arrestato da oltre 15 anni e mai più rilasciato, e lei fatica ad educare i suoi tre figli alla fede cristiana di nascosto.

COREA DEL NORD AFRICANA. Non è un caso se l’Eritrea, retto da oltre 20 anni dal dittatore Isaias Afewerki, è definita la Corea del Nord africana. Nel paese non esiste alcuna libertà piena, né religiosa, né di culto, né di espressione o stampa. Nel 2002 il governo ha riconosciuto ufficialmente quattro confessioni religiose: ortodossi, cattolici, evangelici luterani e musulmani sunniti. I fedeli di queste religioni hanno una limitatissima libertà di culto, tutti gli altri neppure quella. Teoricamente, qualunque confessione può registrarsi per essere riconosciuta ma nei fatti le richieste vengono sempre respinte e usate per reprimere chi fa domanda. La persecuzione è tale che secondo un rapporto dell’Onu «il regime percepisce la religione come una minaccia alla sua stessa esistenza».

PREGARE DI NASCOSTO. Solo tra maggio e giugno sono stati arrestati più di 120 cristiani e Ruth, nome di fantasia utilizzato da Open Door Usa per proteggerla, cerca in ogni modo di scampare a questo destino senza però rinunciare alla sua fede. «Sono nata in una famiglia cristiana», racconta la donna sulla trentina, «ma solo nel 1994 sono entrata in una relazione personale con Cristo e ho cominciato davvero a seguirlo. A quel tempo, la chiesa in Eritrea godeva ancora di grande libertà, poi nel 2002 è cambiato tutto e abbiamo cominciato a pregare Dio in segreto». Suo marito è stato arrestato nel 2003 e «da allora la vita per noi è diventata molto difficile»: «Adesso ho sempre paura e sono preoccupata per mio marito, mi chiedo dove sia e se stia bene. Mi spezza il cuore vedere quanto manca ai miei figli, che piangono sempre chiedendomi dov’è». La difficoltà più grande per Ruth è tirare avanti senza essere scoperta: «Quando un bambino nasce in Eritrea, il documento più importante, oltre al certificato di nascita, è quello di battesimo in una delle chiese riconosciute. Chi non ce l’ha può iscrivere i figli a scuola ma non può ricevere una tessera annonaria, importantissima per ricevere cibo a prezzi calmierati e per accedere agli altri servizi pubblici. Il sistema è fatto perché chi milita in una chiesa non riconosciuta venga più facilmente scoperto».

«CANTARE I GOSPEL SOTTOVOCE». I cristiani indipendenti in Eritrea sono considerati come «agenti degli imperialisti occidentali e nemici della madrepatria». E così, continua Ruth, «subiamo una doppia repressione: siamo sotto la costante pressione del governo e della società. Non solo molte case subiscono spesso irruzioni della polizia per scoprire se qualcuno prega di nascosto ma anche la vita di ogni giorno diventa impossibile. Siamo esclusi da qualunque servizio pubblico e anche trovare lavoro è più difficile. Bisogna sempre stare attenti a quello che si dice». Inoltre, poiché nel paese «molte persone hanno cominciato a indossare braccialetti e collanine per rendere evidente la propria appartenenza religiosa, i miei figli che non portano niente vengono guardati con sospetto». Ruth insegna ai suoi bambini a casa il Vangelo e i gospel, «il problema è che sono troppo giovani per capire qual è la situazione. Vorrebbero sempre cantare a squarciagola invece che sottovoce e parlare con i loro compagni di classe di quello che io insegno loro. Un giorno, la polizia è entrata in casa nostra e loro hanno cominciato a cantare le prime parole di un anno. Sono corsa a tappargli la bocca. Ci siamo salvati ma loro non capiscono perché non possono dire niente a nessuno. Vorrei dare loro un futuro e una fede, ma cosa accadrebbe se venissi arrestata?».

MIGLIAIA DI PERSEGUITATI IN CARCERE. Ruth non è l’unica donna che vive nell’angoscia. Secondo la testimonianza a Tempi di un sacerdote che ha visitato di recente l’Eritrea, e che non può rivelare il suo nome per ragioni di sicurezza, ancora oggi, nelle oltre 300 carceri, ufficiali e non, sparse per il paese languono più di 10 mila prigionieri politici e di coscienza in condizioni spaventose. I cristiani incarcerati per la loro fede sono «migliaia», il dato più credibile si aggira intorno alle tremila unità e si può essere arrestati anche solo per il possesso di una Bibbia. «La situazione è molto delicata», spiega: «I cattolici, che godono del riconoscimento statale, sono comunque confinati dentro le mura delle chiese, dove possono praticare le loro attività. Fuori non possono fare nulla. Il proselitismo è vietato e anche per stampare libri religiosi ci vuole un’autorizzazione dello Stato. A malapena c’è la Bibbia, che comunque è molto costosa e difficile da reperire».
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » lun gen 08, 2018 2:30 pm

ISRAELE, UN PARADISO PER I CRISTIANI
di Elias Zarina
IL FOGLIO 08/01/2017

“In quanto cristiano mediorientale desidero informarvi che, sebbene i capi musulmani abbiano cercato di convincere l’occidente che qui i cristiani stanno bene, è vero il contrario”. “Inoltre, essendo nato e cresciuto nel quartiere cristiano della Città Vecchia di Gerusalemme, posso dire con certezza che Israele è l’unico paese di questa regione in cui i cristiani possono prosperare. La cosa potrebbe sorprendere per via di una recente lettera firmata da dirigenti della chiesa, in cui si condanna la dichiarazione su Gerusalemme del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ripeto, la verità è molto più complessa. I cristiani in medio oriente, compresa Cisgiordania e Gerusalemme est, sono sottoposti a un’enorme pressione da parte dei capi musulmani. Negli anni scorsi la comunità cristiana in tutto il medio oriente ha enormemente patito per l’ascesa degli estremisti jihadisti. Si prendano, ad esempio, le centinaia di migliaia di cristiani sfollati da Siria e Iraq. O il massacro dei cristiani copti in Egitto. Lo stesso vale anche in Cisgiordania. Proprio di recente, un terrorista palestinese ha perpetrato un attacco alla guida di un’auto, nella città cristiana di Beit Jala, ferendo 18 persone e demolendo una quarantina di veicoli. Ho sentito di prima mano che l’obiettivo dichiarato dell’aggressore era “ripulire la zona dagli infedeli”.

L’Autorità palestinese, che ha arrestato il responsabile, ha diramato una dichiarazione falsa che ignora questa rivendicazione e minimizza l’incidente attribuendolo al solito “disturbato di mente”. Non è che l’ennesimo esempio di come l’Autorità palestinese cerca di mascherare i veri pericoli che corrono i suoi residenti cristiani a causa della crescita al suo interno dell’ideologia islamista. Non sorprende quindi che da varie parti della Terra Santa, la terra natale di Gesù Cristo, molti dei suoi seguaci stiano fuggendo in occidente. Sono in fuga dal pericolo di morte inflitto dagli islamisti estremisti. Qui vicino a casa mia, sono molti i cristiani che stanno abbandonando l’Autorità palestinese, malgrado ciò che dicono i suoi dirigenti. L’esodo cristiano dalle città palestinesi, Betlemme inclusa, è la dimostrazione del maltrattamento che subiscono e del loro profondo senso di insicurezza. Tuttavia, sono felice di poter riferire che esiste un luogo, in medio oriente, dove i cristiani prosperano davvero, ed è Israele. La comunità cristiana in Israele continua a crescere di numero. I cristiani in Israele godono di benessere economico, sistemi educativi indipendenti con alcune delle migliori scuole del paese, un eccellente sistema sanitario e pieni diritti civili. È per questo motivo che cresce il numero di cittadini cristiani che sceglie di arruolarsi volontariamente nelle Forze di difesa israeliane e di continuare a studiare e vivere qui. Quindi, a tutti i pellegrini dico: mi auguro che durante la vostra visita sappiate vedere come, mentre i cristiani di tutta la regione cercano un futuro migliore all’esterno, qui in Israele essi lo cercano all’interno del proprio paese”.
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » gio feb 22, 2018 8:25 am

INDONESIA Yogyakarta, attacco con machete contro un sacerdote durante la messa
11/02/2018
Mathias Hariyadi

http://www.asianews.it/notizie-it/Yogya ... 43071.html


Colpito p. Karl-Edmund Prier, gesuita tedesco, con ferite alla schiena, alla testa e alle mani. I cattolici invitati a non diffondere panico e tensioni con i social media. Esperti: i gruppi estremisti si stanno preparando alle elezioni, suscitando schieramenti basati su etnia e religione.

Yogyakarta (AsiaNews) – P. Karl-Edmund Prier, sacerdote gesuita ed esperto di liturgia, è stato attaccato e ferito con colpi di machete durante la messa nella cappella di Santa Lidwina, a Kabupaten, distretto di Sleman (Yogyakarta).

L’attacco è avvenuto stamane, durante la messa del mattino. P. Prier, che lavora al Centro di musica liturgica, durante i fine settimana serve la comunità di Santa Ludwina, che fa parte della parrocchia di Kumetiran, nel centro di Yogyakarta.

Testimoni oculari raccontano ad AsiaNews che uno sconosciuto, armato di un machete, simile a una spada di samurai, è entrato nel cortile della chiesa dalla porta principale, gridando alcuni slogan integralisti.

Dopo aver colpito alcuni fedeli che sostavano davanti alla facciata della chiesa, egli è entrato e si è diretto verso il p. Prier, che aveva appena iniziato la preghiera del Gloria. Giunto sull’altare, l’aggressore ha cominciato a colpire il prete con il machete.

P. Prier ha subito alcune pesanti ferite alla schiena, alla testa e alle mani e ora è ricoverato all’ospedale cattolico di Panti Rapih a Yogyakarta, sottoposto a intervento chirurgico.

Un militare che vive in prossimità della chiesa, attirato dal trambusto, è entrato nell’edificio, ha sparato alcuni colpi di avvertimento chiedendo allo sconosciuto aggressore di arrendersi. Al suo diniego, ha fatto fuoco e lo ha ucciso.

No social media

Finora, né la Chiesa, né le autorità del governo hanno diffuso alcun comunicato. Un cappellano militare dell’Accademia delle forze aeree di Yogyakarta, p. Yos Bintoro Pr, ha diffuso una dichiarazione, chiedendo a tutti i cattolici di non diffondere sui social media foto violente e “informazioni non confermate” sull’incidente.

La dichiarazione di p. Bintoro è giunta subito dopo che i social media sono stati invasi da foto sulle violenze e da pesanti commenti e spiegazioni. Il sacerdote pensa che tutto questo serva solo a far leva sui “cattivi sentimenti” dei cristiani contro “altre parti”.

La “politica identitaria” e i partiti “in guerra”

Secondo alcuni analisti politici, questo tipo di situazione è fabbricata in modo intenzionale dai gruppi estremisti in previsione delle elezioni regionali in 171 regioni, che inizieranno nel settembre 2018, e delle elezioni presidenziali del 2019.

L’obbiettivo è chiaro: l’intenzione di questi gruppi è di “mantenere” sentimenti negativi così che la “politica identitaria”, basata sulla religione e l’etnia primordiale, influenzi le future elezioni.

Per molti decenni, la società indonesiana è stata segnata da provocazioni che hanno prodotto atti di violenza contro i “gruppi non amici”, gruppi “non come noi”, che “non appartengono al nostro gruppo”.

Le identità primordiali basate sull’etnia e la religione sono state il modo “più facile” con cui gli aggressori hanno innescato emozioni, violenze e conflitti fra gruppi diversi nella società.

L’attacco di oggi al sacerdote è il secondo incidente di questo tipo in Indonesia.

Nell’agosto 2016, p. Albertus Pandiangan, cappuccino, è stato colpito da uno sconosciuto armato di spade durante la messa nella chiesa di S. Giuseppe a Medan (North Sumatera). Il vescovo di Medan, mons. Anicetus B. Sinaga, anch’egli cappuccino, ha poi perdonato l’aggressore.
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » mer mar 21, 2018 9:08 pm

"Quei 16 mila cristiani uccisi in Nigeria di cui l’occidente non vuole sentir parlare"
Glulio Meotti.
21/03/2018

http://www.informazionecorretta.com/mai ... c.facebook

Mentre continua l'eccidio dei cristiani nel mondo islamico, il Vaticano continua a tacere sulla "religione di pace" e sui suoi crimini, ormai sotto gli occhi di tutti.

Roma. 3.850 cristiani della Nigeria sono stati assassinati dai jihadisti di Boko Haram e dai pastori islamici Fulani negli ultimi tre anni. Solo nei mesi di dicembre 2017 e gennaio 2018 sono stati registrati oltre 350 cristiani uccisi nel paese più ricco di petrolio di tutta l’Africa. In due giorni, cinquanta cristiani sono stati uccisi dalle orde islamiste negli stati di Kogi e Plateau. Due giorni prima c’era stato un funerale di massa per i cristiani assassinati in una sola giornata di attacchi. Il vescovo Joseph Bagobiri, della diocesi di Kafanchan, morto poche settimane fa, aveva fornito la contabilità degli attacchi islamici solo nella sua area: “53 villaggi bruciati, 808 persone uccise, 1.422 case e 16 chiese distrutte”. Si chiama pulizia etnica. A fine febbraio, almeno dodici cristiani erano stati uccisi nel nord della Nigeria come rappresaglia per i tentativi dei fedeli di salvare alcune ragazze dalle conversioni islamiche forzate. Diviso fra un nord musulmano e un sud cristiano che controlla la maggior parte delle risorse petrolifere, il gigante africano deve affrontare da dieci anni attentati e rapimenti drammatici perpetrati dal movimento islamico Boko Haram. Su un conflitto che ha origini economiche e tribali si è innestato il tumore del fondamentalismo islamico di cui fanno le spese i cristiani. Lo scrittore algerino Boualem Sansal nel suo recente libro “In nome di Allah” (Neri Pozza) parla di una “ guerra totale” che “abbiamo visto all’opera in Somalia, in Afghanistan, in Algeria, nel Mali settentrionale e nelle province musulmane della Nigeria dominate dal gruppo jihadista Boko Haram”. E lo scrittore nigeriano premio Nobel per la Letteratura, Wole Soyinka, paragona la situazione del suo paese a quella “degli algerini che combatterono con i fondamentalisti assassini per dieci anni”. Impiegano armi da fuoco, bombe a mano, kamikaze, machete, gridando “Allah Akbar” (Dio è grande) quando attaccano di sorpresa un gruppo di contadini e fedeli cristiani. L’opinione pubblica occidentale, sempre poco recettiva sulla persecuzione dei cristiani, di questi nigeriani non vuole sentir parlare.

Ma come ha detto il vescovo cattolico di Nomadi, Hyacinth Egbebo, “se la Nigeria cade in mani islamiste, tutta l’Africa sarà a rischio”.
E poi toccherà all’Europa. Secondo Philip Jenkins, uno dei massimi esperti di cristianesimo, è in Nigeria che verrà deciso l’equilibrio tra l’islam e il cristianesimo in Africa. Il “destino religioso della Nigeria potrebbe essere un fattore politico di immensa importanza nel nuovo secolo”, ha scritto Jenkins. Questo è il motivo per cui gli islamisti massacrano i cristiani. Si vuole spostare la linea di faglia religiosa e demografica. Lo scorso febbraio, mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump era a colloquio con il suo omologo nigeriano, Muhammadu Buhari, emergeva un rapporto che parla di 16 mila cristiani assassinati in Nigeria dal giugno 2015. Un rapporto della Società internazionale per le libertà civili e lo stato di diritto ha rivelato: “Si stima che 16 mila morti siano specificamente composti da 2.050 vittime di violenza diretta da parte dello stato, 7.950 vittime della custodia della polizia o uccisioni di prigionia, 2.050 vittime dell’insurrezione di Boko Haram e 3.750 vittime delle uccisioni di mandriani Fulani”.

I musulmani estremisti non solo macellano i cristiani; distruggono anche i loro luoghi di culto. Cinquecento chiese sono state rase al suolo nello stato nigeriano di Benue, uno dei più martoriati nella guerra fratricida lanciata dai fondamentalisti islamici. E almeno duemila chiese cristiane sono state rase al suolo da Boko Haram nella sua campagna per cacciare tutti i cristiani dalla Nigeria settentrionale.
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » mar mag 01, 2018 12:50 pm

Oggi i cristiani della Nigeria, domani i cristiani dell'Europa
Giulio Meotti
01/05/2028

https://it.gatestoneinstitute.org/12234 ... -cristiani

In genere, l'Africa fa breccia nell'Occidente quando i terroristi attaccano obiettivi occidentali. Per cominciare, nel 1993 in Somalia, furono abbattuti due elicotteri militari americani Black Hawk. Poi, al-Qaeda attaccò nel 1998 le ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania. E ancora, di recente, lo Stato islamico ha pubblicato un video che mostrava l'uccisione di quattro soldati americani in un agguato in Niger lo scorso ottobre. Ma l'Occidente è rimasto in silenzio. Non sembra preoccuparsi del genocidio perpetrato dai terroristi islamici che sta sterminando in Nigeria la più grande comunità cristiana dell'Africa.

Di recente, il Colosseo a Roma è stato illuminato di rosso per protestare contro le persecuzioni dei cristiani. A illuminare il simbolo più famoso dell'Italia è stata la fondazione "Aiuto alla Chiesa che soffre" per attirare l'attenzione sugli intensi e massicci massacri perpetrati contro i cristiani.

In un articolo apparso su The Spectator, Douglas Murray si chiede a giusto titolo: "Chi proteggerà i cristiani nel nord della Nigeria?". Nell'ultimo attacco, 15 villaggi cristiani hanno subito una "pulizia" etnica e religiosa. Prima, i musulmani hanno saccheggiato le città cristiane, eliminando tutti i simboli religiosi, e poi hanno ucciso 19 cristiani . In un solo mese, più di 80 cristiani sono stati trucidati, spesso a colpi di machete.

Non passa giorno in Nigeria senza che i cristiani vengano fatti a pezzi, nelle scuole, nelle chiese e nelle loro abitazioni. È un progetto di pulizia etnica equivalente alle terribili notizie che arrivano dalla Siria.

I "talebani africani" sembrano dediti a sterminare i cristiani e imporre la legge islamica della sharia in tutto il paese. Nella logica diabolica dell'Islam politico, i cristiani sono considerati "indegni di vivere".

La Nigeria, tra tutti gli Stati post-coloniali africani, un tempo era considerata come il "paese modello", quello dove i magistrati neri amministravano la giustizia con in testa la candida parrucca bianca dei loro colleghi britannici. Oggi, quel paese vive sotto una sanguinaria apartheid delle religioni, insanguinato da una guerra dichiarata da una "orda" che vuole "islamizzare la nazione", come lo scrittore nigeriano premio Nobel per la Letteratura, Wole Soyinka, ha definito i terroristi.

Il vescovo della diocesi di Kafanchan, Joseph Bagobiri ha fornito la contabilità degli attacchi islamisti solo nella sua area: "53 villaggi bruciati, 808 persone uccise e 57 ferite, 1.422 case e 16 chiese distrutte". Sono 1,3 milioni i cristiani fuggiti in zone più sicure del paese. Si tratta davvero di "pulizia" etnica e religiosa.

Secondo Philip Jenkins, uno dei massimi esperti di Cristianesimo, è in Nigeria che verrà deciso l'equilibrio tra l'Islam e il Cristianesimo in Africa. Il "destino religioso della Nigeria potrebbe essere un fattore politico di immensa importanza nel nuovo secolo", ha scritto Jenkins.

Questo è il motivo per cui gli islamisti massacrano i cristiani. La Nigeria è in cima alla lista nera dei paesi a maggiore persecuzione dei cristiani: solo nel 2015, in questo paese sono stati uccisi più della metà degli oltre 7.000 cristiani trucidati in tutto il mondo. Lo scorso febbraio, mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump era a colloquio con il suo omologo nigeriano, Muhammadu Buhari, emergeva un rapporto che parla di 16 mila cristiani assassinati in Nigeria dal giugno 2015. Il rapporto della Società internazionale per le libertà civili e lo stato di diritto ha rivelato:

"Si stima che 16 mila morti siano nello specifico costituiti da 2.050 vittime di violenza diretta da parte dello Stato, 7.950 vittime della custodia della polizia o uccisioni perpetrate durante la reclusione per profiling razziale e per la scorretta gestione di indagini poliziesche, 2.050 vittime dell'insurrezione di Boko Haram e 3.750 vittime di atti terroristici ad opera dei pastori Fulani".

I musulmani estremisti non solo macellano i cristiani; distruggono anche i loro luoghi di culto. Almeno duemila chiese cristiane sono state rase al suolo da Boko Haram nella sua campagna per cacciare tutti i cristiani dalla Nigeria settentrionale.

Nel 1987, i musulmani estremisti avevano iniziato a inneggiare lo slogan "Solo l'Islam!", mentre attaccavano chiese e negozi cristiani. L'obiettivo di questi massacri perpetrati dai musulmani sembra essere quello di cambiare la geografia religiosa e demografica del continente africano cancellando la storica linea di demarcazione che taglia orizzontalmente l'Africa centrale nella sua parte più ampia dal Senegal islamico alla Somalia. Tutto ciò che resta del Dar al Harb ("la terra della guerra"), deve diventare Dar al Islam, ("la terra dell'Islam). La Nigeria, il più grande mosaico di fedi religiose del mondo è al centro di questo progetto. Pertanto, i musulmani estremisti attaccano ripetutamente i fedeli cristiani, spesso durante la celebrazione delle loro funzioni religiose.

Il vescovo cattolico nigeriano Hyacinth Egbebo ha avvertito: "Se gli islamisti dovessero occupare la Nigeria, sarebbe un trampolino di lancio [sic] per conquistare i paesi più piccoli. Se la Nigeria cade in mani islamiste, tutta l'Africa sarà a rischio".

L'Occidente ha davvero bisogno di preoccuparsi della carneficina quotidiana ai danni di questa popolazione povera, nera, cristiana e abbandonata. "L'orda" di cui parla Wole Soyinka non si fermerà ai confini nigeriani, ma cercherà di colpire anche l'Europa occidentale. È già accaduto con Umar Farouk Abdulmutallab, il terrorista nigeriano condannato all'ergastolo per aver cercato di far esplodere una bomba su un volo diretto negli Stati Uniti, il giorno di Natale del 2009. Siamo fortunati ad essere sopravvissuti a molti attacchi come quelli di Madrid, Londra, Parigi e Berlino, solo per citarne alcuni. Ma quanti altri ce ne saranno? E per quanto tempo?

Nella foto: Un uomo nigeriano legge una Bibbia in una chiesa cattolica a Khano, in Nigeria. (Foto di Chris Hondros/Getty Images)

Giulio Meotti, redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano.
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